15 Settembre 1925 – 10 Agosto 2012
Il primo film che vidi al cinema fu ET. Mi ci portò mio babbo una sera che avevo quattro anni. Il secondo film fu Greystoke – La Leggenda di Tarzan il signore delle scimmie e sono convinto che questo sia il titolo per esteso anche se ad essere sincero non l’ho mai rivisto a parte un paio d’anni dopo in TV (alla fine torna nella foresta ed è felicissimo). Il terzo film era I Pompieri, sto perdendo il filo. Mio babbo saltuariamente mi portava al cinema o mi portava da qualche altra parte a fare un giro, al parco di non so dove o a vedere un fiume o le cascate oppure andavamo al mare e a pranzo mangiavamo la piadina dura della sera prima con il prosciutto e facevamo il bagno, mi teneva sollevato a pelo d’acqua e mi insegnava a fare il morto che è ancora la cosa che mi piace di più fare quando faccio il bagno. A un certo punto mio babbo sente che a Fiabilandia c’è il vero Kinkong esposto e dice ok, domenica andiamo a Fiabilandia a fare il brucomela e a vedere il vero Kinkong. In che senso il vero kinkong gli dico io, che il vero Kinkong dovrebbe essere un gorillone incazzato ma tenero e se lo metti dentro a un parco giochi vuol dire che il film non l’hai capito insomma. Per rispondermi è costretto a spiegarmi come vengono fatti i film: Kinkong in realtà non esiste, mi dice, e mi dice che usano un pupazzo e lo fanno muovere e poi nelle scene che è fermo c’è un pupazzone reale che muove le braccia e le gambe, e quando deve stare fermo c’è della gente che di lavoro costruisce delle statue giganti che sono rifinite nei minimi dettagli e tu ci puoi mettere la gente e le case attorno e fare l’effetto come se fosse vero. Mi dice che il più bravo di tutti a fare questo lavoro è un italiano che si chiama Carlo Rambaldi, che è lo stesso che ha fatto il pupazzo di ET. Lo sapevi che ET in realtà era il gatto di Carlo Rambaldi? Fece il disegno di un gatto e gli tolse le orecchie. Fuori dalla sala di Kinkong c’erano i cartelloni che spiegavano le cose ma non bene come me le aveva spiegate mio babbo. Dentro c’era la statua originale stesa per terra e intorno un corridoio circolare che la potevi vedere da tutti i punti. Poi nel tempo le cose cambiano: cinque o sei anni dopo aver scoperto che in realtà si chiamava King Kong iniziai a perdere l’affetto per mio babbo, altri cinque o sei anni dopo mamma e papà finirono per separarsi. Forse è una cosa normale che dopo i quindici anni inizi a litigare con i tuoi genitori e a odiarli o credere di odiarli e se le cose vanno storte quando senti che è ora di ricucire non c’è più ago e filo. Rimasi dentro alla sala di Kinkong per ORE. Mio padre s’annoiava, era uscito e s’era messo a fare a turno con gli altri papà per spingere una giostra piena di bambini.
Wim Diesel
Chiedetemi di definire il Cinema in una sola parola, e vi rispondo, uhm, “Kinkong”. Colpa vostra che avete detto una parola sola, in effetti me ne servirebbero due: King, e Kong. Io e Wim non siamo la stessa persona, ma abbiamo praticamente la stessa età e abitavamo entrambi relativamente vicini a Fiabilandia. Sostituite Greystoke e I Pompieri con Superman 2 e Bingo Bongo, e il pezzo qua sopra avrei potuto scriverlo io pari pari. Anche Carlo Rambaldi era di quelle parti: Vigarano Mainarda, per la precisione. E ovviamente non ha inventato lui King Kong, ma ha costruito l’enorme pupazzone usato per il remake del ’76, che fu il mio imprinting all’arte del cinematografo. Per il sottoscritto, in brutale sintesi, il cinema è quel mezzo con cui vedi cose che normalmente non vedresti: King Kong, fin dal perfetto metaforone dell’originale del ’33, ne è il simbolo assoluto.
Nella mia pre-adolescenza ebbi l’imperdibile occasione di assistere a una mostra di Carlo Rambaldi a Ferrara. C’erano tutte le sue creature. Tutte. I vermoni di Dune, il Dagoth di Conan il distruttore, il troll dell’Occhio del gatto, il Pinocchio del serial di Comencini. C’erano tante piccole cosette, gli effetti fatti per L’Odissea, quelli per Profondo Rosso, quelli per Fulci (per cui dovette andare in tribunale a dimostrare che fu lui a costruire cani finti e non Fulci a massacrare animali veri), e i modellini di quel progetto futuristico, Millennium, che purtroppo non realizzò mai. Poi c’era la testa di Alien, in un’area stretta a luci intermittenti, mostrata in movimento mentre fa scattare fuori la seconda bocca: terrorizzante. C’era il braccio di King Kong, perché tutto non ci stava. E a intervalli regolari, facevano sgombrare il salone e ti mostravano in movimento pure quello. E infine c’era ET. ET è il tipo di pupazzo per cui, ancora oggi a 35 anni, provo quasi la sindrome di Stendhal. Un’opera d’arte inarrivabile. Ma c’erano dei casini. La scusa ufficiale parlava di problemi di diritti d’autore, in realtà la Universal maltrattò gravemente i pupazzi e già allora non ne esisteva una sola copia originale integra. Per cui insomma, c’era, ma era coperto da una veneziana. Potevi vedere i piedoni e gli occhi. In compenso, per rimediare, avevano piazzato un podio con due levette con cui potevi, gratuitamente, pilotare gli occhi. Ho pilotato gli occhi di ET. È una voce che metto ancora nel curriculum.
Ciao Carlo. Per me, hai inventato il cinema.
Nanni Cobretti
A voi un bel tributo trovato in rete, realizzato dall’utente di Youtube “SuonoElettronico“:
httpv://www.youtube.com/watch?v=84RehvXVpOs
scarpe enormi le sue, anche solo da contemplare.
L’ho vista anch’io la statua di king kong a fiabilandia!!! Erano anni che cercavo di capire dove l’avessi vista e nemmeno i miei si ricordavano il nome del posto e ora l’ho scoperto! Grazie! Se il mondo fosse un posto giusto Rambaldi avrebbe dovuto insegnare nelle scuole, cazzo!
Negli anni settanta, mio padre ebbe la fortuna di conscerlo a Roma.
Era una persona gentile e simpaticissima.
Ciao, Carlo: grazie di averci fatto sognare.
Buuuuh :'( Lo scopro ora da voi, chè i tg mi dan l’orticaria… Porca miseria. A me piace svegliarmi leggendo i400 con un bevanda psicotropa in pugno (solitamente un caffè) tanto per, comesidice, partire col piede giusto… e invece mi becco ‘sto tristissimo articolo del Diesel; argh.
@Wim: intendiamoci, il tuo omaggio è meraviglioso eh
@Nanni: anch’io son stato alla mostra di Ferrara da bimbo!!! Grazie x la dritta sul curriculum :)
diavolo si il padiglione di King Kong a fiabilandia mi metteva una paura cane, ma non potevo fare a meno di entrarci, …avevo il poster in camera suo con spielberg sul set di ET…che magone….
Anch’io vidi King Kong a Rimini. Mi ricordo che facevano salire sul palmo della zampa, a piccoli gruppi, e poi ti scrollavano un po’. C’era una fila che non finiva mai. Per me King Kong era la Gioconda, e Rambaldi Leonardo.
Bellissimo ricordo la sua mostra a Ferrara! Da bambino mi ci portarono due volte…qui un video dell’inaugurazione:
http://www.youtube.com/watch?v=bCITYVsw8kQ&feature=share
@marky mark: non hai idea di quanto ti sono grato per quel video.
se ne va un grande, uno che ancora oggi urla fortissimo “CGI puppa!”
Ciao Carlo!
In vacanza sono stato anche io a Fiabilandia. Ricordo che quando tornai i miei amici mi chiesero “Qual è la giostra più bella di Fiabilandia secondo te?” e io risposi “Il King Kong”. I miei amici mi scherzarono pesantemente.
Ero ancora sufficientemente piccolo da credere che quello fosse il vero corpo di King Kong, beninteso. E ricordo che avevano anche messo qualche macchia di sangue finto vicino alla bocca.
La perdita di Rambaldi (ma ancor di più, la perdita di un cinema fatto di veri pupazzi) è incolmabile.
Un orgoglio per l’Italia… e pensare che durante la discussione della mia tesi (sull’evoluzione degli effetti speciali) quando esposi la sua opera e dissi che era il creatore, tra gli altri, del pupazzo di E.T. il commissario esterno si stupì… pensavo stesse facendo il sarcastico vista l’ovvietà della nozione… ma no, era sinceramente stupito…
Citando Ub Iwerks, Willis O’Brien, Stan Winston, Ray Harryhausen me lo aspettavo… pensavo però che almeno Rambaldi in Italia lo conoscessero tutti…
ci rimasi veramente male…
“Il cinema è quel mezzo con cui vedi cose che normalmente non vedresti” diglielo Nanni, diglielo a Faenza!!!
Probabilmente se n’è andato perchè non ce la faceva più a vedere il suo cinema massacrato dalla CGI oscena degli ultimi anni
Se ne è andata una leggenda! Riposa in pace Carlo.
La CGI ha aiutato tanto certe pellicole, ha abbassato i costi e bla bla bla… ma questa roba è veramente immortale.
Effetti speciali che non invecchieranno mai. Mai.
Perché sono manufatti artigiani fatti di sogni.
quanto erano belli i sandworm di dune??altro che megashark o giant octopus…
ma questo,non se lo ricorda nisciuno…
http://www.containsmoderateperil.com/wp-content/uploads/2011/09/Dagoth.jpg
@past: l’ho citato ed e’ persino nel filmato tributo. Pero’ non era un pupazzo, era un costumone con dentro Andre’ the Giant.
mi era sfuggita…bella nanni,troppo sottovalutato quel film.;)
Ogni volta che rivedo i vermoni di Dune, a me scatta l’applauso.
Cordialità
Attila
bellissimi articoli
R.I.P. Carlo Rambaldi, tanto rispetto
Per ora non sono in Italia e quindi non so nulla dei coccodrilli usciti sui media tradizionali. Se sono usciti. Questo è uno dei pezzi più belli che abbia mai letto qui. Tenero e sentito senza mai sforare nello stucchevole.
Mi associo alla tristezza anche se sorrido dopo aver letto il pezzo che avete scritto proprio su Dagoth. Divertentissimo.
Ciao
P.S.”Il cinema è quel mezzo con vedi cose che normalmente non vedresti”, che meraviglia.
In suo onore ho rivisto per la settima e ottava volta “Profondo Rosso” (a dodici ore di distanza l’una dall’altra). Possiedo il video di una sua ospitata nel ’75 a non mi ricordo che programma in cui assieme a Mario Bava mostrava alcune sue realizzazioni, è tra gli extra del dvd de “I tre volti della paura”. Un grand’uomo. Rip Carlone.
Fiabilandia anch’io, quel Kingkong l’ho amato per anni e fu un po’ come scoprire una seconda volta che babbo natale non esiste. Solo che non mi fece piangere una seconda volta, ma emozionare, perché…. cazzo era King Kong lì davanti a me. Son passati tanti anni, ma lo ricordo sdraiato, non in piedi, poco lontano da uno stand dove ti potevi fare la foto WANTED stile ricercato, credo di stare parlando del 1989. Solo tanti anni dopo avrei collegato quel momento ad una persona.
Anche io sono uno dei fortunelli che da bamboccino ebbe il privilegio di vedere il presunto King Kong a Fiabilandia. Me lo ricordo come fosse ieri. Me la faceva far sotto dalla paura e allo stesso tempo mi gasava come poche altre cose avevano fatto in quella manciata di anni. Che tristezza che Carlo non c’è più.
Anch’io avevo il culo strettissimo mentre camminavo sopra a quel bestione, faceva paura e per un bambino era veramente enorme, però è rimasto un ricordo indelebile e Rambaldi l’ho sempre visto come un grande inventore di sogni di un’epoca che (purtroppo) non si ripeterà più…
Ancora sgomento per la dipartita del più grande artigiano di sogni di sempre. Nel lontano 1985 avevo a malapena 3 anni, mi sono perso la mostra e mi sento troppo incompleto.
Sono in ritardo ma volevo dire che moriremo tutti di CGI e che ho tutta una storia su Alien che un giorno racconterò a qualcuno e che mi fa essere ancora più triste.
@stanlio: hai visto Prometheus? E’ quella la storia?
Mi avete fatto commuovere. Maledetti….Ciao Carlo, hai costruito sogni e meraviglie.
Spero che qualcuno prenda il tuo testimone
@Nanni: no era una cosa più commovente e d’infanzia di io che da piccolo avevo il terrore di Carlo Rambaldi pur non sapendo che faccia avesse, perché per me era “quello degli alieni di Alien” in un momento in cui Alien stesso era “quel film che no non puoi vederlo se no rimani shockato a vita” (mio padre dixit e prohibivit), e quando finalmente vidi Alien ero tutto sgargiante perché adulto e pensavo “i pupazzoni non mi faranno mai paura ah ah”, e invece.
Poi sì, quando vedrò Prometheus tutta questa bellezza verrà spazzata via. Sigh.
Avevo questa mezza idea di proibire Rocky IV a mio figlio per regalargli il giorno piu’ bello della sua vita la volta che prende il coraggio di spararselo di nascosto alla facciaccia mia.
Ecco, per esperienza personale ti dico che funziona alla grande.
Mi viene il sospetto che mio padre abbia fatto apposta, ora.
https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/carlo-rambaldi-la-meccanica-dei-mostri-da-carlo-rambaldi-a-makinarium