Il mio insegnamento preferito del Maestro Miyagi è sempre stato “Se riesci ad acchiappare mosche con bastoncini, puoi realizzare qualunque cosa”.
Il mio secondo insegnamento preferito del Maestro Miyagi è “Se impari karate, bene. Se non impari karate, bene. Se impari karate ‘speriamo’… ti schiacciano come uva.”
Vale con quasi tutto nella vita.
Di sicuro vale con le formulette, quei template e accorgimenti classici predefiniti che si usano per scrivere le sceneggiature.
Non ho niente contro le formulette per principio: sono abusate, ma tecnicamente parlando sono abusate perché sono scorciatoie che funzionano.
Se le usi, e sai cosa stai facendo, bene.
Se non le usi, e sai cosa stai facendo, bene (meglio, obiettivamente).
Ma se le usi “speriamo”… Se le usi per pigrizia, o per tappare i buchi, o perché non sai come altro risolvere un problema, o perché credi ciecamente in sondaggi e algoritmi e le segui in maniera meccanica come uno zombi senz’anima, beh… ti schiacciano come uva.
Se lo chiedete a me – e lo state evidentemente chiedendo a me, non ci sono che io – Jaume Collet-Serra è il miglior esecutore di formulette action-thriller oggi in circolazione.
SIGLA!
(il titolo dell’articolo è di Luotto, ma siccome sono il capo contrattualmente appartiene a me e posso farne ciò che voglio)
TRAMA! È la vigilia di Natale, siamo all’aeroporto di Los Angeles, e il tizio al controllo dei bagagli a mano viene ricattato da un misterioso interlocutore che gli chiede di chiudere un occhio su una valigia in particolare.
Esatto: una mattina un tizio si è svegliato e ha pensato che si potesse passare un’ora e 59 di tensione interamente su questa faccenda. Riuscirà il nostro eroe a risolvere una situazione in cui deve obbedire a uno sconosciuto che non vede col rischio che faccia cose che non riesce a verificare? Farà passare il bagaglio o non farà passare il bagaglio?
Per me è incredibile che qualcuno ci abbia intravisto qualcosa di più lungo di uno sketch su TikTok.
Ma sapete qual era il trucco?
Dare tutto in mano a Jaume Collet-Serra.
Perché lui non solo sa come vanno raccontate queste cose, ma è proprio la cosa che lo diverte maggiormente al mondo.
È il suo.
Non è qua per elevare, o per mescolare il tutto con chissà quali intricati sottotesti, o incastrare chissà quali funambolismi tecnici: lui è qua per fare quello che c’è scritto sulla sintesi di trama di IMDb, ovvero l’action-thriller su uno che vuole superare il controllo dei bagagli a mano con una valigia che farebbe scattare l’allarme e poi gli chiederebbero di fermarsi, togliersi le scarpe, ecc… che poi magari quella mattina era di fretta e aveva i calzini bucati… che gran rottura, vero?
Ok il cattivo di questa storia ha piani più complessi di così ma insomma, l’obiettivo del film è tutto qua.
E Jaume lo raggiunge con le formulette, con quelle cose che ti insegnano ai corsi di sceneggiatura:
- fa una bella intro dove devi simpatizzare con il protagonista mentre ne impari un difetto di carattere che questa avventura gli insegnerà a superare;
- stabilisce la sua routine (che verrà scossa), le relazioni con un numero utile di personaggi secondari monodimensionali, le motivazioni metà opportunistiche e metà “imprevedibilmente sfortunate” che lo posizioneranno dove serve quando serve;
- aggiunge il carico di un’importante difficoltà personale del tipo “ma con tutti i momenti in cui doveva accadermi questa cosa, proprio oggi?”;
- ecc… ecc… e sì, a un certo punto si scopre che la sua morosa è incinta, se avete indovinato non si vince niente.
Poi una tipa gli passa con nonchalance uno di quei pistolini da mettere nelle orecchie per ascoltare le telefonate, e contemporaneamente gli arriva un sms con scritto che se lo deve mettere subito per via del fatto che il tizio dell’sms sa come si chiama e quindi è losco.
Non so, io sono fortemente tentato di passare un intero paragrafo a spiegarvi come mai preferisco Jaume Collet-Serra a M. Night Shyamalan.
Entrambi tendono a lavorare su cosiddetti “high concepts”, quei film in cui la maggiore attrattiva non è una star o un brand ma una premessa narrativa autonomamente intrigante.
Shyamalan, quando vuole, ha un gigantesco occhio per il cinema e colpi da vero fuoriclasse.
Collet-Serra è tecnicamente ottimo, ma niente di sovrannaturale: un capace mestierante.
Shyamalan però è il tipo di persona che siccome ha un grande talento per un aspetto specifico del suo mestiere, pensa di averlo per tutto quanto lo scibile artistico universale.
Collet-Serra invece è uno che conosce i suoi limiti, si pone dei confini, e si esalta dando il massimo al loro interno.
Concettualmente il dibattito è aperto, ma come diceva il Maestro Miyagi nel sottovalutato Karate Kid 4, “ambizione senza conoscenza è come battello su terra ferma”. Alla luce dei fatti, per quel che mi riguarda, il 90% delle volte Shyamalan sbraga talmente male, e in maniera talmente presuntuosa, da togliere il gusto alle sue intuizioni migliori. Collet-Serra invece mette talmente tanta gioia in quello che fa – e, in mezzo a un sapiente dosaggio di elementi e ritmo, spesso pure il guizzo furbo che non t’aspetti – che non riesco a resistergli.
Ecco qua, ci ho passato un intero paragrafo.
C’è che Goal 2, Paradise Beach, i suoi tre film con Liam Neeson e soprattutto Orphan sono esempi di film che rendono al massimo delle premesse con cui il 98,6% della gente là fuori faticherebbe a trarne cortometraggi. E che fine fa uno che sa rendere divertenti quel tipo di sceneggiature che sembrano scritte con un algoritmo di prima generazione? Ovvio: cattura l’attenzione di Dwayne Johnson. Jungle Cruise e Black Adam sono i film in cui abbiamo scoperto che Dwayne Johnson è la kryptonite del bel cinema: quando comanda lui, non si salva nessuno. Che poi Black Adam tutto sommato non mi ha fatto completamente schifo, ma Jungle Cruise non sono riuscito ad andare avanti oltre il minuto 20. Madonna che monnezza deprimente.
Carry-On è Collet-Serra che torna a divertirsi con le cose che gli riescono meglio e a dimostrare – come se servisse – che i suoi due brutti film con Dwayne Johnson erano effettivamente tutta colpa di Dwayne Johnson.
Rispetto al passato il buon Jaume rinuncia a Liam Neeson, cosa che di recente gli era successa solo con una trama che prevedeva come protagonista una ragazza che stesse 90 minuti in bikini (e chissà i dibattiti e i ripensamenti prima di cedere). Nel 2024 è forse ora che qualcun altro più giovane raccolga l’eredità degli eroi al telefono, e Taron Egerton ha la grinta giusta. Jason Bateman, negli insoliti panni del villain, non è un’intuizione particolarmente sconvolgente ma se la cava con mestiere.
Il resto, nella sua ingenuità senza pretese, è perfetto. Passa oltre metà film prima che venga svelato cosa contiene la valigia e a che scopo, e durante tutto quel tempo è esilarante pensare a quanti dettagli fosse stato in grado di preparare il cattivo senza chiedersi se non ci fossero altri modi di realizzare il suo piano che non prevedessero il doversi ridurre a ricattare l’addetto al controllo bagagli, ma alla fine ha senso – cosa che non si può necessariamente dire di ogni altro dettaglio ma hey, è così che funziona il genere e Collet-Serra sa meglio di tutti che in un film del genere la sospensione dell’incredulità va sfruttata fino all’ultima goccia.
E poi ci sono tutte le sue cosine al loro posto: lui che deve cercare di non agitarsi e non destare sospetti, i tentativi di cercare aiuto, il momento in cui rischiano di rimpiazzarlo e deve acrobaticamente tornare alla sua postazione, i colleghi e le forze dell’ordine con cui lui non può collaborare per non compromettere la sua posizione di ricattato… c’è pure il tempo per simpatiche vignette sulle tipologie di passeggeri che sgravano male ai controlli di sicurezza.
Carry-On rimane sulla sua premessa senza mai imbrogliare, e lo fa con un ritmo e una padronanza del genere invidiabile: altro che Dwayne Johnson, io al buon Jaume darei in mano Mission: Impossible. Oppure niente: si è creato un recinto di cui è padrone indiscusso, che funziona anche quando produce e basta, va alla grande se rimane lì.
Streaming-quote:
“Die Hard 2: origins”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: a tre quarti di film, nel pieno della scena d’azione più spettacolare, c’è senza preavviso una scelta particolarmente stronza visto il periodo e… no, non vi dico a cosa mi riferisco, sotto Natale mi sento un po’ più stronzo del solito pure io.
Premesso che “bagaglio a mano armata” doveva essere il titolo ufficiale italiano… ieri Netflix me lo proponeva ma l’ho saltato erichettandolo come monnezza… boh vista la recensione magari stasera gli do una chance.
Ps. A proposito di Dwayne “cagnaccio” Johnson, avete visto “Uno Rosso” (di cui mi pare aveste anche accennato in una live)? Anche su quello mi piacerebbe avere un vostro commento.
in breve, Uno Rosso dovrebbe vincere gli Oscar per gli effetti speciali, se fossero un premio serio
Tiro a indovinare: la cosa particolarmente stronza visto il periodo è la macchietta del terrorista islamico.
Acqua
Un ucraino scambiato per russo losco
Siete lontani
Un Palestinese con la nonna Siriana e il padre biologico Russo
Film discreto, niente di eccezionale ma si lascia guardare, oramai Serra è la garanzia a basso costo e discreto successo per l’action fan-made che scopiazza e non scopiazza nulla. Ovviamente si appoggia agli attori con scelte azzeccate, qui Taron Egerton ha la forza e la vulnerabilità che ne fà il perfetto addetto alla sicurezza (dis)armato e infatti il gioco è anche questo. Metterci un poliziotto, anche fuori servizio come 58 minuti per morire sono buoni tutti, ma un addetto allo scan bagagli, scelta insolita e vincente. Jason Bateman in un ruolo da terrorista, killer e sociopatico funziona ancora di più. Il gioco è semplice farlo parlare e comportare da stronzo e OVVIAMENTE empatizeremo con il giovane addetto allo scan bagagli che ha fallito l’ammissione all’accademia di polizia. Quello che in questi film funziona sempre poco è il binomio con la dolce meta incinta e sotto minaccia, anche perchè Jason ovviamente non è da solo. Discreti colpi di scena, camei di lusso (Logan Marshal-Green alias Prometheus e Upgrade) oltre a Dean Norris ( Breaking Bad alias Hank). Finale ovviamente in tensione che anche nell’ happy end non disdegna però la trovata semplice ma efficace ( attenti all frigorifero sull’aereo…) che risolve tutto a fà apprezzare l’atmosfera natalizia, e Netflix ovviamente ringrazia.
@Nanni, ti sei dimenticato un dettaglio per me fondamentale: ‘sto film è stato scritto da uno che si chiama T.J. Fixman? T.J. Fixman??? Srsly? Và che nome figo danno agli algoritmi oggi… Un Jimmy Bobo honoris causa
Entrare nel link a fine pezzo, vedere parlare di un film che si dice derivativo di un Die Hard, tornare qui e leggere Die Hard nella streaming quote: quell’articolo dell’anno scorso ha suggerito l’idea 😂😂
Ancora oggi mi avete fregato: mi aspettavo parlaste di Kraven.
Mi ritrovo nell’elogio a Serra, sono sempre affascinato dalla conoscenza del mestiere di questi registi “medi”, i due film con The Rock sono anche fra i più apprezzabili della filmografia recente dell’ex wrestler maori.
L’idea di affidargli un Mission Impossible mi pare davvero buona, anche perché esteticamente ci si ritrova molto.
Ti avviso che finora nessuno in redazione ha trovato il coraggio di andare a vedere Kraven per cui, come minimo, non sarà neanche la rece di domani
EgerT(ar)on
e la pentola magica
Mettere questo qua nella stessa frase con shamalamaman è un’eresia …poi che il pelatone sia un cagnaccio orribile non ci sono dubbi..ma il film è girato coi piedi non si salva niente…mi guardo E venne il giorno in muto e girato di spalle piuttosto che rivedere Black Adam. Questo gli si darà una chance dal cestone dai.
Black Adam era Bellissimo.
C’è anche chi è coprofago
Il che ti mette a rischio.
Ah sicuramente, sicuramente… Carezza sulla testa e sussurro gentile …shhh
A rischio di essere mangiato, sciocchino.
Avevo capito eh….shhh…la prossima ti uscirà meglio…
Dunque sei in grado di interpretare un (breve) testo ma coi nessi logici hai qualche difficoltà.
Vabbe ‘, a ognuno la sua croce.
Ahah poverino…almeno io ne una sola…
Bella grossa, mio caro…Bella Grossa.
Capisco quello che vuoi dire con la recensione e lo condivido ma nella seconda metà secondo me il film si affloscia e ci sono un po’ troppe stupidate. Alla fine più che professionisti sono dei gran pasticcioni questi, il piano è sballatissimo e, bestie che non siete altro (gli sceneggiatori), un uomo di mezz’età NON è l’equivalente di una ragazza incinta
SpOILER
SPOILER
SPOILER
Nanni spero che la scena “stronza” non sia che il cattivo/ vittima sia un omosessuale di colore (che c’è di stronzo?). Se no non mi viene in mente altro di potenzialmente controverso.
Siete davvero lontani. Facciamo così: se proprio siete disposti a tutto pur di sapere questa cosa tranne guardarvi un film che a me è piaciuto, vengo qua e svelo la soluzione il 26.
capisco che il mio doppio commento non aiuti, ma il film l’ho visto l’altro ieri…
la scena più notevole, a tre quarti di film, è in macchina, non la citi ed è sospetto, ma non riesco a vedere niente di stronzo, in nessuna scena vedo cose stronze o meta stonze che dir si voglia.
La scena è quella giusta, il dettaglio è quello sbagliato. Se non te ne sei accorto significa che non eri il bersaglio della mossa stronza. Il bersaglio se ne accorgerebbe all’istante e io sono stronzo a non dire cos’è e lasciare che guardi il film e subisca. Basta con gli indizi, sono già troppi.
Un bianco che soffoca una nera, ma quest’ultima gli dà il ben servito. Che sia un momento alla ‘eh, se tutti potessero difendersi dalle ingiustizie razziali!’?
Do ragione a Merenghetti, ero pronta a godermi un action di medio livello natalizio con le cosine al posto giusto, ma qui siamo settati su anonimo film da cestone. Ad aggiungere il carico di briscola a una trama con più buchi di un groviera, il casting non mi ha fatto impazzire: Jason Bateman è un facente funzioni Cillian Murphy mediocre, la morosa col capello piastrato e la boccuccia glossata pure mentre le sparano poteva serenamente morire (la serenità nel caso, si intende è tutta mia…).
SPOILER SPOILER
Io vorrei conoscere la serenità d’animo dello sbirro che esce in pattuglia con te, dopo che hai fatto ammazzare 3 colleghi al posto della ragazza tua, e per premio ti hanno pure preso nell’LAPD…
Bel thrillerino da Italia Uno. Niente di originale, ma mi ha tenuto attaccato tutto il tempo.
Scena spettacolare e stronza, dici quella
SPOILER
della macchina girata come un Cuaron matto? in cui si mettono a citare il ruolo degli USA in Siria?
FINE SPOILER
La scena è quella giusta, il dettaglio è quello sbagliato, se fossi stato tu il bersaglio te ne saresti accorto all’istante. Non dò altri indizi.
scena stronza: whamageddon!
BINGO!
Ma andate a ca… :D :D :D
“Ho un cecchino con il fucile puntato sulla tua ragazza incinta”
“Ok, cosa vuoi che faccia?”
“Manda Last Christmas sugli altoparlanti di TUTTO L’AEREOPORTO o lei muore!”
“NOOOOOOO!!!!!”
pensa che idiota che sono: lo avevo notato, avevo proprio pensato che avevo per questo perso lo whamaggeddon ma non avevo assolutamente pensato di chiamarlo stronzo (ma ora ho collegato tutto ivi incluso perché ti senti stronzo a non dire la cosa). lol
hahahaha
Boh il Whamageddon è una di quelle cose che non sai come prendere. A parte chi giustamente se ne fotte, c’è chi la prende in ridere ma ho anche sentito storie tragiche di famiglie divise…
Bel film. Unica nota storta per me, il movente dei cattivi:
SPOILER SPOILER
praticamente viene spiegato così en passant che lo scopo dei cattivi è spingere il Congresso americano a mandare soldi alle “threatened democracies” (leggi: Ucraina e Taiwan), una questione politica sulla quale da qualche anno c’è uno sforzo propagandistico enorme di buona parte della destra trumpiana. Da sempre la storia della politica estera americana si incrocia con le identità e i cattivi dei film action, e senza voler essere paranoici quando Hollywood ti dice che chi vuole finanziare le democrazie minacciate è pronto anche a sprigionare novichok a LAX, è un primo segnale di una svolta culturale inquietante. Fosse uscito due anni fa i cattivi sarebbero stati i soliti russi / iraniani / nordocoreani; ora praticamente i terroristi sono il partito democratico.
Il cinema, come fa spesso, è già entrato in modalità Kent Brockman.
Non vorrei sbagliarmi, ma la scelta stronza a tre quarti del film è quella che mi ha fatto perdere una sfida a pochi metri dal traguardo.
Correct.
si ma Bateman prende l’aereo per suicidarsi???…il fuciliere come fa a sapere dove si fermerà la ragazza dal posteggio?????….un po troppi maccome!
SPOILER
che poi sarebbe bastato mettere la valigia nel primo frigorifero ad un Hudson News qualunque. Qui la Maccosa Airlines ha aperto veramente una rotta diretta per il cestone dell’autogrill.
Bateman aveva il paracadute.
Semmai diciamo che avevano pronto il piano B in caso fossero dovuti salire di persona sull’aereo? Ci può stare eh.
Non ho però capito il giochino della valigia col laccetto rosso.
Egerton le scambia?
Ma allora perché alla fine Bateman ha quella giusta?
Ci mette il codice di un’altra valigia, per poter capire su quale aereo si imbarchi bateman.
E scelgono quell’aereo perché c’era la deputata repubblicana, ma buona
C’è da dire che Sofia Carson è proprio una gran bella top@
io e la sig.ra ci siamo divertiti.
Oh, fa il suo, intrattiene e diverte (almeno a me, che sono un sempliciotto).
Unica cosa che mi ha fatto storcere il naso: ad un certo punto il protagonista deve fare una pesante scelta e
SPOILER
Fanno risolvere la cosa da un altro personaggio, per non macchiare la reputazione del nostro erore
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Quanto sono gajarde le pistole vere di plastica?
Apprezzo moderatamente Serra, al suo meglio con il vecchio Neeson, con il quale hai quello che ti aspetti, ma qui complice il giovin Taron e dí più la star Bateman, le aspettative erano più alte e la delusione lascia il segno. Un film perfetto per il cestone dell’iper. Divertente solo per spuntare i MACCOSA.