Amici, preparatevi perché questo è un film che non spiega niente, vi richiede attenzione e immaginazione, dovete riempire voi le ellissi con quello che il film vi ispira. E preparatevi perché questo è un trip che funziona alla grande. Insomma, a dispetto delle prime impressioni, questo Azrael non è fatto di, ehm, Cheap Thrills (scusate), ma è un gran balzo in avanti per E. L. Katz, che dopo essere stato dietro per anni alle paranoie di quel tizio strambo che risponde al nome di Adam Wingard, ora fa i film da solo mentre Adam fa… i soldi. Da solo. Vabbé, non volevo dirlo così male. Sigla!
Nel solito futuro post-apocalittico, fra boschi interminabili e innominati, c’è una setta religiosa che si trancia le corde vocali per non peccare (?), vive in accampamenti rudimentali e comunica con mezzi non verbali. In giro ci sono dei mostri umanoidi dall’aspetto bruciato (?), reliquie di un’epoca pre-apocalittica, che sono sensibilissimi all’odore del sangue, ci vedono male e sbranano la gente rigorosamente viva; non vedono la gente morta, a differenza di quel tricheco là, e dunque non la mangiano. La sacerdotessa della setta aspetta un figlio ma non si sa da chi; suspense! La protagonista Azrael deve sostanzialmente solo sopravvivere attraverso una struttura narrativa a livelli di difficoltà crescente, e capire perché quelli della setta le hanno fatto fuori il moroso. Tutto qua. Niente formalità narrative tipo i nomi dei personaggi o dei luoghi, per sapere quelli serve più guardare i titoli di coda che il film stesso.
Tutto qua? Sì, e con pochissime spiegazioni, ancora meno dialoghi (c’è un solo personaggio parlante e dura poco), probabilmente ancora meno soldi!, ché quelli se li intasca sempre solo Adam Wingard e al povero E. L. Katz tocca andare a girare il film in culo all’Estonia! Ma E. L. Katz ha tanta voglia di fare le cose bene: attori espressivi, sceneggiatura di ferro per mantenere la trama vagamente comprensibile, ritmo serratissimo senza un attimo di tregua, taniche di sangue finto che schizza allegramente, effetti speciali raccapriccianti quanto basta. A pensarci bene, uno dei lati positivi del mutismo generale è che non possono esserci i famigerati spiegoni! Dite poco. E i metaforoni? Il nome della protagonista è bello metaforico di per sè, e a un certo punto si capisce che è un nomen omen, ma nel finale arriva un metaforone fulminante che a me ha divertito un sacco (e non posso dire niente perché non voglio spoilerare, ma merita).
Il problema di parlare di un film in cui non si parla è che a parlarne mi sembra di tradirne lo spirito; Azrael va visto e basta. Ho addirittura spento la musica per poter scrivere questa recensione. Il mutismo dei personaggi è un trucchetto del regista E. L. Katz per mostrare i muscoli del mestiere? Sì e no, nel senso che da un lato sicuramente gli ha reso le cose facili ed economiche per girare in Estonia ed ivi reclutare l’intero cast senza preoccuparsi dell’accento; dall’altro lato, provateci voi a tenere in piedi un’ora e mezza di suoni ambientali e gente che si sbrana viva senza poter urlare. Serve che almeno le attrici principali sappiano recitare gran bene soltanto col corpo, e Samara Weaving, con quegli occhioni pazzeschi, è perfetta: vulnerabile e ingenua, grintosa e versatile quando serve senza diventare una Atomica Bionda che non ci crederebbe nessuno, adorabilmente goffa quando scopre il potere del rock n’ roll – sì, dura un attimo ma è un attimo importante. In realtà sembra che tutti abbiano dato il meglio in questo film: visivamente perfetto, girato e montato con precisione e parsimonia, punteggiato da laconiche scritte giusto per dare un minimo di riferimenti narrativi. Azrael è un piccolo gioiello; ma ho già parlato troppo…
DVD-quote suggerita:
«Enjoy the silence»
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
PS: sigla alternativa (che potete vedere solo su YouTube facendogli presente che capite e desiderate procedere)
Uno dei film che metterei nella lista di quelli da ricordare del 2024. Piaciutissimo
Mi fa piacere che sia un bel film ma un pò mi dispiace che la protagonista sia Samara Weaving, io per un sacco di tempo, diciamo almeno da “The Babysitter” , credevo avrebbe fatto il botto vero prima o poi.
Mi sa che ha pagato il fatto che non sia andato benissimo “Babylon”.
In Babylon aveva un ruolo di sette minuti, non penso sia stato determinante… Più facile che abbia pagato quella merda di Snake Eyes. Ma detto questo, Azrael è figo e lei è protagonista assoluta, quindi non vedo di cosa dispiacersi…
Potremmo definirla una Margot Robbie che non ha avuto la fortuna di essere in Wolf of Wall Street a 23 anni.
Ehi rispetto per una gnagnaggine generazionale…
@Nanni: noi non abbiamo nulla di cui dispiacerci, è vero. Però penso che lei piuttosto che fare “Azrael” (con tutto il rispetto) avrebbe preferito essere la protagonista del nuovo film di (inserire franchise da millemila miliardi a scelta) in prossima uscita.
Forse, oltre a quella merda di Snake Eyes, effettivamente paga il fatto che una gnocca bionda australiana pure capace a recitare già era arrivata pochi anni prima.
O magari le piacciono gli horror e fa solo quelli
Al di là di tutto il resto possiamo dire che dopo E. L. Katz i Jimmy Bobo non hanno più senso di esistere?
E diciamolo
Eh. Grazie a el katz
Curiosissimo sin da quando ne parlò il Capo nei report del FrightFest. Samara Weaving for President!
Bella bombetta, sì.
E per una volta il metaforone, addirittura religioso, non solo non è d’intralcio, ma rende tutto più fico e paradossale.
Da Samara una coltellata possibilmente non mortale l’accetterei.
Piuttosto figo , fra i migliori usciti ultimamente assieme al blasfemo ,calciabilissimo, Crazy House :D
Ma dov’è che si può vedere questo film?
Hey, Johnny Depp! Mannaggia Cicciolina mi hai rovinato la canzone della vita..