Premessa dolorosa:
Prima inquadratura. L’attrice protagonista è Cytherea. Cambia inquadratura. È solo Shera Bechard. Chiudo l’ombrello e mi preparo a guardare il film.
Trama: Una ragazza dell’est, informata della presunta morte della sorella per mano di orridi schiavisti dediti alla “tratta delle bianche” in Canada, decide di infiltrarsi nel giro e ammazzare (grazie a Jo per la segnalazione), uomo dopo uomo, tutti i responsabili del ferale gesto. Nella sua ricerca della vendetta incontrerà anche l’amore.
Più sintesi.
Trama: una ragazza vien dalla Russia a Toronto per beccare quelli che gli hanno presuntamente ammazzato la sorella (precedentemente avviata a LA PROFESSIONE). Gli spacca il culo a tutti.
Posso fare di meglio.
Trama: Bodycount. Con tette.
DIMENTICATEVI tutto quello che Park Chan-Wook vi ha insegnato sulla vendetta. CANCELLATE dalle vostre menti tutto quello che un film come Irrevérsible vi ha trasmesso. SCHIACCIATE ERASE e preparatevi a rispondere ad una sola, inequivocabile, domanda: possono i CAPEZZOLI assurgere al ruolo di sceneggiatori? Risposta: anche no.
Sweet Karma, infatti, è uno di quei prodottini furbacchioni che vorrebbero lasciarti a fine visione con un piacevole retrogusto barzotto tra le gambe. E in parte ci riesce. Non neghiamo la bravura del regista Andrew Thomas Hunt nel realizzare un film di genere (maschile) che più di genere non si può inanellando, uno via l’altro, tutti i passaggi fondamentali che caratterizzano opere in cui una donna appoggia le sedie in faccia alla gente. Il problema è che non basta mostrare un palo da Lap Dance circondato da GRANDI SENI per rendere la visione sostenibile per un’ora e ventisei minuti. Specie se il lato MORTE e DISTRUZIONE si manifesta in sporadiche occasioni, alcune delle quali al limite del ridicolo (tipo “come ti ammazzo il gangster cocainomane facendogli sniffare della candeggina in polvere”. Candeggina in polvere?! [a questo punto Miike si lasciava andare in una lunga disquisizione sul fatto che, se sei uno sceneggiatore nel 2010, non basta mettere una polvere bianca in una busta qualunque per farla sembrare cocaina. Il passaggio è stato tagliato in quanto dava adito a speculazioni circa la conoscenza di Miike dell’argomento. Nanni il puro]).
Non può nemmeno essere sottovalutato il fatto che la buona Shera (a proposito: se fai un film sul commercio del corpo femminile e poi te ne esci con un servizio su Playboy per pubblicizzare la pellicola, è evidente che stai mandando un messaggio. Ma è il messaggio sbagliato) è refrattaria al concetto stesso di recitazione. E dunque? E dunque l’immedesimazione, qualunque essa sia, di qualunque genere, viene del tutto meno: non ci si emoziona, neppure al basso ventre e tra lingerie bianca, autoreggenti e (pochina) violenza, il sentimento scompare. Il finale, poi, all’insegna del tarallucci e vino (+ volemose un sacco bene), non aiuta. Un film approssimativo, divertente per pochi minuti, con qualche schizzo di sangue, una o due trovate che però, nel complesso, non bastano a rendere il tutto sostenibile per l’intera durata.
Il problema sostanziale di per sé non è il trittico trama-tre-bicchieri (ora, dovete sapere che ho deciso di classificare i film in base alla scala della guida Michelin: in pratica un film “x bicchieri” indica il numero di stoviglie che posso andare a lavare lasciandolo in sottofondo, tornare e riuscire a seguire perfettamente la trama) + nudo abbondante + sangue copioso: in fondo se tutto questo è ben miscelato, l’intrattenimento è assicurato e le mie tre coinquiline (Loretta, Samantah e Ilianova) sono pure soddisfatte. Il problema sorge quando la quantità di tette e sangue è inversamente proporzionale al numero di bicchieri. E questo film ha un numero di bicchieri altissimo e un numero di SENONI molto basso. Il tutto condito con una tristissima velleità autoriale/di critica sociale che lo renderebbe un candidato perfetto per la rubrica della collega Dolores Fascinema.
Più sintesi.
Film brutto. Con poche tette.
DVD-quote suggerita:
Studio Aperto sa fare di meglio.
Bongiorno Miike, i400calci.com
io vorrei ricordare che sotto la quarta non può essere vero amore
@abraxas: in effetti la sceneggiatura pecca in questo senso.
“tratta delle bianche” è una delle cose più razziste che abbia mai sentito, dopo ovviamente “buchi neri”. Io voglio un mondo perfetto dove non si facciano distinzioni di colore di pelle, se deve essere rapita e rivenduta, che sia bianca o nera, deve essere fatto. Come la mettiamo allora con le francesi nere? Che fai tu rapitore le chiedi la cittadinanza?
*razzista
la lingerie bianca e’ il male.
@Cicciolina: guardandola ho pensato “Questa è maledetta… questa è del demonio…”
Bravo Miike, vedo che ci capiamo. Fra noi due scorre la magica energia dell’universo.
Sintesi per sintesi: a morte Nanni! W re Miike!
Scusami Miike ma, “decide di infiltrarsi nel giro e vendicare, uomo dopo uomo, tutti i responsabili del ferale gesto.” non significa che li vuole accoppare, casomai il contrario… O_o
Nanni seduto sulla sua Poltrona Del Potere in redazione, con lo sguardo stupefatto e due colpi di 45 al petto che gli stanno gocciolando via la vita (le leggi della fisica dei film sono attive, quindi Nanni è bene o male immortale fino a quando non ha terminato il monologo..), Miike entra trafelato con le Camel morbide prese dal famigerato tabaccaio a dorso d’asina con il protossido, entra e vede il massacro. Da una finestra spalancata sulla strada, un uomo sta correndo via.
Nanni esala le ultime parole “Miike….VENDICAMI.. e… e…” e gli occhi si appannano mentre con le ultime forze indica il dvd del film di Dungeons&Dragons sulla scrivania (si, quello con Jeremy Irons..)
Cosa fai? Corri dietro al tipo, o gli piazzi due colpi in mezzo agli occhi?
(NON considerare nell’equazione tutti i film che ti ha fatto recensire per via della curse, se no mi rendo conto che l’opzione torture porn scatta automatica)
:-D
@Jo: hai ragione. Capita infatti che ogni tanto la tastiera del 486DX2 su cui Nanni mi fa scrivere, si mangi alcuni passaggi. La correzione è d’obbligo.
dimenticavo! Bonus points nella recensione per Cytherea e l’ombrello.. in effetti già nella copertina ci si vede una certa somiglianza… occasione mancata?
In tutto e per tutto un film sprecato, insomma.. mi ha fatto tornare in mente Suicide Girls Must Die… altra vaccata totale… :-/
visto qualche sera fa al fun film festival di casa mia: ti quoto in toto miike!
il film è brutto. brutto e insulso.
ma io dico.. con delle tette così belle (perchè davvero trattasi di BELLE tette: eleganti, caucasiche e fresche) e qualche soldo per far schizzare un po’ di sangue, come si fa a sbagliare tutto? dico.. tutto!?
@jo: qui siamo almeno tre spanne sopra a Suicide Girl
@ll: CONCORDIAMO sulla qualità del double team di ciascuna attrice (e comparsa). il problema è che, appunto, ci si ferma a quello
SPOILER
ho notato però un certo timore nell’affrontare il tema dell’incesto, quel bacio potevano almeno portarlo a termine, così mi sa proprio di caga nel voler andare oltre
un piacevole retrogusto barzotto tra le gambe
Questa è arte. Grazie Miike.
“Preparatevi a rispondere ad una sola, inequivocabile, domanda: possono i CAPEZZOLI assurgere al ruolo di sceneggiatori? Risposta: anche no.”
“Il problema è che non basta mostrare un palo da Lap Dance circondato da GRANDI SENI per rendere la visione sostenibile per un’ora e ventisei minuti.”
“La lingerie bianca e’ il male.”
Io che apprendo queste notizie (in particolare l’ultima):
http://www.youtube.com/watch?v=zKkJPeDfoLY&feature=related
Cazzo, le tette della tipa in locandina sono da sborrata a tradimento!
Peccato che il film valga nemmeno una mezza sega…
Bonjour finesse!
E comunque, eccola qua:
http://sherabechard.com/shera/wp-content/uploads/wpsc/product_images/GS_5207(8×11).jpg
@ Hutch: delicatissimo.
@Banjo: notare lo sguardo intenso.
ho notato.grazie.
@Miike
Però nella foto postata da Banjo non ha le tette così piccole…
Io quasi quasi lo guardo.
Più culo, però !
Tutti insieme: Cu-lo ! Cu-lo ! Cu-lo !
Visto (col dito sul FFW, tanto chissenefrega della trama)
Ha ragione Miike!
1) Film brutto;
2) Poche tette (pochiiiissime in verità), ma porca pupazza, ma come si fà!!
3) Aggiungo che ‘sta Shera Bechard sembra fighetta nella locandina, ma nel film non è nulla di che, pare ‘na sciampista qualunque.
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Sullo stesso filone filmico allora mi vien da segnalare “Natasha”, con Algina Lipskis (sarà un cognome d’arte?).
Il film, pur essendo ‘na cazzata, è decisamente mejo di codesto, vale a dire:
1) PIU’ TETTE, perdio;
2) Protagonista PIU’ GNUCCA, ma molto più gnucca;
2) Scena LESBO SOFT (ma non aspettatevi robe tipo “Viola di mare”, qua la cosa è accennata, ma cosa volete che vi dica, mi si è rizzato lo stesso…).