Con l’andare del tempo, con l’evolversi del genere, ho maturato una certa diffidenza nei confronti delle moderne commedie horror. A un certo punto, a causa del successo di Shaun of The Dead, sembrava che non fosse più possibile fare un film horror serio, senza per forza di cose giocare a buttarla in vacca. Soprattutto se pensiamo all’impennata che il genere ha avuto grazie ai morti viventi. Roba come Zombie Strippers, Zombeavers, Dead Snow, Fido, Cabin Fever 2, Zombieland e tutti gli altri che mi sto dimenticando ma che voi sarete così carini da postare nei commenti. Aò, rigà, Famo a capisse: alcuni di questi film sono anche gradevoli, belle trovate, magari anche una buona conoscenza della materia, ma da bravo snob elitario che gode a essere sempre – volutamente – in minoranza quale sono, ho maturato un certo fiero risentimento verso quelli che: “Ahhahaha, troppo ridere gli zombie, ahahaha!”. Sì, ho capito, ma guarda che l’horror deve anche fare paura. Cioè, non possiamo rassegnarci al fatto che sembri ormai impossibile realizzare un film horror degno di questo genere. No, solo registi hipster con barbe ironiche e sagacia a buttare. Che due palle, no? Non sentite anche voi la necessità di combattere con tutta la vostra forza questa battaglia (per poi perdere l’intera guerra)? Non sbavate dalla voglia di farvi dare del boomer da qualcuno il cui film preferito è, cazzo ne so, Cockneys vs Zombies?
Dopo questo simpaticissimo preambolo, da cui si evince che comunque sono giorni che mi va di litigare a caso con chiunque per qualsiasi motivo, possiamo passare a parlare di questo Unlce Peckerhead. Che, non ci crederete mai, è una fuckin’ commedia horror. Te pensa. Uno si distrae un attimo e, tac, è uscito un altro film che tenta di mandare tutto in vacca. Allora, la storia è questa: tre soggettoni (1 = ragazza mora precisetta e pepperina, un po’ modello Leslie Knope in Parks & Recreation; 2 = ragazzo gay pelato mezzo ciccio con barba ironica, infantile e naturalmente simpaticones, un po’ come Andy Dwyer di Parks & Rec; 3 = ragazza rossa con dead pan fisso e senso dell’umorismo molto black, un po’ tipo April Ludgate di Parks & Rec) hanno una punk band. Si chiamano Duh! e fanno una roba tipo Lookout Records fine ’90 primi ’00 ma un filo più complessa. Non se li fila nessuno perché sono tre tipi troppo strani, ma hanno tanta voglia di emergere, wow, e poi sono buoni e simpa. Adesso, per esempio, la protagonista, Judy, che è anche la leader del gruppo (la protagonista n°1, la simil Leslie Knope) ha lasciato il suo shitty job alla bakery della sua sonnecchiosa cittadina di provincia americana per dedicarsi al primo tour dei Duh! Sei date in posti mezzi di merda con la promessa che se tutto va bene, forse, ma dico forse, apriranno per un gruppo mezzo famoso e questo spalancherà loro le porte del successo. E c’è anche una sequenza tutta in jump cut tipo quella in cui Shaun si immagina che va a prendere la mamma, Philip e la sua fidanzata e poi vanno al Winchester e tutto andrà bene, ahhaha, che simpatia. Oh, solo che, disdetta delle disdette, “ci hanno sequestrato il furgo!” [Il furgo è come chiamano il furgone le band punk quando vanno in tour. Io lo so perché vengo dal punk e dal noise, che credi?]
A questo mcguffin del furgo rubato segue sequenza senza senso in cui i tre protagonisti vanno a fare atticcannaggio per chiedere se qualcuno del quartiere ha un furgo da prestargli per sei giorni. E mentre sento i maccosa che sfrecciavano alla velocità della luce attorno alla mia testa di bambino speciale di Dio, i tre trovano un mezzo barbone che sulle prime sembra essere molto scontroso, quasi pericoloso, ma che, “hey, se pagate voi la benza (“broda”) e magari ci scappa ogni tanto un panino e una birra, vi scorrazzo io in giro per il vostro tour!”. Il mezzo barbone scontroso ma sotto sotto dal cuore tenero è l’Uncle Peckerhead del titolo. Che cazzo ce ne frega, direte voi, o attenti fancalcisti? Bè, ve lo spiego subito! A mezzanotte, ogni notte, Uncle Peckerhead si trasforma in una specie di zombie e mangia vivi tutti quelli che incontra sulla sua strada! Davvero? Giuro, davvero! Faccia deformata, artigli al posto delle unghie, versi da mostro e insaziabile fame di carne umana! Pazzesco! I tre se ne rendono conto la prima sera, dopo il primo disastroso concerto, quando Uncle Peckerhead – detto Peck – mangia il promoter e proprietario del locale. E Leslie Knope entra proprio mentre la vittima è lì, squartata sul tavolo con le budella di fuori mentre Peck si ingozza delle sua interiora con tutta la bocca sporca di sangue emettendo rumorini da zombie.
Terrorizzata va dai suoi amichetti e: “Cavolo, ma questo è un problema!” Al che gli altri rispondono: “Ma noooooo, dai. Alla fine Peck è un mezzo regaz: gli piace la nostra musica, si gode le sue birrette, ha un accento molto southy… Vabbè, se mangia la gente, ma nessuno è perfetto, no? Lo diceva anche quel film… ” Lasciamo perdere, va là, che è meglio. Che facciamo? Lo lasciamo qui sulla piazzola dell’autostrada o ce lo portiamo in tour con noi? Ma se poi mangia noi? Ma no, ci vuole bene! Vince incredibilmente la simpatia e quindi, niente. I Duh! vanno in tour con un redneck mezzo barbone mezzo zombie che tutte le sere a mezzanotte sente quel friccicorio per cui vuole uccidere male gente a caso per poi mangiarsela. Ma tanto checcefrega? W L’ironia, no? Spoiler: no.
Niente, il film è tutto qui, amici. La trovata, il motore narrativo, è quello che vi ho spiegato qui sopra, riassumibile in: pole una band permettisi di andà in tour con uno zombie mangia cristiani? No! Sì! S’apre il dibattito. Judy inizialmente non vorrebbe, gli altri sì, poi anche lei si convince ma, alla fine, forse, non è possibile cambiare la vera natura di uno zombie. La forma è quella del filmetto indie, un po’ sciatta, un po’ televisiva. Le sequenze “horror” ci sono, non sono neanche male, ma sono troppo poche per riuscire a traghettare lo spettatore per i suoi 90 minuti di durata. Si segnala però una band che, se non sono proprio totalmente out of touch con il mondo della musica dei giovani, è una parodia degli Idles, il cui cantante mega conscious e artistoide muore malissimo, perso tra schizzi di – literally – “sangue e merda”. Tutto il resto è francamente poca roba. Per gli interessati le canzoni dei Duh! sono scritte da Jeff Riddle dei Five Hundred Bucks, che qui interpreta Max, il chitarrista e seconda voce della band.
DVD-quote:
“Niente, raga: siamo sempre e ancora lì”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Premesso lo salteró, contravvengo alla mia personale regola di non commentare in film che non ho visto per proporre un listone di comedy horror che facciano davvero paura + ridere.
Sempre detto che il comedy horror è in assoluto il genere più difficile in cui cimentarsi, e dalla recensione di oggi ne ho conferma.
Comincio io:
Drag me to hell
Bloody Hell
Zombieland (il primo)
Mayhem
Little Monsters
Shaun of the Dead
Drag me to hell ha i suoi momenti belli tesi. E quando si “ride” lo si fa sempre con un po’ di chiappa stretta e per esorcizzare la paura o il disgusto.
Questo invece mi sa tanto di “in sacrificio per voi”.
Comunque questi crossover emotivi, guardare un horror per ridere…mah.
Attendo con ansia la rom-com-autoriale-found footage ed il porno di denuncia.
@Bandini
Non scandalizzarti se ti dico che esiste anche il porno-gay-horror-di-denuncia: “Otto or Up with the dead people” (del 2008).
Continuo il listone, man mano che le pillole per l’Alzheimer fanno effetto:
Puppet Master – the littlest Reich
Per un mero gusto personale, max respect everybody, l’unica definizione che stona è la quarta.
Anche Ghostbusters e Frankenstein Junior sono commedie horror a tutti gli effetti
unico fatto veramente bene degli ultimi anni resta Cabin in the woods…quelli del cornetto sono grandissimi ma virano molto di più sul lato comedy, così come ghostbusters e frank junior e tanti altri capolavori che furono. Drag me to hell invece film troppo difficile per il pubblico medio delle multisala…indeciso tra ciancicare ridere o spaventarsi si strozzerebbe prima della fine, per fortuna che è uscito anni fa.
– Bubba Ho-tep (Don Coscarelli)
– Shaun of the Dead (Edgar Wright)
– Satan’s Little Helpers (Jeff Lieberman)
– Masters of Horror: Homecoming (Joe Dante)
– Masters of Horror: Leggenda assassina (John Landis)
– Severance (Christopher Smith)
– Slither (James Gunn)
– Black Sheep (Jonathan King)
– Murder Party (Jeremy Saulnier)
– My Name is Bruce (Bruce Campbell)
– Undead or Alive (Glasgow Philips)
– Zombieland (Ruben Fleischer)
– Dead Snow (Tommy Wirkola)
– Tucker & Dale vs Evil (Eli Craig)
– Rare Exports: A Christmas Tale (Jalmari Helander)
– Father’s Day (Astron-6)
– Chillerama (Joe Lynch e autori vari)
– The Cabin in the Woods (Drew Goddard)
– Las brujas de Zugarramurdi (Alex de la Iglesia)
– This Is the End (Seth Rogen, Evan Goldberg)
– The Editor (Astron-6)
– All Cheerleaders Die (Lucky McKee, Chris Sivertson)
– What We Do in the Shadows (Taika Waititi, Jemaine Clementa)
– Tusk (Kevin Smith)
– Burying the Ex (Joe Dante)
– Krampus (Michael Dougherty)
– Tales of Halloween (Neil Marshall e autori vari)
– Deathgasm (Jason Lei Howden)
– Ash vs Evil Dead (serie tv)
– It Stains the Sands Red (Colin Minihan)
– El Bar (Alex de la Iglesia)
– Get Out (Jordan Peele)
– Errementari (Paul Urkijo Alijo)
– Mayhem (Joe Lynch)
– The Babysitter (McG)
– Puppet Master: The Littlest Reich (Tommy Wiklund, Sonny Laguna)
– The Dead Don’t Die (Jim Jarmusch)
– Little Monsters (Abe Forsythe)
– Bloody Hell (Alister Grierson)
– Psycho Goreman (Steven Kostanski)
Probabilmente il vero Capo di questi anni che coniuga frattaglie e risate e’ Rick and Morty.
Applausoni su Rick & Morty.
Mentre riguardo Get Out, è proprio previsto che faccia ridere? Nel senso, io ho riso un botto, ma credo non per i motivi giusti. Tradotto, a me è parso proprio ridicolo dall’inizio alla fine e quindi ho riso, ma credevo fosse un mio problema. Vengo a scoprire ora che è proprio a uso ridere? Plot twist?
Bubba ho-tep ❤️
Get out non lo qualificherei proprio una horror comedy…almeno non nel senso in cui si intendeva nella recensione…Severance “tagli al personale” gran film..se si intendeva quello
In un Far East Festival di molti anni fa mi sono molto cagato sotto Buppah Rathree 2 ma ho anche molto riso
Bubba Ho-Tep capolavoro.
Quando ancora compravo Nocturno in edicola…
Onestamente io di spaventarmi al cinema non ne ho più voglia, mentre una commedia con qualche elemento macabro ci sta sempre tutta:
senza arrivare alle “zom-com” più becere, è un genere che ha sempre regalato soddisfazioni (oltre all’armata delle tenebre e la sua recente costola ash vs evil dead, abbiamo avuto negli anni 80 monster squad e fright night, fino ad arrivare ai più recenti auguri per la tua morte, oltre poi ai titoli già citati da Pitch), quindi benvengano muovi tentativi più o meno riusciti… prima o poi qualche altra perla esce e magari nel frattempo ci si diverte comunque.
Nathan
Suggerisco lo scemissimo ma per me divertentissimo black sheep, e pure un vecchio film di saulnier, murder party che è una bella slash comedy
Comunque a me era piaciuto pure Zombieland 2, non il film della vita ma divertente, come il primo. Non capisco bene perché la gente lo consideri così inferiore (c’è pure Rosario, davvero “there’s no pleasing some people”).
Forse perché nel frattempo tutti i membri del cast sono diventati superstar e allora le aspettative si sono alzate?
Forse perché è arrivato fuori tempo massimo (10 anni dopo il primo e a zombie fad ormai sgonfiata)?
Al momento mi viene in mente solo :
The odd family:zombie on sale.
Non fa’ paura ma mi ha divertito molto.
Ci sarebbe anche Yummi che parte bene ma poi infrocia malamente.
E per il trash puro ,con strafighe annesse ,dire Zombie ass toilet of the dead.
Mamma mia che fastidio che ho imparato a nutrire per la gente che fa le cose in maniera ironica! Attenzione: non per quelli che fanno le commedie, ma proprio chi usa quella barriera difensiva dell’ironia.
Perché Barriera difensiva? Un attimo che inforco i miei migliori occhiali da secchione:
mi sono fatto l’idea che tutta ‘sta serie de hipster dell’ultima ora, sia di una fragilità assoluta e usano l’ironia come una barriera per non mettersi in gioco.
Se tu gli dici: “Guarda, il tuo film è nammerda”
Loro ti possono rispondere: “Ma non capisci niente! é fatto a posta per essere nammerda! Non hai capito le settecentoquindici citazioni! E fattela la risata!”
A quel punto, l’unica cosa che si sentirebbe, sarebbero le sirene e i poliziotti che te lo portano via dalle mano.
Se invece facessero le cose sul serio, non per il LOL, e tu gli dicessi
“Guarda, il tuo film è una merda”
Li troveresti a piangere in un angolo.
Da una parte vorrei picchiarli con il giornale arrotolato, dall’altra mi dispiace per loro: sono “artisti” che non avranno mai una forma loro, ma esisteranno sempre in funzione di altro (e i loro prodotti saranno sempre nammerda).
Hai ragione su tutta la linea
beh il complottista e l’umorista improvvisati sono un prodotto piuttosto recente post esplosione social…però fare cinema non è così facile ed economico come pubblicare un video su tiktok o YouTube…forse roba brutta come questa è destinata a restare un caso isolato (anche se la deriva commedia al femminile per forza stile Ghostbusters o oceans8 mette i brividi…)
The cottage
The battery
Paura nulla ma molto divertente e non stupido One cut on the dead (zombie contro zombie)…
Bellissimo film: introvato da me finora su alcuba piattaforma…
Fortunatamente un paio di anni fa riuscii a vederlo su schermo a milano proprio grazie ai 400calci: film consigliatissimo!
Nathan
Il nome della band, Duh! immagino sia un omaggio al primo album dei Lagwagon, per l’appunto “Duh”, uscito nel ’92 per l’etichetta di Fat Mike
perché tanto odio contro quei bravi regaz degli idles
Perchè fanno cagare?
colpo di classe sarebbe stato fare il barbone (“di giorno”) vegano.
Mayhem ❤️ capolavoro