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Sala dei trofei: Dellamorte Dellamore (400 LIVE #252)

Nanni Cobretti
di Nanni Cobretti | 11/10/202412

Sala dei trofei è la video-rubrica che si occupa di catalogare i grandi classici del cinema da combattimento.

La scena che tutti ricordiamo (qualche fotogramma prima)

Nel 1994 Michele Soavi (regista) e Gianni Romoli (sceneggiatore) si accollano l’impresa di portare sullo schermo Dellamorte Dellamore, romanzo folle su un personaggio surreale protagonista di vignette che toccano in scioltezza svariati tabù, e che sarebbe fuori da qualsiasi commerciale se non venisse dalla inimitabile mente di Tiziano Sclavi nel bel mezzo della Dylan Dog-mania. Da noi deve difendersi dal peso di aspettative distorte; all’estero, diventa un cult che trovate facilmente citato come uno dei migliori film di zombi di tutti i tempi. Per parlarne con noi abbiamo invitato Mauro Uzzeo, autore di mille cose e sceneggiatore di Dylan Dog da quasi vent’anni. E parliamo di tutto. Anche (soprattutto?) di Anna Falchi. A voi il filmato integrale:

(trovate i nostri episodi anche su Youtube e Spotify)

APPENDICE ALLA VISIONE

  • Dellamorte Dellamore dal 14 ottobre al cinema
  • Horror Queers – Cemetery Man
  • Zagor e Flash: La scure e il fulmine (Uzzeo, Masi, Gianfelice, Matera, Saponti)

PREMIO JIMMY BOBO

Abbiamo sfogliato l’intera carriera di Rupert Everett, e alla fine li abbiamo pescati tutti dal Napoleon di Ridley Scott

  1. Tim Timmington (set decorator) 36%
  2. Gabriella Summer Wolf (casting associate) 26%
  3. Maverick Debono (metal worker supervisor) 21%
  4. Panda Cooper (stunts) 17%
  5. Marica Falso (crowd hair stylist) 0%

Congratulazioni a Tim Timmington, che con un nome del genere non ci credo che ha più di 9 anni. E ricordate: se vi abbonate al nostro canale Twitch il vostro voto vale doppio!

(metafora a scelta)

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Lunedì 14 ottobre, ore 21: LA PALESTRA DEI 400 CALCI
Il nostro consueto appuntamento con le news più calciabili della settimana

Giovedì 17 ottobre, ore 21: per la rubrica Sala dei trofei ma soprattutto la categoria “un film coi mostri grossi” per la nostra Horror Challenge, avremo come ospite il critico e podcaster Omar Serafini di FantaSCIentiFIcast per parlare di una cosa di cui lui è espertissimo e noi siamo molto, molto ghiotti. Esatto: stiamo parlando del primo, leggendario, amatissimo Godzilla (che trovate anche, restaurato, in apertura del TOHorror 24).

TRAMA: risvegliato da alcuni test atomici e da alcuni studenti fuorisede che gli schiamazzavano sotto la finestra alle 2 di notte, un mostro grosso invade e terrorizza Tokyo. [IMDb | Trailer]

Un grazie finale alla videosigla di Christian Aliprandi e Dario Cogliati, all’inno Trenodia per le vittime di Val Verde di Ludwig Van Verhoeven e alla sigla 400 Calci dei Nanowar of Steel.

Nanni Cobretti
Autore del post: Nanni Cobretti
"Tu sei il male, io sono un autarchico"
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tags: 400 live anna falchi dellamorte dellamore dylan dog françois hadji-lazaro gianno romoli mauro uzzeo michele soavi rupert everett sala dei trofei tilde corsi tiziano sclavi

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12 Commenti

  1. Vincenzo Salemm's Lot 11/10/2024 | 12:59

    Sono l’unico che ha notato che il finale di questo film è praticamente identico a quello della commedia di Lando Buzzanca “San Pasquale di Baylonne, protettore delle donne” (regia di Luigi Filippo D’Amico ?

    Rispondi
    • Nanni Cobretti 11/10/2024 | 13:12

      Può essere, specie perché sono andato a riguardarmelo e non sono d’accordo ok un pochettinino

  2. tommaso 11/10/2024 | 14:25

    Live molto fica.

    Casanova facciamo flic floc, anche per me il n. 6 “La bellezza del demonio” è stato il primo Dylan Dog di sempre, a tipo 11 o 12 anni. Per altro, con blasfemia del tutto involontaria (ma che oggi voglio credere freudianamente non casuale), comprato durante una gita dal vescovo in preparazione della cresima. Mi turbò tantissimo (anche Groucho, che non capivo che funzione avesse nel racconto – nessuna, in effetti), non ci capì una fava e ci rimasi di sasso per le dosi di violenza e sesso. La passione vera e propria per Dylan esplose pochi mesi dopo con “Attraverso lo specchio”.

    Il romanzo di “Dellamorte Dellamore”, come un po’ tutta la produzione letteraria di Sclavi, fu per me una specie di ossessione per anni. Il film ne era una versione inevitabilmente edulcorata (tra le tante non avete accennato al fatto che nel romanzo Dellamorte ha anche i suoi momenti da serial killer stupratore) e un po’ mi deluse ai tempi. Con gli anni poi è diventato un cultone anche per me.

    Oggi ravviso tutto un piccolo filone italiano anni 90 sulla Morte, con inevitabili risvolti metacinematografici:

    Dellamorte Dellamore (Michele Soavi)
    Una pura formalita’ (Giuseppe Tornatore)
    Dove comincia la notte (Maurizio Zaccaro) – bomba!
    Le porte del silenzio (Lucio Fulci)
    Dark Waters (Mariano Baino) – bomba atomica!.. anche se di italiano ha solo il regista
    L’arcano incantatore (Pupi avati)

    Aggiungo la precedente trasposizione da Sclavi, l’introvabile “Nero.” di Giancarlo Soldi, dove per altro già appariva (allarme universo esapanso!) il commissario Straniero, interpretato nientemeno che da sua maestà Hugo Pratt.

    Rispondi
    • Bradlice Cooper 11/10/2024 | 17:11

      Mamma mia “Una pura formalità” capolavoro vero, thriller intellettuale stupendo – tra l’altro con due protagonisti oggi impresentabili: Depardieu e Polanski insieme, se lo proietti la gente viene al cinema coi forconi!
      Anche Dark Waters molto bello, e L’Arcano Incantatore mio film della vita.

  3. MaitiGion 11/10/2024 | 14:53

    Bellissima live! Grandissimo ospite e molto interessante la genesi del film, assolutamente non la conoscevo…
    Ricordo che anche io lo guardai (in vhs) soprattutto perché “il film di dylan dog” e perché “Anna Falchi”. Credo che quando riuscii a vederlo la suddetta fosse già esplosa come desiderio adolescenziale di tutti i ragazzini della mia età… io avrò avuto 15 anni credo, quindi…
    Ricordo anche che il film mi deluse un po’ per il motivo che dice Nanni, cioè che sostanzialmente non conoscevo il personaggio di Francesco Dellamorte… in seguito lessi il romanzo e lo trovai una discreta bomba ma appunto avrei dovuto seguire il percorso inverso…
    Per quanto riguarda DYD invece, la mia collezione è ancora sulla libreria, l’ho traslocata prima da Lecce a Bologna e poi in 4/5 case da studenti fino a che non ha trovato posto in una vera libreria… mai stata completa perché iniziata tardi, ma io ho continuato a comprare il fumetto regolarmente fino più o meno al numero 240, poi diciamo più raramente (ho buttato un occhio credo di avere anche un paio di numeri dopo il 400). Scoperto a, boh, 10 anni più o meno, letto da mio fratello maggiore, fu una fulminazione, era un vero fenomeno in quel periodo, paragonabile forse a Star Wars come conoscenza condivisa… e alcuni numeri riletti oggi sono belli assolutamente come allora.
    Non ricordo il primo quale fosse, forse “il ritorno del mostro”, ma alcuni numeri come “memorie dall’invisibile” o “la zona del crepuscolo”, “killer” (cioé terminator), “la morte rossa”, “goblin” sono ancora dei capolavori ( e sto andando a memoria).
    Grazie regaz, mi avete “sbloccato un ricordo”

    Rispondi
  4. MaitiGion 11/10/2024 | 15:05

    Scusate aggiungo una cosa, come la storia che racconta Uzzeo di Tilde Corsi, anche a me è successa una cosa simile, anche se un po’ meno catastrofica, quando mio figlio che ai tempi faceva la 5a elementare, quindi 10 anni, lesse un fumetto di dylan che era troppo basso in libreria e dovendo scrivere un racconto se ne uscì con un thriller in cui c’era un omicidio descritto paro paro :D inutile dire che ci prendemmo la cazziata dell’insegnante retrograda e io quella della moglie per aver lasciato leggere quel fumetto… io ero piuttosto tranquillo in effetti, mai spiegato il perché di tutto quello sclero ma vabbè… noi artisti non siamo mai capiti. :D

    Rispondi
  5. anacleto 11/10/2024 | 15:12

    una volta parlando con un tipo che lavorava alla Bonelli (come inchiostratore) mi aveva raccontato che sebbene lui non avesse mai lavorato su Dylan Dog sapeva che i disegnatori avevano coordinate precise su come disegnare le scene e personaggi con rimandi quasi sempre al cinema, da li come giustamente dite, anche per me, DD è stata la fonte da cui ho iniziato a scoprire il cinema horror.

    vedendo l’altro vostro bellissimo speciale su freaks mi è venuto il sospetto che per il personaggio ricorrente del manicomio (non ricordo come si chiamasse ma era quello che cercava sempre di strangolare Dylan Dog) sia stato ispirato da uno dei personaggi del film, almeno come aspetto intendo, sicuramente Sclavi lo aveva visto perché a parte quel personaggio direi che ha molto in comune con la poetica di Sclavi.

    ps ma siamo tutti del 77 qui sui 400 calci? :D

    Rispondi
    • Ubik 11/10/2024 | 17:51

      Grande annata… :-P

    • MaitiGion 11/10/2024 | 20:46

      81… ma direi che il decennio dei lettori è quello lì…
      Comunque il personaggio lo ricordo anche io, non ricordo assolutamente il nome ma richiesto che era un “sir” e nel fumetto lo ribadivano spesso.
      Secondo me citazione possibilissima visti i gusti si Sclavi…
      Arche “Johnny Freak” credo si rifaccia a quell’immaginario lì, anche se molto successivo

    • Lord Chester 14/10/2024 | 01:45

      In realtà Johnny Freak è lontano anni luce come immaginario. Nel corso della parabola della serie, il mantra “i veri mostri siamo noi” ingoia tutto il resto e, nel tempo, trasforma la serie DD in un trionfo di buonismo e Dylan in un bacchettone munito di scopa anale. Johnny è già un freak angelicato: è adorabile, un artista fenomenale etc. etc.
      Del grottesco di cui si parla qui, ma anche della sensibilità alla Freaks (il film) non c’è niente. Johnny non è un vero disabile, è Cristo in croce in sacrificio per noi, si pensi proprio al finale del numero 81… E poi lo si confronti con il finale del film Freaks, per capire quanto siamo distanti.
      Per fortuna in Johnny Freak c’è ancora un Dylan in gran forma, vivissimo e viscerale, che disfa l’ufficio a sediate quando va in bianco. L’automa imbronciato non era ancora arrivato.

  6. Tommy Scelba 12/10/2024 | 11:43

    In merito al dubbio di Quantum se Rupert si sia mai dissociato dal film, direi di no:
    https://youtu.be/m9i-8nDPj1U?feature=shared
    E anche 10 anni fa ne parlava bene:
    https://youtu.be/FKyUwPJ-tzI?feature=shared

    Rispondi
  7. Bugo Tognazio 12/10/2024 | 14:17

    Cazzo, quando venni a sapere che Dylan Dog vendeva meno di Tex rimasi scioccato!

    All’epoca in cui mi capitava di DD seguivo anche l’uomo ragno, dove imperversava De Matteis, e mi trovavo spesso a confrontare la gonfia retorica dei due autori (all’epoca almeno mi sembrava che tutti gli sceneggiattori dylaniati rifacessero il verso a Sclavi) e propendevo per ritenere che ci fosse una infinitamente maggiore consapevolezza e profondità nelle storie di Dylan. Poi, con gli anni, pur senza mai rileggere quei fumetti, ero venuto maturando l’opinione opposta, cioè che la vuota retorica, il citazionismo spicciolo e il moralismo piccolo borghese appartenessero a Dylan Dog, mentre le storie di De Matteis erano quelle davvero personali e autoriali. Ora che Uzzeo ci ha fornito la chiave di lettura di Sclavi eterno adolescente sono veramente curioso di rileggerle.

    Rispondi

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