Quest’oggi, nell’approcciarmi al nuovo film di Ridley Scott noto come Napoleon, vi parlerò brevemente degli Iron Maiden, così ho anche la scusa per una bella SIGLA!
Alexander the Great, che gran pezzo eh? Ho avuto la fortuna di vederlo finalmente eseguito dal vivo la scorsa estate, anche se, diciamocelo tra chi c’era, si sentiva di merda. Ma comunque, che gran pezzo. Dal punto di vista musicale, fomenta come pochi. Certo poi è meglio non soffermarsi a leggere il testo, che pare il riassunto delle imprese di Alessandro Magno scritto da uno di seconda media: a parte il ritornello, per il resto è un elenco di cose senza un minimo di afflato lirico. Ma vabbè, ci accontentiamo, perché tanto poi il pezzo in se è fighissimo.
Ecco, Napoleon è un po’ l’Alexander the Great del cinema epico/biografico, solo che in questo caso dura due ore e quaranta invece di otto minuti e mezzo e allora no che non ci accontentiamo, perché è una grande rottura di maroni. Napoleon è praticamente un elenco di robe che succedono nella vita di Napoleone Bonaparte, raccontate con lo stesso coinvolgimento con cui il medesimo alunno di seconda media di cui sopra ripete le robe a pappagallo durante l’interrogazione di storia. E con la stessa apparente comprensione dei nessi storici: la sceneggiatura di David Scarpa (che ha scritto Tutti i soldi del mondo e, attenzione, il remake di Ultimatum alla Terra) salta di palo in frasca, è un susseguirsi di “Ho fatto amicizia con lo zar russo”, “Lo zar russo mi ha tradito con gli austriaci”, “Lo zar russo ha aperto i porti agli inglesi e adesso mi tocca fargli la guerra”, una valanga di informazioni che non vengono mai contestualizzate nel più ampio quadro storico, ma viste tutte in maniera confusa dal punto di vista del suo protagonista, uno stramboide un po’ goffo che per qualche ragione un’intera nazione ha scelto di seguire fino alla morte. Se non hai un libro di storia sottomano rischi di non capire molti snodi. E questo è un problema, perché un buon film dovrebbe essere sempre in grado di funzionare logicamente.
L’idea di aderire al punto di vista del protagonista non sarebbe nemmeno un grosso problema, se a) non fosse una scusa per far dire le cose ai personaggi, ovvero a Napoleone e sua moglie Giuseppina (Vanessa Kirby) in un eterno scambio di lettere al fronte, e b) non depotenziasse terribilmente alcuni momenti chiave del film. Ad esempio, quando, dopo essere stato esiliato sull’isola d’Elba, Napoleone decide che non vuole stare al gioco di quei dannati parrucconi che stanno restaurando il potere ereditario in Europa e fugge per marciare sulla Francia, quel fomento che dovresti avvertire (pur colpevole, si tratta comunque di un dittatore) viene azzoppato dalla mancanza di contesto: Ridley Scott ha dedicato esattamente un minuto alla Restaurazione – una scena con Rupert Everett e dei tizi imparruccati che discutono intorno a un tavolo – e 20 secondi a mostrarti un Re Luigi XVIII grasso e dunque per forza pigro e incapace.
In tutto questo, non aiuta il fatto di avere un protagonista completamente inadeguato al ruolo: Joaquin Phoenix è ormai l’ombra del bravo attore che era e si è accontenta di rifare eternamente se stesso, quello zio strambo che si fuma i cannoni, ti fissa e parla poco, mettendo il parentado a disagio durante le feste comandate. È stato detto che Phoenix pare prelevato a sorpresa dal suo letto e piazzato sul set di Napoleon con un copione in mano, e l’immagine calza davvero a pennello: è spaesato, svogliato e poco incisivo. È un clamoroso caso di miscasting, o forse di pessima direzione, ma il risultato non cambia: il film non riesce assolutamente a comunicarti come mai tutti siano così determinati a seguirlo e a concedergli poteri sempre più fuori controllo, e, siccome non può contare sul carisma del protagonista, è costretto a farlo dire ai personaggi in continuazione.
Il più grosso problema di Napoleon, comunque, è che non sa che direzione prendere. Non sa letteralmente che film essere. È una storia d’amore tossica? È un film epico su uno dei più grandi geni militari della storia? Oppure vuole mostrare quanto la guerra faccia schifo e sacrifichi i deboli per il vantaggio di pochi? È tutto questo, a tratti. Per dire, finisce con una didascalia che ci informa di quanta gente sia morta nelle varie campagne militari di Napoleone e poi calcola il totale, 3 milioni di morti. È piazzata lì proprio per dirci che la guerra è una merda bla bla, peccato che Scott non avesse MAI accennato alla cosa durante il film. Neppure il genio strategico di Napoleone è tanto approfondito, ma viene liquidato in un paio di dialoghi. Oltretutto, se vuoi mostrarmi il lato schifoso della guerra, non puoi allo stesso tempo lodarmi la strategia del carnefice.
Ma veniamo al piatto forte e alla ragione per cui siamo qui: le battaglie. Ce ne sono diverse nel film, dicevano sei, ma non ho contato e non so se questo valga per la versione uscita nelle sale o per il Director’s Cut da quattro ore previsto su Apple TV+ (ci torneremo). Comunque: le battaglie sono tecnicamente inappuntabili. Ridley Scott c’avrà pure ottant’anni, ma due scene te le sa mettere ancora insieme. Ci sono alcune scelte di regia effettivamente da mascella a terra, tipo quando, se non sbaglio proprio durante Waterloo, Scott decide di piazzare la macchina da presa nel mezzo della mischia, che prende le sembianze di una specie di vortice di baionette e tizi a cavallo che finiscono risucchiati. Eppure, anche qui, si tratta di momenti perduti in due ore e quaranta come lacrime nella pioggia. Per il resto, per quanto formalmente perfette, le battaglie di Napoleon non riescono a emozionare e coinvolgere – forse proprio perché Scott era indeciso se voleva fomentarci o farci la lezioncina. In un certo senso, se l’idea era quella di mostrarci Napoleone per quello che era, un despota che mandava la gente al massacro, è encomiabile che le battaglie non vengano mai raccontate come degli esaltanti trionfi alla Braveheart (dove il protagonista era, al contrario, un liberatore). Ma allora, ancora una volta, decidiamoci su che strada intraprendere: è la storia di un condottiero geniale o della gente che moriva male in mezzo a fango e neve?
Per il resto, Napoleon è una palla mostruosa. Dove non si combatte, è un’algida ricostruzione d’epoca, fatta benissimo ma vuota, in cui personaggi stereotipati si muovono tra sontuose ville affrescate e gelidi paesaggi naturali senza nulla da dire, senza mordente.
A questo punto, mi resta comunque la curiosità di vedere il cut da quattro ore, perché è evidente come Scott abbia dovuto tagliare un botto di roba. Magari la versione lunga sarà un film migliore, magari sarà la stessa noia mortale, ma un po’ più lunga. Propendo per questa seconda ipotesi, ma non si sa mai…
Restauration quote:
“Che due Napoleoni.”
George Rohmer, i400Calci.com
al buon Ridley perdono tutto tranne quell’abominio di Robin Hood…poi lui e la storia vera non son mai andati troppo d’accordo …
di robin hood ricordo le navi francesi che sbarcano sulle coste inglesi aprendo un carrello frontale per far scender le truppe in stile sbarco in normandia (al contrario), ma giá avevo esploso un bel maccosa quando avevo letto l’intervista precedente al film dove il Ridley diceva tutto orgoglioso qualcosa tipo “o rega, stavolta abbiam deciso di raccontare la vera storia di robin hood” e insomma, la vera storia di un personaggio del lore inglese non è proprio la miglior premessa…
Sottoscrivo in pieno la rece. Joaquin Phoenix mi ha fatto la stessa impressione di Geppi Cucciari che doppiava la figlia dell’ispettore Gordon in Lego Batman.
al netto delle imperfezioni storiche, che mi interessano poco , mi era sembrato un film fiacco…più una puntata di Game of Thrones che un film su Robin Hood o chi per lui.
Eppure the last duel aveva una ricostruzione storiografica incredibile
non ancora visto…però la storia di The Last Duel chi la conosce?
Non è una questione di storia (peraltro la fonte lì è una sola, potrebbe pure essere tutto inventato), ma di ricostruzione storica di costumi, personaggi, modi di pensare, culture, problemi che aveva la gente etc. etc. – non è un documentario ma per essere un film io l’ho trovato clamoroso nel farmi respirare quell’epoca, il tardo medioevo
certo..intendevo nel senso che la storia di The Last Duel (vera o falsa che sia) non può essere paragonabile già dal titolo a un Napoleon (o un Le Crociate) …è abbastanza ovvio che qualcuno storcerà il naso sulla esatta ricostruzione della singola battaglia o altri particolari arcinoti ma che vengono piegati all’esigenza cinematografica …era già più facile svincolarsi dalla critica con Il Gladiatore , ma anche con Robin Hood, personaggi generici la cui storia poteva essere ben più interessante di quella stampata sui manuali. Visto che si parla di Kubrick…il suo Barry Lyndon era un capolavoro, con le candele ad illuminare e tutto il resto…ma era Barry Lyndon ..vedere il suo Napoleone sarebbe stato un privilegio ma dubito non avrebbe ricevuto comunque critiche sulla fedeltà alla realtà storica.
Oppure c’è l’altra lettura del film , che, cioè, il Joker sia stato catturato e rinchiuso in manicomio e, come nelle barzellette, crede di essere Napoleone.
Comunque, al netto del punto di vista per cui se vuoi un trattato di storia non guardi un film di Scott (che comunque a me sembra sensato), è vero, c’è un po’ troppo palinfraschismo ma, al netto anche del fatto che nemmeno in tre vite Ridley Scott potrebbe essere scambiato per Kubrick, ho abbastanza fiducia nella versione di 4 ore. Nella mia mente di bambino ottimista, là ci sono tutti i pezzi che raccordano, contestualizzano, raccontano e mettono insieme i pali e le frasche in modo drammatico e romantico. E forse decidono anche se la guerra fa schifo o è bella, che mi pare il problema più grosso di questo film, come detto da George.
“Oppure c’è l’altra lettura del film , che, cioè, il Joker sia stato catturato e rinchiuso in manicomio e, come nelle barzellette, crede di essere Napoleone.”
92 minuti di applausi!
Lo supponevo, lo suppo.
Lei è un arcipoliziotto?
Cip cip.
Amo alla follia i Maiden, ma, per quanto riguarda i testi, Steve Harris non è mai stato esattamente una buona penna.
A me è piaciuto parecchio.
Per gli approfondimenti storici e politici e certe apparenti incongruenze (ci sono alcuni personaggi che scompaiono nel corso del film senza alcuna spiegazione, tipo il figlio di primo letto di Giuseppina ed il fratello di Napoleone) credo basti attendere la versione di 4 ore. Per il resto l’attitudine di Scott verso la Storia è questa, una reinterpretazione personale, nulla di nuovo. Austerlitz e Waterloo mi sono piaciute molto, le cannonate sul lago ghiacciato ad Austerlitz ed il dispiegamento degli inglesi nei quadrati a Waterloo a dir poco spettacolari.
In ultimo, giusto poco tempo fa i 400 Calci scrivevano della scomparsa del sesso dal cinema contemporaneo, qui direi che abbiamo il suo ritorno (non dico che possa invertire la rotta ma insomma, diciamo che per essere un kolossal non ci si risparmia e ci danno decisamente dentro)
ma quindi peggio questo, robin hood o quello su mosè?
Mosè o Noè?
Scott o Aronofsky?
No, perchè questi qua se assomigliano tutti.
XD!
In genere sono abbastanza d’accordo con le recensioni, ma su questa concordo anche con le virgole. Direi che “saltare di palo in frasca” è nettamente il motto del film, una sorta di Bignami fatto con le immagini. Robin Hood non l’ho visto, ma tra questo e Mosè è una bella lotta.
Ovviamente anche io aspetto con interesse la versione lunga, sperando che almeno approfondisca il discorso politico-militare, ma non posso fare a meno di pensare come siano cambiati i tempi. Ora la versione di un film che esce al cinema è la Cenerentola, quella importante è quella per lo streaming.
Beh però se facciamo il confronto con “Killers of the Flower Moon” (anch’esso prodotto da Apple) e le sue tre ore e mezza, dovendo essere proprio sincero al massimo io preferisco la scelta di Scott di portare in sala una versione ridotta di due ore e mezza. E lo dico da grande ammiratore di Martin
Quando giri un film su personaggi storici così importanti in un modo o in un altro sbagli perché ci sono troppi aspetti di cui tenere conto. Forse una serie sarebbe meglio. Non è spregevole come film.
Io desidero la serie su Barbanera
Black Sails esiste
Al botteghino come sta andando? Ci dobbiamo aspettare un’altra sfuriata sui millennial che stanno al telefonino? Adoro i suoi promo da vecchio inacidito❤️.
Sta andando molto bene, qui da noi è secondo solo alla Cortellesi che ha praticamente colonizzato metà delle sale italiane da più di un mese
Mi ha sempre fatto ridere che joaquin e’ (dice lui ) vegano fall età do tre anni bob
E coglione dall’età di zero.
Mi stupisco di chi si stupisce che questo sia un brutto film: R. Scott ormai è bollito dai tempi di quell’abominio di Prometheus (mi viene da pensare che The Martian sia stata solo una botta di culo) e della Storia nei suoi film storici non gliene è mai fregata una cippa, basti pensare a tutti gli errori di Il Gladiatore, Le crociate e a quell’altro di ambientazione medievale uscito da poco di cui manco ricordo il titolo. Poi fa abbastanza pena vederlo rispondere male agli “hater” e ai francesi come un Uwe Boll qualunque. Io ero quasi portato a vedere questo film, ma visto che c’è consenso nel dire che dipinge Napoleone come un imbecille che tutti però seguono comunque “perché sì”, allora lascio perdere.
The Martian è un filmone. Ma non dimentichiamoci The Last Duel.
A me non è dispiaciuto per nulla e -al netto di qualche importante licenza- lo Scott’s point of view sulla vicenda di Napoleone l’ho trovato coerente. Evidentemente la sua intenzione -con questo montaggio, vedremo poi l’altro- era quella di raccontare l’intreccio fra la relazione di Napoleone e Giuseppina ed i grandi eventi della storia, legati inestricabilment in un pathos estremo: sto preparando un esame di storia moderna, quindi conosco la materia, e devo tuttavia dire che non mi ha disturbato minimamente la scena in cui !!SPOILERAZZO!! Napoleone corre via dall’Isola d’Elba e raduna un esercito perché la moglie lo cornifica con lo zar Alessandro. E tutto benché sapessi perfettamente che Giuseppina era morta diversi mesi prima la partenza dall’Elba… cosa di cui lo stesso Napoleone era a conoscenza.
Sotto quest’aspetto il film è di una coerenza interna estrema: è discutibile che Scarpa&Scott abbiano rimaneggiato la Storia per mettere insieme una sceneggiata romanzesca/sentimentale? Ma che cavolo, è roba che si fa praticamente da quando esiste il cinema.
Le due ore e mezza per me sono volate. Costumi e scenografie (per lo meno in interno) favolosi. Le battaglie mi pare siano solo tre: Tolone, Austerlitz, Waterloo sono un po’ “ridotte” rispetto ai reali scenari operativi dell’epoca ma funzionano, e soprattutto sono strategicamente piazzate in momenti nei quali la noia rischia di far capolino. Rupert Everett ottimo nel ruolo di Wellesly.
C’è anche Borodino, sebbene praticamente una sola scena (ma penso sarà resa in modo più completo nella versione estesa).
Concordo su tutto il resto che scrivi, soprattutto un sorprendente Everett. Aggiungo che molte critiche internettiane accusano Scott di avere fatto propaganda britannica, io non so dove l’abbiano vista. Nella battaglia di Tolone gli inglesi fanno la figura dei fessi ubriachi che si fanno fregare da Napoleone
“È roba che si fa da quando esiste il cinema” concordo, ma è anche vero che è roba che non si dovrebbe fare più
O perlomeno farla in maniera diversa.
Rispetto a quando si faceva più spesso il pubblico è diventato più preparato e più sofisticato, anche grazie alla rete. In linea teorica, certe baggianate ce le beviamo di meno o comunque vogliamo che siano presentate in maniera meno pomposa e grossolana.
Anche solo 30 anni fa potevi davvero credere che ai tempi di Colombo tutti fossero convinti della piattezza della terra, adesso che siamo tutti vassalli di Barbero lo sappiamo che è una sciocchezza. Anche l’insegnamento della materia a scuola si è fatto più raffinato: la mia insegnante ci bacchettava sempre quando dicevamo che un tale regnante cercava di opprimere “il popolo” per il “potere” o che certe cose succedevano per delle relazioni amorose fra regnanti!
Quindi certi semplicismi li tolleriamo di meno. Inutile dire che internet ha dato un modo per comunicare tale scontento.
Mah, secondo stiamo un pò perdendo di vista il punto focale della questione. Il problema non è l’aderenza alla realtà storica delle vicende, si può fare un bel film anche strafregandosene della stessa, ad esempio “Il Gladiatore” era bello anche se era ambientato in un universo fantasy che presentava delle vaghe somiglianze con l’Impero Romano del II secolo d.C.
Il problema è che anche ignorando del tutto la vera storia di Napoleone (BTW come battaglia mostrata credo contino anche quella delle Piramidi) il film non funziona. E non funziona per i motivi spiegati nella recensione, perchè non racconta una storia ma soltanto una sequenza di fatti che possono essere collegati tra loro solo da cieca fede, con tutto quel che ne segue a livello di interpretazioni. Infatti l’unico che ne vien fuori bene è appunto Rupert Everett, che interpreta anche l’unico essere che si può definir personaggio a parte Napoleone e Giuseppina.
“Aggiungo che molte critiche internettiane accusano Scott di avere fatto propaganda britannica, io non so dove l’abbiano vista.”
Oddio a me personalmente sembra esattamente il punto di vista britannico sulla faccenda, non saprei nemmeno da dove cominciare (e devo dire che io un po’ la propaganda britannica la condivido sul punto…)
Un anno fa ero fomentatissimo. Avevo da poco letto guerra e pace, mi ero letto la qualunque sul come si faceva la guerra nel ‘700 ed ‘800 (cosa che mi ha portato ad amare quel pazzo di Federico II di Prussia) e, on top, mi è sempre stato sui coglioni Napoleone ed i Giacobini. Non che non ne riconosca la grandezza militare (è un dato oggettivo, nessun generale va nemmeno lontanamente vicino ai numeri di Napoleone, nemmeno per sbaglio), non che non ne riconosca la grandezza come riformatore (basti pensare al codice civile del 1805, solo per citare il caso più eclatante) – ma non ho mai pensato che il fine giustifichi i mezzi. Il corrotto Ancien Regime sarebbe crollato comunque nella sua mollezza, come poi infatti è successo, e non era necessario mettere a ferro e fuoco mezza europa, rapire il papa, distruggere mezzo archivio vaticano (chissà quanta roba è andata perduta), farsi ridicolmente incoronare imperatore. Insomma, questo film lo aspettavo come poche cose al mondo, anche tenendo conto di quanto avevo apprezzato l’accuratezza in the last duel.
Poi sono cominciate ad uscire le prime immagini e recensioni e la catena mi è scesa subito. Ora, non sto a fare una disamina scena per scena, ma parlando solo del piatto forte, le battaglie, esse sono tanto belline da vedere quanto completamente prive di senso (o quasi) sia storicamente che militaremente. Il che è un vero peccato, perché secondo me nel raccontare come si svolgeva davvero una battaglia del tempo, riuscendo a far immedesimare bene lo spettatore in un soldato di prima linea e in quello che gli passava per la testa, si guadagna sempre. E’ più difficile, ma è infinitamente migliore. Carina eh la fuga sul lago ghiacciato di Austerlitz, ma è tutto sbagliato, a partire dalle dimensioni, a partire che il tema lì è che nessuno sa bene dove è il nemico (e i francesi sbucarono fuori all’improvviso), e che il fronte si distende su svariati chilometri. Veramente ridicolo, degno di Total War, far vedere l’accampamento dei francesi che fa da esca mentre l’esercito sbuca fuori nascosto dal boschetto A FIANCO. Ma neanche in total war in verità (ci ho provato mille volte)!
Phoenix poi è TERRIBILE. Napoleone era carismatico all’inverosimile, era simpatico, brillante, con la battuta pronta (aveva un che di Berlusconi nella sua smodata ambizione). Qui è triste, vecchio palloso.
PERO c’è un però. SOno due ore e mezza di quadri di Delacroix a David (citato esplicitamente) che si muovono, ci sono queste cariche di Ussari che sono bellissime da vedere, insomma visivamente è favoloso. Non direi che è una buona ricostruzione, direi che è una bella messa in scena dei clichè ma alla fine è molto meno noioso di quanto mi aspettassi, sicuramente meno di Oppenheimer (che schifo, vomito) ma anche di un John Wick 4 per quanto mi riguarda.
Sulle battaglie, effettivamente chiunque abbia una pur vaga conoscenza dell’argomento non può che vederle “miniaturizzate” ma penso sia un limite del mezzo cinematografico.
Non che in passato non si sia tentato di portare su schermo battaglie ricreate su scenari enormi (così, di botto, mi viene in mente Ran di Kurosawa) ma o scegli un’aspetto che va dal campo lungo al lunghissimo o stai sui medi-totali, inquadrare su tutte le distanze -oltre a risultare terribilmente oneroso- avrebbe l’effetto nauseante di una continua zoomata avanti-indietro. Scott ha chiaramente scelto di privilegiare inquadrature ravvicinate degli effetti più crudi e truculenti di un conflitto armato a cavallo fra XVIII e XIX secolo, e sotto questo aspetto direi che c’è riuscito in pieno, pazienza quindi se ha dovuto miniaturizzare le battaglie di Austerlitz e Waterloo in scenari di poche centinaia di metri quando in realtà si svolgevano su centinaia e centinaia di ettari di boschi, colline, campagna, laghi, fiumi…
Guarda Hans, hai anche ragione e io stesso non avrei idea di come fare, però è ‘ quello che mi aspetto dal grande cinema: che tiri fuori dal cappello qualcosa di totalmente inatteso, che cambi un paradigma come quello della rappresentazione della battaglia campale nel 7/800, che mi stupisca e mi sorprenda
mah..avendo letto, come quasi sempre, solo la recensione dei 400 calci e qualche commento…pensavo molto peggio…il film scorre e senza Giuseppina il film sarebbe molto più noioso.
Vero che il susseguirsi degli eventi è un pò didascalico e tirato via, soprattutto nel finale (avrebbe aiutato un film in 2 parti ma ormai non si fan più, a parte quelli non richiesti) però l’ambientazione della vita militare e di corte con i suoi contrasti giustifica la visione al cinema, così come le battaglie, che ricordano quelle del film delle crociate per come ci propone le fasi prima della battaglia del tutto sconnesse col caos successivo.
Non c’è spazio (purtroppo?) per la vita dei poveracci del tempo, dei soldati semplici, nè per raccontare se non per singole battute i potenti che lo hanno assecondato e poi combattuto..l’unica era un film di 4 ore e sarebbe stato un suicidio.
Detto ciò se il principio è che se l’avesse fatto Kubrick allora “era meglio” o le battaglie non sono accurate al 100 per cento quella palla di cannone non è atterrata lì…beh ci sono innumerevoli documentari anche free su millemila canali streaming che possono soddisfare anche i più precisetti ..il cinema non è il posto più adatto per ricostruire la storia, di solito se ne racconta una, max due.
p.s. ma le scene di sesso ndo stanno? lo pensavo anche un pò più truculento..ma vabbè
No scusa mereghetti, nessuno ha detto che il problema è che le battaglie non sono accurate al 100%: le battaglie non c’entrano assolutamente nulla con lo svolgimento di una battaglia del 7/800, con le dimensioni etc. etc.. E questo è un generale un problema del cinema quando rappresenta quei tempi (mentre per Le Crociate o Braveheart importa meno perché gli eserciti erano ridottissimi paragonati a quelli del secolo dei lumi e successivi) e se si riuscisse in qualche modo a rappresentarle meglio ne avrebbero tutti da guadagnare, essendo un tema interessante. Come farlo è un altro paio di maniche. Ma stiamo parlando un un film su Napoleone, Dio Cristo, è ovvio che le battaglie e come sono rappresentate sono un tema importante. Non la “vita dei poveracci di allora” che comunque erano meno poveracci di quello che pensi. E infine i documentari non hanno certo la forza visiva del cinema, né consentono la stessa immedesimazione, se no guarda mi leggo i libri, che discorsi.
Ciò detto, sarei anche d’accordo con te, il film è molto meno peggio di come se ne parla.
ma in realtà siam d’accordo…solo che sinceramente non saprei come …lo avete detto anche voi più su…se non riesce a soddisfare al 100 per cento Ridley con i suoi milioni e la sua abilità direi che ci si può anche accontentare (sennò facciamo stile pigiami, tutto a caso in cgi montato coi piedi e via) ..poi il contorno alla battaglia è importante in qualunque film a prescindere…quello che manca nella versione ridotta è infatti, come detto nella recensione, il crescere della tensione agli snodi cruciali..la fuga, la prima sconfitta, Waterloo…bam colpo di bastone sulla mappa e siamo già alla fine di Napoleone…lì un po’ ci si resta male.
I documentari o altro a tema storico se fatti bene non sono cinema, e grazie, ma almeno rappresentano quel momento senza dover assecondare diversi tipi di pubblico..come fa un po’ sto film che infatti in 2 ore e mezza lascia alla fine un po’ felici un po’ scontenti tutti.
Ok però io non faccio il cineasta quindi è normale che non sia capace (o che comunque non abbia l’arroganza di mettermi a dire in pubblico come farei, sembrerei scemo). Un altro paio di però, crepi l’avarizia:
1) ti posso dire come fa Tolstoj, che racconta sia Austerlitz che Borodino: le segue dal punto di vista di un personaggio (almeno due in verità per Borodino) e in particolare mentre leggi Guerra e Pace stai andando alla battaglia con tutta l’allegra truppa (no ironia) che ha un piano prestabilito, che devono spostarsi nel punto x mentre altri battaglioni si spostano altrove e alla battaglia pare mancare ancora qualche ora e bam! di punto in bianco la battaglia è già vinta dai francesi, improvvisamente l’allegra truppa incontra truppe che si stanno ritirando, caos, fumo, nebbia, cazzo è lo zar quello che sta scappando…alla fine avremo il principe Bolkónski a terra e Napoleone in persona che passeggiando tra i morti e i feriti del campo lo porta e lo manda all’infermeria (come era normale fare dopo la battaglia). Non malaccio ti assicuro, molto dinamico, molto visivo, e siamo su carta (ok, è Tolstoj non a caso);
2) sono passati 40 anni da Barry Lyndon e come ha detto qualcuno sopra ci siamo smaliziati, la storia la conosciamo meglio, alcuni luoghi comuni sono caduti, altri sono stati meglio compresi. Non è fare la punta al cazzo sperare che il grande cinema riesca a stupirti e mostrarti qualcosa di nuovo e non solo qualcosa di molto bello ma anche molto telefonato. Le occasioni perse bruciano perché non è facile tirare su tutto questo budget, non per altro, non è e non vuole essere pignoleria
tutto giusto tutto vero…però è come pretendere il Signore degli Anelli di Jackson in 2 ore e mezza 4 con la versione ext…ma a Ridley mi sembra che non sia mai interessato creare un’epopea cinematografica che ricalcasse al 100 per cento per lunghezza ed epicità l’epopea reale..lui va per la sua strada col suo film (e in quanto film e non serie tv o film a capitoli fa quel che può in 2 ore e mezza).
Strano, o appunto al contrario, quando si è mosso nel mondo della pura fantasia creando qualcosa da quasizero con Alien, poi è andato a infagottarsi in sviluppi infiniti dell’idea iniziale che hanno solo appesantito la cosa senza dare nulla in più (per quanto i suoi film alienosi per me sian sempre uno spettacolo).
Lo Scott minore non azzecca un film da inizio anni’80, è inutile girarci intorno
Escludere Black Rain è grave,
buttare via Black Hawk Down, The Martian e The Last Duel mi sembra esagerato
The last duel non l’ho visto quindi mi astengo sul giudizio (anche se sarebbe il primo e unico caso di un suo film storico che non sia una cacata, quindi al limite un’eccezione meritevole)
Sugli altri confermo il giudizio
gli 80 un po’ troppo duro, ma dal 2010 di sicuro, non è lo Scott d’una volta. Sic transit gloria mundi di coloro che non sanno quando smettere.
beh no dai : vorrebbe dire bociare film come Black Rain che e’ un signor poliziesco e soprattutto Thelma & Louise oltre a The Martian,Il Gladiatore e The Last Duel
Poi ce ne sono di dimenticabili come : Il genio della truffa,Un’ottima annata,Nessuna verita’
Poi ce ne sono di brutti come : 1492, Soldato Jane,Exodus,Alien Covenant e Tutti i soldi del mondo
Come sempre, la recensione impeccabile. Giusta, seppur non-caratteristicamente un po’ troppo indulgente. Certo, è lo Scott, non uno qualsiasi, bisogna anche riverire, l’ha guadagnato. Però, se questo film fosse stato fatto da un Pinco Pallino, Lei l’avrebbe massacrato molto di più, ne sono certo. Non è una palla: sono due, pesanti come palle da cannone. Da Ghetti in poi, L’Ultimo Duello compreso, lo Scott non acchiappa più i topi. Molto triste. È uno dei più grandi registi di sempre. Morale: bisogna sapere quando smettere. Altrimenti si offusca lo splendore della propria eredità.
Visto il giorno dell’uscita non mi ha conquistato.Sono d’accordo con la recensione e con gran parte dei pareri qui sopra tra cui alcuni spunti molto interessanti di alcuni utenti.
Detto sommarimante il film si divide in due momenti che si alternano : la dimensione sentimentale con Giuseppina e quella militare delle imprese.Io ho trovato di gran lunga migliore e trascinante quella delle battaglie rese visivamente molto bene (credo sia indubbio che i fratelli Scott avessero un gran telento visivo) mentre ho trovato di una noia mortale il menage romantico sentimentale.
Sono molto incuriosito anche io dalla versione da 4 ore perche’ sono quasi convinto che molti dei buchi verranno colmati con un ora e mezza in piu’.
Sul fatto ormai proverbiale che a Scott non freghi una mazza dell’accuratezza storica io non riesco a farmene una ragione.E sono d’accordo con chi sostiene che le nefandezze storiche de IL GLADIATORE fossero messe in secondo piano dalla bellezza del film.
Per quel che riguarda la decadenza filmica del buon Ridley direi che dire che daglia nni 80 non azzecca nulla vuo dire dimenticarsi quanto meno di Black Rain e soprattutto di Thelma & Louise.
Diciamo che dopo il 2010 ha imbroccato una serie di filmacci piu’ o meno ingiuardabili : con l’apice di Exodus e Tutti i soldi del mondo.Soprattutto gira troppi troppi film.Dovrebbe curare e meditare di piu’ i suoi progetti