Guardavo Hellboy: The Crooked Man senza saperne nulla a parte il fatto che è un nuovo tentativo di resuscitare il personaggio dopo quello non andato benissimo (finanziariamente, dico) che ha coinvolto David Harbour e mi dicevo: “Dai, che pecionata, si vede che è una storia scritta per essere un generico folk horror un po’ tamarro sulla quale qualcuno ha appiccicato a forza il nome di Hellboy sostituendolo con Word al nome del detective fico ma problematico che era stato pensato originariamente come protagonista”. Avete presente, no? Quei progetti alla Cloverfield Lane.
Ovviamente invece no, il che dimostra inequivocabilmente che sono un coglione, ma anche che bastava guardare Wiki senza per forza conoscere la storia editoriale di Hellboy per scoprire che The Crooked Man è scritto anche da Mike Mignola e tratto da una storia pubblicata tra l’altro in questa raccolta. Nel senso, è un film su Hellboy pensato per Hellboy e concepito dal suo creatore, non una storia generica che… o forse sì? Cioè: le due cose non si escludono a vicenda.
Hellboy: The Crooked Man è una storia folk horror estremamente generica, e immagino che lo fosse anche quando arrivò su carta. Non ha particolari idee o guizzi e si regge tutta sul contrasto tra location, atmosfere e situazioni e il fatto che a subirle sia un cristone di due metri tutto rosso, con le corna segate e un pugno gigante. Non è un giudizio di valore, è una constatazione: non conosco Hellboy e non posso giudicare, ma l’idea che mi sono fatto guardando The Crooked Man è che sia tratto da una storia che è una delle tante storie di Hellboy, una di quelle avventure che servono a definire il personaggio e il contesto più che a fare qualcosa di speciale. Mi sbaglio? Spiegatemi perché, insultandomi nei commenti.
Resta che, al di là della sua origine su carta, Hellboy: The Crooked Man dovrebbe essere, in quanto oggetto cinematografico, un nuovo reboot, un nuovo punto di partenza per altre due, tre, mille avventure pazze interpretate da quel pozzo di mediocrità che corrisponde al nome di Jack Kesy. Dovrebbe prescindere da quanto successo all’Hellboy cinematografico fino a ora, farci dimenticare di Ron Perlman e anche di David Harbour appunto; essere un nuovo inizio. E il fatto è: se l’idea è quella di puntare sulla simpatia con un film arruffone e slabbrato ma pieno di cuore e amore (ma non sole), il risultato è anche raggiunto. Mi chiedo solo quanto forte sia il potere della simpatia a fronte di un prodotto che non ha neanche visto la sala e che per certi versi sembra fatto apposta per essere sfottuto. SIGLA!
Hellboy: The Crooked Man è di Brian Taylor, il nostro amico del cuore che insieme al sodale Mark Neveldine ci ha regalato alcuni dei momenti di cinema più alti di questo millennio. Guardandolo non si direbbe, al netto del fatto che è Rated R e quindi, qui e là, non spessissimo a dire la verità, ci sia un po’ di sana e gustosa ultraviolenza, per quanto mascherata dal buio che regna costante su tutta questa faccenda di streghe e badili benedetti.
Come dicevo, però, atmosfera, situazioni, location soprattutto, sono azzeccatissime. Uno dei problemi del folk horror statunitense è che o pesca/rubacchia da tradizioni native, oppure non ha semplicemente avuto abbastanza tempo per svilupparne di proprie che abbiano delle radici solide. È un problema che si acuisce più ci si sposta verso ovest, ed è il motivo per cui se pensi al gotico americano ti viene in mente il Massachusetts, non la California. Gli Appalachi, la splendida cornice dov’è ambientata la storia di The Crooked Man, furono la prima grossa catena montuosa a venire conquistata dai coloni (i primi furono gli spagnoli), e ancora oggi sono rimasti mediamente più “selvaggi” o “tradizionali” o scegliete altri aggettivi del genere per descrivere un posto che non ha problemi a proporre storie, tradizioni e leggende locali all’altezza dei modelli europei.
Per cui: Hellboy, la sua collega Bobbie Jo e il terzo della squadra, Carne Da Macello, stanno trasportando via treno un prezioso e pericolosissimo carico. Detto carico sbrocca ed esce dalla scatola sotto forma di ragno gigante assassino che ammazza uno del trio, immaginate voi chi, e fa deragliare il treno. Hellboy e Bobbie Jo si ritrovano sperduti tra i boschi degli Appalachi, dove verranno in contatto con la per nulla inquietante popolazione di un villaggetto lì vicino. Tra questi si segnala soprattutto il Ringhio della foto qui sopra, casualmente tornato in città, dopo un’assenza durata anni, proprio lo stesso giorno dell’arrivo dei nostri protagonisti.
Tom Ferrell, questo il suo nome, è… un cacciatore di streghe? Non proprio, ma il suo torbido passato è legato alle streghe che abitano in zona, e soprattutto a un patto con il Crooked Man del titolo, un tizio parasatanico che ti fa le cose brutte se non stai al suo gioco. La sua rappresentante in terra è la strega ninfomane Effie, regina delle faccette infere. Come in un western d’altri tempi, Hellboy e la sua spalla femminile (perché Bobbie Jo non è nulla di più, sicuramente non un vero personaggio) arrivano quindi in una città sperduta interpretando il ruolo degli sconosciuti senza nome, che però invece di risolvere qualche scazzo tra gang devono ammazzare le streghe e il loro superiore.
È tutto OK, eh? Tutto terribilmente generico, ma appunto Hellboy: The Crooked Man dovrebbe avere dalla sua il carisma del protagonista per dare personalità a un canovaccio che più classico si muore male. Il problema è che questo Hellboy è scritto per essere talmente aderente al fumetto che si sono dimenticati che il carisma di un personaggio cinematografico segue altre regole. Per esempio: se scrivi dei monologhi fichissimi, tutti paratattici, frasi brevi e ficcanti, a volte all’apparenza scollegate, sognanti, e li fai enunciare a un merluzzo dai colori sciacquati dalla “luce” che hai scelto per “illuminare” ogni scena, il risultato è un peto. L’Hellboy di The Crooked Man peta in continuazione. La sua minion ha un filo di personalità in più in virtù del fatto di essere alla sua prima missione su campo e di poter quindi sfruttare il potere dell’F4 basita e/o della battutina sarcastica/a effetto quando si trova di fronte a situazioni bizzarre. Manon Basta (è la cugina).
Va a finire quindi che tutto il peso del film ricade sulle spalle delle più volte citate atmosfere. È una roba a basso budget (20 milioni) che ne sembra costati la metà, tra pessimi effetti speciali e questo terrore nell’illuminare i set che si traduce in uno dei film più difficili da vedere prima del tramonto della storia del cinema. Però è ambientato tra quelle montagne, con quella gente dai denti storti che parla con accento buffo, e gode molto nel farci vedere le sue foreste e le sue catapecchie – che peraltro sorgono in Bulgaria, dove il film è stato girato, e non boh nel Maryland, ma non ho cuore di fargli anche le pulci geografiche.
Per qualche sciocco e romantico motivo, non riesco a non provare simpatia per questo film sgangheratissimo e condannato al fallimento fin dal minuto 1. Mi intriga, perché è chiaro che da qualche parte lungo la filiera produttiva c’è stata una o forse addirittura più persone che ci hanno riversato un pezzo di cuore, che si sono sbattute perché Hellboy: The Crooked Man lasciasse almeno una qualche ombra di traccia del suo passaggio. Ma non saprei indicare dove di preciso: la storia è pigra, la regia le sta dietro, le interpretazioni sono dimenticabili, il vestito bello è un pezzotto in CGI scrausa. Eppure funziona più di mille film più costosi che ho visto negli ultimi anni, cioè: sono arrivato in fondo senza volermi strappare gli occhi.
Forse è perché tutto sommato è un film. Non un bel film, un film mediocre, ma che almeno sa cosa significa essere un film, raccontare una storia con i pochi mezzi a disposizione, evitare (questo è forse il suo più grande merito) tutte quelle tentazioni e deviazioni che ti allontanano dall’essere un film e si trasportano in territorio “pezzo di franchise”: non si spreca tempo in flashback o divagazioni che servono a definire meglio alcuni personaggi così da poter dedicare loro una serie spin-off in seguito alle insistite richieste di un fandom agguerritissimo. Si parla relativamente poco, solo per dire robe funzionali, e poi si va in cerca di streghe e si mena le mani. È un film, santo cielo, e nella sua semplicità questo concetto è sufficiente a farmi dire: Hellboy: The Crooked Man, non sei bello, ma non ti sfotterò mai.
Reboot quote
«Alla fine è simpatico»
(Stanlio Kubrick, i400calci.com)
Allora ammetto, mea culpa mea culpa mea maxima culpa che l’uscita cinematografica di questo film me l’ero proprio persa, credevo dovesse ancora uscire, lo recupererò quanto prima.
Perchè da quello che leggo nella recensione (a proposito complimenti, ti fa capire tutto senza svelare niente) mi sembra sia la riduzione cinematografica che più coglie l’anima del personaggio cosi com’è nei fumetti. Poi magari ha veramente il problema di essere troppo fedele, la cosa non mi stupirebbe, ma Hellboy è cosi. E’ un investigatore almeno tanto quanto è super-combattente, di norma è gentile ed educato, ed è noto al pubblico, cioè nelle sue avventure quando va ad interrogare la gente nessuno si stupisce che c’è un demone alto due metri con le corna tagliate che fa le domande, lo sanno tutti che un tipo del genere lavora per il governo.
Detto questo si “The crooked man” è una delle varie avventure “normali” del personaggio, ed un peccato capire che non avrà un seguito. Quando c’erano i soldi per fare un film fatto bene su Hellboy si è deciso di farli su un altro personaggio. Ora che si è deciso di fare un film veramente su di lui non ci sono più i soldi.
Non credo uscirà in Italia: già in Usa sembra sia uscito in VOD, mentre nelle sale giusto Belgio e UK tra giugno e settembre.
Non ci credevano neanche loro…
Wikipedia mi dice che è uscito in Italia il 20 giugno.
Probabilmente in 2 mezze sale, alcuni film (tipo megalopolis recentemente) hanno una pessima distribuzione che per vederli al cinema è un parto.
pare l’escalation di jeepers creepers…ad ogni film sempre meno soldi e sempre peggio…
la storia originale, disegnata dal mitologico richard corben è tanta roba.
Carne Da Macello è parente per caso del leggendario Carne Morta Thompson o si tratta di omonimia?
Il fumetto originale trae la forza dal mix tra stile visivo particolare ed impattante e ampia conoscenza del folklore e della mitologia di grandi parti del mondo. Il tutto con il particolare stile di scrittura di mignola, con frequenti pause, divagazioni, non tanto la forza di dialoghi particolarmente ben scritti quanto l’uso di epigrammi icastici dal grande impatto. Io che leggo pochissime comics americani comunque adoro mignola nonostante non abbia letto nemmeno tutto Hellboy (ma recupererò appena avrò più soldi).
Portare ciò 1:1 in un film è difficilissimo, servirebbe qualcosa dal grande impatto visivo e che osi molto con la regia e la fotografia per provare a trasporre in movimento le sensazioni di tavole immote. Altrimenti è meglio fare come fece del toro.
Comunque se mi capita lo vedrò sicuramente anche se il trailer mi ha spento qualsiasi speranza e l’attore non mi piace. La paura è che sia un soft folk horror con Anung Un Rama ma che non racconti né una storia interessante di per sé e nemmeno qualcosa con la stessa forza della graphic novel.
P.s: alcune di sti cinecomics recenti mi fanno rivalutare in positivo Dampyr. (Diabolik no, quei 3 film erano orrendi).
Sono molto d’accordo. Lo vedrò appena possibile anche s prevedo già (come molti) i difetti e le buone intenzioni. Confesso che Mignola è la mia kryptonite e che se dovessi scegliere due fumetti e basta di tutta la mia vita sarebbero Corto Maltese e Hellboy.
Per quanto ora tutti stanno a criticare i due film di Del Toro imho è l’unico che è riuscito a coniugare il tono del materiale originario con la spettacolarità necessaria al mezzo cinematografico. Mignola fa tavole con il protagonista che guarda nel tuo in silenzio, stacca su fini che sbocciano e usignoli sui rami, alternandole a mostri grossi che menano. Roba bellissima sulla carta ma a rischio palla al cazzo al cinema…
Nel (mio) mondo migliore Hellboy sarebbe una serie tv di lusso con budget adeguato. Niente origin story, ma episodi come quelli del B.P.RD. e mostro/caso strano della settimana.
Infatti o si fa un film fantasy dai toni horror ed action come fece benissimo del toro altrimenti per fare qualcosa di attinente al fumetto andrebbe chiamato un regista adatto con un’ impronta visiva simile a quella delle tavole. Pur sapendo che verrebbe fuori qualcosa non per il grande pubblico. Boh per esempio un jodorowsky, un Skolimowski altrimenti per stare più sull’ horror forse potrebbe comunque adattarsi eggers. Eventualmente chiamando chi ha curato i mostri e il sangue del penultimo che non erano Male.
Altrimenti si potrebbe altresì osare con una serie TV animata.
Io se dovessi scegliere fumetti da portar con me….mmmh, così senza pensarci molto direi Hellboy, Ken Parker ed Hokuto no Ken. Ma solo 2 o 3 non riesco a sceglierne😂
Ecco, Hellboy in mano ad Eggers è proprio un bel pensiero.
Approfitto del folto pubblico di Hellboysti. Fino a che punto seguite il Mignolaverse?
Ho recuperato i primi 3 omnibus di Hellboy (niente Hellboy in Hell), le due serie BPRD Piaga di rane e Inferno sulla Terra… fino che punto inoltrarsi nella tana del bianconiglio di Lobster Johnson, Witchfinder, serie ulteriori BPRD?
A chiedere a internet si trovano solo i pareri degli schiodati che vedono in Mignola una figura paterna e la sera pregano di svegliarsi al cospetto di Ogdru Jahad… e io di quelli non mi fido. Ma magari qui trovo qualcuno più ragionevole. Grazie!
@El boy, quei volumi di BPRD che hai letto come sono? Ho sempre avuto la curiosità ma la quantità di volumi (e i soldi necessari per leggerli) mi hanno sempre intimorito…
Hellboy in Hell comunque secondo me merita molto, soprattutto per le ambientazioni e il senso d’angoscia che le tavole di Mignola riescono a dare.
Io ne compro uno a dicembre per Natale e poi cerco di resistere un anno intero, ogni tanto ne scappa un altro in giugno ma così è sostenibile per le mie tasche.
Consiglio assolutamente di cominciare Piaga di rane! Veramente tanta roba, bisogna abituarsi ai disegni (ora li adoro) ma è una storia di ampio respiro con personaggi molto interessanti, che evolvono in modi sorprendenti. L’ho cominciata con l’idea che avrei rimpianto Mignola, ora la preferisco alla serie principale di Hellboy. Se cominci tieni presente che il primo volume parte con alcune storie introduttive, ma la seconda parte è molto più rappresentativa del seguito. Volume 3 proprio capolavoro.
Inferno sulla Terra a dir la verità ne sono a metà, la piega fantasy mi prende meno e tanti personaggi principali sono in pausa, ma ha ancora del potenziale per essere una bomba… vedrò nei prossimi due anni! Comunque è in continuity stretta con le rane.
Hellboy in hell mi spaventa perché ho paura che sia troppo “sospeso”, pura atmosfera e bizzarrie, ma prima o poi lo approccerò, giuro!
Finisce che qui dentro la figura dell’impallinato terminale di Mignola l’ho fatta io…
@El boy, Hellboy in the Bell lo consiglio assolutamente . Mi sono piaciuti anche un paio di racconti che ho letto su Abu Sapiens ma non ho letto nulla su bprd. Ma da me hanno aperto una fumetteria solo recentemente e anni da dovevo fare troppi km affinché mi ci portasse spesso mio padre (lui che leggeva perlopiù bonelli, alan ford, o fumetti horror di tutto il mondo).
D’accordo, metto in lista Hellboy in Bell! Allora niente, faccio io la reclame: investite in Piaga di rane! Abe per esempio è un personaggio che ha un percorso molto interessante nel corso di Piaga di rane e una svolta inaspettata in Inferno sulla terra di cui non so ancora gli sviluppi. O l’omuncolo Roger ha un una parabola bellissima, direi che è il mio preferito. Siamo in zona black Friday, canalizziamo il consumismo verso una buona causa!
Parlando di Bonelli, ho letto pochi Dampyr ma sogno un episodio speciale disegnato, forse scritto da Mignola. Il numero 26, “Il giardino proibito”, è una storia decente, che in mano a lui sarebbe diventata una bomba. Sembra scritta apposta! Il personaggio sarebbe molto più nelle sue corde che Dylan Dog, per il quale ha disegnato delle (belle) copertine per il mercato americano secoli fa.
The Crooked Man IMHO è uno dei capolavori di cui è disseminata la storia editoriale di Hellboy. Mignola scrive un racconto di paura “vero” e, soprattutto, un Corben fuori scala lo mette su pagina in una giostra di body-horror e grottesco da par suo.
Io ci speravo tantissimo in ‘sto film, ma a meno di non farlo coi pupazzetti di plastilina per ricreare un po’ di quell’effetto malato tipico Corbeniano c’era poco da sperare, in verità.
Immagino che Corben, e suppongo il colorista, supplisca le mancanze della sceneggiatura volutamente basica di Mignola.
È uno di quei casi in cui il disegnatore arricchisce e valorizza i testi, come spesso accade nei fumetti. Già da bambino certe storie Disney mi piacevano unicamente perché disegnate da Cavazzano.
Al cinema questo ruolo di valorizzazione di testi, come dice Stanlio, dovrebbe essere affidato ad altre figure della rappresentazione estetica. Mi sembra di capire che in questo caso, tali altre figure non si siano dimostrate adeguate.
Scusate ma dove si vede?
Il paragrafo dei peti e della cugina è un capolavoro di letteratura.👏🏻👏🏻
Spiega davvero bene, oltretutto.
Non ho letto il fumetto e lo so, una grave mancanza volendo dire la mia… Ma ho visto il film, anzi, ho fatto il possibile per cercare di arrivare alla fine ma non ce l’ho fatta proprio. Se avete del tempo da perdere va bene, ma se vi resta da spolverare casa o stirare qualcosa o lavare i piatti vi divertirete sicuramente di più.
Guarda il fumetto per me è uno dei capolavori della scena occidentale, ma frega cazzi: il film deve reggersi sulle proprie gambe, e questo non lo fa. IMHO Hellboy è un’opera che sfrutta alla perfezione il medium fumetto, e che proprio per questo non si può trasporre para para “alla Snyder” e sperare di sfangarla come si può fare, ad esempio, con 300. Già un’opera come Watchmen perde moltissimo nella trasposizione (penso al capitolo della Tremenda Simmetria o tutti gli intermezzi dei pirati), ma almeno ha un intreccio base che bene o male puoi raccontare (ed infatti superficialmente il film di Snyder funziona). Hellboy invece, come Corto Maltese o la Valentina di Crepax, gioca tutto sulle atmosfere e le suggestioni, e il grosso del lavoro lo fanno le inchiostrature di Mignola. Già quando è disegnato da altri perde un bel po’ di fascino, figuriamoci cosa può fare un film con 23 euro di budget.
Io ho letto qualche volume di Hellboy e devo dire che preferisco il personaggio di Del Toro a quello dei fumetti.
A me basta che la Millennium Media dopo sta roba, il film cin Megan Fox e l’ultima uscita con Eva Green action hero(ine), inizi a pompare un minimo il film di Red Sonja con Matilda Lutz, che l’hanno pronto da un pezzo ormai ..
Momento momento momento momento momento
‘Sto Jack Kesy col suo magro visino fa sembrare Hellboy uno che è appena uscito dalla convalescenza di una malattia debilitante.
Aridatece Ron Pearlman!
Giusto, sembra solo uno con gli occhialoni da saldatore in testa…
Recensione fin troppo positiva, fa veramente cacare non sono riuscito ad arrivare alla fine
A me è piaciuto, atmosfera horror decisamente malata, pieno di fantasmi, mostri, streghe, zombies e case infestate tutto girato in luoghi che ricordano un tranquillo weekend di paura. Considerato il basso budget hanno fatto un gran lavoro.
Piaciuto anche a me, e senza neanche troppe riserve preso per il prodotto che è.
Pieno di idee, ideuccie e invenzioni in quasi tutte le scene. Ha un che di balcanico nella sua sgangherata vitalità. Sarà l’infulenza dei set.
Lui non mi è sembrato così scarso, anzi adatto a un Hellboy più “western”.
Lei grazie a dio alle prese con un personaggio femminile tosto senza essere l’ormai canonica girl power, fa le cose che deve fare in maniera goffa e avendo paura, ma proprio per questo è coraggiosa e simpatica. (E gran fica, lo ammetto.)
Boh, in un modo o nell’altro a me tutti i quattro Hellboy sono piaciuti, ognuno a loro modo e ognuno col loro budget. L’UNICO* personaggio cinecomic di cui non mi farebbe ribrezzo la possibilità di un nuovo capitolo.
*sì, non me frega più niente neanche dello Spider-Man animato