Ci sono dei casi in cui gli attori americani, la sera prima di coricarsi, mentre sono in ginocchio con le manine giunte sul letto pregano con lo sguardo rivolto a una stella nel cielo e mormorano speranzosi: “Anch’io!”. E quando succede una fatina buona gli dà i soldi per prodursi da sé un film in cui anche loro possono fare quello che hanno visto fare ai loro colleghi e ha tanto funzionato. È successo a Peter Dinklage, che stufo di inseguire film e serie con dei nani nella trama o di forzare ruoli che non sarebbero pensati per un nano, ha dato vita autonomamente a un film, tratto da un romanzo in cui, pensa te il caso alle volte, c’è un nano che è un figliodiputtana che mena. Ma non solo c’è anche un ruolo di bastardo senza pietà, un antieroe spietato che è perfetto per essere ribaltato e trasformato in femminile per un’attrice un po’ passata di moda, ma con un grande desiderio di una parte fuori dai canoni che mostri un lato di lei che nessuno sospetta esistere.
Nasce così The Thicket una specie di “elevated western”, se solo esistesse il genere, tratto da un romanzo di Joe Lansdale di quelli che vogliono un po’ rifarsi a Cormac McCarthy, con la passione cioè per i mondi marci in cui non esistono i buoni ma solo diverse gradazioni di cattivi e in cui la morte può colpire chiunque in ogni momento. Ma è tutto l’imitazione di quella cosa lì e quindi lo sembra ma non è che funzioni proprio uguale. E proprio come negli adattamenti dei romanzi di McCarthy dei Coen anche qui la resa è di grande spolvero quanto a fotografia e messa in scena, e molto calcata quanto a recitazione e senso del grottesco quasi paradossale. L’umorismo è dietro l’angolo ma non arriva mai.
Siamo nella montagna western, piena di neve come Il grande silenzio, ma i colori sono il più classico orange&teal. Un coppia di fratello e sorella in un viaggio cui sono costretti dalla morte dei loro genitori subisce un’aggressione, lei viene rapita, lui deve trovare una maniera di recuperarla e per riuscirci assolda un nano da guerra e la sua banda. Il nano è un cacciatore di taglie, un uomo violento e spietato con due compari non da meno, il ragazzo invece è un ingenuotto buono, e per questo (sembra) destinato a morire in quei luoghi in cui solo i più meschini sopravvivono. Che tutto parta da una cittadina minuscola chiamata Sylvester è un dettaglio che fa venire voglia di un rapido e veloce segno della croce con bacio sulla mano finale e sguardo verso l’alto, durante la visione.
Quindi, avete letto bene, c’è la scena in cui Peter Dinklage, presentatosi come un duro subisce lo scherno delle altre persone perché nano e gli fa vedere che con lui non si scherza. Pratica una specie di stile di combattimento da nano, cioè uno che si fa forza del suo essere basso e poter arrivare dove altri non arrivano ed essere sfuggente. È credibile. È strano ma lo è, come del resto poco dopo sarà credibile “bad Juliette Lewis”, cioè la versione incazzata e violenta di Juliette Lewis, capo della banda che ha rapito la ragazza ma anche donna incattivita da una vita di abusi in un mondo di uomini e quindi anche dalla parte di questa ragazza contro le violenze dei suoi sgherri.
Questo è proprio un film per attori in cerca di credibilità, e che gliela vuole donare attraverso personaggi altamente caratterizzati, molto netti e esagerati. È pieno post-tarantinismo, lo si capisce al di là di ogni dubbio quando Dinklage mostra di girare con un fucile da cecchino d’epoca, dotato di uno strano sostegno che lo fa stare fermo e un binocolo montato sopra. Non è il fucile ad aria compressa di Non è un paese per vecchi e nemmeno il calesse con il dente di Django Unchained ma appartiene a quella famiglia di oggetti che caratterizzano il personaggio. Solo che quell’oggetto che viene anche manovrato molto bene fa sorgere la domanda “Come mai non ammazza tutti dalla distanza, in quegli spazi sconfinati senza niente dietro cui nascondersi?”. Lasciamo stare.
Ora con l’aiuto di Peter Dinklage si parte alla ricerca della banda di bad Juliette Lewis, il tutto fingendo che Dinklage non sia uno dei buoni ma un bastardo del west che pensa solo ai soldi che gli sono stati promessi e a cui non interessa niente dei sentimenti. Cosa a cui possono credere solo quelli che erano convinti che Han Solo davvero non sarebbe tornato ad aiutare la resistenza.
Il problema di The Thicket, che è ben fatto, ha ambizioni sofisticate e vuole (giustamente) mettere in scena un west duro e un mondo in cui le poche persone pure e autentiche sono come fiammelle nell’oscurità (piaciuta la metafora?), è che è tutto velleità e pochissima autenticità. È un film totalmente sovrascritto, pieno di dialoghi e di cose dette, che tuttavia non ha uno sceneggiatore realmente abile, quindi suona inutile se non proprio noioso. È un film con una fotografia molto ricercata ma non è che ci faccia granchè, gli serve come biglietto da visita, per presentarsi come una roba di qualità. È uno di quei film insomma in cui quando qualcuno piange si vede tutto il muco che cola. E nei quali è proprio molto importante che si veda!
Il suo punto più alto dovrebbe arrivare quando i personaggi protagonisti, benché cattivi, lasciano passare a fatica i valori positivi, quasi forzandosi. Il grande ribaltamento finale da film di genere in uno che è “molto più di un film di genere”. Da arresto.
Dvd-quote suggerita:
“Dinklage mena!”
Jackie Lang, i400calci.com
Spirito di Mereghetti, esci da questo blog!
“rifarsi a Cormac McCarthy, con la passione cioè per i mondi marci in cui non esistono i buoni”
O mi hanno rifilato dei McCarthy tarocchi, o c’è qualcosa che non quadra. Ho letto Non è un paese per vecchi, Cavalli selvaggi, Oltre il confine (il migliore, di gran lunga) e La strada, e c’è sempre almeno un personaggio buono, ma proprio buono, anzi, quello che non apprezzo nei suoi libri è la tendenza ad avere personaggi-archetipi più che esseri umani, e c’è sempre una figura positiva (pure troppo) a fare da contraltare a quelle negative (anche meno).
Poi ribadisco, magari ho letto i libri sbagliati.
Tutti ottimi libri, niente da dire, ma McCarthy è prima di tutto Blood Meridian. Punto.
ex aequo con Suttree che secondo come e chi è anche spannometricamente superiore
Grazie dei suggerimenti, provvederò quanto prima.
Meridiano di sangue è qualcosa di allucinante, ricordo che ho dovuto interromperlo e poi riprenderlo per tirare il fiato perchè il male totale così ben descritto non è facilmente sostenibile
Lansdale imitatore “pulp” di McCarthy nun se pò sentì. Lansdale scriveva quello che scriveva (anche western come “The Thicket”, il bellissimo coming of age di “Il carro magico” è dell’86), quando McCarthy era ancora un totale sconosciuto anche in patria e aveva scritto solo drammi. I maestri di Lansdale sono semmai Charles Portis (proprio “The Thicket” è sostanzialmente una variante di “True Grit”), William Berger e Larry McMurtry.
Anche la citazione de “Il Grande Silenzio” solo perché c’è la neve ed è un western, anche se poi non c’entra assolutamente niente… mah!
Da fan di Lansdale mi consigli allora Portis, Berger e McMurtry?.. Chi dei tre ritieni il migliore?
Scusate l OffTopic
Cmq di Lansdale, formato film, ho trovato carino Cold in July (su Prime)
Bene.
Hai scritto di Lansdale quello che avrei scritto io.
Aggiungo però che il mio amico Joe (credeteci o meno, me ne fotte un cazzo), in my not so humble opinion, ha scritto “The Thicket” appositamente per Dinklage, non tanto perchè si fossero messi d’accordo prima, quanto perchè Joe ce sperava tantissimo che Tyrion cogliesse la palla al balzo e facesse un film col personaggio preconfezionato, cucitogli praticamente addosso.
Dicesi showbusiness o anche gran paraculismo.
Che coraggio, chiedere di scegliere tra McMurtry e chicchessia.
Mc Murtry NON ha eguali.
:)
Ah, esiste l’audiobook di Lonesome Dove (oltre che lo stratosferico adattamento televisivo, disponibile gratis su youtube) ed è eccezionale!
@El mariachi de Porto: beh, Portis e Berger si identificano nelle loro opere più famose: “True Git” e “Piccolo Grande Uomo”, viste le bellissime trasposizioni filmiche (nel caso di “True Grit” vale più quella dei Coen) puoi farti tu un’idea.
McMurtry è un gigante a parte (che per altro ha probabilmente influenzato lo stesso McCarthy), di cui pure puoi farti un’idea con le molte splendide trasposizioni cinematografiche (L’ultimo spettacolo, Hud il selvaggio… anche Voglia di tenerezza, volendo) e televisive (la miniserie Lonsome Dove degli anni 80 è un capolavoro della tv americana).
@VandalSavage Io ci credo che siete amici: su X l’estate scorsa ho attaccato bottone dopo aver letto la raccolta scritta con la figlia e ho scoperto che è molto alla mano, al punto che mi ha autorizzato a pubblicare gli screeshot dei suoi commenti ai miei racconti horror sulla pagina prodotto Amazon! Riguardo Dinklage: è stato lui ad innamorarsi del personaggio, a coltivare il progetto per una quindicina d’anni, Lansdale a domanda diretta di un fan ha detto che non aveva in mente lui. E comunque il romanzo è straordinario, come tutti i suoi, perché intriso di ironia (Hog!), crudo eppure incantevole, per quel profondo senso di fiducia nel buono dell’umanità che sempre trova il modo di trasparire, anche nei più reietti fra i reietti.
Aho.
Vuol dire “grazie”.
O anche “Ti vedo”.
@El mariachi de Porto vai con lonesome dove…bellissimo!
Letto il libro! Immenso Joe Lansdale, personaggi caratterizzati da dio, gran dialoghi ironici e scene action rocambolesche.. perfetto x un film.
Chissa quanto rimarrò deluso qui, spero non troppo dai
Se trovi immenso The Thicket, che mi dici del primo episodio de The Drive In?
Sor Gifuni ENNE-CI-ESSE proprio.
Oltre a punteggiature e periodi bislacchi, le altre affermazioni spericolate presenti già opportunamente segnalate dai calcisti, aggiungo che la povera Julietta non aveva certo bisogno di questo filmetto per accreditarsi come convincente Bad girl.
E poi grande occasione persa per il titolo ” Il Grande Piccolo Uomo “
Non è Gifuni
Si si.. Lo ben so. Feci un Qui Quo Qua ma qui non si puote editare.
Su Juliette Lewis/Mandelli sono stato sul punto di rotolarmi per terra :D
Sogno bagnato: “Drive in” in trilogia, tutti in sala a Natale per 3 anni di fila.
Il terzo capitolo avrebbe bisogno che qualcuno affidasse un budget di cinque film Marvel come minimo a un Terry Gilliam. La vedo dura… :)
Primo capitolo A Carpenter (the Fog..la Cosa..)
Secondo capitolo a Spielberg (Jurassic)
Terzo capitolo direttamente allo Studio Ghibli :-)
Non lo so, per tre anni sorbirmi Greggio, Beruschi, Braschi, D’Angelo, Vastano, magari con le grazie esposte di una non più fresca, ahimè, Tinì Cansino, non so se sarei in grado di reggere.
Però magari avete ragione voi.
Vuoi dire un remake? Film tratto dal programma TV, come “Dukes of Hazzard” o “Baywatch”? Cameo della Cansino o della Del Santo?
Western, neve, tutti cattivi. Doveva essere il mio film. Mi ha fatto letteralmente schifo.
E visto che è raro parlare di Western qui, in sostituzione a codesta ciofeca suggerisco la bellissima serie American Primeval. E c’è pure la neve. E il sangue. A fiotti.
Ma dove si può vedere sto film? Io lo voglio vedere solo per James Hetfield 😂😂
American Primeval lo sto vedendo adesso.
Strafigo o addirittura imperdibile?
Se regge fino alla fine come nel primo e nel secondo episodio, direi la seconda!
American Primeval formidabile fino all’ultimo secondo.
Qualcuno aveva scritto di scene in notturna girate con poca luce e quindi indistinguibili: NON è vero, è tutto perfetto.
@VandalSavage Io ci credo che siete amici: su X l’estate scorsa ho attaccato bottone dopo aver letto la raccolta scritta con la figlia e ho scoperto che è molto alla mano, al punto che mi ha autorizzato a pubblicare gli screeshot dei suoi commenti ai miei racconti horror sulla pagina prodotto Amazon! Riguardo Dinklage: è stato lui ad innamorarsi del personaggio, a coltivare il progetto per una quindicina d’anni, Lansdale a domanda diretta di un fan ha detto che non aveva in mente lui. E comunque il romanzo è straordinario, come tutti i suoi, perché intriso di ironia (Hog!), crudo eppure incantevole, per quel profondo senso di fiducia nel buono dell’umanità che sempre trova il modo di trasparire, anche nei più reietti fra i reietti.
Ma, cari amici dei 400 colpi, che succede? Fate una recensione su The Thicket, e neanche un accenno al fatto che ci sia pure il cantante dei Metallica nel cast?
Binocolo, bi (n) oculo, strumento in cui si osserva con due occhi (chiedere a Gooooogle, nel dubbio). Quello sopra il fucile dicesi ‘cannocchiale’ (da ‘cannone’ + ‘occhiale’, così battezzato da Galileo Galilei).
Hasta luego hombre!
E io che credevo si chiamasse così perché usato per osservare le cannocchie.
Poffarre!
Mi sembrano gli stessi difetti del libro (preferisco lansdale quando fa il burino tot court, tipo ne “la morte ci sfida”)
Per il resto: western+neve+nano malefico=Venduto.
Poi me ne pentirò, ma vabbé.
grazie a sta rece ho letto il libro di Joe Lansdale che mi è invero garbato. Grazie