Esaminiamo insieme i pro e i contro di intitolare un film “Come ti ammazzo il bodyguard”
PRO: si capisce subito che fa ridere
CONTRO: hai appena intitolato un film “Come ti ammazzo il bodyguard”
E dire che sembrava ce li fossimo lasciati alle spalle, gli anni in cui un titolista italiano poteva permettersi simili libertà, in cui un film entrava negli uffici dei distributori come “Reality Bites” e usciva col titolo “Giovani, carini e disoccupati”. Mica per una questione di maturato rispetto nei confronti dell’opera originale o, chessò, di considerazione per un pubblico ormai sempre più informato e saputello, eh? Semplicemente, da quando gli studios si sono accorti che esiste un mercato anche fuori dal loro buco del culo, i film hanno iniziato ad arrivarci sempre più blindati, al punto da toccare l’estremo opposto della follia per cui Capitan America tocca chiamarlo Captain America che se no Kevin Feige si offende e la notte dorme male sul suo materasso foderato di miliardi di dollari.
In realtà, la pratica dei titoli italiani completamente inventati non è mai sparita del tutto, è rimasta circoscritta al campo delle commedie per una serie di motivi tutto sommato (almeno dal punto di vista di chi queste cose le fa per pagarsi la droga) sensati, tipo il preconcetto per cui se un film fa ridere allora non può avere pretese, o il dato di fatto che se non appartiene a un franchise, se non è un’opera d’autore né una megaproduzione, fondamentalmente, non gliene frega un cazzo a nessuno. E che, per essere un Paese che ha fatto mangiare generazioni di incapaci cagati fuori da Zelig, non è facile venderci una commedia a scatola chiusa: spesso un nome conosciuto fa l’80% del lavoro, e se non c’è quello bisogna giocare d’astuzia (o puro genio tipo chiamare un film “Fatti, strafatti e strafighe”).
Il che ci porta alla questione centrale: Come ti ammazzo il bodyguard — da qui in avanti, per evitare ulteriori imbarazzi, The Hitman’s Bodyguard — è una commedia?
Beh, sì e no.
La trama, che più lineare di così si muore, è perfettamente sintetizzata nel titolo originale: Samuel L. Jackson, da qui in avanti Sammy J, è un killer a pagamento che ha deciso di collaborare con la giustizia e testimoniare al processo contro uno spietato e sanguinario dittatore “immaginario” della Bielorussia (dittatore interpretato, completamente a caso, da Gary Oldman, che è lì o perché ha sbagliato strada o perché ha perso una scommessa). Ryan Reynolds, da qui in avanti Ryan Reynolds, è una guardia del corpo di lusso incaricata di scortare Sammy J da Manchester all’Aja. Seguiranno imprevisti e battibecchi in un film che è parte road movie, parte sparatutto, parte spottone turistico dei Paesi Bassi e 100% buddy cop.
Lo script ha passato sei anni a prendere polvere nella black list di Hollywood, il limbo pre-produttivo in cui finiscono le sceneggiature che tutti dicono “figata!” ma che nessuno ha voglia di fare veramente — la cosa pazzesca è che prima era un thriller! Una volta scelto il cast, il regista (grande ritorno del manichino semovente Patrick Hughes, già prestanome di The Expendables 3) e iniziata la produzione, l’intero film sarebbe stato riscritto in fretta e furia, a poche settimane dall’inizio delle riprese, per diventare una commedia.
E diciamo che tendo a crederci perché non è stato proprio un lavoro di fino.
Come una mano di vernice data a cazzo di cane che lascia intravedere qua e là chiazze del colore originale, il film mantiene dall’inizio alla fine un mood di generale goliardia ignorante, salvo prendere in maniera totalmente inaspettata delle svolte non dico “oscure”, ma certamente più pese di quanto un film che si intitola Come ti ammazzo il bodyguard farebbe pensare. Esempi sparsi sono l’origin story di Sammy J, le varie dimostrazioni di crudeltà gratuita del Dittatore Sanguinario Gary Oldman o il discorso sull’ambiguità delle professioni dei due protagonisti (Sammy J è un killer, ma uccide solo gente che se lo merita; Ryan Reynolds protegge le persone, ma i suoi clienti sono tutti assassini, criminali e generici figli di puttana “pentiti”), una riflessione, quest’ultima, a modo suo interessante che viene suggerita a circa metà film e subito dopo lasciata cadere nel vuoto più totale senza alcuna ripercussione sui personaggi o sulla trama.
Il risultato è uno strano ibrido, un film che nelle intenzioni è evidentemente una action comedy ma che nei fatti è molto meno comico di quanto il marketing volesse farlo sembrare.
Per certi versi sembra di vedere un film d’altri tempi. I temi, la messinscena, i tempi comici, anche questa sua incertezza riguardo il genere di appartenenza, hanno parecchio in comune con la tradizione action degli anni 80 e 90 (per qualche motivo continuava a tornarmi in mente L’ultimo boy scout, ma va detto che a me torna in mente L’ultimo boy scout per qualsiasi cosa), senza contare un rating R allegro e disinvolto come oggi se ne vedono molto pochi.
Si poteva fare meglio?
Per dirne una, sarebbe potuto durare tranquillamente mezzora di meno, e quando dico tranquillamente intendo che avrei potuto rimontarlo io in serata con Window Movie Maker (e usando solo dissolvenze a stella, tanto per far capire che faccio sul serio) tipo segando via tutti i pezzi di film legati alle trame amorose.
(Strano, anzi, che non sia stata eliminata del tutto qualsiasi presenza femminile per spingere fino in fondo sul pedale delle battutine e dei sottotesti gay tra Ryan Reynolds e Sammy J, ma, come dicevo, è proprio un film d’altri tempi.)
Salma Hayek, ed è un vero peccato, non serve a niente. Non interagisce con nessuno se non con Sammy J in un flashback e nella scena dei titoli di coda, il suo ruolo nell’economia del film non è niente che non si sarebbe potuto eliminare e sostituire con due righe di dialogo, però che fai, hai lì Salma Hayek a disposizione che urla come una pescivendola e insulta tutti in spagnolo, la lasci a casa?
E parlando di interpretazioni, Sammy J ovviamente non delude, picchia, spara e dice “motherfucker” molte più volte di quanto non sia davvero necessario, il pacchetto completo col pilota automatico. Un film del genere per un attore come lui è un bancomat tra un Tarantino e un cinecomic, ma affrontato con l’entusiasmo e la professionalità che da sempre mette anche nella più insignificante delle puttanate. E a 68 anni suonati non so quanti a Hollywood possano dire altrettanto.
Per Ryan Reynolds è un’occasione ghiotta per consolidare il ruolo che a partire da Deadpool gli ha salvato la carriera, l’adorabile action-cazzone con la risposta sempre pronta, spiritoso prima che bello, compagno di bevute prima che sciupafemmine.
Insieme funzionano inaspettatamente bene, la chimica tra i due è forse la sorpresa più grande, sono la vera coppia su cui non avresti scommesso un centesimo e che invece ti lascia a bocca aperta.
Negli anni 90 di film come questo ne avremmo visto uno al mese e questo non sarebbe stato neanche uno dei più memorabili, ma ehi, oggi va così e accendiamo un cero a Shane Black che qualcuno ancora ha voglia di farne, di roba con sangue, esplosioni, battutacce, motherfucker e tutto il resto. Là fuori c’è ben di peggio.
DVD-quote:
“Là fuori c’è ben di peggio”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Venduto!
A essere onesti, l’avevo comprato già dal trailer, comunque Quantum grazie per la rece che è una piacevole conferma.
Mi rifiuto di vederlo in sala (sono ancora traumatizzato dal doppiaggio di Blade Runner 2049), se c’è un film che proprio non si può vedere doppiato è una commedia, aspetterò l’uscita in Blu-Ray e lo comprerò a scatola chiusa.
E poi volete mettere quanto sia bello sentire Samuel L. Jackson dire “motherfucker”??
Sarei stato davvero curioso di vedere la versione “seria” del film, però anche qualcosa sullo stile de l’Ultimo Boy Scout (anche se in versione decisamente meno seria) in linea di principio mi gusta. Le commistioni di generi, se fatte decentemente, le ho sempre gradite.
#teamTheLastBoyScout
#teamShaneBlack
P.S. mi sembra che gli incassi del film siano più che onesti (176 milioni di dollari, contro i 30 del budget di produzione), il che mi fa sperare che per questo genere di film ci sia ancora speranza e un pubblico calcista ben disposto alla visione
che problema ha il doppiaggio di blade runner 2049?
visto in lingua ma ho letto da qualche parte che a un certo punto dicono “rischedulare” e ho sbroccato fortissimo.
Ha il problema che è doppiato malissimo, come ormai la quasi totalità dei film. Ormai è una decina d’anni che vedo i film solo in lingua originale (Blu-Ray o DVD e sottotitoli in inglese per buttare l’occhio nel caso mi sfugga qualche parola), salvo rare puntate al cinema (tipo, appunto, Blade Runner 2049), e ti assicuro che il livello del doppiaggio in italia è tracollato da 10/15 anni a questa parte. Troppi film da doppiare, troppi doppiatori scarsi. Già gli attori (e i doppiatori) italiani spesso e volentieri partono male con le basi (troppa enfasi, troppe faccette, suonano falsi come banconote da 3 euro), ma ormai la maggior parte di loro non si possono proprio sentire, roba da far sanguinare le orecchie.
Il doppiaggio per me è comunque un male, perché, in ogni caso, per quanto bene possa essere fatto, va comunque a ledere l’integrità dell’opera, ma se proprio si vuole insistere con sto obbrobrio almeno lo si faccia in maniera professionale.
Se tu fossi fan di un gruppo musicale estero, che so, metti i Metallica, andresti a vedere un concerto con Hetfield che canta in playback con la voce di un altro e pure in italiano e pure male? Non credo proprio…e allora perché questa ossessione italiana per il doppiaggio?
Ovviamente ci sono ancora doppiatori bravi in giro (tipo Roberto Chevalier, il primo che mi viene in mente, doppiatore di Cruise e Hanks, per dire), ma ormai sono mosche bianche, in rapporto alla mostruosa mole di film e serie TV che si riversa ogni anno dagli USA nel nostro paese.
Concordo in Totò.
Ogni tanto qualche meritevole eccezione per fortuna ci scappa ancora, tipo il doppiaggio di Mad Max Fury Road è molto ben fatto.
Blindocisterna, Ammiratelo!, sono tutte ottime scelte di adattamento e Marco Foschi è capace di interpretare il Max di Hardy rispettando l’originale
ok, l’ho visto anche doppiato. non dico inascoltabile ma quasi. come dice donnie, doppiaggio carichissimo, mettono enfasi e sfumature dove non ci sono (il personaggio di Gosling nella prima scena, dove dovrebbe essere freddo e distaccato, in italiano ne esce quasi come uno sbruffoncello), dicono “rischedulare” e mannaggia alla puttana sbagliano un congiuntivo.
Ma, tipo, rispetto a 2 guns come me lo collochi?
ottima domanda. sono sullo stesso livello, secondo me, magari questo però me lo sono goduto un po’ di più perché RR e Sammy J mi stanno vagamente più simpatici di denzel e marky mark
Bon, venduto.
Thx.
@Quantum, guardo che lo dico, a Wahlberg, che lo hai chiamato Marky Mark! :D
dovrai dirgli che lo chiamiamo così TUTTI QUANTI.
Lol! :D
ma quindi finisce nel gruppo dei film con titoli dal mood diverso da quello del film insieme a “prova a prendermi” e “se mi lasci ti cancello”?
Con “se mi lasci ti cancello” augurai veramente la morte al titolista. Ma una cosa tipo scioglierlo nell’acido da vivo.
A discolpa dei titolisti italiani: The Eternal Sunshine of the spotted stamminchia era intraducibile e spararlo col titolo originale sarebbe equivalso a farlo vedere a due persone, di cui una era lo spazzino del cinema.
“Se mi lasci ti cancello” non c’entra una sega col tono del film, siamo d’accordo. Però è diventato parte integrante della mitologia del film (Come un mostro nelle dodici fatiche di Ercole eh) e siamo qui ancora a parlarne :D
Ero sicuro sarebbe uscito “Se mi lasci ti cancello”.
Ma oggi voglio ricordare a tutti “Tre menti sopra il pelo”. Non l’ho visto al cinema perchè mi vergognavo a chiedere i biglietti alla cassa…
Per quanto riguarda il film ho deciso di aspettare che me lo porti l’asino, e la recensione di Quantum, anche se mediamente positiva, mi conferma che non mi perdo troppo per il momento!
Tra l altro bellissimo Suxbad
assolutamente. io pure non gli avrei dato una lira sulla base del titolo infame, #einvece
Ma quanti cacchio di film hanno rinominato in “Se fai qualcosa ti faccio qualcos’altro”?
E vogliamo parlare di “One-Armed Boxer” (Du bei chuan wang) che diventa “Con una mano ti rompo, con due piedi ti spezzo”?
Superbad è fantastico!
Questo è un titolo che ha fatto la storia e plasmato l’inconscio collettivo di sette generazioni. Tanto quanto “Cinque dita di violenza” che è diventato sinonimo di masturbazione (maschile, ovviamente).
Colpo grosso al drago rosso.
micdrop
“Poliziotti a due zampe” in originale Loose Cannons?
A distanza di 27 anni ancora bestemmio al solo pensiero
Questo film ha salvato la serata mia e di un mio amico.
Arrivati al cinematografo presto decidemmo di guardare Renegades…ora, non voglio dire che ho sprecato un’ora e mezza (o quello che é) della mia vita perché già di suo tutta la mia vita é una spreco costante…però dieci euri buttati sempre lì restano…avrei potuto investirli in un kickstarter dal titolo: Che Fine Ha Fatto Faye Reagan?
Così, fortemente delusi da quello che doveva essere uno dei film più “maschilisti” e brofist della stagione, uscimmo dalla sala per rientrarci poco dopo a vedere quello che la recensione qui sopra descrive perfettamente: un carnaio di scemenze, violenza e riflessioni inaspettate che c’ha proprio risollevato lo spirito.
E si, le parti d’aMMore si potevano tagliare.
Potrei aggiungere al elenco come ti ammazzo il capo?
no perché il vero titolo è “Come ammazzare il capo… e vivere felici”
non scordarti i …
Ho appena recuperato In Bruges. Quello sì che era un bello spot per Paesi bassi e dintorni.
Che fico In Bruges!! Recensione, recensione, recensione, anche se vecchietto!!! Grazie, grazie, grazie . ragazzi facciamo una petizione qui scrivendo In Bruges.
In Bruges.
in bruges bellissimo!
spolliciate e commentate, se facciamo arrivare questo video a 20mila like entro sera i 400 calci recensiranno in bruges!!!!!
Che fico In Bruges!! Recensione, recensione, recensione, anche se vecchietto!!! Grazie, grazie, grazie . ragazzi facciamo una petizione qui scrivendo In Bruges.
In Bruges.
“…un Paese che ha fatto mangiare generazioni di incapaci cagati fuori da Zelig”
Poesia
“avrei potuto rimontarlo io in serata con Window Movie Maker (e usando solo dissolvenze a stella, tanto per far capire che faccio sul serio)”
ribaltato
Comunque non gli avrei dato una lira e ora sono bello preso bene. Se trovo gente seria per farmi compagnia vado in sala
purtroppo l’inglese lo so di merda, così mi sono guardato il trailer in italiano che però è talmente insopportabile che il film pare proprio una mezza merdata, ho poi riguardato il trailer in originale e pur capendo la metà mi è sembrato un film della madonna. Potenza del doppiaggio, o della mancanza di esso.
e vogliamo dirlo che le scene d’azione non sono coreografate nè girate mica male (anzi in un paio di occasioni decisamente bene?) A mio modesto avviso, eh!
e diciamolo!
Buono a sapersi!
Il punto di non ritorno delle titolazioni italiane, è stato PUTTANO IN SALDO.
Nessuno riuscirà a replicare tanto genio.
“DEUCE BIGALOW, MALE GIGOLO'”. ahahahahhah!
Da non credere l’italiano.
Ma ormai… occhi che titolarono la “casa dei 1000 corpi” un film che si chiamava “la casa dei 1000 CADAVERI”!
Io sono qui solo per dire che la frase “Samuel L. Jackson ha 68 anni” è una pugnalata rara
Anche Men at work. Che diventa Il giallo del bidone giallo non e’ male
Ero rabbrividito al trailer radiofonico, davvero pietoso.
Il trailer cinematografico qualcosa meglio ma comunque poca roba.
La rece lo valuta abbastanza bene, gli darò una chance.
Da quando vedo i film in lingua originale ti accorgi di come il doppiaggio uccide tutto,personaggi, trama, sottigliezze e cosi via dicendo.
Per esempio l’altro giorno stavo vedendo Demolition man in originale, nella scena in cui Stallone si mangia un rat-burger, alla venditrice spagnola/messicana al suo “gracias” gli risponde in un italianissimo “prego”, certe finezze non le coglie con il doppiaggio.
Nulla di eclatante ma intrattiene bene e ha i suoi momenti che funzionano. Qualche minuto in meno non sarebbe guastato ma fosse per me ne vorrei almeno uno al mese di film così.
Visto ieri sera in tv. mediamente divertito, me lo dimenticherò entro poche ore. Addirittura leggo di un sequel…
La scena con le suore italiane NON ho saputo come gestirla, lo ammetto.
Vero titolo up the creek1984 usa titolo italiano zattere pupe porcelloni e gommoni il ttolista santo subito bob