Che poi ecco, parlando di cazzate, non mi faccio problemi ad ammettere che ne ho raccontate tante. Tante ne ho raccontate, anche su queste pagine, tante mi sono state raccontate, tante ne ho raccontate a me stesso. Ma l’episodio che sto per riferirvi è, vi assicuro, autentico al 100%, incredibile come solo la realtà sa essere e neppure la fantasia del più folle tra i cantastorie avrebbe potuto ecc. ecc.
Insomma, l’altra notte ho sognato che sciavo ho sognato che ero in treno. Non succedeva niente. C’ero io seduto in questo scompartimento, guardavo fuori dal finestrino. Paesaggio blando. Vagone semivuoto. Trascorsi quelli che nel sogno mi sono sembrati tipo venti minuti di inquadratura fissa su di me nel treno, finalmente arrivo. Arrivo nella stazione di AVELLINO. Scendo. La macchina da presa continua a seguirmi, esco dalla stazione, mi aggiro per i dintorni della stazione di AVELLINO. Avellino, ripeto. Non sono mai stato ad Avellino, men che mai in sogno, eppure ne perlustro le immediate periferie, inquadrato da dietro, mano sul borsello perché mi sembrano zone un po’ losche, strade anonime, cemento, qualche alberello, senegalesi che vendono le collanine. Tutto ciò va avanti per (quelli che nel sogno mi sono sembrati) almeno altri venti minuti di fottuto pianosequenza ad Avellino. Morale della favola, e vi giuro che è verissimo: è finita che mi sono svegliato per la noia. Ora, al di là delle disperanti considerazioni sulla natura del mio cervello (sognare di aggirarsi per la periferia di Avellino! Comprereste un subconscio usato da quest’uomo?), cerchiamo di arrivare al punto, che non è tanto il sogno quanto il forzato risveglio: evidentemente la mente umana ha un limite fisiologico di sopportazione per la gente inquadrata di spalle che si aggira senza stacchi di montaggio in luoghi d’interesse medio-basso. Superato tale limite, ci si sveglia. Fin qui mi seguite? Bene. Adesso vediamo come applicare la mia teoria psicoavellinese alle tette di Elizabeth Olsen. Inno:
httpv://www.youtube.com/watch?v=5HqsAo4kA64
Qualche tempo fa il capo vi aveva parlato di un film uruguaiano, La casa muda, che aveva due particolarità: (1) era girato in un apparentemente unico (ma in realtà fasullo) piano sequenza. (2), il trucchetto del piano sequenza era il suo unico motivo d’interesse, nonché (2a) anche il suo maggior motivo di fastidio, quando ti rendi conto che con la scusa del tempo reale (ripetiamo, fasullo) ti tocca assistere a tutti i momenti morti del mondo e vedere molte più schiene ansimanti di quante sarai mai disposto a vedere senza stare scopando da dietro. Il remake americano, a firma Chris Kentis e Laura Lau, fa esattamente la stessa cosa, solo con le tette della minore della Olsen al posto dell’Uruguay. Ma scendiamo nel dettaglio, e quale miglior modo di scendere nel dettaglio che una bella lista di cose.
LISTA DI COSE
1) Sono due anni che la gente va da Gustavo Hernàndez, il regista del film originale, e gli chiede: “Ma davvero davvero non c’è nemmeno uno stacco di montaggio nel tuo film?” e lui nicchia, fa osservazioni sul clima, scappa, finge un infarto, dice “no hablo italì”.
2) Basta andare su Wikipedia e il trucchetto è già bello che sgamato.
3) Ed è un peccato, perché alla fine l’unica ragion d’essere di quel noioso horror uruguaiano era il gimmick del tempo reale, e invece vien fuori che il tempo era reale per finta.
4) La trama di entrambi i film: ragazza si aggira in una casa buia. Ma aspettate, c’è di più! La casa nasconde: minacciose presenze, lampade inaffidabili, poche vie d’uscita, porte che si aprono e si chiudono, bambine inquietanti, corridoi, rumori al piano di sopra, colpi di scena finali, qualche spaventazzo telefonato, noia.
5) E allora io chiedo a Chris Kentis e Laura Lau, dico io, già che siete americani e quindi ricchi e pieni se non di idee almeno di tecnica e professionalità, e già che l’unico vantaggio di un remake può esser giusto quello di migliorare una roba venuta malino, dico io, non potevate rimboccarvi un minimo le maniche e fare il tempo reale per davvero, tentare il prodigio tecnico, l’azzardo magari sterile e virtuosistico ma capace di suscitare ammirazione, immedesimazione, vera identità tra personaggio-in-pericolo e spettatore, quest’ultimo trascinato suo malgrado in un viaggio tra gli orrori della Casa Muta in cui niente è risparmiato perché niente è tagliato espunto montato? La risposta dopo un fatto curioso su Avellino.
6) Ad agosto nella città di Avellino si svolge il Palio della Botte, una competizione di stampo medievale disputata tra le sette contrade della città. La sfida consiste nel far rotolare con una spranga ricurva una botte di circa due quintali, spingendola in salita lungo tutto Corso Umberto I.
7) No! Kentis e Lau hanno detto vaffanculo sin da subito, girando il film a tranci tagliati grossi (“ho fatto 12 minuti, lascio?”), e ammettendolo candidamente nel commento del DVD.
8) Le tette di Elizabeth Olsen sono grosse, e secondo me hanno la consistenza di due bisacce colme di miele cristallizzato.
9) La mamma delle Olsen è sempre incinta.
Silent House non è un rivoluzionario horror in piano sequenza, è un thrillerino banalino con un montatore molto pigro e un cameraman sguinzagliato a vagare per salotti e corridoi avelliniani. E sapete che effetto fa? Te ne accorgi dopo un po’, ma nel momento in cui te ne accorgi ti irriti ancora di più: fa l’effetto di un cazzo di found footage. Un found footage con la fotografia leccata, la telecamera di qualità e un operatore neutrale, una specie di regista onnisciente ma incompetente che segue sempre la via più facile (cioè: attaccato alle bocce della protagonista). Un found footage meno immersivo, meno ingegnoso, che scambia il chilometraggio col virtuosismo e però non manca di cadere nelle peggio trappole del genere, tipo le scene di corsa a perdifiato in cui la telecamera terremoteggia pei cazzi suoi e la gente ansima fitto nel microfono. Silent House è come se mi avessero estratto dal cervello il sogno di Avellino e lo avessero messo su pellicola, con la differenza che qui lo spettatore non si può svegliare e io non ho le tette nate nell’89. E sai che c’è? C’è che vaffanculo Silent House, ho perso un sacco di tempo a cercare di tirare giù due righe decenti su questa merda, l’altra sera fino alle tre di notte, ieri pomeriggio ‘n altra ora e mezzo, ma vedi te se cristo di dio devo perdere il sonno per queste puttanate, c’ho pure la febbre, mortacci di Chris Kentis e di Laura Lau e di chi non conclude il post con una notazione storica su Avellino. Il 14 settembre 1943 intorno alle 11:10 del mattino, quando Avellino fu pesantemente bombardata dagli Alleati nel tentativo di bloccare la ritirata delle truppe naziste nei pressi dello strategico ponte della Ferriera. Durante l’attacco anglo-americano persero la vita più di 3.000 persone, circa un cittadino avellinese su otto, e furono duramente colpite piazza del Mercato, il palazzo vescovile e alcuni edifici religiosi e abitativi.
Poscritto: se ci fossero lettori o lettrici avellinesi in ascolto, sappiano che mi autoinviterei volentieri nella loro bella città. Fate sapere. Nel caso estendo l’invito a tutta la redazione. Team convention calcista Avellino.
DVD-quote suggerita:
“Uruguay kindly requests that Somalia stops pronouncing it Ur-a-gay”
Luotto Preminger, i400Calci.com
Guarda ero tutto incazzato che in un post dove c’è la più bella della Olsen non ci fosse manco una sua foto, poi ho aperto io link e ho visto che non era il solito Imdb ma la grande Chikipedia. Bene, bravo, bis.
Elephant è stata una delle esperienze più avvilenti della mia vita da spettatore. Ed anche della mia vita in generale, solidarietà massima per il tuo sogno avellinese. Io lo avrei classificato come incubo.
Non credo che vedrò mai sto film o il suo originale uruguaiano, ma sto andando a rileggermi la recensione. Siete troppo dei grandi anche per questo.
Una gita a… è il mio cruciverba preferito
Leggendo ho avuto lo spavento che questa roba, found footage con la preteza povera di imbrogliarti sul piano sequenza, potesse assurgere a buon diritto al titolo di Le Grand Prix de Monaco de Found Footage.
Una roba che già di suo è uno stracciarsi le palle. Non si sa a quale titolo poi il piano sequenza possa nobilitare la cosa.
Le tette della Olsen, pur fregna, avranno lo stesso effetto della veduta aerea del principato durante la gara. Belle le tette. Belle le piscine, belle le barche.
Ma dopo 80 minuti/giri senza un guizzo, un lazzo, un gesto istrionico o un Montoya che cerchi di ammazzarti alla curva del tabbaccaio… Maria Maddalena ma non si accorgono di quanto annoi la gente, come genere?
Ho molto apprezzato quel dettaglio fashion addicted del borsello. Buttato lì, così, con garbo.
caro Luotto abbiamo due definizioni abbastanza diverse di “grandi”
Luotto ha proprio la tendenza a buttartelo lì. Con garbo.
Barbaxas: hai ragione, ma: non sono piccole, e la prima volta ho detto “ehilà”. sarà che manco mi aspettavo che esistessero, e invece ti si autoinvitano in faccia più che dignitosamente
L’educazione, oggi, ha ancora il suo perché.
Era un po’ che non leggevo una recensione di Luotto, colui che mi ha fatto conoscere i400calci…scrivine di piu’!
Mi vidi l’originale e mi addormentai dopo tipo mezzora, unan noia assurda. Ma questo remake merita anche solo per le tette o pure anche NO!
Tette?
Pics or It Didn’t Happen
L’idea del film tutto in piano sequenza è divertente (Nodo alla gola docet…) anche se poi mi fai un paio di taglini invisibili ci sta, mi divertirò a trovarli. Il problema è che per fare un film con queste ambizioni 1) devi essere un drago tu regista e il tuo cameraman e 2) devi avere attori coi controcazzi che ti reggano insieme piani di mezz’ora o più… E la Olsen a meno che si tratti di un piano sequenza sulle sue tette è all’altezza?
E preciso anche che le ette NON meritano affatto la visione, sono soltanto inquadrate con frequenza sospetta, ma niente per cui valga la pena infliggersi tutto ciò.
Dèvid: il problema di fondo è che praticamente non esiste sceneggiatura, e l’unica idea di regia è quella di riempire i tempi morti col tempo reale, quindi anche vaffanculo, no? La Olsen se la cava più che dignitosamente, anche se al quinto “urlo silenzioso in primissimo piano perché lei è tanto spaventata ma non deve farsi sentire dai cattivi” inizia a sembrare Rolando di Mai dire Gol quando per la troppa emozione non riusciva nemmeno a dire “non ci posso credere”
Le “ette” del commento precedente sono in realtà le “tette”
E comunque le tette( e anche altro) della Olsen erano già state apprezzate in Martha Marcy May Marlene. E le rivedrei più che volentieri. Però non so se riesco a sorbirmi 86 minuti di sta roba..
@luotto: curiosità: il problema più strano dell’originale è che inseguendo il piano sequenza unico in tempo reale il cameraman che seguiva la protagonista finiva per essere tutt’altro che invisibile, perché ogni inquadratura era strettamente legata ai movimenti fisici – spesso acrobatici – che era in grado di fare al volo. Ne risultava una specie di found footage con operatore muto e trasparente, un personaggio che fa sentire la sua presenza ma che nessuno nomina, il che ovviamente stroncava l’atmosfera. È così anche questo o ci sono meno virtuosismi per cui il problema è meno calcato?
(minchia che domanda seria)
Boh, a me è piaciuto LOL
Talmente noioso da spingermi a notare stupidi particolari. La Piccola Olsen non portava il reggiseno.
@pate’
Quindi ci sono parecchie inquadrature di capezzolini birichini che ti fanno l’occhiolino? Potrei dargli un occasione nel caso…
U-ra-Gay è il nome della mia squadra di fantacalcio.
Hai parlato troppo di tette perchè io non recuperi questo film.
Preziosissima la citazione di Community.
Caro Nanni grazie per la domanda.
In realtà a me non ha fatto quest’effetto, probabilmente perché qui il “regista invisibile” è pigro, il massimo che fa è nascondersi un attimo dietro una porta, ma per lo più si limita a seguire la gente (a passo lento o di corsa) senza voler strafare. Ovvio che il cameraman e (soprattutto) il direttore della fotografia hanno dovuto spaccarsi il culo, ma non te lo fanno pesare troppo.
Comunque: chiunque guardi questo film solo per le tette si prepari a cocenti delusioni, io non voglio responsabilità. piuttosto fate come dice 1berto e guardate Martha Marcy May Marlene con l’avanti veloce.
@ luotto
Vabbè se poi fa schifo mica mi arrabbio! C’è un altro ragionevole motivo per guardarlo? E, soprattutto, cos’è martha macy May marlene?
@bellazio: è tipo la versione deprimente di “Ragazzo di campagna”
MMMM alla fine è bello, perché con l’avanti veloce?
Team #LizzyOlsen comunque.
la piccola delle olsen mi suscita pensieri impuri quasi quanto il found footage mi suscita incazzatura. però i piani sequenza mi piacciono (ciononostante elephant mi ha ripugnato). penso che perderò un paio d’ore a vedere questa cosa, se no al limite, come si diceva, c’è sempre l’opzione del fast forward..
Boh, non so che film sia, non conosco nessuno coinvolto e non lo guarderò causa noia di found footage.
Però mi avete fatto tornare in mente LE Olsen quando erano un #wouldbang di quelli più truci che tutti pensavano ma nessuno poteva dire, o comunque si attutiva la portata della questione.
Boh, credevamo che nel futuro avremmo potuto liberarci di sto peso e fare pesanti discorsi da bar al riguardo e invece adesso sono 2 inutili…che tristezza…
Comunque è bello sapere che Lu8 addirittura SOGNA in piano sequenza.
Volevo chiederti info sul tuo rapporto con l’autoerotismo ma ho deciso che non è il caso.
Schiaffi, le tue sono parole così vere che andrebbero tatuate sui crocifissi
Stanlio: parlavo di avanti veloce perché la domanda era “dove posso vedere le tette della Olsen” e non “quale film drammatico americano del 2011 diretto da Sean Durkin mi consigli”. il film peraltro non l’ho visto.
volevi sapere se mi autoerotizzo solo con filmati in piano sequenza?
EH! Capisci che turba, come prospettiva!
(comunque MMMM davvero è bello, recuperalo)
Martha Macy May Marlene è bello dai! L’originale di questo alla fine non è così brutto. Certo nulla che “noragazzilodovetevederetroppo!” ma si lasciava guardare. Ho trovato i vari Paranormal più noiosi.
Nanni però mi ha scoraggiato con la definizione “versione deprimente del ragazzo di campagna”. Il video con solo le tette dal film l’ho recuperato in fretta invece: belle tette, però l’avanti veloce per 2 secondi tette sarebbe stato deludente! Se il film non è male potrei anche decidere di guardarlo invece.
L’altra notte ho dormito malissimo, ed ho sognato D’Alema in Vespa che si portava a spasso Carrie Fisher. Mi sa che devo riconsiderare ‘Vacanze romane’