Torna “Le Basi”, la nostra guida agli autori imprescindibili del cinema da combattimento e torna con l’autore che più di ogni altro ha riportato l’action sofisticato e drammatico della New Hollywood fuori dagli anni settanta. Esteta, esistenzialista, perfezionista, sono alcuni degli aggettivi che definiscono questo autore che tenendosi fuori dalle mode ha ridefinito a modo suo, con meno di venti film, il cinema d’azione e non solo.
Nel 1981, dopo l’acclamato debutto con La corsa di Jericho, Michael Mann arriva al cinema col suo primo film. O meglio: arriva col suo primo film appositamente scritto, diretto e prodotto per il cinema, perché come abbiamo visto la settimana scorsa La corsa di Jericho venne concepito per la TV, girato come un film per il cinema e poi portato al cinema sull’onda del successo.
Il film è Thief, “ladro”, in Italia tradotto con un più generico Strade Violente (chiamato però Violent Streets in Inghilterra) ed è in parte basato sul racconto semi-biografico Home Invasion del 1975 ad opera di un vero ladro di Chicago, tale Frank Hoimer, pseudonimo di John Seybold.
La storia è talmente semplice che bastano poche righe per riassumerla: a Chicago un ladro di alto profilo di nome Frank cerca di chiudere un ultimo grande colpo assieme al suo socio Barry, un James Belushi al suo primo ruolo, per sistemarsi con la sua compagna; ma viene ricattato da un potente ricettatore colluso con la mafia che vuole continuare a servirsi del suo talento. Grosso modo è tutto qui, nulla di complesso e in fondo anche molto classico.
“Per me la semplicità di Strade Violente è come un ritmo terzinato, è semplice ma efficace, non c’è nulla che non serva”
Michael Mann sul film, dal commento audio extra tratto dal DVD del film.
Mann, che dopo anni nella TV ha una certa astuzia produttiva, al suo primo film si muove cautamente e sceglie una storia molto semplice, con pochi personaggi, che si svolge tutta in un lasso di tempo ristretto e in uno spazio limitato. Ha quindi controllo totale in quanto regista, sceneggiatore e produttore ma, in virtù dei pochi elementi in gioco, ha anche controllo totale del mood, del paesaggio visivo e di quello sonoro. Se in La corsa di Jericho Mann introduce la sua poetica, in Strade Violente vi associa la sua estetica, sancendola con una tale precisione e controllo che possiamo riconoscerla dal 1981 a oggi con un filo rosso evidente tanto quanto quello dei suoi personaggi e tòpoi narrativi.
“Volevo che il film desse di Frank l’idea di un topo intrappolato in un labirinto, ho usato la fotografia per far sembrare Chicago una serie di tunnel opprimenti. Di notte le ombre e il cielo nero formano un coperchio, e le strade bagnate dalla pioggia sono come degli specchi che moltiplicano questi tunnel aumentando lo spaesamento”
Michael Mann sul mood del film e le scelte registiche dal commento audio extra tratto dal DVD del film.
Il regista conosce bene il posto, visto che ci è nato, e le suggestioni di una vita passata sfociano in una Chicago ben diversa da quella rutilante del coevo The Blues Brothers in cui scorrazza l’altro Belushi; notturna, piovosa, spettrale, fatta di neon e vicoli bui per certi versi ricorda la New York di Driver l’Imprendibile di Walter Hill ma non ne ha l’astrazione quasi metafisica né l’atmosfera misteriosa, avventurosa seppure pericolosa. La Chicago di Strade Violente è una trappola gelida che si chiude lentamente attorno al protagonista, tutto comunica una fine imminente e sembra risuonare di un conto alla rovescia che parte non appena tramonta il sole.
Fotografata con una palette cromatica limitata, fredda e scelta con cura maniacale, la città di Strade Violente è la tavolozza con cui Mann ci presenta la sua idea di fotografia che varrà da qui praticamente per ogni film a venire, il banco di prova per una visione d’insieme che non mollerà più, che in più di una soluzione anticipa Heat: La Sfida e che lo porterà via via con il progresso dei mezzi a credere, tra i primi, nella ripresa digitale per catturare i colori al meglio.
Tu e i tuoi Tangerine Dream, ragazzi che mal di testa!
James Caan a Mann sulla colonna sonora del film dal commento audio extra tratto dal DVD del film.
La scelta dei Tangerine Dream, con una colonna sonora livida e martellante, al posto del più scontato Chicago blues che avrebbe dovuto esserci, è anche essa funzionale alla sensazione di incombenza ricercata nei personaggi senza cognome, nella città labirintica e algida, nella costante emergenza in cui si trova il protagonista. Questa soluzione sarà un segno distintivo di Mann per molti altri suoi film che viene ricordato per i suoi commenti musicali prettamente ambient, cupi e d’atmosfera.
Ci lavorai così tanto e così incessantemente che non è mai stato possibile essere nel panico… Ero talmente preso ad occuparmi del film e familiare con ogni suo aspetto, delle prove, delle location da non potermi permettere il lusso del pensare troppo a me o di essere ansioso (…) L’ansia è la paura del fallimento, se ti prepari abbastanza non puoi fallire totalmente e quindi l’ansia non può crearsi.
Micheal Mann in un’intervista su Strade Violente
Per molti mesi Michael Mann vive di sola pre-produzione, come sempre preparando il film e irreggimentando il cast in maniera maniacale: fa addestrare Caan da un Navy Seal, di modo che la sua disinvoltura con la pistola sia totale e credibile, lo fa incontrare con alcuni veri ladri che gestivano delle gang di svaligiatori negli anni settanta per scafarlo su come pensa, si muove e vive un vero ladro d’alto profilo, assume dei ladri come consulenti tecnici sul set e fa persino addestrare l’attore all’uso di tutte le attrezzature pesanti che vengono impiegate nel film perché -ovviamente!- non ci sono controfigure né oggetti di scena: tutte le scene sono girate da Caan stesso con vere lance termiche e trapani a colonna da cento chili. Persino i poliziotti che indagano su Frank nel film sono due veri poliziotti: uno, Dennis Farina, diventerà un attore molto noto e l’altro è il suo vero compagno ai tempi.
James Caan tra la fine degli anni settanta e primi anni ottanta era nel pieno di un periodo personale tremendo: un secondo divorzio e la morte della amatissima sorella Barbara lo gettarono in un periodo di abusi tra alcol e droga, compromettendo gradualmente la sua carriera che dopo averlo visto tra gli attori simbolo del cinema americano degli anni settanta lo relegherà progressivamente ad un ruolo di secondo piano e a film minori; si ridurrà sul lastrico fino a quando verso la metà degli ottanta si ritirerà dal cinema per alcuni anni per fare il coach di baseball per ragazzi.
Caan nel 1981 quando viene scelto da Mann è all’inizio della sua odissea, è ancora un buon nome ad Hollywood ma è emotivamente a nudo e professionalmente pronto a giocarsi tutto. Questo sfocia nell’intensità con cui interpreta Frank, l’uomo che come lui è pronto a tutto, che va fino in fondo per fare quello che deve fare. Con Frank l’attore porta a casa una delle sue migliori intepretazioni di sempre, cosa che pensa lui stesso. Il fatto che Caan sia nato e cresciuto nel Bronx degli anni quaranta, vivendo nel quartiere e lavorando al mercato della carne, lo facilita poi a raccontare l’altro lato del Frank vulnerabile e in crisi, quello dell’uomo di strada e del professionista smaliziato.
“Sono cresciuto in strada, lì sviluppi una sorta di sesto senso, incontri tanta gente e impari a vincere e a perdere molto velocemente, ad un certo punto già da come stringi la mano a qualcuno capisci se sarà un amico o qualcos’altro. Diventa come la giungla, e senti le cose a naso”
James Caan sulla sua formazione nel Bronx da un’intervista a Cigar Aficionado
Ecco un ulteriore tratto distintivo del racconto di Mann, che si affacciava in La Corsa di Jericho ma che in Strade Violente prende una forma precisa: il professionista come moderna incarnazione dell’eroe esistenzialista, del Sisifo di Camus. Jericho era dedito anima e corpo alla corsa, alla sua missione, ma non era il suo lavoro: era una condizione che sviluppa in reazione ad un contesto.
I protagonisti di Mann, lungi da astrazioni simboliche, sono uomini calati nel loro tempo, che adempiono ad un dovere preciso; molto spesso questo è insito non solo nella loro morale ma nel fatto che sono dei professionisti altamente specializzati, addestrati per un compito specifico, legale o meno che sia, ma che definisce la loro esistenza e che essi cercheranno di portare a compimento a qualunque costo, perché è quello che li definisce e da un senso alla loro esistenza: quella frase di Sartre che riportavo in testa al primo appuntamento della rassegna, “Non facciamo quello che vogliamo e tuttavia siamo responsabili di quello che siamo”, definisce tutti i personaggi principali della sua filmografia a partire proprio da Frank.
La determinazione e bravura nel suo lavoro sono conseguenza della stessa tempra con cui cercherà di tirarsi fuori dai guai che la sua bravura stessa gli causerà, e come per tutti gli altri personaggi di Mann la lealtà ai propri obiettivi, l’adesione al proprio codice è insopprimibile: è una questione per la quale si vive e si muore, non importa il resto.
“Frank è uno che a seconda della sfumatura che vuole far passare dice “what’s up” o “what is up”, sai sempre che non ha mai detto nulla che non volesse dire”
Mann sullo studio del protagonista
Frank è metodico, tutto in lui ha una funzione: veste bene ma non è appariscente, ha vestiti sportivi ma indossa sempre un Cartier d’oro ad uso swag per far capire che la sua informalità è una scelta non obbligata, parla con calma e dicendo l’essenziale di modo che tutti capiscano subito e non debba ripetere nulla, una vita passata in carcere gli ha insegnato anche che il tempo perso non lo recuperi e quindi non perde tempo in nulla, nemmeno nel parlare. Ma quando decide di farlo lo fa di cuore, come nel lungo monologo notturno nella caffetteria – che in chiave diversa anticipa Heat – con la sua amata, un uomo durissimo ma che sa far intravedere le sue tenerezze senza patetismi, come nel rapporto col suo unico amico e figura paterna Okla, un fantastico Willie Nelson detenuto, che forse è l’unica parte del film che meritava un approfondimento maggiore e fa volerne sapere di più.
Nulla è casuale nel film, come abbiamo visto per le scene e la fotografia, e così è anche per l’attenzione al personaggio; da come si muove a cosa indossa, tutto è cruciale per Mann e anche questo tornerà nei suoi film futuri: dal completo senza alcun fronzolo, fossero anche solo i passanti per la cintura, di Tom Cruise in Collateral, ai completi sartoriali ma senza cravatta di De Niro in Heat, agli orologi che ogni protagonista indossa – se si sa qualcosa di orologi – con un preciso criterio, il look dei personaggi di Mann è parte integrante della storia, è frutto delle persone che sono, dell’ambiente in cui vivono che per quanto estetizzato e stilizzato è frutto a sua volta di una maniacale osservazione del vero, della realtà e delle persone, da parte del regista.
Il film, in ultimo, presenta un’altra caratteristica che vale spesso al regista la critica un po’ affrettata di “non saper montare i suoi film”, una cosa mutuata a modo suo dal noir francese degli anni sessanta di cui è ammiratore. Nei film di Mann si alternano momenti di azione frenetica, sia in senso di action sia in senso di “sequenza di azioni compiute”, a momenti di stasi, di lunghi dialoghi se non di contemplazione, in un contrappunto che può essere spiazzante ma che costituisce una sua cifra stilistica, voluta e molto coraggiosa.
Concludendo: Strade Violente è un grande film, sia per la sua qualità filmica in senso stretto sia perché presenta concentrandolo tutto il meglio di Mann, programmaticamente esibito in una delle sue prove migliori, un (secondo) esordio cinematografico impressionante e importante, una lezione di coerenza ed eleganza degna dei suoi personaggi.
DVD-Quote:
“Il (secondo) esordio al cinema di Mann è un film impressionante e importante”
Darth Von Trier, i400calci.com
Per chi volesse un assaggio la Criterion ha messo la sequenza iniziale su YT:
https://www.youtube.com/watch?v=aJIn7batAtc
Film meraviglioso,nella mia Top 3 di Mann per quanto mi riguarda:quel monologo nel dinner vince tutto.
Una cosa:Farina ed il suo socio facevano gli sgherri del ricattatore,gli sbirri erano interpretati da alcuni degli (ex?)-ladri che Mann aveva chiamato a supervisionare la produzione.
Uno dei migliori pezzi di sempre su i400 calci. ah e capolavoro di film.
Ho iniziato a chiedermi se esiste una qualche setta che adora michael mann anzichè satana come noialtri.
Visto questo assieme a Manhunter sono i film che preferisco di Mann,Heat lo trovo troppo lungo (doveva scorciarlo) ,in Thief in una scena compare anche William Petersen.
I Tangerine Dreams me li ricordo per la colonna sonora de Il Salario della paura e i temi delle serie Automan e Il falco della strada(mi piaceva il tema da impazzire).
Peccato per i non molti riusciti Miami Vice(mancava un pò d’ironia e le spalle quasi non c’erano) e Nemico Pubblico(troppi puliti gli anni’30 quasi da spot pubblicitario).
Si, MV effettivamente è troppo serioso ed ha un ritmo fin troppo austero! Boh!
Se ogni sceneggiatore facesse lo stesso lavoro che fa Mann sui personaggi saremmo molto più contenti. Vestiti, orologi, acconciature, tatuaggi, tutti pezzettini che fanno un character.
Caan qui alla grandissima, per molti sarà sempre Sonny Corleone, per me no, sarà sempre il Ladro (giustamente il titolo originale si collega al discorso del professionista con uno scopo nella vita), in quel finale in cui se ne va ferito chissà dove.
Che bravo James Caan, come si e’ calato nel ruolo, convincente sempre, dalle scene di pace con la sua amante a quando esplode nell’azione violenta finale.
Un attore di grande levatura in un bellissimo film.
Madonna mia che pezzo assoluto, complimenti veramente.
Il film non l’ho mai visto ma praticamente sto correndo a vederlo.
Veramente grazie. Belli i pezzi, l’idea, la scelta dell’autore, tutto. E tanto cinema da recuperare.
Articolo mostruoso, c’é amore e competenza in ogni riga. Bravo davvero.
Ho il ricordo vivido di questa pellicola per una morte al rallenty con shotgun… Mi turbò non poco ai tempi
Si sul finale. Un frammento mostruosamente perfetto
Film essenziale in tutti i sensi, un noir cupo eppure mai davvero fatalista, perfetto in ogni suo aspetto.
Darth è lo Spirito del Mondo che scrive recensioni. Bellissimo pezzo per un film praticamente perfetto.
Un film mostruoso che non cambierei di una virgola. La recensione pure è fantastica. Probabilmente il mio Mann preferito di inizio carriera (che ribadisco essere il mio secondo regista preferito in assoluto) probabilmente perché molto vicino al film Le Samourai come personaggio. Una costruzione spaventosa che sfocia in un finale stratosferico. Tutto bellissimo complimenti A voi come sempre ma qui ke vette sono proprio altissime.
ma una versione bluray italia con la qualità criterion è pura utopia? dove si può trovare in alternativa un ottimo Mux di questi due? torrenti mulo ecc
sulla scena del trapano (quello della foto) il commento di Caan è assolutamente impagabile:
https://www.youtube.com/watch?v=ZIuyAQm5vtY
comunque un film della madonna dall’ inizio alla fine, un’atmosfera della madonna e una cura dei particolari allucinante.
Darth, riuscire a tessere le lodi come hai fatto ad un film del genere senza neanche dire una parola sugli ultimi dieci minuti è da fuoriclasse.
spoiler
alla voce cura dei particolari: va con che classe e naturalezza ricarica
https://youtu.be/F9CxgHdlo4s?t=5m2s
eh, e quindi? che cazzo dice? traduca qualcosa dottore, non siamo mica tutti andati con i soldi del papi alla british school
Bellissimo pezzo Darth, occhio al refuso riducerà
ottimo pezzo, ottimo film.
quando l’ho visto mi è piaciuto davvero tanto, e forse è giunta l’ora di vederlo di nuovo, perchè io ricordavo che dennis farina fosse un kliller invece è uno sbirro a quanto pare.
comunque non l’ho scritto sotto l’articolo su jericho perchè mi sono scordato ma lo scrivo adesso: sono davvero felice di questa retrospettiva su mann, è uno dei miei registi preferiti in assoluto (forse il preferito) e leggerne i vostri impeccabili articoli è davvero un gran piacere.
i miei preferiti di mann sono heat e miami vice, non saprei dire in quale ordine perchè ogni volta che vedo uno dei due penso ”eh no, non ci sono cazzi, questo è IL capolavoro”.
thief lo metto a livello di collateral, cioè grandissimi, forse solo un pelino-ino-ino inferiori a quelli sopra citati.
l’unico dispiacere è che mann lavori così poco e abbia così poco consenso da parte del pubblico odierno, vedi l’assurdo flop di blackhat
p.s. l’avrete sicuramente già visto, ma questo frammento di miami vice (la serie) è una delle cose più manniane e (quindi) belle di sempre.
https://www.youtube.com/watch?v=g_fv0_8WMrI
è il video sbagliato. quello vero è stato rimosso e c’è solo più in una qualità merdosissima che non vale proprio la pena.
che peccato.
comunque non differisce molto, il video originale era proprio il pezzo di una puntata con in the air tonight di sottofondo. in questo invece il video monta su quella stessa puntata pezzi di altre puntate ma gli dà un’aria da tribute mentre l’originale era perfetto.
siamo in OT mostruoso ma se parliamo di colonna sonora/video di miami vice serie tv mi ha sempre gasato quello che pubblicò James Berushi (il cui omonimo tra l’altro è in Thief) commentando questo pezzo https://www.i400calci.com/2012/09/fight-night-hardware/
Un vero OT mostruoso, sarebbe capire la formazione di Darth Von The Bronx, il quale ha sopravvissuto le magiche vie di quartiere;))
https://www.youtube.com/watch?v=1T5m7AagJX8
(min. 04.03)
“Cigar aficionado”
Ecco. Non ripeto i complimenti – tutti meritati – che già sono stati fatti, ma andare a scoprire poche frasi da un’intervista in un contesto simile è da fuoriclasse.
Il film, per quanto sappia fare parte della tetralogia noir manniana con Manhunter, Heat e Collateral, mi manca ancora. Ne vidi il Dvd anni fa in Fnac ma costava uno sproposito e lo lasciai lì.
Grande film, grande regista, grande recensione! Un “Le Basi” sul grande Mann ci voleva proprio. Grazie.
Faccio fatica a dire, tra tanti capolavori, quale film di Mann è il migliore. Diciamo uno tra Manhunter, Collateral e Miami Vice (uff, ma anche tutti gli altri non scherzano…).
“L’ansia è la paura del fallimento, se ti prepari abbastanza non puoi fallire totalmente e quindi l’ansia non può crearsi.”
Chissà se dopo BlackHat è cambiato qualcosa.
ma guarda non penso si riferisca ad un fallimento di seguito/economico
Da manniano puro devo dire che questo film è di una noia mortale. L’ho lasciato in un punto imprecisato devolvendo il mio tempo ad attività più educativa ovvero l’arrostire salsicce sulla griglia e bere birre in lattina. Mann ha l’apice di carriera al centro con film come Heat e quello sulle sigarette avvelenate. Invece l’inizio e la fine (per ora) della sua carriera son costituite da film pessimi, come i due di cui si è parlato finora e come i più recenti, ad esempio quello con l’hacker palestrato e quello sui gangster che blaterano in continuazione (manco mi ricordo i titoli tanto fanno schifo i film, ma avete capito a cosa mi riferisco).
Ora ci manca solo che tiri fuori un film su un castoro-robot che ha le crisi mistiche mentre eiacula e siamo apposto.
ah, quello dell’hacker anabolizzato era blackhat
Si allora non sei un manniano puro oltre a non capire una sega
@Alex grazie per il commento forbito e profondo da ripetente delle serali. sono un purista di Mann nel senso che mi concentro solo sull’apice della sua carriera e non su qualsiasi cagata gli sia uscita fuori, tipo Miami Vice, per dirne un’altra. Anche un film non riuscito come Manhunter è un masterpiece, per intenderci. Ma la svolta video no, non gliela perdono. E, come me, chiunque mastichi un po’ di cinema non solo da spettatore rinco di Brembate di sotto.
ah, si è già detto che non capisci un cazzo?
Bello come si soffermi tanto a sottolineare che i commenti altrui siano poveri di argomentazioni (vero) quando risposta ed esordio hanno la stessa povertà. Ma poi topogigio io che cosa ti devo dire? Ti sei addormentato con Thief. Che ci devo rispondere a uno che si addormenta con Thief, quando ne discutiamo proprio sotto ad una recensione del genere? Parli di “svolta video”. Che cazzo è la svolta video? La svolta video capisci? Non ce bisogno di argomentare perché se dimostri di capire una de fa te lo si fa notare e ci si ferma qui. Manhunter un pacco capito? Miami vice è una merda e tu sei un manniano puro. Puro capisci? No che non capisci perché non capisci una sega.
Forse ti riferivi a dei film con titoli simili diretti da Uwe Boll o Neri Parenti, perché scrivere che questi film fanno schifo equivale a non sapere di che diavolo parli..
Rispetto se dici che non ti sono piaciuti o ti hanno annoiato, possiamo parlarne.. Ma SCHIFO no! Schifo significa non avere il minino rispetto di
1. Coloro a cui sono piaciuti
2. Michael Mann, che resta uno dei migliori autori sulla piazza e le sue opere stanno lì a dimostrarlo
Poi se domani esce un tuo film l, che anche solo si avvicina alla qualità di Strade Violente o Blackhat, tanto di cappello. Nel frattempo RESPECT
No, vabbè non scherziamo. Mann è un mostro, questo è innegabile. Mai detto il contrario. Tecnicamente insuperabile. Ciò non toglie che abbia cannato alcuni film. Blackhat è girato benissimo ma non sa di niente oltre ad essere di una banalità sconcertante. Il pubblico ha dato picche e non è servito neanche rimontarlo. Non piace. Fa schifo ? secondo me sì. Ma siamo in diversi a pensarlo a giudicare dalla crisi depressiva di Mann. L’ultimo dei Mohicani e Heat sono altra roba, di qualità purissima. Ma io sto parlando con uno come Alex (a proposito, occhio a arrabbiarti così che poi ti fa male al cuore) che non sa neanche con cosa viene girato un film di Mann ultimamente. Il film sui gangster di cui ho rimosso il titolo per autodifesa è anche peggiore di blackhat, qualcosa di imbarazzante quanto a pochezza visiva, attorialmente poi è il suicidio di Christian Bale (per me un mito di attore, ndr). La grande lezione di Mann è anche questa: la realtà è contraddittoria. Lo dimostra nei suoi film più belli. Anche a me piacerebbe vivere di miti assoluti (e Mann lo è) ma è un mito ambiguo (meglio, è più umano). Con il massimo rispetto per tutti non è possibile tacere la verità e si può essere un genio del cinema pur avendo all’attivo qualche film di merda. Spero Leone187 di averti risposto e di aver dato con umiltà una piccola lezione di cinema a tutti.
Ah ok allora sai con cosa gira Mann ora cambia tutto. Sai anche che succo di frutta beve per caso? No perché se lo sai bene sennò la pappardella della verità che non deve essere taciuto non vale. Blackhat non sa di nulla certo, sai com’è ha la svolta video. Cioè se hai la svolta video i film non sanno di nulla dai è matematico. Ora facciamo tutti una bella letterina a Mann con scritto che la svolta video non ci piace. Firmata il pisciatoio perché insomma il merito è suo. Lui ha scoperto la svolta video e grazie alla scoperta della svolta video lui ora ha la verità. Bravo topo Gigio. Oh ma ti sei accorto che non scrivi argomentando un cazzo? Proprio come me giuro. Solo che a me Thief non ha fatto addormentare e se uno da questa discussione dovesse individuare chi dei due ha il cromosoma extra avrebbe un grosso indizio per indovinare. Bravo topogigio.
Ah ok allora sai con cosa gira Mann ora cambia tutto. Sai anche che succo di frutta beve per caso? No perché se lo sai bene sennò la pappardella della verità che non deve essere taciuto non vale. Blackhat non sa di nulla certo, sai com’è ha la svolta video. Cioè se hai la svolta video i film non sanno di nulla dai è matematico. Ora facciamo tutti una bella letterina a Mann con scritto che la svolta video non ci piace. Firmata il pisciatoio perché insomma il merito è suo. Lui ha scoperto la svolta video e grazie alla scoperta della svolta video lui ora ha la verità. Bravo topo Gigio. Oh ma ti sei accorto che scrivi argomentando un cazzo? Proprio come me giuro. Solo che a me Thief non ha fatto addormentare e se uno da questa discussione dovesse individuare chi dei due ha il cromosoma extra avrebbe un grosso indizio per indovinare. Bravo topogigio.
“Tacere la verità”. Tipico di certi esaltati, spacciare un’opinione (peraltro balorda, in questo caso) per una verità assodata.
Grandissimo film: lento, triste, inesorabile, con un Caan disperato e perfetto per la parte. Tutto il cinema di Mann e’ gia’ qui, avete detto bene: la sua poetica, le sue ossessioni, il suo stile. Ottimo pezzo, grazie.
@Alex davvero, calmati. Non vorrei che di questo passo l’arrabbiatura ti facesse venire un infarto, o un ictus, e che tu mi schiattassi lì davanti alla tastiera per la rabbia. Non potrei mai vivere con questo peso, credimi. Ahm tra l’altro io l’ho visto in lingua originale il film, il doppiaggio invece com’era ? Fai sapere.
Anche rivedendo la sequenza iniziale gentilmente linkata nei commenti il risultato non cambia. Noia. Rapina ridicola. Immagini troppo buie. E, detto tra noi, Caan discretamente cagnaccio in tutta la carriera (a parte il Padrino).
Ma venendo a noi, voglio aggiungere soltanto una nota. La dvd quote, cioè la summa di questa rece cui l’esimio Darth ha dato la forma di una ricerchina di scuola, con tutte le citazione libresche del caso, dice che il film è “importante e impressionante.” Ora, io mi chiedo: di quante cose o persone si può dire lo stesso senza sbagliare ? Praticamente di tutto. Importante e impressionante sono due parole talmente generiche da non voler significare nulla, se non un giudizio positivo privo di ogni valore. Ma facciamo alcuni esempi.
La cgi di Transformers è impressionante e importante.
La muscolatura di Schwarzenegger è impressionante e importante.
Il seno di Salma Hayek è impressionante e importante.
Il culo di Jennifer Lopez è impressionante e importante.
L’uccello di Fassbender è impressionante e importante.
E via dicendo. Tutte cose vere, ma prive di significato. Tanto valeva dire “il film è bellissimo” affermazione per cui di solito non si riceve il premio Nobel. E allora se non abbiamo scritto niente iniziamo a scrivere qualcosa. Io nei miei commenti l’ho fatto. E voi ?
non è che tu abbia scritto così tanto, eh.
hai detto che blackhat non sa di nulla. ed è vero che non sei l’unico a dirlo.
e giuro su dio, di tutti questi che tanto criticano blackhat non ho ancora sentito uno che sia uno spiegare perchè sarebbe un brutto film. tranne per il fatto che hemsworth è troppo muscoloso per fare l’hacker. tolto che il fatto dei muscoli è spiegato nel film ed è attinente all’etica di vita del personaggio stesso, ma che cazzo di critica è?
perchè allora gli hacker ciccioni negri di transformers 2 andavano bene? no ma va, quelli erano lo stereotipo dell’hacker smanettone nerd senza una vita sociale nel mondo reale e fisicamente handicappato in quanto obeso. e non sia mai che si rappresenti un hacker con gli occhiali, perchè altrimenti…
pensa un po’ che nella mia vita GLI HACKER hanno la stessa importanza di una scorreggia nel mezzo di un uragano, quindi francamente di come vengono rappresentati me ne fotte tanto così, e quello di hemsworth è un personaggio coerente e ben fatto.
la ”svolta video” vorrebbe dire che mann ha iniziato a usare telecamere digitali, credo.
bene, mann ha sviluppato personalmente quelle telecamere insieme ad un team di tecnici perchè unissero alla versatilità del digitale la resa dei colori della pellicola. è una tecnica che ha rincorso per tutta la carriera con il solo e unico scopo di fare ciò che la pellicola mai potrà fare, e cioè riprendere i colori della notte così come sono, senza artifizi vari.
è proprio una cifra stilistica di mann. io ci vedo del genio in questa svolta video, che tra l’altro accompagna mann dall’inizio della sua carriera (vedi la tua lamentela delle riprese troppo buie di thief, in realtà volute e sempre relative a questo concetto..).
non va bene nei film di gangster? ma perchè? perchè mal si sposa con film ambientati nel 1930? perchè all’epoca non esistevano? allora anche gli intoccabili fa cagare, perchè riprese a colori di quel tipo sarebbero state impensabili nel 1930.. e i film western manco dovrebbero esistere… boh sono discorsi che non capisco.
e miami vice farebbe schifo perchè? che ogni volta che lo rivedo non mi capacito di quanto sia figo e di quanto riesca a rielaborare tutte le tematiche del telefilm senza esserne un tributo ma brillando di luce propria, ad oggi forse il film più emozionante e potente sulle vite e le tecniche di poliziotti infiltrati. con delle sparatorie che levati, quella iniziale dove i cecchini fanno fuori i due poliziotti in macchina meriterebbe da sola un libro di cinema, per non parlare di quella finale.
Ciao Ciobin,
La citazione che conclude la mia ricerchina è da contestualizzare al film stesso e ancora di più al discorso che si sta facendo sull’autore, ovviamente.
Cioè che per la sua visione e narrazione il suo primo film è impressionante e importante.
E lo è perché, come spiego nella suddetta ricerchina, mette giù in maniera chiara tutte le cose che lo contraddistingueranno da lì in poi.
Mi pare sensato per un inciso, se si stanno facendo dei capitoli di una monografia parlando del mondo di quell’autore lì, usare un criterio un po’ meno generale data la ristrettezza del campo.
Ciao a tutti.
Caan cagnaccio… e qui inizia e finisce la credibilita’ del tuo discorso: carriera iniziata nei primi anni ’60, centinaia di ruoli, tutto liquidato con un cagnaccio… vabbe’, contento tu.
Mi pare poi che tu abbia ammesso ai tempi dell’abbandono di Nanni Cobretti che tutto quello scritto da te in precedenza e’ pura trollaggine, e non vedo perche’ non debba essere cosi’ anche adesso. Sparare cazzate a caso giusto per far incazzare la gente.
Prima e ultima replica a un tuo post. Don’t feed the Troll, folks.
@Darth Ciao, ti rispondo al volo by cel per dire che io non sono lui.
Vedo che la mia obiezione su importante e imponente non l’hai digerita. La spiegazione che ne dai nel commento qua sopra non sposta di una virgola le carte in tavola. Mi fa specie vedere che rivendichi una scelta di contenuti assenti, questo sì. Non pensavo fossi il tipo. Al tuo posto avrei accettato la critica ma il tuo ego te lo impedisce.
L’obiezione, come tutte, è legittima ma non per questo necessariamente vera.
Non mi ha dato fastidio ma ho pensato di rispondere contestualizzarla per chiarirla a beneficio degli altri lettori che potessero essere tratti in confusione da quella o che potessero aver pensato la tua stessa cosa.
Sul “ricerchina” non mi sono risentito, mi ha solo divertito come accusa come se qui dovessimo avere una trattazione non divulgativa e di intrattenimento ma accademica. Per approfondire i tanti spunti dati, per chi volesse, ci sta un mondo di materiali fuori da questo sito.
Per il resto a posto così e continuiamo come abbiamo sempre fatto.
Reverendo, ti spiego io perché hacker è un brutto film..
E’ NOIOSO.
I primi 20-25′ passano tra inquadrature di un ciccione che preme alcuni tasti, James Hunt (buono) che se la tira (“il più bravo so’ io altro chekkazzi”) e er cinese che “ho capito tutto siete lenti” mentre la NSA no…. il tutto condito da spiegoni lunghissimi e noiosi, poi invece parlano ore di un “RAT” (che per i non addetti ai lavori fin lì è un topo…) senza dire che cosa sia (ah, ma DOPO lo dicono è un “Remote Access Tool” mattugguarda).
Due maroni così, poi Hensworth a me sta particolarmente antipatico (ha affossato pure Heart Of The Sea secondo me…), ma pure se c’era Al Pacino il risultato non cambiava. Blackhat è UN BRUTTO FILM. Tocca stacce. ;-)
SPOILER SU COLLATERAL
OT: Collateral è bellissimo, ma immaginiamo un finale dove alla fine Cruise, pur schiattando, riusciva a steccare l’avvocatessa…portando a termine la missione comunque. Ecco, se solo Mann avesse avuto un minimo di coraggio in più…
no vedi, noioso è una cosa soggettiva perchè per me non lo era per un cazzo.
a me già quelle immagini da satellite all’inizio, quel modo di riprendere il flusso di dati informatici attraverso la trasmissione fisica degli stessi tra i vari microchip, a me già quello ha fomentato.
prendere un protagonista muscoloso, tirarlo fuori dal carcere e mandarlo sul campo, come un rambo 2 o un jena pliskeen, ma in chiave realistica alla mann, a me pure quello è piaciuto. l’ambientazione asiatica, per poi arrivare alle botte nel ristorante cinese, quei dialoghi minimi che costruiscono i personaggi senza mai descriverli davvero. fino poi alla sparatoria nel tunnel che ti senti a casa.
e boh, a me piace.
quindi noioso ok, per te. per me no.
Si guarda Rev, io quando ho letto noioso mi stava gia salendo la bestemmia, al “tocca stacce” stavo per far partire l insulto.
Quel film è eccellente e c’è poco da fare, io se proprio devo fargli le pulci ha qualche linea di dialogo che avrei aggiustato ma finita lì.
Errata corrige di copia/incolla: dove scrivo “Hacker” intendevo “Blackhat” ovviamente.. ;-)
@Reverendo Grazie. almeno tu sei competente. L’haker non torna non solo perché palestrato ma perché al momento buono uccide come un assassino professionista, con freddezza. Usa le armi e sa picchiare da marine. Un po’ troppo dai. Lui resta comunque un attore pessimo in qualunque film.
Blackhat fa schifo perché non è credibile il protagonista. Ma anche perché la storia non appassiona. Non c’è tensione. Quindi ottimo il soggetto ma in sceneggiatura Mann ha fatto di meglio. Le riprese sono le stesse degli ultimi videofilm: hanno stancato. La plasticità della pellicola è più matura. Le telecamere che secondo te Mann ha inventato sono proprietà della Sony, ti informo. Si è inventato l’illuminazione a led invece. Nel momento in cui scrivi “ciò che la pellicola mai potrà fare, e cioè riprendere i colori della notte così come sono, senza artifizi vari” dimostri di essere un appassionato che ha cognizioni tecniche da parrucchiera. Sta cosa di riprendere i colori così come sono riservatela per il risciacquo.
Poi c’è tutta la tirata sul 1930 che ti confesso non sono riuscito a capire. Prova a riformulare con sub ita se credi e ti risponderò.
Miami vice fa schifo perché anche lì la storia procede per accumulo di luoghi comuni, sempre con il solito piattume televisivo nelle immagini. L’unico momento interessante del film è il finale quando liberano la tipa. Ma il resto del film è girato come un kata di kung fu eseguito senza passione. Per dirti un altro film girato con le medesime tecniche visive ma di tutt’altro spessore è Collateral. Quello è grande cinema, c’è la tensione di Mann e la sceneggiatura inventa cose originali. Grande pathos fino alla fine. Quello è MICHAEL MANN. Non ste robe riciclate alla miami vice dove le sparatorie sembrano fatte con le scacciacani invece che con pistole vere di Heat. Vediti Training day se vuoi sapere qualcosa sul meglio film di poliziotti infiltrati, o Donny Brasco.
Donnie Brasco è tipo un filmetto modestissimo ed è bellissimo che dopo aver buttato merda su Blackhat tirando fuori la “credibilità” citi Training Day che per quanto mi piaccia ha oggettivamente uno dei finali più scemi del mondo. Bravo.
Training Day “meglio film di poliziotti infiltrati”? Ah ah ah, ma potevi dirlo subito che eri un troll. Ah ah ah ah ah.
DB modestissimo!?! °_O XD
Una domanda a tutti: se Balckhat era il capolavoro che dite (anche a Darth, se gli va di dire lasua), come mai Mann lo ha rimontato e rimesso in circolazione quasi subito ? Non per essere banale ma mi sembra che fosse evidente anche a lui che il film era mal riuscito.
@Lolly Sei fortunato, il buon Alexino non ti ha spalmato di insulti. E ti è andata bene che non ti hanno messo aka Ciobin accanto al nome come hanno fatto con me (ma tu non hai fatto critica alla rece, io sì).
@Reverendo Come vedi anche Lolly la pensa come me al punto da usare gli stessi termini. Se tutti pensiamo che sia noioso un motivo ci sarà. Ma l’idea che ti sia piaciuto un film brutto proprio non la accetti ? Quella cosa di filmare la realtà così come è con le telecamere progettate da Mann mi fa ancora ridere moltissimo, thanks anyway.
@Alex Sì, il film con Al Pacino è un filmetto mentre quello con Hemsworth è un capolavoro. Sei un intenditore, non ne dubitavo peraltro.
@Zen non vorrei rovinarti il film ma io non sono lui. Non ho fatto nessun outing, è che il buon Darth mi ha fatto il simpatico scherzetto di affibbiarmi l’aka ciobin accanto al nome per ridimensionare la forza delle mie critiche. Io non sono quel malato di mente, come lo devo dire !
Su Caan mi spiace ma la carriera da 100 film ce l’ha anche Will Smith o Alvaro Vitali e di recitazione non se ne è mai vista in tutte le loro carriere. Considero Caan un trombone che può aver azzeccato un paio di film e non lo dico per farti incazzare ma il suo faccione è una autentica palla al piede per ogni produzione cinematografica, Thief compreso. Come dicevo, nella fase intermedia della sua carriera, Mann lavorava al top (PAcino, De Niro), mentre agli esordi e alla fine lavorava al flop (Caan, Hemsworth).
Vedi tu topogigio, Donnie Brasco è un filmetto paratelevisivo con una regia da serie tv di secondo livello. Probabilmente l hai visto a 13 anni perché rivisto ora tutta la modestia di quel prodottino salta all occhio. Vedo che le tue argomentazioni sono sempre stupende comunque eh ora siete in due a dire che Blackhat è noioso quindi ciao, prove schiaccianti che confermano la tua impressione. Potreste anche essere millemila (e probabilmente lo siete) ma sai che non vorrebbe dire proprio una sega di nulla? Come tirare in ballo che Mann ha deciso di rimontarlo (roba che a tirarla fuori ora pare tu l abbia scoperta giusto ieri mentre cercavi notizie per continuare a fare il ritardato in questa discussione) che cosa vuoi sentirti rispondere? Mann forse ritiene la sua opera migliorabile sotto il profilo del montaggio ma vai a sapere cosa lo ha spinto a prendere una decisione del genere e comunque sia anche ritenesse BH lo schifo fatto a film secondo te la sua opinione sarebbe definitiva sull opera? No che non lo è topogigio. Chissà magari deciderà pure di togliere la svolta video chissà quante seghine ti potresti fare. Ah la svolta video sia maledetta lei meschina.
Io ho detto che c’è il grande attore Al Pacino e tu capisci che la regia è da farsi le seghe. Ma ingoiati la tastiera, va. Il nuovo cut è roba di adesso. http://www.slashfilm.com/blackhat-directors-cut/ E come saprai esce perché l’originale non lo ha visto quasi nessuno e quelli che l’hanno visto lo hanno trovato una palla cosmica, numeri alla mano. Per questo sono curioso di sapere cosa si inventeranno le groupies di Mann per difendere questo flop. (il new cut lo guardo, eh ? Ma hype sotto zero). E non venirmi a dire che lo avete capito in pochi perché è un film d’elite (che fa vedere i colori VERI della notte, per giunta, come ebbe a scrivere il rev qua sopra).
Ah quindi per te basta che un film abbia il GRANDE AL PACINO che regala una sua interpretazione a casaccio per avere di default un buon film? Beh quindi in effetti ci sta che Blackhat abbia fatto cagare a tanta gente (numeri alla mano eh!) che per laggente i metri di paragone sono questi. Le interpretazioni fanno i film buoni bravo. Regia pacco eh ma con una presenza di un al pacino bollito esce fuori labbomba bravo topogigio. Così escono i filmoni. Stronzo Hitchcock quando diceva che gli attori sono come cavalli certo. Però oh stranamente mi vengono in mente un sacco di film con idee e mestiere decenti ma con attori cani in cui i risultati sono stati buoni che non idee di cinema pacco con attori buoni con risultati decenti. Oh ma avrai ragione tu eh. A te Thief ha fatto dormire. E non aveva manco la svolta video. Pensa thief con la svolta video, prova a pensarci! Brrr che schifo. Roba che i Manniani puri vomiterebbero. Ma levati ritardato di un topogigio dati alla mano che sei la proiezione virtuale di un ritardo mentale. E con la svolta video per giunta.
Per te e a beneficio dei lettori: la scelta di modificare il tuo nickname non è stata né personale, né istintiva, né presa per questa occasione in particolare. Inoltre molti dei redattori qui sopra possono modificare i commenti di tutti i pezzi, per la cronaca.
Interveniamo poco nei commenti ma quando lo facciamo è fatto d’accordo e con un motivo.
Nothing personal, come si dice.
No ma scusate, Mann ha dichiarato sul nuovo cut: “is quite different”, completamente diverso. Ci ha tenuto a precisarlo per rassicurare tutti.
Quindi è Mann stesso che vuole cancellare il suo errore e quell’errore si chiama Blackhat. Ed è Mann stesso a dirvi che avete amato il film sbagliato. Perché lo ha bagliato lui. E allora lo vedete che è sempre Mann in persona a dirvi che non capite un cazzo di cinema e che non sapete riconoscere un suo film ? Rispondete a questo, dai. Vi aspetto a braccia aperte.
@Alexino Sì, mi basta il nome di al Pacino. Non voglio sapere altro, regista violinista truccatore se c’è lui non mi interessano. Te magnate ‘a tastiera.
@Antonio mi sono sbagliato, ok ? tra le 100 cose importanti (e imponenti) che ho detto ti aggrappi all’unico refuso ? Volevo dire Half past dead e per lapsus mi è uscito training day cui pensavo per altri motivi e che non c’entra nulla. Un po’ poco per crocifiggermi.
Ha detto che è quite different vuol dire “abbastanza diverso”, non completamente diverso innanzitutto.
Ha aggiunto poi che è diverso “ma rimane Blackhat”, che mette a fuoco meglio l’affermazione tagliata e decontestualizzata che hai riportato.
Mann a volte rimette mano ai suoi film, lo ha fatto per Miami Vice e pure per L’ultimo dei mohicani ad esempio e insomma non è necessariamente un’ammissione di catastrofe, chiaramente ha però pensato che avrebbe beneficiato di alcune modifiche su degli errori che poi non ci è dato sapere quanto siano dipesi totalmente da lui. Il film come storia rimane quello, ma è gestita meglio come narazione.
Blackhat ha sicuramente dei punti deboli a livello di sceneggiatura ma non è il disastro a cui tutti si sono divertiti ad urlare secondo me.
A me è piaciuto pur riconoscendgli delle pecche che abbiamo ravvisato tutti, capita anche questo con i film, come con i libri, che possano piacere anche se imperftti. Registicamente i marchi di Mann poi ci sono tutti e quindi se si ama Mann c’è di che farselo bastare.
Topogigio la mia risposta di sopra vale anche per sta sequela di cagate che hai scritto ora. bravo ritardella.
Gustave Minda (aka Darth Von Trier) No, mi spiace ma “quite” significa entrambe le cose a seconda del contesto, vedi pure sul dizionario. Puoi interpretarlo come abbastanza se ti fa comodo ma significa anche molto e completamente (vedi un dizionario). Ma che senso avrebbe rifare un film che ha incassato il 28% di quel che è costato e renderlo appena diverso e non completamente diverso ? Devi pur motivare la gente a vederlo. Quindi quite in questo caso significa completamente altrimenti il new cut non avrebbe senso essendo la replica di un flop.
Mann ha detto che rimane Blackhat perché il titolo rimane quello, gli attori, i personaggi ecc. mica può rifare le riprese, sostituire Hemsworth, rendere la sceneggiatura meno noiosa, può solo re-intervenire sul montaggio, che è l’unico modo per contenere i danni. È vero che ha rimesso mano anche all’ultimo dei mohicani ma come certo saprai, anche se non lo hai detto, quello è stato un enorme successo, non un enorme flop (il peggiore di quell’anno) come blackhat.
Se ti è piaciuto nessun problema ma ecco, rivendicare che è Mann al 100% una produzione rinnegata da Mann stesso attraverso le sue parole e attraverso un new cut pervenuto solo un anno dopo, è troppo. Poi lui promette, lo ribadisco, un grossa discontinuità con la prima versione e ricordiamoci che se in Australia c’è stato il DTV (che umiliazione, questa) direi che non si può difendere l’indifendibile e chi capisce davvero Mann questo lo sa. Non fosse per un finale che va oltre il ridicolo magari una scena che sia una la salverei ma è irrecuperabile.
( Darth scusa eh, ma almeno adesso sai come ci si sente ;) )
@Alex Neanche di fronte alle parole di Mann ti arrendi. Vai di sale e pepe sulla tastiera e buon appetito.
Si bravo ritardella anche per questa sequela di stronzate che non ho voglia di stare a spiegare del perché siano stronzate perché dovrebbe essere palese a chiunque della totale illogicita di sta merda fatta a pensiero firmata a tuo nome vale cio che ho risposto prima. No ma continua eh topogigio sei un pagliaccio fantastico.
Non sono Darth.
Allora, quel quite usato in quel discorso vuol dire “abbastanza” direi, perchè di seguito dice che rimane lo stesso film, come storia e personaggi.
Che sono quelli che non ci hanno funzionato un po’ a tutti, a chi più a chi meno. Come fai a dire che è un film totalmente diverso se poi ammetti che rimane quel film? A naso direi che il senso è “abbastanza differente” invece di “completamente diverso”. Comunque non è una questione principale.
Il perchè lo abbia rimontato non è per rimediare a un flop, e Blackhat al botteghino lo è stato, perchè questa director’s cut non uscirà nemmeno allegata al DVD figurarsi al cinema. Lo ha fatto per una proiezione con una sua introduzione ad un festival, una specie di gala a cui ha portato un extra per l’occasione. Quello che sappiamo è quello che ha scritto chi era presente, cioè che i problemi che diciamo tutti sono rimasti ma il film come fruizione è molto più scorrevole e con alcuni dettagli piacevoli, credo che Mann stesso ne sia consapevole della relatività del suo rimaneggiamento e di quanto non cambi le carte in tavola per quello che riguarda certi problemi.
Guarda che la proiezione è stata fatta per presentare il nuovo cut che poi finirà distribuito. Non possiamo pensare che non abbia distribuzione perché, checché tu ne dica, il lavoro è stato tanto e non poteva essere finalizzato ad una proiezione per amici e fans, costituendo un lusso che nessuno al mondo poteva permettersi. Mann ha rimaneggiato l’intero sonoro (ti lascio immaginare quante settimane di lavoro) ma soprattutto ha aggiunto almeno una scena e ne ha tagliate e accorciate tante altre così come ha potato i dialoghi di Hemsworth (con cui mi gioco l’onore non girerà mai più). E me lo chiami poco o “abbastanza” tutto questo? A me sembra moltissimo. Il discorso su “quite” sta appunto nel concepire adeguatamente quanto si possa cambiare un film già uscito nelle sale, come spiegavo nel commento precedente. Ha cambiato montaggio, sonoro e dialoghi beh, che altro poteva cambiare ? Magari poteva cambiare faccia a Hemsworth ricorrendo alla Cgi, quello sì.
Ti dico questo perché ho la speranza (flebile) che quando verrà distribuito in home video voi che lo avete amato lo troverete ancora più esaltante e io e gli altri puristi di Mann ci convinceremo che si tratti di un Mann minore, un po’ sgraziato, dimenticabile ma degno di essere ricordato al posto dell’aborto iniziale che era. E su quella distribuzione in home video mi ci gioco la reputazione. Non si spiega altrimenti il mega lavoro e la presentazione del new cut.
A parte ciò resta un fatto, davvero importante e anche un po’ impressionante. Avanzo l’ipotesi che Mann ormai ce lo siamo giocato. Cioè mi fai regia produzione sceneggiatura a distanza di 6 anni da Nemico pubblico (che era già imbarazzante a dir poco) e ti ritrovi il giocattolino rotto. Non si fa, non dopo 6 anni di pausa. Forse è davvero finita un’era. 6 anni di silenzio sono tanti prima di uno sfacelo. Troppi.
Ricordiamolo così: https://www.youtube.com/watch?v=ZL9fnVtz_lc
Guarda, adesso non si apre più il link della video intervista ma da qui
http://www.indiewire.com/2016/02/theres-a-new-version-of-michael-manns-blackhat-and-its-really-different-124860/
si menziona questo passaggio della video intervista che viene citata nel pezzo: “Isaac Butler has a two-part recap of Ebiri’s on-stage interview, in which Mann said there are no current plans to release to revised cut to home video. Sorry.”
Non avendo letto di nessuna uscita video per questa director’s cut che smentisse quella news sono rimasto a questo.
Ok, allora ho ricostruito il punto chiave. In questo modo abbiamo ragione entrambi. Da un lato è innegabile che Mann volesse un directors cut da distribuire in video, non si spiega altrimenti il lavoro maniacale che ha fatto e la premiere in cui lo ha svelato al pubblico. Visto il risultato, però, gli hanno dato picche. Gli hanno detto “Vez, guarda, hai cambiato tanto ma rimane una merda senza alcuna possibilità di successo, quindi non ci interessa”. E così niente uscita video. Anche se non escludo che Mann ritenti più avanti: “no CURRENT plans”. Come dire: “non mi do per vinto, voglio proprio costringervi a rivederlo cambiato come è e a rivalutarlo, cribbio”. Questione di un annetto al massimo e avremo il director’s cut, vai tra.
Ora sta lavorando ad un altro film di mafiosi, se tanto mi da tanto verrà fuori un’altra cosa noiosa e incomprensibile. Spero di sbagliare ma il percorso sembra segnato.
L’ ho visto incuriosito e devo dire che mi ha affascinato. Effettivamente è il canonico “noir” che può richiamare quelli disfattisti degli anni 50 come “Giungla d’ asfalto”, “Rapina a mano armata”, “Strategia di una rapina”… però ha un grandissimo James Caan e un emergente James Belushi che mano a mano prenderà curiosamente altra carriera. I due come coppia sono proprio simpatici ed interessanti. La mano di Mann quì l’ ho vista più discreta nonostante qualche suo tocco qua e la. Comunque un film teso e sobrio che ti tiene incollato fino alla fine.
Mann dopo questo brillante esordio rischiava di fare una mezza finaccia con “La fortezza”. Meno male che non è andata così! XD
Tornando a Caan, non sapevo di questi suoi periodi di difficoltà! Ha un fascino magnetico tutto suo! Affascinante e duro allo stesso tempo! Nonostante sia un bell’ uomo, la sua vera forza è il carisma! Il suo ultimo grande film mi sà che è “Misery non deve morire”, anche se, per citare un film calcistico, a me è piaciuto anche ne “L’ eliminatore” XD.
SPOILER
A suo modo da filo da torcere a Schwarzy! Il nostro ha affrontato T-1000, enormi guerrieri e mostri, alieni… JC pur non essendo nessuno di questi lo mette in difficoltà come non mai! Non è da tutti! XD
FINE SPOILER
Rispetto ad altri suoi colleghi del periodo magari ha una filmografia meno di spicco, ma nonostante ciò ha spaccato! X D