Sentite questa, che fa spaccare dal ridere. Fermatemi se la sapete già, eh? Ci sono un nero, un gay e un ebreo che entrano in un locale, ma nessuno ci fa caso perché dall’altra parte della strada c’è un tizio di nome JT Mollner che sta dicendo la cosa più problematica e inutilmente provocatoria che a una persona possa venire in mente di dire nel 2024.
Chi è JT Mollner, vi starete chiedendo, e non vi nascondo che me lo sono chiesto anch’io quando ho iniziato a scrivere questa frase. È un tipo. Ha diretto un po’ di corti negli anni 10, nel 2016 è uscito il suo primo lungometraggio, una cosetta western che non sembra aver visto nessuno, e prima ancora, se ho capito bene quello che dice la sua pagina di Wikipedia, lavorava alla “casa stregata di famiglia” a Las Vegas. Poi nel 2024 è uscito Strange Darling, e per circa una settimana è diventato il regista più chiacchierato da questo lato del Mississippi.
Strange Darlin è anche l’esordio alla fotografia dello scientologista/attore Giovanni Ribisi, che ha girato tutto in 35mm e non è affatto timido al riguardo, tant’è che il film si apre con un arrogantissimo quanto superfluo cartello che dice “questo film è girato interamente in 35 mm”. Io so quasi esclusivamente di gente che si è pisciata addosso dal ridere quando l’ha visto, ma contento lui…
Il cast è all’osso, a parte una manciata di comparse con poche battute, tutto è retto unicamente dai belli e bravi (non è sessista se lo dico di entrambi, vero?) Willa Fitzgerald e Kyle Gallner.
Lei ha fatto tantissima TV, era nella serie di MTV di Scream (non preoccupatevi se scoprite solo in questo momento che esiste, non vi siete persi niente), in La caduta della casa degli Usher di Mike Flanagan su Netflix e nella serie di Amazon di Reacher.
Di lui magari vi ricordate perché ha fatto Bart Allen/Flash in Smallville, nei bei tempi in cui fare cose di supereroi era ancora una roba di cui vergognarsi, ma soprattutto era Beaver di Veronica Mars, il nerdino timidino che poi si scopriva essere uno stupratore e omicida di massa perché era stato abusato e bullizzato da piccolo – una scelta narrativa che, oggi come allora, non ho paura di definire: opinabile. Poi è comparso con costanza in una quantità di horror più o meno belli fino ai recentissimi Scream del 2022 e la saga di Smile. Qualcuno addirittura lo chiama “scream king”, ma non noi.
Strange Darling, per arrivare al punto, è un bell’horror/thriller orgogliosamente indie (nonostante un budget di 10 milioni di dollari ed essere prodotto dalla Miramax – ma in fondo cos’è l’indie, se non far sapere a tutti che hai girato in 35mm e piazzare un paio di inquadrature in bianco e nero?), caratterizzato da una scansione temporale tutta matta che nasconde una sorta di, boh, sorpresa? Mistero? Colpo di scena? Chiamatelo come volete: una roba che ti viene svelata solo a un certo punto e ti fa dire “accipicchia, ma questo cambia tutto!” ed è il motivo per cui è praticamente impossibile dire altro senza fare spoiler.
Visto Strange Darling?
O anche: non ve ne frega niente di Strange Darling ma avete letto in giro delle polemiche e siete qui solo per sapere da che parte stiamo? Bene, iniziamo.
Partiamo dal fatto che a me sta cosa del “guardalo senza sapere niente” crea dei grossi problemi, ma è una faccenda tra me e la mia psicologa e, davvero, non voglio coinvolgervi. Ma in sostanza, se tu di un film mi dici “guardalo senza sapere niente”, ok, è un bel consiglio, ma INEVITABILMENTE lo guarderò chiedendomi “come mai non ne dovevo sapere niente?”, passando mentalmente in rassegna tutte le cose inaspettate che potrei aspettarmi. È il motivo per cui non riesco a guardare i film di Shyamalan, oltre al fatto che è un cane incapace: passo tutto il tempo a chiedermi quale sarà lo Shyamalan twist e va a finire che non mi godo né il film né il twist. Sì, io e la mia psicologa ci vediamo due volte la settimana, come avete fatto a indovinare?
Chiusa parentesi.
Il grande colpo di scena di Strange Darling, che non dico che lo indovini al minuto uno, eh, può benissimo succedere che lo indovini al minuti uno e mezzo, o se sei un po’ tonto come me anche al minuto due, è che la cattiva è la tipa – creditata semplicemente come The Lady – Willa Fitzgerald.
Capito che dritto, il JT Mollner?
Il film inizia con lei che scappa da Kyle Gallner – presentato nei titoli di testa come The Demon – tutto incazzato e col fucile, quindi pensi che sia la vittima di un uomo violento e passi la prima parte a fare il tifo per lei… e invece! E invece è una matta del cazzo super mega assassina seriale, Kyle Gallner è la vera vittima che se l’è vista bruttissima e adesso la sta inseguendo perché si vuole, comprensibilmente, vendicare. Pazzesco!
Serve davvero questa cosa?
Nel senso, tenere nascosta la vera identità dei personaggi e la vera natura del loro rapporto attraverso una scansione del tempo non lineare, rende davvero migliore il film? Diresti, se fossi il genere di persona che dice queste cose, che la struttura informa il racconto?
Io di solito vado matto per queste puttanate, ma in questo caso non ne sono tanto sicuro. Credo che Strange Darling sarebbe stato un thriller bello teso anche se avesse mostrato gli avvenimenti nel loro ordine cronologico, rivelando le vere intenzioni di The Lady, invece che a metà film, a, boh, un terzo. Non cambia davvero così tanto.
Anche perché, a ben guardare, il messaggio di fondo è una roba tipo che niente è come sembra. The Lady è una pazza assassina, ma forse agisce per un motivo – o quantomeno c’è qualcosa che non ci dice, che lascia intravedere solo nel finale. The Demon è senza ombra di dubbio la malcapitata vittima di una serial killer, ma un sacco di indizi suggeriscono che sia un tipo almeno un po’ losco (comunque è un poliziotto che pippa con disinvoltura e beve al volante, diciamo non proprio un paradigma di correttezza e valori cristiani, e, se siete il genere di persone che si formalizza per ‘ste cose, noterete anche che è pronto a fare sesso con una sconosciuta ma ha la fede al dito). Persino i due anziani che vivono in montagna, gli ottimi Barbara Hershey e Ed Begley Jr (per la cronaca, pure lui era in Veronica Mars), hanno un che di sinistro – guardate anche solo come cazzo mangiano!
Insomma, il film è già tutto lì: cattivo, violento, un gioco al gatto col topo tra due psicotici che a un certo punto si scambiano i ruoli. L’unico motivo per dividerlo in capitoli da mandare in ordine sparso, mi sembra, è che Mollner ci teneva davvero tanto a fare la Tarantinata. (Nota per i posteri: le citazioni a Tarantino nel corso del film non si contano, e infatti non le ho contate, ma ce ne sono un botto.) Ha voluto fare il figo e ha finito per crearsi una gabbia di cui non aveva bisogno. C’è di buono che, proprio perché il twist e la cronologia pazzerella non sono davvero così rilevanti, Strange Darling funziona anche a una seconda visione, anche già sapendo tutto quello che sta per succedere.
Ma adesso basta cazzate.
Voi non volete sapere se il film è bello, voi volete sapere perché la gente litiga su internet. E chi sono io per privarvi di questa gioia.
Praticamente: Strange Darling affronta molto esplicitamente – e intendo proprio che c’è una lunga scena in cui i due protagonisti se lo dicono ad alta voce prima di andare in un motel a scopare – una serie di temi diciamo “caldi”, come il consenso, la violenza di genere, i rapporti di potere all’interno di una coppia, il desiderio femminile, l’importanza di distinguere tra fantasia e realtà. E dice cose che sappiamo essere giuste, sacrosante, tipo che voler mettere in pratica fantasie magari un po’ estreme non fa di te una troia o una che “se la va a cercare”. Che il mondo delle relazioni, specie se occasionali, è irto di pericoli e se sei una donna ti devi preoccupare di un tot di cose in più, non ultimo di non essere fatta a pezzi da uno che non sa accettare un no. O che la responsabilità di creare una situazione e un ambiente sicuri, che tu lo voglia o no, ricade su di te, si proprio te, maschio etero cis lettore dei 400 calci, che non faresti mai del male alla ragazza con cui hai matchato su Tinder, ma questo lei non lo sa, e se dovesse basarsi sulle statistiche non uscirebbe più di casa, quindi, porca miseria, per cortesia, fai uno sforzo e non farla sentire come se avesse un appuntamento con Patrick Bateman.
Dov’ero rimasto?
Ah sì, in pratica il film dopo averti fatto una testa così sul fatto che il punto di vista delle donne va compreso e rispettato, ti dice “ah ah sei proprio un coglione se lo fai davvero”. Più precisamente ti dice “occhio però, che magari là fuori c’è una donna serial killer che aspetta solo che tu abbassi la guardia per fregarti”.
A me Strange Darling è piaciuto, ma non è che non capisca perché un tot di gente si è incazzata.
Senza stare ad aprire una parentesi potenzialmente infinita su cos’è l’horror, dov’è l’horror e perché l’horror, credo possiamo tutti concordare che tra i compiti dell’horror ci sia mettere in scena paure inconfessabili, dare voce a fantasie pruriginose e fare domande sgradevoli. La domanda che fa Strange Darling è molto sgradevole. È “e se le donne approfittassero del Me Too per fare del male agli uomini?”. No, è peggio ancora, la domanda che fa Strange Darling è “e se IO, uomo, che sono bravo, sensibile, accomodante, FEMMINISTA, che credo alle donne, che le rispetto e le difendo e mi faccio in quattro per i loro diritti, che mi sforzo di reprimere i miei istinti più bassi e addirittura mi lavo prima di un rapporto sessuale – se io, DOPO TUTTO ‘STO SBATTIMENTO DI RISPETTARE ‘STE CAZZO DI DONNE – venissi fregato proprio da una donna?”.
È una domanda piuttosto antipatica, ma non è, SECONDO ME, intrinsecamente sbagliata. Voglio dire, descrive una paura maschile un po’ ridicola ma molto attuale e molto diffusa, che nella finzione del cinema ha tutto il diritto di essere esplorata.
Poi, a patto che il film non dica delle cazzate proprio madornali, sta al pubblico decidere cosa farci. Se parti prevenuto, se hai già deciso che le donne sono stronze manipolatrici e il Me Too è una cospirazione per rovinare gli uomini, questo film non potrà che darti ragione (ma non è che avevi bisogno di Strange Darling per questo). Se al contrario non hai il cervello proprio pieno di merda, ti godi lo spettacolo di questa situazione paradossale portata alle estreme conseguenze. Magari rifletti su come ti fa sentire vedere il più classico degli scenari horror a ruoli invertiti, esorcizzi/sublimi quelle fantasie femdom di cui un po’ ti vergogni e vai a letto tra il turbato e l’eccitato.
Questo almeno vale fino alla scena degli sbirri, lì onestamente non so che cazzo sia successo ma direi un caso grave di cattiva scrittura.
Riassumo per i distratti? A un certo punto, con un cadavere tra le mani e la polizia che sta arrivando, la nostra protagonista pensa di cavarsi dai pasticci facendo quello che fanno di solito le donne in questi casi: accusa un uomo innocente di averla violentata. I poliziotti arrivano sul posto, sono un maschio e una femmina. Al maschio la situa non quadra (non perché è misogino, eh, ma perché fa questo lavoro da molti anni, ci tiene a precisare), mantiene il sangue freddo e dice una cosa tipo “dobbiamo accertarci che sia andata davvero così, è il protocollo”. La femmina non capisce più un cazzo, è preda delle emozioni (si sa come sono le femmine) e se lo mangia vivo: “come ti permetti, sei un maschilista, bisogna sempre credere alle donne”. Lui alla fine abbozza, perché di questi tempi, sai com’è, non si può più dire niente. Si fida, controvoglia, della tipa che dice di essere stata violentata. Cinque minuti dopo sarà morto.
Ora io sono anche disposto a credere che questa gli sia uscita male. Che voleva fare una cosa alla Craig Zahler e sul più bello si è accorto che Craig Zahler è uno scrittore molto migliore di così (ed è comunque un pirla). Ma se è vero che l’intero film cammina sul filo sottile che separa “provocazione” da “manifesto incel”, questo è il momento in cui Mollner perde l’equilibrio e cade su un morbido cuscino pieno di pillole rosse. Fatico a credere che non ci fosse un modo un po’ meno stronzo per arrivare alle stesse conclusioni, per portare la storia verso la stessa amara conclusione. Ma magari JT Mollner non l’ha trovato. Magari Jt Mollner è semplicemente un coglione.
Lo “salva” tutto il resto, perché sì, se potessimo rimuovere chirurgicamente quella manciata di minuti che mi fanno venire il nervoso, resterebbe un bel film – più furbo che intelligente, ma un bel film. La coloratissima, stilosissima fotografia di Giovanni Ribisi (che non so se lo sapete, ma ha girato tutto in 35mm), il gran ritmo, la tensione, le scelte non scontate della messa in scena, l’ottima interpretazione dei due protagonisti e in particolare di Willa Fitzgerald, che dà vita a una villain memorabile, spaventosa e irredimibile. Però madonna, che coglione.
Blu-ray quote:
“La rossa rapisce, la bionda colpisce, l’incel gioisce”
Quantum Tarantino, i400calci.com
mmm… vabbè.
Comunque se coso, lì, Molinari fosse stato serio e “committed to the cause” avrebbe preso Charlotte Kirk come protagonista, pochi cazzi (*wink wink*)
Alla fine della lettura ho pensato a “Barbarian”, film che ho visto 2 mesi fa, anche in quel caso indie horror che riflette su tutta una serie di temi caldi per il periodo e che gioca con le dinamiche solite del genere.
chissà com’è che lo stronzo che recensiste ste robe è sempre lo stesso
Perché quello “stronzo” è il migliore nel destreggiarsi tra pseudo polemiche in tali film, e lo scrivo con sincera stima
vieni qua che ti faccio l’amore degli uomini
“È il motivo per cui non riesco a guardare i film di Shyamalan, oltre al fatto che è un cane incapace”
Grazie, grazie infinite, I’m just a hole sir, ora torno su a leggere il resto.
Questo film mi intriga, ne ho sentito parlare sempre bene. Quanto Willa Fitzgerald, l’ho ammirata nelle serie di Flanagan, sono contento che abbia un ruolo da protagonista perché secondo me è molto brava (soprattutto a fare la bella stronza).
Ah, Willa sarebbe Roscoe! Brava brava.
La prima stagione di Reacher effettivamente è sia bella che fedele al libro, come si dice in giro. Magari poi mi guarderò anche la stagione 3 basata su Persuader.
Visto prima di leggere cotanta recensione che mi trova d’accordo su tutto, soprattutto sulle poverata della scena con gli sbirri in macchina, ma gliela perdono perché il resto è IMHO molto figo. Incluse le scene di Menare e il fatto che nessuno dei due sia messo in condizione di fare la figura del paciocco nell’affrontare le situazioni. Godibilissimo senza nervoso
Che coglione leccaculo come sempre, un colpo al cerchio due alla botte, tanto per lisciare il pelo alle obbligate convenzioni “progressiste” di oggi. E quel che è peggio volete anche passare tanto per i più fighi “cool” dell’internet, per usare i vostri assurdi termini anglofili e di moda tipo “incel” o metoo. Orribili da leggere in una recensione a ogni frase, quando c’è sicuramente un termine italiano equivalente, ma “sfigato” per quelli come te. Ma forse è più irrimediabilmente “sfigato” chi sente la necessità di buttare via soldi ad una cosa totalmente ridicola come una seduta di psicoterapia. Ovviamente questa recensione non verra pubblicata cari custodi della discussione e delle opinioni estreme solo se non sono scomode, ma almeno la leggi te e i tuoi leccaculo da tastiera. Ossequi
Dispiace che effettivamente mi pare che tu legga solo in diagonale le recensione. Magari se fai uno sforzo supplementare (ancorché piccolo) potresti fruire meglio di film e direcensione. Potresti anche imparare a essere in disaccordo senza necessariamente fare il leone da tastiera. Ma sentiti pure libero
A me è piaciuto un botto, nel premere sul pedale per tutto il tempo e portare a casa l’ottimo risultato in soli 90 minuti.
Sulle scena con le guardie, concordo, però è bilanciata da quella con l’altra signora del finale, quindi secondo me, recupera
Proprio per l’effetto “motefacciovede”, il twist lo avevo intuito molto presto e l’ordine temporale pazzarello anche secondo me non era necessario, ma va bhe…ecco solo una cosa non mi è piaciuta : il possibile motivo per cui the lady agisce in quel modo…lì si potevano sforzare un pò di più…Solo a me Kyle Gallner (ottimo qui) ricorda un tom hardy del discount? un bronson con i capelli?
Ho pensato anche io a Bronson guardandolo
Possibilità di distribuzione in italia? Senno mi fiondo su torrent appena possibile
l’esordio del 2016 che nessuno sembra aver visto, Outlaws and angels, è una bel mortaretto nelle mutande che sta una manciata di spanne sopra questo, che pure non m’è spiaciuto. mi sento incline al consiglio spassionato.
Confermo.
Filmone. Sorta di gemello perverso di Hateful Eight (girati in contemporanea).
io avevo una mezza idea di recuperarlo, ma il fatto che il protagonista sia quel cane di chad michael murray mi impedisce di prenderlo sul serio
Quando pensi di aver giustiziato un regista con una frecensione e ti ruga che nei commenti qualcuno consigli un altro suo film e tu ti inventi la scusa passiva aggressiva per far sapere che comunque non lo vredai e “gne gne gne”…
tommaso innanzitutto ti calmi
E c’hai ragione.
La frecciatina voleva essere una frecciatina, ma rileggendomi suona più astiosa di quello che voleva essere.
Sono tra quelli che questo film ha fatto incazzare. Alla scena degli sbirri (che secondo me svela perfettamente il retropensiero dello sceneggiatore come un povero incel), ci aggiungiamo anche il “tratto da una storia vera” che capisco passi in secondo piano rispetto alla hipsterata del “tutto girato in 35mm”… col dettaglio che sto film è tratto da una storia vera come una banconota da 7 euro, marca davvero male.
E mi ha fatto rosicare, perché un thriller così tirato teso e asciutto l’avrei voluto amare, ma se chi l’ha scritto cerca di infilarmi in gola la retorica di 4chan, finisce che mi va di traverso.
alla prima visione non ci ho minimamente fatto caso perché dopo 5 minuti me l’ero già dimenticato, ma alla seconda il cartello iniziale che ti dice “questa è una ricostruzione di fatti veramente accaduti grazie alle testimonianze raccolte ecc ecc” mi ha soprattutto lasciato perplesso. primo: non capisco veramente a che pro usare questo strattagemma, cosa aggiunga alla storia dire “tratto da una storia vera”. secondo: facciamo finta di sì, come può questo film essere una ricostruzione, se alla fine della storia nessuno è vivo per raccontarla?
è una specie di inside joke? o sono soltanto stupidi?
Mi pare abbastanza chiaramente un (ulteriore) espediente per far credere che il serial killer sia un uomo, dato che un serial killer donna di quel tipo nella realtà non è mai esistito.
Be’, sicuramente il film è romanzato, ma i fatti inscenati mi sembra abbiano ben più di una cosa in comune con quelli veri della storia citata come fonte d’ispirazione:
https://it.wikipedia.org/wiki/Aileen_Wuornos
Rispetto il tuo punto di vista, forse visto che a me piace godermi il film non sto sempre li a cercare un retropensiero. A me è sembrato solo un esercizio carino e solo vagamente provocatorio. Diciamo che dal mio punto di vista forse dare piu peso di quello che ha a un film del genere te ne preclude la godibilita di una buona parte.
La fiera del pensiero incel, anche no grazie :/
Questo commento contiene SPOILER.
L’ho visto principalmente perché ero curioso e perché volevo leggere la recensione senza spoilerarmelo (l’ordine delle motivazioni potrebbe essere invertito), e devo dire che mi è piaciuto e non mi ha fatto incazzare. Il “colpo di scena” si intuiva, anche solo nel momento in cui si vede che ha una specie di nascondiglio nel bosco (o almeno io l’ho vista così, poi magari ha trovato roba a culo al primo albero dietro cui si nasconde), ma i modi in cui frega le vittime non li ho visti come un messaggio “visto che le donne sono stronze?” ma come un “questo personaggio è stronzo”: poi magari il suo messaggio voleva essere incel al 100%, ma ha costruito un film che funziona anche spegnendo il cervello e non facendosi mille retropensieri su “cosa avrà voluto dire?”
Magari voleva dire semplicemente che, in un mondo paritario, ci sta che vieni fregato anche se sei grande e grosso, e il fatto che tu sia grande e grosso (e adultero) non impedisce che tu sia gentile, e il fatto che tu sia gentile non significa automaticamente finire come il protagonista maschile. Tutte le letture possono essere corrette, io ci ho visto solo un film di scelte sbagliate fatte per motivi sacrosanti.
(Certo che però l’agente Gomez di Breaking Bad poteva lasciarlo vivo)
Mi aggiungo alla schiera degli incazzati. Come già dissi ad Andrea altrove (twitter?) Io non credo alla bontà ma penso che il regista o sia un Incel o semplicemente un provocatore che va a fare cose solo per creare contrasto per elevare il film in un modo pessimo, come gli articoli clickbait di repubblica che nessuno legge ma con delle illazioni tali da generare una serie di commenti infiniti di coglioni. Bella la copertima ma anche no.
e se ti ricordi quando ne avevamo parlato all’epoca, io ero molto più garantista di così. già alla seconda visione sono diventato più critico, forse ora della quarta lo cerco per menarlo
@Quantum Tarantino e gli altri incelfobici da parte di un misincel*: non mi vergogno a dire che considero Cannibali Holocaust un film straordinario, del resto nessuno si mette poi a darmi del razzista. Posso dire che Strange Darling è un buon film senza temere che qualcuno mi dia dell’ incel? Bellissima rece come tutte quelle di Quantum, bellissimi voi che siete fancalcisti, ma ragazzi darsi una calmata? 🤣
grazie per la domanda, a me cannibal holocaust mette molto a disagio per la violenza sugli animali, ma nessuno mi ha accusato per questo di essere lesbica.
su strange darling, credo di aver detto, tra le righe, che a me è piaciuto, quindi direi che sei al sicuro anche in questo caso.
*”incelhater”?
FINTO OT (ho cercato, non ho capito, chiedo a voi): qual’e’ la differenza tra misogino e incel? E’ solo una moda passeggera o c’e’ effettivamente una sfumatura diversa, tipo “misogini che non vogliono definirsi tali” o che so io? Con due cose sono d’accordo coL nostrO presidente del consiglio, e una e’ promuovere l’italiano a lingua per noi preferibile quando non c’e’ bisogno di usarne una straniera che non aggiunge nulla a un suo preesistente corrispettivo italiano.
PS l’altra cosa (specifico perche’ non si sa mai) e’ il suo diritto a chiedere di essere chiamata IL presidente del consiglio. Cioe’, avremmo tutti il diritto a chiedere di essere definiti in base alle nostre scelte linguistiche TRANNE Giorgia Meloni? Ma perche’? Non dovrebbero essere cazzi suoi, come per tutti gli altri? Boh.
sig.hugo@gmail.com
Ciao! È molto strano che tu non abbia trovato la differenza tra “misogino” e “incel” sull’internet, perché è molto marcata, abbastanza risaputa e delineata dalle parole stesse. Misogino è colui che genericamente odia le donne. “Incel” è specificatamente, più strettamente, l’abbreviazione di “celibe involontario”, e indica coloro che non fanno sesso e sono convinti che ciò sia. totalmente colpa delle donne che hanno standard troppo alti, o sono sceme, o altre scuse che si inventano ma che comunque derivano sempre delle donne che di conseguenza passano il tempo quando va bene a odiare, quando va male a minacciare – nei casi più estremi persino con azioni pianificate in gruppi online tra consimili. Se ti ci vuoi addentrare (e non te lo sto affatto consigliando) trovi cose davvero incredibili. Per quanto riguarda Giorgia Meloni, la risposta breve è che il suo ruolo istituzionale rende certe scelte assolutamente politiche e non personali, per cui è una faccenda delicata, quando si ha un megafono si ha una responsabilità ecc… ecc… E ovviamente questo non è lo spazio più consono per la risposta più lunga, per cui nel caso se ti interessa discuterne n.cobretti@i400calci.com.
Ne ha parlato Gianluca Nicoletti proprio nella puntata di ieri 11/12/2024 di Melog su Radio 24.
Trovi il podcast qui
https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/melog