Ah, l’Austria Felix. Patria di registi leggeri e buontemponi, fra cui ricordiamo Michael Haneke e Ulrich Seidl. Haneke compare nei ringraziamenti di Goodnight Mommy; Seidl qui è produttore, ma è anche il marito della regista Veronika Franz, che si è fatta le ossa sul set dei film del marito (l’altro regista è Severin Fiala). Questo per avvertirvi che non siamo di fronte a un film facile, coinvolgente e grondante simpatia per i personaggi. Al contrario: si tiene ben distaccato emotivamente da essi, li filma spesso con la camera fissa e da lontano, come animali impazziti in gabbia, fa pochissime concessioni allo “spettacolo” ma riesce ugualmente ad instillare un senso di male perturbante in tutte le inquadrature e di ineluttabilità dello sguardo dello spettatore – insomma è uno di quei film, proprio come quelli di Seidl e Haneke, per cui si parla spesso di “manipolazione”, “sadismo gratuito”, “ricatto”: quasi che il cinema austriaco sia una sorta di cugino spurio di Von Trier, ugualmente disturbato ma senza la follia affabulatoria e l’umorismo nero di quest’ultimo. C’è chi rifiuta di farsi manipolare dai registi e chi, come me, accetta volentieri il gioco e le sue conseguenze. C’è chi ha capito tutto fin dall’inizio; c’è chi si è lamentato del passaggio da dramma interiore a torture porn; c’è chi è svenuto in sala, chi ha vomitato, chi si è sentito malissimo. Persino io, ahimé, pur con tutta la scorza da dura che mi cucio addosso ogni mattina prima di uscire nel mondo, non ho dormito. Maledetti registi austriaci!
Mamma lavora in televisione, ama gli animali e ha due figli. Mamma, incomprensibilmente, non si riconosce in alcuna di queste caratteristiche. Mamma ha sì due figli, i gemelli Elias e Lukas (i veri gemelli Elias e Lukas Schwartz), ma comunica solo col primo e si rifiuta ostinatamente di relazionarsi col secondo: “Dovresti chiederle scusa”, sussurra Elias a Lukas durante una claustrofobica scena in cucina; ma lui fa spallucce. Lukas è aggressivo e dominante, Elias lo segue, lo ascolta, lo mitizza. I ragazzi ridono, giocano sotto la pioggia, esplorano i boschi e i campi che circondano l’asettica villa modernista dove sono in vacanza con Mamma; caso più unico che raro, non litigano mai. Sono ricchi, belli e tormentati.
Mamma invece litiga spesso e volentieri con Elias. Reduce da un radicale intervento plastico di ricostruzione facciale totale (il motivo potrebbe risiedere in quell’ “incidente” che a un certo punto viene menzionato, ma i registi non hanno intenzione di svelare di più), col viso coperto di bende e gli occhi iniettati di sangue, Mamma non è più dolce e materna come se la ricordano i bambini, ma crudele e costantemente irritata; anche le suppellettili della camera da letto, come il manichino femminile costantemente spoglio, sembrano non rispecchiarla più. Ma sarà davvero lei, la mamma? O è forse un’impostora mascherata dalle bende? Nella mente dei ragazzi c’è un solo modo per scoprirlo: torturarla. E la lunghissima sequenza della tortura è davvero crudele da guardare, ai limiti dell’intollerabile; se nella prima parte di film dominano l’oppressione psicologica e la furia repressa, nella seconda si insinua la fisicità come pura fonte di dolore e umiliazione. Frank e Fiala hanno imparato benissimo la lezione di Funny Games e la portano ancora più lontano, lasciando che il suo significato “sociale” sia punteggiato da pochi riferimenti impliciti e concentrandosi sui dettagli di un corpo martoriato senza (forse) motivo.
L’identità di Mamma è il tema portante del film, costellato di ambiguità che, magistralmente, non vengono mai risolte: perché, di fronte ai figli che la supplicano di mostrare un segno fisico inconfondibile, lei si rifiuta? Perché, quando l’ossessione dei ragazzi ha ormai raggiunto un parossismo terrificante, quel segno fisico non viene più nominato? Perché quando finalmente appare senza bende, il viso di Mamma (Susanne Wuest, scheletrica e spaventosa suo malgrado) non presenta nessuna cicatrice? Ma anche – perché Elias le fa domande a cui per forza di cose lei non può rispondere? Perché, di fronte ai suoi rari ma inequivocabili segni di affetto e materna premura, i ragazzi caparbiamente non le credono?
Anche il rapporto fra Lukas ed Elias lascia spazio a sospetti e domande; qualcosa fra loro, chiaramente, non torna. Che nessuno, in quella magnifica casa, sia totalmente a posto di testa è dimostrato dal fatto che sul tavolo dell’elegante salotto fa bella mostra di sé una vasca di formalina in cui sono immersi un gatto e una discreta quantità di bacherozzi. La villa in cui si svolge il film, con i suoi angoli retti e le impeccabili superfici di vetro e cemento, fa da beffardo contraltare all’irrazionalità che alberga nei suoi abitanti; la macchina da presa si concede qualche movimento sinuoso negli esterni, quando osserva i ragazzi giocare – ma appena entra in casa diventa fissa, austera come l’ambiente che inquadra: l’effetto è straniante e soffocante; mentre impedisce di provare vera e propria “simpatia” verso i personaggi, fa anche crescere la tensione e la sensazione di non poter distogliere lo sguardo. Uno dei lati più snervanti del film è che ci sono tanti momenti in cui la tensione si potrebbe risolvere, Mamma potrebbe dimostrare di essere la mamma e i figli potrebbero dimostrare di non essere due psicopatici allucinati e sadici; invece il dialogo deraglia sempre nella direzione più sbagliata, qualsiasi comunicazione venga lanciata fra le due parti crolla miseramente a terra senza raggiungere il destinatario. L’unico messaggio davvero urgente, che è poi anche la chiave per capire da dove nascono i conflitti che dilaniano i personaggi, arriva troppo tardi.
…E ora qualcosa di completamente diverso:
Fun fact no. 1 – qualche anno fa ho passato il mio compleanno in un fumosissimo bar olandese a ubriacarmi in compagnia di Veronika Franz e varie maestranze del cinema austriaco che compaiono nei crediti del film: è stata una serata allegrissima! Davvero!
Fun fact no. 2 – Goodnight Mommy è stato comprato da SINGAPORE AIRLINES; sono abbastanza sicura che si siano basati solo sul titolo. Prevedo un’ondata di reclami da parte di passeggeri terrorizzati, che metterà la Singapore Airlines in ginocchio. Così imparano.
DVD-quote:
“Un film che polverizza la vostra scorza da duri.”
Cicciolina Oddiomisentomale Wertmüller, i400Calci.com
Non credo che quelli della Singapore Airlines riceveranno più reclami di quelli dell’Alitalia che 16 anni fa decisero di trasmettere, durante un viaggio piuttosto turbolento New York-Francoforte, ” La tempesta perfetta”… :D
Ah! proprio in questo periodo mi sto guardando tutti gli episodi del Monty Python’s Flying Circus, a volte la vita.
mi hai già comprata a “senso di male perturbante”. ora continuo a leggere così mi viene anche la smania irrefrenabile di vederlo subito.
sisi. sembra già essere diventato il mio film preferito senza nemmeno averlo visto.
@cicciolina sei grande! perchè ho come l’impressione che (correggimi se sbaglio), a differenza degli altri redattori che più o meno felicemente si trovano ad ubbidire al capo che ordina “tu recensisci questo! tu quello!”, leggendo le tue recensioni sembra che i film te li scegli tu, magari ne guardi mille e ci racconti solo quelli che decidi tu che, poi, sono sempre quelli che rientrano nella macro-categoria (se esiste) dinamiche familiari disturbate/donne con conflitti interiori altissimi che le portano alla pazzia. ed è uno dei miei temi preferiti.
Le vie di Nanni sono infinite
touché
umilmente mi sento di fare un paio di appunti: i due mocciosi litigano, e più di una volta; le torture alla madre non mi sembra onestamente che raggiungano le vette di sadismo, fisico o psicologico che sia, che hai descritto (ma questo è più soggetivo magari)
Capita solo verso la fine, quando uno dei due tentenna e l’altro lo aizza ad andare avanti. Ma in tutta la prima parte li vediamo correre, saltare, fare a gara di rutti senza il minimo screzio. Ricordo i miei amichetti fratello- o sorella-muniti che erano in conflitto continuo, quando ho visto questi due ho subito pensato che andassero *troppo* d’accordo.
si dai forse ci hai raggione!
Cicciolina un po’ ti odio, contiene torture porn e non Satana.
E il torture porn mi fa male.
Ti farò sapere.
Questo è il mio genere di film oserei dire preferito anche se poi immancabilmente è come se mi avessero dato due cazzotti in pancia. Forse ho dei problemi.
A me non è piaciuto. Ho apprezzato le atmosfere, ma nell’insieme l’ho trovato futile. La violenza programmatica mi ha dato fastidio, l’ho trovata manieristica. L’idea di base pure mi è parsa un po’ esile; riguardo alla situazione dei tre personaggi, ho mangiato la foglia dopo 5 minuti. A quel punto il contorno di teschi, bacarozzi e bende m’è parso solo decorazione, la versione minimalista di un videoclip di Floria Sigismondi. Quando la tensione iniziale è arrivata al suo climax virando al torture porn, mi ha fatto solo incazzare.
largamente sopravvalutato, è stato salutato come un nuovo avvento da chi è ostile a qualsiasi forma di horror
allora può essere il film giusto per me
brava cicciolina.
questo l’avevo notato qualche tempo fa e in questi giorni me lo volevo vedere ma non mi ricordavo più il titolo e stavo facendo ricerche improbabili su IMD per farlo uscire fuori.
puntuale come sempre (ma d’altronde sei donna di mondo).
Visto e apprezzato.
E da quel giorno mi faccio le stesse domande.
Ovvero:
SEGUONO SPOILER
è possibile che Lukas sia morto nell’incidente di cui parla la madre dove lei stessa è rimasta ferita? (Questo spiegherebbe molti dialoghi.)
Oppure: è possibile che la madre sia semplicemente bendata per un normale lifting (del resto è una conduttrice tv) ed Elias, avendo da poco perso il fratello (e vivendo isolato dal mondo), sfoghi tutta la sua rabbia su lei – che di fatto non lo sta aiutando a superare il trama – con la scusa di non riconoscerla più?
Che simpatici questi austriaci buontemponi.
Quindi Kubrick aveva ragione, i gemelli sono un bel tema!!
https://vimeo.com/152336237
questa storia delle mamme psicotiche o dei figli psicotici va molto di moda in certi film basti pensare a badabook dove la protagonista dice al figlio di fare quello che notoriamente gianni morandi fa (o almeno così dicono). Pur non volendo offendere i tuoi amici e le serate austriache, ma sinceramente questo tipo di filmografia che vuole essere profonda pregna e piena di significati e invece risulta essere l’ennesimo calcio sugli zebedei improvvisato allo spettatore, ha anche un pò scassato i marroni (grazie anche al provvidenziale calcio)
Tra parente(si) è ora di finirla con questo tipo di “arte cinematografica” che viene passato di parente in parente (come un gene difettoso) o come in questo caso da fava a parentela di parte di fava come fosse una malattia venerea, perchè insieme alla volontà di fare esclusivamente soldi al botteghino fregandosene dell’antica arte dei fratelli lumiere deve pure finire. Quando leggi questo passaggio: ” Haneke compare nei ringraziamenti di Goodnight Mommy; Seidl qui è produttore, ma è anche il marito della regista Veronika Franz, che si è fatta le ossa sul set dei film del marito (l’altro regista è Severin Fiala)” passi oltre comprendendo che una non è una brava regista solo perchè si scopa produttori e registi.
Dirò qualcosa di terrificante: quand’è che daremo spazio ai talenti nuovi in circolazione e la smetteremo di dare spazio a questo genere di “metodologia (ri)produttiva nel cinema?
Ad maiora
la regista: il mestiere più antico del mondo
Permettimi di dissentire: non mi sembra questo uno dei film che vuole sbancare al botteghino con un tema alla moda: mi sembra piuttosto uno di quei film che ti devi produrre da solo (per esempio paga tuo marito) perchè è di sicuro un progetto vuoto a perdere. dopodichè, se la malattia mentale e le dinamiche di pazzia familiare non ti piacciono, abbi almeno la pazienza di accettare che a pochi di noi invece piace tanto vedere film del genere. anzi, ti dirò: preferisco vederne al cinema piuttosto che circondarmi nella vita reale di situazioni al limite del grottesco. ma magari sono io ad avere una vita felice e d è per questo che cerco di provare disagio guardando un filmnon so…Sta di fatto che preferirei 10 100 1000 mogli di Seidl che uno solo tra Figlia Argento, o Figlio Gasmann o Figlio Tognazzi o uno qualunque dei vari raccomandatini d’Italia (quando non veline o subrettine o escortine varie) che sono la rovina del paese e la linfa vitale di quella consuetudine malata che è la raccomandazione all’italiana.
@cicciolina, questo film è molto bello ma purtroppo ho fin da subito sgamato tuto l’arcano. peccato. sarebbe stata una bellissima sorpresa. ma noi dei calci siamo troppo scafati.
Idem per me, sgamato a inquadratura 7, ma non è mai stato un grosso problema.
Problemi invece col torture porn, come sempre.
Ma comunque un bel venerdì sera.
Visto che ora avete visto il film, ripropongo (o meglio, copio/incollo) qui le mie perplessità. Ovvero:
SEGUONO SPOILER
è possibile che Lukas sia morto nell’incidente di cui parla la madre dove lei stessa è rimasta ferita? (Questo spiegherebbe molti dialoghi.)
Oppure: è possibile che la madre sia semplicemente bendata per un normale lifting (del resto è una conduttrice tv) ed Elias, avendo da poco perso il fratello (e vivendo isolato dal mondo), sfoghi tutta la sua rabbia su lei – che di fatto non lo sta aiutando a superare il trama – con la scusa di non riconoscerla più?
Secondo me la spiegazione più lineare (che non è detto sia quella giusta) la prima. Rende anche più sensato il divario tra la madre affettuosa ricordata da Elias e quella che vediamo nel film: per tutto l’affetto che puoi nutrire nei confronti di un figlio, averne uno che ha rischiato di ucciderti e l’altro con lo sdoppiamento di personalità un minimo di stress post traumatico te lo deve lasciare.
PERO’:
– in favore della teoria del lifting c’è il fatto che la mania di Elias di comportarsi come se il fratello fosse ancora vivo sembra essere nota alla madre e non una cosa che scopre di ritorno dall’ospedale; ciò fa pensare che sia passato del tempo tra l’incidente e il suo ricovero (d’altra parte, se fosse rimasta ustionata/sfigurata dall’incidente sarebbe anche plausibile una serie di plastiche facciali successive, che io sappia queste cose quando sono gravi non si risolvono con un’unica operazione)
– il film sembra suggerire che la mamma si tenga le bende molto più a lungo del necessario, ammesso che siano mai state necessarie. Perché?
C’è anche un po’ l’asso pigliatutto per cui il film segue il punto di vista di Elias la maggior parte del tempo, infatti “vediamo” Lukas come lo vede lui, vediamo le sue allucinazioni tipo gli scarafaggi che entrano nel corpo della madre, ecc., quindi in ogni caso dovremmo pensare che lui non è un narratore affidabile. Ma penso (spero) che ciò al massimo modifichi dei dettagli come quello degli scarafaggi e non l’intero assunto della storia con la madre bendata.
Secondo me la storia è questa:
MOLTO SPOILER
Elias ha causato l’incidente in cui è morto Lukas e la madre è rimasta sfigurata e lei teme il figlio e cerca di evitarlo. infatti verso la fine lei gli dice che non lo incolperà dell’incendio. Vuol dire che ha già evitato di incollarlo altre volte?è forse questo il loro gioco?
Quoto sia il “però” di Poggy che il “molto spoiler” di Anna, letture entrambe plausibili.
E, a questo punto, chiedo a Cicciolina, se mai dovesse ritrovarsi in compagnia dei Nostri, di chiedere delucidazioni in merito.
Visto tempo fa. Il film di per se non è male, però il twist l’avevo capito dopo 5 minuti, anche se era talmente ovvio che forse non era intento del regista fare la sorpresa boh. Cmq fanno film decenti ovunque tranne da noi…
Io ammetto che mi sono lasciata intortare dal twist (a posteriori più che ovvio), ma a mia discolpa devo dire che alla prima visione mi approccio ai film in maniera totalmente passiva, tipo “prendimi per mano e raccontami la tua storia”, se comincio a fissarmi sui dettagli e ad anticipare le mosse vuol dire che qualcosa si è rotto (insomma, usa tutti i cliché che vuoi ma usali bene).
Comunque. Non il capolavoro che hanno detto alcuni ma a me è piaciuto, d’altronde mi piace anche Seidl, quindi tutto regolare.
(la butto lì: restando in Austria, un film secondo me potenzialmente molto calcistico è “Angst” di Gerald Kargl http://www.imdb.com/title/tt0165623/?ref_=nv_sr_2 , in meno di un’ora e mezza ti scarica addosso una discreta vagonata di disagio e violenza con tanto di necrofilia, se non ricordo male)
E’ Funny Games senza il funny.
E comunque… w la famiglia tradizionale con mamme psicotiche e figli sadici ed i suoi sani valori.
Per me è un no. E’ una specie di Shyamalan movie ma senza la sua perizia nel costruire/depistare col twist finale. L’idea poteva anche reggere, ma ci sono troppe scene inutili e di raccordo e ritmo inesistente: alla fine non è appassionante né come thriller (zero tensione) né come dramma (zero empatia vs personaggi). Per me è uno di quei rari casi in cui un eventuale remake USA potrebbe superare di gran lunga l’originale (ipotizzando lo diriga un David Fincher e ipotizzando che non hai visto questo). Insomma, morale della favola non basta avere l’idea per un buon corto e allungarlo a dismisura senza altre idee per fare un buon lungo. Poi le scene di tortura paragonate alla tensione che sapeva creare Haneke sono davvero robetta.
Semplicemente…
SPOILER
SPOILER
SPOILER
movies sul tema doppio/schizofrenia c’è ne sono ormai a bizzeffe, e tutti fondati più o meno sugli stessi meccanismi narrativi (lancio lì un “The Machinist” qualsiasi). Dopo che uno si legge Fight Club (senza andare a scomodare Agotha Kristof, qui saccheggiata impunemente e a sproposito) è scafato a vita rispetto a certi twist.
Quanto all’ambientazione: anche lì, nulla di nuovo (butto là una “Canicola” o un “Dogtooth” qualunque).
FINE SPOILER
….NO. Anch’io mi sono un po’ rotto il cazzo di queste minestre.
Agotha Kristof e “c’è ne sono” nello stesso post non si possono proprio vedere. Ma è la legge del contrappasso. Chiedo venia.
SPOILER
Le scene di violenza fisica secondo me sono così disturbanti perchè il regista prepara lo spettatore nella prima ora esibendoci la vittima in tutta la sua fragilità. La madre è mostrata prima con le bende, poi completamente nuda, stanca, fiaccata. Prende pastiglie (forse per il dolore, forse per la depressione)….dorme quasi sempre e riceve al massimo una telefonata al giorno. La violenza da più fastidio per questo: è debole, vulnerabile, viene torturata proprio dove lo spettatore s’è abituato a vederla prima tumefatta, convalescente e poi guarita e integra (nell’epidermide)…
L’incidente dove è morto il figlio deve essersi verificato al massimo un anno prima (ad un certo punto del film i gemelli guardano sul portatile un filmato della madre spensierata e sorridente che fa una sorta di provino a distanza (“per me è la prima volta”)e il nome del video dovrebbe indicare allo spettatore che è del 2013).
E qui entrano le incongruenze. Lei è una presentatrice televisiva di giochi a quiz alla Hunziker. S’è fatta un’operazione di chirurgia plastica per ritoccarsi il naso e tirare la pelle (l’attrice e il suo personaggio dovrebbero avere sui 35 anni) e questo lo si capisce dal fatto che vengono mostrate ad un certo punto due fotografie del suo viso attaccate alle pareti della sua stanza dove vengono evidenziate a penna le zone dove l’operazione andrà a intervenire (e in quelle foto scattate il suo viso è integro). L’aspetto poco chiaro è com’è possibile che sia diventata popolare in cosi poco tempo e perchè abbia avuto bisogno di un intervento chirurgico per rilanciare la sua carriera. Sempre alle pareti ci sono attaccate delle pagine di un periodico con un servizio (intitolato nella mia casa) dedicato alla madre che si mostra al fotografo rilassata e orgogliosa nelle sue stanze. I gemelli invece in internet scoprono che la madre ha messo un annuncio per vendere quella stessa casa. In un anno praticamente c’è stata l’inizio della carriera di conduttrice della madre,il servizio fotografico, l’incidente e la morte del figlio, il divorzio dal marito, il tentativo di vendita della casa e l’intervento chirurgico. Qualcuno ha compreso meglio la tempistica in cui si sono svolte le cose?Gli indizi che il regista inserisce servono a confondere lo spettatore?
Personalmente l’ho trovato pessimo.
SPOILER così fin da subito.
Che uno dei due fratelli esista solo nella mente dell’altro si capisce inequivocabilmente nella prima scena in cui parlano con la madre (penso sia il minuto 5 del film o giù di lì). Per tutto il resto del film il regista rimane ostinatamente aggrappato a questa idea, l’unica che c’è, e continua a lavorare sui relativi indizi e sulle ambiguità, che tali purtroppo non sono più da mò, con il risultato di apparire patetico (di farti venire voglia di gridargli “abbiamo capito, basta dai, sul serio”).
Torture finali sgradevolissime in pieno stile frustrazione crucca da sfogare, la stessa gente per cui per lungo tempo il concetto di porno erano film di gente che mangia la merda per capirci.
Ritmo troppo lento per i pochi contenuti che ha, e a me piacciono gli horror/thriller di pura costruzione e atmosfera.
Alla fine è tutto didascalico e non ha nemmeno il coraggio di cambiare le carte in tavola in extremis. Nella scena a fine film in cui il fratellino finto aspetta che sia il fratellino vero a raggiungerlo e sovrapporsi ad esso per dar fuoco alle tende: a quel punto avrei quasi preferito che mandasse all’aria il “””colpo di scena””” che ormai aveva telefonato da almeno un’ora e ribaltasse le carte, almeno mi avrebbe in qualche misura sorpreso. Certo così è rimasto coerente fino alla fine con l’impostazione, peccato che in tal modo dopo i primi 5-10 minuti non c’era più un reale motivo per continuare a guardarlo.