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Discount Lynch presenta: la recensione di The Blue Rose, una fanfiction su Twin Peaks

Quantum Tarantino
di Quantum Tarantino | 17/10/202424

La scena con cui si apre The Blue Rose, e vi giuro che non sto esagerando a uso ridere, è la seguente.
Un paio di riflettori si accendono illuminando un piccolo palco disadorno.
Una ragazza emerge da dietro le quinte. Indossa lingerie, ha i capelli neri e la pelle pitturata di grigio, ma le labbra di un rosso intensissimo.
Sul palco c’è un vaso. La ragazza si china, inizia a riempirlo di terra, pianta un seme e lo innaffia.
Solo che dall’innaffiatoio non esce acqua, ma sangue!
Rapidamente, dal vaso emerge una rosa blu.

Si capisce subito che assisteremo a qualcosa di profondissimo

Adesso, che non stavo per vedere un capolavoro un po’ me l’aspettavo, ma non credo in tutta la mia vita di essermi pentito così in fretta e così amaramente di aver schiacciato play. Sigla.

The Blue Rose è un mystery/horror del 2023, si è girato una dozzina di festival con tanto di première al rinomatissimo Frightfest di Londra e al momento si trova, almeno in USA, in acquisto o noleggio sulle principali piattaforme di video on demand.
La prima cosa che si legge in giro su The Blue Rose, casomai uno non lo volesse vedere proprio a scatola chiusa come ho fatto io, è che si tratta di un film fortemente influenzato dalla poetica di David Lynch. E questo non era difficile da indovinare: nella lore di Twin Peaks la rosa blu è un elemento ricorrente, è come vengono chiamati i casi, come l’omicidio di Laura Palmer, che hanno a che fare con il sovrananturale.

Un “caso rosa blu”

La seconda cosa che puntualmente si legge ovunque riguardo The Blue Rose è la giovane età del suo autore e attore co-protagonista, George Baron.
Quanto giovane? Troppo giovane!, se volete il mio parere, ma anche se non lo volete.
Stando a quanto dicono gli internets, e gli internets non mi hanno mai mentito, oggi George Baron ha 18 anni il che significa che mentre scriveva, dirigeva e interpretava The Blue Rose, di anni ne aveva 16.
Prendetevi un attimo per far sedimentare questa informazione.
Lungi da me fare dell’ageism al contrario (nonnismo?) ma se vedo un film del genere e poi scopro che l’ha fatto un 16enne ci sono una serie di domande che non posso non farmi. La prima, la più ovvia, è dove caspita abbia trovato i soldi un sedicenne per fare una roba del genere. Anche perché questo, badate bene, non è un film fatto col crowdfunding né il tipico saggio di fine anno del Dams – o, almeno, lo è nello spirito, nella sua pretenziosità esagerata, pareggiata solo dall’assoluta mancanza di idee e di contenuti, ma da un punto di vista tecnico è un film dai valori produttivi più che dignitosi. Non ha il budget dei Transformers, chiaro, ma rientra perfettamente negli standard di quello che definireste “un lavoro da professionisti”.

George Baron, che negli articoli su di lui viene definito “an old soul”

La domanda sui soldi è più che altro retorica perché ha risposte piuttosto banali. O sono soldi di famiglia o stai riciclando denaro per la criminalità organizzata. Durante la promozione del film molti siti hanno intervistato Baron, eppure nessuno sembra avergli chiesto quale delle due, quindi credo che moriremo con questo dubbio.
Una domanda più pertinente e più interessante è, semmai, dove e soprattutto quando una persona di 16 anni ha acquisito il know how per mettere in piedi una roba del genere. Voglio dire, Tommy Wiseau (età imprecisata. Forse è un vampiro. Vedremo) ha pompato soldi infiniti nel suo passion project e il risultato è comunque The Room. The Blue Rose al contrario ha costumi, scenografie e una fotografia di tutto rispetto, le inquadrature sono dritte e gli attori in scena non sembra si trovino lì contro la propria volontà. Fa cagare lo stesso, eh? Ma se ne vedi un fotogramma fuori contesto, lo puoi tranquillamente scambiare per un bel servizio fotografico di qualche rivista di moda o un video di Lady Gaga quando ancora era divertente.

Un fotogramma a caso

La recitazione è quasi esclusivamente sopra le righe, e lì il sospetto che gli attori non siano proprio tutti dei professionisti un po’ viene, ma immagino sia voluto ed è coerente col mood generale. La scrittura è dove veramente casca l’asino, e non un asino normale. Stiamo parlando di un asino grossissimo, un asino livello Godzilla, il re degli asini – che incidentalmente è anche chi ha scritto questo film.
L’inizio è abbastanza lineare: in una cittadina super stilizzata dell’America anni 50, una casalinga da pin-up prepara torte come metafora di qualcosa che non ho capito e poi accoltella il marito (montaggio alternato che giustappone il gesto dell’accoltellamento a quello di affettare una torta. Audace!). Lilly e Dalton, due detective giovani e gay (non è un giudizio di merito, lo preciso perché sarà importante più avanti), rispettivamente interpretati da Olivia Scott Welch di Fear Street e il nostro eroe George Baron, vengono incaricati di indagare dal capo della polizia – interpretato da Ray Wise, così anche il cameo dal cast di Twin Peaks l’abbiamo portato a casa.

Surprise, Ray Wise

Lilly e Dalton girano per la città a bordo dell’auto di Barbie facendo domande assurde a personaggi assurdi seguendo indizi assurdi finché la storia non si sfilaccia del tutto e prende una piega che sono sicuro da qualche parte è descritta come “un viaggio senza ritorno, allucinante e allucinato, nella tana del bianconiglio” dove “sogno e realtà si mescolano in una conturbante fantasmagoria che scava nei recessi più oscuri dell’animo umano”. In realtà non si capisce semplicemente più un cazzo, perché non c’è nessuna volontà di far capire qualcosa allo spettatore. Non c’è worldbuilding, non c’è una costruzione dei personaggi. Chi è questa gente? Ce ne importa qualcosa di loro? Di questo posto? Ma va’, è solo una scusa per mettere in scena una serie di vignette a tema inquietudine & malattia mentale. Un carosello di doppelganger, jump scare, proiezioni oniriche e momenti musicali che coprono tutto il range che va da “molto debitore di Twin Peaks” a “scene prese di peso da Twin Peaks”.

Bravo

In uno dei momenti più perplimenti, Dalton, prigioniero in un ospedale psichiatrico che potrebbe o potrebbe non essere il purgatorio (!!!), si trova faccia a faccia con una versione di sé stesso in drag che farnetica sul tema del doppio, delle maschere e di un non chiarissimo trauma del passato.

Per farvi capire il livello

Horror, disforia di genere, Twin Peaks e nostalgia erano gli ingredienti anche di I Saw the TV Glow: perché uno è una mina e l’altro una sòla? Credo perché I Saw the TV Glow si proponeva di parlare di qualcosa, attraverso tutte quelle suggestioni, mentre The Blue Rose è un accumulo di suggestioni per amore della suggestione. Il primo nasceva da un’urgenza della sua autrice di raccontare un proprio vissuto, il secondo è il capriccio di un ragazzino ricco che si è scritto la fanfiction più costosa del mondo. E non è un problema che The Blue Rose saccheggi Twin Peaks, come se la serie di Lynch fosse intoccabile o qualcosa del genere. Il problema è che non ha niente da dire, che l’urgenza di Baron sembra essere vedere quante citazioni riesce a infilare in una singola inquadratura. Puoi avere il miglior direttore della fotografia, il miglior costumista, il miglior set designer, puoi avere il papà di Laura Palmer, ma se tutto quello che sei in grado di dire è “wow figo David Lynch”, era meglio se stavi zitto.

The Red (Bloom) Room

Scusate, non volevo alzare la voce. Non sono arrabbiato con George Baron. Se questa è veramente l’opera di un sedicenne, bisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che nessuno di noi a 16 anni avrebbe fatto qualcosa di meglio di un pasticcio inguardabile e derivativo. Mi dispiace per lui, anzi, perché se è sensibile come crede di essere, quando tra qualche anno riguarderà questo film sarà colto da un profondissimo imbarazzo e si chiederà “ma perché me l’hanno lasciato fare?”.

In Bottoms, un gran film dell’anno scorso che non c’entra niente ma straconsiglio, Rachel Sennott e Ayo Edebiri interpretano due liceali gay ed emarginate, non particolarmente belle (nella finzione cinematografica) e senza carisma. C’è una scena in cui Edebiri dice “ci odiano perché siamo gay” e Sennott le risponde “no, ci odiano perché siamo gay e senza talento”. Fa ridere e, proverbialmente, anche riflettere sulla pressione che la società, nei suoi ambienti più fintamente progressisti, mette addosso alle persone queer, alle quali è concesso essere strane, ma non mediocri. Ti accettiamo, ma solo se sei bravo in una di quelle cose in cui sono bravi i gays. E allora mi immagino il povero George Baron, che cresce in questa famiglia colta, ricca e progressista, in cui tutti si aspettano da lui qualcosa di artistico, lo incoraggiano affinché si esprima attraverso la danza, la moda o il teatro musicale, quando magari il suo talento, che cazzo ne so, è l’ingegneria idraulica.
Oppure, semplicemente, non ha alcun talento.
E va bene così, George. Non lasciare che la società ti dica che devi a tutti i costi fare un film. Se c’è un insegnamento che ci possiamo portare a casa dalla visione di The Blue Rose, è che è ok anche essere queer e senza talento.

Festival-quote:

“Queer people can be untalented too”
Quantum Tarantino, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

Bonus track: link alla recensione di Watchmen di Wim Diesel, che non c’entra assolutamente nulla ma l’avevo linkata per sbaglio e mi sembrava brutto toglierla

Quantum Tarantino
Autore del post: Quantum Tarantino
"Vivere liberi o morire duro"
k

tags: cinema onirico poetico citare david lynch come se fosse un lavoro concetti profondissimi david lynch discount isabella rossellini che canta blue velvet e ora per qualcosa di completamente diverso (ma non in senso buono) fanfiction di twin peaks filmmaker sedicenni gente che urla George Baron olivia scott welch queer horror ray wise robe oniriche rosa blu The Blue Rose twin peaks

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24 Commenti

  1. Bandini 17/10/2024 | 08:25

    Ci ho messo 10 minuti a capire che quelli indossati da George sono dei mocassini.
    Quando si dice la complessità dell’artista.

    Rispondi
    • Robert de nicchia 17/10/2024 | 22:58

      Anch’io! Pensavo fossero sandali ed avesse problemi alle dita

  2. Landis Buzzanca 17/10/2024 | 09:04

    tipico caso in cui la storia della produzione è probabilmente più interessante del film in sé.

    @Quantum chiedo formalmente il permesso di riciclare il 65% della tua recensione quando qualcuno mi chiede “allora, cosa ne pensi di Love Lies Bleeding?” (disposto a pagare moderate royalties)

    Rispondi
    • Quantum Tarantino 17/10/2024 | 10:33

      ho conferito col mio avvocato (fan di love liesbleeding) e mi ha detto che puoi usare royalty free fino al 75% delle lettere che ho usato io ma devono essere in un ordine diverso.

    • Landis Buzzanca 17/10/2024 | 17:43

      ok, mi accontento di fare una word salad senza senso*

      *accidentalmente, anche una quote parola-per-parola delle sceneggiatrici di Love Lies Bleeding

    • Bugo Tognazio 18/10/2024 | 07:51

      Qui mi si dà il destro per divulgare un’ utile informazione, finora irreperibile in italiano su internet, se non forse nell’ oscurità del deep web (tipo instagram e tiktok). Immagino che anche voi ogni giorno appena andati a letto e ogni notte appena svegli vi chiediate come suoni in italiano un’insalata di parole, una world salad, intesa come quella tecnica di manipolazione che utilizzano personaggi del genere narcisista patologico o psicopatico fattobe finito per tirarsi fuori da una situazione in cui sono stati messi con le spalle al muro. La tecnica consisterebbe nel dire con la massima convinzione una sequenza di parole a caso. Il concetto è chiaro, ma ci vuole un esempio, nevvero? Ebbene il vostro Bugo Tognazio è qui per fornirvelo. Non metto un link perché ormai non mi fido più, troppe delusioni per questa mia vecchia anima, troppi link scaduti che mi promettevano oiled busty milf mi hanno poi propinato pagine di trading che volevano derubarmi dei quattrini onestamente guadagnati dal mio zio principe nigeriano da cui li ho ereditati – non metto il link, dicevo, ma vi descrivo la query che dovete digitare sul motore di ricerca o meglio ancora direttamente nella barra di ricerca di youtube: cercate: suora comunità shalom risponde a Formigli. Se siete interessati a sentire un esempio di insalata di parole lo troverete lì, nella telefonata che la suora psicopatica a capo di una comunità lager (lol, ditemi voi se non è calcistico tutto ciò) fa in diretta al programma tv che ha appena mandato in onda un servizio di inchiesta che la smascherava.

    • Bugo Tognazio 18/10/2024 | 07:54

      Mi raccomando eh, cercate la telefonata in diretta alla trasmissione, non le interviste o le conferenze stampa della mitica suora Rosalina.

    • Quantum Tarantino 18/10/2024 | 15:07

      ngl credevo che la word salad fosse “Non metto un link perché ormai non mi fido più, troppe delusioni per questa mia vecchia anima, troppi link scaduti che mi promettevano oiled busty milf mi hanno poi propinato pagine di trading che volevano derubarmi dei quattrini onestamente guadagnati dal mio zio principe nigeriano da cui li ho ereditati – non metto il link, dicevo, ma vi descrivo la query che dovete digitare sul motore di ricerca o meglio ancora direttamente nella barra di ricerca di youtube”

    • Bugo Tognazio 19/10/2024 | 14:19

      Caro quantum, in virtù del rispetto mafioso che ti porto, non ho anima di rispondere a questo tuo diss prepotente, se ti va provvedi da te, quando hai tempo, una volta che magari passi davanti a uno specchio, lanciati un paio di insulti e diciti che sono gli insulti di Bugo T.

  3. Jean-Luc Gottardo 17/10/2024 | 09:13

    Io a 16 anni manco avevo i soldi per la videocamera e l’unica in casa era quelle vecchie enormi da spalla a cassettine con il microfono in spugna davanti del nonno.🤣
    Però beh, chiaro esempio di genitori spingitori(e chi ha spinto i genitori), con troppi soldi e scollegati dalla realtà. Dai non ha nemmeno l’età per aver finito un accademia, un film noi è una pubblicità televisiva e lo si è visto anche co dampyr che comunque è un film a differenza di quanto qui descritto. Mero onanismo da alta borghesia davanti ad un poster di twin peaks.
    Se volete qualcosa di lynchano piuttosto che film di un sedicenne giocate Control, Alan wake 2 e Lorlei and the laser Eyes.

    Rispondi
    • Quantum Tarantino 17/10/2024 | 10:32

      Grazie! avevo mezzo scritto un paragrafo proprio sui videogiochi ma poi l’ho tolto perché non andava da nessuna parte ma volevo appunto far notare che i vg fanno questa cosa molto meglio (e non solo con lynch)

    • Jean-Luc Gottardo 17/10/2024 | 17:12

      Perché hanno interiorizzato un certo stile e l’hanno rielaborato nelle proprie viscere aggiungendo qualcosa di personale che vada oltre il compito da IA poco sveglia o da cosplayer di Lynch che se eccita a sentirlo nominare.

  4. Kevin Spaceship 17/10/2024 | 09:18

    È tutto bellissimo, a parte il film

    Rispondi
  5. Carpenberg 17/10/2024 | 09:39

    Il link del trailer rimanda alla rece di watchmen di Wim <3, ma va bene così, anzi grazie

    Rispondi
    • Quantum Tarantino 17/10/2024 | 10:34

      ahahahaha questa cosa non ha senso

  6. tommaso 17/10/2024 | 10:19

    Io a 16 o giù di lì sognavo di girare nuovi capitoli di Star Wars: non capivo perchè si fossero fermati a quei tre meravigliosi film e non avessero continuato ad ambientare meravigliose avventure in quel meraviglioso universo senza confini – una decina d’anni dopo, guardando un film sulle proteste contro la tassazioni delle rotte commerciali spaziali, capii qualcosa di importante sui sogni e il loro avverarsi.

    Rispondi
  7. VandalSavage 17/10/2024 | 10:36

    George Baron è un vampiro.
    Per la precisione un Toreador con velleità artistiche supportate da un cazzo di niente a esclusione dei SOLDI.
    A suo tempo, correva l’anno 2009, ha consumato un rapporto sessuale con Michele Zarrillo dando origine alla hit italiana omonima del film.

    Rispondi
    • Quantum Tarantino 17/10/2024 | 10:47

      spiegherebbe alcune incongruenze nella sua biografia

  8. GGJJ 17/10/2024 | 11:19

    Ma siamo sicuri che “Bottoms” non sia calciabile?

    Rispondi
  9. jax 17/10/2024 | 12:05

    Sono qui solo per dire che Bottoms è un gran film, grazie per averlo citato. Forse sarebbe stato anche calciabile.

    Rispondi
  10. Quantum Tarantino 17/10/2024 | 14:20

    lo dico contro il mio interesse perché amerei leggere una rece di bottoms sull’unico sito di cinema che rispetto, ma forse tende un po’ troppo alla commedia per noi. nonostante quel finale

    Rispondi
  11. tooamadre eats the riches 18/10/2024 | 13:34

    ‘E puret. In mise drag sembra Rozz Williams. Tempo 2-3 anni e si impicca. Sex & Dying In High Society.

    Rispondi
  12. radiocarlonia 18/10/2024 | 16:39

    Dopo una recensione come questa, come non si fa a non avere voglia di vedere questo pasticiaccio, magari canticchiando “david sta andando a trans”?

    Rispondi
    • VandalSavage 20/10/2024 | 14:54

      David non è cattivo.
      Talvolta è un po’ passivo.

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