“Ho visto un film in cui al 30esimo minuto l’eroe in trappola ha tecnicamente la possibilità di chiamare aiuto e lo fa, per cui la situazione si risolve subito, la minaccia è sventata, e nella restante ora è tutto sotto controllo e non succede niente di eclatante. Molto credibile, e di conseguenza molto bello.”
(nessuno)
Benvenuti a un altro episodio di “ma perché diavolo una grossa organizzazione criminale dovrebbe affidare una parte cruciale del proprio piano a una persona qualunque”!
Decisamente uno dei miei sottogeneri preferiti. A volte vorrei che Hitchcock fosse ancora vivo e girasse solo roba simile, e invece dobbiamo accontentarci il più delle volte di Jaume Collet-Serra e i suoi amici e roba come Carry On o Retribution. E io mi accontento! Mi diverto. Mi metto a pensare a dettagli tipo “questi devono assicurarsi che la loro vittima abbia il cellulare carico”. Rifletteteci. Organizzano tutto, si studiano il background, il piano, i movimenti, le tempistiche, i sistemi di sorveglianza, il ricatto motivazionale, poi al tuo bersaglio proprio quel giorno gli è caduto il telefonino nel cesso un quarto d’ora prima di uscire e voilà, tutto a puttane. Tu hai uno sgherro che si è scandagliato i social per una settimana in cerca di informazioni utili, un altro che è andato a rapire un parente, un altro che ha disseminato vari percorsi di microfoni e videocamere, che ha dovuto hackerare delle cose, e tu stesso in prima persona magari ti sei organizzato per pedinare la vittima prescelta a distanza di sicurezza, magari hai addirittura studiato un personaggio da interpretare, comprato una parrucca e una barba finta per l’occasione, e invece niente: il telefono casca nel cesso, il piano non può nemmeno iniziare e non è colpa di nessuno. Oppure che ne so: e se la vittima legge il tuo messaggio e va in iperventilazione e sviene? E se perde tempo prezioso perché si sta letteralmente cagando addosso? Vuoi ammazzargli un parente perché sul più bello si scopre che questa tua pedina non professionista non si era adeguatamente preparata per fare una cosa delicata e pericolosa che in tutta onestà non sapeva di dover fare? Cosa ottieni esattamente?
Comunque: Christopher Landon, autore fin qui di un paio di chicche adolescenziali più intelligenti del previsto come Auguri per la tua morte e Freaky, ha evidentemente visto gli ultimi film di Jaume Collet-Serra e pensato “sfida accettata”.
E io ho preparato i popcorn.
SIGLA!
Violet è a cena con Henry, per il loro primo appuntamento.
È una cosa grossa. È vedova, con bambino di cinque anni a carico, e non usciva di casa da quando lui era nato. È nervosa.
Violet e Henry sono interpretati da due attori che sembrano la risposta alla domanda “inventati due nomi di attori famosi” fatta alla primissima versione sperimentale di ChatGPT: Meghann Fahy e Brandon Sklenar.
Il bambino non è altrettanto importante ma ve lo devo raccontare subito: si chiama Toby, ed è il marmocchio più buffo e simpatico che io abbia mai visto dai tempi del mitico Jonathan Lipnicki in Jerry Maguire. Non ha i dialoghi brillanti del pischello di Jerry Maguire, e non è neanche lontanamente così sciolto e a suo agio, ma questo forse lo rende ancora più tenero. Allora sono andato a controllare chi fosse, e ho scoperto che è “Jacob Robinson”, un famoso tiktoker irlandese con 2 milioni e mezzo di followers. Ve lo giuro. A cinque anni. E allora ho ricordato una recente intervista a Maya Hawke in cui raccontava che i produttori di Hollywood oggi sono ossessionati dai social e fanno i casting guardando ogni attore quanti followers porta, e qualcuno ha persino in mente una somma totale di cifra da raggiungere, una regola che da oggi chiamerò “Harry Styles in Dunkirk”. Per cui ora mi immagino Christopher Landon – l’avete mai visto in fazza? Dalla foto su IMDb direste che fa l’attore e/o il cameriere, e invece è solo sceneggiatore/regista – che insiste per dare i ruoli principali a Meghann Fahy della seconda stagione di White Lotus e a Brandon Sklenar che magari gli racconta i pettegolezzi sul caso Lively – Baldoni dal set di It Ends With Us, e allora il produttore gli dice “ok, ma allora per bilanciare voglio il cazzo di bambino di cinque anni più famoso dell’Universo”.
Immagina Christopher Landon al pensiero che il suo tesissimo thriller, la sua risposta al simil-monopolio di Jaume Collet-Serra, verrà marketizzato principalmente al tipo di target che guarda i bambini di 5 anni buffi su Tiktok.
Per fortuna non si nota più di tanto.
Perché insomma, la trama prevede che la protagonista Violet riceva di colpo messaggi strani sul telefono, dei “drop” da un numero sconosciuto, che la ricattano e le chiedono di ammazzare Henry.

Che fazzetta, il Jacob
Non posso fare un’intera recensione di parentesi, anche se probabilmente l’ho già fatto diverse volte in passato, ma un altro tema che mi verrebbe da approfondire a questo turno è di come le rom-com si siano trasformate nel 2025. Io non ne guardo, ma sono ancora possibili? Voglio dire: ho visto già un pugno di thriller che iniziano con una che va al primo appuntamento con uno sconosciuto, e grammaticalmente di solito quella è la parte dove si crea un’atmosfera distesa, rilassata, che non desti alcun sospetto, prima dell’esplosione di terrore. E invece quella parte è già un thriller di per sè. Una cazzo di partita a campo minato in cui ogni mossa, ogni casella puntata a caso, potrebbe colpire una red flag. Tutto il film potrebbe essere così, solo sulla tensione dell’appuntamento, e potrebbe passare per thriller anche se la cosa più spinta che succede fosse che il vino sa di tappo. Se lui sbaglia qualcosa, una frase un minimo storta, lei rischia di aver trovato un maniaco che potrebbe maltrattarla / tormentarla / ammazzarla. Ma anche lui d’altra parte ha tutte le ragioni per essere nervoso e sentire pressioni ingiuste, perché gli basta fare un piccolo passo storto e lei potrebbe… uhm, alzarsi, andarsene, e costringerlo a riaprire Tinder. Quindi entrambi sono in una posizione delicata.
Ma ho detto che non volevo aprire questa parentesi. Ops.
Quello che volevo dire è che Drop, per funzionare, ha bisogno di rispondere a una miriade di domande e regoline, e creare una situazione che stia un minimo in piedi.
Normalmente, questi thriller non lo fanno: è una battaglia persa. È un gioco a cercare di rispondere alle domande giuste: non tutte, ma un numero sufficiente, e quelle meglio mirate.
È un massacro. Ma è divertente. E spesso questi film, se tengono il ritmo e l’atteggiamento giusto, funzionano anche quando i buchi sono evidenti. Perché è l’attitudine che conta, e perché una scena emozionante, coreografica, possibilmente memorabile, è meglio di qualsiasi momento in cui la protagonista avrebbe potuto scappare ma non l’ha fatto.

Minanda e Castolo
Drop non è un film immune da falle nel sistema e ci mancherebbe, ma devo ammettere che risponde a molte più domande di quanto mi sarei aspettato.
Certo, ha bisogno di montare un’impalcatura fatta di svariate coincidenze fortunate, la prima della quale è che Henry è tipo l’uomo perfetto. Gentile, comprensivo, responsabile, veramente inappuntabile. A metà film avrei voluto sposarlo pure io. Non fa una piega davanti a niente, Henry: dice “Ok, se insisti, rimango qui al tavolo e ti dò tutto il tempo per gestire il tuo nervosismo e venire a patti con l’idea di ammazzarmi. Io sono qui. Non ti forzo la mano e non invado la tua sfera decisionale. Ammazzami quando vuoi, quando ti senti pronta” (ok forse tra le righe dovrei imparare la lezione che anche agli uomini, tutto sommato, al primo appuntamento potrebbe capitare una che è stata ricattata da una potente organizzazione criminale per ammazzarti – non sottovalutiamo le probabilità!).
Dal punto di vista della logica e del realismo, che i social ci insegnano essere il metro fondamentale con cui si misura ogni film, mi ritengo soddisfatto. Certo, vi verrà da ridere a pensare a questa frase quando vedrete la scena – già presente nel trailer – in cui un sicario fatica a tenere a bada un moccioso di 5 anni e la sua babysitter, per cui pensate rigorosamente in relazione alla media del sottogenere a cui Drop appartiene.
La cosa realmente importante però è che si tratta del classico prodottino che, pur non inventando niente, è fatto con grande attenzione. Al ritmo, al numero di trovate, alla gestione degli elementi e dei personaggi secondari (nessun twist vi sconvolgerà, ma sono tutti giocati in modo da non essere per forza la colonna portante del racconto). E anche al lato visivo: poteva essere una roba in cui toccava inquadrare un telefono ogni due per tre, e invece Landon si diverte molto ad animare grosse scritte in sovraimpressione per mantenere un minimo di vivacità.
Non chiedo originalità a ogni cosa: chiedo attitudine, attenzione e impegno.
Drop è un esercizietto, ma è fatto da uno studente preparato che ci tiene a fare bella figura.
Non cambierà la vita a nessuno, ma io gliela dò buona.
Tinder-quote:
“Il conto, prego”
Nanni Cobretti, i400calci.com
MInanda e Castolo…un abbraccio
Recensione un pò psichedelica. In effetti, ho visto il trailer, il bambino è adorabile. Mi ricorda il protagonista di quella bellissima commedia, misconosciuta, che è “A christams Story” (1983)
Grazie. Misconosciuta solo in Italia, negli USA è un classico gigantesco.
“Tutto il film potrebbe essere così, solo sulla tensione dell’appuntamento…”
Ahia, cosa mi fai venire in mente Capo https://www.imdb.com/title/tt34621892/
(Oltre 17 milioni per un plagio di Inside Out con battute sciape e il raschiamento del fondo del barile dello “star system” italiano)
(e intanto La Città Proibita arranca, maledizione!)
Quindi c’ho preso? Che oggi le commedie romantiche sono diventate dei thriller, e senza bisogno di cambiare la sceneggiatura?
Difficoltà a conoscere qualcuno visto che di ragazze a calcetto, cinema e pub ne passano poche, rischio di denuncia alla prima parola sbagliata o Anche senza parlare. Se esci a cena c’è sempre lo jumping scare del conto 🤣 direi che materiale per fare thriller involontari vi sia. Il tutto senza nemmeno bande organizzate dietro quindi tutto meno interessante, alla fine commedie romantiche (e tentativi di relazioni vere) diventano delle sorti di thriller da tinello.
Se Christopher non fosse stato il figlio di Michael Landon (La casa nella prateria), mi sa che il lavoro di cameriere, come dice Nanni guardando la sua foto, non glielo toglieva nessuno….
Porcozio non avevo mai collegato.
In tanti anni, questo é uno dei massimi paradigmi di “Recensione tot mila volte piú spassosa ed interessante del soggetto trattato”. Gran bel lavoro, capo.
Many Thanks
Domandona.. A parità di situa/genere, meglio questo o “Bagaglio a mano armata”?
Grazie mille. Questo mi è sembrato più attento e solido, devo dire, pur perdendoci in spettacolarità perché gioca su un campo più ristretto.
Nel senso che uno é ambientato in un terminal e questo in un ristorantino romantico…
Correct.
Questo è il tipico film che un tempo avrei detto, “mò me lo segno per la prima volta che passa su Italia Uno”. Solo che ormai mi rendo conto che le rare volte che ormai faccio zapping manco ci passo più su Italia Uno, partendo sempre minimo dal 20 in su. E allo stesso tempo non è un tipo di film che mi viene da scegliere se lo trovo su una piattaforma e ho altre possibilità di scelta. E lo dico da appassionato di thriller pseudo-hitchcockiani. Insomma, mi rendo conto che è ormai quasi venuta meno la categoria dei film-passatempo visti per caso.
PS oddio, per me Jonathan Lipnicki è proprio l’emblema dei bambini orrendi dei film. Magari perché quel paio di volte che mi è capitato di vedere Jerry McGuire l’ho visto doppiato…
In realtà affidare una parte cruciale del proprio piano criminale a una persona qualunque funziona solo nel 12% dei casi (fonte Wikipedia). Il restante 88% non diventa il soggetto di un film.
Tropic Thunder
Non mi ricordo.
Per una buffa coincidenza, proprio recentemente ho recuperato “minuti contati-Nick of time”, e ci ho pensato di continuo mentre leggevo. È il tipico film che appartiene a questa formula!
Comunque, quando ho letto il capoverso sul cellulare carico, la reazione ansiosa e i vari mille imprevisti, mi è venuto in mente che in realtà narrativa così esiste, non gode di strabordante successo ma esiste, e l’ha fatta Elmore Leonard.
Consigliami i migliori, che sono in procinto di leggerlo
Io non sapevo di sta cosa di poter Airdroppare immagini a sconosciuti che siano nel tuo raggio di azione, mi ha messo ansia a livello 25678.
Sono un poco più negativo del Capo sul film (ci sono un paio di scarti di tono a bruciapelo che riportano il tutto sui toni più tipici di Landon per esempio), ma è fatto tutto a modino e non si può volergli male a sto filmetto.
La cosa più divertente: lei che va in paranoia per il vestito da primo appuntamento mentre lui si presenta con camicia della OVS aperta e canottiera.
Vedessi che spasso quando sei in luoghi affollati, tipo i concerti, e apri airdrop. Bisogna accettare un certo grado di imprevedibilità, ma ha il gusto retró delle catene di sant’antonio, delle zingarate, del tempo delle mele.
Io ho cancellato (nel senso di eliminato definitivamente) FB e Insta dopo un tentativo di hacking. Non rispondo se non conosco il numero, blocco il mittente di ogni messaggio che non riguardi qualcosa di cui sono a conoscenza.
Che tristezza, non sarò mai la parte random di un piano malvagio.
Ma vivo molto meglio ora. Leggo libri (quelli di carta senza figure) e i 400 Calci.
@ubik.Fai bene
@Ubik Guarda, in realtà anche questa parte è giocata bene in modo che anche chi normalmente non risponderebbe capisce perché la protagonista a un certo punto accetta i messaggi e inizia a rispondere.