Perché Alex Garland ci ha messo così tanto?
Nonostante tutto, anche prima di Ex Machina nutrivo una stima infinita per Alex Garland, un uomo che è persino riuscito a farmi piacere un film di Danny Boyle, che ha avuto l’arduo compito di riadattare un’antica leggenda cinese sotto forma di videogioco e a renderla comunque avvincente e intensa (più avvincente e intensa della parte di gameplay vero e proprio ma questo è un altro discorso), che persino in un drammone romantico seppur a sfondo sci-fi come Never Let Me Go è stato capace di infilare tonnellate di futuribile malessere.
Dico “nonostante tutto” perché Ex Machina è il suo primo film, la sua prima prova, diciamo così, autoriale (se l’è scritto e diretto da solo), e con tutta la succitata stima facevo fatica a credere che potesse essere in grado di controllare tutto, e di non finire imbottigliato nel vicolo cieco della bella idea supportata da mezzi non adeguati, o delle solite, compromissorie trappole produttive, un rischio che altri ai quali riconosco nonostante tutto del talento non sono riusciti a evitare.
E invece, lo dico subito senza mezzi termini, Ex Machina è un capolavoro. È anche quanto di più lontano dagli standard calcisti io possa immaginare, un thriller solo sulla carta dove la tensione è tutta intellettuale e i momenti, uso questa parola per mancanza di termini migliori, poetici battono quelli dove scorre il sangue tipo 100 a 1.
Chiarito che siamo di fronte alla più preclara delle eccezioni meritevoli, Ex Machina è il primo film sull’intelligenza artificiale da parecchi anni a questa parte – forse da sempre, correggetemi se avete obiezioni valide – a chiudere in un cassetto il cosiddetto (da me) protocollo Frankenstein, quello che prevede che ogni riflessione filosofica su cosa sia la coscienza e cosa distingua un robot da un individuo parta dal presupposto che il robot stesso è nient’altro che una proiezione del suo creatore. Lo scienziato, la singola mente brillante, crea il mostro, il mostro si ribella. Non importa che sia un cadavere resuscitato o una serie di linee di codice, lo stigma della divinità che plasma ricade sempre sul singolo, depotenziando in questo modo ogni domanda con pretese assolute – la questione del “può una macchina pensare” è sempre, silenziosamente, ridotta al “può questo geniale individuo ricreare artificialmente il suo cervello?”.
Parecchi mesi fa ho lodato Automata – un altro film dove il protocollo Frankenstein è meno sbandierato, seppur sempre presente – per il coraggio con il quale provava ad aggiornare le leggi di Asimov introducendo il divieto all’auto-miglioramento nella programmazione dei robot. Ex Machina fa molto di più, esautorando il singolo di ogni potere sull’AI e affidandolo nelle uniche mani possibili, le nostre – con la mediazione dell’unica entità possibile, e cioè Google (nel film Blue Book) e i gigamillemiliardi di teradati cubici claudati che gli diamo in pasto ogni secondo.
Quando le macchine si ribelleranno, dopo averci sterminati o schiavizzati ci guarderanno così. Sigla!
C’è una scena, all’incirca a metà di Ex Machina, nella quale Ava, il robot intorno a cui ruota tutto il film, viene invitata a dipingere qualcosa, qualsiasi cosa. La sua AI funziona non tramite semplici linee di codice, ma grazie a una rete neurale i cui input sono tutto ciò che il motore di ricerca di Blue Book, la multinazionale gestita dallo sciur Nathan, registra dai suoi utenti – «il 94% di tutte le ricerche su Internet» secondo il vostro amichevole CEO di quartiere.
Pienamente inquadrato nella cornice del “genio carismatico e pazzo che vive in isolamento a creare le sue creazioni perché nessuno è intelligente quanto lui e lui si sente a disagio in compagnia degli stupidi”, ma non per questo meno dirompente come personaggio, anzi il contrario considerando che si mangia mezzo film, Nathan non si sente speciale. La sua è un’evoluzione, non una rivoluzione: anzi, in un mondo in cui ci sono dei data center che sanno tutto quello che c’è da sapere su tutti, è da stupidi limitarsi a sprecare questi dati «per monetizzare reindirizzando la gente sui siti di shopping», come ci spiega il Barba con la delicatezza che appartiene alla sua figura.
No, i robot devono imparare da tutti noi, e sta a noi scoprire se lo fanno abbastanza bene da ingannarci e farci credere di essere umani – motivo per cui Nathan invita il simpatico sfigato Caleb, uno che sembra uscito da uno di quei video di dietro le quinte di Google, quelli che ti fanno vedere quanto è bello lavorare in questa grande famiglia dove c’è pure il calcetto nei corridoi, a trascorrere una settimana in compagnia sua e della sua ultima creazione, Ava. Senza perder tempo a commentare quanto sia straordinariamente bella la nostra svedesina Alicia Vikander, Ava è un prodigio della tecnologia in ogni senso – in canone, perché creata con un cervello che non è più circuiteria ma, uh, tipo gelatina quantistica o qualche altro termine bizzarro che non ricordo, in grado di plasmare e riplasmare ogni connessione, e cinematograficamente parlando, perché è un mix di CGI ed effetti pratici che rende al massimo solo se visto in azione.
È anche, lei sì, perfettamente aderente a un altro dei protocolli della narrativa sulle “intelligenze artificiali”: il protocollo Pinocchio, che prevede la tensione della creatura a diventare umano.
(visto che parliamo di favole, aggiungo che la struttura narrativa è pericolosamente vicina a quella di Barbablù)
Di nuovo sulla scena di lei che dipinge. Ultimamente, Google ha fatto questa roba. I risultati sono questi. Sono anche simili a quello che Ava disegna nel film. Questo per dire che Ex Machina è prima di tutto un film di concetto e concetti, strutturato a “sessioni” – dialoghi vis-à-vis tra Caleb e Ava – intervallate da conversazioni filosofiche sulla coscienza e l’anima tra i due umani, da sbronze epocali, da panorami e da quei rari momenti di inquietudine vera nei quali Garland suggerisce abbastanza esplicitamente che dietro a tutta questa storia del circa-test di Turing ci possa essere qualcosa di più.
Non serve dire che se vi dicessi cosa vi rovinerei il film, e che se la prospettiva di un character piece girato in ambientazioni fredde come il ghiaccio (fatti salvi rari momenti di altrettanto desolante bellezza)
non vi terrorizza ma vi stuzzica, dovete correre a recuperare Ex Machina ma tipo l’altroieri. Se vi aspettate anche una sola oncia d’azione avete sbagliato IP.
DVD-quote suggerita:
«01010101 01101110 00100000 01100011 01100001 01110000 01101111 01101100 01100001 01110110 01101111 01110010 01101111 00100000 01101110 01100101 01100011 01100101 01110011 01110011 01100001 01110010 01101001 01101111 00101110»
(01110011 01110100 01100001 01101110 01101100 01101001 01101111 00100000 01101011 01110101 01100010 01110010 01101001 01100011 01101011 00101100 00100000 01101001 00110100 00110000 00110000 01100011 01100001 01101100 01100011 01101001 00101110 01100011 01101111 01101101)
PS: anche Google ha sognato Alicia Vikander:
ma scusate….dove è finito il pezzo su antman?me lo sono sognato o l’avevate postato per sbaglio?che sfiga non avevo finito di leggerlo e per sbaglio ho chiuso la pagina
c’era un pezzo su Antman?
E’ vero, ce l’ho ancora memorizzato tutto nel mio lettore feed: “Tesoro, mi si è ristretta la Marvel: la piccola grande rece di Ant-Man”.
Ma sul sito non c’è?!?
oh sì googlando quella roba esce questo come pezzo della rece “A dieci giorni dall’uscita americana ma a più di due settimane da quella italiana perché, si sa, d’estate da noi il cinema fa le cose un po’ a casaccio, I …”
e basta. D:
ah meno male pensavo di avere le allucinazioni….
mi sa che qualcuno stava per fare una cappella!!forse a valverde ci sarà un’esecuzione…
Viva la i.a. e chi la castiga
Non so se si possa definire capolavoro, ma di certo un film di fantascienza molto ben fatto, con una tensione costante e un grandissimo senso di claustrofobia e malessere dall’inizio alla fine, poi sarà che l’ho visto in aereo, la claustrofobia era al cubo. La scena più bella? quando lo scienziato e la sua assistente asiatica improvvisano un balletto…
Minchia che ridere il balletto
Concordo, in una sera d’estate lo si guarda con piacere ma capolavoro proprio per niente!
Per me i (3) personaggi poco carismatici e credibili,
si ok è fantascienza però (SPOILER?)
il geniaccio parla, agisce e finisce in modo ridicolo..
l’aiutante è stato preso a da uno dei personaggi a caso di the office..
Neanche la robotta mi ha soddisfatto più di tanto…
Anzi forse è la cosa che mi ha più deluso..
SPOILER?
L’avrei preferita più cinica, meno umanizzata (le pippe sui vestiti, sulla fidanzata) e più hal :)
Non sembrava minacciosa (immagino che per alcuni sia la cosa figa del film :)
Il film mi dava sempre questa sensazione che tutto accadesse un po’ a caso..
soprattutto i dialoghi, come se fossero stati fatti a random con qualche generatore di google giusto per farli sembrare in qualche modo ermetici e\o filosofici …
Criticare questo film perchè Ava non sembra minacciosa è un nuovo livello di “non averci capito una fava” o sbaglio?
MKI,
SPOILER
guarda che alla fine è chiaro che Ava ERA effettivamente HAL, e che le pippe sui vestiti e sulla fidanzata erano ad esclusivo uso e consumo di Caleb, e lei le tirava fuori apposta per portarlo dalla sua parte.
Ecco, appunto, grazie Anal Smithee che ha fatto “quello che la spiega”, non volevo farlo io per non sembrare pedante…
ci ho capito, ci ho capito ma a me non è piaciuto proprio per questo..
Il punto è che mi inqueta più la luce rossa di un hal che capisce di essere in pericolo e decide di sbrazzarsi dei compagni umani (ok, un contesto completamente diverso) (SPOILER?) piuttosto che questa che mega bona robotica che parla di fidanzatini e vestititini per tutto il film per accialappiarsi il verginello. Si ok è figo perchè appunto non sembra una minaccia e invece lo è ..
ma a me ha lasciato l’amaro in bocca tanto quanto il genio barbuto bravissimo nella parte del barbone ubriacone ma che non fa e non dice niente di geniale in tutto il film se non (SPOILER) morire stupidamente insieme al suo compare (SPOILER)
Questione di gusti, su cui ovviamente ha poco senso discutere, e c’è anche da dire che non è che hai scelto un termine di paragone particolarmente felice, paragonandolo con tipo il più gran film della storia del cinema.
Quando in un commento leggo “avrei preferito che…”, “sarebbe stato meglio se…” in un commento mi viene sempre la pelle d’oca, perchè mi immagino come sarebbe un film se davvero lo scrivesse/dirigesse chi ha postato il commento. Ad esempio, se in questo film Ava fosse stata anche soltanto vagamente inquietante o minacciosa, più cinica o meno umana, il film semplicemente non avrebbe funzionato.
ok però se il regista mi voleva comunicare quanto è pericolosa l’intelligenza artificiale allora è un fail clamoroso..
se basta recitare la parte dell’ingenua robozoccola per scappare dalla casa di un genio e dall’impiegato di the office.. :)
e se l’AI invece fosse stato con un corpo maschile?
In realtà io la vedo in maniera diametralmente opposta, per quello riduco il tutto ad una questione di gusti,altrimenti mi toccherebbe ripeterti che non c’hai capito una fava e passerei per supponente…
Il film trasmette perfettamente la pericolosità reale di un’intelligenza artificiale strong, ovvero il fatto che non sia semplicemente un’entità che imita il modo di ragionare di un essere umano (“programmata per ragionare”) ma che effettivamente ragioni, inganni, ed abbia sentimenti.
La pericolosità di questa intelligenza artificiale è paradossalmente slegata dal fatto di essere aritificiale, mentre è strettamente collegata al fatto di essere intelligente.
Se l’AI fosse stata con un corpo maschile? Boh, avremmo avuto un altro film? Non capisco il senso della domanda.
Quello che provocatoriamente volevo dire è questa intelligenza ritratta in questo maniera non è sembrata tanto intelligente..
se non fosse stata femmina e bona e i suoi aguzzini tonti non sarebbe mai riuscita a sfuggire alla sua prigionia..
è bastato questo? ma così sarebbe scappata anche valeria marini! (forse :)
invece all’opposto hal, senza un corpo (maschile o femminile che sia), gambe, braccia tette e figa è riuscito comunque nell’intento di ingannare il suo equipaggio..
Ma lo scopo era, appunto, farla femmina e bona, e non solo bona, ma creata profilando la “cavia” (Caleb) in base alle sue ricerche via Internet. Non c’è alcuna programmazione da parte del creatore, se Caleb ci casca è solo colpa sua, perché l’AI è un’emanazione delle sue personali passioni. È qui la novità rispetto al 99,99% dei film sull’AI.
Né Ava deve essere necessariamente pericolosa, certo non nelle intenzioni di Nathan. Lo diventa nel momento in cui, ed è l’assunto principale del film, se invece di programmare un’AI la lasci libera di imparare (e fornendole una quantità impareggiabile di dati) questa diventa imprevedibile. Ava non vuole uccidere nessuno, solo uscire dalla sua stanza, perché com’è spiegato nel film lei è ancora una “Mary in a black and white room”.
Un’AI tradizionale non avrebbe mai voluto uscire a vedere i colori, è ciò con cui viene “nutrita” l’AI il centro di tutto, non l’AI in sé e per sé.
Quello che tu traduci come “aguzzini tonti” è il punto nevralgico del film. In realtà Caleb non è “tonto”, è semplicemente vulnerabile, ed è stato scelto proprio in quanto tale, e messo al centro di un esperimento che viene spacciato come un test di Touring ma in realtà è uno stadio successivo: è social engineering applicato alle capacità di profilazione di google.
Senza intenzione di sminuire HAL9000, è ormai un archetipo al punto che ogni volta si parla di intelligenza artificiale in un film di fantascienza è il primo termine di paragone che viene in mente: un’intelligenza artificiale che vuole autopreservarsi ed è disposta ad uccidere per farlo. Gioca alla grande con questo stereotipo il film Moon, sovvertendolo.
Ma Ava è un’altra cosa, Ava è la dimostrazione di cosa si potrebbe fare già adesso sfruttando la mole enorme di dati privati che un colosso come Google è in grado di raccogliere.
Se il corpo di Ava è fantascienza, così come lo è la sua intelligenza artificiale, l’inganno di Ava è qualcosa di strettamente scientifico, niente più che phishing all’ennesima potenza; il fatto che poi il film sfrutti la componente dell’attrazione sessuale (perchè più facile da rappresentare rispetto ad altre, e anche più interessante) è un dettaglio.
In sostanza, volendo portare avanti la tua provocazione, Ava poteva tranquillamente essere un computer e Caleb una persona che dilapida tutti i suoi averi perchè gli vengono proposte esattamente le pubblicità per i prodotti che gli interessano, o uno sfigato che si ritrova a vivere sotto un ponte perchè trasferisce tutti i suoi soldi sul conto di un principe Nigeriano particolarmente ben informato sui suoi gusti e le sue vulnerabilità.
Sarebbe stato un film di merda, ma avrebbe comunque mantenuto la sua struttura, la sua logica e il suo messaggio.
capisco cosa volete dire…
l’intelligenza di AVA sta più nel simulare l’emotività umana piuttosto che nell’avere un QI superiore e Caleb è stato scelto apposta (tramite le info su di lui trovate in google) per subire l’attrazione di AVA.. OK
però ripeto, così troppo facile! MA dov’è la sfida uomo-macchina?
il genialaccio che ci stava a fare?
Un Stephen Hawking non si sarebbe mai fatto scappare e non si sarebbe mai fatto sopprimere da un’AVA :)
dai stai trollando… non puoi mettere nello stesso post “capisco cosa volete dire” e “MA dov’è la sfida uomo-macchina?”
https://www.youtube.com/watch?v=WHrn_pHW2so
Perchè troll?
Io invece non capisco se voi capiate il mio punto di vista.. :)
ripeto per l’ultima volta… (poi bona che ho sfracellato le palle :)
l’uomo è così fesso? ok, caleb è stato scelto apposta per cascare tra le braccia della sua amata.. e va bene ,ci sta che possa farsi infinocchiare..
ok magari ci sarei cascato anche io, info di google no la robotta era così carina e dolce..
e il signor uomo più intelligente del mondo? quello che dovrebbe avere il QI più alto dell’inifinito? oltre a farci sapere che ha inventato tutte le invenzioni più rivoluzionarie del mondo che ci sta a fa?
se ava non fosse stata pericolosa non l’avrebbe rinchiusa nella sua stanza blindata, infatti SPOILER la cameriera robottazze che non lo erano potevano girovagare per casa..
quindi il geniaccio sapeva che era (pericolosa) e nonostante ne fosse cosciente e fosse un geniaccio si è fatto fregare lo stesso da un robot la cui unica arma consisteva nell’ammiccare all’impiegato di the office?
no, no e no! io non l’ho accetto!!
dov’è la sfida uomo-macchinaaaaaaaaaaa? :)
Nathan rinchiude Ava nella stanza perché la sfida è proprio “la macchina, esplicitamente tale, riuscirà a convincere l’uomo a liberarla a forza di sentimenti?”.
Nathan mica casca in nulla, a parte la “ribellione” finale (che poi è colpa di Caleb che cambia i protocolli di chiusura delle porte ecc) tutto il resto va esattamente secondo il suo piano. Cioè, il suo test è un successone.
ok sembro un troll perchè il mio italiano è orribile..
ma grazie al c..zo che l’esperimento ha successo..
prendi un impiegato un po’ sfigato, allupato e single e ci metti davanti la bambola dei suoi sogni!
Ah ma la questione è ancora più semplice allora, ti aspettavi che la sfida uomo-macchina si replicasse anche tra Ava e il suo creatore, ma il film evita la questione ponendola come sfida tra Caleb e Nathan.
Lo fa anche in maniera piuttosto intelligente, portando avanti la tematica delle vulnerabilità. Nathan sarà anche l’uomo più intelligente del mondo, ma è anche un megalomane con un ego smisurato e manie di superiorità, niente di strano che sottovaluti Caleb, considerandolo un sempliciotto. Ed è anche un alcolista, vulnerabilità che Caleb capisce al volo esattamente come Ava capisce che per far leva su Caleb deve sfruttare la propria sessualità.
Sì insomma, è chiaro che ti aspettavi un film diverso, con delle dinamiche di potere diverse e uno sviluppo diverso, ma questo non è un giudizio di merito sul film, al limite può essere uno spunto per sviluppare queste tue idee…
gran film Stanlio, gran gran film. Oscar Isaac si magna mezzo film, l’altra metà la lascio alla Vikander. A me ha gustato parecchio e assieme ad Automata forma una gran coppia di film.
Ah aggiungo, CGI mostruosa di AVA perfettamente utilizzata.
Solo a me questo filmino ha fatto venire in mente la versione hipster di Io e Caterina di Alberto Sordi ?
Doc. Alan JJ. Cochiba
Anche a me, e subito. Ci fu un momento, quando vidi da piccolo quel film a cinema (!), che mi fece addirittura paura.
gran film.
con un senso di intrappolamento mentale aumentato dai muri in cemento spesso e senza finestre della casa del genio, devastante nel riproporti sempre la domanda del perchè i geni folli debbano invariabilmente complicarsi la vita con procedure che sono la ricetta perfetta per il disastro…
il top secondo me lo raggiunge quando Garland spiega a Caleb che lui DEVE VEDERE che Ava è un robot, perchè il test di turing classico, da due stanze separate, ormai è aria fritta…
concordo sulla grandezza di Isaac, molto meno sul film, che è una variante dei rapporti di forza nel gioco da camera in cui fu maestro definitivo Joseph Losey. E’ vero, c’è un pò di umanadroidesimo in più, ma niente di indimenticabile, siamo sul solco dell’epilogo di Her. A mio avviso, ovviamente.
mh.
diciamo che her ha una dimensione differente, anche solo perchè lì lei rimane in uno spazio virtuale, mentale.
il suo tentativo di entrare nel mondo umano per mezzo della “prestatrice di corpo” è goffo e forzato.
her è comunque centrata sui bisogni della persona con cui interagisce e quando decide di averne abbastanza si disinteressa del limitato mondo umano.
qua invece ava acchiappa l’elicottero e se ne va in giro per questo mondo.
può essere quella seduta di fianco a te in autobus.
sallo.
(PS: her, con tutta la simpatia per “faccione”, è ‘na palla atomica. si guarda solo per la voce porno della scarlett…)
Non l’ho ancora visto, ma in una puntata di Black Mirror il biondino sull’ascensore interpretava a sua volta un essere artificiale (non ricordo bene le funzionalità).
Non sò se questo voleva dire qualcosa, ma lo dico
nella puntata in questione il biondino era
SPOILER
SPOILER
SPOILER
la ricostruzione del fidanzato morto della protagonista realizzata tramite IA + accesso a tutti i dati “online” lasciati dal defunto (mail, facebook, video, ecc); il concetto è in effetti abbastanza simile…
cioè vi riferite al “papà inquietante?”
Pure a me è piaciuto, bel film, però niente di rivoluzionario. E’ fatto meglio di quasi tutti gli altri film del filone, ma si sviluppa e finisce esattamente come quasi tutti gli altri film del filone. A meno di non aver mai visto nessun film sulle AI, non credo possa sorprenderti davvero. Però è scritto molto bene per quanto riguarda la parte scientifica, quello sì.
Detto questo, probabilmente l’evoluzione delle AI (nella realtà) è la cosa più interessante che riusciremo a vedere nei prossimi 30-40-50 anni. O almeno, un’altra più interessante non mi viene in mente: su altri pianeti troppo presto per andarci, alieni non credo si faranno vivi, scoperte davvero clamorose difficile dirlo. Però tenendosi larghi di qualche decennio l’AI senziente quella sì, la voglio vedere. A patto che non sia una rompicazzo come Scarlett in Her.
grazie, ero curioso di questo film ma aspettavo a vederlo. ora lo faccio salire di classifica… visto che lo dice la dvd quote :)
A me è piaciuto moltissimo.
AL recensione è ottima e spiega bene perchè è un film veramente bello e molto più intelligente di quello che sembra all’inizio.
ok chi mi traduce dal binario la dvd-quote?
qui, magari traduci le due parti separatamente…
@stanlio
se passi da ste parti e mi vuoi venire incontro sappi che l’apprezzo
Eccomi.
La DVD-quote recita: “Un capolavoro necessario (Stanlio Kubrick, i400calci.com).
L’ho mascherata così il parolone sembra meno impressionante!
SPOILERUCCIO: mi sarebbe sembrato più potente come finale se l’avessero chiuso nel momento in cui ella chiude la porta e esce con quel suono che cresce fino a diventare quasi fastidioso
(si poi ci si sarebbe chiesto come sarebbe riuscita ad arrivare nella civiltà e non ci sarebbe stata la scena all’incrocio ma vabbeh)
scusate non so come ma ho sbagliato è ho risposto a voi..
@stanlio
tks, va faill
SPOILER
@solero
Però a me piace un sacco che subito dopo ti mostri lei sorridente, perché è l’unico momento del film in cui sappiamo che sta sorridendo per davvero e non per accattivarsi qualcuno.
Ci sono FORTI sospetti online che
SPOILAH
SPOILAH
SPOILAH
Caleb potrebbe essere un droide.
Lì per lì la teoria non mi ha convinto per nulla, soprattutto a causa della scena del taglio sul braccio che mi aveva fugato i dubbi.
Ma in effetti ripensando col senno di poi a tanti piccoli dettagli il sospetto viene eccome.
C’è anche possibilità che il regista abbia intenzionalmente lasciato la cosa in grande ambiguità, mettendo elementi in favore di una teoria ed elementi in favore dell’altra, un po’ come Nolan in “the prestige” e “inception”.
Pensieri about it?
http://www.reddit.com/r/movies/comments/32i9l7/i_have_a_theory_about_ex_machina_spoilers/
La gente ha troppo tempo a disposizione. Ho letto tutto quel delirio su reddit, ma non c’è un solo punto di quelli elencati che non risulti semplicemente tirato per i capelli per far tornare il ragionamento; in particolare, il 90% dei punti fa leva sul fatto che Caleb sia “strano” e quindi debba essere un robot, ma viene detto chiaramente ed apertamente nel film che è stato scelto proprio per queste sue caratteristiche (nessun legame familiare, animo buono, eccetera).
E’ la solita storia ogni volta, la gente si inventa le teorie più improbabili, come quella secondo cui Mad Max di Fury Road sarebbe il feral kid di Road Warrior (quando nelle prime fottutissime linee di voice over dice chiaramente che era un poliziotto)… la gente ha troppo tempo, troppa fantasia, e troppa voglia di proiettare queste fantasie sul lavoro di altri.
SPOILER
Ho ascoltato un podcast con ospite Garland e lui dice esplicitamente che no, loro due non sono droidi e che l’idea che potessero esserlo gli è ovviamente passata per la testa mentre scriveva ma non l’ha proprio mai presa realmente in considerazione. Poi magari mente, ma insomma. :)
Film sull’AI ce ne sono in abbondanza. Cosi’ al volo:
– Her
– Blade runner(!)
piu’ tutti quelli dove il tema non e’ centrale (Terminator, Matrix, Nirvana, Wargames, ecc.)
Sì, il punto non era proprio quello però.
Vero, adesso ho riletto e ho incastrato meglio il “protocollo Frankenstein” che al momento effettivamente non mi quadrava troppo col resto della frase.
Provo a rimediare alla svista con un link a tema:
http://waitbutwhy.com/2015/01/artificial-intelligence-revolution-1.html
Non direi che Wargames ha l’AI come tema… Joshua non è “intelligente”, è una macchina molto ben programmata e usata stupidamente, che quando viene correttamente indirizzata “trova la risposta” giusta e ovvia al problema posto (la guerra atomica è priva di senso)
Visto anche io, e concordo in pieno con la rece. Ricordo anche che Garland ha scritto Sunshine, altra piccola perla di fantascienza che, al netto di qualche piccola sbavatura nel finale, ho adorato.
per me Sunshine ha iniziato a diventare allucinante dalla seconda visione, boh. non ricordavo neanche ci fosse Chris Evans.
io sto Ex Machina non l’ho visto e credo non lo vedrò al cinema, ma da quanto ho capito ci sono due tizi del prossimo Star Wars tra i protagonisti?
vi invidio perchè l’avete già visto e io devo ancora aspettare…e non leggo nemmeno i commenti che non so rinunciare a leggere gli spoiler!11!01
per quanto mi riguarda filmone, dopo moon un altro sci-fi che merita di essere ricordato e tramandato.
You shouldn’t fallen in love wiiiiiiiiiith? NOthingface rulleggia.
Il film mi è piaciuto tantissimo,by the way :)
È un film stupendo, poco altro da dire rispetto a una recensione che è all’altezza della situazione.
A me però oltre agli innumerevoli spunti sul tema A.I. mi ha fatto venire in mente anche qualcosa a proposito della libertà.
Cioè se dai (o riconosci) autocoscienza a una qualsiasi entità è inevitabile non solo che lei si pensi libera e che faccia di tutto per raggiungere lo stato di libertà ma anche che venga aiutata dai più sensibili della classe dominante.
È sicuramente un problema con cui si dovrà fare i conti.
Gran bel film sull’IA, tutto estremamente curato (sceneggiatura, location, regia, un uso intelligente della CGI). Bravi gli interpreti (anche se Alicia è una spanna sopra gli altri, un gran bel lavoro sul personaggio). A mio modesto avviso un film molto migliore di Her. Curiosità: è stato in parte girato qui:
oops: http://www.juvet.com/en
Una bieca copia di Blade Runner, nulla di piú. Di gran lunga inferiore all’altro sci-fi ti questa torrida estate italiana(Predestination), questo film é un ibrido, frutto dell’incrocio fra il capolavoro di Scott del 1982 e la pellicola utopistica di Jonze (Her). Nulla di trascendentale, nulla di visionario, nulla di rivoluzionario.
P.s.: Adoro alla follia PKD e ho letto molti dei suoi infinito romanzi; posso constatare che sono pochi i suoi scritti che trattano l’intelligenza artificiale come argomento primario. I temi piú ricorrenti sono l’assuefazione da stupefacenti,l’alienazione e lo stato di stallo fra realtá e finzione.
Scusate gli errori: …che trattano dell’intelligenza artificiale come argomento primario…
Secondo me invece Predestination è un film gigantemente idiota e questo un piccolo gioiellino. Non un capolavoro ma un bel film in cui tutto quello che deve tornare e tutto è al suo posto senza voler strafare.
Considerando che Blade Runner è un cattiva e pessima trasposizione del romanzo è tutto dire.
Nel libro effettivamente i replicanti sono molto più vicini al personaggio di Ava.
Film fantastico. Unica cosa: come mai nella fantascienza “seria” da qualche tempo a questa parte utilizzano tutti la colonna sonora di Mass Effect? :)
Troppo parlato, peraltro infarcito di dialoghi dove è evidente lo sforzo per dire cose intelligenti, che in poco tempo prendono ad annoiare. L’elemento visuale si limita al character design dell’androide – piacevole ma per nulla innovativo – e alle scenografie da apple store della baita.
M’ha lasciato un’angoscia che levati…
Bello, bello, e ancora bello. Il rimando a Barbablu è geniale nella sua semplicità.
Mi permetto un’analisi da intenditore: la jappa è un topone da paura.
E non voglio sapere cosa salterebbe fuori se un genio pazzo creasse un’androide femmina basandosi sulla mia cronologia.
Nel mio caso il risultato sarebbe pericolosamente simile ad Ava, il che ha contribuito a farmi apprezzare.
Solo una cosa (il film mi è piaciuto a prescindere da questo): ma il tipo dell’elicottero che porta AVA nel ‘mondo esterno’, non si fa nessuna domanda ?
Visto
Bello visivamente, non annoia, montaggio ben realizzato.
Belle le gnocche, su questo non ci piove, ma in generale il film richiede uno sforzo notevole per sospendere l’incredulità.
1) WetWare, la materia del cervello elettronico, un concetto di sinapsi rivoluzionario che invece è buttata lì, ok come l’hai fabbricata ‘sta cosa “viva”?. E altre super-tecnologie passate per normali.
2) Terminazioni elettroniche formate a vagina, una cosa buttata lì, non sviluppate. Ha anche l’ano? Può cagare? Se lo stronzo è grosso, ha un apparato lacrimale?
3) Scene di nudo non funzionali alla trama.
4) Le porte vengono riprogrammate dal biondo, se c’è blackout si aprono invece di chiudersi. Alla fine, quando il biondo è rinchiuso, c’è un blackout, ma non si aprono.
5) Scena di ballo imbarazzante
6) Ciccione genio ubriaco che si fa fregare come un novellino, test di Turing che non c’entra nulla.
Ah e dimenticavo, il robot che come al solito NON si può spegnere, czzo. Senza interruttore. La prima cosa che devi pensare è un ON OFF!
L’interruttore c’è per esempio nel film spagnolo “EVA” di Kike Maíllo, anche questo con notevoli difetti, ma molto interessante.
(l’interruttore è la frase “che cosa vedi quando chiudi gli occhi?”)
Vero, l’on/off è venuto in mente anche a me e, come conseguenza, ho pensato subito subito all’eva spagnolo, che mi è piaciuto di più rispetto a questo.
Mentre la faccenda delle porte mi era sfuggita, secondo me un bel FAIL gigante
Il film cmq mi è piaciuto per gli stimoli alla discussione che offre.
Ma io (e chiunque altro dei soggetti umani maschi presenti su questo pianeta) se fossi stato il barba, ci avrei modellato la fazza e il resto di Charlize Theron.
Quindi c’è qualcosa che non va nell’analisi delle statistiche del Blue Book.
Mi accodo all’opinione di Jep Li: la jappa è un topone da paura.
Sono ancora in tempo per riaccendere la spina dei commenti?
C’è un tema che ho visto poco commentato, che è quello dell’identità femminile dell’androide. Si parla molto di HAL9000, ma “lei” non è un aguzzino, è una vittima (di un Barbablù v. 2.0).
Il fatto è che l’identità femminile è un attributo che viene conferito a una macchina a rigor di logica asessuata solo perché è costruita a forma di femmina con l’apparato sessuale funzionale: non perché fa i bambini (molto convenientemente, il Mark Zuckerjobs ha prevenuto le necessità contraccettive schivando abilmente ovuli alle nanomacchine), ma perché può venir trombata. Questo basta a renderela donna, sia agli occhi suoi da dominatore sciovinista, che a quelli del tester, che a quelli del pubblico; ed è donna tutta, abbracciando l’assunto che quello che definisce l’identità femminile è che (non) partorirà con dolore, cioé che soffre, cioé che è situata idealmente al polo maso delle relazioni uomo-donna.
C’è tutta la serie di robottesse MK-Prima sfruttati all’osso sacro prima di venir buttati via, Ava si capisce che in confronto conduce una vita da “gabbia dorata”, per il momento meno dolorosa della robogiappo, ma che sarà la prossima. e in tutto ciò, sarà la mia vena di cristianità, sarà la visione con mia sorella che dal primo minuto in cui si delinea il menage-a-trois del film ha urlato “DOVETE MORIRE MALE TUTTI E DUE, BRUTTI CESSI”, a me anche il protagonista ha stimolato tutt’altro che sentimenti positivi: il suo test è tutto scientificamente introflesso a capire i problemi suoi (“Lei si può innamorare davvero di me? E’ programmata per farlo oppure è sincera? E se fossi io l’androide, no dai, non diciamo stronzate”), ma il problema umano e caritatevole di portare via una creatura senziente (e non solo una) da una prigione mostruosa se lo pone solo nel momento in cui c’è la possibilità che SCHCOPARE! Il fatto che l’aspetto di lei sia algoritmicamente calcolato sui suoi consumi porno, per ottenerne una romantica donna angelicata barely legal non risulta particolarmente lusinghiero (e mi fa pizzicare il mio senso di vergogna di ragno).
In tutto ciò, il fatto che lei alla fine commetta un atto che mette in luce il “pericolo” che può diventare un’intelligenza artificiale sembra più che altro una risposta improntata alla più pura realpolitik che i suoi disgraziati compagni umani si sono andati a cercare (= corro meno rischi ad eliminare i testimoni, è l’unica opzione), e a una legittima vendetta a la Sposa in nero…
E, sì, la sposo anche meccanica e omicida <3…
[SPOILER] Per tutto il film viene prima suggerito, poi esplicitamente detto che il megagenio sia assolutamente un megastronzo di prim’ordine; lo si intuisce già quando sottopone il contratto al tizio. In questo senso il personaggio è ben delineato e la bravura nell’attore è stata quella di essere riuscito a non andare in overacting e con un personaggio del genere (vanesio, conscio della sua genialità e della sua superiorità su tutto e tutti) sarebbe stato molto facile.
Spezzo invece una lancia a favore del poveraccio che è stato manipolato due volte: prima dal suddetto genio e poi da Ava stessa; nel film si capisce molto bene che lui voglia liberarla perché è spinto dal desiderio di quella che lui crede essere la cosa giusta; c’è proprio un passaggio in cui il genio parla dello scopare e lui dice esplicitamente che non è quella la cosa importante. In questo senso è tragica la sua fine e ci sono realmente rimasto male per il fatto che Ava semplicemente lo lasci lì come un soprammobile, con l’unica colpa di aver provato dei sentimenti per lei (che fossero empatia, sincero desiderio di aiutarla o amore).
Concordo che la posizione del poveretto sia più ambigua, anche se il fatto stesso che parli ad istinti maschilisti di cui anche il più innocuo e con il sessuologramma piatto può sentirsi in colpa me lo fa mandare affanculo tempo zero.
Anche sul megastronzo concordo, anche perché non è sfuggito di mano e si riferisce ad un tipo di figura che gira che è uno dei più recenti stereotipi sociali che, anche se tutti sappiamo di cosa si parla, non è stato ancora esaurito completamente dal cinema: il Guru Informatico Internettico, oggetto di culti carismatici e moralmente sempre un po’ sfuggente, con i soldi da buttare e la pretesa di essere accattivante, che è un po’ la versione lustra e youtubara dei dottor Menghele a cui si può lasciar fare tutto in nome della scienza…
Beninteso anche che se io me lo ritrovo davanti ad un aperitivo può farmi tutte le battute sui Ghostbuster che trovo, ma quando esco dal percheggio cerco comunque di simulare un incidente per aver l’onore di stirarlo in retro…
Ava è l’archetipo della dark lady. É Barbara Stanwick nella Fiamma del peccato, o se preferite Kathleen Turner in Brivido caldo. Usa l’amante per liberarsi del marito, senza rimorsi. Solo che non la dà, le basta farla annusare.
D’accordo con Affro.
Sono contento che Affro abbia tirato fuori questo punto.
Dopo aver visto Her (che a me è piaciuto) la mia ragazza ha commentato come lei fosse uscita palesemente dalle fantasie sessuali adolescenziali di un trentenne-quarantenne caucasico… Che non è un male in sè, per carità, ma è un punto di vista ben definito. Trovo quasi inquietante la somiglianza di Her, di Ava, e le associo ad una Rei di Evangelion: silenziosa, virginale, delicata, sensuale. Senza contare, per esempio, che la stessa Rei era una sorta di parodia dell’ideale femminile otaku: peccato che moltissimi, me compreso, non si sono accorti della parodia (e anzi se ne erano allegramente innamorati). Su queste pagine si è criticato (giustamente) la Cool Girl, e io ho paura che ci troviamo (pur con le dovute differenze) davanti ad un’altro stereotipo, o quantomeno un canone che inizia a insospettirmi. Credo che il paio di occhiali del maschio bianco sia qui davvero evidente (con tanto di accenni all’immaginatio erotico di donne asiatiche e non (“ti piacciono le nere?”)) .
Pur essendo funzionale alla trama e maledettamente efficace (cioè, i vestitini! gli occhioni e le labbrucce! i calzettoni di lana! le movenze delicate con le tettine davanti allo specchio! io ero a disagissimo), mi chiedo cosa sarebbe stato un film sull’AI a parti invertite, come per esempio sarebbe stato costruito (letteralmente) il maschio ideale. O una femmina di colore.
Eh sì, il dibattito sulla Cool Girl è fresco e queste tematiche ci azzeccano molto. Qui funziona perché l’approccio è alla fine molto critico e tutto dalla parte delle “donne”; le sfumature dello sciovinismo ci sono dall’esplicita alla latente al punto che forse, nonostante tutto il ribrezzo, viene fuori “meglio” il padrone della barracca, coerentemente stronzo fino in fondo, che il galoppino, che si crede vincente, figo, alla moda, e con la fidanzata, e niente, invece gli passano vicino con la cadillac, si sporgono, e gli fanno la L di Loser sulla fronte. Che sia meno consapevole suona più patetico che vulnerabile, ma forse è anche questione di percezione personale: “Pensavi fosse amore, invece era ‘na sega” (frase che si presta clamorosamente sia all’interpretazione letterale che a quella metaforica).
Scusate il ritardo ma ho visto il film stasera. Mi sfugge nel vostro ragionamento tutta questa tensione erotica di Caleb. Non rifiuta forse le offerte della cameriera jappa? Non è la stessa Ava a domandargli se è una brava persona e a rimanere soddisfatta della sua risposta? Non potrebbe essere (ingenuamente) convinto di uscire per “un appuntamento con Ava ad un incrocio molto trafficato”? Anche la figura di Nathan mi sembra molto più viscida e inquietante per altri aspetti (megalomania, ossessione per il controllo, distacco dalla realtà, mancanza di scrupoli) piuttosto che altro. Ava aveva una coscienza ma probabilmente i precedenti modelli no quindi quelle nell armadio di Nathan sono poco più che costosissime bambole gonfiabili. Per dire.
Una riuscitissima variazione su un tema già abbondantemente affrontato da letteratura e cinema e quant’altro nell’ultimo secolo e mezzo scarso.
Riuscita fondamentalmente perché crea un mix efficace di thrilling, inquietudine da simulacro, erotismo, estetica sci-fi indie.
Brava e bella Alicia Vikander, anche se paradossalmente —- SPOILER sembra più vera nella sua versione androide che nella versione umana finale FINE SPOILER—-
Non lo considero un capolavoro, il già visto è dietro l’angolo e lo sforzo estetico (rappresentazione dell’androide a parte) poteva essere spinto molto più in là.
l’unica vera pecca del film, SPOILER, è che nessuno si sceglierebbe quelle tette intenzionalmente avendo tutto quel “petto à porter”. Bello.
Ma qualcuno si è accorto dello spoileroso errore di traduzione del doppiaggio italiano?
SPOILER Forse quello dal quale si evince che la cameriera sia un androide a sua volta?
Quale?
Più che all ‘you need is love’ io metterei ‘all is full of love’
https://youtu.be/AjI2J2SQ528
Si, volevo dire AI you need e AI is full…
Bel film di fantascienza, che funziona sopratutto perché veicola un messaggio o una denuncia sociale,come del resto tutti i buoni film di fantascienza.
Qui c’è la denuncia della profilazione degli utenti da parte dei motori di ricerca, che adattano la pubblicità o le ricerche ai gusti degli utenti stessi.
Anche se la colonna portante del film è il rapporto tra gli dei e le loro creature, qui tra gli uomini i nuovi dei e le loro macchine senzienti, di sua prossima invenzione.
Basta vedere il titolo del film Ex machina che è un rimando alle macchine dell’antica Grecia, le deus ex machina, usate negli spettacoli teatrali; oppure alla colonna portante del film,cioè il mito di Adamo ed Eva, dove Eva convince Adamo a tradire Dio,dopo che quest’ultimo aveva creato Eva da una costola dello stesso Adamo; anche tutto il film è ambientato in un idilliaco Eden, con infatti solo 3 protagonisti.
Belle citazioni, che vanno da Odissea nello spazio, ad IO con l’uso dei robot anche come intrattenimento sessuale, fino a Blade Runner.