Introduzione One Shot: La frase è “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa“. A pronunciarla è stato Franklin Delano Roosevelt. A prenderla in prestito per la sua serie televisiva è stato invece Mick Garris, regista, sceneggiatore, appassionato cultore del genere e soprattutto già produttore esecutivo della serie Masters of Horror. Dopo che quest’ultima è stata chiusa alla fine della (deludente) seconda stagione, Garris non se n’è stato con le mani in mano, ma ha deciso di mettere in piedi un progetto molto simile: Fear Itself. Tredici registi per tredici episodi autoconclusivi di 40 minuti destinati al piccolo schermo. Se si escludono John Landis e Stuart Gordon, i nomi tirati in ballo sono meno altisonanti rispetto a quelli di Masters of Horror, ma non ci si può lamentare: Breck Eisner, Brad Anderson, Ronny Yu, Darren Lynn Bousman, Mary Harron, Larry Fessenden, Ernest Dickerson, Rupert Wainwright, John Dahl, Rob Schmidt e, per concludere, Eduardo Rodriguez. La serie, andata in onda l’anno scorso su NBC, non ha incontrato il favore del pubblico, motivo per cui è da escludere una seconda stagione. Noi abbiamo deciso di farci del Male per Voi e di guardare tutti gli episodi per poi riportarvi un piccolo commento. Prima di cominciare, due parole sulla sigla che è una bella gallery di immagini orrorifiche evocative che sembrano tutte dei desktop scelti da dei ragazzini tamarri di provincia in fissa coi My Chemical Romance. Per peggiorare ulteriormente la cosa, la musica è a firma Serj Tankian, leader dei System of a Down. Eccola, in gentile omaggio per Voi lettori:
Direi che abbiamo detto tutto. Per cui, possiamo partire…
EPISODIO 1 – The Sacrifice, Breck Eisner, 2008
Trama: Quattro ragazzoni americani, dopo una rapina, cercano rifugio in un isolato fortino circondato dalla neve e dal nulla. Già a vedere il fortino da lontanissimo si capisce che le cose non stanno per prendere una bella piega. La conferma che tutto finirà nel sangue si ha quando i goffi protagonisti fanno la conoscenza delle tre bizzarre sorelle che abitano lo sperduto casolare.
Giudizio lapidario: Decisamente noioso. La regia di Breck Eisner – pre The Crazies, ma post Sahara – non aiuta e, anche se lo spunto iniziale sembra interessante, le idee sfortunatamente finiscono dopo 15 minuti. E ce ne sono altri 30 da riempire… Poco sangue e un po’ di confusione in fase di scrittura. Contando che è il primo episodio, quello che dovrebbe stregare il pubblico, partiamo veramente male.
Sottogenere: Uno strano incrocio: lo posizionerei tra il vampiresco e il matriarcato demoniaco.
Woody Woodpecker (a.k.a. quell’attore che mi fa morire): Voliamo piuttosto bassi. L’unico che mi ha fatto dire “Ah, ma questo è quello che ha fatto quel film!” è Jesse Plemons, che forse qualcuno di voi si ricorderà per la serie Friday Night Lights e per una piccola apparizione in Observe & Report.
Cosa resterà di questo episodio? Rachel Miner che cuce con ago e filo la bocca a un inerme Reamonn Joshee. Poca roba, ma questo è quello che passa il convento.
Maccosometro: La magica parola Maccosa è stata pronunziata almeno cinque volte. E cinque volte sono tante. Il plot sembra perdersi in un bicchier d’acqua. La poca decisione nel scegliere un filone unico fa risultare il tutto poco credibile e forzato. Compreso il twist finale.
non ho capito una cosa: The Sacrifice è il titolo dell’episodio o la vostra devozione a noi lettori?
Preparo la spugna imbevuta d’aceto…
Non vedo l’ora che arrivi al puntatone con Briana Evigan, il mio amore è nato lì.
@Uwe: non dimenticare il sale…
..ma pork mi ha tagliato il commento.
Volevo aggiungere: spinto dalla curiosità ho reperito a velocità luce la prima puntata. A mio umile parere, siete stati anche troppo buoni. Sarà che ho il palato fino per essermi appena visto Night Visions ma… è proprio tristo forte.
Ma cos’ avete contro serj tankian?!
Suvvia, Tankian è bravo.