L’altro giorno mi sono ascoltato l’episodio di Tintoria con ospite il signor Guè, già Guè Pequeno, già parte dei Club Dogo, eccetera eccetera. A un certo punto la discussione vira sul cinema, perché il sior Guè – storicamente – ne è grande appassionato. Anzi, diciamo pure che il Guè è uno di noi, un regaz appassionato di cinema di menare. E come tutti noi ha sofferto nella vita di discriminazione cinematografica: a un certo punto il nostro ha infatti rivelato che la vulgata vuole che lui sia appassionato di quelli che i suoi amici chiamano “film brutti”, quelli che i cialtroni chiamano “le americanate”, quelli che il Mereghetti paragona ai “videogiochi” o, se preferite, i film action duri e puri. Guè ha un debole per la serie Taken, per i film con Jason Statham et simila. Incalzato sull’argomento dice due cose secondo me interessanti. La prima: Guè, approfittando del trailer del nuovo David Ayer – A Working Man con il già citato Statham – fa notare come la mossa del protagonista che sembra inizialmente essere un poveretto e che invece si rivela poi essere una fredda macchina da guerra, funziona sempre, eh? Ma comincia a tirare la corda. “Cioè, in uno gli fanno fare l’apicoltore, raga…” Difficile dargli torto, no? La seconda: Rapone gli chiede se gli piace John Wick e Guè risponde che nella sua scala valoriale John Wick è un film “un po’ pussy”. Pussy è l’opposto di hard core, ovvero quei film che nascondono l’action dietro una coltre di altri generi, specialmente la comedy. Quei film insomma, che non hanno il coraggio di andare fino in fondo ma che cincischiano e finisco per rendere tutto esagerato, posticcio, simpa. E, piccolo colpo al cuore, tira in mezzo anche Crank, che ok, effettivamente rientra in quella categoria lì, perché c’è tanta pazza esagerazione, ma che cosa gli devi dire a Crank? Guè, io ti voglio bene, uno dei miei sogni è tirarti in mezzo per fare una roba con noi dei Calci, ma questa roba di Crank la dobbiamo risolvere. O forse no, dai, diventeremo besties e ogni tanto ci punzecchieremo parlando di Neveldine & Taylor e tu mi prenderai in giro citando Ghost Rider 2 e io arrossirò per poi tentare di recuperare citando quella mezza sequenza bella di Gamer. Vabbè, comunque, questa intro era per dirvi che secondo me Guè direbbe che Novocaine è un bel po’ pussy. Anzi, potrebbe vincere il Trofeo Pussy dell’anno. Vi spiego come mai. Ma prima vi metto una sigla a tema.
Ma voi sapevate che esiste una malattia, la CIP o Congenital Insensitivity to Pain, per la quale il soggetto interessato nasce con un disturbo al sistema nervoso che gli impedisce di sentire dolore? Io non l’avevo mai sentita. Tra l’altro si tratta di una condizione gravissima, che spesso determina la morte del soggetto in giovane età, durante l’infanzia, a causa di incidenti o dell’impossibilità di capire se il bambino ha contratto qualche malattia. Insomma, lo spunto iniziale perfetto per una bella action comedy, no? Questo deve aver pensato lo sceneggiatore Lars Jacobson, uno il cui cv su IMDb parla piuttosto chiaro: cane malato di cimurro. Non contento Jacobson, anche produttore del film, ha chiamato due registi per dirigere il suo script: Dan Berk e Robert Olsen, anche loro facenti parte della categoria quadrupedi affetti da cimurro. E a questo punto vi starete chiedendo: e com’è questo Novocaine? Pussy, raga. È pussy.

P U S S Y
Jack Quaid – che non avevo mai realizzato essere il figlio di Meg Ryan e Dennis Quaid, un bel nepo baby – interpreta Nathan Caine, nome che fa rima con l’anestetizzante Novocaine (e non con Mr. Morfina, distributori italiani), è un piccolo e grigio impiegatino bancario affetto da CIP. Avete presente il tipo, no? Zero vita sociale, passa le sue serate a giocare videogiochi online con il suo unico amico che non ha mai visto nella vita vera (l’assunzione obbligatoria Jacob Batalon), apatia, sfiga cosmica, ecc. Nathan, che non può fare nulla a causa della sua malattia, però è inna della sua collega Sherry, la protagonista di Prey Amber Midthunder, che è quello che Michael di The Office descriverebbe come una bellezza esotica. Sua madre è infatti una regista e stunt coordinator cino tailandese, mentre il padre è nativo americano. E pensate, amici! I due si sono conosciuti sul set di un film giapponese! Che avventura fantastica che è la vita! Comunque, Nathan ama Sherry, la quale evidentemente ma curiosamente ricambia. Anzi, sembra fare di tutto per stare con lui. E lui, dopo un’iniziale titubanza, si sforza di uscire dalla sua auto inflitta prigionia. Perché va bene tutto, eh? Ma la grande effe è sempre la grande effe.

Altro tipo di pussy
Nathan e Sherry sono fatti per stare l’uno con l’altro, si piacciono, si cercano, forse è presto per dirlo… ma si amano! E lui per la prima volta sente che la sua malattia non è più un impedimento, che con lei al suo fianco può fare cose che non ha mai fatto prima, tipo mangiare una fetta di torta o fare all’amore. Ma tipo 45 secondi dopo che i due si sono inna, ecco entrare nella loro filiale di banca tre babbi natale. Oh, raga, non ci crederete mai ma non sono davvero dei babbi natale ma dei rapinatori. Uno di loro, il capo banda, è interpretato da Ray Nicholson, il figlio di Jack Nicholson e Rebecca Broussard, un altro nepo baby, che poverini questi dovranno pure mangiare, no? E i rapinatori per scappare dalla banca dopo aver sparato in fazza al direttore e aver malmenato il povero Nathan (che però non ha sentito nulla), cosa fanno? Rapiscono Sherry. E Nathan può finalmente sbocciare: da impiegatino grigino e sfigatino a fredda macchina da guerra (che ha da poco scoperto la grande effe).

Jack Quaid e Ray Nicholson si abbracciano pensando al fatto che non dovranno mai lavorare in vita loro.
Novocaine a questo punto può partire e rivelare infine la sua insita natura pussy. Si tratta di una commedia action in cui tutto (quel poco che c’è) ruota attorno al fatto che il protagonista può passare indenne attraverso tutte le botte che prenderà. E mi piacerebbe dirvi che ne prenderà tante, ma alla fine non è neanche così. Ne prende un po’, con moderazione. Mette una mano in una friggitrice per recuperare una pistola, prende un po’ di pugni nella faccia, finisce a casa di un pazzo che ha un sacco di trappole molto dolorose, tipo una palla chiodata che ti si infilza nella schiena…

mega ridere
Novocaine è tutto qui: è un Crank che non ce la fa (anche perché Dan Berk e Robert Olsen non hanno neanche l’ombra dell’inventiva o del dinamismo di Neveldine & Taylor) e che sembra essere più concentrato sul lato comedy della questione che su quello action, che alla fine è davvero fatto di poco più di quello che vedete nel trailer. Per farvi salire un po’ l’interesse vi posso dire che, pur avendolo visto da solo, in una sala di un multiplex con le sedie reclinabili e morbidose, subito dopo pranzo, non mi sono addormentato. Ma questo è tutto quello che posso dire di buono di Novocaine, vostro onore.
DVD-quote:
“Pu$$y”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Quando il trailer dice e fa cose pazze pazze che più pazze non si puo, l’odore è lo stesso della campagna friulana in primavera/estate.
Come quando The Boys annuncia che nella prossima stagione si vedranno cose davvero folli ed estreme e poi non succede niente. Coincidenza che il protagonista sia lo stesso?
Friûl😍
Frico e frice
La grande effe! 😁
Oltre al “vecchio mite che in realtà si scopre macchina da guerra” direi che un topos che ha stufato è quello del “mi rapiscono la donna e io devo uccidere tutti”, che fa molto 1800 come novità. Possibile che alla bella protagonista di Prey non facciano fare neanche un saltello?
Comunque viva le commedie action, anche Fall Guy era caruccio dai.
Per me The Fall Guy film sottovalutato e che avrebbe meritato ben di più, oltre al lato action ci sono anche scene genuinamente divertenti
Ma a Hollywood per il ruolo di amico/spalla del protagonista ormai esiste solo Jacob Batalon?
te non guardavi Dokton House mi sa…
Forse Jack Quaid è rimasto imprigionato un pochino nel personaggio di Hughie? quello che è un po’ nerd, un po’ molliccio un po’ zerbinetto ma poi ehi alla fine un po’ le prende e un po’ le da? e un po’ ci piace lo splatter?
Forse?
OFFTOPIC. Per me Val Kilmer sarà sempre il Jim Morrison visto al cinema ab illo tempore. E, più recentemente, in quel bel film carcerario: Felon (2008).
Amber Mindhunter sarebbe l’unico valido motivo per cui guarderei questa boiata derivativa del morbo dei pigiami: oltre ad essere una gna gna importante è anche un’attrice valida, era la cosa migliore di Prey secondo me.
*Midthunder
Anche io ho visto l’intervista a Gue, e ho pensato che potrebbe essere un lettore dei calci
Mah, nn so perché, ma a me Jack Quaid sta antipatico “a pelle”, stasera mi riguardo Kilmer in Top Secret!
Credo che il motivo per cui il film si chiami in Italia Mr. Morfina, e non abbia il titolo originale, sia l’altro “Novocaine” del 2001, con Steve Martin che fa il dentista e la Bonham Carter sua paziente psicopatica.
https://www.imdb.com/it/title/tt0234354
Ne dubito sulla base del fatto che due mesi fa in Italia è uscito un film intitolato “La casa” che non ha nulla a che fare con Sam Raimi. #storiavera
Questa mi mancava, per me Steve Martin dentista assoluto nel remake della piccola bottega degli orrori.
All’accenno alla banda dei babbi Natale mi sarei aspettato una cit a Aldo Giovanni e Giacomo Casano’
Scusate… ma in TUTTI i film di menare coi quali sono cresciuto e continuo a crescere il protagonista non sente dolore. O se ne dimentica presto. O guarisce istantaneamente stile Med KIT dei videoggiochi (cinema indiano docet).
In questo film l’hanno dovuto giustificare in forma medically accurate. Il che significa che egli non sente dolore per una condizione fisica, non per essere cazzutissimo (ergo è pussy come dice Casanova).
Per l’amore di San Cristoforo Cinocefalo, si dice sino tailandese. Cino tailandese vuol dire che discende da un cane, così a occhio direi un labradoodle. Lo so che un sacco di gente usa cino al posto di sino, ma voi siete meglio di così
Per me assolutamente dignitoso e piacevole. Crank un altro pianeta ma mi sono divertito e i figli d’arte non sono così malaccio dai. Se si fa troppo la punta al ca poi non resta più niente del ca
Ma vero? Anche a me ogni tanto pare che qua, oggi, la puzza sotto al naso non sia diversa da quella di certe ghenghe di cultori del cinema d’essay che san solo loro cos’è il cinema. Ultimamente mi pare che o sono 120 minuti di coreani sconosciuti che si prendono a calci sui denti senza motivo, diretti da un’altrettanto sconosciuto che però “era coordinatore di stunt”, o non è.
Ma è cinema di menare o menare di cinema? Ma sono invecchiato male io, o voi? O entrambi però in modo diverso? E chi penserà ai bambini?
Menate di cinema o cinema da menare?
l’altra sera dovevo scegliere (alla cieca) tra questo e l’ultimo Statham… alla fine mi sono addormentato sul divano, mi sa che ho schivato due proiettili.
(comunque Jack Quaid bravo guaglione da #berneunpaio nelle sue comparsate su RLM)
Ah … la Grande effe… che ricordi !
Sono solo io a notare la somiglianza tra Jack Quaid e Saami Jarvi AKA “Sam Lake” e, quindi, a volerlo subitissimo in un remake, decente questa volta, di Max Payne.
Che poi Nathan “Nat” Caine non vi sembra tanto omofono di Max Payne?
Coincidenze?
Acciderboli, a me Tintoria annoia tantissimo. Ci ho provato ma poi ho lasciato perdere. Ha dei tempi morti che mi uccidono e sento pure il dolore. Ma parlando di codesto film a me non è dispiaciuto. Molto meglio dei tempi morti di una puntata di 1 ora e 40 di Tintoria. Per spiegarmi meglio devo ripescare dal cestino un mio articolo che ho pubblicato su Libero ove la prendo larga, questo perché non ho voglia di dire le stesse cose cercando di dirle diversamente. Allora… Parto sommessamente da Edith Stein che morì ad Auschwitz; per un bel periodo della sua vita fu atea poi si convertì. Da ebrea venne deportata ed uccisa dai nazisti. Nei suoi scritti Edith provò a definire il concetto di empatia, lo definì come l’atto mediante il quale l’essere umano si costituisce attraverso l’esperienza dell’al-terità. Da qui poi il suo “Il problema dell’empatia”, pubblicato nel 1917. Rimase – come scritto da ampliare – un progetto incompiuto dove alla base vi era una cosa estremamente laica come il concetto della persona. Proust, a suo modo, ci aveva lavorato molto sul concetto di ricordo, rimando, sensazione e quindi comprendere l’altro in base a sé medesimi. Quel mattacchione di Husserl poi in “Lezioni sulla coscienza interna del tempo” fece un passo in avanti descrivendo l’empatia come non solo ciò che capiamo perché da noi vissuto ma ciò che capiamo perché da noi, a livello archetipo, sperimentiamo. Detto ciò, tra empatia e violenza vi è un legame sottile e morboso. Posso farti del male perché non mi interessa del tuo dolore o posso farti del male perché so cosa stai patendo. Insomma, l’empatia traccia delle linee. Non a caso un aspetto comune di chi uccide è il piacere. Si incomincia con il torturare gli animali e si finisce con il passare al livello successivo. Per questo un campanello di allarme molto importante è la necessità orgasmica del creare sofferenza verso gli animali. Non va assolutamente sottovalutato questo aspetto. Questa dolce cappella (ad cazzum) per asserire che ‘sto film (che non affronta, se non in modo tangenziale, questi temi) nel suo essere divertente mi ha fatto riflettere. Vi è un ragazzo che non prova dolore fisico ma che poi utilizza questa sua patologia per salvare (quindi empatia) delle persone. Già, perché Mr. Morfina è alla base un film sulla empatia. Ci sono sconosciuti che decidono di aiutarsi. Nel non provare dolore fisico è più facile che non cogli a pieno il dolore degli altri. Eppure l’empatia può metterci ugualmente lo zampino. Oltretutto il film mi ha fatto pensare a Salto nel buio di Joe Dante. In quella sorta di Siamo fatti così (ciao Isaac Asimov), Dennis Quaid visita il feto del figlio di Meg Ryan. Ora, Jack Quaid è in effetti il figlio di Dennis Quaid e di Meg Ryan… Ci sarà una sorta di Salto nel buio 2? Dove Jack Quaid fa giustappunto il figlio cresciuto che magari deve entrare nel corpo del padre per, la butto lì, curargli una malattia a livello subatomico? Mr. Morfina, bello dai. Secondo me non gli si può dire niente di brutto, a dispetto della recensione di cui sopra. Che dire poi del momento Kickboxer (del Nak Su Kao Jean-Claude Van Damme), ossia mi ricopro le mani con le schegge di vetro e ti prendo a mazzate.
Accidenti, adesso la cartina tornasole dei film action è guè…
film piacevolissimo, pieno di azione, il recensore probabilmente nemmeno l’ha visto, ha dato retta a guè.
Che sito fiacco siete diventati
A me é piaciuto abbastanza.
Ma è Max Payne!