Oggettino niente male e non facile da etichettare questo di Dave Parker, uno che deve farsi perdonare nientemeno che la prima stesura dello script di House of the Dead (non lo invidio).
Il protagonista, Tyler (Tad Hilgenbrink), è un fissato di film d’orrore dipinto come usava fare nei migliori film anni ’80: volto pulitino da bravo ragazzo, sani principi morali, e quel tipo di testarda ossessione che è una manna per chi vuole portare avanti una sceneggiatura. Un po’ meno per la sua ragazza che si sente giustamente trascurata e sublima come può (senza troppa fantasia).
Comunque: il nostro è intrippato con la leggenda di The Hills Run Red, un film talmente spaventoso che fu proiettato una volta sola e poi si persero le tracce di pellicola, regista e cast. Determinatissimo a diventare famoso come colui che l’ha ritrovato, Tyler ne segue le tracce e trova la figlia del regista, Alexa, interpretata da un canotto a forma di Charlize Theron (Sophie Monk): molto agilmente la lega al letto, la disintossica dall’eroina in un comodo montaggio di 60 secondi, e infine se la porta in gita insieme alla sua ragazza e al suo migliore amico per girare un documentario sulla ricerca del fantomatico film perduto. Ma salta fuori che non solo il regista è ancora vivo e interpretato dal grandissimo William Sadler, ma pure che il killer del film, Babyface, esiste davvero ed è in piena attività….
E il film – intendo quello di Dave Parker, quello che sto recensendo, non mandatemi in confusione – da qui in poi si diverte progressivamente a giocare con gli stereotipi del genere, abbracciandone e ribaltandone in continuazione in modalità random (i telefonini funzionano! Inaudito!) e mandando in tilt ogni punto di riferimento. E se all’inizio l’atmosfera ricorda vagamente i vecchi teen horror all’Ammazzavampiri, con aggiunta di dovuti omaggi alle leggende metropolitane sui video nasties, alla fine l’anarchia è tale da chiederti cosa minchia ci fa un prodotto del genere nella divisione DTV della Warner. Perché alla fine The Hills Run Red soffre proprio di questo: sembra partire perfettamente in tono con le solite puttanate major, con tanto di protagonisti bellissimi e violenza smorzata, ma pian pianino ingrana e infila trovate che per un prodotto del genere sono insolitamente trasgressive. E il Dave Parker in conferenza conferma che, pur essendo soddisfattissimo del prodotto finale e dal livello di interferenza creativa più basso di quello che si aspettava, ha comunque dovuto tagliare alcune delle sue pensate più malsane.
E quindi non so: per consigliarlo lo consiglio, ma così com’è ha momenti frustranti, e sappiate che da qualche parte c’è una versione uncut potenzialmente capace di spaccare definitivamente il culo. Speriamo che esca, e alla svelta.
DVD-quote suggerita
“Il primo horror coi telefonini che funzionano!!!”
Nanni Cobretti, i400calci.com
MI sono fermato al “canotto a forma di Charlize”…mai citazione è stata più giusta.. e che canotto!!!!