Ragazzi non ci crederete ma S. Darko è bellissimo!
Soprattutto se riuscite a fare come me e ve lo guardate dritti e secchi dopo aver ripassato il Donnie Darko originale (ma non è indispensabile).
Anzi, oso di più e dico che S. Darko è forse il film ideale per introdurvi e appassionarvi al magico mondo dei sequel DTV.
Perché i sequel DTV vivono in una dimensione parallela che ignora le regole dei normali sequel per seguire piuttosto quelle dei rip-off, o dei plagi stile Asylum, con il vantaggio però di possedere i diritti per usare il marchio e i nomi originali, e volendo qualche dollaro in più. Insomma, generalmente non si aggiunge nulla, ma si sfrutta una proprietà riconoscibile e si fa solo una specie di remake in versione scema, dove possibile con attori più belli.
Per fare alcuni esempi, Sex Crimes 2 e 3 erano facilissimi: ricatto a sfondo sessuale scopo soldi, qualche omicidio, obbligatoria scena lesbo e un paio di colpi di scena finali. Molto simili i due cripto-sequel di Cruel Intentions. Starship Troopers 2 e 3? Prendi il primo, assicurati di non averne capito lo sfondo satirico, e il gioco è fatto. American Psycho 2? Identico al primo, ma ribaltato al femminile. E con William Shatner. Trappola in fondo al mare 2? È una puntata di Baywatch con caccia al tesoro e una partita di beach volley ancora più softcore di quella di Top Gun. E via dicendo, ormai gli esempi sono tantissimi. Spesa minima, guadagno assicurato.
Ma Donnie Darko? Come si sintetizza Donnie Darko, film estremamente autoriale nonché fra i più notoriamente criptici della storia? Cos’avranno capito di Donnie Darko gli sfortunati incaricati di farne un’economica versione da sabato pomeriggio, usando come fortunata scusa la disponibilità di Daveigh Chase, l’ex undicenne Samantha Darko ora provvidenzialmente maggiorenne e piuttosto caruccia?
Questo mi interessava, e questo sono andato a scoprire per voi.
Ed ecco come si compone S. Darko: A Donnie Darko Tale, altrimenti noto come “Donnie Darko for Dummies” (solo un paio di lievissimi spoiler minori, sono stato bravo, lo giuro):
- una protagonista stramba, ribelle, anticonvenzionale (= sguardo perennemente imbronciato, qualche accessorio moda rubato tra gli scarti della nipote 13enne di Zooey Deschanel)
- una piccola città imballata di bigotti (diversa da quella dell’originale, lo spunto iniziale è che Samantha è scappata di casa con la migliore amica Briana Evigan in stile Thelma & Louise)
- stavolta dal cielo non casca il motore di un aereo, ma un meno fantasioso meteorite
- continui intermezzi fatti di immagini iper-accellerate (nuvole, persone che camminano, un orologio, ecc…)
- un paio di oggetti simbolici random (una piuma che luccica??)
- commento musicale interamente affidato a un pianoforte inquietante e malinconico (suonato da Ed Harcourt! vergogna). Ma niente canzoni pop stavolta, che i diritti costano
- tutti i personaggi parlano a bassa voce come dei fighissimi e maledetti James Dean di sticazzi
- al posto del celebre monologo sulla Puffetta, troppo intelligente, lo sceneggiatore ha cercato “teorie eccentriche” su Google, ha cliccato su “Mi sento fortunato” e ha prontamente infilato la storia di Elvis, Jimi Hendrix, Jim Morrison e compagnia che “non sono morti ma vivono segretamente su un’isola nascosta” – lo giuro
- al posto delle complicate lezioni sui viaggi nel tempo, abbiamo una sottospecie di nerd (in realtà un modello di Abercrombie & Fitch camuffato con riga da una parte e occhiali grossi) che dal nulla inizia a dire “Ad ogni azione corrisponde uguale e opposta reazione” e “L’universo è in costante espansione” – lo giuro di nuovo
- al posto di Donnie che racconta i suoi sogni alla psicanalista, abbiamo dialoghi tipo “Devi cercare di capire cosa è reale e cosa no” e “Forse è tutto un incubo e devo soltanto cercare di svegliarmi”
- Patrick Swayze è sostituito da un prete dal losco passato in galera per motivi alquanto prevedibili
- la bigotta matta è sostituita nientemeno che da Elizabeth Berkley (vedi sopra alla voce “dove possibile sostituire con attori più belli”) la quale, oltre a vaneggiare di un Gesù abbronzato, muscoloso e “awesome” (Will Smith?), ha sottobraccio un libro intitolato JESUSONOMY. Qua non ci potevo credere, ho dovuto interrompere il film e controllare immediatamente su Amazon se esistesse davvero (purtroppo no)
- Samantha Darko va in sonnambula tutte le notti tutte, che è più che altro una gran scusa per farla vedere costantemente in canotta e shorts (ripeto, è maggiorenne, andate tranquilli)
- il cinema del paesino che proietta L’esercito delle 12 scimmie e Strange Days, inquadrato in primo piano TRE VOLTE (ma qua forse sono stati un po’ sottili, io per sicurezza avrei fatto proiettare direttamente Donnie Darko)
- sì, c’è anche una scena a un party inquadrato con riprese rallentate e accellerate completamente a cazzo, che vi giuro mi è venuto da controllare che non mi si fosse inceppato il player
- ma soprattutto, il pezzo forte. Come avranno risolto i nostri eroi l’annosa questione dei sogni premonitori e dei paradossi temporali? È molto semplice. Signore e signori, ecco la fine ingloriosa di tutte le più assurde teorie nerd sul finale di Donnie Darko: S. Darko è semplicemente ambientato in un mondo in cui, come in un maledetto episodio di Streghe qualsiasi, CHIUNQUE appena perde una persona cara inizia ad avere visioni di gente morta che gli spiega come seguire i vermoni trasparenti che escono dal corpo e riavvolgere il tempo per sacrificarsi al posto loro.
Il tutto è comunque diretto in modo adeguatamente decoroso e persino modesto per essere quel che è, e per la media della categoria.
E ho volutamente tralasciato tante altre chicche per lasciarvi gustare la visione.
Cioè, non so voi, ma io sono felice di abitare in un mondo in cui esistono prodottissimi del genere, perché fare un bignami di scheletri narrativi banali come Sex Crimes è facilissimo, ma dare un senso a una normalizzazione commerciale di Donnie Darko, permettetemelo, non lo è affatto. E che il risultato sia orribile, deprimente e vergognoso è talmente scontato che – onestamente – chissenefrega? È totalmente secondario davanti al fascino di assistere a un film il cui obiettivo principale è essere strano e criptico, ma che è fatto da gente che non ha la minima idea di come si faccia un film strano e tantomeno criptico, e che in ogni caso non può nemmeno esagerare in stranezze e cripticismi perché deve vendersi a un pubblico generico dotato di scarsa concentrazione che deve sentirsi sì intrigato ma non inadeguato. L’imitazione del film d’autore fatta coscientemente da non-autori per un pubblico che non guarda film d’autore. È un equilibrio maledettamente difficile. Ed è un miracolo che non ci abbiano messo dei nani.
In conclusione, sarei curioso di far vedere S. Darko a qualcuno che non sa nulla del primo, per vedere che effetto fa, se le sue stranezze – quelle scopiazzate e le poche genuine – rimangono in qualche modo affascinanti o cosa.
E poi prenderei Chris Fisher e Nathan Atkins – rispettivamente regista e sceneggiatore di questo filmone – e gli affiderei qualche altro sequel clamoroso, tipo che so un Inland Empire, o comunque qualcosa di Lynch (Mulholland Drive no che è troppo facile, si parte dalla scena lesbo). Chissà cosa ne salterebbe fuori.
Insomma: io ve lo consiglio.
Magari fate finta di essere allo zoo invece che al cinema, per una volta.
P.S.: il pezzo di bravura di Briana Evigan è al minuto 44
P.S. 2: ma chi se lo ricordava che uno dei bulli di Donnie Darko era Seth Rogen…
cioè mi stai dicendo che il regista è Chris Fisher, e come si chiama l’autore di Jesusonomy lì nella foto?
E lasciamolo divertire con questi inside joke il povero Chris Fisher, con la robaccia che gli tocca girare… :)
A questo punto dei 400 Calci io vorrei anche la maglietta con uno screenshot del minuto 44 e la scritta “Briana Evigan Noi Ti Amiamo”.
p.s. se poi se la magna una tigre mi considero molto offesa.
il commento di Bonsai TV
http://blog.bonsai.tv/mood-board/being-bonsai-tv/sdarko-il-sequel-di-donnie-darko-lanteprima-di-bonsai-tv/
Bellissimo il tuo articolo, che sottile ironia…
Cmq lo andrò a vedere, mi hai fatto incuriosire con qsta cosa del remake trash d’autore.
Ma secondo te, io che sono pazzo del primo film me ne uscirò dalla sala in modo dignitoso, o bestemmiando santi, madonne e paradossi temporali?
Richard Kelly scuote la testa.
Chris Fisher una mattina si sveglia e urla. “Ho capito il senso del primo film! Donnie Darko muore per la gnugna!” Illuminato da cotale rivelazione, Chris Fisher decide di dare un seguito al primo film, ma questa volta con la gnugna protagonista. E proprio perchè è il 2, Chris Fisher decide di far morire la gnugna [la STESSA gnugna] ben 2 volte. “Ma si, vi dico, la morale è che per la gnugna ci si ammazza!” Cioè, furbo lui.
Richard Kelly scuote ancora la testa.