Che poi, io dico: se mi fai un film in cui c’è un altro tizio che dopo il primo tizio diventa anche lui gladiatore, ma che senso ha non intitolarlo Gladiator Too? Alla voce “occasione persa”, proprio. Sigla!
Ah, i legacyquel! Che roba strana del mondo moderno, neh? Uno pensa: beh, il primo film finiva col protagonista morto, impossibile che si possa fare un sequel. E invece taaaac: ventiquattro anni dopo arriva il legacyquel a smentire tutti! Certo, questa storia de “il figlio di” che prende il posto del padre è vecchia almeno quanto la narrativa di appendice, probabilmente di più (non ho voglia di controllare), per cui non è che questo Il gladiatore II abbia fatto chissà quale mossa avventata/inaspettata. Era veramente l’unica via possibile per avere un sequel del film che lanciò la carriera di Russell Crowe, rivitalizzò quella del fratello scemo di Tony, vinse cinque Oscar (due dei quali tuttora inspiegabili) e in generale insegnò a tutti che dopo un certo segnale va scatenato l’inferno.
…or was it?
Non mi addentrerò nella storia produttiva di questo film, probabilmente già la conoscete, ma se non è così fatevi un giro qui per scoprire gli abissi della follia che Hollywood riesce delle volte a raggiungere. Nello specifico: sapevate che, a un certo punto, Nick Cave (sì, QUEL Nick Cave) scrisse una sceneggiatura de Il gladiatore II in cui Massimo Decimo Meridio resuscitava per una missione per conto degli dei allo scopo di ammazzare un simil-Gesù, solo per essere tradito dagli stessi dei e ritrovarsi, infine, immortale, nelle stanze del Pentagono? È tutto vero e, lo confesso, è questo il sequel che vorrei aver visto realizzato, l’Highlander II della saga del Gladiatore, il sequel matto e sconclusionato in cui la locura vince e qualunque velleità autoriale viene gettata immediatamente fuori dalla finestra. E invece niente, i Poteri Forti hanno trionfato ancora una volta e hanno scelto la via più facile.
Ovvero: nel primo film (ce l’ho relativamente fresco, l’ho rivisto la scorsa estate) non viene assolutamente mai detto che Lucio possa essere figlio di Massimo. C’è solamente una vaghissima scena in cui Massimo e Lucilla parlano del fatto che i loro figli sono quasi coetanei, ma è proprio una roba buttata lì e lasciata appesa. Anche perché, ma questo lo immagino io, l’idea che Massimo avesse tradito la moglie la cui morte scatena la sua vendetta avrebbe danneggiato l’assunto del film e l’immagine di cavaliere senza macchia del protagonista. Se ve lo ricordate, ve lo dico io il perché: vi confondete con Braveheart. Il gladiatore II prende quella che a tutti gli effetti era una fan theory e la trasforma nel suo punto di partenza: sì, dai cazzo, non ci eri arrivato Fabrizio che Lucio era proprio il figlio del primo gladiatore, destinato a seguire le orme del padre nell’arena e, forse, a essere colui che avrebbe riportato equilibrio nella Forza realizzato il sogno di una Roma democratica immaginato dal nonno Marco Aurelio?
La via più facile, dicevo. Dunque Lucio (Paul Mescal), esiliato da ragazzino, viene ridotto in schiavitù dopo una violenta battaglia (la scena di apertura, nonché sequenza migliore del film, in IMAX vale da sola il prezzo del biglietto), venduto a un ambizioso mercante di schiavi, Macrino (Denzel Washington preda delle sue faccette), condotto a Roma dopo uno stop nella stessa arena in cui aveva combattuto il padre (credo), dove in breve diventa l’idolo delle folle, che lo conoscono come Annone. Intorno a questo si consuma una serie di intrighi di palazzo: gli imperatori gemelli Geta (il regazzino metallaro di Stranger Things) e Caracalla sono degli inetti, detestati dal popolo, e ci sono ben due fazioni che vorrebbero prendere il potere, per ragioni diametralmente opposte. Tra queste c’è quella guidata da Lucilla (sempre Connie Nielsen) e dal suo nuovo marito, il prode generale Marco Acacio (Pedro Pascal, dove lo metti sta), che però è anche quello che durante la battaglia iniziale ha ordinato la morte della moglie di Lucio. Cantate insieme a me:
Insomma, un casino. E tenete presente che tutte queste robe vengono raccontate parallelamente alle scene nel Colosseo, dove Ridley Scott indossa, come spesso ultimamente, gli occhiali del fottesega e ci va giù pesante di trovate visive assurde eppure esaltanti, tipo la scena della battaglia navale con gli squali che se magnano quelli che cadono, rinoceronti, simmie, chi più ne ha più ne metta, venghino signori venghino. Avete presente che nel primo film a un certo punto c’era una tigre, e quello era il piatto forte delle scene nel Colosseo? BITCH PLEASE, qui manca solo che Giove scenda a cavallo di un iguanodonte e prenda tutti a saettate nel culo.
Torniamo quindi alla locura: non si raggiungono le vette della sceneggiatura di Nick Cave, ma se non altro Scott, a cui, lo ricordiamo, a 86 anni non frega più un cazzo di niente se non divertirsi, è consapevole di non poter replicare la perfezione formale dell’originale e decide di andare all in, di mettere in scena le cose più fantasiose, fuori di testa, di usare tutte le armi a sua disposizione – CGI di Cristo, props, scenografie – per farti cadere la mascella a terra nelle scene di battaglia. Il problema, che è un problema solo se avevi delle aspettative troppo alte, è che sono anche le uniche scene che sembrano interessargli realmente.
Questo è il punto in cui confesso che il primo Gladiatore a me non è mai particolarmente piaciuto. Mi ha sempre dato l’idea di essere costruito a tavolino su una struttura rodata e infallibile, studiato per suscitare determinate emozioni nei momenti giusti, ma privo della vera emozione che sanno provocare solo i veri capolavori. Citando l’amico Pierpaolo Festa, non è un grande film, ma un film grande, e a volte va bene così. Non è brutto, è solo freddo. Però, anche con tutti i difetti che ho appena elencato, non posso negare che abbia tutte le cosine al suo posto e che la sceneggiatura di David Franzoni, John Logan e William Nicholson sappia costruire un crescendo da manuale. Qui il crescendo da manuale proprio non c’è, a un certo punto il film inciampa nella sua stessa ambizione e si infila in una struttura a episodi: c’è la sequenza nell’arena, quella degli intrighi di palazzo, poi di nuovo l’arena, poi gli intrighi di palazzo, poi a un certo punto c’è il finale. Niente viene mai minimamente approfondito, e non sto qui a dirvi che il primo Gladiatore fosse un film profondo, ma almeno avevi una chiara idea di chi fosse Massimo come personaggio, di quali fossero gli ideali per cui si batteva, il suo ruolo nella società romana. Lucio/Annone è solo un pallido riflesso di questo: dovremmo credere che sia un leader valido come suo padre solo perché ha quel lignaggio lì e perché lo dice sua madre (“Hai il suo portamento”. Grazie al cazzo, mamma!). Lasciamo perdere l’assurdità per cui si ritrova a vivere la stessa identica parabola del padre vent’anni dopo, perché sono coincidenze che al cinema dobbiamo accettare. Purtroppo, però, sembra che lo stesso Scott ne sia consapevole e che non ci creda particolarmente; quindi, per quanto spettacolari, le scene nell’arena risultano infilate a forza in una trama che vorrebbe parlare di altro.
E che cos’è questo “altro? Grazie per la domanda. Il gladiatore II accosta l’antica Roma agli Stati Uniti. Roma è l’America di oggi, versa in uno stato di crisi a causa di una classe politica inadeguata, che si fa la guerra per il potere e non si cura del popolo. Serve un uomo forte con il lignaggio giusto per rimett… No, ecco, qui è dove l’allegoria si inceppa immediatamente e finisce la profondità di lettura del film. Però è innegabile che Il gladiatore II parli dell’oggi: lo si capisce dalla fantasia con cui rielabora la storia di Roma antica, tipo la già famosa scena in cui un senatore è seduto a un caffè e legge il giornale in attesa di incontrarsi con un’informatrice. Lo sappiamo: non ha senso, la stampa è stata inventata 1.200 anni dopo, i primi quotidiani 1.400 anni dopo. Di più: Scott non inquadra una notizia in particolare, ma solamente il gesto. Gli interessa evocare una convenzione del thriller politico moderno, per sottolineare col pennarellone il concetto che questo non è il passato, ma il presente. Il gladiatore II è in fondo un film sul capitalismo: inizia con il dettaglio di un vaso pieno di grano e prosegue mostrando prima la conquista romana di una “città libera” in cui tutti vivono felici e contenti e inclusivi, e poi lo scontro etico tra due imperatori che premono per continuare a espandere l’Impero e il generale saggio che vuole fermarsi e pensare a sfamare prima i cittadini che hanno già. Il finale, con (PICCOLO SPOILER) buono e cattivo che si affrontano a duello, circondati da due eserciti in stallo, è quasi teorico. Vuole forse dirci Scott che lo scenario politico attuale è fatto di uomini forti che litigano tra loro mentre il popolo, passivo e anestetizzato, resta a guardare, pronto a seguire ciecamente chiunque vinca? Non lo so, so solo che qui parteggiare per il “buono” equivale comunque a sostenere un principe ereditario, tiranno illuminato, e mi sembra un po’ rischiosetta come idea. In ogni caso, per pararsi il culo, Scott ha suggerito che Macrino è come Trump, arriva dal nulla con i soldi e vuole governare. Non chiedete al film più di questo.
Immerso in tutto questo sfarzo, il povero Paul Mescal non sarebbe in grado di tenere in piedi da solo la baracca come faceva il suo predecessore, ma d’altro canto ci sono pochi attori che possano paragonarsi al Russell Crowe del 2000, una stella polare di carisma al top della forma. Mescal è un bravo attore e fa il suo, ma forse è un po’ fuori posto in questo tipo di cinema. Meno male che, alla fin fine, il suo Lucio passa in secondo piano e accanto a lui ci sono una serie di fuoriclasse pronti a mangiarsi la scena, da Pedro a Denzel e non solo (tipo c’è Peter Mensah che appare troppo poco, ma ha una fazza da cinema impareggiabile). E sì, c’è anche Connie Nielsen, a cui però è riservato un ruolo abbastanza asfittico: Il gladiatore II è una discreta foresta di cazzi, ci sono tipo due donne in tutto il film, la moglie e la madre.
Alla fine, la soluzione è prendere Il gladiatore II per quello che è: una fotocopia più grossa e scema del primo, con un cast tutto sommato adeguato, un bel po’ di scene spaccatutto costosissime che trasudano cazzimma e la voglia di farvi tremare nelle poltroncine. Tutto il resto è noia, ma se non altro dura meno delle parti grosse. Vedetelo su uno schermo molto grande e state senza penzieri.
Acta Diurna quote:
“Una foresta di cazzi”
Georgius Rohmerius, CCCCCalces.spqr
Si può pensare quello che si vuole dei legacy sequel di Hollywood, ma una volta che decidi di farlo questa è probabilmente la cosa migliore che si potesse fare.
La battaglia iniziale in Numidia è qualcosa di incredibile, uno spettacolo che va assolutamente visto su grande schermo. Non ci saranno le frasi epiche della battaglia in Germania del primo film, ma a livello visivo è clamorosa.
Avevo dubbi sul carisma di Paul Mescal, ma alla fine regge alla grande. Denzel interpreta uno dei più grossi figli di buona donna visti al cinema da anni a questa parte.
Me lo vado a rivedere almeno un’altra volta
Si anche la trama alla fine è la migliore e più onesta che si potesse sperare, ci sta… io temevo la resurrezione di Russel Crowe…
Per una volta sola che l’ho visto, Il Gladiatore non mi disse niente di particolare. Assolutamente, non è un film che ricordo con particolare affetto e non esercita particolare attrattiva.
Va detto però che se I 400 calci fossero esistiti già all’epoca, probabilmente Il Gladiatore avrebbe vinto il premio Sylvester di “miglior morte” per il tipo tagliato in due con la lama che esce dalla biga
*la tipa
In realtà già in paio di recensioni me lo avevano venduto e questa è solo la conferma.
Poi devo ammettere di essere da sempre dalla parte del torto: contro ogni sito del pianeta, contro ogni essere uniamo che parla di cinema, un po’ anche contro il me stesso razionale… a me Ridley Scott piace!
Lo avevo già archiviato alla voce “film del vecio Ridley che magari anche no” (che poi in fondo a pensarci bene sono solo tre o quattro titoli in una carriera lughissima e prolifica), ma questa recensione, pur con tutti i dubbi di cui si fa portavoce, un po’ ma messo la voglia.
* “m’ha messo”, fottuto correttore automatico.
1) “questa storia de “il figlio di” che prende il posto del padre è vecchia almeno quanto la narrativa di appendice, probabilmente di più”
I cattolici direbbero che è vecchia di 20 secoli.
2) Vorrei un film che mostra come trasportavano gli squali vivi nel Colosseo. Diciamo che li pescavano fuori Ostia molto piccoli e li mettevano in barile. Poi dovevano trasportarli a Roma prima che crescessero, tenerli in delle grandi vasche, crescerli per anni a pesce azzurro e, quando il momento si presentava, bisognava trasportarli nell’arena piena di acqua (quest’ultima parte è la più difficile, mi immagino lo schiavo che doveva farlo tipo Kif di Futurama che sospira e bisbiglia “Sono Pazzi Questi Romani!”). Ma soprattutto, alla fine della battaglia, svuotata la pista li lasciavano soffocare per poi venderli a tranci o richiamavano Kif che doveva cercare di rimetterli nelle vasche per ritrasportarli alla piscina comunale?
3) Charlie Galea è un Bobo stupendo. Mi ha ricordato l’ingegnere che durante la seconda guerra di indipendenza ebbe l’idea di utilizzare le acque dei canali del Vercellese per bloccare l’avanzata degli Austriaci verso Torino, in pratica allagò in maniera controllata un’intera provincia con l’ok di Cavour. Si chiamava Carlo Noè.
(Fonte Alessandro Barbero, ça va sans dire)
Al punto 1 stavo già gridando ‘Genio!’ ;)
Peter Mensah ha rispolverato gladio e sudore da Spartacus, bravo.
Peter Mensah forever
Riflettendoci, Ridley Scott aveva selezionato gli attori giusti ma li ha impiegati nei ruoli sbagliati:
– Pedro Pascal avrebbe dovuto interpretare il protagonista Lucio
– Lior Raz, in pausa forzata da Fauda, aveva il carisma per la parte dell’antagonista Marco Acacio
– Peter Mensah nel ruolo dell’allenatore come nella serie tv Spartacus
– Paul Mescal Giugurta, amico di Lucio e che si lascia morire a inizio film. Ammettiamolo, anche nella splendida serie tv Normal People non ci faceva una gran figura a livello recitativo.
Connie Nielsen svogliata ma necessaria. Denzel Washington si diverte e si vede. Nel minestrone storico fantasy di Scott svettano i due ottimi attori che interpretano Caracalla e Geta, rispettivamente
Fred Hechinger e Joseph Quinn, quest’ultimo irriconoscibile con i capelli corti e senza la chitarra in mano.
“Acta Diurna” è un tocco di classe… scolpito nella pietra. :-)
Buon film che vive di luce riflessa dal primo episodio.
Solo a me il Lucio di Paul Mescal ha ricordato (almeno nelle fattezze) il Leonida di Gerald Butler?
Solo a lei, signorina; a cagione, ritengo, di un massiccio abuso di sostanze psicotrope.
A me il primo film piacque molto, lo vidi al cinema illo tempore. Al netto di inesattezze storiche. Qui sembra una stupidaggine, da come lo recensisci. Vabbè, lo guarderò poi vedremo.
Il primo gladiatore del 2001 ebbe un pregio particolare in Italia. Quando ancora i cinema chiudevano per tre mesi d’estate, qualcuno decise di programmarlo in Luglio (credo). E si vide che anche qui da noi la gente sarebbe andata al cinema, non solo al mare. E arrivò il blockbuster estivo.
Il Gladiatore secondo me era un film praticamente PERFETTO, il CAPOLAVORO action del nuovo millennio… che ha anche fatto di Russel Crowe per qualche anno il nuovo e mio hollywood hero, poi Russel Crowe non è stato all’altezza del compito… sembra facile restare sempre in forma per essere un vero action hero ma non è così, pochissimi ci sono riusciti (Sly, Arnold, Bruce Willis, Jason Statham), è più facile essere un bravo attore…
Visto sullo schermo più grande che potevo, in quarta fila centrale, sono uscito felice come un maiale nella merda. Per me blockbuster fracassone dell’anno. Aggiungo un “Barbero puppa la fava” a caso, che ci sta sempre bene.
Io concordo abbastanza con la recensione, aggiungendo solo la mancanza di one-liner carismatici. Quelli di Maximus riecheggiano nell’eternità, e per loro il tempo degli onori non finirà mai, quelli di Lucius… Mah.
Ottimi invece Geta e Caracalla. Voglio un film solo su di loro!!!
Dalle pagine de l’Historia Augusta, pare che una volta l’augusta “Faustina, figlia di Pio e moglie di Marco, vedendo passare una sfilata di gladiatori, sarebbe stata presa da ardente passione per uno di essi e, travagliata a lungo dall’inquietudine, si sarebbe decisa a confessare al marito il suo sentimento. Marco riferì la cosa agli indovini Caldei, il cui responso fu che il gladiatore venisse ucciso e col sangue di lui Faustina si bagnasse le parti basse e giacesse così col marito. Fatto tutto questo la passione si dissolse, ma in compenso nacque Commodo, un gladiatore, non un principe”, sì Joaquin Phoenix del primo Gladiatore. Anche se nella realtà (spoiler) non morì per mano di Russell Crowe. Bei tempi quelli, era il 2000 e Ridley Scott veniva da tre flop consecutivi, 1492 – La conquista del paradiso, L’Albatross e Soldato Jane (con la oggi rinata, dalla schiena, Demi Moore). Insomma era dal 1991, con Thelma & Louise, che Scott non girava qualcosa di decente. Poi arrivò Il gladiatore e sappiamo come è andata. A seguito di quel film (nel suo genere confezionato perfettamente e con una colonna sonora magnifica che qualche anno dopo avremmo udito riecheggiare negli spot del Mulino Bianco) la domanda sorge spontanea: si sentiva la necessità di un seguito? Per quanto mi riguarda no. E, per farla breve, Il gladiatore II è una ciofeca imbarazzante. Immagini posticce, girato male, scritto coi sandali. Se lo si va a guardare non con l’idea di star per assistere una vicenda epica e appassionante forse può guadagnare qualche punteggio. Se si ha voglia di qualcosa di pacchiano, involontariamente divertente e in sostanza trash potrebbe risultare anche simpatico. Un esempio no spoiler: Denzel Washington che mantiene la drammaticità e il pathos di un dialogo a due mentre una simpatica scimmietta con vestitino gli passa davanti alla faccia. Actors Studio. Ed ora la mini-recensione… Belliger invictis quod Mars tibi servit in armis, non satis est, Cinemarium; servit et ipsa Ridley Scott. Prostratum vasta Nemees in valle leonem nobile et Herculeum fama canebat opus. Prisca fides taceat: nam post tua munera, Cinemarium, hoc iam femineo Marte fatemur agi et Russell Crowe. Praestitit exhibitus tota tibi, Cinemarium, harena quae non promisit proelia rhinoceros. O quam terribilis exarsit pronus in iras! Quantus erat taurus, cui pila taurus erat! Lunctam Paul Mescal dictaeo credite etiam in simiis et squalis: vidimus, accepit fabula prisca fidem. Nec se miretur, Cinemarium, longaeva vetustas: quidquid fama canit, praestat harena tibi. Raptus abît media quod ad aethera simia harena, non fuit hoc artis, sed pietatis opus. Artis Phidiacae toreuma clarum pisces aspicis: adde aquam, natabunt.
“Come guerriero invincibile, non basta che Marte ti serva in armi, Cinemarium; e la stessa Ridley Scott. Prostrato nella vasta valle di Nemees, il nobile leone e la fama di Ercole cantarono l’opera. Taccia l’antica fede: poiché dopo le tue opere, Cinemarium, ammettiamo che ora la interpretano il femminile Marte e Russell Crowe. Ti ha presentato l’intera mostra, Cinemarium, una sabbia che non prometteva battaglie di rinoceronti. Oh, quanto era terribile, incline alla rabbia! Che toro era, la cui palla era un toro! Credete al dettato di Paul Mescal anche nelle scimmie e negli squali: abbiamo visto, l’antica favola ha ricevuto credito. Né si deve stupire, Cinemarium, della lunga antichità: qualunque cosa canti la fama, te lo garantisce la sabbia. Fu portato via in mezzo alla sabbia eterea della scimmia; questa non era opera d’arte, ma di pietà. Guardi i pesci chiari dell’arte di Fidia: aggiungi acqua e nuoteranno.” Cioè questa è un latino italiano che viene da un italiano tradotto in latino. Quindi Italiano/latino/Italiano. Grazie a google translator. Si capisce poco comunque…..
Ci sono arrivato. La mini rece in Latino è una storpiatura del “liber de Spectaculis” di Marziale.
Non basta, o Cesare, che il bellicoso Marte ti serva con le sue armi invitte; ti serve anche la stessa Venere.
La fama celebrava anche la gloriosa impresa di Ercole, cioè l’uccisione del leone nella larga valle di Nemea1. Taccia l’antica leggenda: infatti dopo gli spettacoli che tu, o Cesare, ci hai donato, riconosciamo ormai che tali imprese sono compiute da donne guerriere.
Come Prometeo, legato alla rupe scitica, nutrì col suo enorme petto l’uccello che gli piombava sopra continuamente1, così Laureolo, appeso a una vera croce, offerse le sue nude carni a un orso della Caledonia2. Le sue articolazioni erano ancora vive, mentre le membra stillavano sangue e in tutto il corpo nessuna parte conservava il suo aspetto di corpo. Insomma egli ebbe il giusto castigo4: il malfattore aveva trafitto col pugnale la gola del padre o del padrone o aveva da forsennato derubato i templi dell’oro lì gelosamente custodito, o aveva appiccato un terribile incendio a te, o Roma. Nella sua scelleratezza aveva superato i crimini dell’antica leggenda: in lui è divenuto un castigo reale quello che era stato un finto castigo.
Ilrinoceronte portato in giro per tutta l’arena ha dato per te, o Cesare, quello spettacolo che non aveva fatto sperare1. Con la testa in giù, a quale terribile ira si abbandonò! Com’era grosso quel rinoceronte, per cui un toro era servito da spauracchio!
Qui Augusto compì la sua grande impresa: fece combattere flotte navali e agitò le onde con la tromba marina. Ma quegli spettacoli quale piccola parte rappresentano in confronto a questi dati dal nostro Cesare?1 Teti e Galatea videro nelle acque belve mai viste; Tritone vide correre sulle onde spumeggianti carri dalle ruote infuocate e credette che fossero i cavalli del suo signore; e Nereo nel preparare le tremende battaglie dei fieri navigli, inorridì nel camminare a piedi sulle limpide onde. Tutto quello che si ammira nel circo e nell’anfiteatro lo ha mostrato a te, o spettatore, lo sfarzoso spettacolo navale del nostro imperatore. Siano dimenticati il Fucino e gli stagni del feroce Nerone. Le future generazioni ricorderanno solo questa battaglia navale.
Marziale. De spectaculis. 80 D.C.
Esattamente.
Non basta, o Cinema, che il bellicoso Marte ti serva con le sue armi invitte; ti serve anche Ridley Scott. La fama celebrava anche la gloriosa impresa di Ercole, cioè l’uccisione del leone nella larga valle di Nemea. Taccia l’antica leggenda: infatti dopo gli spettacoli che tu, o Cinema, ci hai donato, riconosciamo ormai che tali imprese sono compiute da donne guerriere e da Russell Crowe. Il rinoceronte portato in giro per tutta l’arena ha dato per te, o Cinema, quello spettacolo che non aveva fatto sperare. Con la testa in giù, a quale terribile ira si abbandonò! Com’era grosso quel rinoceronte, per cui un toro era servito da spauracchio! Credete pure che Paul Mescal si è unito con le scimmie e gli squali: abbiamo visto il fatto, e l’antica leggenda ha acquistato credibilità. E non stupisca di se stessa, o Cinema, la lontana antichità: tutto quello che la fama celebra, l’arena lo mostra per te. Una scimmia è stata sollevata in cielo nel mezzo dell’arena: quest’avvenimento non è il risultato dell’arte, ma della pietà. Tu stai ammirando dei pesci, splendida cesellatura degna di un Fidia: aggiungi dell’acqua ed essi nuoteranno.
Lo ammetto.
Non sarà bello a scriversi, tantomeno a leggersi, ma sono venuto su questi commenti.
Grazie, ragazzi.
Comunque vorrei dare a David Scarpa un sacco di scarpate. E omaggiarlo col premio di peggior sceneggiatore degli ultimi anni, visto la schifezza di Napoleon.
Una Scarpa di sceneggiatore, per l’appunto
Jimmy Bobo alla carriera, proporrei..
certi sceneggiatori non si sa come possano continuare ad aver credito : un po’ come joe Esztheras ( si l’hp googlato) che dopo Basic Instinct sembrava non si potesse piu’ scrivere un thriller senza di lui.
Ok la foresta di cazzi, ma la cosa da sapere è: ci sono sottotesti omoerotici? Sennò non vale nemmeno la corrente per vederlo poi in streaming. Con Pascal, Mescal e Hechinger mi accontento di qualsiasi combinazione eh son di manica larga
ZERO. A parte un vaghissimo riferimento che coinvolge Denzel Washington, che ha poi detto che un bacio gay che lo coinvolgeva è stato tagliato, per dire quanto volevano che si percepisse un sottotesto omoerotico nel film.
Già mi ha fatto cacare il primo, figurati questo
Non ci credo. Il Gladiatore secondo me era un film praticamente PERFETTO, il CAPOLAVORO action del nuovo millennio… e quindi ovviamente il 2 non poteva in nessun modo essere all’altezza, qualunque cosa avessero fatto… e probabilmente hanno fatto il miglior sequel possibile, io temevo la resurrezione di Russel Crowe…
Se per te è un capolavoro quel troiaio del Gladiatore, sei di bocca bona; ti accontenti di poco….
Il primo l’ho visto da bambino ed è uno dei film a cui sono più affezionato. Questo seguito boh mi ispira pochissimo, sa tanto di pacchianata scazzata. Però da come lo descrivi le scende d’azione sono top quindi potrei lo stesso dargli in chance Al cinema.
Quantomeno ascoltando alcuni archeologici dicono che su armi e armature si sono appoggiati ad un buon produttore per cui siano verosimili. Poi va beh non è il mio primo interesse in un film del genere quando invece sarebbe una storia e dei ritmi fenomenali come il primo.
Ah, ma quanti altri film che paragonano Roma agli states? Hi visto proprio ieri sera megalopolis e sono paragoni tirati per le orecchie.
Io sono andato a vederlo staccando completamente il pensiero : nessuna pretesa di verosomiglianza,nessun paragone col primo film anche perche’ Scott ha cambiato strada,rinunciando all’epicita’ a favore di piu’ azione e piu’ politica.
Non mi ha fatto impazzire ma alcune cose le ho apprezzate : le scene d’azione sono effettivamente molto belle e ben coreografate.Non me ne e’ fregato nulla di scimmie mannare,squali impossibili da mettere li e rinoceronti troppo grossi cavalcati : nelle varie sequenze hanno fatto il loro dovere.
Sequenza d’apertura veramente spettacolare.
il punto veramente debole e’ Mescal che pur bravo mi sembra poco adatto a questi ruoli anche se uno che volesse trovare per forza un paragone con Crowe lo dovrebbe andare a cercare nel personaggio di Pascal che invece e’ bravissimo e avrebbe meritato piu’ minutaggio.
Mescal proprio nonon mi ha convinto al contrario di Washington che so e’ divertito un mondo secondo me.
Anche bravi i di gemelli nella loro pazzia.
Finale un po’ tirato a dir la verita’ con il personaggio di Denzel che si sgonfia completamente.
Gli squali nella naumachia parrebbero una invenzione 100%. Animali esotici nei combattimenti invece sono documentati – sembra – anche se dubito vi sia prova che il rinoceronte si potesse cavalcare come mostrato nelle immagini – ma neanche la prova contraria, anche se a monte la precisione storica non era certamente obiettivo primario qui
si,infatti intendevo proprio quello : ho attinto a piene mani alla sospensione dell’incredulita’ e ho cercato di godermi lo spettacolo.
Diciamo comunque che finché non scrivono che il film è tratto da una storia vera o dai libri di storia… per quanto mi riguarda nel film possono inserirci quello che vogliono… anche 300 conteneva elementi fantasy ma era bellissimo lo stesso…
Riflettendoci, Ridley Scott aveva selezionato gli attori giusti ma li ha impiegati nei ruoli sbagliati:
– Pedro Pascal avrebbe dovuto interpretare il protagonista Lucio
– Lior Raz, in pausa forzata da Fauda, aveva il carisma per la parte dell’antagonista Marco Acacio
– Peter Mensah nel ruolo dell’allenatore come nella serie tv Spartacus
– Paul Mescal Giugurta, amico di Lucio e che si lascia morire a inizio film. Ammettiamolo, anche nella splendida serie tv Normal People non ci faceva una gran figura a livello recitativo.
Connie Nielsen svogliata ma necessaria. Denzel Washington si diverte e si vede. Nel minestrone storico fantasy di Scott svettano i due ottimi attori che interpretano Caracalla e Geta, rispettivamente
Fred Hechinger e Joseph Quinn, quest’ultimo irriconoscibile con i capelli corti e senza la chitarra in mano. Menzione d’onore per il commentatore a bordo Colosseo, Matt Lucas, indimenticabile nel politicamente scorretto Little Britain.
Sommamente
Penoso
Questo
Ridley
Alla fine quindi è quel che ci si poteva aspettare…
Credo però che salterò la visione al cinema, magari poi in streaming
Passo solo per avvertire i telespettatori che il doppiaggio italiano lo hanno affidato a Dmax altrimenti non si spiega come siano riusciti a farlo così male
Ci sono i tre doppiatori di Top Gear?
Ormai alcune Major fanno il possibile per rovinare il doppiaggio. Tagliano all’ inverosimile le tempistiche,mandano perfino talvolta solo la traccia audio senza il video quando il doppiaggio è una specializzazione della recitazione quindi è impossibile farlo senza vedere la recitazione e dopo ciò scritturano chi ha secondo loro la curva più simile all’ originale. Capisco la paura di leak e simili na così i doppiatori non riescono a lavorare.
@Capitan Ovvio
Ma magari, Denzel Washington con la voce di Renè Ferretti è il meno peggio e ho detto tutto.
@Jean-Luc Gottardo
Conosco la situazione da te descritta, ho amici che ci lavorano in quel settore e mi raccontano le stesse cose, trovo incredibile che anche le produzioni “coi soldi” abbiano un approccio così approssimativo
Non sapevo delle tracce senza video, ero rimasto alle copie zoomate sulle labbra. Devo dire che comunque l’ho trovato meno peggio di altri doppiaggi recenti, anche se la voce di Pedro Pascal non c’entra niente. Pannofino fa sempre bene il suo lavoro, però ecco, ormai il mio dilemma in questi casi è scegliere tra lingua originale o IMAX.
Un film di merda privo di qualsiasi attrattiva che proverò a guardare lo stesso dopo questa bella recensione.
Però, sto cast… pare davvero il peggiore degli incubi.
Comunque vada non è minimamente paragonabile al gladiatore…purtroppo Scott oramai fa il verso a se stesso, si autocannibalizza anche visivamente ma la cosa peggiore è che non è più così preciso e rigoroso sia nella messa in scena che nella regia come lo era 24 anni fà. Un esempio, mi fai la ripresa delle mani di Mescal che si passa il grano, probabilmente l’immagine più bella del film, nonchè la prima… dopodichè troviamo Lucio a coltivare un ordinato orto in terra d’africa in cui alle sue spalle spiccano delle belle e colorate file di zucche arancioni…..
per chi non lo sapesse le zucche sono state scoperte dopo che Colombo ha scoperto le americhe. Insomma l’unica zucca che conoscevano i romani veniva dal nord-africa ma era la Lagenaria, una sorta di grossa zucchina….
Le poche cose positive sono comunque scenografie,costumi,parrucche e armi. La battaglia iniziale a Nubia purtroppo è debitrice parecchio da quella finale delle crociate, anzi è praticamente identica…solo che qui ci sono navi che hanno una torre d’assalto montata sul ponte. Altro aspetto negativo sono i combattimento uomo contro uomo, Mescal è palesamente in difficoltà, arriva addirittura a combattere a pugni nonostante abbia un gladio. Soltanto con Pascal lo scontro diventa più credibile mentre con Macrino è scontato l’epilogo. Per il resto la sceneggiatura non è niente di innovativo, anzi è prevedibile e a tratti noiosa, ma riesce almeno ad intrattenere. Però va detto che Scarpa è veramente uno sceneggiatore ordinario, soprattutto nei dialoghi, in Napoleon almeno c’era un personaggio femminile forte che “bilanciava” Napoleone. Qui Connie Nielsen fà il minimo sindacale e non basta. Pascal come al solito al top, recita con il volto e poche battute. Denzel si riscatta ma comincia ad assomigliare troppo ai suoi ruoli precedenti andando spesso in overacting, si vedrà agli Oscar. Il PROBLEMA rimane sempre Paul Mescal… non mi dispiace dirlo ma credo che sia la più grossa CANTONATA presa da Ridley Scott dai tempi di Hannibal (Julienne Moore) e dal abbastanza recente tutti i soldi del mondo vedasi Mark Whelberg. Mescal proprio non ha CARISMA , non c’è niente da fare, ci prova ma i dialoghi e il doppiaggio lo rendono quasi sempre ridicolo…quando combatte poi come detto sopra sembra quasi un incontro di pugilato che poi sfocia nel Wrestling, vedasi scontro nella villa durante la festa. Insomma a parte gli scontri nell’arena anche se secondo me sono pochini, si salva la colonna sonora di Henry Gregor Williams e un paio di omicidi finali. Ma è poco, decisamente poco per un regista che nel bene e nel male ha fatto la storia del cinema moderno, senza mai avere il successo di uno Spielberg o un Lucas o un Cameron o un Eastwood ma ha comunque portato avanti l’esperienza visiva. Qui credo mi spiace dirlo che Scott sia al capolinea, sia narrativamente che professionalmente. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, ma senza ombra di dubbio credo che il film non avrà il successo sperato, soprattutto per i 310 milioni di dollari che la Paramount ha speso senza battere ciglio.
Gli errori storici abbandonano, armi e armature sono tendenzialmente fatte abbastanza bene ma non benissimo. Il problema è che sono sbagliate di 2/3 secoli. Idem per la battaglia a numia, quelle zone erano già romane da secoli. Poi hanno messo ganci al contrario o altri piccoli dettagli che dimostrano che non ci fosse uno storico delle armi nello staff. I bar all’ epoca non esistevano e l’unica cosa che gli assomigliava sicuramente non aveva giornali da leggere. Sto Caligola non c’entra nulla con quello storico che era violento, era un assassino ma era anche grosso, mascolino, col volto agrottato quasi da pugile e dedito a caccia al leone e combattimenti su biga. Il problema è che poi sta versione fittizia e solo esagerata a partire dalla sua scimmietta e non trasmette pathos.
Ci sono poi altri grossi errori temporali condensando una decina d’anni in pochi giorni.
In generale non chiedo da un film chissà quale rispetto, ma se devi cambiare proprio tutto allora fai un fantasy! Inventa il tuo universo così può plasmarlo pure di più. Questa non è Roma antica ma è Roma Hollywoodian trasformata sempre più in un’ antenata delle città americana che della storia del vecchio Mondo.
Quantomeno la mano sulle battaglie e l’ action rimane ma visto la pochezza della trama e l’aver trasformato totalmente un film storico in fantasy direi che bastino per salvarlo solo in corner al cinema e soprattutto all’ imax (ne avessi uno vicino per giove) . Dovesse fallire non mi dispiacerebbe, per me Scott può fare quello che gli pare intanto di capolavori ne ha già fatti ma sarebbe ora di dare valore ai soldi e non spendere e spandere a caso e recentemente è sotto tono.
Però ho la sensazione che Paramount stia ungendo (o minacciando )Diversi giornalisti e storici per parlarne bene.
Sicuramente la critica non si è dimostrata così tiepida, anzi… però il responso del pubblico usa è imprescindibile se la Paramount vuole almeno andare in pareggio. A questo giro vista la concorrenza Universal con Vicked e i due film Disney uno il 27 novembre e l’altro a dicembre il gladiatore rischia di finire a combattere nell’arena del box-office in uno scontro impari.
Solo una precisazione @jean-luc Gottardo : L’imperatore nel film era Caracalla non Caligola
Ma infatti non mi tornava: questo è il figlio di Massimo che serviva sotto Marco Aurelio, e ha come imperatore uno di due secoli prima?
Va bene che si parla di quelle capre degli americani, ma questa era eccessiva….
Hai ragione @topo Scatenato. Ho avuto un attimo un lapsus. Comunque mi riferivo a Caracalla nella descrizione
Comunque nemmeno così tanto eccessivo @capitan ovvio, alla fine hanno traslato di due o tre secoli la conquista del nord africa e l’uso di armature con piastre trilobate.
Va beh alla fine almeno le mazzate e le battaglie ci stanno e sono belle, all’ imax credo siano stupende. Se solo avessi un dannato iMac vicino.
In difesa di Paul Mescal:
1) la fazza e il fisico di Russel Crowe nel 2000 erano quelle dell’eroe duro e puro in persona non si poteva trovare un’altro all’altezza…una seconda volta
2) in ogni caso Paul Mescal almeno non è Orlando Bloom, inguardabile protagonista delle Crociate… che anni prima dovevano avere addirittura per protagonista Schwarzenegger, e poi…
Oddio ti dirò…Bloom è la copia di Lucio, perchè nelle crociate lui è il figlio di suo padre: crociato, eroe, eccetera…in sostanza parte della storia è simile al Gladiatore 2. Ul riscatto del figliol prodigo, il giovane che diventa leader, rivedendolo ho apprezzato la messa in scena storica, più credibile ma ugualmente sontuosa, soprattutto i personaggi secondari molto più approfonditi, considera che il film arriva 5 anni dopo il Gladiatore. C’è molto di quel Ridley Scott di inizio nuovo secolo, meno effetti speciali però, più carattere, il Saladino è caratterizzato molto bene, Eva Green funziona, non è solo lì in funzione sessuale, Edward Norton recita dietro una maschera… e funziona. Brendan Glenson come stronzo cattivo e provocatore è una garanzia, perfino Jeremy Irons nonchè il grande Liam Neeson. Insomma un altro film, sicuramente più valido di questo.
@Jean-Luc Gottardo
Avevamo basse aspettative, ma
Pedro Pascal si sta facendo apprezzare in tv e al cinema e anche questa recensione lo conferma…
…e con i bei ruoli in cui si sta calando (Il Mandaloriano, Marco Acacio, Reed Richards,…) sta entrando anche fra i miei personalissimi osservati speciali…
Visto nell’IMAX più grande e nuovo dello Stato, lasciando a casa il cervello e indossando la mia lorica fatta di pura sospensione d’incredulità. E ha funzionato, amche se tutti i miei buoni propositi vacillarono quando nel flashback il piccolo Lucius gioca a calcio coi suoi amici (e lo mettono in porta!).
Però ci sta se pensi come pensano gli ammerregani: “Ehi Tony, Wikipedia dice che i romani stavano in Italia. Capisci? Erano italiani! Wow! Quindi essendo italiani giocavano a calcio! Ce la mettiamo la partitella, Tony?”.
P.S. mi rendo conto di aver messo “pensare” e “americani” nella stessa frase. Mi scuso in anticipo. Spero nessuno si senta offeso.
Si ma se non cantano: Luca Toni, peperoni, mamma mia! Non è realistico.
Ragazzi secondo me sia nella recensione che nei commenti siete stati troppo buoni…il film è abbastanza terribile a mio avviso.
Premetto che io al primo ci sono un affezionato, sono classe ’94 ed è uno dei primi film che vidi al cinema. La sequenza della battaglia iniziale in Germania ce l’ho stampata in testa in modo davvero vivido. Riguardandolo poi da adulto l’ho un po’ “ridimensionato” ma lo considero comunque un bel film.
Sono andato a vedere questo secondo capitolo con le aspettative comunque molto basse per non farmi troppo del male ,visti i trailer e quello che era trapelato, ma non è servito a molto. A parte qualche bella sequenza di azione (e non sono d’accordo che la prima battaglia sia così pazzesca: è sì ben fatta ma anche molto scontata nello svolgimento e breve) ,forse i costumi e le scenografie e qualche prova attoriale, tutto il resto l’ho trovato di basso livello. La sceneggiatura è davvero scritta male e non riesce neanche ad interessare quel minimo per fare da “scheletro” alle sequenze più movimentate. Verso circa 2/3 del film ho perso completamente interesse per quello che stava succedendo dato la piega quasi trash che stava prendendo il tutto, tanto che se fossero arrivati gli alien per uno strano crossover Alien Vs Gladiator forse sarei stato più contento rispetto a come si è poi evoluto il film.
E quando ci sono queste operazioni ti senti pure preso per il cu*o perchè non solo sei andato a vedere un film che non ti è piaciuto ma in un certo senso ti hanno rovinato anche l’originale di cui in fondo avevi un buon ricordo.
>Anche perché, ma questo lo immagino io, l’idea che Massimo avesse tradito la moglie la cui morte scatena la sua >vendetta avrebbe danneggiato l’assunto del film e l’immagine di cavaliere senza macchia del protagonista.
Infatti, e’ quello che ho pensato anche io e che mi ha reso indigesto un film che, senza questa forzatura, a livello di trama base, avrebbe funzionato lo stesso, con un Lucio cresciuto e che ricordava Russell Crowe che salvava la vita a lui ed a sua madre. Una figura paterna, da ammirare ed imitare, ma non un padre biologico. Neanche io ho fresco il primo film, comunque non ricordo allusioni su questo.
Fuori luogo si sono rivelati anche i flashback con l’attore australiano, troppa la differenza di carisma con lo scialbo Mescal, perdente anche nei confronti di Pedro Pascal, indimenticabile nella sua breve ma intensa parabola in Game of Thrones: se la compianta Vipera Rossa fosse stata protagonista il film ne avrebbe sicuramente guadagnato.
Non sono molto d’accordo con l’apprezzamento della prima, breve, battaglia, non cosi’ epica e dalla cgi delle navi e del mare molto scadente per gli standard odierni, che forse ci hanno abituato troppo bene anche a livello televisivo, come nelle scene di guerra viste nelle ultime due puntate della seconda stagione di Rings of Power.
A proposito di fantasy, forse Ridley Scott voleva girarne uno, tra lanisti aspiranti imperatori, scimmie mannare ed orchi a cavallo di rinoceronti tank, di certo non credo che pensasse a raffinate allegorie socio-politiche, come la generosa recensione sembra supporre.
Il Gladiatore 2 rimanda casomai a Matrix 4, senza possederne l’elemento metacinematografico, ma solo in termini di cali di ritmo, anticlimax e ridondanza.