Nel 1990 ho comprato il mio primo numero de L’Uomo Ragno edizioni Star Comics. Era il numero 50, “La risposta finale”. Ho continuato a leggere la serie per ventiquattro anni della mia vita e ho smesso prima di arrivare al quarto di secolo. Anche un po’ infastidito, se devo dirla tutta. Colpa di Dan Slott e dei suoi cicli sempre più forzatamente cool, hip, la classica roba scritta da un quarantenne che vuole essere figo e al passo coi tempi e finisce per sembrare il Paninaro del Drive In che tenta di cuccare a un concerto di Sfera Ebbasta.
Più o meno nello stesso periodo, sulle pagine di Ultimate Spider-Man, Peter Parker muore e viene rimpiazzato da Miles Morales. Anche questo evento mi respinge, perché è Peter Parker il motivo per cui ho letto tanto a lungo un fumetto di supereroi fino ad arrivare all’età adulta. Insomma, passa il tempo e vedo che da una parte ho fatto bene a mollare: Peter muore anche nell’albo classico, risorge, diventa ricco sfondato tipo Tony Stark. Dan Slott infila una serie di puttanate con le quali dimostra palesemente di non capire un cazzo del personaggio. Dall’altra, invece, un po’ me ne pento: Miles sembra incarnare quella leggerezza e innocenza delle prime storie di Lee e Ditko che si è persa ormai da decenni nelle storie classiche.
Lo so, vi sto annoiando con dettagli nerd, ma c’è un motivo per cui ho fatto il previously on della mia avventura di lettore di Spider-Man. Il motivo è questo: indovinate un po’ qual è stato il ciclo di storie che mi ha definitivamente allontanato da L’Uomo Ragno? Esatto, Spider-Verse.

“Non me l’aspettavo!”
Dunque, per lo meno sulla carta, Spider-Man: Un nuovo universo avrebbe dovuto essere un po’ la mia bestia nera. Un film d’animazione che univa le origini di Miles Morales al ciclo di Slott che mi aveva spinto a lasciarmi alle spalle un’intera fetta della mia vita? Pareva quasi che la Sony, nel tentativo di vendicarsi degli hacker nordcoreani, avesse per sbaglio hackerato il mio computer e concepito un film con la precisa volontà di indispettirmi.
Poi però ho visto i trailer. Ho visto la scena dopo i titoli di coda di Venom (la cosa migliore di Venom a mani basse). Ho iniziato a sospettare che la Sony avesse imbroccato la strada giusta. Il sospetto si è fatto praticamente certezza quando ho visto la prima mezzora del film a Lucca Comics. Un design originale, tra la dinamicità dell’animazione al computer e la piattezza dei fumetti (con uno sguardo in particolare allo stile di Sara Pichelli, co-creatrice di Miles). Un amore sconfinato per la rogue gallery di Spider-Man, con facce note che spuntavano un po’ ovunque (tipo Lapide e Prowler, per dirne due). Dialoghi scoppiettanti (sì, ho usato questa parola), grande ritmo e voglia di sovvertire le aspettative.
Ma soprattutto, cazzo, una cosa che davvero non mi sarei aspettato dal connubio “Miles Morales + una saga brutta di Dan Slott”: un Peter Parker quarantenne, sovrappeso, separato da Mary Jane. Vi spiego perché, da fan e lettore Marvel, questa è una cosa importante: circa dieci anni fa, il direttore della Marvel Joe Quesada decise che non gli piaceva che Peter stesse diventando adulto, che fosse felicemente sposato, avesse un lavoro da insegnante di scienze e una stabilità faticosamente raggiunta dopo anni di tragedie. Decise che Peter doveva tornare “giovane”, moderno, al passo coi tempi. Traduzione: un coglione con un lavoro precario, che vive da sua zia e non riesce a far quadrare i conti. Improvvisamente, un personaggio che era giustamente invecchiato insieme ai suoi lettori e che era sul punto di diventare molto interessante per tutta una serie di nuove ragioni, era tornato “alle basi” nella maniera più artefatta e sbagliata. Faccio un esempio a caso (no): a Quesada non andava giù che Peter non fosse single, ma non voleva un divorzio da Mary Jane perché un uomo divorziato sarebbe sembrato ancora più “vecchio”. Di concerto con Slott ideò dunque un geniale “annullamento” del matrimonio dall’esistenza (non sto a spiegarvi perché e per come).

Questa la capite se avete visto il film.
Quello che fa Un nuovo universo con il personaggio di Peter Parker è dunque, semplicemente, raccontare cosa sarebbe successo se Quesada e Slott avessero proseguito a fare le cose che riuscivano loro meglio, ovvero rispettivamente disegnare e lavorare al banco salumi della Conad. Il Peter Parker che troviamo qui – lo ripeto, un quarantenne separato sovrappeso depresso – è la versione più clamorosa del personaggio che io abbia visto da molto tempo. Del Peter Parker che troviamo qui vorrei leggere le storie fino a farmi cascare gli occhi.
Di questo dobbiamo ringraziare Phil Lord e Christopher Miller, il primo sceneggiatore (insieme a Rodney Rothman) ed entrambi produttori. Due che, negli ultimi anni, hanno dimostrato come si possa mantenere una precisa visione autoriale pur sfornando a ripetizione film da studio all’interno di ben noti franchise. Due che, non a caso, sono stati licenziati da Solo: A Star Wars Story perché evidentemente troppo bravi e originali.
Lord e Rothman si sbarazzano, per una volta, di tutto il comparto “poteri e responsabilità” (è sotto traccia ma non serve ribadirlo) e si concentrano su un altro aspetto importantissimo di Spider-Man: il suo essere un simbolo dell’eroe che si nasconde in ognuno di noi. Se Superman agisce a volto scoperto, l’Uomo Ragno indossa una maschera integrale, dunque può identificarsi con chiunque e qualunque etnia o genere. Un nuovo universo sfrutta questa bella intuizione e moltiplica per davvero le Spider-persone (tutte straordinarie, per altro, perfettamente definite anche se il vero focus sono i due Spider-uomini classici), ne moltiplica le etnie, i generi, persino le specie!
Ci dice che tutti possiamo diventare eroi, ma non ce lo dice nel solito modo. Ce lo dice facendoci divertire un casino, raccontandoci una galleria di personaggi uno più iconico dell’altro, offuscando il confine tra bene e male, giusto e sbagliato (persino Kingpin ha una ragione condivisibile per fare quello che fa, e il suo piano, più che malvagio, è sconsiderato). Una complessità morale che è tipica dell’animazione americana moderna, che rispetta pienamente le direttive di Stan Lee e che ci regala un arco di crescita dell’eroe che non è pura maniera, ma vero scavo psicologico.
Spider-Man: Un nuovo universo è il miglior film sull’Uomo Ragno mai fatto. E se per la fine non reclamerete anche voi a gran voce uno spin-off su Spider-Ham, vuol dire che non avete un cuore.

Vincitore morale.
DVD-quote:
“Il miglior film sull’Uomo Ragno mai fatto”
George Rohmer, i400Calci.com
“Troppo giusto!”
Enzo Braschi, DoppiaLibidine.com
Tutto vero.. Scrittura brillante ma non troppo e realizzazione tecnica assolutamente originale e spettacolare. Finalmente c’è qualcosa di notevole sul ragno per chi come me legge pochissimi fumetti.
Confermo la DVD-quote di George.
Avendo visto anche Aquaman, quest’ultimo a confronto ne esce con le ossa molto rotte nell’ambito fil di super eroi (fermo restando che trionfa nella macrocategoria “tamarrata pazzesca – bravo James Wan – Momoa best buddy di tutti noi”)
confermo e rilancio: troppi, troppi ottimi dettagli non hanno nessun tipo di evidenza o “spotlight”, sono distribuiti con le mani bucate di chi sa di averne tanti e non doverli stiracchiare all’infinito per tirare il finale… servono visioni aggiuntive e progressive.
unico punto (per me, vagamente) non all’altezza: la caratterizzazione enormemente stereotipata e bidimensionale della madre di PP. (ripeto, veniale).
altro punto emozionante (uno tra tanti): non c’è il “romantic interest”!
bene bravi bis.
>> la madre di PP
naturalmente ip intendevo “la madre di MM” :)
Sottoscrivo ogni parola, comprese le analisi del lavoro di Quesada e Slott.
@George: io spero sempre che il ciclo “Renew your Vows” riporti la famiglia Parker nella continuity ufficiale!
Ecco, quella è una parte che non conosco. Sapevo solo che faceva parte del multiverso nato prima della fusione tra 616 e Ultimate. Esiste ancora?
— RISCHIO DI SPOILER —
Esiste ancora eccome!
Anzi, in Spidergeddon (saga appena conclusa, seguito del tuo odiato Spider-Verse, nonché “casualmente” uscita parallelamente al film) Annie Parker/Spiderling – la figlia di Peter e MJ in Renew Your Vows (Terra-18119) – ha un ruolo parecchio importante.
Così come un ruolo importante ha anche May “MayDay” Parker, la figlia di Peter e MJ di Terra-982 e protagonista della testata Spider Girl di DeFalco e Olliffe di fine anni 90.
Alla Marvel non si butta niente, come nel maiale. :)
— FINE RISCHIO DI SPOILER —
Dai una chance a Dan Slott, prima o poi. Anche a me l’annullamento del matrimonio ha fatto incazzare, specialmente perché veniva dopo quel capolavoro che era la run di Straczynski e Romita, ma poi migliora.
Ora è su Tony Stark – Iron Man e lo trovo più che godibile.
I miei due EuroCents.
E comunque per quanto riguarda l’argomento dell’articolo sottoscrivo in pieno: il miglior film su Spider-Man mai fatto. Hands Down.
Ogni fotogramma trasuda amore per il personaggio.
Io però fossi in Leo Ortolani un po’ sarei incazzato… lo spider-suino è IDENTICO, naso a parte.
Mah sai, l’ho letta da altre parti questa cosa. Io durante il film non ci ho proprio pensato, anche perché Spider-Ham è un personaggio del 1983 e nel film cita apertamente i Looney Tunes se mai. Secondo me è un puro caso che assomigli a Rat-Man.
-“that’s all folks”
-ma si può dire?
BRAVI!
In realtà Slott c’entra poco o nulla con One More Day. Erano Quesada e Straczynski, che poi litigarono.
Sì vero, su One More Day hai ragione, Slott era nel team ma non l’ideatore originario.
Stracz le sue cazzate le ha fatte, ma OMD è pura volontà di Ciccio Quesada. Maledetto.
Cosa mi avete ricordato……la peste alle loro famiglie per One More Day
non scherziamo sulla peste
non scherziamo sulla peste!
non scherziamo!
bella rece, grazie.
la visione merita senz’altro da un punto di vista tecnico (poi il genere può piacere o meno)
Concordo.
Film PAZZESCO (e non solo dal punto di vista visivo).
La dimostrazione che non ti devi inventare chissa’ cosa. Alle volte occorre solo sviluppare una bella storia e soprattutto…raccontarla BENE.
E ad occhio e croce e’ proprio quello che hanno fatto.
E quel che sembrava un bizzarro cross – over da fanfiction si e’ tramutato in qualcosa di UNICO E SPETTACOLARE.
Tutti riusciti, i personaggi. Persino Tombstone/Lapide e Prowler. Quest’ultimo e’ STREPITOSO.
Il miglior film del 2018 e’ arrivato proprio all’ultimo.
Ok, definirlo il miglior film dell’anno e’ probabilmente esagerato. Ma se alla prossima Notte degli Oscar non vince quello come miglior film di animazione al posto della solita Disney…giuro che mi incazzo e pianto giu’ un macello.
Mi hai definitivamente convinto a vederlo. Però complimenti per l’occhio lungo: il trailer, con la scena del “ti voglio bene papà”, me l’aveva fatto pericolosamente ammosciare.
P.s. Dan Slott deve avere seri problemi di schizofrenia: anch’io leggendolo sull’Uomo Ragno l’avevo odiato fortissimo; poi ho scoperto il suo breve ciclo di Silver Surfer (che ti consiglio tantissimo), e c’è una differenza qualitativa spaventosa
Secondo me su Silver Surfer la collaborazione con Allred andava oltre il semplice disegno. Ma non ho le prove, è un parere mio.
Solo una cosetta da dire: avrei voluto più spazio per Spider Man Noir/Nic Cage (ma solo per lasciar sfogare il nostro Nic!): bravi però gli adattatori che hanno chiamato Pasquale Anselmo a doppiarlo.
Adesso sono qui che aspetto un seguito con tanti altri uomini e donne ragno (tipo Silk, per esempio).
Anche 2099 e, soprattutto, SUPPAIDAMAN!
@george, è appena finita l’era slott. La prima operazione del nuovo autore è stata il ricongiungimento di Peter con MJ. Penso si possa ritornare alla lettura dei fumetti.
Ho iniziato a leggerlo, il primo numero è carino. Però non sono convinto che sia l’antidoto giusto, nel senso: anche Brand New Day partiva da premesse simili, a parte l’allontanamento di MJ. Preferirei che si dimenticassero tutta sta roba e riprendessero dove Peter era professore di scienze :) Comunque gli darò una chance.
Me l’aspettavo una eccezione meritevole in Questa Sede, il film è troppo clamoroso!
Nerd confession: il mio primo numero di Spider-Man l’ho comprato nel ’92 e ho droppato poco dopo la Saga del Clone. A Slott e Straczynski non sono mai arrivato, ma ho letto dei loro contestati cicli e a maggior ragione condivido il tuo apprezzamento per questa versione “giusta” di Peter Parker (ancor più giusta visto che nella bellissima scena post-credit specificano che è quello di Terra 616 dunque ufficiale, se non ho visto male).
Se sia il migliore non lo so, sono ancora legato al secondo di Raimi e il revisionismo di Homecoming mi è piaciuto, ma che sia la cosa migliore si potesse fare OGGI con Spider-Man per il momento direi di sì.
Sì ma… Quando scrivi “all’arrivo di Morales io smetto perché Peter Parker era il motivo percui seguivo da anni USM” io mi arriccio il naso, perché PP dell’ultimate (creatura di Bendis) era un adolescente diversissimo da quello originale… Secondo me USM l’hai letto poco
Ho letto tutto il ciclo di Bendis/Bagley e, boh, a parte ovvi aggiornamenti non ho trovato Peter così diverso. Anzi, avrebbero potuto fare ben di più col personaggio ma non hanno osato. E infatti lo hanno capito solo dopo e hanno corretto il tiro inventandosi Miles.
Concordo su tutto per quanto riguarda film e fumetto.
Io ho mollato la lettura regolare del ragno proprio con One More Day, ma non è la peggiore della run di Strazinscki: vince a mani basse peccati dal passato, la rivoltante e abominevole storia in cui si scopre che Gwen l’aveva data ad Osborn e dalla relazione erano nati due figli, e quindi Norman l’avrebbe uccisa per avere i bambini e non per farla finita con il suo più grande nemico (peggior retcoon per le motivazioni di un omicidio di sempre, forse solo Freezer che ha massacrato i Sayan non perché li temeva come nemici, ma perché è stato mandato dal gatto viola di Super lo batte). Ah, per chiudere questo mega Off Topic: Mary Jane sapeva tutto. Identità di Goblin compresa. Ridicolo.
Ok, vado a rinchiudermi nella mia fumetteria di fiducia dopo questa sparata Nerd.
Originariamente i figli dovevano essere di Peter, poi Quesada mise il veto sulla cosa e il “colpevole” diventò Norman. Mi pare di ricordare che Straczynski accettò convinto di poter retconnizzare questa storia proprio con One More Day e infatti cambiò la sceneggiatura degli ultimi due numeri, ma quando ormai era tardi (il Brand New Day con tutte le sue robe era già stato pianificato e in parte prodotto e stava già per partire) e senza il consenso di Quesada. Inoltre la soluzione di Strac avrebbe complicato ancora di più le cose (morte di Gwen annullata e casini a cascata che altro che matrimonio sì o matrimonio no). Da questo l’imposizione di Quesada e il mezzo disconoscimento da parte di Straczynski della storia.
Cristo, ci credi che la storia di Gwen/Osborn l’avevo rimossa? Per un po’ ho vissuto in un mondo ideale in cui non era mai avvenuto. Che brutta cosa. E dire che il ciclo Straczynski/Romita era così bello.
@George per me il meglio sul ragno resta DeMatteis, con capolavori come L’Ultima Caccia di Kraven e la saga di Harry Osborn (buttata nel rusco proprio da OMD). Peccato che dopo sia arrivata la saga del clone.
Film piaciuto tantissimo. Davvero sorprendente. Ero convinto che fosse stato anche diretto da Lord e Miller perché ha quello stesso ritmo irresistibile che non rallenta mai del film dei Lego (e un po’ anche di 21 e 22 jump street).
I primi 45 minuti sono davvero una delle robe più sorprendenti mai viste.
Leggera battuta d’arresto quando vengono introdotti spiderpork e peni(ahahah) Parker. Cioè simpatici ma un po’troppo sopra le righe, buoni per fare una gag ma poi sembra che il regista non sapesse più come usarli e infatti diventano marginali per il resto del film. Avrei preferito avessero introdotto l’uomo ragno 2099 o altri tizi del genere.
Vabè comunque son dettagli. Filmone. Spero facciano il seguito
P.s. quando Miles morales scappa dalla polizia con Spidey trentenne sfatto e alla radio della polizia si sente “un tizio vestito da spiderman sta trascinando per le strade il cadavere di un barbone” ho riso fortissimo.
Ho praticamente il tuo stesso percorso di lettore dell’Uomo Ragno e approvo ogni tua singola parola su film e fumetto.
Io smisi durante il Brand New Day, quando Slott era uno dello Spider-Trust e non il plenipotenziario. Comunque lui mai piaciuto (in coppia ai disegni con Ramos penso sia il massimo dello schifo raggiunto nelle decennale carriera del personaggio).
Ho recuperato qualche storia qua e là, inclusa Spider-Verse che ti ha fatto ribrezzo. Contiene di fatto tutti i problemi di Slott come autore del Ragno: gli spunti narrativi ci sono anche, l’idea di vedere tutti i Ragni alternativi è bella e divertente, peccato che Slott la realizzi coi piedi e passa metà del tempo a far vedere quanto è fico e edgy il “suo” Superior Spider-Man. Infatti è bastato avere scrittori decenti per utilizzare meglio uno spunto ben fatto (simile a questo film ci sarebbe Spider-Men con Miles che incontra il Peter Parker classico e che è infinite volte meglio di Spider-Verse)
mi fa piacere per il premietto, l’ho visto qualche giorno fa e l’ho trovato un gioiellino, sia sotto l’aspetto tecnico: non voglio dire che stiamo dalle parti del primo toy story come innovatività dell’animazione ma stiamo da quelle parti lì e anche sotto l’aspetto narrativo, ho adorato il peter adulto “sfatto” era una vita che volevo che il personaggio toccasse queste corde, ma nei film in live action continua a diventare sempre più piccolo.
comunque forse un pò confusa e lunga la parte finale, ma comunque quisquilie, quando in futuro qualcuno vi chiedera’ un esempio concreto del termine “POP” indicategli anche questo titolo.
miglior cosa del 2019…film spaziale
In pieno ritardo… ma quoto i commenti positivi, spettacolo!
Arrivo lungo sulla questione, visto solo ieri, ma sono stato veramente folgorato sulla via di Damasco.
Un film sensazionale che fa onestamente sembrare vecchio tutti i film di supereroi visti recentemente (compreso lo spiderman live action e i tanto decantati Deadpool e I guardiani della galassia).
l’innovazione a livello di animazione, la cura del dettaglio, i mille riferimenti/citazioni mai leziosi o gratuiti (es. quando Miles apre la rubrica appare il nome della sua creatrice Sara Pichelli) sono straordinari ed al servizio di una storia solida, bella e interessante che recupera il meglio dello spirito di spiderman e mi ha fatto tornare a re-innamorarmi del personaggio.
Personalmente vorrei che tutti i film di supereroi futuri fossero come questo (a livello di stile e di freschezza) dato che reputo il ciclo live action ormai agli sgoccioli nonostante i numeri roboanti. O perlomeno che ci sia una maggiore quantità di prodotti in questo senso.
blasfem
blasfem!
Meritava Oscar!