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Dopo Snowpiercer e Okja, Bong Joon-ho è tornato a fare fantascienza in lingua inglese. La grossa differenza, però, è che stavolta Bong è reduce dal successo planetario di Parasite, notoriamente vincitore di due premi Sylvester e di diversi altri premi minori, e quindi ce stanno li sòrdi ammeregani: Mickey 17 è prodotto dalla Plan B di Brad Pitt e da Warner Bros., che distribuisce. È un vero film americano, insomma, pur essendo una coproduzione con la Corea del Sud. Ecco, io non starò qui a fare la parte di quello che “si vede, Hollywood e i suoi diktat corrompono sempre tutto”, perché non credo che uno come Bong si faccia corrompere dalla macchina americana. Credo però che un punto di incontro si sia dovuto trovare e che Bong fosse ben consapevole di dover realizzare una roba meno stramba di Parasite e Snowpiercer, qualcosa con dei messaggi che piacessero anche agli americani. Il risultato è una via di mezzo che purtroppo delude.
Mickey 17 parte a bomba: siamo in un futuro non vicinissimo ma neanche distantissimo, in cui gli umani hanno colonizzato lo spazio e il capitalismo è fuori controllo. Concetti preoccupanti, ma per fortuna ancora lontani dal nostro presente, no? Meno male. Comunque: Mickey (Bruce Wayne) è un tipo un po’ sfigato che, dopo un affare andato male, pesta i piedi a della brutta gente ed è costretto a scappare dalla Terra con il suo socio Timo (Glenn Rhee). Per farlo, firma un contratto di neo-schiavitù che lo rende un expendable, dove la parola expendable non significa che imbraccerà un fucile e si farà largo tra orde di alieni cattivi masticando un sigaro, ma che semplicemente accetterà di morire ripetutamente ed essere clonato all’infinito in nome del profitto. C’è da mandare un tizio in una missione suicida a prendersi una vagonata di radiazioni nello spazio? Ce l’abbiamo!

EEEH
Mickey parte così per un lungo viaggio nello spazio, dove morirà n volte, sacrificandosi nei modi più cruenti, assurdi ed esilaranti, per poi essere ogni volta ristampato dal macchinario della TAC e sputato fuori direttamente sul gelido pavimento. Mickey però è un tizio un po’ semplice, un po’ coglione, molto chill e la prende tutto sommato benino. Va anche detto che Robert Pattinson è molto simpatico e buffo e rende alla perfezione il personaggio, un tizio qualunque che sta lì non per esplorare il cosmo come i grandi eroi della sci-fi, ma solo perché era l’unica chance per non morire definitivamente. Durante il viaggio, Mickey troverà l’amore nella persona di Nasha (Naomi Ackie, lanciatissima dopo Blink Twice) e conoscerà la sua nemesi, Donald Trump Kenneth Marshall, capitalista tecnocrate stupido come una tazzina da caffè sporca interpretato da un Mark Ruffalo che, se questo fosse Ciak, definirei “divertito”. Al suo fianco c’è la moglie Ylfa, interpretata da una Toni Collette che, se fossi Ceppaflex, direi che “vincebbene”.
E via così, verso nuove incredibili disavventure nello spazio, una satira molto meno raffinata di Parasite eppure molto divertente, piena di personaggi sopra le righe interpretati da attori in palla (mettiamoci anche Steven Yeun, che dove lo metti sta sempre). Se Mickey 17 fosse andato avanti così fino alla fine, avrei gridato di gioia.
Invece, a un certo punto, è come se Bong Joon-ho si fosse dimenticato quello che voleva raccontare. A me capita spesso di dimenticare quello che volevo dire: è frustrante, ma te ne fai una ragione e cambi discorso, magari poi ti verrà in mente. Qui, dopo una prima parte tutta dedicata al tema del doppio, Bong passa ad altro, devia completamente, ma non lo fa in maniera originale o spiazzante: sembra proprio non sapere come sviluppare ulteriormente un tema e passare a un altro più semplice e banale. Il che è forse spiazzante di per sé, trattandosi del regista di Parasite e Snowpiercer.

UUUNGH
La premessa di Mickey 17, tratta dal romanzo Mickey7 di Edward Ashton, non è un segreto: il diciassettesimo Mickey viene dato per morto dopo essere caduto in una grotta sotterranea su un pianeta ghiacciato, e aver fatto la conoscenza con alcuni simpatici mostroni locali. Enter il diciottesimo Mickey, solo che il numero 17 è ancora vivo, riesce a tornare alla base e scoppia un casino: il regolamento sulla clonazione umana impone che entrambi vengano uccisi. Fino a quel momento, Mickey non aveva mai avuto paura di morire: dopo tutto, sapeva che sarebbe stato clonato in eterno, con tutte le sue memorie intatte. Sempre la stessa persona, giusto? Solo che, dopo aver incontrato un altro sé, Mickey inizia ad avere paura, perché capisce la sua unicità. Il valore della vita, l’identità, la lotta per l’auto-definizione e contro la schiavitù: tutti temi molto belli, che vengono messi presto da parte da un Bong Joon-ho che, armato di pennarellone, si mette a raccontarci una storia di colonizzazione e scontro con i nativi, i mostroni di cui sopra, come se ne sono viste tantissime. Vi dico solo che a un certo punto, uno dei personaggi urla “Gli alieni siamo noi!”, con la fazza di chi lo sta dicendo per la prima volta nella storia della cultura occidentale. Il livello di sottigliezza è questo qua.
Anche dal punto di vista della messa in scena, per quanto Bong non si dimentichi come si gira un film, mi sento di dire che non c’è niente di troppo originale o stupefacente: siamo dalle parti della fantascienza concreta che si è vista spesso negli ultimi tempi, con design minimali e “realistici”. Il pianeta in cui si svolge gran parte dell’azione è l’ennesimo pianeta ghiacciato, tra Hoth e Interstellar (ma anche Snowpiercer). I mostroni sembrano quelli del pianeta ghiacciato dello Star Trek di J.J. Abrams. Non mi sono mai trovato a pensare: “Ecco, ci voleva la sensibilità di un autore non americano o europeo per portare qualcosa di nuovo sul piatto della fantascienza cinematografica odierna”. È tutto ben fatto, per carità, ma tutto un po’ ripiegato su un’estetica e una filosofia tipiche del prodotto medio americano.

MEH
Mi piacerebbe poter dire che, nonostante tutti i limiti, ce lo si gode lo stesso, e invece dopo un po’ ho avvertito una certa stanchezza, come se Mickey 17 girasse a vuoto su due/tre concetti facili. Ad esempio; sì, Mark Ruffalo è divertente, ma non è fin troppo facile prendere per il culo Trump? È importante farlo, ci mancherebbe altro, ma così è talmente smaccato da scadere nella retorica.
Resta che, coi tempi che corrono, se non altro un grosso film da studio che si prende gioco del capitalismo (mi rendo conto del controsenso), dei tecnocrati, degli americani arroganti che esportano la democrazia a suon di menzogne, e restituisce Potere al Popolo®, è merce preziosa e merita il successo. Comunque e sempre, W il Bong.
DVD quote:
“W il Bong, ʍ il capitale”
George Rohmer, i400Calci.com
Passa il bong
Personalmente ho il sospetto che se politicamente hanno successo i tipi come Trump sia proprio perchè il potere ce l’ha il popolo, ma sarebbe un divagare.
Per il film peccato, speravo meglio.
Difficile obiettare. Distruggi l’istruzione della popolazione con la scuola e dai il colpo di grazia con i media e l'”informazione” a stipendio e ci troviamo nella merda come ora.
Perché prima era meglio, eh?
Volevo solo segnalare che è pari pari la premessa della nuova stagione di DareDevil… visto solo la prima puntata, non faccio spoiler se dico che c’è del parallelismo tra Fisk e Trump… parte benissimo per me, ho buone aspettative.
Ps. Il film invece ancora non l’ho visto, ma anche solo per vedere morire male Pattinson non si può perdere
Non male come film, certo dopo Parasite secondo me era un pò difficile ripetersi, poi c’è il fatto che secondo me Bong da il meglio quando gioca in casa koreana, si vince facile direte! Ma in realtà è che a parte la Plan B chi avrebbe distribuito un film koreano rated R con un tizio che muore a ripetizione, in cui gli americani sono degli idioti, arroganti, egoisti e presuntuosi in cui la vena sadica è sovraesposta? La Warner ovviamente….il film scorre bene, certo sul finale anch’io mi sarei aspettato una carneficina di esseri umani e compagnia bella colpiti dagli ESP degli alieni…invece c’è il trucco. Comunque alla prossima Bong!
Sul tema meglio di Moon difficile , peggio di The Island impossibile… spero sia un’onesta via di mezzo..certo che anche l’ultimo di Garland è stato un po’ bistrattato eppure è un gran film con un attore protagonista osceno.
È vero, c’erano anche quelli!
Sul tema del tizio che muore in loop ricordo anche un horrorino di 15/20 anni fa che ogni tanto ripassa su Italia Due, “Le morti di Ian Stone”
Il tema delle morti in loop ormai e’ usurato difficile dire qualcosa di nuovo
Il migliore per me e’ Rissian Doll
*Russian
FILM INCREDIBILE GRAZIE BONG
c’è più roba qua dentro che nel 100% dei film di fantascienza che abbiamo visto negli ultimi anni, quasi tutti a forma di puntatone di Black Mirror
LA SALSA
Cmq per me IL film di Bong è e rimane “Memories of murder”.
Quello dove la madre deve mangiare le deiezioni del figlio?
Credo sia uno dei film più belli della storia del cinema, di quella recente di sicuro.
È venuto prima quello o Zodiac?
E’ venuto prima “memories of murder”
Memories of murder è un capolavoro assoluto, una pietra di paragone per il genere
Paradossalmente io credo che l’interpretazione del personaggio di Mark Ruffalo sia azzeccata e uno dei punti a favore del film. Anzi la realtà di riferimento è talmente esagerata e imbarazzante che la satira del film risulta quasi edulcorata.
Per me una piacevolissima sorpresa! E anzi il fatto che il film riesca dribblare tanti temi già visti in altri film lo rende meritevole almeno di una visione. Certo: verosimilmente NON il capolavoro di Bong ma ben sopra tanta altra fantascienza.
“W il Bong, ʍ il capitale”
Mi sono commosso e ho esultato da solo. Vado a rollarne una. Grazie.
Sarò un po’ troppo duro, ma a me pare che quasi tutti questi registi asiatici, quando cercano di fare film “a misura di Occidentale”, o con cast non autoctono, fanno mezzi disastri, o comunque film neanche vagamente paragonabili a quelli per cui sono amati
Kitano con Brother, Wong Kar-wai con My Blueberry Nights, Bong Joon-ho con Snowpiercer (che non sarà una mondezza ma sinceramente l’ho trovato nulla di che), e molti altri che dimentico. 100 volte meglio i loro film girati in casa. Poi io Joon-ho lo trovo un discreto paraculo, che Parasite sia un gran bel film pochi dubbi, che sia fatto anche con un occhio al pubblico internazionale idem
Nulla di cui vergognarsi, però secondo me si vede la differenza di qualità e di “sincerità” rispetto Memories of a Murder, nettamente il suo film migliore
Visto ieri al cinema e beh purtroppo discretamente deluso.
Sembra un mix tra tre film, un po’ indagine introspettiva sul cosa rende un umano unico a quindi il ruolo dei replicanti ma senza arrivare a particolari conclusioni. Un po’ commedia romantica ed un po’ starship trooper.
Troppa roba assieme e nemmeno montata con chissà quale gusto estetico o senza particolari guizzi artistici..
Non è brutto, ma si eleva poco da una tranquilla sufficienza .
Boh forse ho preferito persino il mondo dei replicanti con Bruce Willis.
Commento in breve: Meh. Personalmente salverei alcuni spunti di “satira al sistema” e poi lo spiegone con voce fuori campo che mi ricordava un po’ Forrest Gump. Bravi gli attori e le attrici. Pero’ … sul tema die/repeat, edge of tomorrow, pur baracconata fracassona semplice semplice senza troppe pretese di autorialita’, funzionava meglio.
PS
SPOILER
Tutti a chiedere al protagonista come e’ morire. Mmmmhhh ma non hanno capito come funziona il meccanismo? Fai il backup della mente ad intervalli regolari, poi sacrifichi la versione corrente. La versione nuova ‘nasce’ con la memoria al momento del backup della vecchia, per cui non puo’ rispondere alla domanda, perche’ non ha vissuto l’esperienza della morte, e infatti come dice ha solo paura.
A proposito, vi ricordate Brainstorm? Li’ la scienziata registrava la propria morte …
Per me la domanda è semplicemente un buco di sceneggiatura e la risposta non mi ha dato l’idea di dire quello che tu giustamente fai notare quanto essere volta ad un inutile pathos.
Boh per me film abbastanza mediocre, c’è di peggio ma dopo poco butta troppa carne al fuoco e non punta ad arrivare a mezza conclusioni ma nemmeno a fare porre a chi lo guarda chissà quali domande e anche a livello di regia trovo tutto corretto ma non oltre la sufficienza da blockbuster americano.
Potrebbe essere che il backup lo facciano dal cadavere prima di essere buttato. C’è il mickey nello spazio che perde il braccio poi rinasce e si guarda il braccio, come se ricordasse bene cosa era successo. Mickey 18 invece utilizzerebbe il backup precedente del 17 non essendo stato recuperato il corpo.
Recensione che si allinea al mio pensiero, sottoscrivo tutto.