Mentre siete tutti lì a fremere per Guerre Stellari, da una galassia lontana lontana chiamata Frightfest arriva uno horror minore, strambo, irregolare ma a a suo modo sperimentale e degno di nota. Il regista Alistair Legrand ha trovato finanziamenti piuttosto ingenti per essere un esordiente; non dico che li sfrutti tutti ammodo, però sicuramente fa sempre piacere vedere un film ben fotografato e tecnicamente decente. Dai che si parte bene. All’inizio Legrand sembra non voler correre troppi rischi: prende una madre single, Madison (Ali Larter di alcuni Resident Evil, Final Destination e… Dawson’s Creek. Brutta bestia, l’adolescenza), i cui problemi sono: è ancora scossa dal marito che si è volatilizzato senza dar più traccia di sé, ha due bambini di cui uno molto problematico, ha un sacco di debiti e una casa che cocciutamente non vuole lasciare; poi, per complicarle la vita ancora di più, riempie la suddetta casa di apparizioni grandguignolesche e segnali di infestazione fantasmatica. E fin qui ha una base consolidata, sperimentata in un lungo filone di film che dà a The Diabolical un tocco squisitamente “inattuale” e familiare: non nel senso che ci sembra di aver visto lo stesso film decine di volte, ma che ambisce al ruolo di classico.
L’aggettivo “timeless” usato nella locandina è indicatissimo sia dal punto di vista tematico e stilistico, sia dal punto di vista della trama, visto che a un certo punto di comincia a parlare di paradossi temporali; ma è anche ad alto rischio spoiler, per cui tenetelo a mente ma non troppo. La cosa più inusuale nella prima parte di film è che le apparizioni, create in CGI abbastanza dignitoso anche se non perfetto, sono sì spaventose, ma la famiglia sembra essere ormai abituata ad esse, quasi che le avesse ormai “addomesticate” e si fosse rassegnata a conviverci. Un po’ come l’intero genere di film basati sul topos della casa stregata, che lo spettatore conosce a memoria e dal quale sa a grandi linee cosa aspettarsi. Più che terrorizzati dai fantasmi, madre e figli sembrano allarmati come lo potrebbero essere da un grosso cane che latra senza ragione, o un figlio troppo violento e imprevedibile. A proposito, come sta il piccolo Jacob?
Signora mia, suo figlio risolve troppe questioni a pugni, dovrebbe imparare a gestire l’aggressività se non vuole incappare in qualche guaio da grande (che poi alla fine è il succo del film: mamme, siate responsabili!).
L’unica persona che sembra avere un ascendente positivi su Jacob è il suo insegnante di scienza, Nikolai, che procede a trombarsi Madison e a diventare un padre surrogato. Inizia anche ad indagare sulle misteriose orribili apparizioni, le quali intanto cominciano ad apparire un po’ troppo spesso, escono dalla lavatrice, dalle fottute pareti della cucina, e che sembrano voler comunicare con la famiglia più che farle del male. E qui casca l’asino. Eggià, perché Nikolai pare sapere qualcosa di più, tergiversa, Madison scopre delle cose e il film cambia completamente registro: diventa fantascienza! Genre-bending! Paradossi temporali! Esperimenti psichici! Robe dai nomi oscuri tipo CamSET e Project Echo! Davvero una scelta di scrittura coraggiosa e inaspettata; peccato che quest’ultima parte di film sia tirata via in fretta, la carne al fuoco diventi davvero troppa e la sceneggiatura vada a gambe in aria come l’asino.
Cosa è successo a Legrand? Ha finito i soldi? E’ stato costretto dalla produzione a montare il film alla cazzo? O proprio lui e il co-sceneggiatore Luke Harvis non sapevano come tirare tutte le fila del discorso? Sono andati troppo avanti nello scardinare i topoi dello horror classico? Non esageriamo, però è chiaro che la sterzata fantascientifica è stata un po’ troppo violenta e i due non hanno saputo gestirla fino in fondo. E dire che fino a due terzi, il film reggeva bene: buona fotografia, buoni attori, un love interest di origine indiana e caratterizzato in modo non banale, bambini non orribili anche quando pervasi da un morbo della pseudomorte sotto forma di ragnatele sulla pelle.
Non è un capolavoro, intendiamoci, ma le scene di quiete domestica sono talmente riuscite che riescono a farti affezionare ai personaggi; sarebbe addirittura bello vedere come se la cava il regista in un film non calcistico. Purtroppo rimane l’impressione in The Diabolical che ci fosse molto di più da dire: caso rarissimo di film piuttosto lungo ma mai noioso, avrebbe persino beneficiato di un’altra mezz’ora per spiegare bene cosa sono la CamSET e il Project Echo e il paradosso temporale, cosa vuole davvero il viscido consulente finanziario che offre a Madison salvezza economica in cambio della casa. Non lo sapremo mai, ma portiamo a casa un film discreto, dai molteplici spaghetti e un regista che promette bene.
DVD-quote suggerita:
“Un wannabe classico con lo sterzo troppo rigido”
Cicciolina Wertmüller, i400Calci.com
scusa cicciolina se non commento (ancora) il post ma ci tenevo a dire a tutti con orgoglio che IERI HO STRETTO LA MANO A CASANOVAAAAAAA!!!!!!1111!!!!
Grande Anna!
selfie or it didn’t happen
Anna,
siccome lui è CASANOVA e te sei MAGNANIMa… sei sicuro di aver stretto una mano??!?!? :P
…@al Bacino, stai insinuando qualcosa?
(incrocia le braccia e inarca il sopracciglio)
@nanni, è successo, è successo: chiedi a casanova.
@poisoned, e noi quandoooo???
@Casanova Fa l’anal ?
@Anna vediamo che esce prossimamente (tanto ho capito che noi SW ce lo pisciamo), e magari si organizza!
Mi hai incuriosita… La fantascienza da paradosso temporale mi paice sempre. Vedrò.
Venduto! Provo a recupararlo, sembra interessante soprattutto per la svolta sci-fi e poi io con i paradossi temporali ci vado a nozze.
La locandina è fichissima!
Maaaaaaaa le recensioni di Legend e Creed quando arrivano?
oh ma siete diventati BLU?!
@casanova
dacce du coordinate!!!!
CASANOVA, DIGLIELO CHE SOLO NOI CHE SIAMO DEI GRAN FIGHI POTEVAMO INCONTRARCI, SEDERCI VICINI NELLO STESSO CINEMA A VEDERE LO STESSO FILM COSI’ A CASO.
fighi con la gi nun se po senti
Inevitabile essere d’accordo con la rece. Tutta la parte “poltergeist” è ben fatta e intrigante per sto fatto che mamma e figlioli c’hanno in casa i mostri di resident evil ma non gli frega più di tanto, mentre il finalozzo sci-fi è appiccicato con lo sputo lasciando buchi orrendi. Insomma per me regista promettente e capace, ma le sceneggiature è meglio se le lascia a qualcuno che le sa scrivere meglio.
Fà cagare e non si capisce niente