C’è qualche burlone in giro che si ostina a dire che Antichrist di Lars von Trier sia un film horror. Il burlone credo che sia von Trier stesso. Facciamo il conto: c’è la Gainsbourg incazzata che maciulla palle e verga del marito Willem Dafoe con un ciocco di legno. Lui giustamente sviene. Lei procede a fargli una sega e l’uccello tutto livido eiacula sangue con cui lei si decora la camicetta. Poi gli trapana una gamba, inserisce una sbarra di ferro fissata ad una piccola macina di pietra per non farlo scappare. Qualche ora dopo lei prende un trinciapolli arrugginito e si sforbicia via il clitoride. Tempo di tutte queste scene messe insieme: meno di un minuto e mezzo. Tempo totale del film: circa 100 minuti. Sangue che scorre: poco, e pure di un colore non realistico. Se volete potete smettere di leggere qui.
Se invece avete voglia anche voi di farvi fracassare i maroni, vi devo dire prima di tutto che Antichrist è un capolavoro dalle atmosfere veramente losche, in cui il personaggio principale è una natura che più matrigna non si può. A von Trier bastano qualche ralenti e qualche bel drone per costruire sequenze che ti fanno affogare nella loro acqua nera e viscosa; sono immagini che ti prendono nelle viscere, vanno sentite a livello di istinti primordiali, interagite e inframmezzate coi propri ricordi. La cosa riesce particolarmente bene se siete donne, perché questo film è raccontato con una sorprendente aderenza all’immaginario e alla sensibilità femminili. Siete sorpresi, eh? Credevate che i film “per donne” fossero solo quelli dove tutti hanno le facce di Sandra Bullock e Matthew McConaughey e il sesso anale non esiste, eh? Sbagliato. Credevate che Antichrist fosse un film misogino perché così hanno sentenziato tutti i critici, eh? Sbagliato. Leggetevi la recensione di Dolores su Sorority Row, quello sì che inneggia all’odio irrazionale contro ogni essere vivente privo di uccello.
In realtà il discorso di von Trier è più complesso e al tempo stesso archetipico, come una fiaba distorta e crudele (altro che Tim Burton). In questo senso può essere letto magari come un film vecchiotto, banale, oppure come una denuncia degli orrori provenienti dall’abitudine maschile occidentale di origine pitagorica, di fondare i rapporti sociali sulla doppia associazione uomo/cultura e donna/natura.
L’incidente iniziale (un bimbo cade dalla finestra di casa mentre i genitori sono impegnati a fare l’amore) travolge la coppia e li scaglia nelle tenebre della depressione e del senso di colpa. Ma lui, che fa lo psicoterapeuta, decide di prendere in mano la situazione e aiutare la moglie a guarire dai suoi demoni. Lei all’inizio pare reagire bene ed essergli grata, poi tutto il dolore represso, che la terapia non è stata in grado di cancellare ma solo di nascondere, straripa dal corpo e dall’anima di lei e si riversa sul marito. Non a caso, la follia sadica di lei esplode quando il marito la vuole costringere a ragionare in termini di Bene e Male, perpetuando la dicotomia culturale; lei capisce che lui è ormai distante anni luce dalla sua istintività – e reagisce male.
Che cosa ha davvero visto e fatto la donna? E con quali motivazioni? È veramente pazza? È veramente una strega da bruciare sul rogo? Che ne è dei sopravviventi, una volta che l’ultima brace del rogo si è spenta? Von Trier fornisce risposte ambigue, allucinate, fluttuanti; nulla a che vedere col dogmatismo (ahahah che battuta!) di cui viene sempre stancamente accusato. D’altronde, la volpe che si nutre del proprio feto lo dice chiaramente; il Caos regna.
DVD-quote suggerita:
“Sembra un horror ma non è – serve a darti l’allegria!”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Recensione interessantissima, mi viene voglia di vedere il film (vincendo l’impressionabilità).
PS – l’esistenza di McConaughey non ha senso.
Lettura molto confortante!
per me è il capolavoro del 2009, miglior film dell’anno in assoluto.
per me è una trombata immane, per quanto mi riguarda von trier puo’ andare a raddrizzare banane col culo. MA, se non l avessi visto e fossi titubante, dopo questa recensione andrei a nolleggiarlo immediatamente ;)
mmm.. ok ma l’anticristo in tutto questo cosa c’entra? La tipa va in depressione dopo la traGGedia, il marito cerca di curarla, lei va in gore mode, fine? o mi è sfuggito qualcosa? O_o
@J.Lo Zeppelie: lusingata. Grazie del commento! (Cicciolina si inchina, facendo balenare per un attimo fugace il morbido seno)
@Jo: te lo dovrebbe spiegare bene Von Trier, io ci provo a modo mio. La donna è sconvolta dai sensi di colpa, forse immaginari, ma la logica dicotomica dell’uomo non le serve a nulla, anzi le è coercitiva. Siccome tertium non datur (o natura o cultura – così ha deciso il marito), sceglie di farsi carico del male assoluto (Anticristo) e di farsi strumento di morte. Mi pare simile alla reazione delle streghe medievali che, piegate dalle torture, confessavano fra urla e risa di essersi davvero scopate il diavolo e si avviavano al rogo come al trionfo. Non so, a me sembra naturale :-D
Sono stata tirata in causa dall’ottima Cicciolina, quindi vorrei fare una piccola precisazione: il pezzo su “Sorority Row” rispecchiava il clima di quel film, non le idee sul gender della scrivente.
(C’era bisogno di precisare? Mh. S’apra il dibattito.)
Prima di aprire eventuale dibattito: puo’ essere che nella frase che ti tira in ballo hai involontariamente confuso “quello” (il film) con “quella” (la recensione)? :)
Non mi fido di voi :P
Dolores, ma mica accuso di misoginia te dopo averne assolto il Lars! :-D mi riferivo al clima che traspariva dal film.
Lo so, lo so. M’era solo venuta una strana voglia di piazzare puntini sulle “i” a capocchia. Per tutto il resto, il mio avvocato Gracchia La Belva Umana * mi ha consigliato di non parlare.
(* questa la capirete in tre, ma per fortuna Cicciolina è tra loro.)
SPOILER ALERT – SPOILER ALERT – SPOILER ALERT
Nella recensione e nel commento poco qui sopra dimentichi di citare una cosa molto importante (peccato di femminismo? lo dico seriamente ma con simpatia, sia chiaro :) )
Verso il finale del film ci viene rivelato che la donna aveva procurato deformazioni ai piedi del piccolo, mettendogli gli scarponcini al contrario durante la permanenza dei due nella cascina, e che durante il rapporto sessuale e il concomitante incidente che ha provocato la morte del bambino, essa aveva visto il bambino salire sul tavolino e buttarsi giù, senza dire e fare nulla per fermarlo.
La follia distruttrice della donna si è quindi espressa ben prima che la terapia somministratagli dal marito la faccia uscire fuori definitivamente e irrimediabilmente.
Si può dire quindi che la tua interpretazione storico-culturale, pur rimanendo ancora valida, va spostata ad un secondo piano di lettura, trovando infatti comunque fondamento nei riferimenti stregoneschi e nell’attitudine ottusamente scientista del marito.
La crisi provocata dal radicarsi della dicotomia cultura/natura è però solo la causa scatenante di un male che è per natura già all’interno della donna.
p.s. Vinco qualche cosa se indovino la vera identità di Nanni Cobretti? O è un segreto di pulcinella? Scusate ma è da un pò che doveva dirla :D
Vinci qualcuno che ti suona al campanello. Qualcuno a cui non vorresti aprire.
@genna: non mi considero affatto una femminista, ma per stavolta ti perdono.
AND NOW… SPOILER! SPOILER! SPOILER! SPOILER! SPOILER!
sempre @genna: avevo volutamente omesso la questione del vedere il bimbo cadere; dopotutto cio’ che noi vediamo e’ solo un montaggio alternato, ma le inquadrature non ci dicono semza ombra di dubbio che lei abbia visto la tragedia e non l’abbia voluta fermare. Io l’ho presa come un’allucinazione di lei quando piomba nella follia, e se vai in giro per il web trovi questo parere espresso anche da spettatori uomini (scusa per l’arroganza ma sei tu a metterla sul piano del femminismo o meno). Quanto alla faccenda deli scarponcini, questo non e’ il luogo adatto per dibatterne ma prova a cercare in rete la “Munchausen Syndrome by Proxy”: e’ una motivazione psichiatrica al comportamento delle madri in generale verso i figli.
ditemi, ma sono l’unico che quando vede quella locandina sente questa canzone in testa?
http://www.youtube.com/watch?v=GGBHfXPqbgI
credo di si’… a me viene sempre in mente “sono l’antichristo” della mia beniamina diamanda galas: http://www.youtube.com/watch?v=z3_xn15YEkE. “sono la sanzioneeeeeeeeh! sono la carne macielattaaaaaaaaah! sono il ragnio neroooookkkkkkkhhhhhhhhhh ragnio neroooookkkkkkkkhhhhh!”
Secondo me sbagli, non ci sono elementi sufficienti per asserire che sia tutta una allucinazione.
Anzi se riguardi la scena iniziale puoi notare due particolari molto interessanti (pupazzo col palloncino, trasmettitore silenziato) a sostegno della mia tesi, io l’ho appena rivista.
Se poi vogliamo fare il giochino del “ci sono tanti che la pensano come me” prego leggere la pagina in inglese del film su wikipedia alla voce Plot.
Per il discorso da “battaglia dei sessi” vorrei far notare come nel mio commento non “la metto” assolutamente su quel piano.
All’inizio accenno bonariamente al fatto che secondo me hai tralasciato un elemento secondo me importante a causa di un pregiudizio femminista che ti portava a difendere la Donna.
Ho fatto quella critica allo stesso modo in cui potrei dire a un recensore fan sfegatato di un certo regista: “Hai definito un capolavoro il film del regista X, che è invece penoso, solo perché sei un suo fanboy sfegatato”.
Sarebbe bastato esporre la tua teoria dell’allucinazione per chiarire la cosa, ma visto che mi hai contestualmente dato del maschilista (cosa che non sono nel modo più assoluto) mi trovo costretto a rispondere con questo palloso commento.
Essere femminista non è ovviamente un peccato (io lo sono, considerato che sono per la parità totale tra uomo e donna) ma tralasciare un FATTO importante che potrebbe invalidare una tesi “femminista” (o animalista, o ecologista etc.) lo è. (peccato = grave errore)
E’ strano infatti che dici di non considerarti femminista, laddove tale attitudine indica principalmente l’aspirazione a una condizione sociale che parifichi i diritti e le possibilità delle donne rispetto a quelli degli uomini.
Quello che ho scritto dopo è poi una semplice disamina e interpretazione di un fatto.
La donna ha fatto morire il figlio = ha un MALE dentro; questo prima degli eventi che tu reputi abbiano generato tale male.
Se questo MALE sia il male ancestrale o un semplice disturbo psicotico non mi sembra interessi il regista, il quale non si interessa particolarmente delle cause del male, ma ce ne mostra solo gli effetti devastanti.
(I riferimenti alla stregoneria sono un poco deboli, diciamocelo su.)
Quando poi dico “un male che è per natura già all’interno della donna” (frase che tu ha intepretato come maschilista, o no?) è per la deduzione sopra descritta, e con donna intendo la Donna protagonista del film, non la donna come genere femminile dell’essere umano.
Ma anche affermare questa ultima cosa non implicherebbe il fatto di negare che anche l’uomo, genere maschile di essere umano, non abbia dentro di se lo stesso male, espresso magari in altre forme.
Ma siccome in questo film si vede una donna (archetipizzata) che lascia morire il figlio, di questo parliamo.
Tra l’altro non avessi tu stessa descritto la tua frase nel commento come arrogante io non l’avrei in alcun modo presa come tale ma altresì come una semplice argomentazione, opposta alla mia certo, ma non per questo arrogante.
Un’ultima cosa, mi sono informato sulla “Sindrome di Münchhausen per procura” e l’associazione non è completamente pertinente.
Nel film non viene in alcun modo descritta la strumentalizzazione del danno fisico (e della successive analisi e terapie) procurato al piccolo da parte della madre che è elemento caratterizzante della sindrome.
Non ha senso però secondo me disquisire ad oltranza su questo punto.
Diagnosticare alla Donna una sindrome specifica NON HA SENSO.
Von Trier non è uno psicologo e il film non è un documentario.
Il regista ha al massimo preso spunto da un generico disturbo legato al conflitto che può sorgere in una donna che da alla luce un figlio, e stop.
Perdonatemi se ho capito la meta’ di quello che vi state dicendo entrambi, ma per non saper ne’ leggere ne’ scrivere dico: Genna, se vuoi cuccare scrivi direttamente a c.wertmuller@i400calci.com!
Se invece ho frainteso, potete proseguire…
Non ho intenzione di insidiare la tua redattrice.
Ho scritto unicamente per amore del sano confronto dialettico. :)
Ma figurati! E’ solo che nel caso mi imbarazzavo…
Il sole sorge ancora, dopo la fatidica notte dei Sylvester 2010. Ho passato la serata a consolare i perdenti a modo mio (JCVD e’ un piagnone che non vi dico, ma si fa perdonare grazie ad altre qualita’), poi mi sono lanciata in un indiavolato after-party in cui ho discettato di:
1- il mio concetto di femminismo, con Jason Statham (tutta una tattica per rendermi interessante)
2- salvare i personaggi femminili per una supposta solidarieta’ di genere, con Alison Lohman e Melanie Laurent che nei loro film preferivano sopravvivere
3- psicanalisi, col caprone di Drag Me To Hell che ne sapeva piu’ di me.
Ora torno a casa con le occhiaie sotto i piedi e mi trovo il commento di Genna! No, caro lettore, non ce la faccio. Mi arrendo all’idea che su certe cose saremo sempre in disaccordo e credo che la legge non lo impedisca. Per eventuali approfondimenti scrivimi pure ma risparmiamo la singolar tenzone agli altri lettori, che gia’ scalpitano per vederci impegnati con calci volanti e prese a terra piu’ che con lo scontro dialettico…
Peccato poteva venirne fuori la prima flame war dei 400calci.
Sono troppo volemosebbene i commenti dei lettori qui.
Da quando avete aperto non è venuto fuori un mezzo insulto nemmeno sui post di Twilight!
Ovviamente scherzo.
Credo fermamente che arrivare ad accordarsi pacificamente sul fatto di essere in totale disaccordo su una questione sia il risultato migliore che possa uscire da una qualsiasi discussione.
Quindi chiusa anche per me.
Vorrà dire che approfondirò la questione con Marco Masini.
Chissà cosa ne pensa del concetto di femminismo…
Ho paura a chiederglielo…
Grazie grazie grazie per ribadire la grandezza di Von Trier, uno dei pochissimi autori in grado di ficcarti una mano nello stomaco passando dall’ombelico e strizzare tutto lo strizzabile (Dogville, ho detto CAZZO DOGVILLE)
Evito di leggere i commenti degli altri che saranno sicuramente pieni di superficialicazzateperstarsimpaticiallaredazioneoallautriceconnomedasoccola per non rovinarmi questo pezzo.
‘zpect!
Grazie Robert, molto gentile. In realta’ i commenti dei lettori hanno scatenato una discussione appassionante, leggiteli e vedrai che non rimarrai deluso! Insomma, i nostri lettori non sono un branco di pirla, altrimenti non ci leggerebbero :-)
hum a dire il vero sono più d’accordo con il commento di Nanni”chetuttisannochiètranneme”Cobretti sul fatto che sia un botta e risposta un po’ forzato che tra l’altro mi ha spoilerato senza alcun motivo le uniche parti spoilerabili di un film di Von Trier (per @genna: per la cronaca il regista ne sa di più di psicologia/psichiatria di tutto il resto degli occupanti di questo emisfero).
Dato che stiamo andando tutti OT dall’unico commento possibile (“se non hai visto un film di Tier non sai cosa voglia dire veramente la parola PAURA”), i miei commenti diversamente utili sono:
1 – Un blog che recensisce gloriosi moviez che si attestano con prepotenza dal “trucidamente imperdibile” al “ma quelli li hanno fatti davvero con il purè e il sugo? fiiiiiigo” ha davvero bisogno di parlare di Von Trier? l’MBA ha dato alla testa? Spero di no perchè il mio abbonamento a “Selle Roventi” è scaduto e non saprei che altro fregiarmi di leggere
2 – @Cicciolina: sant’iddio c’e’ Dafoe…DAFOE! e nessuno lo sottolinea:)
3 – @Genna: non è moralmente accettabile concludere un flame con “Ovviamente scherzo” Questo ti lascia una sgradevolissima sensazione, o meglio la certezza, di aver perso 15 minuti nel leggere tuoi post kilometrici (saltando comunque tutte le frasi con le parole “femminis*”) senza essere giunti in nessun posto. Un pò come il finale di Life On Mars (UK)
Viene voglia di chiedere a Nanni l’indirizzo di casa tua per essere quello che ti verrà a bussare
4 – essendo di fatto Il Peggiore dubito che continuerò a commentare questo post. Prendetelo come un atto di disobbedienza incivile
cordialità
P.S.: sono certo che “i vostri lettori” siano persone tendenzialmente intelligenti e sufficientemente ironiche da definirsi costantemente appartenenti al “branco dei pirla”
P.P.S: Ovviamente scherzo
@robert: l’MBA e’ della settimana scorsa, questo post e’ di gennaio :)
Fondamentalmente trattiamo di tutto cio’ che puo’ interessare a un fan dell’horror o dell’action. Questo include Antichrist, perche’ Willem Dafoe e’ molto brutto da vedere (gag). Dopodiche’, se il gioco si fa duro (= il film e’ piu’ complesso di Mortal Kombat) cerchiamo di non farci cogliere impreparati :)
Comunque nessuno sa chi sono. Neanche qualcuno della redazione.
Epic Fail for me!
Chapeau per l’impassibilità anti-flame
Omaggi per l’occhiale azzurrato
Leccata di culo per l’iperbole In Da La Fazza
Tutto il mio operato era volto all’accettazione di una mia qualsiasi recensione che un giorno vi manderò e che voi casserete, così, a sfregio
-Vinx colui da cui non ti puoi salvare
P.S.: so chi sei e cosa hai fatto la scorsa estate
Da fan di Von Trier, sono rimasto deluso.
Alcune delle idee presenti non sono malvagie… in particolare all’idea di evocare lo straniamento e i momenti più paurosi e dolorosi tramite una sorta di “ralenty” sfocato della scena, in cui i personaggi sembrano immagini di fotografie che si muovono, chiuse dentro un’aria densa come acqua, e alla sincronia perfetta dell’alternanza piacere-tragedia (con tanto di primo piano sui denti della Gainsbourg che geme mentre il figlio cade, che danno un tocco quasi animalesco).
Se però devo valutarla in complessivo, direi che non mi è piaciuta.
In certe parti, sembra la pubblicità di un profumo.
Veramente troppo, troppo, troppo manieristica, fredda, poco appassionata.
La divisione in capitoletti, che comunque è tipica di Von Trier, qui aggiunge un altro snervante tocco di stile.
E’ questo che rovina Antichrist: una pellicola che “sarebbe potuto diventare” un ottimo horror psicologico, se in regista avesse lasciato il film parlare per sé, senza dipingere, sottolineare, evidenziare in modo grossolano ogni momento.
Penso che Von Trier abbia cercato di esorcizzare tutta una serie di immagini tipiche e riconoscibili per chi ha attraversato fasi negative, in rapporti d’amore finiti male e simili, che riconducono all’amore per la razionalità contrapposto alla malizia femminile incontrollabile e paurosamente passionale, con conseguente rifiuto della maternità, della carnalità femminile, e di tutto ciò che è connesso al corpo e alla perpetuazione della specie.
Il problema, dal mio punto di vista, è che le immagini falliscono nel comunicare con l’inconscio ) per via di una simbologia che ho trovato banale, irritante e piatta (donna-strega-irrazionale-male-diavolo), in alcuni casi arrivano a sfiorare il ridicolo e il tragicomico (vedi la volpe che annuncia: è arrivato il Caos! ).
L’analogia finale con la caccia alle streghe è il tipico tocco di pretestuosità appiccicato per illuderci di aver fatto chissà quale riflessione, costringendoci in modo quasi brutale a vedere questa storia in una chiave diversa, che di per sé non ha affatto.
Alcune delle scene comunque, a livello di horror, fanno il loro sporco lavoro:
Ho già citato le scene “sospese”, e mi è piaciuto anche il modo in cui si “muove” il bosco.
Molto sadiche e ben fatte le parti dedicate ad amputazioni e innesti impropri (magari ce ne fossero di più! Giustificherebbero l’intero film), e soprattutto geniale la scena in cui DaFoe si nasconde nel cunicolo e un uccello sbucato dal nulla segnala la sua posizione all’inseguitrice.
Sula recitazione dei due attori non mi pronuncio, dovrei vedere il film in originale, visto il modo osceno in cui la loro performance viene camuffata e rovinata da chi li doppia.
Però la Gainsbourg è perfetta nel suo ruolo, e DaFoe si lascia guidare come la sua parte da elemento razionale della storia ci impone.
Ottima recensione.
A me è piaciuto molto. Non è un film horror, è molto di più, ricchissimo e memorabile.
N. B. Non è un caso la dedica a Tarkoskij.
Chaos reigns!
Avvicinare la Natura, un qualcosa di incredibilmente vitale, seppur trascendente dai concetti di bene e male, a qualcosa di dannatamente blasfemo e maligno come Satana è qualcosa che solo una persona affetta da una profonda depressione è capace di fare. La Natura è la chiesa di Satana, secondo la protagonista, interpretata da una stupefacente Charlotte Gainsbourg. Lei è lo specchio del regista; è la trasposizione del von Trier depresso; è la versione, estremizzata, della profonda malattia che ha devastato la mente e lo spirito dell’autore danese.