Lo scrivo subito, che poi magari rischia di andare smarrita come notizia. Invece è importante. L’intervistato ha esplicitamente chiesto di firmare questo pezzo così: “Sebastiano Sandro Ravagnani: Generale dell’Armata Brancaleone della Repubblica di Dreamland e del suo vice Ivano De Cristofaro, in qualità di autori, regista e attore protagonista di tutti i capitoli di Dreamland“. Che già mi viene da lanciare dei mortaretti in aria dalla felicità. Ma andiamo con ordine e non facciamo ci prendere troppo dall’entusiasmo. Il primo giorno di programmazione, il sottoscritto Casanova è corso al cinema a vedere Dreamland – La Terra dei Sogni, il film che prometteva di scrivere una pagina del cinema italoamericano. Dopo aver scritto la recensione, sono venute fuori le prime vere e proprie magagne per il regista di questo film. La pellicola è stata quasi subito tolta dai cinema, le illazioni sui fondi pubblici ottenuti dall’Apulia Film Commission e dalla B.A.T. si sono fatte sempre più insistenti, lo sfottò generalizzato è diventato uno sport nazionale e addirittura è arrivata una causa da 50.000 di euro richiesti da Rita Statte per risarcimenti e danno d’immagine. Qualche giorno dopo il nostro pezzo sul film, c’è arrivata in redazione (che si trova nel sesto pianeta del sistema di Hoth) una lunga mail del regista che difendeva il suo film. L’ha mandata un po’ a tutti: se siete curiosi, la potete leggere in versione integrale. Ammaliati da tale vigorosa difesa c’è sembrato giusto dare la parola al Generale dell’Armata Brancaleone della Repubblica di Dreamland. Vai, Sandro!
Giustamente lei lamenta il fatto che molti di quelli che stroncano il suo film non lo hanno visto. Ci dia una sua personale definizione di Dreamland. Un film sportivo, una fiaba, una commedia? Cos’è e cosa rappresenta per lei?
Dreamland – La Terra dei Sogni è la mia vita. Dal 1970 faccio il pendolare tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Nel 1961 – dopo la morte di mio padre Alberto, uno dei fondatori della Agenzia giornalista Ansa, giornalista telescriventista in prima linea in Africa, morto improvvisamente per una cirrosi epatica quando avevo 4 anni – ho visto mia zia Palmira partire per l’America e farsi suora oblate per una grande missione che la vede ancora oggi protagonista tra i giovani statunitensi. Di conseguenza, mi ritrovai solo con mia madre a 11 anni. Poi, esattamente come il piccolo James del film, sono partito per l’America, affascinato dal mondo colorato di Walt Disney. Ho iniziato a frequentare Los Angeles, Chicago e tante altre città. Lì ho vissuto tra i miei connazionali e per anni ho partecipato e organizzato Feste Italiane insieme a colleghi come Jose Elia e tanti altri. Venendo al film: lo considero un giusto mix in grado di abbracciare varie esperienze di vita. C’è quella sportiva, dove solo il sacrificio e l’impegno ti consentono di raggiungere risultati positivi. Sia dal punto di vista sportivo vero e proprio, sia per la possibilità di sfuggire alle tentazioni di facili risultati. La reintegrazione, l’aggregazione, la comunità, la lealtà sono tutti temi propri e positivi del protagonista. Questo è il messaggio che mi sento, tra i tanti, di affidare ai giovani. Nel film abbiamo voluto utilizzare campioni di varie discipline sportive, a cominciare da Franco Columbu, unico italiano ad avere vinto il Mister Olympia due volte, (è anche coproduttore codirettore e interprete di quasi 70 titoli tra cui Terminator, Conan il Barbaro, Predator, Last Action Hero, e tanti altri), Ivano De Cristofaro anche egli sportivo di nascita e attore in seguito, ed altri sportivi non attori alla loro prima esperienza in un set: c’è Alberto Sala, maestro di arti marziali orientali, Diego Calzolari, tre volte Campione del Mondo di Muaj Thay e Alessandro Riva, campione di Wrestling. Nel nostro film si racconta la storia di James De Cristofaro, un futuro campione di pugilato: lo seguiamo dai suoi primi passi al momento del suo primo incontro di boxe a Little Italy, attraverso un percorso di immigrazione, sacrifici, deviazioni. Grazie ad un vero campione, Frank Columbu, verrà vissuto in modo surreale il recupero della retta via, attraverso un allenamento costante e difficile, che ho voluto documentare nei minimi dettagli affinché anche gli sprovveduti possano capire che un fisico ben costruito si forma con anni di duro lavoro e senza prendere sostanze dopanti. Non mi sarei perso per nessuna ragione al mondo la possibilità di poter girare in un unico piano sequenza un vero allenamento di Ivano De Cristofaro, assistito dal suo personal trainer reale, il fratello maggiore Eugenio De Cristofaro. Dreamland è la storia di una sorta di Armata Brancaleone che, attraverso una serie di siparietti, vuole rivivere come in una favola temporale alcuni momenti istantanei di esistenza, suddivisa in tre segmenti: il 1951, 1970 e il 2011. Il primo rappresenta la partenza del protagonista dal paese di origine. La seconda, la storia nella Little Italy. La terza li accomuna entrambi, con il ricordo di James a cavallo della sua Harley Davidson, che è poi il filo conduttore dei vari episodi.
La fiaba vede un continuo sovrapporsi di archetipi positivi, dal dialogo tra Frank, stile Geppetto falegname, attraverso il colloquio con i bambini, che saranno parte integrante della magia del film. Questi ultimi ci aiuteranno a comprendere il percorso di James: dapprima uomo umile e lavoratore, poi aggressivo e senza scrupoli, ed infine amico dei più piccoli e cavaliere paladino dei giusti. Il tutto è maturato a seguito di un lungo viaggio di preproduzione ed interviste, eseguite tra New York e Los Angeles, a Italiani immigrati in America di vecchia e nuova generazione. Abbiamo preso anche in considerazione lo studio di varie tesi di laurea in merito a questa tematica, affinché potessimo capire fino in fondo il loro carattere e naturalmente farci una nostra esclusiva idea per una rappresentazione personale. Noi definiamo Dreamland una commedia fantasy. In alcuni momenti, grazie alla musica ricercata, scritta per noi e curata nei minimi particolari, l’elemento “fantasy” viene maggiormente sottolineato anche attraverso le figure e i rumori (effetti speciali come nei cartoni animati) della parodia degli Italiani in America. Infatti, quasi in chiave surreale e comica, abbiamo cercato di sdrammatizzare i ricordi, facendo sorridere il pubblico e rendendo la storia in modo grottesco. Abbiamo raccontato la vita dei protagonisti in modo semplice e lineare, attraverso dialoghi più volte ripresi dalla realtà di tutti i giorni, senza dando alcun peso alla linea esecutiva. Vedi ad esempio la sequenza della partita di biliardo o la violenza fisica in quanto tale. Abbiamo dato ampio respiro alla regola “no armi no mafia”, e via cosi, rispettando in modo addirittura pacchiano ed evidente l’accento dialettale e la propria fisionomia vocale, fosse anche balbuziente.
Perché avete deciso di ritirare il film dalle sale dopo solo una settimana?
Non lo considero un ritiro! Come solo alcuni addetti ai lavoro sanno, era già tutto strategicamente programmato dato il periodo. E la sperimentazione in poche sale è stata l’uscita di qualche giorno, per poi farlo tornare al cinema ad ottobre, con una maggiore informazione da parte nostra su che cosa rappresenta Dreamland. Questo perché non abbiamo avuto l’opportunità di partecipare anche ad una sola trasmissione televisiva legata al cinema, vedi ad esempio Cinematografo, perché sapevamo che sarebbe andata in ferie due settimane prima dell’uscita. Tanto è vero che abbiamo volutamente proiettato il film per la critica oltre quindi giorni prima dell’uscita, consapevoli di ciò che avrebbero scritto ma, ripeto, assolutamente inconsapevoli dell’attacco mediatico da parte dei bontemponi internauti.
La notizia è che Rita Statte le chiede un bel po’ di soldi (50mila euro) per “risarcimento e danno d’immagine”. Cosa ci può dire a riguardo?
Mi dispiace molto. Quando ho ricevuto la convocazione in Tribunale non volevo crederci ma purtroppo è sicuramente così ed ho affidato la difesa al mio legale di fiducia, al quale ho riferito e documentato tutto quanto accaduto. Mai mi sarei aspettato una simile conclusione, anche perché la pretesa della Statte potrebbe avere una pregiudizievole ricaduta su tutti noi.
Inizialmente lei come ha reagito quando ha visto che il trailer del suo film è diventato un vero tormentone in Rete, preso in giro e paragonato a quelli di Maccio Capatonda?
Sinceramente all’inizio abbiamo sottovalutato il problema e la virulenza che simili attacchi sulla Rete possono produrre. Non siamo stati pronti ad arginare la fiumana di inesattezze e menzogne messe in Rete, dove parlavano solo dei fantomatici contributi che avremmo ricevuto. Contando sulla correttezza del nostro operato, ho ingenuamente creduto che la verità sarebbe facilmente emersa. In realtà, non ho mai avuto occasione di contraddirgli o di far sentire la voce di Dreamland. Anche per questo abbiamo conferito incarico a uno studio legale per la tutela dei nostri interessi. Poi però incontravamo tante persone che ripetevano le frasi del trailer a memoria e ridevano di gusto! Questo ci ha rasserenato e ha contribuito a rendere meno drammatica la questione. E poi grazie a internet ho conosciuto il personaggio Capatonda e a quel punto ne siamo divenuti i successori!
Cosa pensa della critica cinematografica e di come le persone si sono approcciate al suo lavoro?
La critica cinematografica è legittimo che ci sia. Perché una critica, se obiettiva, legittima ed appropriata, ti aiuta a migliorare. Nel mio caso, alla base forse vi è un mio errore, perché avrei dovuto far capire in anticipo cosa è realmente Dreamland! Insomma, parliamoci chiaro, questa è l’opera prima di un neo regista adulto, che ingenuamente si è lasciato convincere da chi non aveva i miei interessi, a svolgere una presentazione “fredda”, in una sera qualunque e in orari non consoni ad una serata di gala, che avrebbe permesso una migliore interpretazione del film. Non è infatti immaginabile che io stesso abbia accettato di presentare l’opera in mia assenza, in quanto necessitava una spiegazione chiara da parte degli autori. Una spiegazione sulla evoluzione del film, sia tecnica che artistica, la dedicheremo nei prossimi giorni ai palchi e alle platee di cinema che vorranno ascoltarci, affinché sia possibile sviluppare un contraddittorio leale e costruttivo tra gli autori e i critici cinematografici e di quanti ne vorranno parlare.
Ci può raccontare com’è entrato in contatto con Columbu?
Penso che sia per voi importante linkare alcuni storici documenti video, che sono i seguenti:
httpv://www.youtube.com/watch?v=16S0FJrnLhE
httpv://www.youtube.com/watch?v=1l_ehpRGUnc&feature=related
httpv://www.youtube.com/watch?v=dcSk8_mdYoo&feature=related
httpv://www.youtube.com/watch?v=zok0u_M1P9U&feature=related
Indubbiamente debbo molto a Ivano De Cristofaro, allievo di sempre del Maestro Franco Columbu, il quale ha voluto fortemente il suo ritorno al cinema; con la sua immagine ancora forte, giovanile e con la sua voce, affinché la nuova generazione potesse apprezzarne la grinta e l’esempio di vita.
Ci sono alcune notizie sul suo film che meritano un approfondimento. Parliamo dell’uscita nelle sale americane – si parla di 900 sale – e del budget finale stanziato per Dreamland su cui girano cifre contrastanti e in alcuni casi poco credibili. Ci può chiarire questi punti? Quanto ha investito lei personalmente e quanto la società di Franco Columbu?
Dreamland nasce attraverso una distribuzione capillare tra le comunità italiane nei vari Stati Uniti. Se considera che sono circa meno di 20 sale per ogni Stato, non è poi una cifra cosi grande. Inizialmente avevamo previsto un cast, di seguito riadattato alle effettive potenzialità di Dreamland, per il quale era stata ipotizzata una spesa di poco superiore ai 4 milioni di euro. Successivamente abbiamo dovuto adattare le molteplici esigenze con le difficoltà incontrate in corso di produzione e realizzazione. Il primo budget contiamo di chiuderlo a consultivo circa di un milione e trecento mila euro euro, onnicomprensivo degli interessi passivi e quant’altro. Per i prossimi episodi stiamo ancora verificando. La società World Business è partita con un primo investimento di cinquantamila euro ed ha usufruito di investitori esterni e dell’ausilio di alcune banche. Molti soggetti devono essere ancora pienamente pagati: sia alcune maestranze, sia alcuni fornitori. Questo perché non sono stati mantenuti i tempi di lavoro previsti. Il film sarebbe dovuto uscire ad Aprile e indubbiamente il danno ricevuto dalle false informazioni apparse senza controllo, non ci aiuterà in tutto questo. Franco Columbu ci ha dato una grossa mano nelle riprese in USA e, con altre società americane, curerà la distribuzione del film nel mondo.
Com’è andato al botteghino il film in Puglia? Sono stati contenti del risultato ottenuto?
Come nel resto del Paese, ma con qualche punto in più. Chi ha avuto la possibilità di vedere il film, innanzitutto si è divertito. Poi ha potuto apprezzare le bellezze archeologiche della Puglia e la ricostruzione di una festa antica come quella dell’immigrazione.
Una delle critiche più che frequenti che le sono state mosse riguarda lo stile con cui ha girato il film. Rimane vero che lei sembra decisamente poco interessato alla tecnica, al montaggio, alla grammatica cinematografica o alla sceneggiatura. Una scelta precisa?
Sì, e le spiego il perché: all’inizio ho eseguito un ottimo compito di classe media, ma poi ho deciso di dare sfogo al tempo e ai luoghi, ma soprattutto ai ricordi della mia infanzia. Negli anni ho imparato ad essere me stesso, sempre ed in ogni occasione. Così come quando frequentavo il liceo artistico o la scuola di animazione, o quando ho preso parte alla creazione di festival come quello a passo ridotto Super 8 di Salerno, o il Festival per Ragazzi di Giffoni Valle Piana. Mi sento fortunato. Sono nato a Centocelle nel 1956: a 11 anni potevo spiare il Maestro Pasolini e a 17, grazie al patacca di Rimini, Nando Orfei, ho seguito il Maestro Fellini. Per anni, ho guardato al cinema con ammirazione e quasi con grande religiosità. Devo anche dire che mi sono attorniato di professionisti validi che difendo: il loro lavoro è stato prezioso. È capitato che alcuni di loro mi sono più volte scontrato, in quanto pretendevo ciò che vedevo e che al montaggio avrei fatto fatica a recuperare. Indubbiamente i pochi giorni di ripresa mi hanno castigato: devo ammettere che non amo ripetere le scene più di un paio di volte e che scelgo sempre la più imperfetta ma reale, in quanto esprime al meglio il battito del cuore, il timore, la sensazione, il volere essere scaltro o timido, attore, uomo, timoroso, efficace e timido o spaccone. Insomma, mi sento un accattone del cinema e la mia vuole essere un’Armata Brancaleone dei nostri giorni. Devo confessare che sul set non ho mai riso nemmeno davanti agli scherzi. La vita del film è stata un conflitto tra il noviziato del regista e il produttore, che si è scontrato con sé stesso e con il sistema del cinema sempre più in crisi. Ricordavo una Cinecittà diversa! Mi sono trovato di fronte ad uno stabilimento televisivo, in cui non mi riconoscevo ma che, devo ammettere, mi è venuta in soccorso in un momento davvero difficile.
Ha dichiarato che vorrebbe sviluppare questo progetto in una trilogia. Come sta andando con la scrittura degli altri due film, cosa raccontano, e quando dovrebbero uscire?
Sia il secondo capitolo di Dreamland, Il Giorno Dopo, che il terzo capitolo di Dreamland, Angel, raccontano l’evolversi della vita di un campione di boxe, con tutti i problemi che la vita gli mette di fronte. Il tutto raccontato sempre con lo stesso linguaggio usato in Dreamland – La Terra dei Sogni. Ormai ho fondato insieme ai miei fedelissimi collaboratori, per primo Ivano De Cristofaro, la Repubblica di Dreamland. Io mi sento il Generale di questa fantastica Armata Brancaleone: ne sono orgoglioso e lotterò affinché questo mio innovativo e non convenzionale, ma tradizionale, linguaggio arrivi alle menti e ai cuori di tutti! Anche a quelli più scettici ad accettare un uomo libero, capace di esprimere quello che la propria fantasia gli porta nel cuore. La preproduzione del secondo capitolo di Dreamland – Il Giorno Dopo, è già avanzata da tempo e le riprese inizieranno tra qualche settimana. Gireremo in parte in Italia e in America, ma questa volta, il nostro campione James, girerà anche delle bellissime scene in Brasile, paese straordinario che si è appassionato ed ha voluto fortemente entrare a far parte della Repubblica di Dreamland. Nel secondo capitolo, nascerà un nuovo e fantastico personaggio: una donna straordinaria, che si prenderà cura di James e lo porterà a superare una profonda crisi esistenziale. In pratica sarà una sorte di madre ritrovata. Si chiamerà Mamma Giò e sarà una rotonda signora di colore, madre di tutti i bambini del quartiere povero delle favelas Brasiliane. Con l’esperienza acquisita dal primo capitolo, darò ancora più sfogo alla mia libera interpretazione di come vedo io il mestiere di regista cinematografico. Per quanto riguarda le uscite dei prossimi capitoli di Dreamland, conto di mantenere l’impegno di con una frequenza di un anno uno dall’altro: diciamo quindi autunno 2012 e autunno 2013.
di cirrosi epatica non si muore “improvvisamente”, suvvia.
Quest’uomo è chiaramente un genio.
ah, l’attacco mediatico
boh a me questa intervista a messo addosso solo tanta tristezza. Perchè Ravagnani a questo punto ci crede così tanto da sbattersene della realtà delle cose.
“Lei è un regista cagnaccio”
“Si, lo faccio apposta, perchè mi piace”
No vabbè zio, non vai da nessuna parte con questa attitudine..
Aspettando la trilogia in blue ray con tutti gli extra e il making of della rissa al biliardo
Pregasi allegare foto degli investitori privati, prima e dopo la visione del prodotto finanziato. Pregasi altresì allegare verbali d’assemblea delle banche in cui è stato discusso l’investimento.
Un giorno ci faranno un film sulla lavorazione di Dreanland…
Condivido la tristezza di Jo, a me le dichiarazioni di Ravagnani paiono una summa sconfortante del più balordo cialtronismo italico.
@cicciolina
Ho pensato la stessa identica cosa, l'”improvvisamente”mi ha fatto sbellicare dalle risate
Siamo di fronte all’alfonso Luigi marra del cinema italiano, il TruceBaldazzi della cinepresa.
Ma solo io ho l’impressione che in Italia ultimamente si stiano rincoglionendo un po’ tutti? E tutto il pistolotto di sto tipo cosa dovrebbe trasmettere? Simpatia? Pietà? Complottismo?
E non paragoniamo nemmeno Ravagnani a Trucebaldazzi, il secondo, con le sue evidenti lacune si limita a postare liberamente i suoi video su youtube e anzi, mostra che con la voglia di fare chiunque puo’ prodursi una cazzo di traccia. Alla faccia dei soliti poveracci del “vorrei ma non posso…blablabal”.
Vorrei proprio vedere se per la merda di Ravagnani non hanno usato soldi pubblici. E’ il solito raccomandato con amicizie altolocate che gli permettono di soddisfare i propri capricci investendo fondi pubblici in progetti di merda.
Anzi vedendo la qualità del prodotto, non mi stupirei se il 70% del cash fosse stato speso in coca e mignotte.
Ce ne lasciassero un po’ anche per noi, apprezzeremmo il pensiero.
bontemponi internauti.
Dice d’esser alle prime armi e ammette d’aver girato alla renè ferretti e poi si lamenta delle pessime critiche?
Forse però sono io che non so leggere fra le righe.
è un genio Ravagnani… Ti Voglio troppo bene Rav…. nessuno può regalare combo tra passato e presente
Piagnone. PIAGNONE. PIAGNONE. Non mi importa se il film fa schifo o se è un capolavoro, Ravagnani qui dimostra solo di essere l’ennesimo piagnone italiano: se ti hanno criticato incassi, se hanno mentito rispondi, ma non esiste che dai la colpa a fantomatici attacchi mediatici (ha imparato dal suo idolo silvietto, eh, che ancora si lamenta che chi non è al suo servizio si permette di criticarlo, mamma mia!). Io ODIO questo paese di piagnoni, in cui quando qualcosa non va come vorremmo, allora giù a piangere, caragnare, supplicare, e naturalmente dare la colpa agli altri. ATTACCO MEDIATICO? Ma chi ti credi di essere? A chi frega di farti un attacco mediatico? Un attacco mediatico al signor nessuno? Ravagnani, se sto perdendo il mio tempo a scrivere in questo momento è solo perché odio i piagnoni, ma amo i filmmaker indipendenti, e voglio cercare di inocularti un minimo di spina dorsale. Perchè hai messo in giro un trailer che fa schifo, che sembra montato da mia nonna e un cartellone fatto in 5 minuti con microsoft paint, e giustamente ti hanno detto che fa cagare, piangi e invochi l’attacco mediatico? Ma non ti vergogni nemmeno un po’? Che schifo. SCHIFO. Per quanto riguarda il fatto che avresti dovuto essere presente alla prima per spiegare perché e percome hai fatto un film alla rené ferretti, anzi peggio, questo significa che il film da solo non si regge. Che ha bisogno di una “spiegazione” a monte. E questo significa che è un fallimento. Grazie per la precisazione.
Dopo aver letto tutto, mi rimbombano due parole nella testa…”Mamma Giò”…”Mamma Giò”…”Mamma Giò”…
Il paese ormai è andato a puttane. Altro che Dreamland.
Ammiro la serietà delle domande, io avrei sfottuto senza ritegno.
dimentichiamoci per sempre questo ladro di merda
Questo ha buttato un milione e passa di euro, per giocare a fare il regista, girando a colpi di “due take e teniamo il peggiore”? Che paese patetico che siamo diventati… Questo è un danno all’immagine dell’Italia, dovremmo chiedere tutti il rimborso.
Il suo film c’ha i pugni nelle mani.
aspetta, hai chiesto sul serio “Rimane vero che lei sembra decisamente poco interessato alla tecnica, al montaggio, alla grammatica cinematografica o alla sceneggiatura. Una scelta precisa?”?
E ti ha risposto tutto compiaciuto?
CLASH OF TITANS
L’intervista a questo pagliaccio mi ha ravvivato la giornata :)
Quest’uomo non ha davvero una dignità.
A volte sarebbe meglio tacere.
Il film parla di lui e infatti è sconclusionato!
Se è stato in America dopo gli undici anni come ha frequentato il liceo a Salerno? quanto tempo ha organizzato le feste in America e a che età?
Mi sembrano tutte sciocchezze così come che Ivano ha vissuto in America.
Quelli hanno visto l’America solo il tempo necessario per intortare Columbu!
Ma altre domande mi ronzano in testa, ben più gravi:
Con quali soldi finanzieranno il seguito di Dreamland?
I sindacati a cui si sono rivolte le maestranze di “questo primo grande capitolo” gli permetteranno di girare indisturbato?
Quando pagherà le persone che avanzano soldi?le attrezzature che ha utilizzato e tutto il resto? Prima o dopo aver speso somme esose e spropositate (visti soprattutto i risultati) per terminare gli altri due Dreamland?
E soprattutto quando smetterà di dire cazzate a tutto spiano credendo di intortare il mondo???
Vi prego, la prossima volta che vuole difendere il suo prodotto fatevi pagare (in anticipo) per pubblicarlo…e se nessun altro ente pubblico spreca i nostri risparmi con lui forse per un pò potrebbe rimanere fuori dalle scatole!!!!!!
Il film farebbe ridere se fosse autoprodotto ma così è veramente vergognoso e se associato a tutti gli altri flop del caro signore che costellano la sua brillante carriera (vedi reality Circus sempre con il suo compare!!!!) sembra di avere un truffatore a briglia sciolta….e pensare che è anche stato (o è tuttora!) membro della commissione Ministeriale per lo Spettacolo dal Vivo che gestisce i fondi del FUS!
Vergogna!!!
http://www.sestaprovinciatv.com/wordpress/?p=17635
bene…avrà risposta????
….Ladro e Truffatore!!!……con questa sua dialettica cerca di incantare i meno attenti,nei suoi buoni propositi. Ma invece “con sicurezza” possiamo affermare che è l’ennesimo exploit di una persona che cerca di intortare gli altri,coadiuvata da omosessualità latente,…purtroppo nn li ha nemmeno spesi in puttane e coca,ma con il suo fidanzato. Lo ha fatto diventare Attore.
Da persona che è certa di quello che dice possiamo affermare:
1) che ha ricevuto soldi dalla BAT circa 30.000 e non diecimila,lasciando debiti a tutta forza sul territorio di Canosa e con poveri ragazzi che con la promessa di recitare in un film,credevano di lavorare per una persona perbene,alcuni ci hanno rimesso anche soldi dalle tasche per anticipare spese da set ecc..
2) che ha usato la sua pseudo-carica di commissario di governo per avere agevolazioni ed accesso a finanziamenti pubblici,facendosi passare per amico di ministri e minacciando cose a sx e a dx,addirittura billantava contatti diretti con il “GOVERNATORE DELLA CAIFORNIA…..ARNOLD !!” e che lo stesso Schwarzenegger ci avrebbe messo i soldi se gli piaceva il film,…quindi questi Italiani erano anche inutili.
3) che attraverso anicagis e qualche altro povero coglione si è fatto comunicazione gratis ed a nostre spese (adesso grazie anche al vs articolo)…fra tre anni tutti ricorderanno Ravagnani ma nn il suo film truffa,ma di quanto si è parlato di lui “Alla …CORONA” quindi benvenuto nel firmamento delle “Stelle Italiane”.
4)che tutte le maestranze e tantissime altre persone che hanno lavorato come negri sia in preparazione che in lavorazione del Film,non hanno ricevuto soldi,….e si è intortato pure i sindacati!!!…..se penso a quanti poveracci hanno buttato il sangue dal 15 di Agosto dello scorso anno sotto il sole, mi verrebbe voglia di far giustizia da solo!!!…che Ladro,e che truffatore,solo per far contento il suo fidanzatino!!!.
Credetemi sà bene cosa sta facendo,non è la sua prima esperienza da truffatore,continua a prendere per il culo tutti,e continua a sfruttare la situazione!!!……come dire “Bene o Male” basta che se ne parli.
mi dispiace che come sempre tanti poveracci,solo perche la giustizia italiana fà cagare per lungaggini ed altro, non faranno mai un azione nei confronti di questi ladri,e come sempre se la prenderanno in culo!!
….se fosse successo in un altra nazione, in tre mesi la polizia se lo beveva e gli faceva un culo come una casa…dopo vorrei vedere se domani un altro Ravagnani ci prende più per culo a tutti!!!.
franco Columbro … vi giuro che avevo capito così inizialmente…
è vero? Da dove viene questa notizia?
scusate, la mia domanda riguardava la frase: è anche stato (o è tuttora!) membro della commissione Ministeriale per lo Spettacolo dal Vivo che gestisce i fondi del FUS
@CICCIO: sembra che tu ne sappia parecchio, e devo confessare che sono molto incuriosito dal caso in questione. Però finché queste accuse non saranno circostanziate e provate, tutto quello che denunci potrà essere considerato spazzatura, menzogna e “attacco mediatico”. In effetti, anche l’ultimo dei truffatori ha diritto a che le accuse mosse nei suoi confronti siano provate e/o espresse da un accusatore che si firmi per nome. Se hai prove certe di quello che affermi, o almeno di una parte, dovresti renderle pubbliche: altrimenti possiamo continuare semplicemente a lamentarci che “la giustizia italiana fa cagare per lungaggini ed altro” e lasciare che tutto continui come prima.
Prove????Su cosa in particolarE?
L’orientamento sessuale?Non entro nel merito!
Le prove per le truffe ci sono, si possono ricostruire e qualcuno ci ha provato con le autorità competenti dando nome e cognome senza risultati, non su un blog!
La cosa assurda è che Ravagnani lascia prove della sua disonestà ovunque e cammina a testa alta!
Play Tv, il Circo, il film…ha pendenze e cause ovunque!!!!
Mi spiace ma Ciccio ha ragione! E non siamo noi a dover ricostruire il tutto ma le autorità competenti che evidentemente non fanno il loro lavoro!
Scusami ma un pò di frustrazione è normale quando sai di persone che hanno avuto serie difficoltà per essere state prese in giro da questo personaggio e che lui gongola sui media a piede libero!
Quando ha iniziato il film (estate scorsa) era ancora membro del ministero. Ad oggi è segnato come tale, altro non so!
Di questo la prova te la fornisco subito visto che ancora si cercano prove!http://www.spettacolodalvivo.beniculturali.it/comitati/commissioni.asp
Ogni volta che incappo nel ministero è una gioia.
Il Mio amico Topolino
“In realtà, non ho mai avuto occasione di contraddirgli”
ma questa perla?