(fate i conti che abbia messo la sigla di Katy Perry, mi vergognavo pure a scriverla sul Google)
In pratica succede che, a un certo punto della sua vita, Tippi Hedren – che voi cari bambini ricorderete per aver girato svariati film famosi con Alfred Hitchcock – sposa Noel Marshall, agente e produttore di Hollywood. Tippi è già di suo una convinta animalista, ma Noel a riguardo è fottutamente hardcore. Quanto hardcore? Abbastanza da dire “hey, ho un’idea per un film: in pratica ci siamo noi che, per dimostrare che gli animali sono meglio delle persone, viviamo in mezzo a 150 leoni tigri leopardi pantere elefanti non ammaestrati”.
Vediamo una clip:
httpvh://www.youtube.com/watch?v=4H2D6zvNuYM
ROAR non è un documentario tipo quella roba di Herzog sul tizio che amava gli orsi. ROAR è un film.
ROAR parla di questo tizio che vive in mezzo agli animali selvaggi per studiarli, e della sua famiglia che passa a trovarlo.
E quando dico “in mezzo agli animali selvaggi”, intendo letteralmente che in ogni singola inquadratura ci sono almeno una ventina di gattoni che gli girano costantemente per casa e si fanno i cazzi loro, curiosano, spingono, buttano giù cose, coccolano, ruggiscono, litigano, leccano, azzannano gambe per gioco, dormono, portano in casa brandelli di zebre sbranate gocciolando ovunque dalla loro criniera inzuppata di sangue, dimostrano tanto affetto. Il tutto nella più totale e terrificante anarchia.
Il centro della faccenda è Noel, uno hippie completamente partito di testa che blatera di voler essere considerato come parte del branco. Ha sicuramente ricevuto segnali incoraggianti, perché ovunque va ha sei/sette micioni che lo seguono e gli fanno le feste con la controllata delicatezza che può avere un fottuto leone non ammaestrato che quando accarezza strappa camicie e quando dà i bacini è meglio che tu abbia garze e disinfettanti in quantità industriale sempre a portata di mano.
La prima mezzora è tutta sua: lo vediamo vaneggiare di psicologia leonina, inventarsi nomi e storie per i suoi cuccioloni, vivere e giocare con loro, impressionare il suo amico africano che è lì solo per fare la figura del nero che pur essendo nero africano ne sa meno di lui in quanto alla fauna del suo stesso paese. Ah no, questi ricchi bianchi? Due articoli di giornale e una gitarella, e hanno già capito meglio di chiunque altro.
La cinepresa indugia sul comportamento naturale degli animali: molti sembrano genuinamente contenti della presenza di Noel, o come minimo curiosi in senso positivo, gli sono spesso addosso, lo seguono, gli curiosano in casa. La suspance sale di colpo quando lui si mette in testa di essere parte del branco e quindi in diritto di intervenire anche quando gli animali litigano tra di loro e quindi lo vediamo urlare come un forsennato e gettarsi in mezzo alle risse tra leoni, che forse è una delle cose più vicine a uno snuff suicida che vi capiterà mai di vedere in un film per famiglie. L’aria di estrema pericolosità è amplificata involontariamente quindi da Noel stesso, che ha di sicuro un cuore enorme e una passione invidiabile, ma non dà mai l’impressione di sapere davvero quel che fa e pare guidato più da narcisistica incoscienza più che da un qualsiasi straccio di metodo fondato.
Nel frattempo, si riesce a infilare anche un piccolo setup che permette al film di avere uno straccio di struttura narrativa, per cui vediamo un gruppo di bracconieri venire assalito dai leoni nel giardino di Noel, riportare svariate ferite gravi e andarsene minacciando vendetta. Questo, di nuovo, nella prima mezz’ora.
Il resto del film mostra la famiglia di Noel – formata dai figli John Marshall, Jerry Marshall, dalla nuova moglie Tippi Hedren e da quella patata clamorosa della figlia 20enne di Tippi, Melanie Griffith – arrivare di sorpresa in Africa mentre Noel non è in casa e trovarsi davanti senza preavviso alla situazione fin qui descritta.
E qui le cose iniziano a girare a corrente alternata.
Da una parte vedere gli animali comportarsi in modo assolutamente spontaneo, con la loro rilassata curiosità e sgraziata invadenza, è ovviamente uno spettacolo meraviglioso. Ma dove si guadagna in realismo felino, ne si perde necessariamente con gli attori, perché è ovvio sia che l’obiettivo non è quello di girare un horror, sia che in mezzo a un branco di tigri e leoni non puoi comportarti come se fossi davvero terrorizzato, non puoi rischiare di infastidirli e agitarli sul serio, così come mai e poi mai gireresti scene del genere se non ci fosse già un livello minimo di confidenza reciproca con loro.
Il punto è: nessun animale è stato maltrattato durante le riprese del film, il quale giustamente espone con orgoglio (scrivendo proprio “esponiamo con orgoglio”) il logo di garanzia dell’American Humane Association proprio come primissimo fotogramma.
Ma, e qui sta il vero succo della faccenda, durante le riprese sono finite all’ospedale 70 (settanta) persone.
Noel è stato ferito ripetutamente fino a farsi diagnosticare una cancrena che ha richiesto anni per una guarigione completa.
Tippi si è rotta una gamba nella scena in cui un elefante la solleva con la proboscide, e la si vede anche pigliarsi un gran morso in testa da un leone (sangue vero).
Melanie Griffith è stata sfregiata e ha rischiato di perdere un occhio.
Il direttore della fotografia, Jan de Bont (il futuro regista di Speed, al suo primo film), è stato scalpato.
L’assistente alla regia, Doron Kauper, si è ritrovato con un gran morso alla mascella e la gola aperta, e ha rischiato la vita.
E ovviamente fra la crew c’era ricambio continuo per via di gente che non voleva tornare sul set.
Insomma, Noel Marshall era pazzo sul serio e la situazione non era un cazzo sotto controllo, se volete una mia personale opinione basata su questi referti medici. E il “fascino” delle scene centrali sta tutto lì, nell’ammirare attori che se la spassano con falsa sicurezza fingendosi spaventati in una situazione in cui avrebbero fatto meglio ad essere spaventati sul serio, e l’avrebbero scoperto fuori quadro di lì a poco.
Ma il film, completato con testardaggine e montato con gran pazienza in un paio d’anni, c’è tutto. Incluso il finale in cui i leoni vengono incastrati per qualche secondo a “recitare” per fingere qualche attacco e un paio di morti tanto per chiudere la sottotrama.
ROAR uscì nel 1981 facendo l’indiano, perseguendo nel suo messaggio di sensibilizzazione animalista come se nulla fosse, con tanto di speranzosa ballata acustica sui titoli di coda, e scritte nei credits tipo “show your disgust to anyone who buys or wears furs” (che come invito all’attivismo fa riderissimo). Dei 17 milioni di dollari accumulati per la produzione (di cui 4 per colpa di un allagamento che ammazzò molti dei leoni e distrusse quasi tutto il girato), ne portò a casa 2. Ma del resto come fai a chiedere alla gente di vedere una storia che vorrebbe convincerti ad amare gli animali quando in realtà la lavorazione è finita in mezza strage? ROAR è la madre delle pessime idee che ti si rivoltano contro.
Tippi e Noel divorziarono nel 1982, e il film finì prestissimo nel dimenticatoio, salvo venire recuperato quest’anno dai soliti pazzi dell’Alamo Drafthouse che gli hanno dato una risistemata e l’hanno riportato in sala con un discreto battage pubblicitario. Oggi, se non altro, si può presentare il film per quello che è senza fingere che sia andato tutto bene. Vivendo abbastanza lontano dal Texas, io mi sono procurato il bluray tedesco che, in anticipo sui ragazzi dell’Alamo, presenta una versione rimasterizzata e uncut con tanto di colonna sonora in omaggio.
Un drinking game che NON vi consiglio: spararvi uno shottino ogni volta che pensate “ma voi siete completamente fuori di melone”. Non durereste venti minuti.
DVD-quote:
“Completamente fuori di melone”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
L’accoppiata film + making of con vari infortuni sarebbe la combo perfetta da far vedere ad ogni animalveganazista per metterlo a tacere :D
Il tizio del film di Herzog e’ finito sbranato da un orso, e il documentario lo documenta: hanno persino trovato i suoi resti nella pancia dell’orso che lo ha ucciso. Ma il tizio era un caso clinico e Herzog ha montato il film usando i suoi filmati girati da solo in Alaska in mezzo agli orsi… qua, la follia inizia da chi ha deciso di finanziare questo suicidio.
Vero, bel documentario. C’è anche un audio del momento dello sbranamento di grizzly man che sembra faccia accapponare la pelle.
Questo?
https://www.youtube.com/watch?v=g9lCkFygaaQ
Si… ma forse è un fake. Durante il documentario Herzog consegna il nastro alla sua ex dicendogli di non ascoltarlo mai, per nessuna ragione.
nel documentario c’è solo herzog che descrive l’aggressione ascoltandone l’audio ma non si sentono le voci.
Sì, l’audio della morte di Timothy Treadwell che si trova su internet è un fake. La vera registrazione l’hanno sentita solo pochissime persone (fra cui il medico legale e Herzog), e ora è custodita da Jewel Palovak (una cara amica di Treadwell) che a quanto pare la tiene in cassaforte senza averla mai ascoltata, ma vai a sapere.
Comunque ho notato per la prima volta, grazie alle foto nell’articolo, quanto siano grandi sti cazzo di leoni (soprattutto le femmine!)
A 7 anni lo vedevo tipo 3 volte al giorno ed ero felice. Devo dire che quando mi sono alzato stamattina non immaginavo avrei trovato quello che ho sempre considerato una commediola per famiglie su questo sito, vi ringrazio per avermi illuminato sui retroscena di uno dei film che mi ha forgiato da bambino xD
Lo recupererò presto
Fai conto che ho copiaincollato il tuo commento.
Quando ero regazzino Italia Uno lo mandava a ruota, poi è scomparso. Mi stupiva la possibilità di convivenza con un branco di leoni…. e infatti l’unica scena di cui ho un ricordo abbastanza vivido è quando il tizio viene raggiunto dalla famiglia a cui, giustamente, parte la ciavatta. E ricordo lo scetticismo con cui mio padre me lo lasciava vedere, anche lui non capiva se era un film horror venuto male o un documentario di Quark venuto male lo stesso.
p.s.
ho un dubbio: ho detto Italia Uno, ma forse era stato mandato dalla Rai con tanto di prefazione scientifica di Piero “Manimal” Angela?
Mi sa che siamo in tanti ad essere cresciuti a latte di leonessa per colpa di “Il grande ruggito”. Sospetto però che non si chiamasse nemmeno “Italia 1” al tempo. Forse eravamo ancora ai tempi di Quinta Rete/Antenna Nord (a seconda della latitudine).
io c’avevo la cassetta, pienz! Comunque sempre considerato una commediola, mai avuto nemmeno l’idea vaga che potesse passare per horror..su quel versante (ma anche là, più gioie che terrori) c’è il mitico “Spiriti nelle tenebre”. Anzi vostra eccellenza Nanni, una bella rece su quello ci sta tutta e così s’inaugura la rubrica “Leoni di mangiare”
Idem.
ne avevo solo un vago ricordo, grazie per l’articolo. da recuperare
Io ho sempre massimo rispetto per i matti che si indebitano per girare film matti (ho letto nei trivia di imdb che il tizio e Tippi Hedren hanno dovuto vendere case e proprietà per completarlo). Anche perché sono quelli che ti fanno vedere cose mai viste, ad esempio questo film – che non conoscevo – già dalle clip è una roba aliena e diversissima rispetto agli altri film con animali che hai visto nella vita.
Primo fra tutti Gli Uccelli di Hitchcock, che ti spaventa perché gli animali si comportano in modo anomalo, qua invece all’opposto i leoni sono spontanei e sta cosa risulta ancor più inquietante da vedere (perché alla fine sono uguali ai gatti che giocano col topo solo che facendo le proporzioni qua la topa è Melanie Griffith). Recupero di sicuro.
Comunque una cosa che mi ha colpito molto del trailer nel link (quello della redux 2015) sono le tagline sotto gli attori che riportano gli infortuni, esibendo come ha scritto Nanni il contrario dell’intento del regista cioè che non è poi molto sano vivere con le bestie coi dentoni grossi.
io ci tenevo a dire che il miglior film ever con i leoni è l’episodio di “che segno sei?” con villaggio che fa il cacciatore con il voice over alla hemingway e con il negro che parla trasteverino
“Dove vai in vacanza”!
Manco le masi Arfiooooo!!!
Il film perfetto per me che sono un animalista
Massimo rispetto per sto tipo qui
ma ha qualcosa a che fare con questo?
http://en.wikipedia.org/wiki/Born_Free
Nata Libera???
Noooooooo, ma stai scherzando? Quella era una favoletta strappalacrime per famiglie. Ne fecero anche una serie televisiva trasmessa per anni sulla Rai.
Comunque colonna sonora indimenticabile del grande John Barry:
https://www.youtube.com/watch?v=MhGeH07lo5M
Noel Marshall lo cita comunque come fonte di ispirazione
…Che è un po’ come se il regista di Cujo menzionasse Lilli e il vagabondo. Il che dimostra ulteriormente quanto Marshall fosse fuori con l’accuso.
Sono mesi che ne leggo su badass digest, non vedo l’ora di recuperarlo
grande! è un po’che volevo vedere questo film, dopo la benedizione calcistica è giunto il momento.
la foto iniziale comunque sembra presa dalla pubblicità delle gocciole! vuoi vedere che anche lì ci è scappato il ferito grave?
Col gioco degli shottini ti ci ubriachi anche solo leggendo la recensione.
Grazie.
Da fissato per la fauna esotica ed i felini in particolare, (ho passato la vita a fare safari fotografici in Africa, dove ho anche acquistato una casa) vidi più volte il film in televisione e lo icordo tuttora bene. Devo dire che la cosa che mi colpì di più fu vedere tanti felini diversi ( oltre a leoni e tigri vi erano anche giaguari, pantere e puma) interagire insieme, cosa che in natura non avviene mai, anche perchè molti vivono in pesi diversi). Non avevo però il sospetto che vi fossero stati così tanti “incidenti sul lavoro). Comunque un film che rivredei ancora volentieri.
Guarda, io sono tutt’altro che un esperto, ma un discorso che fanno nel film e’ il fatto che siccome Noel nutre e cura gli animali, questi ovviamente gli vogliono bene e rimangono nei paraggi, ma soprattutto lui elimina in loro la necessita’ di andare a caccia, il che ovviamente come lato negativo ha il fatto che appena Noel per qualsiasi motivo non riesce piu’ a fornire i suoi “servizi”, questi animali rimangono completamente indifesi perché si sono “impigriti” e non hanno sviluppato le abilita’ di sopravvivenza che hanno gli altri. Mi viene da pensare che la convivenza tra felini diversi abbia appunto in comune il fatto che Noel curando tutti aveva eliminato anche gli istinti di rivalita’.
Mio dio Nanni maccosa sei?
lessi qualcosa di questo film tempo fa, non ricordo perchè. agghiacciance
Lo trovo un po’ mammalucco stò filmammifero.
(Orca assassina & La volpe e la bambina; HIT)
Ah ecco. Sono a Washington e il mese scorso al cine ne hanno proiettato un breve trailer che però non spiegava nulla. Notando la fotografia anni 70, ovviamente non ho pensato che fosse un film degli anni 70, ma ho sospettato si trattasse di un ennesimo finto grindhouse alla Tarabtino/Roudriguez… logico, no? Poi mi sono dimenticato di approfondire.
Ovviamente mai sentito e mai coperto, ma sicuramente da recuperare.
Aticolo da sbellicarsi. Stasera lo faccio pure leggere alla morosa.
Melanie Griffith da giovane era qualcosa di… di… DI. Punto.
Dopo una recensione del genere è doveroso andarne alla ricerca….e pensare che non l’avrei mai preso in considerazione senza leggerne qua…beata ignoranza!!
no raga ad un certo punto c’è una rissa leoni vs uomini vs tigri, una specie di royal rumble surreale da non crederci. “In che senso una ‘rissa’ vi chiederete voi”
Nel senso che uomini, leoni e tigri si fronteggiano gli uni con gli altri tirandosi schiaffi fortissimi e mozzichi in testa e poi arriva un esagitato che prende a urla tutti i leoni e quieta la situazione.
Che perla immensa questo film, nanni al top della forma
ps. strano che non sia ancora diventato una bandiera/caposaldo della cultura hipster questo film (o magari già lo è e io non lo so, oppure ancora sono hipster ma non sapevo di esserlo) potremmo avere stuoli di benestanti con la barba che per spirito di emulazione si fanno magnare loro e la bici a scatto fisso pure
…ma questi sono fuori come dei balconi su uno strapiombo!!!
Non credo che lo guarderò mai, nonostante la mia passione per i felini, ma è stata un’interessante scoperta e ringrazio il Nanni per la rece.
Adoro questi scoppiati che, per dimostrare che gli animali sono creature di walt disney, si fanno sbranare tutti contenti.
Comunque trovo veramente disturbante come i tizi, circondati da decine di leoni, evitino accuratamente di fingersi eccessivamente terrorizzati (per non eccitare troppo gli animali).
Mi sa che preferisco l’approccio alla natura di Cannibal Holocaust