Anno 1989: sono piccolo
Ho sei anni, per la precisione, e pochi se non nessun interesse se non quello per i dinosauri. I miei genitori vengono da background scientifici, in particolare mio padre fa un lavoro che io identifico genericamente come “le robe belle con gli animali”; una volta, per esempio, mi porta da Londra un modellino di T-rex di plastica alto cinquanta centimetri – quindi di fatto almeno dieci metri. Sempre sui miei: hanno finito da poco di passare le serate a mappare su carta ogni anfratto di Colossal Cave; sospetto abbiano smesso perché i figli, il tempo libero, diventare adulti. L’esperienza, comunque, qualifica irrimediabilmente mio padre come nerd (so che stai leggendo: ciao papà, ovviamente è un complimento). E come in tutte le famiglie di nerd, la tecnofilia guida ogni nostra (loro) scelta.
Per esempio: per Natale i miei comprano un videoregistratore. Sono quei tempi bui nei quali le VHS costano 100.000 lire e per averne una pirata bisogna trovare qualcun altro con lo strumento del demonio, incontrarsi in un vicolo buio, collegare i due aggeggi con qualche inspiegabile flusso canalizzatore e riversare il film da una pellicola all’altra. Ancora sui prezzi: le centomila mi rimangono impresse a vita perché ho scoperto quei prezzi, attonito, solo una quindicina d’anni dopo l’ingresso della prima cassetta in casa mia, ovvero La spada nella roccia. se penso che oggi un gioco nuovo per XBox lo pago anche 70€, comunque, mi sconvolgo un po’ di meno. Ma comunque: La spada nella roccia, oltre che la prima, rimane a lungo anche l’unica VHS domestica, tanto che arrivo a impararla a memoria.
Prima che il film mi diventi vecchio e stantìo, però, succedono due cose:
• i miei mi regalano il NES il Natale successivo, con la cassettina dorata di The Legend of Zelda allegata. È colpa di questo regalo se non mi sono mai interessato a fumetti e/o cartoni animati giapponesi e/o serie tv: avevo già tutto quello che mi serviva in 8 bit.
• scopro il videonoleggio sotto casa, gestito da amici della zia. Quando riporti un film devi riavvolgere la cassetta se no sei un pezzo di merda. I film sono divisi per genere: il mio raccoglitore preferito è “Fantasy”, perché suona come “fantasia”, un concetto che mi ricorda le pianure di Hyrule e che, di lì a un annetto, avrei imparato ad associare a Tolkien.
Nel corso degli anni, prima dell’avvento di Blockbuster, saccheggio quel raccoglitore: Dragonslayer, Legend, La storia fantastica, Krull, l’Excalibur di Boorman, tutti film che in un modo o nell’altro mi aiutano a dimenticare che fuori dalla finestra c’è la scuola delle suore che frequento, i tamarri che sgommano in motorino nonostante la mia sia una via pedonale, il freddo e/o il caldo a seconda della stagione. Le mie due opere preferite, nonché quelle per cui rischio l’arresto riversandole dalla VHS originale su una tarocca pagata quindicimila, sono Labyrinth e Willow, che insieme a Yellow Submarine compongono la mia trilogia cinematografica ideale almeno per i successivi sette/otto anni.
Il primo è un film di Jim Henson con i pupazzi, Jennifer Connelly e il pacco di David Bowie, ancora oggi punto di riferimento irraggiungibile per il fantasy come piace a me, quello senza eroi che salvano il mondo ma in compenso decine di idee (visive e non: la Gora dell’Eterno Fetore!), humor inglese e un immaginario indimenticabile.
(Yellow Submarine c’entra con altre cose di cui è illegale parlare)
Willow, invece, è più facile. È fantasy classica: viaggio dell’eroe, bambina in pericolo, draghi a più teste. È fantasy bizzarra il giusto: il protagonista è un nanerottolo (vero, non come quelli di quel film orrendo là), ci sono folletti che parlano con ascento franscese, ci sono risse in osteria. È fantasy divertente ma che non rinuncia all’epicità: ancora non lo sapevo, all’epoca, ma il motivo per cui non riuscivo a smettere di guardare Willow stava nella perfetta coesistenza di elementi buffi e one-liner indimenticabili con duelli a colpi di spada e assedi al castello. Non è casuale che nel giro di un paio d’anni sia finito a passare i Capodanni in famiglia a guardare e riguardare l’unica trilogia esistente di Star Wars, che se ci ragiono ex post è la versione nello spazio proprio di Willow. Ex ante, o meglio dur ante, queste menate non me le facevo: mi limitavo a guardare Willow a ripetizione e a sognare di essere Madmartigan.
Anno 2012: sono meno piccolo
Una delle esperienze più rischiose che si possano fare da adulti è rivedere un culto dell’infanzia che, per qualche motivo, non ti passa davanti agli occhi da anni. L’ho fatto con Willow, dopo aver scoperto che per il suo venticinquesimo anniversario il film uscirà in Blu-ray in un’edizione che purtroppo, come nota il Capo, non comprenderà un’action figure di Warwick Davis a grandezza naturale. Ci sono arrivato con le gambe tremanti e un po’ di inquietudine: e se poi non mi piace? Soprattutto visto che la rincorsa di questi anni mi ha portato a rivedere parecchio la mia percezione proprio di Warwick Davis («Il nano tirapiatti di Scannati vivi»), di Val Kilmer («Il ciccione»), e in particolare di Ron Howard e George Lucas.
È su quest’ultimo che si sono concentrati i miei pensieri nei minuti antecedenti alla visione: la storia di Willow è farina del suo sacco, un’idea partorita nel 1972 che lo stesso imprenditore regista descrive come «una serie di topos classici inseriti nel contesto di un film per ragazzi». Aggiungeteci qualche astronave al posto dei cavalli, i midi-chlorian al posto della magia e gli alieni bizzarri al posto delle creature fantasy bizzarre e otterrete, appunto, Star Wars. Le somiglianze non si fermano qui: il tema del piccolo uomo contro il sistema (nel caso di Willow, “piccolo” è letterale), l’eroe figo, egoista, codardo e redento all’ultimo, la donna con le palle, le spalle comiche (da una parte Chewbacca, dall’altra Rool e Franjean). E queste sono le più evidenti: potrei andare avanti citando l’abbandono del villaggio natìo dovuto a un attacco dell’Impero Cattivo, un villain che è un avvizzitissimo essere umano dagli immensi poteri, una maga buona e un po’ svitata che può forse, con un po’ d’impegno, ricordare Yoda. Il riferimento imprescindibile per Lucas, ovviamente, è sempre il Signore degli Anelli (il romanzo): solo, questa volta al posto dell’Anello c’è una neonata indifesa, con tutto il suo portato emotivo&familistico. L’unica differenza tra la trilogia di Luke Skywalker e questo film è il genere di elezione: tra parentesi Willow è dieci volte più onesto di Star Wars, che prova a farci credere di essere una saga di fantascienza e non un fantasy nello spazio.
Tempo dieci minuti dall’inizio del film e tutti questi ragionamenti li avevo già chiusi in un cassetto e dimenticati: pur con i suoi problemi di ritmo e di effetti speciali – stiamo parlando di un film dell’88, per mettere in prospettiva – Willow è perfetto. Si regge su una scrittura equilibratissima, lineare, semplice ma non semplicistica, in grado non solo di raccontare una fiaba, ma di tratteggiare i contorni di un mondo con una mitologia coerente e interessante senza perdersi in eccessivi arzigogoli narrativi. Lo fa accennando e lasciando domande senza risposta, tipo: chi sono i Nelwyn, la razza copiata dagli Hobbit che vive pacificamente in un villaggio nei boschi?, chi sono i Daikini, la “gente alta” alla cui razza appartiene Elora Danan, perché Madmartigan, il più grande spadaccino del mondo, langue in una gabbia abbandonata?, e così via. Non siamo in un romanzo ma in un film, il tempo è quello che è, il ritmo deve restare alto, l’unica soluzione è disegnare dei contorni e lasciare all’immaginazione dello spettatore il resto. L’eccesso di esposizione è ciò che fa affossare molti fantasy d’oggidì, che si perdono tra nomi e sigle, tra castelli incantati di Zixrabf e faide secolari tra Org figlio di Pferg e il barbaro Traknuf distruttore di mondi, conosciuto come Il Croccologgiatore nell’oscura foresta di Fyfyfy. In Willow, come in ogni buona fiaba che si rispetti, story is king.
Non vorrei esagerare nel mettere l’accento sugli aspetti più comici del film, perché Willow non è solo una commedia fantasy, ma permettetemi una considerazione: più che gli one liner («Pirra!») e le gag (v. foto sopra), il genio di Lucas e dello sceneggiatore Bob Dolman (che a parte quello, voglio dire, Cuori ribelli) sta nel saper infondere lo spirito giusto, leggero ma non stupido, anche nelle scene più semplici. Esempio: Willow deve partire dal villaggetto in cerca della legittima madre di Elora. Il saggio del villaggio, copricapo, aruspicina e tutto, produce la sua magia e al grido di «seguite la colomba!» lascia partire gli eroi (Willow e Phil Fondacaro) verso la loro avventura. Urla dalla folla: «Si sta dirigendo verso il villaggio». Risposta del saggio: «Ignorate la colomba, seguite il fiume». Qui non solo a) si ride, ma soprattutto b) è un piccolo trionfo del buonsenso contadino sull’imperscrutabile e capricciosa arte divinatoria. Tolkieniano fino al midollo, certo, ma con tre-frasi-tre Lucas e Dolman ci hanno raccontato tutto quello che ci serve sapere sui Nelwyn e sul perché il viaggio di Willow è, prima di tutto, una continua scoperta e una continua sorpresa.
Willow, però, non è solo una commedia buffa. È in primis un film d’avventura, il viaggio in terre sconosciute di un non-eroe (o antieroe, ma non credo il termine sia adeguato) dipinto da Ron Howard con pochi, semplici tocchi, un approccio cupo e brutale che prende molto da Excalibur e che manca completamente della stravaganza un po’ frivola che caratterizza il fantasy per ragazzi d’oggidì. Le segrete della strega Bavmorda sono zozze e grondanti di muffa e umidità, le pianure della terra di [insert name here] brumose e desolate, la rocca di Nockmaar maestosa nel senso più jacksoniano (diamogli credito almeno di questo) del termine. Non ci si risparmia la violenza, e la sequenza iniziale resta ancora oggi una delle più inquietanti che io ricordi. Tornando per un attimo alla biografia personale: non credo sia un caso se nel 1989 guardavo Willow e giocavo a Zelda e oggi ho smesso quasi di guardare/leggere fantasy ma continuo a essere affascinato da ambientazioni di questo tipo (o pur non sapendo nulla di arte custodisco gelosamente una serie di stampe di Piranesi). Quello visivo è l’unico aspetto del film che non conosce compromessi: affonda le sue radici in R.E. Howard e da lì non si scosta.
Tranne quando entrano in gioco Han Solo e Leia Skywalker Madmartigan e Sorsha. Se Sorsha non fosse sorca (scusate, dovevo farlo) ma mascolina potremmo quasi parlare di bromance: lei donna con le palle e gli ideali ben stampati in testa ma pronta a innamorarsi del bello di turno, lui furbastro e fifone ma in ultima analisi vero eroe. Non fa schifo, anche, che a interpretarli siano una splendida donna anni Ottanta e un grandissimo attore (io ho ancora in testa il suo monologo in Twixt) che si diverte un mondo a roteare le spade: erano anni in cui nel cinema d’avventura “la prova attoriale” era un elemento apparentemente meno importante di “i set”, “gli effetti speciali” o “il combattimento finale”. Non che per registi e produttori gli attori non contassero; solo, non venivano usati come leva di marketing, ed erano i loro personaggi che passavano alla storia, non i loro nomi di battesimo. Indiana Jones ne è la riprova.
Per un bambino della fine degli anni Ottanta, Willow era la fuga perfetta dalla vita di tutti i giorni. Per un bambino del 2012 quale sono io, l’ostacolo all’evasione potrebbe essere rappresentato forse dagli effetti speciali. Ecco: no. Dove manca la tecnica – le animazioni del drago a due teste, per esempio, sono legnose e staccano troppo dal resto della scena – si supplisce con cuore e inventiva. Non è come, per restare nella mia infanzia, in Labyrinth, prodigio di artigianato costruito dal più prodigioso artigiano che il cinema abbia mai conosciuto (esagero, ma non troppo). Willow è un film nato sull’onda dell’entusiasmo per gli avanzamenti della tecnica cinematografica, che in quel decennio stava esplodendo a ritmi quasi insostenibili, ma anche con un occhio a soluzioni fantasiose e non canoniche per evitare il rischio di showcase fine a se stesso. Guardate il drago qui sopra: affanculo la tradizione del rettile nobile e bello, questo è un robo deforme che assomiglia a un tumore con i denti e si muove con la ferocia e l’appetito insanabile di una bestia senza cervello, non di una creatura semi-divina. Vede gli uomini come carne da macello, e come carne da macello viene trattato. Lo stesso dicasi per la strega Bavmorda.
Manicheismo? Moralità ed etica tagliate con il coltello? Assenza di una zona grigia (che poi avrei da ridire anche su questo visto il personaggio di Madmartigan)? Be’, anche se fosse: chissenefrega.
Chissenefrega di questa fissa del realismo e degli antieroi e degli eroi con dubbi e menate e dei cattivi che forse sotto sotto sono buoni e dei buoni che forse sotto sotto sono cattivi. Chissenefrega di questo costante tentativo di confondere le acque e di dare un tono “adulto” e “profondo” a storie che sono metafore e allegorie e simboli senza tempo, chissenefrega di questa fissa per la moralità e per i Grandi Temi, di questa continua rincorsa all’approvazione di chi con il fantasy non vuole avere niente a che fare. Chissenefrega, in definitiva, di far assomigliare queste storie, le nostre storie (fiabe, leggende, viaggi dell’eroe, epiche, avventure, chiamatele come volete) a un cazzo di film di Gus Van Sant.
Andatelo a dire a Beowulf, che non si fa abbastanza menate e non lo vediamo mai dipinto nell’intimità del suo focolare a riflettere sul mutuo da pagare perché lui è come noi.
Dite a Ulisse che la smetta con le crociere nel Mediterraneo, a noi interessa di più sapere che fatica a pagare l’IMU del palazzo e ha dovuto smettere di comprare i croccantini per cani della Alma Nature perché costano troppo.
Raccontate a Conan che dovrebbe fermarsi più spesso a riflettere sulle conseguenze delle sue azioni e che il suo atteggiamento verso le donne è retrogrado e decisamente anti-femminista.
Su, fatelo, andate, la strada è di là. E lasciateci da soli con il fantasy, quello vero. E non rompete.
Dvd-quote suggerita:
«Fantasy at its best»
«Ignorate la colomba, guardate questo film»
(protip per Peter Jackson: riguardati Willow, è così che si fanno i fantasy)
(protip per me: Willow è il motivo per cui, sotto sotto, spero ancora che il fantasy al cinema possa tornare in auge con dei prodotti di qualità e non costruiti a tavolino più per creare profitto con marketing ad hoc che per girare dei veri bei film)
(dubbio dell’ultim’ora: l’operazione “recuperiamo un piccolo e abbastanza sconosciuto capolavoro firmato da due Grandi e/o ex-Grandi” ha un rischio enorme insito in sé. E cioè: qualsiasi remake in Blu-ray di film di questo genere, trilogia di Star Wars in primis, tende a rivelarsi un disastro. Che siano le ditate sul casco di Darth Vader o (immagino) la spada di Madmartigan che sembra fatta di latta, il rischio dell’altissima definizione è di eliminare ogni barriera tra realtà e fantasia, facendoci piombare a pie’ pari sul set di una baracconata senza il distacco necessario a godersi il viaggio. Vedremo)
(ultimo ricordo d’infanzia: l’esistenza di un gioco per NES tratto dal film. Mai posseduto. Giocato a casa di amici e, poi, tramite emulatori. Difficilissimo. Stupendo. Ideale chiusura del cerchio: Willow + NES = ciao vado a reinstallare JNES)
Solo perché abbiamo dei trascorsi, Stanlio, un consiglio: quando osi accostare Star Wars e fantasy spaziale sussurralo.
Io ho rischiato virtù e vita più di una volta, non necessariamente in quest’ordine.
Il fatto che tu abbia smesso di leggere fantasy è perché siamo sommersi dalla valanga italiota di pessima narrativa, da tutta la merda che viene tradotta senza motivo (in pieno parallelo con tutti i film di cui non ci potrebbe fregare nulla ma vengono distribuiti a discapito di quelli migliori), ma scavando in quello che si trova in rete (= ebook più o meno legali) si può ancora trovare qualcosa di buono, senza scomodare sempre il solito (low fantasy, tra l’altro) Martin.
Purtroppo, in generale viene sempre scomodato Martin proprio perché piace a chi non apprezza la letteratura fantasy, e la massa ignorante di chi non ha idea di cosa sia tale genere (o quantomeno legittimamente non se ne interessa) riesce persino, con una faccia da culo non indifferente, a indicare agli appassionati “ecco, lo vedi? Così si scrive il fantasy”. Ma vaffanculo.
In generale, che Tolkien abbia tentato – imho fallendo in alcuni punti – di creare una saga, termine non a caso, epica sembra quasi visto come un difetto, anche se a onor del vero Tolkien non viene quasi mai criticato ma vengono invece additati tutti i suoi aspiranti successori (nessuno ha tirato merda a King per essere stato uno dei seguaci di Lovecraft e aver scritto racconti postumi del suo universo, però).
A oggi un film come Willow verrebbe trattato malissimo, indipendentemente dalla qualità della CGI, proprio per i motivi che tu stesso hai elencato; l’ho visto quando ero bambina a mia volta e mi fa piacere sapere che ripetere l’esperienza oggi non me ne guasterebbe la visione.
Mi spiace schiantare le tue speranze: oggi l’unico fantasy, tolkeniate a parte, che tira è quello con streghe, vampiri, true blood, mannari, changeling e tutto quello che possa essere copiato dalla White Wolf senza dover pagare i diritti (alias = urban fantasy a cazzo).
Dato che non sono un maschietto, per Labirynth non posso darti il cinque alto: ora siamo best friend forevah, un giorno ti regalo il mio Unico Anello comprato quindici anni fa in una fila di tante scatolette di Unico Anello che mi fece un po’ morire dentro (come mi avessero detto che non esisteva Babbo Natale e che quelle lettere le aveva scritto nonno John).
Film mitico.
Grande lucras,ultimo colpo di coda di chi ormai pensa solo ai sordi…quale momento migliore per far uscire willow in HD se no quello in cui esce lo hobbit in sala…visto che il primo si rifà decisamente alle opere tolkeniane.
P.s.
Stanlio,dark crystal non l’hai mai visto…?
Na figata….
Sono commosso… che bello, Willow, che bello Labyrinth, che belli gli effetti speciali degli anni ottanta… mi hai rallegrato questa vigilia al lavoro… vigilia di un’altra giornata di lavoro, tra l’altro, ma vabbè…
@ Past: Dark Crystal, seppur bello a vedersi, lo trovo un po’ lento, ma potrebbe dipendere dal fatto che l’ho visto già grande e con Labyrinth ben impresso nella mente
Il più bel regalo di Natale che questo sito potesse fare
Grazie per le belle considerazioni su un bel film e una vagonata di ricordi…
Btw, io ricordo anche un gioco da bar di Willow (che seguiva la trama con un po’ troppa libertà a dire il vero) che era bellissimo… quante 200 lire buttate dentro al cabinato, facendo a turno con gli amici per riuscire a finirlo… altri tempi!
Buona Natale a tutti!
@anakin
No il ritmo e’ indubbiamente un po’ lento,ma il fascino dello spettacolo di burattini e intatto tutt’oggi come le atmosfere che solo alcuni fantasy anni’80 riuscivano a regalarci.
Ricordo come da bambino la scena in cui venivano trasformati in maiali mi faceva una fifa boia come lo scontro finale tra le streghe mi tenesse molto sulle spine…
Oggi un prodotto del genere sarebbe invendibile,un nano come protagonista,senza oddominali scolpiti e capelli alla moda ma siete fuori…?
AUGURI DI UN SERENO NATALE ALLA REDAZIONE E COMPAGNI LETTORI.
@ Past: sul fascino dei burattini e delle atmosfere fantasy anni ’80 non si discute :)
Ah Stanlio, come ti capisco… per Natale approffitando delle ferie mi sparo Willow, Legend, Labyrinth e La storia fantastica. SEMPRE, tutti gli anni, non si scappa. Mi fa pensare che i vecchi tempi erano i tempi migliori.
P.S. Val Kilmer spaccava anche vestito da donna.
Sono commosso.
Hai detto *esattamente* quello che penso di quel film, e quanto sia stato importante *quel* fantasy per me.
Aggiungo solo che Sorsha è stata il mio idolo fantasy-erotico dell’infanzia, e che tutt’ora i personaggi femminili che creo per i gdr sono guerriere dai capelli rossi di nome Sorsha, così come Nockmar è e resterà sempre l’unica e sola cittadella del male.
La foto finale mi ha fatto piangere.
Grandissimi!
Amici! Innanzitutto buongiorno a tutti, è bello svegliarsi a mezzogiorno quando si è in vacanza. Ma comunque!
@Magdalena: no in realtà con il fantasy ho smesso ben prima delle robe italiote, diciamo all’incirca quando Terry Brooks s’è inventato gli Eredi di Shannara. Poi se capita qualcosa lo leggo ancora, magari di quello un po’ ibrido tipo China Mieville o Max Gladstone o Nick Harkaway. È la fantasy classica che, Martin a parte (sul quale dico anche: che due coglioni i suoi libri, mado’), sta producendo poca roba valida. Ma si vive lo stesso, non è neanche più tempo di high fantasy forse, non sono gli anni Trenta. Credo.
@Past: io adoro Jim Henson in quanto profeta di tutto ciò che è bello nel mondo, e penso per esempio che questa sia una delle più grandi foto mai scattate. Dark Crystal purtroppo non ce l’avevano in videoteca, MA lo recuperai una sera in seconda serata su *canale scrauso* e lo registrai. Ce l’ho meno embeddato nel cervello degli altri, ma è comunque amore.
(e comunque non ho citato Lady Hawke perché sono stronzo, ma insomma, Lady Hawke)
@tutti gli altri: baci, abbracci, coccole e altre cose dolci tutte per voi. Poi, da domani, si ritorna ai calci sui denti.
Stanlio, tu sei me!
Ah no, mio padre aveva due videoregistratori e avevo la casa piena di cassette doppiate!
Fantasy come purtroppo non ne fanno più (e come sarebbe potuto essere The Hobbit se fosse stato trattato da fiaba quale è). Three thumbs up per i giochi NES ultradifficili e per gli archivi del duca.
Zelda e Willow: non potevate farmi un regalo più bello, grazie.
Questa unanime alzata di scudi, queste lagrime copiose che spargete mi hanno convinto a recuperare il tutto. Traviato dal serial di Davies dove tutti lo prendono per il sedere perchè ha fatto Willow, pensavo fosse abbastanza un meh.
Se mi dite che è bello almeno la metà di La Storia Fantastica, mi ci fiondo a pesce.
@Stanlio, mai provato il Libro Malazan dei caduti, di Erikson? Al netto della cacofonia di personaggi e avvitamenti di trama, porta alcune delle scene più epiche e potenti mi sia capitato leggere da un bel pò.
@Woody: tuo padre aveva hackerato LA VITA praticamente! Che infanzia fighissima!
@fre.: sì, se t’è piaciuto La storia fantastica NON PUOI non amare Willow. Non capisco chi dice che è MEH, voglio dire, allora anche Star Wars è MEH a meno di non partire dal presupposto astronavi >>> draghi, e non ne sono del tutto sicuro.
(ah giusto: no, la saga di Erikson mai provata, appena finisco la maratona Stephen King la recupero)
@ Stanlio, Davies fa un serial con il creatore di the Office, in pratica un mockumentary sul ”più grande attore nano della storia del cinema”. Lui si presenta sempre con ”ho fatto Wiilow!” e tutti lo perculano. Allora mi è rimasta in testa l’idea che fosse meh.
Sottoscrivo anche le virgole di quanto hai scritto (a parte la frecciatina a Gus Van Sant… un po’ gratuita, dai).
Io da ragazzino ho adorato il fantasy. Adoravo quel senso di intimità che mi dava seguire le avventure di pochi personaggi dispersi in scenari immaginifici.
Da bambino mi piaceva la fantasy tolkeniana, da ragazzo mi appassionai a quella alla Conan. Poi però da adulto me ne sono stancato e staccato.
Credo sia successo quando è iniziata a diventare una cosa troppo da fanatici. Quando la mitologia di fondo da MacGuffin che scatena l’avventura è diventata il fine ultimo della narrazione. Quando invece che seguire le peripezie di pochi personaggi sono iniziate queste mega saghe di regni, imperi, famiglie, intrighi. Du’ coglioni.
Da qualche anno sto cercando di fare la pace con il genere. Almeno a livello cinematografico. Almeno con i classici che mi hanno illuminato infanzia e adolescenza. E tra questi c’è ovviamente un adorabile gioiellino come “Willow”, visto allora al cinema e che è l’ultima volta che Lucas ha dimostrato di non essere un povero miliardario rincoglionito (e se il progetto risaliva al 1972 capisco anche il perché).
Ho tirato giù anche qualche appunto durante le recenti visioni, se interessa a qualcuno (molti dei titoli sono facilissimi da reperire anche su Youtube)…
1977 Wizards (I maghi della guerra) Ralph Bakshi
Cartoon parecchio freakettone e satirico. Ma è probabilmente il primo vero fantasy di impostazione moderna visto al cinema. Curioso.
1977 Jabberwocky (in.) di Terry Gilliam
Idem come sopra. Ancora molto legato agli umori frekettoni anni 60/70, ma sono Gilliam e i Monty Python, mica dei Pinco Pallino qualsiasi.
1977 The Hobbit (Lo Hobbit) di Jules Bass e Arthur Rankin Jr
Cartoon per bambini un po’ lezioso e troppo cantato, ma con una sua grazia ed eleganza.
1978 The Lord of the Rings (Il signore degli anelli) di Ralph Bakshi
Spernacchiatissimo, ma tre quarti dell’immaginario fantasy odierno viene dal lavoro visivo fatto in questo film da Bakshi. Mio padre mi portò al cinema vederlo a quattro anni perché pensava fosse “La spada nella roccia”. I cavalieri neri mi tormentarono le notti per anni.
1981 Excalibur (id.) di John Boorman
Classicone di Sua Maestà Boorman. Sicuramente geniale, forse anche un po’ noioso. Comunque da vedere.
1981 Dragonslayer (Il drago del lago di fuoco) di Matthew Robbins
Anche qui c’è lo zampiono di Lucas mi sembra. Fantasy per ragazzi dal tono stranamente cupo, con sequenze decisamente horror. Cult.
1981 Meisaku Douwa (Il lago dei cigni) di Kimio Yabuki
Un classico della programmazione natalizia dei canali locali negli anni 80. Splendidi i cattivi.
1982 Conan the Barbarian (Conan il barbaro) di John Milius
Va beh…
1982 The Dark Crystal (Dark Crystal) di Jim Henson
Storia così così, impianto visivo da cavarsi gli occhi. Cultissimo.
1982 The Secret of NIMH (Brisby e il segreto di NIMH) di Don Bluth
Altra angosciata visione infantile con il papà al cinema. Altro cultissimo.
1983 Fire and Ice (Fire and Ice – Fuoco e Ghiaccio) di Ralph Bakshi
Film che direi obbligatorio per ogni 400calcista. Ancora più di Milius, Bakshi aveva capito che lo sword & sorcery era una questione di corpi in movimento, azione fine a se stessa, belle fighe mezze nude e guerrieri cazzuti. Da riscoprire.
1983 Wizards and Warriors (Storie di maghi e di guerrieri) di Don Reo
Mitologica serie TV in 8 episodi, trasmessa un paio di volte sotto natale mi sembra da Italia Uno. Girata a basso costi, quasi una parodia, ma con un gran gusto per la vera fantasy e bei personaggi. Leggendarie le spade che scintillavano quando cozzavano. Ultra-cultissimo.
1983 Krull (id.) di Peter Yates
‘Na mezza stronzata ad essere sinceri. Ma si fa voler bene, dai.
1983 Deathstalker (in.) di John Watson
Arriva Corman con la sua solita super-poverata piena di tette e culi. Uno dei tanti finti Conan del decennio, ma talmente cialtrone da far simpatia.
1984 The Neverending Story (La storia infinita) di Wolfgang Petersen
Smerdatelo pure, in parte se lo merita. Ma nel 1984 era un gran bel vedere per una classe di quinta elementare.
1985 Legend (Id.) di Ridley Scott
Anche qui dite quel cazzo che volete, ma a livello stilistico è un film eccezionale, con un sonoro e un montaggio impressionanti. Anche la tanto criticata fotografia nonostante gli eccessi pubblicitari ha dei momenti notevoli. La storiella è quella che è, ma come capacità di ricreare sullo schermo un immaginario fantasy coerente è un film con pochi rivali.
1985 Ladyhawke (id.) di Richard Donner
Altro classicone da Italia Uno anni 80. Con un gigantesco Hauer, un Matthew Broderick ancora (per poco) “ragazzo di oggi” e una Michelle Pfeiffer al massimo della sua michellepfeifferaggine. Bello.
1985 Return to Oz (Nel fantastico mondo di Oz) di Walter Murch
Prima dell’imminente e prevedibile peterjacksonata di Raimi recuperate questo gioiellino che rilegge l’insopportabile classico di Baum quasi fosse una fantasia delle sorelle Bronte.
1985 The Black Cauldron (Taron e la pentola magica) di Ted Berman e Richard Rich
Un fantasy con il cattivo più spaventevole della storia della Disney e un gusto per lo shock visivo davvero insolito per l’edificante casa californiana. Però è un fantasy un po’ troppo generico, con troppi animaletti molesti e persino degli orridi folletti che rimandano ai puffi.
1986 Labyrinth (Id.) di Jim Henson
Meno ambizioso, più infantile e più muppettoso di “Dark Crystal”, ma visivamente quasi altrettanto prodigioso. E poi c’è una Jennifer Connelly che tra questo e “Phenomena” fu il sogno bagnatissimo di un’intera generazione
1988 Willow (id.) di Ron Howard
Piccolo capolavoro sottovalutato di Lucas e Howard, che in un certo senso chiude tutta una stagione del fantasy cinematografico anni 80.
1992 Army of Darkness (L’armata delle tenebre) di Sam Raimi
Nei 90 il genere andrà quasi in letargo al cinema, mentre sarà sfruttato intensamente in TV. In fondo ‘sto capolavoro di Raimi è stato il prototipo da cui nasceranno i vari Hercules e Xena…
1996 Dragonheart (id.) di Rob Cohen
In piena depressione novantina del genere, un gioiellino per ragazzi fatto come si deve.
Stanlio, realizzo solo ora che sei più giovane di me di 3 anni, non è tanto ma spero che anche tu sia riuscito a beccarti i Dino-riders.
Spezzo una lancia a favore di Star Wars: forse andando avanti prova a farci credere di essere fantascienza e non fantasy, ma il primo fotogramma è chiarissimo come dichiarazione di intenti. Si potrebbe chiedere: un fantasy in cui nani, gnomi e stregoni salgono su astronavi, diventa automaticamente fantascienza? Domanda forse retorica, o forse no.
@Tommaso: giuro che ci ho pensato mezz’ora prima di scrivere “Gus Van Sant”, chiedendomi «chi è che posso citare per far passare il concetto che metta d’accordo tutti?». E invece, azz.
Sulla lista: ti appoggio tutto quanto, ma non credo che il SdA di Bakshi, per quanto sia un’opera incompleta, sia spernacchiato. Soprattutto post-Jackson è tornato in auge come “gioiello dimenticato” e gli orchi rotoscopati (…) sono una delizia ancora oggi. Grandissime le cit di Taron e di Wizards & Warriors, mentre su Krull dissento: il design del castello, la storia ibrida fantasy/sci-fi, per me è culto da rivalutare (per quanto abbia i suoi problemi).
@Matteo: eccome se sì, in Italia sono arrivati quando avevo boh, sei anni? sette? e andavo sempre in cerca di cartoni fighi e possibilmente non giapponesi. Il mio preferito, nonché quello che mi fece fare l’incubo peggiore della mia vita (che ricordo lucidamente ancora oggi) era questo. Roba SBAGLIATA da far vedere in tv ai bambini, signora mia, SBAGLIATA.
Nope. Ma infatti il problema di SW è la fanbase, non la trilogia in sé che non fa mistero di non essere particolarmente sci-fi (c’è più fantascienza persino nei romanzi di John Carter, secondo me).
Molti bei titoli nella lista di Tommaso… manca La storia fantastica, ma forse è meglio così, non mi ha mai troppo esaltato, il lato romantico era nauseante, e i due innamorati da sopprimere.
>1978 The Lord of the Rings (Il signore degli anelli) di Ralph Bakshi
Il primo film visto al cinema, i primi 5 minuti con la presentazione dell’anello restano tra i miei ricordi di infanzia più vecchi. Non ricordo altro e posso credere tranquillamente che fosse urendo, ma almeno non c’erano falsi nani, per ovvie ragioni…
De La Storia Fantastica si ricorda solo l’antesignano del Gatto con gli Stivali di Shreck interpretato dal mugnaio bianco Banderas: “Hola! El mi nombre es Iñigo Montoya, tu has matado a mi padre: prepare a morir!”
Scherzi a parte, io l’ho sempre visto più come commedia che come fantasy… Sarà… forse era il protagonista che non mi è parso molto incisivo… lo ricordo solo per essere il “cattivo” di Hot Shot o il Robin Hood di Mel Brooks…
Cmq, paiura! Non avevo notato the Willow fosse di Ron “Ricky Cunningham” Howard!!!
@ Stanlio… cazzo, quella di Kermit davanti alla foto di Jim Henson è davvero una foto bellissima
@stanlio
Dragonslayer. Il migliore del mazzo, pare un avventura per personaggi di livello 1-3 di D&D scatola rossa, ambientazione Karameikos.
Ci buttiamo su anche Taron e la pentola magica per la parte animata e siamo a cavallo.
@jax
Aspetta domani, il Rocky Day!
L’attrice che fa Sorsha e Val Kilmer si sposano e poi divorziano e recitano assieme in un film qui recensito. Indovinate quale.
Forse la più grande delusione di questo film sono i troll.
PS Ah è bellissimo che sono tutti nani veri, stupendo. E si vede la differenza coi nani finti.
Tu sei magggico Stanlio,: l’ho comprato oggi John Carter, visto che viaggiavo in una desolazione rossa di libreria, fatta da libri di Martin foderati di metalupo (o qualcosa di simile: sono la nuova edizione, quella tutta nera e lucida very cool) e i megatomi della suprema Mondadori che riuniscono settordicimila libri di Brooks in un fermaporta di venti centimetri. Fa piacere in particolare quando vedi la fantascienza buttata lì in mezzo a caso, con Asimov che spunta stoico nella sua sobrietà in mezzo alle copertine sparse di Paolo Barbieri.
Ho sentito parlare molto bene anche io di Malazan, e dovrò provare.
Grazie della lista, Tommaso, bel regalo. Ah: maledetti voi che m’avete messo fotta per i pupazzi di Dark Crystal. Io manco ero nata e non ho mai frequentato le giuste compagnie per conoscere ste cose, ora mi tocca recuperare. Devo assolutamente controllare se alle quattro di mattina di Natale come ogni anno sparano un Legend messo lì a caso. Certo che: nessuno che nomina Fantaghirò. Ingrati.
@Stanlio: Archivi del Duca…allora qualcuno gioca a Dark Souls da queste parti. Praise the Sun \ /
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Willow è un film che ho visto molte volte da piccolo e lo ricordo con piacere, direi che è arrivatoil momento di rivederlo.
Willow è un bellissimo film.
Nota per i Veri Esperti di Willow: la nomenclatura della foto contiene un errore: Davis è con mezza Elora Danan.
La foto bonus, dicevo.
@Stanlio: grazie che mi hai ricordato gli inhumanoids (cos’è che dicevano quando ti toccavano? tipo de-e-vo-lu-zio-ne..aiutami)
considerazione PERSONALE: a me la saga di Martin piace un sacco ma non amo per nulla il fantasy, per quel poco che vale allora Martin NON è fantasy..noto che in un certo senso da qualcuno sia già condivisa questa impressione.
in ultimo allego questo spezzone del serial di Davies:
https://www.youtube.com/watch?v=LQhxYxVCWrk
ok era davis non davies
Guarda, ti risponderò con più calma ma: draghi, zombie, mondo fantastico, mitologia. Martin è fantasy, deal with it.
Uno dei miei film preferiti di sempre! Gli effetti, ai tempi, erano fighissimi (mi pare fosse stato il primo film ad usare il Morphing). Una pietra miliare. Grazie per questo bel regalo di natale!
Ah! Se c’è qualche detrattore de “La storia fantastica” (altra pietra miliare della mia infanzia) lo informo che potrebbe sembrare una “commedia fantasy” proprio perchè tratto da un libro che, di fatto, è una parodia con elementi di commedia (La principessa sposa, di William Goldman). Comunque dategli un’altra possibilità, potrebbe stupirvi…
@fre
>Lui si presenta sempre con ”ho fatto Wiilow!” e tutti lo perculano. Allora mi è rimasta in testa l’idea che fosse meh.
Perchè è un film ingiustamente sottovalutato. Forse esiste un universo parallelo in cui Willow è stato un successo stratosferico con 2 seguiti e 3 prequel, e a Davis escono i paperdollari dalle orecchie, mentre Mark Hamill è un povero sfigato che sta girando un serial sulla propria vita da attore, ovvero la cronaca di un totale fallimento (e chi lo avrebbe più preso dopo la cicatrice? anzi, chi lo ha preso pure nel nostro universo? ma nel nostro universo, se hai recitato in Star Wars non hai più bisogno di lavorare), ed eccolo lì a dire continuamente “ma io ho recitato in Star Wars” mentre gli altri lo perculano.
@Bakahero
L’intento parodistico è evidente, ci mancherebbe, e infatti mantiene gradevole buona parte della visione, ma per quanto immerse nella parodia le storie d’amore mi smosciano da morire, figurati che reggo a stento pure Aragorn e Arwen… un plauso a Willow che non perde tempo a cercarsi altre nane da trombare e si concentra sulla sua missione, mentre anche la storia d’amore tra Val Kilmer e la Sorca si mantiene sullo sfondo.
@Stanlio
>Nope. Ma infatti il problema di SW è la fanbase, non la trilogia in sé che non fa mistero di non essere particolarmente sci-fi.
Totalmente d’accordo. Anche se nei prequel mi è sembrato che Lucas volesse riavvicinarsi alla sci-fi, con risultati considerati disastrosi da quello stesso fanbase che si incazza alla parola “fantasy”. Piaccia o non piaccia, i midi-chlorian sono sci-fi, mentre la maggica forza che unisce tutti gli esseri viventi dell’universo è fantasy mixato con misticismo orientale…
PS: allora approfitto della tua conoscenza di cartoni non giappo per chiederti una cosa… ti ricordi un cartone animato in cui buoni e cattivi avevano delle figure di animali stampati sulla corazza, animali in cui potevano trasformarsi durante la serie?
@Matteo: we live to serve. And chew bubblegum.
ma quindi lo hobbit lo recensite o fate i fighetti sdegnosi?
eddai, in nome dell’orgoglio nanico.
ah, fra l’altro possiamo dire che il Beowulf sceneggiato da Neil Gaiman è una figata colpevolmente sottovalutata?
@rash: te lo recensisco al volo. Fa cacarissimo. DVD-quote suggerita: fa cacarissimo.
Troppo sbrigativo?
clap clap clap
stanlio, grazie. leggerti è sempre un piacere. cioè voglio dire… un flusso canalizzatore buttato lì e le lacrime scendono copiose prima ancora di arrivare alla “storia fantastica”. e io avrei aggiunto atreiu e artarx eh! con il mordiroccia.
adoro il film di bakshi. jackson sukaaaaaaa! chi dice che è orrendo mi deve spiegare “perchè”. ma subito
quello è il signore degli anelli. vero. perfetto. jackson è una baracconata infima. senza senso. a cominciare dagli abiti stupidi. preferisco “lo svarione degli anelli”. la trama è migliore!
questione libri:
a parte drizzt do urden so rimasto a turtledove. che è sto “martin”?
aggiornatemi perchè a fantasy è da parecchio che non m’emoziono più.
@fantaghirò
eccheppalle
@Matteo Pascal
Eeeh!…Che ci posso fare…in fondo sono un romanticone!;-)
Caspita Stanlio, io sono del 1981 (quindi se non ho capito male ho un paio di anni più di te) ma la mia prima VHS è stata La Spada nella Roccia e ho consumato la cassetta di Willow a forza di guardarla! Che tempi signora mia, che tempi…
Ok Willow… ma Lo Hobbit e’ davvero un bel film… per me il miglior fantasy di estrazione Tolkeniana di sempre (non che ce ne siano molti).
Ah… bimbetti miei… volevo anche dirvi che io Willow l’ho visto al cinema ;)
Che spettacolo che tue scene alla videoteca! *_* ^^
“Willow” l ‘avevo visto due, tre volte da piccolo su RAI 2 e o RAI 3. Mi era proprio piaciuto. Scene come quella del drago e in cui Baffmorda trasforma
SPOILER i guerrieri in maiali FINE SPOILER
mi erano proprio rimaste impresse ed un po impressionato (soprattutto la seconda).
L’ ho rivisto poi nel 2003 e m’ è sempre piaciuto tanto che mi sono comprato il DVD! Ho preso praticamente i DVD della maggior parte dei film che avete citato! ^^
L’ ho fatto vedere 2,3 anni fa ai miei cuginetti ed è piaciuto anche a loro! ^^
In effetti, come si può vedere dal bel documentario contenuto nel DVD, in questo film venne molto portato avanti il morphing o come si scrive.
Alle correlazioni con “Guerre stellari”, una delle mie saghe preferite, che ricordi, non avevo mai pensato!
Riguardo i prezzi delle VHS, quando ho letto quelli di alcuni film su un numero del 91 di “Green arrow” sono rimasto così! °_O “Batman” 140.000 lire! “SUperman IV! 104.000 lire se non erro… oh, mamma! Ho letto che quella di “Rambo 2 – la vendetta” costava sulle 160.000 lire! Che tempi!
“1983 Wizards and Warriors (Storie di maghi e di guerrieri) di Don Reo
Mitologica serie TV in 8 episodi, trasmessa un paio di volte sotto natale mi sembra da Italia Uno. Girata a basso costi, quasi una parodia, ma con un gran gusto per la vera fantasy e bei personaggi. Leggendarie le spade che scintillavano quando cozzavano. Ultra-cultissimo.”
Mitico! Lo vedevo su Italia 7! Proprio bello! ^^
Quì un bell’ articolo al riguardo:
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/5671/storie-di-maghi-e-di-guerrieri/.
Peccato che in tempi di “Magnum P.I.” e altre serie poliziesche e “Dallas” e co., abbia avuto poco successo. Ci sono rimasto male quando l’ ho scoperto. Ho saputo che l’ attore che interpretava Eric, il mitico Jeff Conaway, è purtroppo vento a mancare. Duncan Regehr, il rivale Dirk Blackpool, l’ ho trovato un pò dappertutto in quel periodo! ^^
“Se c’è qualche detrattore de “La storia fantastica” (altra pietra miliare della mia infanzia) lo informo che potrebbe sembrare una “commedia fantasy” proprio perchè tratto da un libro che, di fatto, è una parodia con elementi di commedia (La principessa sposa, di William Goldman). Comunque dategli un’altra possibilità, potrebbe stupirvi…”
Altro bel film! Contiene anche spunti di riflessione visti anche i dialoghi tra nonno (il mitico e compianto Peter Falk!) e nipote!
“la storia infinita” non si tocca! XD E ho letto il libro.
“1992 Army of Darkness (L’armata delle tenebre) di Sam Raimi
Nei 90 il genere andrà quasi in letargo al cinema, mentre sarà sfruttato intensamente in TV. In fondo ‘sto capolavoro di Raimi è stato il prototipo da cui nasceranno i vari Hercules e Xena…
1996 Dragonheart (id.) di Rob Cohen
In piena depressione novantina del genere, un gioiellino per ragazzi fatto come si deve.”
Si, negli anni 90 il genere al cinema latitava molto, ma molto. Per fortuna sono usciti questi due gioiellini!
“Il drago del lago di fuoco” non mi sembra sia di Lucas. Del mitico Corman ricordiamo “La spada e la magia”. Poi c’ è sono anche “La spada a tre lame” e “Barbarians e co.” XD. Ci sono anche vari film nostrani come “Conquest” del mitico e compianto Lucio Fulci e “Thor” nonchè anche produzioni argentine mi pare.
“1983 Deathstalker (in.) di John Watson”
Mi sembra che da noi il primo non è neanche uscito. O solo dopo. Ho letto su l Mereghetti che arrivò solo il secondo. Penso nelle sale perchè c’ è anche il terzo, da noi intitolato “Principessa e i guerrieri dell’ inferno”! Un trashone niente male da come ho potuto intravedere. Poi boh!
“No il ritmo e’ indubbiamente un po’ lento,ma il fascino dello spettacolo di burattini e intatto tutt’oggi come le atmosfere che solo alcuni fantasy anni’80 riuscivano a regalarci.”
Da come ho sentito nel commento al film di purtroppo non ricordo chi è stato anche l’ unico film tutto con pupazzi! Mazza che bella ragazza che è diventata Elora Danan! ^^