Il lato positivo dell’essere una ragazza madre minorenne è che tutti quanti sono talmente preoccupati che tu infili il bambino nella centrifuga della lavatrice e poi premi il clic, ma talmente preoccupati che una volta scongiurato quel rischio nessuno può venirti a dire molto sul resto. Questo è il motivo per cui io mio figlio l’ho chiamato Nicolas.
Avevo visto Face/Off al settimo mese di gravidanza e avevo già un po’ capito che il dorato frutto dei miei lombi non avrebbe potuto contare su un modello maschile granché stabile negli anni a seguire. Quindi ho afferrato il destino a due mani e ho detto, qui se è femmina me la cavo da sola, ma se viene fuori maschio c’è bisogno di metterlo subito sotto la protezione di gente seria. Gente che gli faccia da padre immaginario e gli spieghi come va il mondo. Cosa fa di un uomo un uomo.
Nei dodici anni passati da allora, Nicolas Cage ci ha fatto sospirare, sghignazzare, lacrimare e urlare MA CHE CAZZO più volte di quante ne possa contare.
E ora che Nicolino Point Five si avvia baldanzoso verso la seconda media, io e il mio fidanzato abbiamo deciso di premiarlo accompagnandolo a vedere Il Cattivo Tenente: Ultima Chiamata New Orleans. (“Film per tutti” mica per niente. I ragazzi di oggi a tirare coca e schiaffeggiare papponi dovranno pure impararlo da qualche parte.)
La cosa del figlio in effetti qualche handicap sociale me l’ha creato. Di base nel rapporto con i miei coetanei. Anche quelli che vanno a vedere film considerati “pesissimi”. Anzi, soprattutto con loro. Che quando LORO si facevano malinconiche pugnette su Zoe Tamerlis (r.i.p.) IO cambiavo pannolini con Showgirls in sottofondo. Giorno e notte. E questo mi ha salvato dalla depressione post-parto. Credo. Sta di fatto che LORO adesso fanno dei lavori un po’ del cazzo, e anch’io, ma la differenza è che IO risolvo ogni conflitto in ufficio citando le battute di Cristal Connors. E quindi quando è arrivato l’annuncio che NICOLAS CAGE rifaceva Il Cattivo Tenente insieme a Herzog a LORO sono partiti i cori di sacrilegio! bestemmia! fine del mondo!, mentre in casa Point Five la notizia è stata accolta con un “bona lé, staremo a vedere” (Dolores) e un “ficatona” (Nicolino).
Nicolino, data la giovane età, è ancora di manica larga. Confido che i primi calci in bocca della Vita lo renderanno cinico come il lettore medio dei “400 Calci”, ma non sarò certo io a tirarglieli. Né, se è per questo, il mio fidanzato.
(Fidanzato che, pur non avendo mai parlato di matrimonio, da qualche mese a questa parte Nicolino ha preso a chiamare “il patrigno”. E ha pure iniziato a farsi spedire delle gran bustone gialle da Quantico. Non voglio entrarci.)
E ora, il film.
Precisazione necessaria: è arrivato in sala ieri e il doppiaggio italiano era stato palesemente fatto ieri l’altro (tratti interi fuori sinc, zero rumori di fondo, voci tutte frontali etc.). E’ stato un po’ come vedere uno straight to video proiettato su grande schermo. Il cast ha aiutato in quel senso.
Ma Nicolas, Nicolas è il NUMERO UNO. E questo è il suo Petroliere.
Nel senso che per TUTTO il film Nicolone sta fermo immobile in piedi sulla linea millimetrica che separa una recitazione geniale dal puro dilettantismo senza freni. Per capirci: quante volte, guardando Daniel Day-Lewis nel Petroliere, avete avuto l’impressione di trovarvi davanti non a un attore ma a un giostraio ubriaco marcio truccato da Mangiafuoco di Pinocchio? Ecco. Qui è la stessa cosa. Solo che ogni tanto la faccia di Nicolone diventa il teschio di Ghost Rider. E ogni tanto invece no.
Nicolone attraversa il film con la più palese brama di GETTARSI TRA LE FIAMME. Incoraggiato senz’altro in questo da Werner Herzog, che negli ultimi mesi ha ammesso queste cose in ordine sparso: “non ho mai visto Il Cattivo Tenente originale”; “il mio è un film su commissione”; “è un po’ un prequel, un po’ un sequel, un po’ nessuno dei due”; “lo faccio per il LOL”.
Il risultato è totalmente all’altezza di quelle dichiarazioni.
A Herzog gliene sbatte una cippa del senso di colpa cattolico. Ripeto: A HERZOG GLIENE SBATTE UNA CIPPA DEL SENSO DI COLPA CATTOLICO. Herzog il senso di colpa cattolico non lo contempla nemmeno. Herzog prendeva a pistolettate Jason Robards nella giungla quando Abel Ferrara ancora non sapeva la differenza tra un obiettivo e il suo buco del culo.
Quindi L’UNICA cosa di cui gliene freghi anche solo REMOTAMENTE è il superamento del limite. C’è un attore superfamoso e disposto a obbedire il più demente dei tuoi ordini? C’è il film. E quindi: le scene più strettamente “procedurali”, legate al portare avanti la trama della detection convenzionale come scritte in sceneggiatura, sembrano girate da una seconda unità reclutata sotto un ponte; il film è zeppo di raccordi tirati via, brevissimi, in cui non accade granché e potevano essere ritoccati (o ampliati) senza problemi; ma se sono rimaste così è perché IL SENSO STA ALTROVE. Il mondo è un mistero, le cose succedono a caso e a un ritmo ridicolo, l’ordine non esiste, l’onore nemmeno, tanto che per certe persone ci può pure scappare il lieto fine SENZA MERITO ALCUNO. E per altre NO. Il caos fregna.
Conseguenza: si va avanti balzelloni tra cose comiche (come la scena qui sopra, in cui il nostro Tenente Cattivo cerca di farsi una poliziotta perché lei rubi per lui droga e altro da un deposito, ma è troppo fatto di coca per combinare alcunché) e allucinazioni con IGUANE e animali vari, tra abbozzi di ricatti ai danni di Nicolone e abbozzi di ricatti messi in piedi da Nicolone, tra momenti AAAAAAAAAAH (l’arrivo in scena di Jennifer Coolidge in un ruolo super drammatico e inténzo) e facce famose convinte di stare facendo dell’Arte a gratis, tipo Xzibit vestito come l’Uomo del Monte. Tra money shot riuscitissimi da NON rovinare (per chi l’ha già visto: la scena nel parcheggio con pusher e fidanzata, oppure i siparietti con la vecchia) e momenti in cui la cosa più figa probabilmente è successa dietro le quinte.
Ma va bene lo stesso. Il puro fatto che un film così esista è uno schiaffo a dorso mano a qualsiasi logica commerciale domini il cinema di genere del presente.
Abel Ferrara una volta si faceva le pere e girava film sul senso di colpa cattolico il cui profondo significato veniva colto solo da critici maschi italiani. Oggi fa i film con Scamarcio.
Werner Herzog gira il mondo tutto abbronzato, ha un aspetto in salute, ha SETTANTASETTE ANNI e STA UNA MERAVIGLIA.
Big up.
DVD-quote suggerite:
“AAAAAAAAAAAAH.”
(Dolores Point Five, i400calci.com)
“Ficatona.”
(Nicolas Point Five, i400calci.com)
“E’ quasi bello.”
(il patrigno di Nicolas Point Five, i400calci.com)
Altro che remke: qui siam al ready made duchampiano. Geniale
Forse il più bel post di sempre, su questo sito. Grazie, ho riso come un pazzo.
D’accordissimo su tutto. Tranne che Werner Herzog di anni ne ha sessantasette (lo so perchè è nato lo stesso anno di mio padre)
77, 67, frega un cazzo.
(non più madre single, divento wernerherzog PURE IO.)
sono commosso. corro a vederlo.
E hanno tagliato la scena in cui Cage tira una barca sopra una montagna. Vestito con una pelliccia d’orso. Su un monociclo. Roteando tre palline sulla testa. e SENZA L’AUSILIO DELLA DIGITAL GRAPHIC.
Sì. Sì. SI’.
sposami! Sono-disposto-anche-a-dismettere-il-trattino,tanto con la gobbetta alla Kinsky non fà pendant
Visto ieri, e *mai* come questa volta hai pienamente ragione *su tutto* (quello che riguarda il film, ché su pugnette e pannolini non so).
Piccolo spoiler / money shot: Cage sembra attore vero quando tira il crack dall’Uomo Nero del Monte. (Prendi questa notazione come ti pare.)
Onoratissima ringrazio.
(Un saluto al collega FAUSTO ENORMI, da cui ho appreso l’uso del capslock.)