
“Ehi tu! Sì proprio tu! Leggi questo pezzo, stronzo!”
Pur con i suoi notevoli alti e bassi qualitativi tra un capitolo e l’altro, il franchise di The Purge è una delle idee più brillanti di questo millennio. Certo ha i suoi antenati nobili, da La settima vittima di Sheckley a The Running Man, ma dove quelle opere inquadravano gli omicidi senza regole all’interno di una cornice più o meno ludica/spettacolare, e che coinvolgeva solo chi voleva esserne coinvolto, le storiacce inventate da James DeMonaco sono efficaci perché tirano in mezzo l’intera popolazione di un mezzo continente, che sia gente volente oppure nolente, e quindi dolente.
Negli anni il franchise di The Purge ha parlato di tante robe, politica, lotta di classe, le elite, l’indifferenza delle istituzioni, ma il cuore di tutta la faccenda è sempre stato uno: nel momento in cui viene meno il patto sociale, l’essere umano perde il controllo. Non ci ammazziamo a vicenda per le strade solo perché sappiamo che se ci beccano veniamo puniti. Certo non siamo tutti così, e non solo per necessità drammaturgiche (= se non hai un protagonista buono non ti fanno fare il film): c’è anche chi il patto sociale l’ha introiettato e lo vive correttamente come patto umano, una serie di principi e non di divieti. D’altra parte se davvero fossimo tutti potenziali assassini la nostra specie si sarebbe probabilmente estinta nel giro di poche decine di migliaia di anni. I buoni esistono, dice The Purge, e sono una minoranza.

I buoni si riconoscono perché amano i gattini.
Avrete notato, o più legittimamente no e ve lo faccio notare io ora, che nel descrivere quello che succede durante la c.d. “notte del giudizio” non ho fatto uso di metafore o termini mutuati dal mondo animale, tipo “bestiale”, “feroce” o, ehm, “animalesco”. Ho visto spesso descritto The Purge come un film che parla del fatto che senza controllo torniamo tutti bestie. Mi è sempre parsa una similitudine fallace: gli animali mica si ammazzano per divertimento. Gli animali ODIANO combattere: se fai a botte e vinci ma ne esci con una zampa rotta, quello che hai guadagnato non è una sexyssima cicatrice di guerra ma una scorciatoia verso il morbo della morte. Nessuna bestia vive come in The Purge, ricava piacere dallo scontro gratuito e dagli omicidi senza un perché.
In questo senso mi hanno sempre turbato e affascinato i lupi mannari, i meno cagati tra i mostri classici del cinema. Perché sono animaleschi, sì, ma hanno motivazioni semplici e più demoniache che animalesche. I vampiri succhiano sangue per vivere. Gli zombi mangiano cervelli per vivere. Godzilla sfascia città perché gli abbiamo rotto le palle. I lupi mannari, invece, sono alimentati solo da una generica “sete di sangue”. Certo ogni tanto si mangiano quello che ammazzano, ma nella maggior parte dei casi sono una direttissima metafora della perdita del controllo, sono creature con le quali non puoi ragionare e che per una notte si dimenticano del succitato patto sociale. E ora arriviamo a Frank Grillo.

“Zio Frank, ma tu sei parente del comico ligure?”
Werewolves, quinto film del 2024 del sempre più prolifico Frank Grillo, è The Purge con i lupi mannari, e quindi senza il sottotesto (o il testo) politico. Invece di dire “ecco come sarebbe la società se per una notte sospendessimo ogni regola di convivenza” dice “ecco come sarebbe la società se per una notte la superluna piena trasformasse circa un miliardo di esseri umani in lupi mannari”. Ed ecco che in una semplice, gloriosa mossa ti sei liberato della necessità di fare analisi politica. Non è che la gente diventa cattiva e assassina perché lo Stato gliene dà l’opportunità: è colpa della luce della Luna e delle modifiche che fa al nostro DNA, baby, trasformandoci in cosi assetati di sangue e vandalismo.
Capirete da soli che già questo presupposto è sufficiente a rendere Werewolves un capolavoro, una di quelle opere da consegnare ai posteri con cura e ammirazione. Perché nessuno ci ha mai pensato prima? Un survival movie lungo una notte nel quale Frank Grillo deve difendere sé stesso e la sua famiglia dai lupi mannari. Quanti altri survival movie lunghi una notte nei quali Frank Grillo deve difendere sé stesso e la sua famiglia dai lupi mannari esistono nella storia del cinema? Nessuno, ecco quanti. Per cui innanzitutto un grazie a Steven C. Miller e allo sceneggiatore Matthew Kennedy per aver riempito questo buco. E poi, SIGLA!
Frank Grillo in Werewolves è uno zio. È un uomo di famiglia, così gli diamo subito una motivazione forte per sopravvivere a quella che è la seconda notte dei lupi mannari, attesa dagli astronomi di tutto il mondo un anno dopo la prima che sconvolto il mondo. Ma non è un padre, così da lasciargli quel minimo di distacco emotivo che gli consente, nel suo tragitto dal punto A al punto B che è poi l’intero arco narrativo del film, di deviare, distrarsi, fare cose e ammazzare lupi mannari. Uno zio, quindi, fratello del padre morto un anno prima di una bellissima bambina ricciolona; la madre è Ilfenesh Hadera, e il suo unico ruolo è quello di madre coraggio che protegge la bimba dai lupi nell’attesa che lo zio torni a casa.
Perché oltre a essere un uomo di famiglia, Frank Grillo che si chiama Wesley è anche un ex militare. E un biologo molecolare. A un certo punto racconta alla cognata che “ho girato il mondo inseguendo pandemie”. Il suo capo, il baffutissimo dottor Aranda che attende la notte del lupizio per poter finalmente fare ricerca sul campo e sviluppare una cura, butta lì durante una conferenza stampa una roba tipo (parafraso) “è da anni che combattiamo contro mostri di ogni genere ma questa è una nuova categoria di siamo fottuti”. C’è un intero universo di missioni segrete in Malesia (non dico a caso, viene citata) per fermare virus letali e bestie ferocissime che ha portato il team di Werewolves fino a questa notte di SUPERLUNA.
”

“È la superluna, Frank, e tu non ci puoi fare nulla”
Che meraviglia. E siamo ancora al primo atto! Non si sono ancora visti i lupi mannari! Riassumo: Frank Grillo che si chiama Wesley deve proteggere la cognata e la nipote dai lupi mannari, ma deve anche andare al suo laboratorio per sperimentare una nuova cura, una sorta di crema solare (crema lunare?) che ti scherma dai raggi della superluna e ti blocca la mutazione del DNA. Nel laboratorio a un certo punto va tutto a ramengo, come prevedibile. Frank Grillo che si chiama Wesley deve scappare, tornare a casa e assicurarsi che la sua famiglia stia bene. Con lui, ovviamente, una turbognocca raccattata lungo la strada, la collega e forse ex qualcosa di più Amy, che è un’esperta di lupi ma anche una maga con la pistola.
Potrei andare avanti, eh, perché uno dei piccoli grandi meriti di Werewolves è la sua capacità di circondarsi di personaggi in qualche modo memorabili. Bidimensionali e caratterizzati da un singolo dettaglio? Ogni tanto sì, lo spirito è quello del c.d. “B movie” e così lo è la sua fauna. Ma prendete per esempio l’unico mezzo accenno politico del film: il vicino di casa dei Grillos si chiama Cody, è un survivalista MAGA con la bandiera americana dipinta in faccia e attende con impazienza la notte della superluna perché non vede l’ora di poter sparare a ogni cosa che si muova. Indossa una pettorina con scritto WOLF KILLER. Ovviamente (SPOILER?) dopo pochissimi minuti viene esposto alla luce lunare e si trasforma nel vero villain del film. D’improvviso, WOLF KILLER assume un altro significato. Che classe, che tocchi, che delicatezza!

“MAGA”
Poi ehi, è una roba costata due soldi, credo. Tutta scura, spesso frenetica e confusionaria, quasi tutta in interni, gioca spesso con luci sfarfallanti e cali di tensione che portano il buio, spaventoso ma anche misericordioso nel nascondere il fatto che i lupi mannari, be’, come dire?, vedetela così: se ne sono visti di più belli nella storia del cinema. Però sono incazzati! E violentissimi. C’è una discreta dose di gore in Werewolves, di carnazza bella lercia e fisica e puzzolente come piace a noi. E poi questi lupi sono dei bulli: c’è una scena in cui si divertono a fare a pezzi le auto parcheggiate e persino a vandalizzare una fontanella pubblica!
Il punto è questo: poteva essere un film semplicissimo e banale, invece Werewolves è pieno di questi piccoli tocchi creativi, di accenni di worldbuilding che neanche in un milione di anni verranno mai recuperati e trasformati in qualcosa di più grosso, di amore per questa storia di un tizio grossissimo che deve tornare a casa evitando i suoi concittadini mannari. È un film che si prende mortalmente sul serio, che è un atteggiamento che non sempre paga: qui, a patto che abbiate voglia di farvi trascinare e sospendere l’incredulità, è il modo migliore, forse l’unico per non trasformare questa immensa tavanata in un’autoparodia, un film del quale ridere di gusto indicandolo insistentemente e facendogli pernacchie.

Qui si cita Carpenter, altrove c’è un omaggio spudorato ad Alien 3: Werewolves è adorabilmente facilone anche nel citazionismo.
Dopodiché, se siete di quelle persone che amano la coerenza interna, la solidità di scrittura, se siete dei Fabrizio a cui fanno una paura folle i buchi di sceneggiatura, girate alla larghissima, perché Werewolves è il classico film che parte da un presupposto fichissimo che comincia a non avere più alcun cazzo di senso se ti metti a pensarci su un attimo. Ma perché dovrei farlo? Là fuori c’è un commando di lupi mannari che mi aspetta per assassinarmi un po’.
Quote
“Auuuuuuuuu”
(un lupo mannaro)

Appendice: Shirtless Grillo
Mi rendo conto che in questo pezzo su Frank Grillo ho parlato tanto di lupi e poco di Grillo. Non c’è molto da dire: si è ormai calato alla grandissima in questo ruolo di boh, Gerard Butler del discount?, o forse di Frank Grillo del discount, fa tutto, non si lamenta mai, ci mette sempre l’anima, alla peggio è il film che gli sta intorno che fa schifo, ma lui è sempre una sicurezza. Anche in Werewolves ci mette tutto il suo carisma, la sua presenza scenica e i suoi addominali: è esattamente quello che serve a questo film per elevarsi (e farti tifare forte per qualcuno) e lui lo sa. Il livello è questo, ditemi voi se si può chiedere di più, non a un film ma proprio alla vita:
Come credo sia noto, io sono un grande fan di Frank Grillo, col quale, altrettanto notoriamente, condivido età, fisico e chioma.
Amo anche i lupi mannari, perché sotto la corazza quasi impenetrabile di muscoli che indosso alla facciqccia vostra, son un nerd fin nel midollo.
Però ‘sto film è una merdaccia schifa.
Non meritava una recensione.
Non meritava Frank Grillo.
Non meritava un cazzo.
Comunque c’è una scena in cui a un lupo mannaro gli schizzano in faccia e lui si lava il muso in una fontanella.
Ecco.
“gli schizzano in faccia” in che senso scusa? Ehmmm di che film di tratta?
Una tizia gli schizza in faccia un fluido che lui non gradisce, e si precipita a lavarsi.
Ma dove si trova questo film adoVabile? Al cinema non ci vado manco morto ma se lo danno su Prime / Netflix / Now un’occhiata glie la do, rigorosamente con frittatona di cipolla e peroni da 3/4
Sfortunatamente, non abbiamo trovato nessun servizio di streaming per Werewolves.
Questa settimana esce al cinema anche il Wolf Man di Whannell, siamo in un periodo di revival dei mostri classici (licantropi, vampiri, prossimamente anche il nuovo Frankenstein) di cui non mi lamento per nulla!
Mancano la mummia e il mostro della palude allora!
@Stanlio Kubrick: mi scusi, ma se le persone si trasformano coi raggi lunari non basterebbe loro chiudersi in casa per una notte? Qualcuno si e’ posto il problema che uccidere lupi mannari significhi uccidere normalissime persone solo momentaneamente trasformjnk.lmklm.hnkkj.inl.kmnkm
@Stanlio scusa era quella mammoletta del mio coinquilino, Fabrizio. Un dubbio sul tuo giudizio pero’ mi e’ davvero rimasto: il film e’ stupido perche’ fatto superficialmente o e’ stupido perche’ fatto spensieratamente? Perche’ nel primo caso non so se me lo vedo…
Il peggior difetto del film è che è NOIOSO per lo meno fino a due terzi. Frank Grillo non fa un cazzo, oltre alle facce e correre su è giu’.
E’ davvero in professionista immenso in quanto non gli scappa di (cit.) ridere neanche una volta.
I Lupi mannari di profilo sembrano dei paperi.
Però c’è una che gli schizza in faccia a un lupo mannaro, e lui…ah, l’ho gia scritto in un commento precedente.
La risposta alla prima domanda è “sì, ed è una delle grandi sbatte del film” perché c’è comunque chi rimane fuori casa per qualsiasi motivo, ci sono gli homeless, e poi ovviamente c’è la gente del laboratorio che in ultima analisi è quella che fa davvero casino.
Sulla seconda domanda, è fatto spensieratamente pur prendendosi molto sul serio. Io non l’ho trovato noioso, perché fino a che non accelera sul finale fa tutte queste cose di worldbuilding tra il buffo, l’assurdo e l’improbabile, e prende delle direzioni non necessariamente prevedibili visto il presupposto.
E fa anche automobili iconiche e cazzuttisime!
Quanto amo i licantropi, la risposta virile alle mestruazioni. Pensateci: una volta al mese le donne si ritrovano con capelli di merda, sbalzi d’umore e brama di dolciumi. Invece il ciclo mascolino dona superforza, chiome fluenti ovunque,un bel vocione tonante e dura solo una notte! Nessun volgare sanguinamento intimo ma prede a brandelli! Che sogno
I lupi mannari si vedono di meno al cinema perché sono mostri meno facili rispetto a vampiri e zombie. Pure un gigante come Wes Craven quando ha provato a fare un film su di loro ha tirato fuori forse uno dei suoi film peggiori, “Cursed” (c’è da dire che pure la scelta di Christina Ricci non è che abbia aiutato particolarmente).
Per fare un film convincente sui licantropi al giorno d’oggi ci vuole un approccio alla Dog Soldiers (gioiellino)
Faccio outing : Cursed lo vidi al cinema (a Modena ovviamente,in un cinema che e’ accanto ad un altro cinema a luci rosse…forse era meglio se sbagliavo sala…)
cmq si,i film veramente decenti sui lupi mannari si contano sulle dita di una mano a partire ovviamente dai magnifici 2 (non li cito perche’ si sa benissimo quali siano) .
Sono andato a vedere in sala anche il sequel apocrifo ambientato a Parigi : era meglio se sbagliavo sala pure li)
Il fatot e’ che ad un certo punto si sono incaponiti dal volerli ricreare al computer in CGI con riusltati sempre disastrosi col passare degli anni.
Con il Wolfman di Benicio del Toro avevano tentato una via di mezzo abbastanza apprezzabile ma il film e’ veramente mal riuscito (si ho visto anche quello al cinema)
Giovedi andro’ a vedere Wolf Man e’ mi aspetto veramente tanto.
Questo mi avete messo talmente tanta curiosita’ che cerchero’ di recuperarlo : senza aspettative
Stanlio grandissimo come sempre, però per fare le punte al cazzo direi che la frase “gli zombie devono mangiare cervelli per vivere” fa un po’ rivoltare Romero nella tomba e penso che pure O’Bannon non sarebbe così d’accordo.
Beh dai, in “Boss Level” Grillo mi ha divertito assai. Chissà.
La turbognocca Katrina Law potete ammirarla il tutto il suo splendore come mamma l’ha fatta nella serie “Spartacus”
Grande boss level!
L’ultimo film con lupi Mannari che ho visto mi sa che sia stata quella schifezza dell’ ultimo underworld. Mi ero perso l’uscita di questo mentre avevo visto il trailer di Wolf man.
Comunque sono già abbastanza peloso di mio per essere scambiato per un lupo mannaro rosso (e perché mai dovrebbe avere tutti il pelo nero?)
Frank Grillo che si chiama Wesley.. c’ avessero messo un Wesley Snipes che si chiamava Frank e partiva il cross over vampiromannaresco