Vi spiego com’è andata. Il regista e sceneggiatore Tilman Singer si sente un grande artista. Non ci credi? A riprova di quanto ho appena scritto, guarda la foto che ho postato qui sopra. Vedi, Fabrizio? Quello è il signor Tilman Singer e quello che indossa è un cappello da artista. Lascia stare che probabilmente lo indossa anche per coprire il fatto che è un pelato! La cosa che ci deve interessare qui in questa sede è la percentuale di artisticheria che quel cappello dovrebbe garantirgli. Senza, sei uno ok, uno normale. Con, sei un artista visionario, uno dalla poetica intransigente e personale. Quindi, un bel giorno il signor Tilman Singer si mette il suo cappello da artista e si mette a sfogliare dei giornali, vecchi articoli che ha messo via perché sai mai che un giorno potranno tornare utili! E infatti… E infatti ecco qui un bellissimo articolo su un tema molto caldo in questo fine di 2024, quasi 2025:il parassitismo di covata. Non ti agitare, Fabrizio! Ti spiego subito. Alcuni uccelli, come il cuculo del titolo, hanno la bizzarra abitudine di mettere le loro uova nei nidi altrui. Lo fanno perché non hanno più l’istinto alla cova o perché semplicemente non hanno voglia di crescere dei piccoli. Contemporaneamente i piccoli che crescono in nidi altrui, i parassiti, monopolizzano il cibo portato dai genitori adottivi, mettendo a rischio la crescita e lo sviluppo dei veri uccellini, poveri. Tilman Singer rilegge questo articolo, si stupisce del suo acume nell’averlo tenuto via, si prepara una sigarettina col drum, calca ben bene sulla sua pelata il cappello da artista e decide che è arrivato il momento di regalare al mondo un secondo film, dopo il suo Luz del 2018 che non ho visto e mò me ne guardo bene a recuperarlo.
La storia di Cuckoo è questa: Hunter Schafer interpreta Gretchen, un’adolescente con tutti i crismi possibili dell’adolescente problematica. Facciamo la sua conoscenza nel momento in cui, dopo la morte di mammà, si trasferisce a vivere in un resort nelle Alpi Bavaresi. Con lei c’è il padre, la sua matrigna e la sua sorellastra Alma, una bambina che sembra non voler parlare. Sono ospiti di Herr König (Dan Stevens), che ha incaricato il padre di fare un nuovo progetto architettonico. Non appena Gretchen e famiglia si trasferiscono dal sior König, cominciano ad accadere delle cose bizzarre. Ogni tanto si sente un suono stranissimo che sembra ipnotizzzare chiunque lo ascolti gettandolo in un loop spazio temporale matto, ogni tanto nel resort entrano delle ragazze che vomitano in terra, ogni tanto la notte compare una signora con uno spolverino bianco, un foulard e degli occhiali da sole che urla e terrorizza tutti. C’entra qualcosa il resort? C’entra Herr König che a un certo punto vediamo suonare il piffero come se fosse un richiamo per uccelli? Ma soprattutto, mi chiedo io, a noi tutta questa roba qui interessa? O faremmo meglio a finire quel puzzle da 12000 pezzi che abbiamo cominciato nel 1974?
Cuckoo è un filmettino horror dimenticabilissimo che sembra voler a tutti i costi complicarsi la vita con una storia francamente difficile da seguire. E fin qui vabbè, sai quanto ne abbiamo visto di film così? Uff, tantissimi! Il problema è che il sior Tilman Singer, col suo cappello da artista, non ha la minima idea di cosa sia la leggerezza, ma manco un minimo di ironia. Tilman Singer, artista, si prende davvero sul serio, come tutti gli artisti, ed è convinto di stare facendo del grande cinema, quando in realtà ha scritto una storia che avrebbe meritato un trattamento simile a quello che James Wan ha regalato al suo Malignant, facendoci contentoni. E invece nulla, serietà a palate. Mentre ci si chiede se a un certo punto si riuscirà a capire cosa diamine sta accadendo sullo schermo, ci si appoggia a (poche) sequenze che ricordano vagamente un film horror. Ma sempre un po’ col muso, presi male, come se si sentisse l’obbligo di dover dare al pubblico quello che giustamente desidera, quando in realtà si vorrebbe fare del cinema verità che rifletta sulla grande metafora della vita e del parassitismo di covata.
Concludo – perché c’è veramente poco da dire su Cuckoo – con due paroline sul cast. Hunter Schafer alterna momenti in cui sembra interpretare la parodia di un’adolescente presa male e altro in cui sprigiona quel magnetismo con cui ci ha conquistato in Euphoria, soprattutto quando si spaventa. Promossa, anche se con riserva. Chi invece, secondo me, è arrivato il momento che si dia una regolata è Dan Stevens, colto anche lui da quella strana malattia che ebbe a cogliere Jared Leto anni fa. Dan Stevens si traveste, si imbruttisce, fa accenti europei, gigioneggia, si sente sempre sei cazzi… Certo, è più simpatico di Leto, ci mancherebbe altro, ma è un po’ su quella strada lì. Il resto del cast, come tutto il resto del film, è assolutamente non pervenuto.
DVD-quote:
“Penso di essermelo già dimenticato”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Curiosa parabola di carriera quella di Dan Stevens
Peccato, il trailer mi aveva preso bene.
Vabbè lo guarderò lo stesso, monnezza più monnezza meno…
Visto che qui nella sezione commenti come diceva Wally Cometa “ci nutriamo di vespaio” e visto che questo sembra il tipo di post che causa insipienza del film genererà meno di 10 interazioni (e visto anche che è mercoledì e c’è la nebbia e il lavoro è noioso) provo a innescare 2 polemichette:
1) Dare al regista del pelato è forse un riferimento a questo? https://www.google.com/amp/s/www.repubblica.it/esteri/2022/05/14/news/insulto_pelato_calvo_tribunale_processo_regno_unito-349520898/amp/
2) Ma Hunter Schafer quindi adesso può rubare i ruoli (alle attrici adolescenti intendo, avendo lei 25 anni)?
Seguo per polemica gratuita, non avendo granche’ da fare oggi:
– I pelati devono impazzire (e sono destinato a diventarlo entro 10 anni a vedere i miei antenati)
– Hunter Schafer puo’ fare il cazzo che vuole per quanto mi riguarda, ma pure in Euphoria ci vendono per 15enni gente che ne ha almeno 20 e in generale trovare 15enni per far fare i 15enni e’ complesso, su schermo sembrano sempre + giovani
Sono pelato e non ho nemmeno 30 anni (ok in parte lì avrei ancora ma mi rado a zero) ed ho ovviato facendo crescere la barba. Che poi è tutto tempo guadagnato senza andare a tagliarsi i capelli o senza doverseli asciugare.
Almeno nella tv americana (ma mi sa ormai anche nella nostra) i 15enni sono SEMPRE interpretati da 20enni. Per evitare problemi di vario genere cercano di non usare mai minorenni, a meno che non sia indispensabile. Figuriamoci in un prodotto controverso come Euphoria. Pensate che una minorenne avrebbe potuto fare le scene che fa Sydney Sweeney (che Dio la benedica)?
Una noiosa merda confusissima che si crede stocazzo, riassumendo la rece con cui sono d’accordo ma aumentando il volume a millemila.
C’e’ una parte d’indagine con un detective che credo sia l’intermezzo investigativo + stupido da anni a questa parte, risolto con uno stallo alla messicana che fa sembrare quello di The Office una scena alla Hitchcock per tensione sprigionata.
Per non parlare dell’inseguimento in bici.
Su Dan Stevens credo ormai si sia incastrato in sti ruoli iper macchiettistici da quando ha mollato Downton Abbey, una specie di contrappasso mortale
Carissimo Casanova, essendo tuo antico estimatore causa radio ma soprattuttto i God Machine in un servizio sugli orti (li’ cascai per terra che manco all’Atlandide) so che sei persona intelligente, colta e sensibile: tutti begli aggettivi che pero’ non prevedono il RAZZISMO. Io sono un razzista. Non nella classica accezione stupida, ignorante e cagasotto: anche se non ho capito perche’ le razze non esisterebbero scientificamente piu’ per gli umani ma per i canidi si’ (non erano i nostri migliori amici?), il termine etimologicamente piu’ adatto per me sarebbe quello di “culturista” – peccato mi sia stato rubato da gente grossa il triplo di me. Fossi tu stato un razzistaculturista, sapendo che oltre ai complimenti gia’ fatti hai pure un ottimo senso dello humor, avresti incentrato la recensione sui TEDESCHI.
Piccolo aneddoto. Quando avevo ancora l’eta’ per farlo ho vissuto un mesetto in uno squat a Berlino, vivendo quotidianamente affianco a tedeschi e imparando tante cose. Per esempio che coi segni di interpunzione si potevano creare delle emoticon. Per esempio che i berlinesi sono calorosissimi, altrio che freddi, sono i napoletani della Germania e si salutano dicendo “ciao”. Per esempio che i Simpson vengono doppiati identici in tutto il mondo, e che per loro sono satira sociale NERISSIMA: il tedesco non ride, guardando i Simpson, il tedesco rimane quasi esterrefatto dalla loro negativita’ (sic) anche se magari ride su qualche splapstick (non tutte). I tedeschi non hanno il senso dello humor. Che suonera’ razzista ma il mio bel preambolo l’ho fatto.
Stimabilissimo Casanova, tu la Germania manco la citi, in questo articolo. E ti lamenti pure della mancanza di leggerezza e di ironia! Che si prende troppo sul serio!!! Seriously? DICI di non aver granche’ da dire quando io avrei voluto un lungo articolo… culturista. Ci sta il culturismo sui 400, no?
PS io Luz l’ho visto e ti posso assicurare che il tuo pezzo potrebbe essere la rece anche di quello. Pure il concept!! Magari saresti stato meno sprezzante in quanto opera prima. FORSE. Ovviamente, dopo la tua gentilissima rece, questo Cuckoo non lo guardero’ mai, e per chi ha interesse per i cuculi c’e’ sempre quel cazzo di capolavoro che e’ Qualcuno Volo’ Sul Nido Del.
Per quanto riguarda razza non è un termine scientifico e la sua accezione comune negli ultimi secoli ha portato a fenomeni nefasti per cui di preferisce non usarlo e non sostituirlo al termine etnie o cultura. Li stessi termini etnia e cultura comunque non sono totalmente sovrapponibili con il secondo più ampio del primo . Scientificamente esistono le specie e anche nel genere homo sono esiste più specie molte che hanno convissuto con i Sapiens e hanno pure fatto fichi fichi essendo interfeconde, discorso diverso per i cani ove le razze sono una consuetudine per gruppi di carattere fenotipici e genotipiche ma non sono specie. Le specie sono per esempio canis familiaris e canis lupus.
Per quanto riguarda i tedeschi dipende poi dove vai e da dove vieni, sono stato spesso in Baviera e mediamente erano più seri che in Emilia ma specie nei pub avevo modo di scherzare Anche se meno che a casa ma non parlo nemmeno tedesco. Ah semmai io sembravo più nordico di loro essendo più chiaro e con barba rosso-bionda mentre in Baviera molti sono mori, castani o biondo cenere.
Poi però storia ed ambiente influenzano la cultura quindi ovviamente vi sono differenze, per esempio mangiare una schifosa pasta scotta che sembra colla.😂
L’angolo Piero Angela è finito, ora vado ad aprirmi una birra e scrivere battute sui mangia baguette.😂
Grazie dell’approfondimento, anche se ho inventato la mia accezione di culturismo proprio per fare capire che il mio non era razzismo e… vabbe’, perche’ lo trovavo spiritoso. Non ho invece capito perche’ si possa fare un discorso fenotipico e genotipico sui cani e invece sugli umani no, AL NETTO DEI RAZZISTI, che non ci stanno leggendo perche’ banalmente non ne sono in grado (anche qui faccio spirito, perche’ oltre i razzisti veri -quindi stupidi e ignoranti- esistono semplicemente cagasotto merde dentro). Comunque (uso sempre lo stesso tono sui 400) i bavaresi non sono razzisti. Sono nazisti XD
I bavaresi sono birre ambulanti l.😂 Ma da brilli fanno ridere.😂 C’era un signore in giacca e cravatta tutto computo di giorno che la sera si pub diventava paonazzo dalla birra e dalle stupidate che diceva. Solo che di tedesco capisco una ventina di parole quindi non so perché ridessero.😂 Magari parlavano di film calciabili.
Comunque si avevo colto la battuta sul culturismo.
Poi beh per i cani si fa perché non hanno fatto secoli di attività in stile limpieza de sangre.
@Jean Luc che Canis familiaris sia effettivamente una specie separata da Canis lupus è ancora una roba dibattuta, nel dubbio io resterei su “cani e lupi sono la stessa specie”. Il resto che scrivi sulle razze canine e la differenza con le presunte umane è perfetto.
Dan Stevens, dopo Legion, gli hanno fatto fare il cantante russo in quella cazzata di film sul’Eurovision (come lo vedono gli americani, chiaramente). Vedete un po’ voi…
Insomma Dan Stevens si crede un po’ stocazzo, citando l’asciutta sintesi di Itala
Articolo inutile che affronta con imbarazzante leggerezza il fenomeno del pelatismo senza manco interrogarsi sul dilemma esistenziale: “Ma i pelati fin dove si lavano la faccia?”
https://youtu.be/pvxwLUtPdBY?feature=shared
Inaccettabile, mi siete davvero scaduti!
Io per sicurezza non mi lavo più.
OT @Gottardo: io per lavarmi i capelli uso da sempre il sapone; anche quello di Marsiglia eh, mica roba da riccastri; ovvio che non siano saponi corrosivi, ma la maggior parte non lo e’ comunque. Ho 50 anni, la testa pieni di capelli e giusto DUE bianchi. Sara’ sicuramente anche genetica, ma il fatto che tanti mi chiedano che “trattamento” io usi mi ha sempre fatto rispondere “boh. Il sapone?” Magari e’ quello!
…e magari il mio consiglio non impedira’ che i tuoi capelli siano come i miei, ma sai cosa? 100% risparmierai un bel po’ di soldi ;)
Ah ma mi rado a zero, faccio prima. Cosi che possa aspirare a diventare come il boss Nanni.
O mal che vada recitare in un Die hard, o in un “from Valverde with love” Che Travolta spostate.
Ora io non mi credo certo sto genio ad essere l’unico ad aver pensato a Vivarium, ma… questo manco ha trovato uno spunto così inedito nella sua presunta singolarità – anche se non ho visto il film quindi non so come lo sviluppa (e questo è il caso di citare Mara, la matrigna del protagonista di Ovosodo quando arriva la prima volta in casa e il babbo le dice “vieni, così ti fo vedere come siamo messi”: “Male, mi pare.”)