Prologo:
Luotto mercoledì rimembrava la crociata a cui tutti noi abbiamo preso parte qualche anno fa, quella contro la critica che non capiva un cazzo (ma neanche ora, eh, tranquilli) di cinema coreano. Negli stessi anni, dopo essere usciti estatici da qualsiasi proiezione asiatica, riluttanti ci addentravamo in una italiana, e fra i tanti porconi che tiravamo mentalmente c’era questo: “Ma porca puttana, IO non parlo così. IO non ho questo accento del cazzo, non faccio sibilare le S, non metto le labbra a culo di gallina, non pronuncio le E come le A!” E ripetevamo come un mantra “mai più film in italiano, mai più film in italiano”.
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Passano gli anni, intanto anche il Giovine Italiano Giacomo Cimini, regista, si mette in fuga dalla patria per approdare agli accoglienti lidi della London Film School di Mike Leigh. Lì dirige il trailer di Bleak Sea, che lo mette in luce presso i nomi giusti, e soprattutto il film del suo diploma, La città nel cielo (City In The Sky). Ora, se vi dico “film di fantascienza in italiano” voi scappate, giusto? Sbagliato, fermatevi, restate qui! Perchè La città nel cielo, dall’alto dei suoi 27 minuti ha creato un caso. Presentato a Venezia 66 e al festival Utopiales di Nantes, ha riscosso un discreto successo; messo poi in vendita su iTunes, è arrivato terzo dietro ad Avatar e Iron Man 2.
Il film si svolge nel futuro in un mondo la cui atmosfera è diventata talmente tossica da costringere la gente a girare con la maschera antigas. In un albergo/bordello retto da un sadico transessuale barbutissimo, si consuma l’incontro fra un misterioso fuggiasco e un androide-prostituta; l’uomo vuole trovare la felicità nella fantomatica Città nel Cielo che si vede solo all’alba; l’androide non sa cosa sia la felicità. Niente lieto fine.
La trama non perde tempo a spiegare perchè i personaggi si trovino lì o perchè l’atmosfera sia irrespirabile; e nemmeno a farsi un’overdose di metaforone: giustamente la città utopica non viene mostrata, i temi portanti della vicenda e dei dialoghi rimangono sospesi, cristallizzati, aperti alle nostre suggestioni ed interpretazioni – una scelta difficile da calibrare sia nella scrittura sia nella mise-en-scene, ma che qui scorre via liscia. L’altra carta vincente del film sta nella grande cura formale, a cui fotografia, effetti speciali e costumi contribuiscono in modo compatto. E infine, ebbene sì, gli attori parlano in un italiano ascoltabile e non in muccinesco! I personaggi rimangono interessanti fino alla fine e uno non è preso dalla smania di prenderli a cartellate appena aprono bocca! Che soddisfazione.
Insomma, Giacomo Cimini ha lavorato sodo e bene. Ora, anche grazie a La città nel cielo, sta sviluppando il lungometraggio di Bleak Sea con la Working Title, e a margine lavora a un progetto con Roberto Recchioni. Nell’attesa, diciamo che Giacomo è un punto esclamativo pervaso da energia venuto dallo spazio, che noi qui si è contenti e ora si va fuori a fare a palle di neve.
DVD-quote:
“Un punto esclamativo pervaso da energia venuto dallo spazio”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Da notare le Recommendations di Imdb, se ti piace “la città nel cielo” vediti anche “Il mercante di venezia” e “Eurotrip”. La morte sarà più dolce.
L’altro giorno ho visto Shadow, qui lodato e mi ha fatto nu pochetto cacare. Scopiazzato (non le chiamerei citazioni) e improbabile. Il cattivo è noioso e carismatico come un sedano.
Mi devo aspettare noia anche qui?
oh… :(
aldilà dell’interesse per l’articolo in questione, i miei complimenti vanno in questo caso, allo stile dello scritto, brava cicciolina.
ps: non centra niente ma è una semplice curiosità, come mai non una parola su monicelli? forse perchè i suoi film nn centrano con lo stile del sito?
Oni: guarda i commenti al r.i.p. di Leslie Nielsen
Non vedo l’ora di gustarmelo Sarà il mio primo video acquistato su iTunez. :)
– Uomo barbuto con benda all’occhio=Big Boss
– Nome del cyborg Ai=Video Girl Ai
Venduto!
Scherzo (ma non troppo). Voglio vederlo perchè è italiano, è fantascienza, ne avete parlato bene.
Ne ho viso solo frammenti su youtube e mi sembra molto promettente. Da dire: però!
Però temo che il parlato italico sia sempre il punto debole, temo che i personaggi siano sempre caricaturali. Come accade da sempre nel film italico, che tanto lo riconosci.
Però, minchia, appena ho i soldi, voglio proprio comprarlo su itunes.
Aggratis nun se pò vede, vero ?
Certo che se ora si mette con O’Recchiò va tutto in vacca.
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Grazie per avermi fatto scoprire Giacomo Cimini, spero di vedere un suo film al cinema un giorno. Questo La città nel cielo con la presenza di Fresi e Hyst mi ha fatto subito simpatia, ma poi mi ha davvero tenuto incollato per tutti i suoi 27 minuti (sembrano la metà). Ho visto anche The Nostalgist suo ultimo corto che è fatto veramente bene, si merita una possibilità magari anche in tempi brevi.