Io ve lo giuro, ci ho provato. Ci ho provato con tutte le mie forze e ci sono anche riuscito, ne converrete: non cito più Boris nei miei pezzi da un sacco di tempo. Ma stavolta non ce la posso proprio fare, senza Boris non posso parlare di Dampyr, per cui tradirò il mio voto per dire una cosa importantissima, con una risonanza pari solo a quella di Dio che schianta a Terra le tavole della legge davanti a un basito Mosè:
Dampyr è un film molto poco italiano, anzi: è molto anglosassone.
Credo non si possa fare complimento migliore a un film italiano che mira a essere internazionale, a venire esportato in tanti paesi (da Sony) facendo la figura di uno che è nel posto giusto, di quello che si sente a suo agio nelle feste cool invece che stare nell’angolo, vicino alla tenda, pronto a saltarci dietro.
Dampyr è un film molto poco italiano. Quante volte avete scherzato con gli amici sul fatto che un film italiano lo riconosci subito – BAM! – dal primo fotogramma? Sarà quella fotografia mesta? Quella presa diretta che rimbomba come se fosse stata registrata in cantina? Quei costumi tristi, quegli attori enfatici, quei messaggi importanti tra le righe? Sarà quel che sarà, ma Dampyr non lo fa. Non fa nulla di tutto questo. In Dampyr, ogni cosa è al suo posto: la fotografia, il sonoro, le scenografie, i costumi. Persino gli effetti visivi, dannazione. Non c’è NIENTE che faccia pensare che quel film lo abbiamo prodotto NOI, per davvero, non una major americana che tenta di raschiare il fondo del barile dei fumetti europei dopo aver esaurito quelli locali. Peccato che poi ci si debba anche ricordare di fare un film memorabile, e in questo… Ma ci arriviamo.
Partiamo dalle basi: Dampyr è tratto da una serie Bonelli incentrata su Harlan Draka, figlio di un vampiro e di un’umana (come Blade, che infatti è un Dampyr) che dà la caccia ai vampiri insieme ai soci Kurjak e Tesla (una vampira passata dalla parte del bene). Il film, diretto dall’esordiente Riccardo Chemello, è tratto dai primi due numeri della serie, ambientati sullo sfondo della guerra nei balcani. Siamo nel 1992: un manipolo di soldati guidati da Kurjak – interpretato da ASSOLUTAMENTE NON Hugh Jackman – viene incaricato di prendere il controllo del villaggio di Yorvolak. Presto, però, l’unità scopre che il villaggio è sotto attacco da parte di vampiri famelici. Su suggerimento di un suo uomo, Kurjak chiede aiuto a Harlan, un truffatore che vive di espedienti, “salvando” villaggi rurali dalla minaccia dei vampiri. Harlan però non sa di essere davvero un Dampyr e, insieme a Kurjak e Tesla, scoverà il vampiro capo, Gorka, per gorkarlo di botte. Hahaha. Haha.
La prima parte di Dampyr, in cui ci vengono presentati i personaggi e l’ambientazione, è decisamente la cosa migliore del film. Harlan è il classico eroe riluttante, che deve scoprire la sua vera natura per sconfiggere il male. Kurjak è un pezzo di merda dal cuore d’oro. Tesla è l’unica discepola di Gorka in grado di pensare con la propria testa. I tre si incontrano e decidono di collaborare dopo una prima zuffa con i vampiri e tutto sembra filare liscio. Buono, non eccezionale, considerando che è roba che abbiamo già visto, ma l’ambientazione affascinante e il buon ritmo salvano la baracca.
Quando, però, i tre si mettono in viaggio alla ricerca di Gorka, iniziano i problemi. Ed è quel tipo di problema che si riscontra anche in tutti quei DTV girati in Europa dell’est (qui è la Romania): lo squallore ricercato degli scenari dopo un po’ stufa e, tra casermoni tutti uguali e tempo bigio, il film perde smalto e diventa visivamente ripetitivo, cosa che mette anche i bastoni tra le ruote al crescendo. Dampyr inizia a infilarsi in una serie di tappe, battaglie e svolte un po’ tutte uguali, fino a un finale che gioca molto sul sicuro in termini di viaggio dell’eroe – c’è persino l’immancabile “morte e resurrezione” con cui il protagonista scopre i suoi veri poteri. Non chiedetemi se era già nel fumetto, non me lo ricordo, però vista in un film questa roba sa di formuletta.
Bonelli e Riccardo Chemello hanno scelto coraggiosamente di non cercare star, ma attori che ricordassero abbastanza i personaggi. Se con Harlan c’era il problema che il personaggio era stato modellato su Ralph Fiennes, e quindi al povero Wade Briggs è toccato misurarsi con l’immagine che tutti i fan avevano in testa, gli altri due protagonisti se la cavano meglio: Stuart Martin (Kurjak) somiglia tantissimo a Hugh Jackman e, non a caso, gli hanno rifilato lo stesso doppiatore (Fabrizio Pucci, che nome puccioso). Frida Gustavsson con quel trucco e quei capelli pare invece uscita dritta dagli anni ’90, modello Alyssa Milano in Double Dragon, tanto che è la protagonista di Vikings: Valhalla e non l’avevo riconosciuta. C’è pure David “The Walking Dead” Morrissey nei panni di Gorka, e pure lui non l’avevo riconosciuto. Va detto che, sotto tonnellate di trucco e col parruccone nero, pare più un cosplayer spaesato che un signore delle tenebre.
I tre protagonisti fanno il loro lavoro senza infamia e senza lode, insieme funzionano abbastanza bene ma, ecco, non è che buchino esattamente lo schermo (a parte forse Gustavsson). Se mai dovesse essere realizzato un sequel, magari con una sceneggiatura meno generica, chissà che non ci sorprendano. Ma per questo c’è da sperare negli incassi esteri, perché su quelli italiani finora meglio stendere un velo pietoso: il film è costato circa 15 milioni di euro e ne ha incassati attualmente 238 mila, transitando solo sporadicamente nella Top 10. La puzza di piattaforma è dietro l’angolo e, considerando che Eagle Pictures e Sony hanno un accordo distributivo e che Sony ha un accordo di esclusiva con Netflix, non è nemmeno un’ipotesi così remota. Ma se finisse lì a stretto giro non sarebbe un grande biglietto da visita per il Bonelli Cinematic Universe, ed è un peccato.
Perché, al netto che Dampyr non vi cambierà la vita, è meglio di certa roba a tema supereroi prodotta in USA a catena di montaggio e, se non altro, ci conferma che oggi, in Italia, si possono produrre film con il livello tecnico giusto, non imbarazzanti. Non era affatto scontato. E se questa è la base, e i futuri film Bonelli riusciranno a coinvolgere talenti di livello più alto, il limite è davvero il cielo.
Homepage di Netflix quote:
“Vampiri davvero molto anglosassoni”
George Rohmer, i400Calci.com
Aneddoto: fra le infinite vicissitudini produttive, il creatore di Dampyr, Mauro Boselli, litigava costantemente con gli sceneggiatori, perché loro volevano mettere a forza le strutture classiche delle sceneggiature occidentali (tre atti, plot points, punto di morte, ecc.) e lui si imbestialiva dicendo che non avevano senso.
Il film, dai trailer e dalle presentazioni, puzzava di poveracciata talmente tanto che faccio fatica a dargli almeno il beneficio del dubbio. È pure figlio di un prodotto di 22 anni fa, che era bello ma derivativo già allora.
Ma infatti Dampyr (fumetto) diventa interessante non appena si smolla dal plot iniziale ed inizia a intrecciare folklore e mitologia dal mondo, buttandoci dentro demoni e dimensioni alternative, non certo nei primi numeri. Io ho letto i primi 150 e ti dirò che si tiene molto bene anche per molto tempo, al contrario di altri personaggi bonelli (qualcuno ha detto Dylan Dog?)
Ma il Bonelli Cinematic Universe conta di fare i soldi con quali personaggi?
Il potenziale c’è e sarebbe un vero peccato sprecarlo. La Bonelli va molto forte anche in america, per dire
Che ci sia del potenziale va bene, per quanto sia un fan di alcune serie Bonelli (Napoleone), ho sempre pensato che siano produzioni difficilmente proponibili nel formato cinematografico…
Intanto se fanno sta serie di Dylan Dog è già un passo avanti. Il problema di altri personaggi è che, ad esempio, Nathan Never sarebbe figo ma costoso, e così pure Orfani. Tex, se fatto per benino, chissà, magari viene anche una roba onesta ed è un nome sicuramente più noto di Dampyr. Martin Mystere, a parte il sogno di vedere Jorah Mormont nel ruolo, rischia un po’ di fare la fine di Dampyr. C’è sicuramente da lavorarci un po’.
Facessero un Ken Parker con tutti i crismi verrebbe un gioiello
Il film di Ken Parker è “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo” :)
Dunque, per fare i soldi onestamente, ossia solo coi soldi del cinema, tenendo conto che il fumetto più venduto tira 150.000 copie al mese, dovrebbero girare ogni film con 500.000 euro di budget…Qui leggo 15 milioni e perplimo. Si vede che li scaricano col 730.
Mi riallaccio a quanto scritto sopra da George sul costo esagerato di un film di Nathan never… Ci fosse uno studio adatto in Italia verrebbe una serie animata strafiga. Ma visto i disastri recenti dell’animazione nostrana, onestamente Mi va bene così. Rileggo i fumetti è se ho voglia di altre storie che amo gli amici e mettiamo su un’avventura di cyberpunk
Bonelli, non ho mai saputo se per scelta estetica o limite creativo, è spesso stato piuttosto derivativo. Tralasciando John Wayne Willer e Pizzo Generico Carson, Nathan Never al cinema risulterebbe un collage di già visti. Dylan Dog forse bruciato da 2 film non calzanti? Però in epoca woke, il suo rigore etico alla Fabio Fazio troverebbe una fruttuosa collocazione. Ed andrebbe rappresentato fedelmente, lui è figo perché non è un “figo”. Modelli così ce n’è bisogno al giorno d’oggi (si, sono vecchio)
Comunque, OT, in “the curse of bridge hollow”, credo su Netflix, c’è George Rohmer
A mio parere:
Tex è un buon marchio che potrebbe essere redditizio se messo nelle mani giuste (Taylor Sheridan, volendo volare alto).
Per quanto riguarda Zagor, mi chiedo quale sarebbe il suo pubblico.
Mister No ha delle potenzialità per un film o una miniserie, non di più, essendo a rischio ripetitività.
Ken Parker è qualitativamente elevato e di fatto sarebbe già pronto per farne una bella serie, ma non penso sia di proprietà Bonelli.
Con Martin Mystere l’effetto spiegoni è dietro l’angolo.
Nick Raider invece è a rischio effetto telefilm della TV preserale anni 80.
Dylan Dog ha troppe “citazioni”, inoltre non so se ci sia ancora il problema legato alla gestione del personaggio di Groucho.
Nathan Never rischia l’effetto collage di già visto, oltre ai problemi di budget.
Napoleone è introspettivo, cosa che ne complica la trasposizione.
Cassidy e Julia hanno delle potenzialità, lui per una miniserie, mentre lei potrebbe anche reggere nel lungo periodo.
Aneddoto semi-fuori contesto: Tex e Zagor sono editi pure in India in lingua tamil. Credo li leggano in 12, ma ci sono.
Io credo che siano proprio le serie Bonelli più classiche (mi verrebbe da dire “trite”, ma la mia non vuole essere una critica) ad avere potenzialità, specialmente come serie. Innanzitutto reggono la prova del tempo più di molte altre, inoltre essendo archetipi, si prestano a elaborazioni e sono automaticamente collaudate. Cambiando qualche dettaglio Petra poteva tranquillamente essere Julia, Tex potrebbe essere inserito in molteplici tipologie di serie Western come personaggio per poi dare allo show il tono più consono allo stile di chi lo fa, idem Nick Raider, Mister No ha una potenzialità enorme e sarebbe una produzione internazionale vendibile in una marea di mercati, senza nemmeno presentarsi come comic. Serie cult come Napoleone, Dylan Dog, lo stesso Dampyr, Nathan Never, Ken Parker, Gea si portano dietro la croce di “Capolavoro o disfatta”, e la storia ci insegna che la seconda opzione tende a prevalere, visto che sfornare capolavori non è banale. Martin Mystère è borderline, e potrebbe essere l’Iron Man di questo ipotetico BCU, poi con Jorah me lo hai venduto subito, proprio.
I fumetti Bonelli sono tutti derivativi, lo sono sempre stati. Capisco che la cosa possa non essere gradita a tutti, ma allora non ne piace nessuno.
Io credo che per i film italiani che cercano di resuscitare un cinema “so not italian”, tanto per continuare la citazione, siano essi riusciti o non riusciti (Veloce come il vento, Il primo Re, Jeeg e Freaks Out, Diabolik etc. etc.) ci sia non solo un problema di pubblico ma proprio di marketing. Il nostro mondo del cinema non riesce a venderli bene come meriterebbero, non è proprio capace. Ed è un peccato, perchè cosi si strozza nella culla quello che potrebbe essere un movimento interessante.
ho mollato Nathan Never quando ha comincaito a copare itnere tavole da Ghost in the Shell…
La Bonelli non ha mai cercato di sembrare italiana. Salvo rarissime eccezioni, i personaggi non sono italiani e le storie non sono ambientate in Italia. Poi non ha nemmeno mai scimmiottato il fumetto USA (pur essendo abbastanza schematica nei generi- però il richiamo è soprattutto a quelli cinematografici). Raramente ha fatto capolavori (anche se ci sono), ma dell’ottimo intrattenimento sempre. Il che dà la misura del film: un divertente b-movie, i cui difetti sono evidenti, ma che ha il pregio di non annoiare mai. La Gustavsson si mangia il film, ma è bravo anche Stuart Martin. Sarebbe effettivamente un gran peccato se il progetto non andasse avanti.
E ora, per una misteriosa legge del contrappasso, arriveranno maestranze, addetti stampa e produttori di Dampyr, a scrivere – sotto mentite spoglie – che il film è in realtà ‘na mmerda, che lo avete sopravvalutato perchè ci capite troppo di cinema e che è colpa vostra se le Piattaforme stanno perdendo abbonati, dirottati dalle vostre faziose recensioni verso il Grande Schermo. E vi rinfacceranno che Dampyr non è all’altezza di un Diabolik o di un Signor Diavolo.
ah ah sarebbe bellissimo
Dimmi…
Il grosso limite è nei costumi, ben contestualizzati ma tutti nuovi di sartoria, che stona o terribilmente con la location di povertà, sporcizia e guerra. E poi si, Gorka, le tre streghe, e Tesla sembrano cosplay. Secondo me è proprio la firma Italiana questo difetto. Non riusciamo a fare abiti lisi, mani sporche, barbe non curate. Ora esagero con il paragone ma Leone era un maniaco e ti consentiva di immergerti nel film.
Per quanto riguarda gli incassi gli orari in Umbria erano alle 17 o alle 22 e di sabato seconda settimana solo alle 19. Come poteva incassare con questa programmazione?
Il film non è affatto male, andrebbe premiato e loro incoraggiati a proseguire e migliorarsi.
Ottima osservazione quella sui costumi. L’ho notato recentemente in un film molto bello, Piccolo Corpo, che pur essendo fotografato benissimo aveva questi costumi perfetti che ti facevano uscire dal film.
Un DTV di fascia bassa per quanto mi riguarda, sono un poco piu’ negativo del recensore (la parte in mezzo uccide qualsiasi tipo di interesse e lo scontro finale e’ brutto) ma francamente non mi aspettavo di meglio, c’e’ tutto un continuo “lodimo” (sempre per stare allineato con le citazioni di Boris) che e’ inspiegabile avndo comunque un budget decente (speso credo tutto per i primi 10 minuti e per la tinta di Frida).
SEMI OT: Qualcuno qui lo ha visto come il sottoscritto con la diretta da Lucca per la premiere? Da me e’ stato un disastro, a un certo punto vedevo sullo schermo le mail del proiezionista che tentatava di ricollegarsi XD
La FAME induce a raschiare i fondo del barile e fa apparire succulente le croste di merda di topo sul fondo.
il film lo si vedrà anche se non al cinema…anche se mi sembra un’operazione fuori tempo massimo…(il mio preferito da piccolo era Martin Mystere perché aveva delle copertine improbabili…un adattamento lo guarderei)
in quanto residente all´estero, non sapevo che bonelli stesse provando la via del cinema.
grazie ai 400 calci ora l´ho messo in watchlist cosí un giorno potró dire “speravo meglio ma temevo peggio”.
Beh, indubbio che l’effetto sia questo. Però, a mio parere, merita la visione più di tanta roba marvel e DC.
Bella lei, ha la stessa acconciatura dell’ impiegata delle Poste davanti a casa mia. Avrà sessant’ anni ma per via dei capelli da maschiaccio una botta giela darei. Detto questo: Dampyr fumetto vende 50.000 copie. Ora dirò una roba che farà incassare qualcuno: 50.000 lettori infervorati vanno al cinema e fanno 500.000 euro d’ incasso. Quindi, Camia dime se sbajo, 15.000.000 di budget, togliamo 500.000 euro ,resta…resta…resta…be’, ragionateci sopra. Tabea alla mano, ci gà ste idee?
Ma Non c’entra niente quanto vende in edicola e purtroppo oggi vende molto meno di 50k copie siamo intorno alle 20k. I primi anni vendeva anche 100k copie, detto ciò ribadisco non C’entra quanto vende, anche i fumetti USA vendono intorno alle 100/200k copie e poi fanno milioni di € di incassi, quando la Marvel decise nel 2008 di iniziare il MCU con Iron Man, il personaggio era in decadimento e decisamente meno degli altri “eroi” di casa, ma era perfetto per il progetto. Il problema del BCU è che non è controllabile un progetto simile ma Dampyr era sulla carta uno dei personaggi più “cinematografici”
Infatti non puoi vendere questo film al target dei lettori, altrimenti non te lo guarda nessuno. Devi venderlo a chi vuole vedere… un bel film d’avventura gothica coi vampiri.
Mah…400.000 euro d’ incassi. My opinione: fumettisti/ex fumettisti tanti, non fumettisti pochi. Marvel non è comparabile: non è solo UN fumetto, è un mondo di gadget, pubblicità, incroci vari. Dampyr no. A chi vengono queste idee di budget?
E’ un discreto made in Italy, che nasconde bene la povertà dei propri mezzi. Ho pure apprezzato la fedeltà al fumetto, pur trattandosi di materiale un po’ datato. Il problema principale sta nel protagonista. Più che uno che ha passato l’infanzia ad essere additato come il figlio del diavolo, sembra uno che ha passato una settimana dal parrucchiere. E oltretutto manco tormba, che è sempre stato un marchio di fabbrica Bonelli. Il protagonista deve trombarne una nuova ogni numero, se no manco si esce in edicola. Potevano tenerlo come caposaldo anche nei film!
Dampyr fluido va un casino quest’ anno!
Veramente l’unico che tocciava con regolarità era Dylan Dog. Sono passati anni da quando leggevo il fumetto, ma non mi pareva che Harlan trombasse. Poi, sì, il rapporto con il manager nel film è discretamente gaio.
Sarà marchio Bonelli, ma i povero Tex una ne ha bombata in tutta la vita e c’è scappato anche subito il regalino. Zagor? Mister No? Mah nn ricordo… ma fino a DD mi parevano parecchie seghe
Sì, però scrivi che:
– il film è visivamente e narrativamente monotono;
– la scrittura è “generica” (che penso sia la cosa peggiore che si possa dire di una sceneggiatura);
– il cast, insomma, è così così;
e poi scrivi che “è meglio di certa roba a tema supereroi prodotta in USA a catena di montaggio”.
In cosa “è meglio”, al netto dell’orgoglio patriottico? Dalla recensione mica si capisce.
Ho pensato la stessa cosa
La recensione la condivido e ammetto che pur riconoscendone i difetti, alla fine mi è piaciuto anche perché in parte “I want to believe” che le produzioni Bonelli possano migliorare in futuro e non termini tutto con questo primo esperimento.
Articolo ricco di disinformazione.Blade non è un dampyr. La madre di Blade viene morsa da un vampiro quando era incinta, dando alla luce un mezzo vampiro. Senza contare il fatto che l’universo di dampyr è completamente diverso da quello di Blade. Il dampyr è una figura che affonda le sue radice nelle leggende Slave. Il suo nome originario non è dampyr ma bensì mullo. Il vostro articolo è in parte frutto di cattiva ricerca.
per me caffè lungo grazie
Li vedete i pericoli della disinformazione? Populisti al potere, invasione dell’Ucraina, ritorno di Trump, dampyr che non lo sono davvero…
Ma è possibile, a parte che al cinema, vedere il film in modo da far pervenire i miei soldini alla Bonelli? Qualche servizio streaming legale?
Dal trailer puzza di poverata, ma si investe volentieri per il fantasma dei film Bonelli futuri.
+ Harlan – Arkham
Nessuna idea? A Stranierosenzanomopoli la gente gira col pane sotto l’ascella e mangia batraci, difficile che proiettino Dampyr nel cinemino locale.
Non ho ancora visto il film di Dampyr, che è per altro un fumetto di cui ho letto molto poco.
Ma credo che potrebbe esserci un problema di base per le trasposizioni cinematografiche dei personaggi bonelli. Che sono tendenzialmente di natura molto derivativa. Prendiamo ad esempio, chessò, Nathan Never. Fumetto fighissimo (almeno nei primi anni), però era di fatto un compendio della fantascienza preferita dei suoi autori. Tutto un po’ rielaborato, ovviamente, ma in cui comunque la fonte d’ispirazione resta sempre riconoscibilissima. Idem per Dylan Dog, la cui natura super-citazionista è uno degli ingredienti fondamentali.
Insomma, il rischio di portarli al cinema è che sembrano troppo la scopiazzatura di altro già ben noto.
Ah, domanda, perché si parla di Bonelli cinematic universe? Oltre all’intenzione di portare sullo schermo altri singoli personaggi c’è il piano a lungo termine di fare anche dei crossover in stile Marvel? No, perché non credo che avrebbe molto senso.
Derivativo nel fumetto fa anche colto: scopro la citazione, mi sento parte di una nicchia di cinefili quelli giusti..(sebbene a me il citazionismo bonelliano mi è sempre parso un salvagente per scarse idee con una spruzzata di sano provincialismo). Derivativo nel cinema fa povero. Quindi si, un tratto caratteristico di molti Bonelli sarebbe un intrinseco ostacolo nella trasposizione cinematografica.
Invece, può essere che l’idea sia quella, almeno a giudicare dalle ultime pubblicazioni: dal famoso team-up di Dylan Dog con Martin Mystere (ce ne sono stati tre già a partire dagli anni Novanta), si è passati, negli ultimi cinque anni, a quello con Dragonero e Zagor, quello di DyD con Dampyr, quello con Tex e Zagor (e quest’ultimo con un risultato a mio parere eccellente)… Inoltre considera che in almeno due testate (quella del BVZM e quella dello Spirito con la Scure), negli ultimi tempi sono stati disseminati indizi che fanno pensare che ci sia un universo narrativo condiviso. Addirittura, nell’ultimo team-up di DyD e BVZM ci sono state le ospitate di Mister No, Piccolo ranger, Ian e Gmor, Dampyr e compagnia… Insomma, sembrerebbe che alla Bonelli abbiano in mente quel risultato.
Aggiungo poi i due team-up di fine 90 inizio 2000 tra il BVZM e nathan never, sancendo che quello di nathan, legs e soci è il futuro della terra di martyn e dylan.
Tra l’altro l’idea alla base del crossover continuo a ritenerla geniale anche dopo anni di ulteriori letture e visioni filmiche che si sono stratificate.
Sono anni che vi seguo e mi ammazzo ogni volta dalle risate. Ma l’odio ferocemente ideologico contro le produzioni USA mi ricorda Benigni in Non ci resta che piangere (Gabriellina!!!)
Devo dire che al netto di alcune lungaggini (ad esempio come sottolineato il “viaggio” fino a beccare Gorka oppure i personaggi delle 3 streghe che si potevano anche omettere) me lo sono goduto abbastanza e non mi sono annoiato.
Però è anche un fumetto che leggo abbastanza.
Mi è sembrato un buon prodotto tutto sommato, un sequel andrei a vederlo
Che ne pensate invece di una pellicola futura ispirata a Dragonero? Secondo me sicuramente troppo derivata dall’universo tolkieniano e costoso al pari di un’eventuale trasposizione di Nathan Never…anche se mi piacerebbe!
Da lettore di dragonero piacerebbe anche a me ma la vedo dura come costi.
Magari una buona serie animata
La serie animata esiste già, l’hanno presentata a Lucca. Dovrebbe esserci su Rai Kids.
Sì, ma è quella con Gmor e Ian da giovani. A me piacerebbe una serie sui Senzanima
o non conosci dragonero, o non conosci tolkien, o entrambe le cose, se dici cosi’. senza offesa, davvero.
dragonero prende piu’ dall’universo narrativo ,principalmente romanzi (ambientazioni di forgotten realms e dragonlance su tutte)e videogiochi piuttosto che non manuali veri e propri, di saghe di dungeons and dragons, con qualche spruzzata di warhammer fantasy e warcraft(che è fortemente derivativo dal primo, nel senso che proprio nasceva come trasposizione videoludica dello stesso ma poi saltarono accordi).
e come tutta la roba bonelli butta poi nel calderone altri spunti interessanti da film saghe romanzi e fumetti vari.
pure dal mitico 2700, fumetto italiano fantasy esagerato (con “robottoni”) di qualche decade fa, purtroppo sottovalutato a suo tempo.ci trovo qualcosina anche di battle chasers.
e non sono critiche negative.
piu’ che altro una produzione del genere costerebbe molto piu’ delle saghe tolkeniane o trono di spade, witcher e altra roba che tutti conoscono.
ad ogni modo il film per me è una merda, pare il pilota di una serie low budget di 15 anni fa.
e me ne dispiace tantissimo.(ma pure i diabolik che tanti han citato sono spazzatura, non ha senso voler restituire il senso dei fumetti di un tempo, fanno solo imbarazzare)
il film esce in un momento di pubblico in calando,il film e’ discreto ed in futuro un sequel potrebbe essere di gran lunga migliore e portare a casa ottimi risultati,sono un lettore storico di fumetti bonelli e dico di proseguire la strada,e anche se dampyr dovesse andare sulle piattaforme prima del previsto(in italia)non sarebbe un male,oggi tantissimi giovani usufruiscono quei canali
Più lo vedo e più mi convinco che Wade Briggs sarebbe un ottimo Russel Nigel.
L’ho visto venerdì 11 novembre.
In sala eravamo in 4, e non per modo di dire.
Non credo si tratti di un cattivo passaparola, penso piuttosto ad un incolpevole disinteresse.
Chiedevo a colleghi giovani e meno giovani se sarebbero andati a vedere Dampyr.
Chi? Dove? Perché?
Personalmente avrei voluto solo che questi personaggi mi avessero emozionato, mi avessero fatto voler loro bene, come ne volli a suo tempo a Francesco Dellamorte e più recentemente al Jeeg robot di Mainetti.
Ma proprio come il successivo film di Mainetti Freaks Out, senza fare paragoni tra i due, i protagonisti di questo Dampyr non mi hanno coinvolto.
Io non sapevo l’esistenza del film finché non ho iniziato a guardare gli orari di proiezione per black panther.
Quando poi ho visto il nome e la locandina in elenco, con i nomi principali dei coinvolti tutti stranieri, non mi è neanche passato in mente si trattasse della trasposizione della serie bonelli: a parte il troll di poco sopra, dampyr è un termine folkloristico ripreso a mani basse da più parti e declinato anche in modi molto diversi (un altro caso simile è il termine ghoul), il che lo rende generico e poco ricoboscibile…
Il senso è che prima di leggere la recensione a me ad esempio non era arrivata la comunicazione giusta da parte del marketing.
Adesso che lo so invece anche solo per supportare il tentativo di bonelli, ma non so se lo troverò ancora al cinema (nel qual caso gli darei priorità di visiobe su black adam ancora da vedere) ed inoltre questa settimana esce diabolik, che per il momento mi sembra più intetessante.
Lì sì che il marketing è stato più efficace, tra albetto speciale e spazio dedicato alla rinascente per i 60 anni/2o film.
Arrivo solo oggi ad accorgermi che il trio Dampyr, umano e Vampiro è ESATTAMENTE quello dei NightStalkers con Blade, King e Drake
Mi pare di capire che il film segua fedelmente gli esordi di dampyr fumetto (albi che ricordo comprai all’epoca e che non mi invogliarono aĺla prosecuzione; solo anni dopo parlai con un amico che esaltò le qualità delle storie, ma probabilnente in mezzo c’è stato un mezzo reboot o restyling narrativo) e forse il problema di fondo è un po’ questo.
Uno dei punti di forza della marvel è che pur mantenendo il flavor dei propri personaggi, gioca molto sulle storie: il mcu si ispira ad archi, ma poi le storie od i personaggi li fa propri (il restyling mesoamericano di namòr, pur dettato da ragioni di concorrenza, è azzeccatissimo e forse più interessante dell’originale; il mandarino farlocvo di iron man 3, io lo trovai geniale ed al passo coi tempi… fan accaniti di quella che ricordiamo era una serie secondaria se non terziaria quando raccontava le storie in cui appariva un mandarino molto stereotipato, hanno rovinato il tutto ed il mandarino di shang chi… poteva chiamarsi anche visir o stocaz*o e sarebbe stato lo stesso), sulla rai per bambini c’è spidey and friends che prende spider peter, spider gwen e spider miles e li mescola assieme con un green goblin e una doc ock il tutto in un mood molto fanciullesco ma che funziona per il target E non snatura i personaggi, in avventure team-up che nella libea di fumetti ultimate invece vedevano il team up di spider peter, johnny storm e kitty pryde (se non ricordo male)
Forse operazioni come Dampyr dovrebbero puntare sull’esperienza maturata su n albi pubblicati e restituire una storia che ne incarni lo spirito ma non pedissequamente le sceneggiature
Il bonelliverse riparta da Martin Mystere Bufo, storie come Sgomento in Cappadocia o La Donna Più Nuda Del Mondo sarebbero dei filmoni.
Date una chance ala bufesa
Resto nel dubbio se valga la pena vederlo o no… Certo non è che in questi ultimi anni girino molti “capolavori” tra cui scegliere….
La peggior monnezza vista da qualche tempo…
Proprio non mi spiego come si possa mezzo salvare questo film e poi dare addosso a Borderlands o al film Marvel/DC medio: ma pure Black Panther o Black Adam (che considero i rispettivi film peggiori) sono di gran lunga dei film migliori.
Lo sconforto era tale che al minuto 35 quando compare per la prima volta il signore dei vampiri villain (non quello “figo” che ha le parti oniriche e simili), già pare un imitatore di Renato Zero uscito dalla Corrida dei poveri (dargli del cosplayer è infatti fargli un complimento esagerato) e poi dulcis in fundo inizia a parlare con la voce di Pino Insegno… per carità Insegno per essere bravo è bravo (poteva andare peggio con un cane non doppiatore chiamato chissà perché o chissà per chi), ma è una voce così riconoscibile che 9 volte su 10 mi spezza la sospensione di incredulità del doppiaggio, dando al tutto un’imoressione (ulteriore) di farsa.
Per dire, per finire il film mi sono dovuto andare a prendere una birra ed io sono uno che non beve mai fuor dai pasti e men che meno da solo…