Un uomo sta piangendo.
Davanti a lui, un mucchio di coca.
Perché sta piangendo?
Stando alle sue parole, è questa la visione da cui è partito Gareth H. Evans per immaginare “Havoc”, la sua ultima fatica.
Chi è quest’uomo?
PerchéSPARA sta piangendo?
Da doveSPARA, SPARA A TUTTIarriva quel mucchio di coca?
Quale tragica vicendaSPARA SPARA SMITRAGLIAsi cela dietro aSPARA SPACCA DISTRUGGI MENAquestaSPARA ACCOLTELLA MENA MASSACRO MASSACRO SANGUEintensa immagine?
Scusate, ci sono delle interferenze.
Parliamone dopo la SPARA! –cioè, la SIGLA!
Uno pensa che Gareth Evans sia sempre con noi, e invece stringi stringi è appena al suo secondo film dopo The Raid 2. E quell’altro era Apostle, del 2018. Vi ricordate quando prendevamo in giro Terrence Malick perché girava un film ogni sette anni? Ci sembrava un’infinità, sufficiente anche per dimenticarci chi fosse Terrence Malick. E invece Gareth l’abbiamo sempre visto lì, sempre presente, in spirito se non nella sua imponente stazza fisica. Certo, in mezzo c’è stata anche la serie Gangs of London in tv. Cioè, pure Apostle è andato dritto in tv, era su Netflix. E anche questo Havoc arriva dritto su Netflix. Viviamo in tempi che rendono le definizioni complesse…
Questa sensazione è data da un motivo abbastanza preciso: Gareth non sta davvero fermo. Sappiamo sempre, più o meno, cosa sta facendo. Non è però come Stallone che annuncia mille cose e ne fa una: è piuttosto il tipo di persona che annuncia una cosa e poi, per un motivo o l’altro, ci mette una vita a finirla. Poi va in giro, si fa intervistare, gli chiedono come sta andando e lui “eh, la sto ancora facendo”.
Ad esempio: questo Havoc è in ballo da una vita. L’ha pensato durante il covid, girato subito dopo, interrotto durante gli scioperi degli attori, e a quel punto ci è venuto il panico perché fino a pochi mesi fa ha continuato a dire “ho quasi finito, ma mi manca un pezzo e non si sa quando riusciremo a farlo” e in quel momento – non so se è successo anche a qualcun altro – ho temuto che diventasse il George RR Martin del cinema di menare.

“Voglio una Volvo”
“Havoc” vuol dire “bordello”. Nel senso di casino, caos, scompiglio. Bordello.
Per cui non avevamo nemmeno bisogno di farci spiegare la trama: era già perfetta così.
Tom Hardy protagonista poi era una chicca.
Havoc, giungendo sui nostri schermi soltanto nell’aprile del 2025, aveva un solo compito non facilissimo: dimostrare che Gareth Evans era davvero Gareth Evans. Nel senso: Gareth Evans, quello di The Raid. Quello che nel 2011 ha dettato le nuove regole per i film d’azione, regole che oggi Hollywood sta ancora cavalcando, tra John Wick, Tyler Rake, Il mio nome è Nessuno e compagnia.
Il peggio che poteva accadere a Gareth Evans oggi era limare fino alla morte il suo ultimo film, mostrarcelo, e fare la figura del Timo Tjahjanto qualunque.
E ve lo dico subito: state tranquilli, non è quello che succede.
Havoc non è The Raid: non penso che a Gareth Evans interessi rifare The Raid o cose simili. Al limite, gli interessa rifare The Raid 2: qualcosa che si prenda il suo tempo per raccontare una storia, e poi esploda al momento giusto con momenti d’azione memorabili.
Gareth Evans è partito da un’ispirazione drammatica e vuole raccontare un personaggio. Vuole fare un plateale omaggio al glorioso sottogenere dell’heroic bloodshed di Hong Kong di oltre 30 anni fa, certo, ma non solo: ci mette John Woo, ci mette Johnny To, ci mette Walter Hill, Michael Mann. Prende Tom Hardy e gli fa fare un misto tra Chow Yun-Fat e Robert Mitchum – o James Caan, come ha avuto modo di dire lo stesso Hardy. Racconta di un eroe macchiato: non un antieroe, ma uno che era partito con le migliori intenzioni e poi ha scoperto che la vita a volte ti mette davanti solo due opzioni, e sono entrambe sporche, e allora ha imparato a convivere con il compromesso. Perfetto per il Tom Hardy stanco degli ultimi anni, quello che sembra trovare motivazione solo se può grugnire, o dire una battuta in modo più storto di come la direbbe chiunque altro.
La parte di trama è ovviamente la più faticosa, perché non è nulla di sconvolgente ed è interamente retta da Tom Hardy – e da Forest Whitaker, quando possono duettare. E Tim Olyphant, in un ruolo scritto su misura per la sua fazza da stronzo, ovviamente non sfigura.
Ma Tom Hardy in un ruolo hard boiled è una delle cose più giuste che possa darci il cinema oggi. Il suo istinto è quello. È lasciato libero di improvvisare e riscriversi le battute da solo, e si vede perché gli calzano come un guanto.

Il minimo.
E poi ci sono le scene d’azione.
Tre, su tutte, in cui Gareth Evans è chiamato a dire “io sono Gareth Evans e voi no”.
Un inseguimento in auto, all’inizio, nervosissimo, con spettacolare omaggio a Magnotta (lo vedrete).
Un massacro in discoteca che è una sfida aperta a John Wick e i suoi fratelli nel loro stesso campo da gioco, e che sembra una stronzata da dire ma si distingue già per non usare i neon viola perché porcapupazza tutti gli action recenti hanno una rissa in discoteca al neon viola. Ormai ci sono più risse in discoteche viola negli action moderni che rapine al minimarket da sventare negli action anni ‘80/’90. Ma non è tutto lì: c’è che Gareth Evans non è (solo) coreografico. C’è che in una scena del genere ti ricorda perché The Raid è uno dei più grandi action degli ultimi 30 anni e non solo un cult per fissati con le arti marziali: perché c’è in ballo tutto. Nervosismo, tensione, sopravvivenza, pistole fucili schiaffi mannaie, la cinepresa che segue i movimenti e ti fa sentire le botte, la disperazione e sì, anche l’iperrealismo e il momento coreografico che si incastrano in un ritmo perfetto. Il bordello (havoc), ma gestito con un controllo meraviglioso. Ed è una marca di pioggia inarrestabile di proiettili tutta di Evans: non è il balletto alla John Woo, non è il rigore di Johnny To, ma è qualcosa di più sporco, teso e viscerale. Sono personalmente più che contento di riempirmi la pancia con la saga di John Wick e i film pazzi di Timo Tjahjanto mentre aspettavo il Gareth, e ora che è arrivato posso dirlo: a confronto, tutti i loro limiti esplodono impietosi. John Wick è un fumettone, e Timo – a cui voglio un gran bene – un ragazzino che mette in fila vignette di (bellissima) violenza senza criterio. Ma alle sparatorie che Gareth inscena con il compare action designer Jude Poyer, ci sei dentro con entrambe le scarpe: non sono il momento in cui un regista costretto a girare scene di raccordo può finalmente scatenarsi, ma sono naturale e organico proseguimento di dove storia e personaggi ti hanno portato fino a quel momento, progressivamente amplificato fino alle conseguenze più travolgenti (rileggetevi come crearono i momenti più alti di Gangs of London nella nostra intervista a Jude).
Poi ovviamente c’è la resa dei conti finale.
Però non penso di aver bisogno di aggiungere altro: buona visione.
Streaming-quote:
“Felicitazioni”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: Gareth ha detto che al prossimo giro fa un musical. Va benissimo. Spero solo che non ci metta altri sette anni.
Cioè un film da guardare al cinema che però per colpa di ste piattaforme non c’è al cinema? E dove lo guardo sul monitor PC?. Che due perché Evans è sempre una garanzia come conferma il Boss.
Pessimo
Eh comunque se qualcuno con la TV vuole ospitarmi a guardarlo porto della birra.🤣
La citazione nel titolo, raga..La citazione nel titolo ❤❤❤❤
Tra attori, storia e regista, se si falliva un film così era l’Armgeddon quello biblico.
Oh, sono fomentatissimo: Evans + Hardy + hard boiled + questa rece.
Il genere aveva bisogno di una bella bomba che rinfrescasse l’aria.
PS refuso tra “Io sono Nessuno” e il buon vecchio “Il mio nome è Nessuno”.
Hardy boiled
Gareth Evans: grazie di esistere.
Nanni: grazie per glorificarlo nella maniera migliore.
I400Calci: grazie per il widget di JustWatch.
Io ho esultato due volte. Quando ho visto il film. E leggendo il riferimento alla Volvo del Capo:
https://youtu.be/JFXOH6XAxvQsi=Rxg8Wctw80y9yxm3
Battuto sul tempo, bravo Barone.
Piaciuto, ho trovato la trama un po mediocre , ok che non fosse la prima cosa per caritá.
E mi aspettavo piu mazzate a mano che smitragliate da Gareth.
Detto ciò un bel action !
Peccato non goderselo al cinema
Mi sembra impossibile che non mi sia piaciuto, gli voglio dare una seconda guardata!!!
Ti dirò pure a me ha lasciato abbastanza freddo. Ma pure io ho abbastanza pacca da volerlo rivedere.
Non è piaciuto neanche a me
Per me filmone assoluto anche nella parte trama, che è esile e stirata, ma si adatta benissimo a tutti. Ho giusto provato un filo di stanchezza in certe sparatorie dove crivellano di colpi qualcuno e quello ancora è lì che cammina, ma quanta bellezza quanta.
Per quanto mi riguarda, non sarà The Raid ma film monumentale! Non capisco l’accoglienza tiepida che sta avendo. Meritava la sala, peccato…
P.S. Hardy grugnante is The Best Hardy.
Confermo team “freddini”. Trama debole, spiegata pure male (e non era difficile). Scene d’azione pregevoli per carità, però le armi con le munizioni infinite e i cantonesi con la mira delle guardie imperiali a un certo punto diventano quasi una caricatura.
Ho aspettato la qui recensione per capire dove fosse il mio entusiasmo. I miei occhi hanno apprezzato moltissimo le coreografie ma pure io i cinque tir di miliziani della triade completamente incapaci di sparare li ho patiti. Contro iko ci poteva stare perché il suo personaggio era giustificatamente invincibile. Questo Hardy lo senti che è tangibile e fragile. Però non si può sputare in un piatto del genere.
Quindi team “non che sia freddo ma me lo può passare ancora 30 sec a 600 watt?”
solo a me ha fatto strano quella neve li? (che poi sticazzi però mi ha distratto)
La rece bilancia quello che si sente in giro anche da chi ama il cinema di menare e lo bolla come una grande delusione dato quanto ci si aspettava dal duo Evans-Hardy.
“spettacolare omaggio a Magnotta (lo vedrete)”
Dimmi che ci sono terroristi regolarmente iscritti che fanno brillare delle lavatrici.
Sembra fango e quindi anche un po M….
Per questo grande GRANDISSIMO action e per la rece del Capo rompo il silenzio autoimpostomi da anni.
Visto domenica su 65″ oled con impianto 5.1, una bellezza per gli occhi e per le orecchie.
Le scene d’azione lasciano tutte un senso di profonda soddisfazione ma, per me, l’inseguimento iniziale ha proprio una marcia in più…ed è bello lungo!
Solo a me sembra fatto tutto completamente in cgi? Spettacolare per carità eh, ma in diversi punti mi sembrava di vedere un videogame
@Lainen: “tutto completamente in cgi” sì, secondo me solo a te.
Effetto videogame rilevato
Sono stato rimproverato dal boss, ma a quanto pare non sono l’unico che la pensa come me. Probabilmente le uniche riprese vere sono gli attori e forse parte degli abitacoli. Perché mi rimproveri, capo? Ho dovuto rispondere a te perché a nanni non è concesso.
https://www.reddit.com/r/Corridor/comments/1kbbcqv/havocs_opening_car_chase_that_seems_to_be_mostly/?tl=it&rdt=47680
Ah merda, ho capito solo adesso che parlavi solo dell’inseguimento e non di tutto il film. Ho sentito gente che si lamentava anche di Cardiff ricoperta di CGI per farla sembrare gli Stati Uniti d’America e non saresti stato il primo che per strillare più forte degli altri parla di questo film manco fosse un Pixar. Felice che non sia il caso. Sì l’inseguimento ha ovvia CGI pesante e non di primissima qualità, ma per via di tutte le altre cose che compongono un inseguimento (ritmo, dinamica, montaggio, ecc…) per me rimane della stramadonna lo stesso.
Avercene di film così. Se per farli con un budget contenuto è necessaria un po’ più di CGI mi va benissimo lo stesso. Mi spiace per l’incomprensione, ho ribadito lo stesso concetto in un altro commento che però non posso cancellare. Scusa nanni
Sì sì condivido la sensazione videogame, ma dopo un po’ ci si abitua…la neve camuffa e l’adrenalina scorre forte, MOLTO forte!
Minchia.
Tom Hardy diretto da Gareth Evans?
Non ditemi altro.
Venduto.
Film molto bello, a parte qualche sbavatura nelle scene action, già segnalata. Hardy in pallissima. Peccato però avere perso l’eroe divertente anni 90 a favore degli eroi tristi e noir moderni
Credo che sia anche frutto dei tempi. Gli anni 80 erano mediamente più allegri e con più prospettive anche economiche e il grosso delle serie continuate nei 90 avevano origine negli anni 80. Che poi nel fumetto americano all’ invero stavano già cambiando le cose negli anni 80, visto anche il crollo di vendite e quindi l’ ispirarsi a quello Argentino e Europeo più drammatico e grigio.
A me però va bene tutto, basta che non siano action il filone degli action iniziati ( credo) da taken con eroi che fanno scappare da ridire per quanto non action.
Havoc è un assurdo, parossistico e intenso assalto visivo e sonoro.
Quando si potrebbero sparare una sola volta si sparano 6 volte.
La macchina da presa si muove costantemente mentre tutto e tutti si muovono costantemente, altri film fanno lo stesso, ovviamente con meno locura, per nascondere i difetti delle scene d’azione, ma qui non ci sono difetti da nascondere e serve solo ad amplificatore il caos di coreografie estremamente folli e creative.
L’obbiettivo è la devastazione.
Molti non lo stanno capendo perché una cosa così non è mai stata fatta.
Con gli anni diventerà di culto.
Ma come non è mai stata fatta. È un film assolutamente derivativo dove si possono leggere con facilità i punti di riferimento in ogni segmento.
Ho amato un dettaglio in particolare: senza nessuna ragione ragionevole, il personaggio di Mia mena come una professionista, si vede nella scena del club che tiene a bada decine di scagnozzi affettandoli con gusto.
Cioè, Hardy è lì per “proteggerla” e lei mena meglio di lui.
Ma la cosa che mi piace è il del fottesega sfacciato: non viene spiegato perché sappia menare o il suo background e nemmeno Hardy si sorprende.
Questo è lo spirito giusto: siamo in un universo dove tutti menano, è normale, chissene del perché e del percome. E se non sei parte del gioco, sei un personaggio secondario e verrai sparato nella schiena.
È un po’ come negli universi di Michael Bay, dove è normale saper guidare un’auto sportiva a duecento allora e controsterzare nei vicoli di (inserire città toscana). Se non sai farlo sei solo una comparsa che probabilmente verrà investita.
Con Evans è lo stesso, ma con le mannaiate e con lo sparare le armi automatiche con una mano sola.
Viva il fottesega. Viva le plot armor oltre i limiti de Maccosa. Viva chi ancora ci regala la sospensione d’incredulità che avevo guardando gli action negli anni ’80.
Ecco, pensavo di averla notata solo io questa cosa di Mia che spacca di brutto, ma tu l’hai spiegato alla grandissima! Nel cinema di Evans, si mena e alla grande, perché si. Le spiegazioni le lasciamo agli altri. Filmone , con quegli spari assurdi che mi hanno fomentato di brutto. Quando puoi colpire con uno sparo ma finisci un caricatore per ogni singola persona, e poi ovunque trovi armi cadute con cui ricominciare…davvero un grande caos di menare, omaggio chiarissimo al cinema di Honk Kong , quello che piace a noi ovvio..
SPOILER! SPOILER!
Certo, Mia che sa menare senza un perchè ci sta, ma il guaio è che nella Hollywood nerdosa degli ultimi anni le donne che menano sono praticamente INTOCCABILI, cioè, loro sderenano facendo le smorfiette gorilla da un quintale e mezzo ma non le PRENDONO MAI (è concesso solo che sia un’altra donna a menarle…) . Perfino il ruvidissimo Tom Hardy è stato macinato a pugni e calci dalla solita truzza inscalfibile e lo sceneggiatore si è dovuto inventare un colpo d’astuzia per consentirgli di sopraffarla… Tutto questo onestamente è una roba patetica che non ha niente a che vedere con il ruolo più partecipe delle donne nel cinema action (legittimo), piuttosto sembra una paraculata che sconfina nel fazioso e nel misandrico (probabilmente la Hollywood che produce cinema ha avuto qualche trauma con i maschi Alfa nella pubertà…).
A parte ciò è un grande film d’azione.
Caro l’autoironico, sono d’accordo con te. Ma per ovviare a tutto ciò la medicina c’è già e si chiama Mayhem (o Farang).
https://www.i400calci.com/2024/09/palo-traversa-gol-la-recensione-di-mayhem-2023/
Donne di menare che muoiono malissimo.
sono d’accordo con l’autoironico
La mia amata Charlize di Atomica Bionda le dà e, soprattutto, le prende che è una bellezza
E infatti è un gran film
L’ho guardato non sapendo fosse del buon Gareth e quindi ho una prima impressione che recita a dir poco così: cazzo per essere un b movie senza trama, le scene action sono sensazionali. Quando ho saputo fosse del saggio Evans ho rivalutato: cazzo soffre delle stesse demenze qualunquiste di Berandal, ma le scene d’azione sono formidabili. In realtà ogni tanto emana quell’effluvio di “film senza speranza con un attore che interpreta un malato terminale”, ma non sempre. Rimangono delle superficialità, delle dozzinalità, dei cambi di location/umore non azzeccati, come da tradizione orientale. E allora il giudizio è: è Miike in occidente come se avesse capito due lezioni diverse e non sapesse sempre come assemblarle al meglio.
E’ un regista seminale per il genere.
The raid è un film perfetto.
Easter Egg: ad un certo punto c’è una inquadratura su una metro/stazione con la nomenclatura della fermata che recita “Argyle”, evidente non si sia in America anche se ce lo fanno credere.
se fai il fermo immagine al momento giusto vedi che la lavatrice e’ una San Giorgio
Eh, scusate, ma per me è un meh.
Le scene d’azione sono splendide. SPLENDIDE, da far piangere dalla gioia, ma
– i colpi infiniti sono roba di un’altra opca del cinema, e oggi non sono più proponibili: non è una operazione nostalgia
– la ragazza e i coprotagonisti che menano come professionisti senza nessuna spiegazione e nessuna logica mi disturbano la sospensione dell’incredulità. Perché? Perché non c’è nemmeno mezzo sforzo di sceneggiatura per spiegare l’impossibile?
– Le due anime del film sembrano appiccicate con la colla: realistiche le premesse hard boiled di personaggi sui toni del grigio, desideri di riscatto, dinamiche familiari ,e poi debbotto, scene d’azione perfettamente coreografate, in cui i protagonisti combattono come supereroi invulnerabili e inscalfibili. Le botte si sentono, ma le sentono solo i nemici – perché??? Perché non è concesso provare nemmeno un brivido quando iniziano a volare i proiettili? Nemmeno un attimo di timore per il protagonista, che pure seguiamo durante una pietosa scena di padre dell’anno?
Quindi, per me è un meh, nel caso in cui vi fossero avanzati abbastanza “‘sticazzi’ da tirarmi dietro
Magari un meh!
Nessuno brivido.
Zero vertigine, nessuna tensione, anche nei tanto esaltati momenti action.
In cui il film perde quel poco di personalità e si trasforma in un generico
showcase di violenza né memorabile né divertente né innovativa.
Noia e pessima, invadentissima CGI.
(Altro che inserimento spettacolare!).
Qualche guizzo c’è ma niente di più.
Male male.
Se basta qualche pum pum digitale in più in mezzo a scene che non hanno né capo né coda, prive di qualsiasi phatos e dinamica interna, confuse e iper-montate per gridare al capolavoro Hard Boiled, allora ce li meritiamo davvero i fratelli Russo e co…
Praticamente quasi lo stesso mio pensiero mentre guardavo il film, in toto. Non vedevo l’ora finisse, a un certo punto mi è venuta voglia persino di andarmi a fare una bella passeggiata serale al parco perché di quello che avveniva a schermo mi fregava poco o nulla.
In generale sono d’accordo: Hardy è perfetto e alcune scene funzionano, ma i due Raid (soprattutto il secondo) erano tutt’altra roba. Se ci si accontenta è meglio di molti altri action contemporanei, ma siamo ben lontani dai Bourne.
Ci vorrà molto tempo prima di disintossicarsi dagli stilemi dei film sui supereroi.
Proprio ieri ho visto uno dei contenuti Extra di The Raid II in cui Evans dichiarava che tutti i film che ha fatto contengono qualcosa di sbagliato.
Ingenuità, errori imperdonabili che non rifarebbe mai e il cui superamento lo spinge a crescere e ad essere un filmmaker sempre migliore.
Ecco con Havoc è come se avesse selezionato chirurgicamente tutte le debolezze dei due the Raid e le avesse ingigantite fino a mangiarsi il film.
Dimenticandosi, o minimizzando davvero davvero troppo, tutto ciò che aveva inventato e re-inventato, che ha reso quei due film memorabili e lui un regista innovativo e al contempo solidissimo.
Appunto, fino ad Havoc…
Magari un meh!
Nessuno brivido.
Zero vertigine, nessuna tensione, anche nei tanto esaltati momenti action.
In cui il film perde quel poco di personalità e si trasforma in un generico
showcase di violenza né memorabile né divertente né innovativa.
Noia e pessima, invadentissima CGI.
(Altro che inserimento spettacolare!).
Qualche guizzo c’è ma niente di più.
Male male.
Se basta qualche pum pum digitale in più in mezzo a scene che non hanno né capo né coda, prive di qualsiasi phatos e dinamica interna, confuse e iper-montate per gridare al capolavoro Hard Boiled, allora ce li meritiamo davvero i fratelli Russo e co…
Havoc e’ come farsi una sega su un porno di Asa Akira: sempre la stessa roba ma, cazzo, un altro livello.
Havoc e’ come farsi una sega su un porno di Asa Akira: sempre la stessa roba ma, cazzo, un altro livello.
Altro film natalizio da aggiungere ai miei preferiti, che bombetta!
Nickname dell’anno.
Grazie.
Davvero, nickname fantastico
Secondo me i problemi di questo film sono due:
– Bravura di Gareth reparto regia e montaggio: indiscutibile. Ma su trama e soprattutto dialoghi doveva farsi dare una mano. Non è possibile avere attori così bravi e mettergli in bocca battute fiacche da telefilm poliziesco di Rai2, dai.
– Evidenti limiti di budget, coperti da CGI a manetta. Qui c’è da dire che l’art direction è molto figa, l’inseguimento iniziale sembra la cutscene di un videogame ma una signora cutscene. Però tra quello di Ronin e questo mi tengo Ronin tutta la vita, c’è poco da fare. Ma pure tra quello del poliziottesco medio italiano degli anni ’70 e questo.
Negli scontri di menare e di sparare invece concordo che Gareth mette i piedi in testa a tutti, e allora ok non rifare The Raid però per il prossimo – speriamo non fra dieci anni – 1) uno sceneggiatore bravo a supporto; 2) seguire la scuola Blumhouse: pensa il meglio che puoi coi soldi che hai. Non puoi fare il film di Scorsese senza i soldi che danno a Scorsese.
A me è piaciuto un botto: divertente nelle scene di viuleenza, sufficientemente interessante nelle scene di “dramma”, mi è piaciuto molto lo scontro fra tutte le motivazioni di tutti i gruppi, che mi hanno fatto godere tantissimo della lunga lenta parte introduttiva.
Dopodiché due riflessioni:
1) tutto aveva un’aria artefatta da videogame: il modo in cui si muovono le persone nella discoteca mi faceva pensare alle comparse nei videogiochi: che si muovono meccanicamente a caso. Questa cosa mi ha divertito moltissimo.
2) sono preoccupato per Tom Hardy, che più passa il tempo più è curvo, chiuso, nasale, brutto, grasso, sembra un attore sempre più in corsa verso il proprio disfacimento, e per quanto le sue interpretazioni siano sempre grandi, mi dispiace vederlo conciato così.
Nanni, buongiorno.
Secondo te ha senso paragonare la gestione del progetto di Evans con Irishman di Scorsese?
Più che altro perché questa diatriba streaming/cinema mi pare non abbia particolare senso al netto del risultare: realizzare il film.
Grazie.
Non saprei, a occhio hanno avuto problemi diversi, temo di non aver capito da che angolazione intendi. Se si tratta solo del dibattito sala/piattaforma è comune a tantissimi altri film, e ognuno sceglie i compromessi che preferisce che dipendono anche, fra le altre cose, da quanto budget ti danno e da come ti lasciano lavorare.
Intendevo quello che hai detto: compromessi e libertà creativa, passami la formula.
SPOILER
Questo e’ il film di The Shield di cui non sapevamo di avere bisogno. Tom Hardy che fa Vic Mackey – incluso omicidio del poliziotto sotto copertura – con un pizzico del Bruce Willis dolente di Die Hard 3. Timothy Olyphant interpreta lo spregevole Shane e, direttamente dalla serie tv, torna Forest Whitaker, dimostrando che e’ vissuto tanto a lungo da smettere i panni del detective integerrimo per diventare un politico corrotto.
Notte perenne in una citta’ talmente degradata che sembra Gotham City, trama basica che pure riesce ad essere confusionaria in certi passaggi. Comunque cio’ che conta e’ l’azione scatenata, in discoteca la shaky cam ha qualche tremolio di troppo ma avercene di sparatorie e risse girate cosi’, le lezioni provenienti da Hong Kong sono state digerite ed aggiornate agli standard odierni.
Come Vic anche Tom Hardy si gioca il rapporto con moglie e figlio, Gareth Evans merita invece di ottenere un invito dalla Famiglia per girare uno spin-off di Fast & Furious con un budget degno delle sue capacita’ registiche.
Mah…meglio La notte su di noi per dirne uno…almeno non dura più di 3 ore come l’ultimo John Wick…film dimenticabile se non fosse per Hardy come protagonista.
Sono stato ripreso dal capo che mi ha fatto passare per mentecatto. A me in ogni caso il film è piaciuto parecchio ma l’inizio è secondo me fatto interamente in cgi. Deriso e messo in un angolo a piangere non mi sono dato per sconfitto e sto trovando tanti che la pensano come me. Riporto un virgolettato e link di riferimento.
“Il film si apre con un inseguimento spettacolare: si corre ad alta velocità tra superstrade innevate, volano proiettili e lavatrici.
Chiaramente l’idea di ambientare la scena di notte e durante una forte nevicata serve a mascherare una CGI che, in tutta franchezza, è più o meno dalle parti di un’ottima produzione videoludica e, nonostante gli attori siano inseriti bene in scena, non serve un occhio di falco per notare quanto poco di reale ci sia sullo schermo.”
https://www.cinefacts.it/cinefacts-articolo-1998/havoc-recensione-perdere-il-bello-dell-azione-nella-cgi.html
Il film è godibile, ma rappresenta un passo indietro rispetto agli action precedenti di Evans, incluso Gangs of London. Il regista continua a essere un punto di riferimento nel genere, ma eccelle soprattutto nei combattimenti corpo a corpo. L’inseguimento, pur divertente, risente dell’eccessivo uso della CGI, che viene in parte mascherata dall’ambientazione notturna.
In generale, troppi proiettili. Il cast è ben amalgamato, ma la sceneggiatura potrebbe essere migliorata.
Forse Evans ha voluto dimostrare di essere il numero uno in ogni aspetto dell’action, ma il risultato finale è un’assenza di pathos. Più che un coinvolgimento emotivo, si resta in attesa di soluzioni di regia originali e dei virtuosismi nell’uso della macchina da presa.
Adesso la dico medio-grossa, ma il problema di queato film sono le scene action. Perché sì, la mano giusta si vede ed è quella di sempre, ma i tempi delle sparatorie sono tutti sbagliati. Il problema non è il numero di colpi, sticazzi quello. Il problema è che in larga parte dei conflitti a fuoco davanti ai protagonisti scoppiano almeno 10 proiettili fuori bersaglio ogni volta, prima che si mettano al riparo. È una roba imbarazzante. Nel cottage alla fine poi siamo al demenziale, N persone che sparano dentro una finestra con i mitra da, boh, 5 metri di distanza e Hardy che dopo che salta tutto il legno possibile intorno a lui si abbassa incolume. O il tipo che prima di sparare al figlio di W. Aspetta quei dieci secondi che il padre se ne accorga e si butti in mezzo. Non sono robe mai viste eh, però in questo film stonano tantissimo. Troppo.
Invece a me il resto è piaciuto: atmosfere, ritmo, trama, attori tutti in bolla.
Poi, siamo d’accordo, avercene.
Visto.Praticamente il film è composto da due scene d’azione con niente intorno. Peccato.
Esagerato!
é tipo un iperfilm, c’è troppo IMHO.
Mi ha fatto un po’ l’effetto di Brawl in Cell Block 99, dove il film si contorce talmente forte da diventare un’altra cosa. Solo che qua si contorce non abbastanza.
Essendo troppo ma senza andare troppo in la’ secondo me ha troppe sbavature qua e la.
Però detto questo, facendo un analisi degli spicci: ne esci dalla visione che la componente menare/sparare è al 120%, approfondimento psicologico OK, recitazione OK, inseguimenti meh, ma non sono indispensabili alla riuscita del film.
Quindi si promosso ma forse anche qualcosa meno andava bene o anche meglio.
Come dice il Boss, non è The Raid ma un omaggio all’action sanguinario e pieno zeppo di pallottole di Hong Kong.
Io forse mi aspettavo The Raid ma con le pistole e per questo il film non mi è dispiaciuto ma non convinto appieno.
Le scene d’azione sono davvero belle ma forse meno frenesia e una miglior fotografia nel senso di luci e colori me le avrebbe fatte godere di più (per i miei gusti meglio quella in discoteca); in generale a Evans vengono meglio le scene di menare, anche qui sono la parte migliore.
La trama è quella che è ma gli attori sono tutti bravi e mi è piaciuta un sacco la violenza e il pessimismo che hanno messo: cazzo non si salva davvero nessuno.
SPOILER
Uno pensa che lo salvino, il collega colpito dalla lavatrice, e invece non solo la poliziotta arriva tardi ma fanno fuori malissimo pure la moglie di Cortez. Onestamente non me lo aspettavo.
Non ci ho capito un cazzo, trama gestita male, personaggi non approfonditi e non ho trovato neanche cosí fighe le scene di menare, lontane anni luce dalla chiarezza di The Raid. Un gran casino, in cui credevo sparassero anche durante i titoli di coda. Cosa salvo? L’ inseguimento iniziale. Forse questo film doveva essere una miniserie, almeno per dare piú spessore a personaggi che devono essere protetti ma sanno menare per 5 perché… boh.
A me è piaciuto parecchio, nonostante dopo l’inseguimento-bomba iniziale (grandissimo l’omaggio all’indimenticato ed indimenticabile Magnotta) per qualche minuto ci sia un pò di pesantezza. Ma poi si riprende alla grande, e spero che la battaglia in discoteca, un esempio da manuale di come si gira uno scontro tutti contro tutti, diventi un esempio usato nelle scuole di cinema.
Come dice il capo è un clamoroso omaggio al cinema di Hong Kong degli anni ottanta, è quello che farebbe John Woo se avessi quarant’anni oggi, quel tipo di film ma attualizzato, e bene, cosa tutt’altro che facile da fare.
In questo senso non ha significato lamentarsi degli eroi immortali, delle decine di scagnozzi che non sanno mirare, dei personaggi colpiti diciotto volte quando ne basterebbero due. In quel tipo di immaginario le cose funzionano cosi. Ma le parole “Hard Boiled” ed “ospedale” insieme hanno ancora significato?
E poi dura un’ora e tre quarti, in un mondo nel quale se non fai almeno 150 minuti di film non ti consideri un autore. Poi per carità ha qualche imperfezione, come dicevo qualche calo di ritmo, non è “The Raid”, ma avercene film cosi. E poi c’è Michelle Waterson!
Ma infatti nonostante che io debba ancora vederlo so cosa aspettarmi e so che mi piacerà salvo che il Capo mi/ ci abbia mentito sulla qualità delle sparatorie genetrici di grossi buchi ma direi proprio di no.
Siamo su un sito di cinema di genere e molti sembrano non avere mai visto il cinema action di Hong Kong anni 80! Sommo sacrilegio!
Starò diventando vecchio, ma il film è proprio una bella cagata.
Ragazzi non so che droga avete preso ma questo film fa veramente cagare. Inseguimento iniziale inutile e plasticoso, trama talmente nulla che le sparatiorie diventano noiose. Si salva solo il buon vecchio Hardy, che si sarebbe meritato di meglio
Questo è il film che aspettavo di vedere dagli anni 90…
È il 1992 e vedi Reservoir Dogs e Hardboiled, mentre ti sanguinano occhi e orecchie dalla felicità ti dici: “Cazzo! Presto ci saranno film che metteranno insieme questa bomba occidentale con l’action di Hong Kong, che bello vivere negli anni 90” e invece… no, aspetti e aspetti e chi arriva primo? Gareth Evans, ma nel 2025… no comment