Non è più usanza dare per forza a tutti i film americani un titolo italiano. Lo si fa solo ogni tanto. In questo caso il desiderio di titolare questo film Operazione vendetta, con il più classico degli abbinamenti generici di parole chiave, titoli che potrebbero calzare un milione di altri film e che andavano tantissimo una volta tipo Impatto imminente, Rischio totale, Istinto omicida, Potere assoluto e via dicendo, è stato un omaggio della distribuzione a tutti quelli che lo vorranno piratare e che sarebbero stati in difficoltà se fosse stato mantenuto il titolo originale. Il resto del mondo invece dovrà farsi strada nelle paludi del circuito pirata per poter vedere The Amateur.
Ma non divaghiamo, perché Rami Malek ha fatto un buon film, e quando ci ricapita?

Quando vuoi piratare l’ultimo film con Rami Malek ma chiudi subito il player perché non ti fregano a te e hai riconosciuto che le scene non sono ambientate a Langley
Questo è un vero thriller di spionaggio, una di quelle cose che non si fanno più, e la cosa più strana è che non è male! Viene dal romanzo The Amateur di Robert Littell, e quindi è una storia di spionaggio e di guerra fredda che, trasportata al presente, diventa una storia di spionaggio e basta. Ci sono i russi ma non è più come nel film che fecero l’anno stesso di uscita del romanzo, il 1981, con John Savage. Adesso l’interesse è tutto interno e la Russia è solo un’ambientazione, i russi solo gente “cattiva e pericolosa”.
Ma non divaghiamo.
Tutto è convenzionale in questo film. C’è una persona a cui muore la moglie in un attentato, solo che essendo un tecnico informatico della CIA ha accesso a strumenti che gli consentono di capire chi siano le persone che hanno preso d’assalto la conferenza dove stava lei e scoprire abbastanza facilmente i loro nomi. Vuole passare le informazioni ai superiori convinto che così li prenderanno, ma quello che non sa e invece noi sappiamo è che il suo superiore è interpretato da Holt McCallany, e quindi è cattivo. Quando scopre che a loro non interessa davvero prenderli perché sono pesci piccoli, e che quindi la faranno franca, non accetta la cosa e decide di fare giustizia da sé. Ricatta i capi (perché è chiaro che Holt McCallany ha chissà quanti scheletri nell’armadio, non si può camminare nei corridoi della CIA senza inciampare in un faldone pieno di documenti che provano le sue malefatte) e ottiene di farsi addestrare. Così, addestrato tipo in 5-6 giorni dal non saper fare niente, parte in missione solitaria.
Anche tutto quello che accadrà dopo sarà molto convenzionale e in linea con le regole del genere. A dare una certa forza al film è, insieme allo stile, questo personaggio che si trova in questa storia convenzionale e come Rami Malek lo recita. C’è una coincidenza incredibile tra il fatto che per lui è perfetto il personaggio del nerd, marginale e apparentemente innocuo, la persona ingenua e di buon cuore che non fai fatica a credere che vivesse per una moglie fuori dalla sua lega, e il fatto che è Mr. Robot, cioè ha già radicato nell’immaginario di molte persone l’identificazione con un personaggio informaticamente potente. Quando guarda schermi su cui scorre codice ci credi che lo sta leggendo. E quello che fa qui non è troppo lontano da Mr. Robot.
Benché ci sia un apprezzabilissimo sforzo di tenere quanto più è possibile i piedi per terra con le questioni tecnologiche, di usare schermate vagamente plausibili (benché i tempi in cui vengono fatte le cose siano più affini alla magia che altro), evitando azioni senza un senso tipo “Aspetta che entro nel sistema della telefonia cittadina…. Fatto!” oppure “Ho hackerato la rete dei semafori” o la mia preferita quando gli hacker entrano nel sistema del ristorante dove mangiano e cambiano le cose, come se in un qualsiasi ristorante tutto fosse informatizzato e ogni oggetto fosse collegato alla rete, friggitrice inclusa.
Qui invece è tutto abbastanza sensato e apprezzo che si sentano in dovere di mostrare che se il protagonista sa aprire una serratura senza chiavi è perché ha seguito dei video tutorial.

Letteralmente l’espressione distrutta e al contempo arrabbiata che fa quando gli viene detto che i responsabili della morte della moglie non verranno cacciati. E dietro intanto la bandiera strappata. Capito no? NO!?
Non si fa fatica a credere ai suoi piani (spesso esagerati), alle maniere in cui esce dalle situazioni e alla sua determinazione. Che Rami Malek sembri pazzo non è una novità, qui poi si sforza così tanto di essere una persona normale e ordinaria che davvero sembra completamente folle, quegli individui che più che essere normali paiono mascherati da persone normali, e tuttavia è ben chiaro che dietro le camicie, l’apparente tranquillità e la vita grigia si nasconde una follia latente. L’omicidio della moglie è ciò che scatena la totale pazzia, lucida e calma. Il film ci vuole vendere che è un uomo che si vendica, ma è chiaro che è una persona che sta cercando di morire e portare con sé quante più persone è possibile. Già le tipiche scene di idillio con la moglie prima della tragedia o i flashback romantici dopo la morte sono scene che nascondono qualcosa di inquietante, in cui lui ne esce come un marito allucinante, iper metodico, maniaco del controllo, esageratamente ordinato. Questo è uno che non ragiona più e ha scavallato il punto di non ritorno dopo cinque minuti dalla morte della moglie.
È insomma il protagonista il segreto di questa storia. In un mondo e in una trama convenzionale viene inserito un personaggio che è l’opposto della potenza. C’è addirittura un altro personaggio che esiste solo per farci capire per differenza quanto il protagonista sia inetto, e lo interpreta Jon Bernthal, che lo tratta come i bulli trattano i secchioni (letteralmente eh, all’inizio praticamente gli chiede di fargli i compiti). Ogni snodo tipico, incluso il momento in cui viene addestrato dal mentore carismatico Laurence Fishburne, ha un gran dinamismo perché al centro non c’è né la classica figura potente, né il ragazzino dotato che deve imparare in fretta, né ancora l’insospettabile uomo d’azione, ma una persona che non sarà mai un uomo d’azione e tuttavia ha delle conoscenze che lo rendono pericoloso, e piega l’avventura alle sue doti.
Non c’è grandissima attenzione all’azione o alle colluttazioni, ma James Hawes, regista della serie Slow Horses, sa davvero come lavorare bene sul montaggio. Le scene sono belle asciutte, dritte al punto e non perde un minuto, anzi. Anche la recitazione di Malek è molto curata per fare il meno possibile e attraversare tutto il film in una specie di stato di trance che funziona.
In un finale assurdo, non tanto per quel che accade ma per come è presentato, precipita tutta insieme una sottotrama sulla CIA: fa pulizia interna, arresta i cattivi e il sistema è salvo. Nessun problema, ripeto: NESSUN PROBLEMA L’AMERICA È A POSTO!
DVD-quote suggerita:
“Io l’ho sempre detto che Rami Malek è pazzo”
Jackie Lang, i400calci.com
Malek (e Seydoux) è ciò che ha affossato definitivamente un finale potenzialmente esplosivo per la saga di 007 come No Time to Die.
Bohemian Rhapsody inizialmente lo difendevo, poi mi ho trovato irritante che il commento sulle capacità recitative fosse limitato ad un fabriziesco “MINCHIA OH E’ UGGGGGUALE”.
E ora mi trovo incuriosito da una buona recensione (Grazie Jackie) su un film che forse ha trovato una quadra proprio su un attore che trovo indigesto. Sono molto curioso.
Unico appunto @Jackie, spero costruttivo da parte mia: il discorso sul finale non è eccessivamente spoileroso? Ok che sottolinei il come più del cosa, ma non sarebbe valsa la pena usare la linea dello spoiler o un tono più generico?
Non male il titolo italiano del film dell’81: COMPUTER PER UN OMICIDIO
Mi intriga tantissimo il “tema”(scusate) del wannabe Jack Ryan come lo scriveva Clancy, e il regista.
PROBLEMA : è tutto basato su Remy che remimalekka incontrollato ed ecco, io qui passo.Quel coso ha letteralmente devastato con la sola presenza i tre progetti grossi a cui ha preso parte.
Non hai idea di quanto mi abbia sempre dato fastidio, da professionista dell’IT, la figura dell’hacker “magico” che appare in quasi tutti i film/serie TV, con la notevole eccezione appunto di “Mr. robot” e poco altro.
Vivo in un paese dove per Oceania della Disney usano il titolo originale… Se si prova a piratarlo, “The Amateur” è nulla in confronto (ma in compenso ti scarichi dei grandi classici).
Veramente no,il titolo originale di Oceania è Moana,cambiato in italiano per ovvi motivi di possibile pirateria
Esattamente quellonche ho detto.
“Il film ci vuole vendere che è un uomo che si vendica, ma è chiaro che è una persona che sta cercando di morire e portare con sé quante più persone è possibile. Già le tipiche scene di idillio con la moglie prima della tragedia o i flashback romantici dopo la morte sono scene che nascondono qualcosa di inquietante, in cui lui ne esce come un marito allucinante, iper metodico, maniaco del controllo, esageratamente ordinato.”
Me l’hai venduto, lo vedrò
Non c’entra un cazzo col film (Che vedrò quando le paludi me lo consentiranno, perchè me lo hai venduto bene) Però questa è la singola scena migliore di tutto Tom & Jerry.
https://www.youtube.com/watch?v=eTtH3g7yTUI
Non c’entra un cazzo col film, ma questo è un magnifico vecchio film nel quale compare Malek
https://it.wikipedia.org/wiki/Short_Term_12
Solo in inglese, e c’è pure Brie Larson che per una volta recita magnificamente.