Il più grosso colpo di scena di Violet & Daisy si ha quando, finito il film, lo spettatore digrigna tra sé e sé «Ma chi cazzo è il regista di questa ignominia», torna a casa, controlla su internet e scopre che il regista di quella ignominia, tale Geoffrey Fletcher, altri non è che lo sceneggiatore di Precious. Mi correggo: IL VINCITORE DELL’OSCAR 2010 per la sceneggiatura non originale di Precious, based on the novel Push by Sapphire. Per di più, stando a Wikipedia.it, «Egli è il primo afroamericano a vincere in questa categoria».
Un bel respiro profondo.
Training autogeno.
Prati fioriti. Biscotti al cioccolato. Biscotti al cioccolato serviti su Rooney Mara. Teneri animaletti. Cagnetti. Cagnolini. Cani. Cagnacci. Cagne. Obese cagne. Obese del ghetto tutte incinte. Vili espedienti strappalacrime guarniti con dadolata di film di merda, film di merda, film di merda DIO CHE FILM DI MERDA, DIO MIO, CAPS LOCK, CAPS LOCK GALORE, FATE SCHIFO, MALEDETTI, VI ODIO, MI AVETE ROVINATO DUE SERATE DELLA –
Per non impressionare le signore presenti, ritengo opportuno interrompere qui la testimonianza audiovisiva. Mi presento: sono il dottor Luwaddy Preminjeed e quella che avete appena visto è la reazione dello spettatore L.P. a seguito della proiezione del film Violet & Daisy di Geoffrey Fletcher. Di cosa tratta questo film, vi chiederete, e perché ha scatenato le ire di uno spettatore solitamente tranquillo e accomodante? Quella che mi propongo di compiere è una rigorosa analisi scientifica degli elementi di inutilità e fastidio presenti in Violet & Daisy, al fine di delineare un quadro irritologico completo dell’opera di Fletcher. Così facendo, saremo in grado di spiegare e prevedere ogni tipo di reazione spettatoriale di fronte a questo film, che di qui in avanti, per comodità, chiameremo Fottuto sterco di porco maledetto.
Iniziamo pertanto dalla trama. Fottuto sterco di porco maledetto è la storia di due ragazzine che lavorano come killer prezzolate. Una è la bella e brava Saoirse Ronan, l’altra è la bella Alexis Bledel. Le incontriamo per la prima volta intente a consegnare una pizza vestite da suore; esse camminano per i corridoi raccontandosi una barzelletta sconcia, poi arrivano davanti alla porta delle vittime e iniziano a sparare dal cartone della pizza. Segue grandguignol ironico. In quello stesso momento, di fronte allo schermo, lo spettatore controlla l’orologio per assicurarsi che non sia il 1997.
Enucleiamo quindi il primo motivo d’irritazione che questo film rigurgita sullo spettatore sin dai primi minuti: a quanto pare, esiste ancora qualcuno che trova interessante scimmiottare quel tarantinismo dannoso e aberrante che sul finire degli Anni Novanta produsse una serie di ininfluenti mostriciattoli filmici. Devo rinfrescarvi la memoria, signore e signori? Parlo di quel post-pulp-pop a base di storielle buffe snocciolate tra una sparatoria e l’altra, personaggi sopra le righe, citazioni (vi ricordate gli anni in cui era obbligatorio inserire il sintagma “citazionismo spinto” in ogni recensione?) e canzoni d’epoca a fare da contrappunto grottesco. È un pezzo di storia del cinema a cui Tarantino non è mai appartenuto, da cui si è quasi subito svincolato e che nessuno di noi ci tiene particolarmente a ricordare. Giovani figliole in abito da suora che raccontano barzellette e ammazzano con nonchalance, signore e signori. E tutto questo a opera dello sceneggiatore di uno dei più repellenti e ricattatori campionari di freak che PORCA PUTTANA SE CI RIPENSO, davvero, SAPESTE quanto ci si sente STUPIDI a guardare queste due cretine che sparano facendo la bolla con il bubble gum, crivellano figuranti in un fiorire di rallenty aggraziati e poi tornano nel loro appartamentino caramellato a saltare scalze sui letti e adorare le divette del pop. Fa lo stesso effetto di quando la tua vecchia zia che ha appena scoperto internet ti spedisce via mail una vignetta umoristica disarmante e vecchia di secoli mettendo in oggetto “Eh eh” o “È proprio vero!!”. Con la differenza che qui la mail non arriva da un parente benvoluto, ma da una persona a cui auguro OGNI MALE. COSA CAZZO MI STAI FACENDO GUARDARE, FLETCHER? Hai davvero intenzione, PORCO IL MEGAPORCO, di proseguire su questa imbarazzante falsariga che ci aveva già rotto i –
Permettetemi di interrompere qua la deposizione, vostro onore. Mi presento: sono l’avvocato della pubblica accusa, Luhomo Premingstein. E quello che avete appena visto è il momento esatto in cui l’ego artistoide dell’imputato Geoffrey Fletcher si è sentito chiamato in causa. Accusato da più parti di aver perpetrato un fastidiosissimo incipit “alla Tarantino” in un’epoca in cui l’espressione “alla Tarantino” ha cambiato talmente tanti significati da non significare assolutamente più niente (e qui permettetemi di addurre come prova gli ultimi dieci articoli di Natalia Aspesi da Venezia: pur recensendo film violenti e coreani, NEPPURE la Aspesi si è sentita in dovere di chiamare in causa Tarantino. Neppure la Aspesi. Lasciate sedimentare questo concetto). Accusato, dicevo, di aver imbastito un inutile esercizietto di assenza di stile, e ferito nel suo orgoglio di sedicente autore, l’imputato Fletcher ha deciso, dal minuto ventesimo in poi del suo film Violet & Daisy, di dare la stura a un DRAMMA DA CAMERA. Sì, vostro onore, avete capito bene: un film di suore di sparare, con tanto di comparsata di Danny Trejo nel ruolo del boss… E poi di colpo, e vigliaccamente, e fino alla fine, e su un’impalcatura di pretese completamente infondate, ci ritroviamo in UN DRAMMA DA CAMERA.
Perché tutto ciò? Per questo motivo: le due ragazzine ricevono un nuovo incarico da Danny Trejo: devono uccidere un tizio che ha rubato una borsa di soldi. Vanno in casa sua e scoprono che il tizio in questione è lì che le aspetta e – sorpresa – non vede l’ora di farsi ammazzare. Perché? Perché è un povero perdente depresso con un cancro terminale e una figlia che non gli parla più. E allora, tra il morituro avvilito e le sue assassine designate, si instaura TUTTO UN RAPPORTO INTENSO. In una stanza. Per un’ora. Con gli SQUARCI ONIRICI. Sì, vostro onore, mi scuso per il termine. Ma non c’è altro modo per dirlo: gli SQUARCI ONIRICI. GLI “SQUARCI ONIRICI”! IL “CITAZIONISMO SPINTO”! LE “SPARATORIE COREOGRAFATE COME BALLETTI”! LO VEDE COME MI COSTRINGE A PARLARE, ‘STO MINCHIA DI FLETCHER? LUI CON LA SUA ESTETICA DI MINCHIA, LUI CHE CI HA INFLITTO QUELLA MINCHIA DI OBESA N –
Basta così.
Ciao, amici, sono Luotto Preminger, e posso assicurarvi che ci ho provato fino in fondo. Ho tentato in tutti i modi di scrivere un post che suscitasse un minimo d’interesse, inventando due o tre io narranti diversi per creare un po’ di brio, ma volete sapere la verità? La verità è che ero sempre io a scrivere. E cercavo solo di allungare il brodo, perché non mi viene da dire niente d’interessante su un film così disperatamente poco interessante. Dopo un po’, come avrete notato, la rabbia, la svogliatezza, la frustrazione prendevano sempre il sopravvento. Almeno Violet & Daisy fosse uno SBAGLIONE, un fallimento catastrofico, un disastro ammirevole. No, è un blando filmetto artificiale, artefatto, composto da sprazzi degli immaginari più disparati, appiccicati insieme senza una direzione, senza un’idea chiara. Non puoi sbagliare qualcosa se non sai nemmeno che cosa hai in mente di fare. E qui davvero non si capisce cos’abbia in mente Fletcher: partenza ammiccante, suddivisione della storia in micro-capitoli furbetti con titoli accattivanti che sembrano nomi di frullaterie vegane, flashback a caso, due massacrini ogni tanto, tono che oscilla tra la fiaba nera, la fiaba rosa, la fiaba color merda di porco e il DRAMMA DA CAMERA.
Si salva soltanto una cosa: il ladruncolo morituro e depresso è interpretato da James Gandolfini. Uno che, col suo doppio mento e il suo sguardo sardonico e impercettibilmente strafottente, era capace di sostenere da solo persino un disastro simile. In un mondo perfetto non varrebbe la pena sciropparsi questo film solo per Gandolfini; si dà il caso, però, che il futuro abbia deciso di non riservarci mai più un’altra sua interpretazione, e allora, se sentite la sua mancanza, allora sì, tanto vale guardare Violet & Daisy solo per lui. Lo vedrete affrontare a testa alta interminabili dialoghi privi di senso; lo vedrete mantenere coerenza nell’impressionante indecisione di tono di questo futile, pessimo film.
Ci ho provato, a dirvi qualcosa d’interessante su Violet & Daisy. In genere le recensioni negative sono anche quelle più divertenti, ma l’apatia mentale, il mal di vivere che mi ha messo addosso quest’innocua, irritante nullità sono troppo da digerire anche per me. Sono stanco. Sono stanco di questa v –
Ecco, direi di fermarci qui perché poi il video diventa un po’ sgradevole… il tipo si suicida, si dimena, rantola… ti assicuro che non è un bel vedere. Comunque il concetto di base è chiaro, no? Due urlacci, personaggi a caso, parolacce, spari… poi PAM, a tradimento ci fiondi nel culo a tutti una ricca nerchia di tristezza e introspezione, con qualche meta-trucchetto per lubrificare, tipo la TV che si spegne, ‘sta roba qua… Poi dividi in capitoli numerati e sei a posto. Che ne dici, Geoffrey Fletcher? Me la scrivi una bella sceneggiatura basata su ‘sta merda qua? Affare fatto? Sei il nuovo… che ne so. Uno famoso. Sei il nuovo Tarantino. Però più profondo, perché c’hai la tristezza e gli squarci onirici. Mi raccomando eh? Genio! Citazionista! Folle! Dieci te ne devono da’, di Oscar! Dieci!!
DVD-quote suggerita:
«Fottuto sterco di porco maledetto: the movie» (Luotto Preminger, i400calci.com)
Povero Luotto.E povero Gandolfini.Direi che i capitoli coi nomi di frullateria vegana riassumono tutto.Ma almeno Alexis Bledel nuda?
E Luotto vince di nuovo l’Internet!
Sempre fantastiche le recensioni del Luotto!!!
Ma fa incazzare più di Enter The Void? Se si, must see.
Non so se è stato inserito per creare Flame ma The Boondock Saints, anche se fuori tempo massimo, non era un film brutto. Ininfluente forse. Peccato per questo Fottuto sterco perché il cast prometteva…
Giù le mani da “Cosa fare a Denver”. Non è post-tarantiniano: è un film quasi coevo che ha avuto la sfiga di arrivare a Cannes subito dopo un film che aveva già fatto tutto e molto meglio. Però ha dalla sua senso del tragico e alcune scene (l’omicidio sotto pioggia) girate da Dio.
The Boondock Saints è per me invece un tale punto interrogativo che non so nemmeno spiegare che cosa ci trovi la gente. 7.8 su imdb per un film la cui migliore intuizione è Willem Dafoe in drag.
Lu8 Sempre molto cool.
Non ho ben capito se a un certo punto esce fuori il Wuster di Trejo, ma va bene così.
D’accuordo sui tarantinismi da rigurgito gastrointestinale, anche se debbo aggiungere che si sono ritorti contro Tarantino stesso, conducendolo alla demenza senile di Django Unchained, l’unico film girato da un vecchio che vuol fare il giovane che vuol stupire il vecchio. E lo fa con la speranza di essere amato dagli africani.
Ma il vero mistero è come sia possibile che dei 5 rigurgiti tarantiniani io abbia visto solo Boondock Saints, il film più offensivo della storia della merda. Provvederò a recuperare il resto.
Quindi anche se mi perdo questa merda di porco, ne recupero altri 4 su 5. Lu8, hai vinto tu, sarà la tua playlist.
del tutto d’accordo con devid sfinter. anche se devo dire che l’ho visto che ero parecchio più giovane e dai gusti più grossolani, quindi non so adesso se a rivederlo mi piacerebbe altrettanto. Però via, c’è billy connoly, willem dafoe in drag e norman reedus prima che diventasse l’idolo delle ragazzine di tutto il tumblr (oltre benedict cumberbatch e tom hiddleston). Sì, poi, per carità, i film belli sono altri ma TBS si fa vedere tranquillamente
Su “Cose da fare a Denver” sono completamente d’accordo con John Who?
Luotto vincitore delle nostre rivalse (che non so cosa voglia dire).
Detto questo il NOSTRO NANNI si fa fare le interviste come la gente seria e nessuno quì ne dice nulla? http://www.ilpost.it/host/2013/10/15/i-400-calci-intervista-a-nanni-cobretti/
Bucho: c’entra molto poco con Entre the void, comunque questo è molto meno “sono il grande artista Gaspar Noè” e molto più “cerco disperatamente di piacere a ogni tipo di pubblico ma anche di avere una mia personalità originale pur non avendo in realtà la minima personalità”.
LiDongAn: nessuno è nudo, nessuna soddisfazione
Fan di Boondock Saints: tutti quelli citati lì sono film più ininfluenti che brutti o dannosi, e so che TBD ha la sua fanbase, ma sinceramente a me ha fatto l’effetto di uno che ti prende a schiaffi dicendo OH GUARDA QUA PORCODDUE TI DEVE PIACE’ PEFFORZA STAMMERDA LO SO COME SIETE A VOI REGAZZETTI
Fan di Cosa fare a Denver: magari sbaglio, è molto che non lo rivedo. Lo vidi all’epoca per il motivo per cui l’han visto tutti, ossia cercare compulsivamente il nuovo Pulp Fiction, quando ti vendevano qualunque cosa come “il nuovo Pulp Fiction” e non avevi abbastanza strumenti critici e difensivi per capire che non era proprio possibile. Quindi rimasi deluso. Magari, rivedendolo adesso in tutt’altra ottica, scoprirei che ha più dignità di altre cose in quella lista
@Luotto: lol. sì oddio un po’ quell’effetto l’ha fatto anche a me. ma alla fine m’ha divertito quindi…
@LiDongAn
All’inizio pensavo che stessi chiedendo a te stesso se fossi d’accordo con John.
Poi fortunatamente ho capito.
Nanni, Luotto e co…. vi do una dritta che vi farà diventare ricchi:
avete mai pensato di raccogliere le vostre migliori rece (e quindi tutte) e farne un libro??
Sarebbe il Best seller dell’anno.
Ps. Tranquilli, non perdete tempo a ringraziarmi e non vi chiedo neppure i diritti d’autore per questa idea geniale :-)
Suvvia TBS è carino non ho il bluray nella mia collezione ma quando capita lo guardo fosse anche solo per i camei di Ron Jeremy e Jenna Fine poi Defoe vestito da Amanda Lear fa scassare.
notevole luotto anche con frasi semplici ed efficaci come “un film così disperatamente poco interessante”… meravigliosa
notevole luotto anche con frasi semplici ed efficaci come “un film così disperatamente poco interessante”… meravigliosa.
Da un fan di un bel niente: io dicevo che si, TBS era ininfluente e ancora di più, fuori tempo massimo. E come cento altri film di quegli anni risentiva chiaramente di un certo tipo di cinema. Rispetto ad altri che copiavano e in più facevano cagare TBS, con tante strizzatine d’occhio qua e là, almeno se la cavava. Rivisto oggi certe cose fanno ancora più tristezza, pacifico, è un film che invecchia male. Ma i film di merda sono altri. E cmq i voti di IMDB non valgono niente.
Ah! Dalla locadina vedo che va ancora di moda l’occhio azzurro fosforescente!
Luotto sei il capoccia dell’interwebs, non ci sono cazzi!
Cinque su su su per Andy L.P.! Rece dell’anno, e via così!
Luotto sempre il migliore.
Morandi mangia la merda! E’ vero, lo dice giggle.
Madonna che amarcord. Nella seconda meta` dei ’90 facevo il dams e di conseguenza praticamente quasi tutto quello che andavo a vedere al cinema apparteneva al correntone “pulp”, anche se in realta` Tarantino era solo uno degli ingredienti (magari tra i piu` gustosi) di quel calderone pazzesco, nel quale annovererei certamente anche Danny Boyle (Trainspotting), ma anche Guy Ritchie (Lock & Stock), Gregg Araki (The Doom Generation), Doug Liman(Go), Larry Clark (Kids), e potrei continuare a lungo. Non penso copiassero tutti da Tarantino, erano quei tempi che covavano quel tipo di sentimento cinematografico, chiamiamolo “pulp” o come vi pare, squisitamente pre-internettiano e sparito con l’avvento della rete (sarebbe interessante discettare sulle correlazioni, ma anche no).
Comunque, in mezzo a tutto sto marasma volevo dire che
a) Cosa fare a Denver quando sei morto contiene una delle battute piu` cazzute della storia del cinema: http://www.youtube.com/watch?v=WHl-fnKebt4
b) Non toccatemi Gaspar Noe`, per me e` un genio totale, inarrivabile
c) Alexis Bledel dovrebbe fare la modella di scarpe da troia
Lars: sì, l’atmosfera ai tempi era quella, però quasi tutti i registi che citi avevano una loro personalità ben definita e hanno fatto carriera prendendo strade spesso molto diverse, ben distinte dal “tarantinismo” di cui parlavo e che si riferiva principalmente a certe poverate che scimmiottavano manifestamente pulp fiction, per lo più dirette, non a caso, da gente che poi non ha mai più fatto nulla.
Comunque voglio scrivere un romanzo e intitolarlo “Alexis Bledel dovrebbe fare la modella di scarpe da troia”
l’ormai collaudato schema tarantiniano consiste piu` o meno in: “personaggi strambi parlano oltre ogni ragionevole limite di cagate del tutto ridondanti e superflue alla narrazione per poi rovesciare la situazione (o svegliare il pubblico in sala) con un repentino fatto violento generalmente piuttosto efferato”
ora e` ovvio che, o hai dei mega attori-istrioni capaci da soli di tenere in piedi la scena discorrendo per interminabili minuti delle puttanate che gli mette in bocca il nostro Quentin, oppure il film cade irrimediabilmente in frantumi come tanti dei vari cloni dei ’90 e primi 2000. Personalmente la trovo una formula ormai stanca, nonostante abbia prodotto dei film pure notevoli, ma gia` inglorious basterds vacilla clamorosamente (provate a rivederlo, vi fa due coglioni come una casa) e anche django a tratti e` pesantissimo, specie sul finale.
@Luotto: se ci sono le figure prenoto una copia
Lars: cinque alto per Godzilla e Giappone.
Alla fine Denver lo ricordo con piacere giusto per quella battuta, e più in generale per il personaggio del milite fuso
Boondock lo ricordo come una delle cose più immonde mai girate
Curiosità: ma la modella di scarpe da troia e Hanna fanno finta di essere coetanee? Perché avranno tipo 15 anni di differenza!
No no, la Bledel fa tipo la senpai della Ronan, però girano vestite uguali un po’ lolitesche
Ho deciso cosa votare nella categoria “recensione dell’anno”. Come dite? Non esiste questa categoria? Fottesega, la voto lo stesso. Al “ma volete sapere la verità? La verità è che ero sempre io a scrivere.” sono caduto dalla sedia.
Comunque (non) vale la pena vedere lo sterco di porco maledetto solo per J.Gandolfini, che Dio l’abbia in gloria.
E per quella gnocchetta di Alexis Bledel che non potete sapere cosa gli farei… per prima cosa la metterei i -(TV Turn Off and Blip Out)
luotto, tu non sei divertente e neanche interessante; in più imiti la prosa disfatta di tatti sanguineti – il tuo geniale cervello ha mai contemplato la possibilità che “violet & daisy” sia uno sberleffo a critici come te?
Ciao ernesto, no, non ci avevo mai pensato!
Però mi domando: vale la pena, per un cineasta, fare un film di merda solo per prendere per il culo me (che peraltro neanche me ne accorgo) e un altro paio di disperati?
Ernesto, per favore, cosa centra Tatti Sanguineti ?!
Ho un pò di suoi libri e, per quanto mi piacciano tutti e due,
il suo stile non è quello di Luotto Preminger