Mi rendo conto che non vi aspettavate una recensione tardiva di Kraven il cacciatore, ma mi hanno fatto conoscere questo filosofo… no aspettate, questa storia ve l’ho già raccontata.
Venite bambini, venite ad assistere al macabro spettacolo di un progetto che muore in diretta!
SIGLA (o meglio, riassunto della recensione in forma di metafora):
David Lynch ha detto una quantità inesauribile di cose sagge nella vita. Ne ha dette talmente tante, e tutte più o meno attorno al tema dell’integrità artistica e del senso del cinema, che – garantito – non manca molto prima che vediate sui social tutta una serie di aforismi attribuiti a lui che in realtà non ha detto. Lo dò per scontato. Entrerà presto nel ristretto club, capeggiato da Jim Morrison, di personaggi a cui viene continuamente attribuita qualsiasi cosa di cui non si conosce o ricorda il vero autore. Come Voltaire, Osho, e più recentemente Robin Williams. Preparatevi. “I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli – David Lynch”.
Ma finché è tutto ancora tristemente fresco e siamo ancora in grado di distinguere le cose che ha detto davvero, citiamo questa: “Se fallisci seguendo i tuoi principi di artista muori una volta, se fallisci seguendo i principi di qualcun altro muori due volte”.
O meglio: siamo davvero sicuri che l’abbia detto? Tecnicamente no, è Russell Brand che giura che questa frase gli sia stata detta da Lynch in privato, e tanto mi basta, perché sarà pure la definizione da dizionario di “perle ai porci” ma è sicuramente meglio che pensare che tanta sapienza venga direttamente dalla mente sbriciolata di Russell Brand – fosse così, sinceramente, strano che non se ne vanti in prima persona.
Il succo è: Kraven il cacciatore è il mesto spettacolo di J.C. Chandor – solido e interessante autore di Margin Call, All Is Lost, A Most Violent Year e Triple Frontier – che muore due volte.

Sono una persona semplice: scrivo un pezzo su Aaron Taylor-Johnson, metto la scena in cui lui caga in veranda in Animali notturni
Sulla carta, coinvolgere J.C. Chandor sembrava proprio la mossa con cui la Sony voleva rispondere alle critiche ai film precedenti dello sfavillante Sony CineComic Universe. “Ah sì, critici della malora? Non vi è piaciuto Venom? Non vi è piaciuto Morbius? Nemmeno – addirittura – Madame Web??? Mo’ chiamiamo uno che finora non ha sbagliato niente, e vediamo se avrete da ridire!”.
Ci credevano. Ci credevano al punto che il film doveva uscire a fine 2023 e, pur di promuoverlo bene, avevano deciso di spostarlo per toglierlo dall’inghippo dei vari scioperi. Avevano deciso di spostarlo a un anno dopo. Avevano pure il tempo di dargli una sistematina, ce ne fosse stato bisogno.
E invece cos’è successo nel 2024?
È successo che Madame Web non è passato indifferente, come tanti sotto sotto speravano vista l’impossibilità di aspirare a miracoli, ma ha proprio fatto – passatemi il termine tecnico settoriale – una figura demmerda, riportando l’evoluzione dei cinefumetti indietro ai più tragici anni ‘90. È stato l’equivalente di tirare un dado da 20 e fare 1. Il peggior incasso di un film di supereroi nell’era post-Iron Man.
Ora: io non penso che la gente si sia stufata dei film di supereroi. Penso solo che gli studios stiano giocando al ribasso, e che la gente si sia stufata di questa fascia bassa prodotta in serie che ci viene spacciata come degna di attenzione. Se non ci piace la pizza surgelata fatta con la mozzarella chimica, che comunque per un po’ abbiamo ingoiato per fiducia, non vuol dire che ci siamo stancati della pizza: smettete, porcomondo, di offrirci quella surgelata. Sapete qual è il punto? È che Madame Web – due ore in compagnia di un personaggio che conoscono in tre, che raccontano di quando ancora non aveva acquisito le caratteristiche per cui quei tre lo conoscono – ha comunque incassato 100 milioni. Non sono abbastanza per recuperare l’investimento (incredibile a dirsi), ma non sono affatto pochi. Sono più di quanti ne abbia incassati ad esempio il chiacchieratissimo, in positivo, Challengers di Guadagnino. Mantenete le cose in prospettiva.

Ti ricordi signò?
Per Kraven avevano avuto lo schizzo di ispirazione di affidarsi a un regista serio e consolidato, ma il resto proseguiva sullo stesso solco del ritorno agli anni ‘90. Ve li ricordate? Ve li abbiamo descritti. Erano quelli in cui si pigliava una “proprietà intellettuale” e poi si ribaltava tutto per venderla a quelli a cui non interessava.
Scordatevi il Kraven dei fumetti originali, un cacciatore brutto, grezzo, senza superpoteri se non una specie di super-steroidi che si iniettava ogni tanto. Un personaggio che nel ‘64 richiamava ancora certe avventure classiche, e che era stato caratterizzato con un’ossessione per l’Uomo Ragno, che voleva catturare per pura soddisfazione personale – cosa che lo rendeva una specie di precursore umano dell’alieno di Predator. Da bambino mi piaceva: il look era come se il cattivo di Commando fosse stato vestito da domatore di leoni per il Circo Barnum, ma aveva personalità. Oggi non trasmette esattamente le stesse suggestioni.
Lo scopo della Sony quindi, ricapitolando, è:
- prendere un personaggio secondario dell’Uomo Ragno che pochi conoscono/ricordano;
- levarlo dal contesto dell’Uomo Ragno;
- venderlo a un pubblico a cui non interessa, anche a costo di alienarsi il pubblico a cui interessa.
La prima mossa è farlo interpretare a un fotomodello come Aaron Taylor-Johnson. Vi rendete conto che Aaron Taylor-Johnson da giovane era Kick Ass? È come scoprire che Steve Urkel è diventato Michael B. Jordan.
La seconda mossa è appioppargli origini supereroistiche e i costanti poteri sovrannaturali degli animali della giungla, e trasformarlo in una specie di Punisher che cerca e ammazza criminali.
La terza non è male, ma dovete tenervi stretti perché sto per dire una parolaccia che potrebbe urtare le vostre sensibili orecchie e neutralizzare i vostri potenti muscoli: parlare di… attenzione, sedetevi… mascolinità tossica. La trama vede Russell Crowe nei panni di Lezione Morale Kravinoff che cresce il piccolo Sergei e il fratellastro Dimitri con i rigidi dettami del vero maschio delle barzellette. Sergei non è convinto: suo padre non è esattamente Alexander Nevsky, ma un banale trafficante di droga. Dimitri è ancora meno convinto, perché il suo vero sogno è diventare l’Ed Sheeran russo. Vent’anni fa il film sarebbe stato su di lui, si sarebbe chiamato Billy Elliottsky, e avrebbe vinto tre Oscar. Qui invece è Sergei a staccarsi dalla famiglia e seguire il nuovo percorso professionale di super-vigilante. Quando Dimitri viene rapito da un eccentrico milionario che si è comprato una versione pacco di The Substance che lo trasforma in rinoceronte, inizia la missione che lo porterà a compiere l’arco emozionale che va dal punto A al punto B ecc… ecc… le solite cose che potete immaginarvi.

Cucù!
J.C. Chandor fa quello per cui è stato chiamato: rispetto ai precedenti film Sony dà un’aggiustata alla parte narrativa, pulisce l’impostazione, racconta le sue cose con calma e dimostra attenzione e cura come gli altri film del franchise non avevano fatto.
Tutto questo nelle scene che non contano.
Il problema consiste nel fatto che tutto ciò non basta a rendere il film interessante. È una storia che abbiamo visto miliardi di volte, con piccole varianti che non sono sufficienti a renderla davvero distintiva, e qualche sparuto tocco di personalità che la rende a malapena dignitosa, mai intrigante. È un film stanco e disperato, che concentra i suoi sforzi nel rendere presentabile materiale scadente e di seconda/terza mano.
J.C. Chandor fa la figura dell’ottimo e consolidato allenatore chiamato a dirigere una pessima squadra, a cui viene concesso di tirarsi dietro qualche gregario di fiducia (Alessandro Nivola) ma che viene forzato a mantenere il modulo degli allenatori precedenti nonostante visibilmente non gli si addica. Un piano non intelligentissimo, e davvero triste a vedersi.
Tutto poi si affloscia definitivamente quando arrivano le scene d’azione, dove in teoria Chandor dovrebbe farsi da parte e far giocare gli esperti: fatta però eccezione per la prima, dove vediamo Kraven sbarazzarsi di qualche scagnozzo in modo gustosamente animalesco (niente che Logan non abbia comunque già fatto meglio), è dove il film dovrebbe scatenarsi e invece si affloscia, azzoppato fra le altre cose da effetti speciali approssimativi e un Rhino francamente umiliante.
Per via del modo paradossale in cui funziona l’arte, è quindi contemporaneamente il migliore e il peggiore film della Sony: quello dalla confezione più dignitosa, ma anche quello meno interessante e memorabile.

Lo stato delle cose
Kraven è uscito quando era già chiaro che il CineUniverso Sony non aveva speranza: vista l’accoglienza disastrosa a Madame Web, che già seguiva la memorabile figuraccia di Morbius e il terzo capitolo di Venom che sembrava deporre le armi per tutti rimangiandosi i collegamenti a Spider-Man che aveva precedentemente suggerito, era talmente chiaro che un film del genere non avrebbe risollevato le sorti di un bel niente che nessuno si è disturbato a contrastare le voci che il franchise finiva qui.
Questo audiovisivo narrativo di due ore, comprensivo del goffo tempismo con cui esce, si configura quindi come una lenta agonia: un autobus mezzo scassato che viaggia al rallentatore verso un burrone che vede bene ma che non può evitare. Il finale che apre la porta a un immaginario sequel introducendo – SPOILER di un film che non verrà mai girato – la trasformazione di Dimitri in Chameleon – fine del finto SPOILER – è inutile e straziante quanto vedere un impiegato cercare di arruffianarsi il capo a licenziamento già firmato e imbucato. La sentenza finale è arrivata dal botteghino: se l’incasso di Madame Web aveva già segnato un preoccupante record negativo, questo si è fermato addirittura alla metà.
Kraven il cacciatore ci lascia quindi con un’eredità spettacolare: un franchise di sei film – SEI – interamente incentrati su personaggi secondari delle storie dell’Uomo Ragno che non incontrano mai l’Uomo Ragno. Praticamente Aspettando Godot, in sei capitoli da due ore l’uno, ma coi superpoteri. E il grande pubblico ci è cascato per quasi tutti. Potete raccontarlo ai vostri nipoti.
Streaming-quote:
“Tecnicamente, è uno snuff”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Rhino sembra La Cosa diventanto suo malgrado single.
In francese “malgré lui”
ANGRY RHINOOOOOOO!!!!!
Kraven era uno dei bad guys più pallosi e fuori tempo massimo della serie animata anni 90 che guardavo tornato dalle elementari … ottima idea farci un film.
Peccato per il regista perchè Triple Frontier era una perla rara del cestone Netflix.
L’ultima caccia di Kraven è uno dei capolavori della storia dei fumetti, il senso lo ha eccome.
Dove hai letto fumetti?
Un progetto del genere era già segnato dall’inizio, cioè l’idea del cazzo di prendere dei villain di Spiderman e farci dei film e farli passare tipo x buoni.
Ok Venom ci poteva stare, anche nei fumetti è passato da Villain a eroe, ma gli altri?
Piuttosto prendi degli altri side characters, tipo il clone di Spiderman Ben Relly o gli altri mille cloni che ha, oppure che ne so Spiderwoman piuttosto che Madame Web che boh è veramente un personaggio che penso nn abbia nemmeno un fan, è pure un’anziana.
Poi c’è tutto il resto, tipo la sciatteria nel realizzarli, ma quello già si è visto…
Condivido in pieno
Mah, il mio rapporto coi film del Sonyverse è abbastanza conflittuale.
Nel senso che, chiariamolo, sono filmetti. Ma sono filmetti né più né meno del 90% dei film di supereroi MCU e DC Universe. Però quelli della Sony non si sa perché vengono massacrati da critici e fans con un veleno che faccio fatica a spiegarmi, da gente che consuma e difende ogni monnezza made in Disney/Marvel. Quindi quasi quasi i film della Sony fanno il giro e mi diventano simpatici
Boh per me nonostante che sia pur vero che i film Marvel/ Disney siano filmetti e di fatti spesso li ho visti contro voglia e post endgame ho saltato quasi tutto ritengo che i film Sony riescano tutti a fare peggio. Ho per esempio visto i primi 2 Venom a casa, il secondo era talmente brutto che nemmeno ce l’ho fatta a finirlo. A me pare proprio che Sony abbia scelto i peggio registi e sceneggiatori sulla piazza roba che a momenti avrei preferito uwe Boll.
Madame Web ha fatto sì 100 milioni di incasso e non è rientrato nei costi, ma quanto hanno speso per la campagna promozionale? E Challengers quanti ne ha spesi per il marketing? Voglio dire: non credo che Madame Web sia poi andato così bene rispetto al film di Guadagnino.
@Capo Ufficio Pacchi: Il discorso ovviamente non è “Madame Web ha fatto meglio di Challengers” perché non è vero da praticamente tutti i punti di vista, a partire appunto da spese e obiettivi. Il discorso è che un film di supereroi su un personaggio che nessuno conosce, con una storia che non ha senso, una realizzazione incidentata e un passaparola tra i peggiori degli ultimi anni, ha attirato in sala una quantità a dir poco sorprendente di gente disponibile a dargli comunque una possibilità.
Ma sicuramente si sono pentiti quasi tutti :-)
Eppure…starò invecchiando male…ma alla fine l’ho visto al cinema con mio figlio ed è stato molto meno peggio di quel che potessi immaginare. In poche parole…non l’ho butto via del tutto (complice forse il fatto che la mia eterosessualità vacilla un poco quando c’è sullo schermo Aaron Taylor-Johnson?).
Battute a parte…mi è piaciuto.
Grazie, siete gli UNICI che mi è capitato di leggere e sentire su questo film (di cui non mi frega nulla, ma mi diverte sentir parlare dei disastri annunciati) che inquadrano come si deve il ruolo e la figura di JC Chandor. Uno dei registi dello scorso decennio su cui puntavo di più e che ha perso come minimo sette – otto anni di vita dietro ‘sta puttanata. (Scemo anche lui, eh. Spero almeno ci si sia fatto la villa con piscina.)
Infatti, lode ai Calci e al loro capo!
Qui finalmente leggo una analisi obiettiva ❤️
Una voglia di dire qualcosa di più approfondito, con la consueta accessibilità e semplicità ❤️
Sparare merda su questo film è più una moda che una scelta obiettiva. Non che il film non se lo meriti, ma ha dei pregi oggettivi che nessuno si è preso la briga di illustrare, a parte i Calci, da quello che so.
L’immagine di copertina sembra il finale di Conan ma con più blue steel. Mi ricorda una famosa perla:
“L’importante nella vita non è sedurre ma essere seduti.”
– David Lynch.
XD XD XD XD
JC ora hai incassato un lauto stipendio. prendi e torna alle cose tue.
Boh, stranamente questo son riuscito a guardarlo dall’inizio alla fine. Volevo quasi applaudire quando Dimitri prova a cantare Changes, ma è tipo uno spezzone di due secondi e basta.
C’è da dire che penso questo Kraven sia anche stato penalizzato dal fatto che in questi anni è tutt’altro che un personaggio dimenticato:
Kraven era il cattivo principale del videogioco spider man 2 per ps5 del 2023.
Per dire è in videogioco che ha avuto solo un minimo minimo successo: 2,5 milioni di copie vendute al lancio; 10 milioni dopo 4 mesi; uno dei vg più venduti di sempre, se non IL, tra quelli first party di sony.
Oltre a ciò, il recepimento è stato più che buono, in una storia che coniuga la caccia di kraven con molti altri super buoni e cattivi che bazzicano new york e soprattutto l’arco del costume nero / simbionte / venom.
Insomma una storia pazzesca.
A cui nessuno di questi film, per quanto sempre targati sony, può nemmeno allacciare le scarpe…
Io kraven (film) lo aspetto tranquillamente su prime, così come è stato per madame web.
> Kraven era il cattivo principale del videogioco spider man 2 per ps5 del 2023
Era ovviamente tutto coordinato con il film che sarebbe dovuto uscire in corrispondenza
Oddio, “coordinato” è un termine molto forte: anche fossero usciti lo stesso anno, l’enorme divario e differenza narrativa sarebbero pesati comunque.
Da quello che leggo nella recensione il Kraven videoludico è più dalle parti del padre Kravinoff, che non di quelle di Sergei: tant’è che c’è pure una storyline secondaria che prevede il coinvolgimento dei figli, tra quelli più e quelli meno riluttanti, in una sorta di “scontro fratricida (Il più forte dovrà in fine. Tra tutti trionfar)”.
E’ inoltre un cattivo irredimibile, che caccia criminali, eroi o chiunque abbia sviluppato un potere sovraumano.
Per fortuna che il coordinamento è saltato, perché la confusione generata tra le due opere sarebbe stata forse pure a detrimento di quell’opera che invece si è rivelata di successo.
hahahahaha – cosa che comunque non mi stupisce (sto aspettando che Spider-Man 2 cali di prezzo per PS5…)
Eppure a sentire alcuni appassionati di spiderman “l’ultima cacca di kraven” è tra le migliori storie di spiderman di sempre. Tutto sommato mi sembra un personaggio su cui si possa costruire un bel film ma probabilmente che non ha le caratteristiche per farlo protagonista a meno di non fare un action dalle tinte splatter senza velleità di trama attorno a qualche sua caccia.
Una versione a mio avviso molto ben fatta del personaggio è nella serie ad audible Marvel wastelanders: star lord. Cattivo, violento, estremamente forte fisicamente ma senza super poteri..
E comunque sto kraven come madame web hanno incassato in Italia più di Dampyr…che ok che pure quello sia un film con numerosi limiti specie nelle scene action ma è sicuramente meglio di mw e in qualche punto osa perfino (tipo nel rappresentare scene di villaggi distrutti dalla guerra) e tutto sommato è il primo tentativo di sbe.
Kraven cacchio è il sesto con alle spalle Sony ed in parte Marvel, mica pizza fichi come direbbe David lynch.
Sto ridendo da un quarto d’ora per “L’ultima cacca di Kraven”

Al di là della sciatteria di questi film, a me piacerebbe conoscere i criteri che hanno portato chi li ha concepiti a scegliere proprio questi personaggi.
Ok, per Venom, che è un personaggio obbiettivamente figo e che ha una sua storia fumettistica autonoma a cui attingere. Passi, in parte, per Morbius, che c’è l’eterno fascino del vampiro, eccetera. Ma Madame Web? A chi cavolo pensavano potesse interessare? E poi Kraven: tra tutti i nemici storici dell’Uomo Ragno quello invecchiato peggio
Kraven è il nemico storico invecchiato peggio, non a caso l’ultimo ad essere rimasto libero, preso (immagino) appunto perché ultimo storico rimasto libero. Ma dalla sceneggiatura che ne hanno tratto è chiaro che non sapevano veramente cosa farsene. Madame Web invece rimarrà un mistero per sempre.
Posso dire una cosa brutta? Secondo me hanno potuto su Madame Web pensando che avrebbe funzionato riempiendolo di gnocca. Solo che poi hanno avuto paura e non hanno premuto forte sul pedale del sessismo.
puntato, non potuto, scusate.
Sulla carta (espressione qui con multipli strati), fare un film su quei personaggi non era un’idea tanto fragile.
Nei fatti, Venom e Morbius sono stati protagonisti di storie e serie e miniserie, hanno una storia di protagonismo assoluto dietro. Qualcosa da prendere come paragone c’era.
Lo dico per portare avanti il discorso puramente tecnico dei criteri, poi va ricordato che quelle serie varie non erano considerate chissà che neppure all’epoca, era giusto un modo per divertirsi per breve tempo con l’estetica del grim &dirty anni ‘90.
Ma appunto almeno questo lo facevano bene. I film Sony, per lo più (in questo, i Venom li salvo), non riescono a essere neanche quel divertimento lì.
Aridateme il Rhino meccanico di Giamatti.
Una recensione perfetta…
L’ultima caccia di Kraven è uno dei capolavori della storia dei fumetti, non di spiderman in generale. Vedi anche https://docmanhattan.blogspot.com/2020/01/spider-man-lultima-caccia-di-kraven-storia.html
Sia chiaro che per quanto sia bruttarello forte io piglio Madame Web rispetto a Challengers di Guadagnino (ma direi rispetto ad ogni film di quel miracolato di Guadagnino)
Questa la segno …apprezzo il coraggio però
Recensione condivisibile (menzione d’onore al mai realizzato Billy Elliotsky !) anche se questo film non è peggio degli altri del SCU…certo CGI e coreografie di combattimento gridano vendetta e l’arco narrativo è di grana molto (troppo…) grossa…e anche io credo che il personaggio sia stato sostanzialmente sprecato rispetto alla sue potenzialità.
Plot twist: l’attore che faceva Steve Urkel è effettivamente diventano un marcantonio pompato (almeno fino a qualche anno fa)
Sono sempre più convinto che i film di supereroi stiano seguendo la stessa parabola dei film western: all’inizio degli anni 70 uscirono veramente vaccate immonde che praticamente uccisero il genere. I film western ancora escono, ma sei solo quelli veramente meritevoli vengono ricordati.
A livello artistico e qualitativo questo paragone tra western e film di supereroi può starci, però c’è da dire che i western non si basavano su universi condivisi come i cinecomic. Questo fa sì che i film di supereroi possano andare avanti ad oltranza, cosa che per i western non valeva
Per puro dovere di cronaca:
Saranno minimo dieci anni che si fa questo parallelismo fra i cinecomic e i western, inclusa la considerazione sulla loro futura fine.
In merito, nel 2015 appunto perché fece parlare, si espresse anche Spielberg che disse questa cosa.
@Mel Riggs: verissimo.
La differenza però come dicevo è che i western non avevano messo su una macchina di franchise che si autocannibalizza e permette di andare avanti quasi per inerzia, cosa che invece i cinecomic hanno fatto
@Mel Riggs – tutto giusto, solo che la cosa la disse David Lynch, non Spielberg.
Dare addosso a questo film era diventato una sorta di moda, a dicembre.
E va bene che le stroncature non è che non se le meriti, ma nessuno che abbia provato a fare un minimo di approfondimento in più.
Finalmente lo trovo qui, in un articolo scritto benissimo e che puntualizza in maniera mirata tutte le caratteristiche principali del titolo.
Francamente, a questo “Kraven” gli hanno gettato addosso una quantità di merda che avrebbe fatto meglio a cadere su Morbius o su Madame Web, il film “Kraven” almeno aveva qualche pregio in più.
È effettivamente, al di fuori dei Venom, il film migliore del cine universo Sony, certo essere il meno brutto fra i brutti non è che sia un gran primato.
Intendiamoci, è un brutto film scemo retro nel gusto, ma almeno è un film. Gli altri Sony non so se si meritano la stessa definizione.
Almeno, qui la narrazione, per quanto carente di fantasia, è lineare e coerente, si vede che almeno in questo ci hanno messo uno sbatti. Si vede che è l’assommarsi di svariate sceneggiature slegate fra loro, con relativo affollarsi di personaggi, ma almeno è mantenuta la correlazione di causa-effetto fra gli eventi, per quanto puerili e prevedibili siano. Anche le battute sono meno sceme del solito.
In questo senso, ho trovato quello che mi aspettavo, e non sono stato deluso: volevo vedere un film scemo che per il cervello fosse come delle patatine fritte, e così me lo sono goduto.
In realtà ho avuto qualcosa in più: una regia degna di questo nome (visto niente di Chandor, sapevo che era un nome importante), una buona messa in scena, delle scene d’azione che non fossero brutte o noiose.
Anche dal lato recitazione ho notato dei pregi inaspettati e inusuali per un film del SSU, con attori che si sforzano di trarre da copioni brutti, pigri e già visti delle reazioni un minimo raffinate e non immature. Il discorso fra Sergej e Calypso ha uno script molto convenzionale in cui chiaramente il personaggio maschio deve fare il ribelle e la simpatica canaglia, ma i due interpreti gli conferiscono una maturità che lo sceneggiatore (o -trice) non meritava.
Quindi, insomma, un film scemo fatto bene. Ideale per svagarsi con un po’ d’azione grezza. Per dire, la scena iniziale nel carcere merita la visione, come anche la “caccia” nel castello.
Certo i difetti che ci sono sono enormi: non tanto la prevedibilità della sceneggiatura, quanto il fatto che sia palesemente il risultato di tanti copioni, e soprattutto gli effetti speciali. Il grave guaio della Sony (il che è strano, la Sony non è leader nella tecnologia?) è che non si impegna nei lati più generali di questi film, e infatti gli effetti visivi sono improponibili e, sopratutto, fatti con superficialità estetica, senza preoccuparsi di fare qualcosa di esteticamente denotativo.
Per non parlare della tenerezza che mi ha fatto vedere i tentativi, rimasti fra i vari tagli di sceneggiatura, di creare un universo condiviso (Cielo!), nello specifico mi fa buffo la gravità drammatica con cui il nome di Miles Warren è stato pronunciato dal personaggio. Ma quando lo rivedremo più questo sciacallo? XDXD
Menzione d’onore per Rhino, infedele alla fonte, ma almeno interessante concettualmente.
Non avevo fatto caso che i fil del SSU avessero raggiunto quota sei, è interessante che ben metà siano stati rilasciati nel 2024. Mi sa che davvero se ne vogliono sbarazzare subito.
E sì, mi fa strano ripensare a quello che ATJ era nel 2010 e a quello che ha fatto dopo ed è diventato oggi.
Mi fa strano se penso che Kick-Ass qui in Italia era diventato una sorta di simbolo culturale della pirateria streaming e adesso abbiamo dieci piattaforme streaming legali diverse! E Johnson, contando anche lo spacca culi, ha interpretato ben tre personaggi Marvel in carriera! Come Oscar Isaac!