Il 20 luglio 1973 Bruce Lee muore in circostanze poco chiare lasciando il mondo del cinema, e non solo, migliore di come l’aveva trovato. Missione compiuta. Questo aveva scatenato il panico, nonché lo spuntare di una scia di cloni, imitatori e millantatori vari senza vergogna talmente ampia da formare un sottogenere cinematografico a parte (“bruceploitation“).
Siccome cinque anni dopo ci si era quindi tutt’altro che dimenticati di lui (hai voglia), toccava trovare un modo per approfittarne e tenere viva e ben nutrita la leggenda. Alla Golden Harvest si giocarono la carta dei filmati inediti incastrati a cazzo nel famigerato L’ultimo combattimento di Chen, mentre negli USA decisero di recuperare un vecchio progetto di Lee scritto insieme a James Coburn e Stirling Silliphant, e portarlo finalmente a compimento. La cosa, fidatevi di me, è esilarante.
Lo script in questione, intitolato The Silent Flute, è di quanto meno hollywoodiano possa esistere: la storia di un guerriero in cerca dell’Illuminazione definitiva e del suo viaggio marzial-spirituale infarcito di filosofia e metaforoni. Per Lee doveva essere un’introduzione ai concetti zen per il pubblico occidentale; Coburn e Silliphant probabilmente commentavano qualsiasi cosa con “whoa duuude”. Coburn avrebbe dovuto essere il protagonista, “Cord il cercatore”, mentre Bruce aveva riservato per se stesso il ruolo del centro filosofico del film.
Ora, io oggi non affiderei una storia del genere nemmeno ad Ang Lee, immaginatela in mano a uno studio indipendente abituato ai film di Charles Bronson, che già dal cast parrebbe intento a inventare con 30 anni di anticipo la definizione di “trollare”. Al posto di Lee viene infatti ingaggiato – indovinate? – David Carradine. Occidentale. Alto 1,90. Marzialista della domenica. Famoso per aver già soffiato un ruolo a Lee ideato da Lee in cui interpreta un cinese alto 1,90, ovvero il protagonista della serie tv Kung Fu, facendolo incazzare a morte e provocandone indirettamente la temporanea fuga dagli USA. David Carradine che però, va detto, si appassionò alla materia e divenne con calma un marzialista decoroso, nonché forse il finto cinese più famoso della storia dopo Charlie Chan, e di conseguenza una delle poche scelte di riserva plausibili commercialmente parlando. Con Coburn indisponibile (litigò con Bruce già a suo tempo a sceneggiatura finita) il ruolo del protagonista andò invece a Jeff Cooper, un finto giovane espressivo come una sardina e con il taglio di capelli più ridicolo nella pur competitiva storia del cinema di arti marziali, il cui ruolo di maggior spicco fino a quel momento era il protagonista in un film di supereroi messicano. Lo script invece fu limato da Stanley Mann, che come prima cosa per giustificare le cose surreali che accadono nel film sposta immediatamente l’ambientazione dalla Thailandia a un’imprecisata terra dalle spiccate caratteristiche fantasy, dopodiché con altrettanta prontezza sostituisce ultraviolenza e sesso tantrico con tocchi di commedia. Evvai, no?
Trama! Cord, età imprecisata fra i 34 portati male e i 58, è il lottatore più brutto e antipatico di tutta Narnia (o qualunque sia il luogo in questione). Partecipa a un torneo di arti marziali il cui premio per il vincitore è la possibilità di partire in missione per conoscere Zetan, il custode del grande libro delle verità universali e, pur di vincere, imbroglia platealmente colpendo l’avversario mentre è ancora a terra da grandissimo vigliacco. Viene prontamente squalificato, s’incazza, decide che vuole andare in missione lo stesso perché sì e pertanto pedina il vincitore, Morthond (scena esilarante: “Un anno fa ho fatto voto di silenzio” “E quando l’hai rotto?” “Adesso!!! Perché mi segui?”). Lungo la via viene assalito da una banda di uomini vestiti da scimmia e salvato da David Carradine nei panni di un saggio vagabondo cieco che si sforza inutilmente di menare con stile elegante ma soprattutto, megainsulto totale, nonostante sembri chiaramente un texano in pigiama di tela, imita la tipica parlata di Bruce Lee.
Cord non ce la può fare: oltre ad essere brutto come la fame, marzialmente improvvisato e costantemente vestito con soli stivali e mutandoni di pelle manco fossimo in un’imitazione italiana di Conan il barbaro, è antipatico come una merda. Dovrebbe essere il classico eroe ingenuo e impulsivo che gradualmente impara una lezione, e invece pare solo un povero stronzo e vorresti che ne prendesse tantissime.
Dopo aver rotto i coglioni anche al saggio cieco, Cord incontra il capo degli uomini scimmia che NON È Roddy McDowell, perché Roddy interpreta già l’arbitro del torneo di botte che aveva squalificato Cord, che è un po’ come avere 50 Cent in un film ambientato in galera e fargli fare il nerd. È invece di nuovo Carradine, mascherato e impegnato a imitare goffamente uno stile di kung fu che probabilmente fino al giorno prima pensava fosse uno scherzo. Cord – che comunque rimane il più brutto fra i presenti – lo sfida, è inizialmente in difficoltà, poi si ricorda di una bazza filosofica che gli era stata detta prima da Carradine versione cieco e vince. Ed essendo che nel frattempo Morthond era mortho (ha-ha), si mette in viaggio da solo alla ricerca di Zetan.
È qui che il nostro eroe incontra Eli Wallach in un ruolo che Bruce Lee deve aver ideato dopo aver esagerato con gli antidolorifici: il “brutto” per eccellenza (preso per consolare Jeff Cooper?) interpreta infatti un uomo che da 10 anni vive nel deserto immerso fino alla cintura in un pentolone pieno d’olio allo scopo di disintegrarsi il pene, e sopravvive perché la famiglia continua a nutrirlo con regolarità. Prendetevi tutta la calma che vi serve per digerire questa frase, poi passiamo oltre.
Anche Cord ha fatto un voto, uno facile e vigliacchissimo nelle sue condizioni: il voto di castità. Puntualmente infatti lo rompe alla prima figa che incontra che gliela mette in mano. E se ne bulla pure, quando re-incontra David Carradine cieco, gonfiando il petto e declamando solennemente “Il pene è fatto per essere infilato negli appositi contenitori carnali semoventi” (o qualcosa del genere). Ma vaffanculo, Cord.
Ne succedono ancora delle belle, tra le quali spiccano David Carradine cieco che spacca il naso a un bambino con una manata dichiarando che era troppo bello e sarebbe cresciuto viziato (standing ovation), e Cord il Bruttissimo che sfida David Carradine il Mongolo della Mongolia (Eddie Murphy Puppa) in uno dei peggiori combattimenti dell’intera storia del cinema di arti marziali.
Poi si giunge al finale.
E il finale ve lo racconto tutto, che è troppo bello perché mi togliate il gusto di raccontarvelo.
SPOILER.
Praticamente Cord arriva in questo monastero hippie e incontra Zetan, che è nientemeno che un medicinale per la tosse Christopher Lee truccato da versione sfigata di Lord Summerisle di The Wicker Man.
Cord è convinto di doversi battere con lui per ottenere il diritto di vedere il Libro delle Grandi Verità, e invece c’è la gabola: in realtà è lì per sostituire Zetan alla guardia dello stesso.
Zetan gli propone di accettare il ruolo senza aprire il libro, come fece lui mille anni prima, o di fare il cazzo che gli pare: è un grave errore, perché ovviamente dallo stronzo che è Cord opta immediatamente per fare il cazzo che gli pare e aprire il libro.
E qual è la Grande Verità Universale in esso contenuta?
Uno specchio.
Esatto.
Ogni pagina del libro è uno specchio.
Siccome quindi il libro non mente, Cord trova conferma di essere irrimediabilmente brutto fuori da ogni possibilità di dubbio, ma la prende tutto sommato bene. Quando Zetan gli chiede di nuovo di sostituirlo, gli scoppia a ridere maleducatamente in faccia e se ne va. Incontra Carradine cieco, si bulla di nuovo e finisce il film. Stronzo e antipatico era partito, e stronzo e antipatico è rimasto: se in tutto questo c’è una morale zen, non l’ho capita.
In conclusione: non è difficile immaginarsi Bruce Lee nelle tanti frasi sagge che pronuncia Carradine cieco, ma il film consiste esattamente in ciò che ci si aspetta quando metti delle persone a lavorare su una sceneggiatura che non capiscono. Si salva a tratti la fotografia (il regista esordiente Richard Moore era il D.o.P. di film come L’uomo dai sette capestri e L’assassino di pietra), e qualche scena è nonostante tutto simpatica, ma tutto il resto è talmente surreale e fuori squadra da fargli meritare l’ingresso nella Top 10 dello Sbaglio di sempre.
Per cui, di conseguenza, è imprescindibile.
Il film è conosciuto anche come Circle of Iron, mentre in Italia gli appiopparono il titolo completamente insensato di Messaggi da forze sconosciute, manco fosse un sequel apocrifo di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Fu ovviamente un flop mostruoso.
DVD-quote:
“Un imprescindibile emblema dello Sbaglio”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
Ero convinto che oggi si parlasse di Dragon e infatti mi ero visto quello. Questo proprio non lo conoscevo.
A proposito ma i prossimi film in rassegna quali saranno? Si sa?
Al di là di questo mi chiedevo se esistessero dei film della bruceploitation validi. Cioè alla fine erano solo prodotti usa e getta oppure qualcosa vale la pena di recuperare?
Comunque i produttori cinematografici a volte sanno come darsi la zappa sui piedi.
Voglio dire, che ci voleva a mantenere Game of Death più vicino al modello originale evitandoci quel mare di noia e lo sfruttamento becero delle immagini del funerale di Lee?
Stesso discorso qui: ma perché eliminare sesso tantrico e ultraviolenza per mettersi a fare le cose simpa? Almeno non c’era qualche cinesino chiamato Bruce Li a fare lo specchietto per le allodole.
P.S. mi rendo conto solo ora quanto sia strano che qui dentro nessuno si sia ancora chiamato Bruce Li.
Ok… ma nessuno nota un certa somiglianza tra
-*SPOILER*–*SPOILER*–*SPOILER*–*SPOILER*-
il finale di questo “Messaggi da forze sconosciute” e nientemeno che Kung Fu Panda?
Po alla fine del film di animazione – dopo enorme fatica – riesce a leggere la Pergamena del Drago, ma vede che consiste solo in una superficie riflettente. Vede il proprio riflesso e capisce che il “potere” è nella persona e non nella pergamena.
Ora la domanda è: Kung Fu Panda è un “reboot” apocrifo della sceneggiatura originale di Lee? :-) Oppure entrambi prendono spunto da una leggenda cinese preesistente? :-O
-*FINESPOILER*–*FINESPOILER*–*FINESPOILER*–*FINESPOILER*-
Non posso credere a ciò che ho letto, mai letta una trama così delirante. Non riesco neanche a capire se voglio vederlo.
Una cosa è sicura: con questo speciale ci avete sorpreso.
la storia del libro specchio è ripresa anche in Kung-fu Panda, sarà una discendenza diretta o un’origine comune?
Madonna cosa avete tirato fuori.
Questo film l’ho visto da bambino un pomeriggio di eoni fa. Nella memoria era diventato un film “di cinesi”, per cui pur conoscendo l’esistenza di “Messaggi da forze sconosciute” tratto da una vecchia idea di Lee non lo avevo mai associato a quella antica visione.
Ovviamente non ricordo praticamente niente, se non che all’epoca mi era parso un film serissimo e “da grandi”.
Ora non so se rivederlo per divertimento o mantenere il ricordo di quell’alone di fascino.
Grande rubrica questa, inventatevi qualsiasi appiglio per continuarla.
Eli Wallach col pisello fritto è il più grosso WTefffin’F della storia dell’universo
Anche io la prima cosa che ho pensato quando ho letto dello specchio è stata Kung Fu Panda (che se fossi un trollone aggiungerei per la millesima volta che i 400 non hanno mai recensito il 2, uffa).
A questo punto si fa pressante il dubbio che la storia dello specchio sia una specie di leggenda/proverbio tradizionale.
Nessun esperto in sala?
Credo che la lezione che la risposta è dentro di te ( ed è sbagliata secondo Quelo ) si perda nella notte dei tempi della filosofia orientale, la trovata dello specchio credo di averla incrociata già diverse altre volte anche se ora non saprei portare esempi.
@pilloledicinema di bruceploitation validi se ne trovano anche se sono pochi…questi i primi che mi vengono in mente:
bruce lee supercampione
exit the dragon enter the tiger
the chinese stuntman
enter the game of death (quanto di più simile a come doveva essere il god originale)
enter the fat dragon (con sammo)
ultima sfida di bruce lee
e poi direi clones of bruce lee, il più famoso di questo sotto-genere con una delle piu assurde sceneggiature mai scritte ma val la pena di vederlo per farsi due risate
MIO ALL’USCITA!!
Ah, no… è già uscito.
Comunque concordo: imprescindibile!
Ora devo solo raggranellare gli amici superstiti dalle vacanze, 12-15 litrozzi di birra, wurstel, patatine e salse, ed abbiamo la serata pronta.
sarebbe bello,off topic,anche avere recensioni di bud spencer e terence hill..
rimango di stucco e stupefatto (cit.), questa è forse una delle trame più assurde che abbia mai letto
comunque tra le varie bruceploitaion io ricordo con piacere un finto documentario di qualche anno fa diretto dal nostro caro amico Justin Lin, “Finishing the Game: The Search for a New Bruce Lee”. consigliatissimo
Sono oltremodo contento.
Avevo già affilato la katana per fare harakiri certo di trovarmi di fronte ad un elogio smisurato di Dragon. Grande Nanni, mi hai sorpreso. Come sempre.
Inutile aggiungere che ammiro moltissimo la tua mega cultura di film trash, che si spinge in territori per me del tutto inesplorati, trascendendo la mia piccola grande videoteca personale.
(Inutile ? Ma allora perché l’ho scritto ?)
Ripongo la katana, confessando che Carradine mi sta sulle palle da morire. E questo nonostante sia morto auto-impiccato per le palle.
ho da tempo il mokumentary ” FINISHING THE GAME”, MA NON L’HO TROVATO TANTO INTERESSANTE..ADDIRITTURA APPARE ANCHE RON JEREMY…MAH??!!!
Lettore dai tempi della descrizione di Nanni degli Avengers, commento per fare i complimenti al Sommo ,che mi ha recuperato un perla persa in qualche visione su sette gold. Veramente un grandissimo.
E ringrazio pilloledicinema per avermi dato l’idea per il nick. Non c’è veramente paragone con Joe hallenback.
bella
Hi hi hi… Eppure il film ha un nonsocchè di geniale e folle che meriterebbe un remake o almeno un sequel.
SCHERZETTO!
Focca miseria!! Questo me l’ero perso! Grazie Nanni!
@ Bruce Li: ma figurati, è che qui e specialmente dopo questo speciale (il più completo che abbia mai letto, provate a farvi un giro su Internet e c’è da mettersi a piangere) era incredibile che nessuno avesse preso quel nick.
@ Gino Bucchi: grazie mille per le dritte, non appena finisce questo speciale vedo di recuperare tutto.
wat!? 10 anni nel pentolone d’olio per disintegrarsi il pene??? Sul serio?
Da quando l’ho letto non riesco a pensare ad altro… voglio saperne di più! DEVO saperne di più! E indubbiamente anche il resto della trama è stupendo…
sapete che nemmeno io ho ancora capito se sto film lo voglio vedere o no?
Certo che Bruce ne ha di motivi per continuare a rigirarsi nella tomba! Ma quando (sempre che non sia già apparso) un bell’articolo sul mitico Jimmi-Chinese Boxer-Wang Yu? E’ sempre stato il mio preferito n°2. Strano,triste,stoico al limite del masochismo. Faccia immobile,zero fisico, eppure un certo carisma. Ricordo il film il Drago di Hong Kong con George Lazemby e una colonna sonora il cui 45 giri entro’ perfino nei dischi caldi(hit parade dal decimo al ventesimo posto)il brano si chiamava Ski High!