Avevamo lasciato quel pazzo assurdo di Sion Sono con un film-fiume da 4 ore, Love Exposure, in cui si discettava di religione, peccato, culti alternativi, fanatismo e insieme anche di upskirts, perversione, travestitismo, gente eccitata dal cerume. Ne era venuto fuori un’opera totale, mistica, tenera e sexy, che si chiudeva sul fermo immagine più ottimista del mondo.
Ritroviamo quel pazzo assurdo a dirigere un dramma violentissimo e pessimista, e non può farci che piacere. Shamoto è un uomo qualunque che gestisce un negozietto di pesci tropicali. Sua figlia Mistuko è una puttanella senza rispetto per il padre o per la sua nuova moglie, Taeko. Nessuno dei tre è particolarmente contento di vivere sotto lo stesso tetto. Un giorno i tre conoscono il simpatico Murata, proprietario di un importante negozio di pesci; Shamoto, senza profferire parola, viene coinvolto in un affare troppo grande da Murata e da sua moglie Aiko (Asuka Kurosawa, l’eroticissima protagonista di A Snake Of June di quell’altro erotomane da manicomio, Tsukamoto). Questioni di soldi, sì, ma soprattutto questione di cadaveri da smembrare in allegria, ossa da bruciare, spezzatini umani con cui nutrire i pesci. Shamoto è fottuto. Non finisce bene per nessuno, soprattutto per il pianeta Terra: come Sono ripete spesso lungo le due ore e mezza di film, la Terra rimarrà in vita ancora 4,6 miliardi di anni; c’è abbastanza tempo affinché tutti gli psicopatici nauseabondi ed egoisti ammazzino e sghignazzino senza ritegno, riempano vasche di sangue e frattaglie, stuprino e torturino fra le pareti domestiche come fra i lumi di mille ceri votivi. Cold Fish è un film profondamente etico, da questo punto di vista, perciò coerente con la precedente filmografia del regista.
Però insomma, qui le scene di smembramento raggiungono un parossismo gore che fanno impallidire Suicide Club – ma roba vista nemmeno in Dream Home, e ho detto tutto. Il mondo descritto da Sono non ha speranza: l’iconografia religiosa si svuota sempre più del suo significato pio per fare da sfondo ad un’efferatezza insensata e inutile. Le candele illuminano l’opera dei coltelli da macello dei protagonisti, una statuetta della Madonna servirà in seguito a spaccare la testa della ninfomane Aiko. Nessuno si salva nell’affresco sanguinolento di Cold Fish: le vittime sono tali non a causa di un destino crudele, ma per viltà e meschinità; tutte hanno in sé il germe del carnefice, che esso venga a galla o no. Ciò che manca, ciò a cui si finisce per aspirare invano, è la dimensione equilibrata e sana dell’individuo. Cold Fish non dà tregua, non risparmia niente e nessuno, è un continuo pugno nello stomaco con un surplus di venenum in cauda. Ed è pure tratto da una storia vera. Brividi.
DVD-quote suggerita:
“Cristo quanto sangue!”
Cicciolina Wertmuller, i400calci.com
apro i400calci.
Vedo la recensione di “Fermo Posta Tinto Brass”
A Serbian Film ha fatto più danni di quanto pensassi.
dovete smetterla! le ultime rece in stecca mi hanno provocato un escalation di fotta per film che non vedrò mai (mai=lungo lasso di tempo pre torrent-release).
vi odio tutti, continuate così.
quindi devo tranquillizzarmi? dal trailer sembrava un thriller giapponese abbastanza sui generis, e considerando che suoi film che preferisco sono appunto love exposure e strange circus, mi ero un po’ preoccupato che si “normalizzasse” troppo.
Per questo e Dream Home sono infocatissimo! Spero l’internet m’aiuti al più presto… Se non li vedo sto male.
c’è anche da dire che è il peggior film di sion sono, però. va bene il sangue e la carnazza aggratisse, ma quando c’hai da comunicare una cosa una e la tiri avanti per due ore e mezza, qualche problema c’è…
l’ho visto ieri sera, è un gran pasticcio. Ci mancava l’arrivo di Godzilla e avrebbe messo insieme tutti i generi cinematografici.
Una gran bella cagata (passatemi il francesce). E poi due ore e mezza di scene ripetute, eddai….
grande grande grande filmmmmmmmm finalmente dopo MIIKE un altro grande regista orientale non vedo l’ora di vedere Love Exposure