Cominciamo mettendo in chiaro una cosa importante: The Apparition è un film con degli attori.
Sigla!
httpv://www.youtube.com/watch?v=GYyOkQUyJZM
The Apparition, dicevo, è un film con degli attori. Per quelli di voi abbastanza ma non troppo incuriositi da questo incipit, c’è un trailer che racconta sul film più cose di quante ne faccia il film stesso. Per quelli di voi, invece, che dopo la visione del trailer hanno esclamato: «Ah! Il solito horror da quattro soldi», vi sbagliate, The Apparition è qualcosa di più, una sorta di collage di tutto quello che c’è di sbagliato e doloroso negli horror da quattro soldi di oggi. In un certo senso, The Apparition è perfetto, dalla sceneggiatura giù giù fino all’ultima inquadratura; la parola “perfetto”, ovviamente, non è usata necessariamente come sinonimo di “buono”, “bello”, “interessante” o “valido”.
Il problema è che l’opera prima di Todd Lincoln, regista e sceneggiatore che si chiama come la moglie di Abraham Lincoln senza il “Mary” all’inizio, non è tanto un film quanto un bigino di tutto quello che sta facendo male all’horror in questi anni, ma che in qualche modo riesce a convincere gli spettatori disattenti che il genere non sia agonizzante ma anzi goda di ottima salute. Quella varietà di pellicola spaventerella (cit.) che viene costruita a tavolino secondo regole di marketing testate dagli Studios a suon di titoli tipo The Possession o The Presence, nella convinzione che esista un algoritmo del successo e che il pubblico medio sia completamente scemo. Dove nello specifico il pubblico medio è quello dei/delle sedicenni che orbitano tra Twilight, un disco dei Bullet for My Valentine e Paranormal Activity.
E sì, è tutto vero, non sto campando per aria alcuna interpretazione. Volete la prova? Qui sotto trovate, tradotto per la vostra comodità, un DOCUMENTO UFFICIALE che ho sottratto dalla cassaforte blindata della Dark Castle e che dimostra inoppugnabilmente la natura disonesta e attaccaticcia di questo progetto. Siete i benvenuti.
Problema: abbiamo bisogno di liberare Ashley Greene dell’ombra ingombrante di Twilight
Come già accennato nella plenaria in piscina di settimana scorsa, ci troviamo tra le mani una patata bollente [sic]: un’attricetta isterica e terrorizzata dalla sindrome-Star Wars, che il consigliere Strugatsky propone, vista la contingenza, di ribattezzare sindrome dell’alpaca.
[il consigliere Oreo provvede, tra un biscottino e l’altro, a ricapitolare per i nuovi arrivati di cosa stiamo parlando, illustrando con mirabili esempi il rischio che ogni attore scarso il cui nome è però inestricabilmente legato a una saga famosa corre: quello di rimanere intrappolato nel personaggio per sempre]
Si provvede a votare per alzata di mano il genere di progetto da tirare in piedi in fretta e furia per regalare a detta patata la sua ora e mezza scarsa di celebrità. Scartati “il porno con i criceti” e “la bromance al femminile che termina con lei e l’altra che saltano in un dirupo con l’automobìl”, rimane “l’horror in mutandine“. Informata della decisione, il sottoscritto telefona a un amico del figlio: troviamo così il nostro regista, esordiente e senza autorità, uno che ci giri tutto quello che gli diamo in mano senza farsi domande né spostarsi di un millimetro dall’esecuzione standard dell’horror in mutandine.
Dove si decide che cosa razzare per costruire il film
I nostri creativi, nella figura di Omorzo la scimmia, hanno cagato depositato i loro escrementi espresso un parere inoppugnabile: servono fantasmi, servono case stregate, serve la scienza in cantina degli anni Settanta. Il mio commercialista aggiunge che, in tempi di mutui non concessi e bolle immobiliari, minare le sicurezze degli americani inscenando per l’ennesima volta la manfrina del focolare domestico che si ribella e diventa luogo del terrore è un ottimo modo per far schizzare, in prospettiva, il mercato degli affitti alle stelle; il mio commercialista ha tre appartamenti ad Akron, Ohio, e vuole sbolognarli a studenti fuorisede, se possibile.
Si propone quindi di sorprendere tutti pescando dal passato glorioso invece che strizzando all’inverosimile un presente ingannevole. Si metta agli atti che The Apparition – si metta intanto agli atti che il film si chiamerà The Apparition, ché m’è appena venuto in mente – sarà una scopiazzatura quasi filologica di… Poltergeist!
[esprimiamo con viva e vibrante soddisfazione la certezza che Ashley Greene non farà la fine di Heather O’Rourke. Alleghiamo diapositiva che ne dimostra l’invidiabile stato di salute]
Mozione del consigliere di maggioranza Dorando Petri (trascrizione)
«Signori, credo che vi stia sfuggendo un particolare: non possiamo limitarci a copiare un film degli anni Ottanta che il nostro target manco sa che esiste: ci serve la modernità! L’attualità! L’oggi! Propongo dunque di inserire a verbale i due seguenti punti:
1. il found footage. Il pubblico ha dimostrato di gradire. Avete visto quanto ha fatto l’ex consigliere Peli
[la riunione viene interrotta per qualche minuto; il consigliere Faniugli viene soccorso in seguito a un attacco di risa convulse]
l’ex consigliere Filamentidicheratina con i suoi Paranormal Activity! Dobbiamo però evitare il rischio di plagio. Propongo dunque di inserire il FF con questo espediente: ci sono dei tizi che fanno una seduta spiritica per evocare un fantasma e la riprendono tutta perché certe cose vanno documentate! E ci aggiungiamo che questo fantasma torna trent’anni dopo a infestare la casa della nostra Patata e del suo fidanzatino, il quale, preso dalla paranoia in seguito all’accidentale morte nella sua cucina del cane del vicino lì presente per nessun motivo plausibile, decide di installare una serie di telecamere di sicurezza per casa! Todd Lincoln sarà sicuramente in grado di affiancare girato normale e girato sgranato per dare fluidità e coerenza alla narrazione, nonostante essa stessa saltabecchi senza soluzione di continuità tra uno stile e l’altro! Infine, e qui concludo il mio intervento, mi permetto di suggerire il nome del montatore: il nostro collaboratore di lunga data Tiresia. Vi ringrazio dell’attenzione».
[applausi. Nessuno sembra accorgersi dell’assenza del punto 2. La riunione prosegue]
httpv://www.youtube.com/watch?v=jMtTq62Cioo
Viene proposta dunque una sinossi
Ashley Greene che si chiama Kelly e il suo fidanzato Sebastian Stan che si chiama Ben e che anni prima ha evocato un fantasma cattivo si trasferiscono in una casa assolutamente identica a quella di Poltergeist, nella quale, dopo lunga profusione di mutandine e scene suggestive in doccia nelle quali però non viene mostrata manco mezza tetta della signorina Greene, arriva il suddetto fantasma. Esso fa cose brutte: fa crescere la muffa sul soffitto, sposta la cassapanca in camera da letto, apre e chiude le porte a caso, lega tra loro le sciarpe nell’armadio. Uccide probabilmente il cane del vicino. Kelly e Ben litigano per colpa di ciò. Patrick, vecchio compagno di evocazioni di Ben…
[Uan di Bim Bum Bam alza la mano e propone di affidare il ruolo di Patrick a un residuato della saga di Harry Potter, Draco Malfoy, così da contribuire al fattore teen. La mozione viene accolta e ribattezzata “il punto 2”]
… con il quale ha rotto i rapporti a seguito della morte della prima fidanzata di Ben, ricontatta il nostro protagonista, fa con lui la pace e insieme decidono di costruire un triccheballacche biomagnetico che amplifica i loro pensieri, allo scopo di scacciare il fantasma. Le cose andranno malissimo, [qui ci inseriremo una scena scopiazzata da Drag Me To Hell, magari proprio nel finale], tutti moriranno, titoli di coda.
MOLTO IMPORTANTE: non dimenticare di spingere molto sulla leva di marketing di cui si è discusso nella pausa caffè.
Visto? E per semplicità ho pure omesso alcune parti superflue di questo documento-verità! Tipo il sextape di Ashley Greene. Ma comunque, visto che non scherzavo? The Apparition è un film costruito con il Polygen. Cosa si salva?
• Ashley Greene: ha un culo spettacolare e rimane in mutande per una buona metà del film; Todd Lincoln la riprende nove volte su dieci da dietro. Non vengono però proposti seni se non in versione PG-13. Doti recitative: non pervenute. È maschilista ricordarsi di un film solo perché chiappe, e riempire il pezzo di foto di suddette? È vero, Todd, e al riguardo ho un consiglio: la prossima volta fai un bel film, eh?
• Tom Felton: fa ridere vederlo in versione zecca intellettuale da libreria sul retro di un centro sociale. Maglione verdone oversize pelosetto, capelli sporchi, occhio spento, è l’unico attore quantomeno competente di tutta questa baracca. Purtroppo, il suo ruolo è marginale e si becca in totale forse quindici minuti di screentime, cinque dei quali in sgranatissimi filmati amatoriali.
• La durata: un’ora e venti di film, quaranta minuti dei quali sono spesi nella retroesplorazione delle doti di Ashley Greene. Sopportabile a meno che non abbiate il sonno facile, in tal caso potete seguire il primo atto – percentuale di chiappe: alta – e poi abbandonarvi tra le braccia di Morfeo.
• Gli spaventerelli fanno ridere: quando ci sono (SPOILER: quasi mai). Non voglio entrare troppo nello specifico, sai mai che vi venga davvero voglia di guardarvi questa robaccia, vi basti sapere che se siete fan del capezzolo turgido che erompe da tessuto tiratissimo, l’apice di tensione del film arriva quando Ashley che si chiama Kelly viene attaccata dal suo lenzuolo. Hilarity ensues.
Volevo però concludere questa desolante panoramica su uno dei peggiori horror degli anni ’00 con una nota di speranza: a fronte di uno script sì inattaccabile e di prove attoriali e registiche degne di svariati premi, The Apparition ha incassato appena 2 milioni di dollari* in America. È uno dei flop più terrificanti che mi ricordi, almeno nel genere “film della paura con attrice/ore famosa/o” e potrebbe dimostrare che non di solo merda si nutre il fan di Twilight. O che per portare al cinema il fan di Twilight non basta il volto di una sua beniamina ma ci vuole un guizzo: per quanto banale sia, Paranormal Activity ha avuto il merito di portare in sala quel target lì, che altrimenti il cinema di genere l’avrebbe sempre ignorato, sfruttando molto bene un trucchetto da quattro soldi. È questione di avere il senso dello zeitgeist e una buona dose di fortuna, che non significa solo avere culo altrimenti The Apparition avrebbe incassato gaziliardi di soldi.
(è ovviamente deprimente constatare che per parlare di horror mainstream nel 2012 dobbiamo fare ragionamenti sul marketing e sul come vendere un’idea, piuttosto che sull’effettiva qualità di un prodotto, ma che la situazione sia questa lo sapevamo già)
(auguriamo comunque tutto il bene del mondo a quella puttanaccia di Ashley Greene, che in fin dei conti abbiamo molto apprezzato)
Dvd-quote suggerite:
«Una volta avevo un buco del culo sul gomito e mi è servito di più di questo film: per esempio quando sei sbronzo e stai vomitando con la testa appoggiata sulla tazza del cesso e d’improvviso ti scappa anche da cagare, il buco del culo sul gomito ti può salvare la vita»
(Charles Bukowski, corrispondenza privata con Stanlio Kubrick)«Facci vedere il culo, puttanaccia»
(Il direttore del casting della Dark Castle, sentito da uno stagista che passava di lì)«Dai sbrigati a finire che devo guardare Adventure Time che me l’ha consigliato il Casanova»
(Stanlio Kubrick, www.i400calci.com)«Adventure Time SPACCA!»
(sempre SK)
*che sono comunque molti di più di quelli che vedrò mai in vita mia, e io il mio mestiere lo faccio bene. Cani.
Una vera merad! Guardare questo film e’ un errore che rimpiangerò per tutta la vita!
Ho cercato “il sextape di Ashley Greene” ma non ho trovato niente, solo
alcune foto…sig.
Guarda MJB, non ti sei perso nulla, me lo sono tenuto per me perché non mi sembrava niente di eccezionale, c’è la parte di sesso lesbo con plurime fotomodelle estoni minorenni ninfomani che è una noia che non hai idea.
Forse stai sopravvalutando i fan di Twilight: magari non sanno neanche chi sia Ashley Greene. In fin dei conti sulla locandina mica c’è scritto con “Alice di Twilight”.
Sto’ pezzo proprio nun se riesce a’ legge…
L’ho sempre tenuto per me, ma adesso posso fare outing e confessare che adventure time è una bomba!!
Grandissimi, abbracciamoci
Mh, supera addirittura la ruffianaggine de il mai nato, con le chiappe di quella in primo piano su ogni locandina manco fosse uno spot della nivea?
adventure time è una bombissima!
quoto Adventure in Time SPACCA I CULI!
Ero entrato apposta solo per scrivere che Adventure Time è una MERAVIGLIA, ma scopro che l’utenza calcistica come al solito ha degli ottimi gusti.
Diciamolo tutti insieme allora: grazie, Casanova, che hai fatto conoscere Adventure Time a Stanlio!
In realtà per portare in sala il pubblico di quel vomitodicane l’unico è metterci uno dei tre e non le seconde linee o indiani sulla sediarotella. Anche di altre saghe. E poi far urlare all’orriorie chi va a vedere Cosmopolis. Tutta la parte della riunione di consiglio è di una bellezza commovente. Vinsi una serie A schierando Morfeo – SuPiPPo – il povero Pisani, quando ancora nessuno sapeva chi fossero. Questo lo ricordo. Oblio sulla consolle.
Ciao Stanlio!
Volevo dirti che il film non me lo vedo mica, ma ad Ashley Greene ce ne darei finchè non mi spira tra le braccia!
Ma non siamo negli anni ’10??
Visto ieri sera, una c***ta pazzesca!!!
L’unico aspetto positivo è costituito dalla presenza di Ashley Greene, che non pensavo fosse così bona, avendola vista e conoscendola solo per Twilight dove non pare neanche lei.