Una grande verità del cinema è che anche il caso più disperato e deprimente può trovare una possibilità di redenzione nel fatto di essere passato per qualche festival: chiamatela suggestione o profezia che si auto-avvera, ma sapere che qualcuno ha visto quel film fino alla fine e ha detto “ok, può entrare al mio festival” riesce a infondere quel briciolo di fiducia nello spettatore e regalare un pizzico di personalità anche al prodotto sulla carta più indesiderabile. A meno che non sia il South by Southwest. Dio mi è testimone, la selezione all’ingresso di questo oscuro festival che si tiene ad Austin e che accoglie ogni anno una quantità tale di film che a rigor di logica dovrebbe durare almeno 13 mesi, è così randomica e omnicomprensiva che il fatto che un film sia passato al South by Southwest significa semplicemente che quel film esiste.
Ed è questo il caso di Holy Ghost People, un thriller genere “matti religiosi” talmente anonimo e insignificante che la sua esistenza su questo piano astrale non era cosa da dare poi così per scontata.
Non sono così arrogante da pretendere di sapere come sia andata con esattezza, ma mi piace immaginarmi Mitchell Altieri, giovane esordiente al suo ottavo film, che si intrufola di notte in un ufficio della CBS e ruba il copione di un episodio di Criminal Minds, dopodiché, per cancellare le sue tracce, prima iscrive il film al South by Southwest, sicuro che si confonderà senza problemi in mezzo alla folla e nessuno si accorgerà neanche che è stato girato, e poi confonde le acque raccontando a IMDb che per scriverlo ci sono volute 4 (quattro) persone.
Eccolo qua, il lavoro di 4 (quattro) persone: una ragazza riceve una lettera (chi cazzo scrive ancora lettere nel 2014?) dalla sorella tossica che le dice “sono entrata in un culto – tirami fuori”, per cui, invece di chiamare la polizia (la polizia non si scomoda per noi povera gente che vive nelle campagne disse lei con aria sconsolata), recluta un ubriacone con un passato nell’esercito e si fa accompagnare nel buco di culo del mondo dove ha sede il suddetto culto; ovviamente della sorella di lei manco l’ombra, e così all’improbabile duo di investigatori non resta che ficcare il naso finché non si trovano nella merda fino al collo.
Voi direte “grazie al cazzo, che il film parla di questo l’ho capito vedendo anche solo il trailer“. Ebbene, vi risponderò, pensate allora quanto mi sono sentito furbo io che ho ho ottenuto la stessa quantità di info dedicandogli l’intera ora e mezza della sua durata.
Ok, guardando solo il trailer vi siete persi la versione estesa di “sermone che si conclude con gente con camice a quadri, brutti tagli di capelli e probabilmente figlia di consanguinei si agita in preda a crisi epilettiche” e il classico repertorio di “segnali che qualcosa non va in questa comunità dove apparentemente tutti sono felici” tipo:
- le donne guardano sempre in basso e hanno la faccia piena di cicatrici, gli uomini hanno tutti lo sguardo da serial killer e gli unici che sorridono sono il capo e il ragazzo ritardato (deve essercene sempre uno per contratto);
- il predicatore che non riesce a fare una metafora sul peccato e sui mali del mondo senza agitarti un serprente vivo in faccia ripetendoti TOCCA IL PECCATO TOCCA IL MIO SERPRENTE;
- gente che sostiene di curare il cancro con la preghiera e il christian rock;
- il matto di turno, con volto di Gesù tatuato sul torace, si fa prendere a scudisciate da un altro maschio perché ha pensieri impuri.
Ma non è niente che non abbiate visto in altri diecimila thriller della domenica su Rai 2
Ci sarebbero, certo, gli aspetti tecnici, ma siamo onesti: chi ci crede? Se non c’è una sola virgola della sceneggiatura che non si trovi già all’interno del trailer, tutto quello che c’è da sapere sulla “regia” di Altieri si evince dalle prime due scene. In una facciamo la conoscenza del protagonista maschile, l’uomo più ubriaco e più incazzato del mondo, uno così ubriaco e così incazzato che quando si sveglia la mattina e si trova in casa una sconosciuta nuda appena uscita dalla doccia non si ferma a flirtare ma la caccia fuori in malo modo perché ha bisogno di restare solo con la sua rabbia e il suo alcolismo; segue close up di una foto di lui militare in alta uniforme con la cornice tutta rotta, chiaro segno che ha sentimenti contrastanti riguardo il suo essere stato un militare o che le cornici gli stanno davvero sul culo. Nell’altra scena vediamo la protagonista femminile compiere gesti di tutti i giorni — tornare a casa dal lavoro, mettersi il pigiama, andare a letto — mentre ci racconta in voice over una storia da piccola fiammiferaia in cui lei e sua sorella erano molto legate ma ora mica tanto perché lei è una drogata.
Il tempo di elaborare mentre scorrono gli ottimi titoli di testa e da queste due scene abbiamo capito che:
1) Altieri è capace di comunicare solo per luoghi comuni;
2) Altieri non ha paura di usare la narrazione in voice over per interi blocchi di film per farci sapere tutto quello che secondo lui è indispensabile che sappiamo ma che era troppa sbatta farci vedere;
3) comunque, bella la fotografia.
All’inizio citavo Criminal Minds per la sconfortante superficialità del “caso della settimana”, la totale mancanza di fantasia con cui viene affrontato l’argomento matti religiosi & ragazze scomparse, ma se non fosse che la pellicola è uscita un anno esatto fa, giurerei che il telefilm che Altieri stava cercando di copiare era True Detective — le somiglianze sono tante sia a livello di “idee” (…) che di messa in scena: in entrambi abbiamo un eroe cinico e pessimista, che non crede più in niente e che le vicissitudini della vita hanno trasformato in un relitto alcolizzato, entrambi sono ambientati in un’America rurale popolata da zoticoni e infoiati religiosi ed entrambi inseguono un ideale estetico che fa di ambienti decadenti e colori desaturati la sua cifra stilistica.
Per carità, il motivo è molto semplice, entrambi attingono a piene mani dallo stesso immaginario vecchio di cent’anni, e il punto in cui le due strade tendono a sperarsi, a scanso di equivoci, è più o meno attorno a quando True Detective ha degli attori e dei personaggi e una trama e una filosofia e un regista che non è un totale dilettante e una certa idea di come deve essere fatto un giallo. Chiusa parentesi.
Rimane il fatto che queste suggestioni ci sono, e se True Detective venisse svuotato di tutti i suoi contenuti e il cattivo fosse il predicatore con la cappiagliatura da Elvis che si vede nell’episodio 2, avremmo in effetti qualcosa di abbastanza simile a Holy Ghost People.
Predicatore, quello di Holy Ghost People, che ci sta dentro un casino ed è tranquillamente il personaggio su cui si è speso di più tanto a livello di scrittura/interpretazione, quanto a livello di camicie: ne indossa dodici differenti nel corso del film, una più elegante dell’altra, mentre il resto del cast ha sempre gli stessi stracci polverosi e scoloriti. Se la sceneggiatura presa nel suo insieme non ha la minima possibilità di creare interesse (figuriamoci suspance), le sue scene sono le uniche con uno straccio di efficacia, vuoi perché mi piacciono i monologhi su come solo il Signore può salvarci dal peccato, vuoi perché quasi tutte comportano l’utilizzo di serpenti vivi.
Il resto, purtroppo, è vuoto pneumatico.
Magari ad Altieri sarà parsa una passeggiata, il classico film che si scrive (e in effetti si è scritto) da solo, ma parlare di matti religiosi non è una cosa che va presa alla leggera, ti espone a un grossissimo rischio — e non parlo dei cristiani che si offendono, che tanto quelli si offendono per qualunque cosa e comunque sono troppo occupati a mettere le bombe nelle cliniche per abortire, manco se lo inculano il tuo filmetto del SXS: parlo dei non cristiani che vogliono sentirsi dare ragione (= fate bene a non andare in chiesa, chi ci va tendenzialmente è uno sciroccato), ma lo vorrebbero in uno scenario un po’ più… Impegnativo. Io per esempio apprezzo molto lo sforzo di chi va a pescare una sottocultura specifica — amish, mormoni, santeria… — e non posso fare a meno di vedere la piattezza di Holy Ghost People, la sua totale mancanza di personalità, come un’occasione sprecata nel florido panorama dell’anti-Christploitation.
Comunque, bella fotografia.
DVD-quote:
“Beh… Esiste.”
Comitato organizzativo del South by Southwest Film Festival
“True Detective senza la trama.”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Il predicatore con il serpente al braccio è spudoratamente uguale a quello che compare in Justified!
Il reduce, incazzato ubriacone sarebbe il classico pseudomodello della prima foto?? E invece a manze come siamo messi?
Comunque la regola è; quando nelle locandine vedi i malefici rami di alloro incrociati con qualche festival in mezzo, stanne alla larga.
Bella la fotografia effettivamente.
Il predicatore serpentato appare in un vecchio racconto breve di Lansdale…e probabilmente anche lui lo ha mutuato da altre fonti
Peccato perché il giovane esordiente Altieri aveva girato anche:
https://www.youtube.com/watch?v=Vh-sWqtgBec
@Terence Hell, Aigor: più che altro è una cosa folkloristica delle chiese sciroccate dell’america rurale, è un tropo che si ritrova in molte opere di fiction e c’è almeno un caso di prete che lo faceva davvero (morto, indovina come?, morso dal serpente!)
@Dévid Sfinter: credo che il “the thompson” che ha girato lui fosse un’altra cosa XD a memoria, un film di vampiri.
1) Il 90% dei film che recensite non vale abbastanza nemmeno a pulire il culo ad una singola puntata di Criminal Minds.
2) Il tuo (vostro?) anticlericalismo spicciolo è al pari del film o di un libro di Odifreddi/Augias, carta igienica di bassa qualità.Ovvero le critiche sono talmente scontate e basate su fatti inventati che è inutile rispondere, ti fai 4 risate per pietà.
@Quantum: Eccierto. Ma l’associazione mentale immediata è stata quella.
mark, volevo risponderti seriamente ma poi ho capito che ti piace Criminal Minds, quindi prrrrrrrrrrrrrrrrr
@ Mark
1 ) Se ti piace Law & Order, piuttosto segui Special Victim Unit, oppure recupera le vecchie puntate. Comunque Criminal Minds è leggermente guardsabile solamente quando c’ è Goldblum.
2 ) Critiche basate su fatti inventati che riguardano una religione basata su fatti inventati? Perdonami ma non capisco il nesso.
2014 è l’anno dei redneck
visto che avete citato true detective ricordatevi che la fine della season 1 è copiata paro paro dal alan moore
@Quantum
In effetti è la stessa fine che fa il predicatore in Justified. Dev’essere l’equivalente redneck di: -mio cugino mi ha detto che uno che conosce ammaestra i serpenti con la parola di gesù-. Grazie per la dritta.
Scusate, ma questo Altieri è per caso parente di Kevin Altieri, uno dei registi di Batman the Animated Series?
Spero proprio di no…
PS
A Criminal Minds ho sempre preferito il bellissimo (e sottovalutato, solo 13 episodi) The Inside, con Peter Coyote, Adam Baldwin e Rachel Nichols bravaebbella bellaebbrava… ;)
Altieri è uno dei due Butcher Brothers. Tra le altre cose, ha diretto The Violent Kind… Siamo dalle parti della Serie B più loffia, anche se i due minchioni macellari hanno alcune buone idee. Mischiano di tutto: il film inizia come un biker movie, prosegue come la casa di raimi, poi arrivano dei personaggi usciti da un film di Joh Waters e alla fine ci sono pure i marziani… Fondamentalmente una stronzata.
@QT
rece fallopia primaverile, yeah!
@Dévid Sfinter
http://www.youtube.com/watch?v=DX1iplQQJTo
(Bansky by)
@mark
https://www.youtube.com/watch?v=pcVRrlmpcWk
(Cavoletti di bruxellax & camomillax)
Posso dire che, in fin dei conti, nel suo complesso, True Detective mi ha abbastanza deluso? A parte il finale loffio e in generale gli ultimi due episodi, si poteva fare mooolto meglio con quel materiale umano lì. Trametta innocua da romanzino thriller, sarebbe stato meglio un film di due ore. Merito assoluto però per la Daddario nuda.
I film con i culti, soprattutto cristiani, per me sono un grande boh… Tipo, già Red State mi aveva fatto merda, in questo neanche mi ci imbatto…
Scrivere che True Detective ha deluso perché ha una trametta da romanzino thriller equivale a scrivere, chessò, che delitto e castigo delude perché in fondo parla solo di uno che uccide qualcuno e poi si fa le pippe mentali.
@venerabilejorge
Cosa ti devo dire, che è una vicenda appassionatissima e originalissima in cui tutti i personaggi hanno una vita propria e non solo 2? Se vuoi te lo dico, ma non l’ho visto così… Ho visto un ottima regia-fotografia-recitazione-dialoghi in un plot molto scontato con un finale scarico in un prodotto che sarebbe stato meglio se fosse durato 2 ore e l’avessero proiettato sul grande schermo. Esteticamente è ineccepibile ma non mi ha preso più di tanto. Se per te è la miglior serie di sempre mi va bene, posso rispettarlo, per me finisce molto molto lontano anche da House of Cards, per citarne uno contemporaneo. TD è una buona serie che poteva essere un capolavoro assoluto, il punto debole è Pizzolatto per me. Falla a scrivere a Lansdale e osserva la bomba che viene fuori.
Ho riso, grazie.
Stiamo andando clamorosamente OT, ma per rispondere a @Bellazio: piano con questa glorificazione di Lonsdale, il nostro amico texano avrà sì scritto dei capolavori, ma un buon 70% della sua opera è semi spazzatura.
Poi, tornando a bomba, a TD: il fine ultimo di Pizzolatto non era la Storia in sé, questo è evidente, ma il COME raccontarla… se non fossimo sui 400C, mi dilungherei sulla lezione impartitaci dalla letteratura russa dell’800 sulla INUTILITA’ della trama