Si guadagna da vivere grazie ai film, ma negli ultimi 20 anni è stato anche un poliziotto. Insieme ad alcuni dei migliori ufficiali in servizio protegge la gente di Jefferson Parish, Louisiana. Il suo nome è Steven Seagal. Esatto, Steven Seagal: vicesceriffo. E, una volta alla settimana, Nanni Cobretti vi racconta le dodici avventure contenute nella prima stagione del miglior show che qualunque media audiovisivo potesse offrire all’umanità tutta.
Ah, dimenticavo: “Chuck Norris: Puppagli La Fava”.
EPISODIO 11
Out For Justice (il riassunto): si apre con un pezzo nostalgico sull’uragano Katrina. Qualche bella parola, Steven che si vanta, qualche foto di repertorio per dimostrare che c’era… solite cose. Poi arriva una chiamata che si annuncia figa: la CIA – la fottuta CIA in persona, divisione narcotici – ha bisogno di backup per un raid in un edificio losco. È una cosa bellissima. Immaginate il capo della CIA divisione narcotici che dice “Ci servono rinforzi, chiamate Steven Seagal”. O immaginate il capo della CIA divisione narcotici che chiede rinforzi e invece gli mandano Steven Seagal. Comunque: pare una cosa grossa, nell’edificio c’è gente incazzosa e pronta a tutto, ma anche cinque bambini. C’è da stare molto attenti. Steve-o si deve far notare per cui chiede chi è che ha il pistolone più grosso. “Dimitri ha il pistolone più grosso” “Ok, allora Dimitri entra per primo, tu per secondo e io più tardi, con calma. Se ho voglia.” Poi si mette di fianco al capo e ripete quello che dice lui. In momenti come questo ho l’impressione che in realtà non sia il vero Steven Seagal, ma Will Ferrell truccato da ciccione. Io comunque metto pausa e respiro lentamente in preparazione a quello che si annuncia come il vero momento più atteso della serie. È ora di smetterla con le chiacchere, e passare alla vera azione: ora o mai più. E invece, puntualissimo, il pacco: Steven entra, ma la telecamera rimane fuori, per cui lo sentiamo parlare e dire chiavate random ma per quel che sappiamo potrebbe anche essersi nascosto nel ripostiglio. Il raid va liscio come l’olio, i ricercati escono con una flemma invidiabile. Per tirarmi su, metto pausa e mi riguardo la scena di Point Break in cui Keanu va ad arrestare i quattro nazi-surfers rovinando la copertura a Tom Sizemore. Salta fuori che i rinforzi servivano più che altro per aiutare a perquisire la casa da cima a fondo, mansione che Steven svolge con l’aria di uno che sta pensando “certo, come no, a casa mia pago una squadra di filippine per poi venire qui ad aiutare voi”. Grazie al potere della premonizione però trova due briciole di crack, e chiedendo gentilmente in giro trova pure un mezzo sacchetto d’erba, ma è tutto lì. Inizio seriamente ad incazzarmi. Steve-o va a trovare l’amico Eddie Compass, che era a capo delle operazioni di contenimento danni ai tempi di Katrina: i due iniziano a farsi pompini a vicenda, poi Eddie gli chiede di aiutarlo con un corso di arti marziali che ha messo su con lo scopo di togliere i regazzini poveri dalle strade, uno di quei cliché di buon cuore che si vedono spessissimo nei film. Caso 2: soffiata! La nostra squadriglia preferita si reca in una stanza di motel e arresta una banda di personaggi trovando finalmente qualcosa, nella fattispecie una serie di pipe e nove pietre di crack. Siparietto niente male quando suona il telefono ed è uno che stava tentando di avvisare della presenza della polizia: risponde l’SCNGS Alex Norman con un “ma va”. Per una volta l’incursione ha risultatti all’altezza: bravi tutti. E finalmente, nell’ultima sequenza, Steven ci ricorda a cosa serve: eccolo infatti alla scuola di karate dell’amico Eddie Compass a dare due dritte tecnico/morali ai bambini timidi e poveri del quartiere. Gli ultimi tre minuti da soli sono talmente densi di frasi sagge che meriterebbero un post a parte.
Today You Die (l’highlight dell’episodio): per forza di cose, il finale nella baby-palestra di karate, in cui Steven ci ricorda cosa sa fare veramente
Marked for Death (il momento palesemente costruito pro-spettacolo): alcuni film di Steven Seagal presentano dialoghi ben più convincenti di quelli che ci vengono spiattellati nel suo primo incontro con Eddie Compass.
The Glimmer Man (le pillole di saggezza): “Non ci sono parole per descrivere la paura che ho provato per i miei fratelli. Quando ci sono problemi, io dovrei essere lì per loro. Ero nell’Est Europa quando è successo. Ho preso un aereo e sono arrivato qua il prima possibile.” “Mi fa stare male veder succedere queste cose con dei bambini intorno. I bambini sono il nostro futuro, dobbiamo proteggerli.” “Anche solo il modo in cui qualcuno si muove o si gira… Qualsiasi cosa ci d` un indizio su cosa dobbiamo fare e come lo dobbiamo fare” “Non sono arrogante, sono solo timido. Le arti marziali mi hanno dato molta sicurezza, stima e rispetto di me stesso. Il vostro obiettivo è cercare di conquistare voi stessi, di dominare voi stessi.”
The Onion Movie (il momento in cui la realtà si confonde col cinema e/o viceversa): c’è finalmente la scena che tutti noi sapevamo prima o poi avrebbe infilato. Johnny gli chiede “È vero che una volta tu e Van Damme vi siete picchiati?” “Hahahaha nooo… sarebbe come spiaccicare una formica…” “Eppure mi era sembrato di leggerlo da qualche parte, tipo che lui ti aveva tirato un megacalciorotantevolante.” “Macché… se mi vede scappa”. Mah. Onestamente, nel 2010 non so per chi schierarmi. Credo che oggi come oggi entrambi fuggirebbero a gambe levate davanti a Dolph.

Ma sì, per una volta facciamo un tributo alle inquadrature dal profondo significato sociale della regia
EPISODIO 12
Out For Justice (il riassunto): Steve-o in visita ai suoi amici della SWAT! Speriamo non siano gli stessi che vanno in giro ad ammazzare le nutrie. Sembra fortunatamente di no, o almeno per un giorno fanno finta di no, e coinvolgono Steven in un gioco di “estrai la persona sospetta da un veicolo” in cui tutti sono armati di fucile a pompa mentre il piccolo Stevie deve accontentarsi del suo dito indice. Poi eccolo prepararsi per un’altra incursione insieme alla squadra narcotici: sarei emozionato se non avessi visto l’episodio precedente, ma anche se l’operazione pare ancora più grossa (la sorveglianza è già sul posto e sono coinvolti persino agenti sotto copertura) ormai il pessimismo ha il sopravvento. Puntualmente, era un’operazione un po’ del cazzo. Pedinano il sospetto per un po’, gli mandano l’agente in incognito a comprare della maria da lui, e lo arrestano sotto casa trovandolo abbastanza piagnucolante. La parte carina è che devono fingere di arrestare anche l’agente in incognito per non rovinargli la copertura e utilizzarlo per future operazioni. E chi si occupa dell’arresto finto? Esatto, Steven Seagal Vicesceriffo Giocattolo. Che mossa astuta. Ce lo vedo quell’altro pirla, una volta fuori di galera, a raccontare in giro “No no, Tizio è pulito, garantisco io, una volta ho visto che l’arrestavano” “Ah sì? E chi l’ha arrestato?” “Steven Seagal.” Dopodiché, rieccoci alla noia-routine più noiopizzosa di sempre. Si arriva al punto in cui Steven ha una magica premonizione su due ceffi che camminano per strada dopo la quale si gira verso Johnny e dichiara “Niente, quei due sono puliti”. Poi l’SCNGS Alex Norman cede e fa fermare uno a caso perché ha qualcosa in bocca. Questo, puntualmente, scappa. Una camera va con l’Alex mentre parte con l’inseguimento a piedi scavalcando recinti in puro stile Nick Frost, l’altra se ne sta in macchina con Steven che dà ordini spaparanzato sul sedile passeggeri con una ciambella (non inquadrata) in bocca. Il tizio scappante decide di infilarsi in una casa random, e il nostro trio di amanti del pane gli va subito dietro. Non lo trovano. Rinunciano. Alla sera, per frustrazione, arrestano un ciccione a caso, il quale però riconosce Steven e prima si dichiara un suo fan sfegatato, poi fa una battuta sugli stuntmen. E niente, NIENTE fa incazzare Steven Seagal come fare una battuta sul fatto che usa gli stuntman. Il nostro se ne sta zitto per cinque minuti buoni con aria corrucciatissima. Il ciccione viene lasciato andare, e Steven si rifiuta di fargli un autografo. Stacco, ed eccoci al gran finale con l’evento più atteso dai vecchi e bambini di Jefferson Parish: “A day in the park”! Si tratta di una giornata promozionale in cui la polizia mostra ai cittadini alcuni mezzi e tattiche usati quotidianamente per la lotta al crimine, principalmente per vantarsi e per ragioni di marketing. Steven si presenta in mimetica, e con i suoi amici SWAT giocano a tirare fuori uno sfigato da una macchina come all’inizio. Ma stavolta, Steven può usare la pistola. Bravo Steven.
Today You Die (l’highlight dell’episodio): nella nullità più totale, voto per il ciccione che fa la battuta sugli stuntmen giusto perché è simpatico e perché niente è più buffo di Steven punto nell’orgoglio che trattiene la rabbia fino a diventare paonazzo.
Marked for Death (il momento palesemente costruito pro-spettacolo): dichiaro ufficialmente questo episodio completamente immacolato. Come può essere altrimenti? Non succede niente. NIENTE. Steven incontra la SWAT e si mettono a giocare. Arrestano un tizio ed è un pirla che se la fa sotto e non ha fatto quasi nulla. Inseguono uno e non lo trovano. Arrestano un ciccione e questo fa incazzare Steven parlando di stuntmen. E finisce che giocano di nuovo, stavolta al parco coi bambini. Bah.
The Glimmer Man (le pillole di saggezza): “Circa vent’anni fa ho tenuto corsi di addestramento alla SWAT: spari di precisione, armi di piccolo calibro, combattimento a mani nude…” “Questo tipo di pubbliche relazioni… l’idea è cercare di costruire un rapporto con i ragazzi. Se riusciamo a convincere anche un solo ragazzo a rigare dritto, ne sarà valsa la pena più di ogni altra cosa.”
The Onion Movie (il momento in cui la realtà si confonde col cinema e/o viceversa): c’è il ciccione che lo riconosce, ma soprattutto c’è il pirla arrestato dalla narcotici che si rivolge a Steven chiamandolo – lo giuro sugli elefanti di Tony Jaa – “Mr. Stallone”. Applausi. Miraccomando, puntuali la prossima settimana che c’è il gran finale di stagione.

Steven Seagal si appresta a minacciare un sospetto puntandogli il dito indice (carico) alla tempia
E io scapperei davanti a questo obeso???!!! Ahahahahahah
Sempre grande Cobra-man! Le perle di saggezza vorrei tatuarmele sul braccio…
in queste due puntate ho sentito la mancanza dello Steven Seagal Traduttore Farlocco e i suoi “Tranquilo” sparati a random…
..queste erano decisamente da poverata..
sento un tremito nella Forza di Nanni-o…
P.S.: ieri sera ho visto JCVD (che ora DEVO recensire) e non posso che concordare con te, Zio Dolph salvaci tu!
Ma la CIA non può operare solamente fuori dal territorio degli States, lasciando le operazioni interne a FBI e l’NSA, oltre ad essere lo spaccio materia della Food & Drugs Administration?
Non è che i produttori del programma hanno fatto un po’ di confusione con le agenzie governative?
Cordialità
Attila
Il dubbio mi era venuto, e in realta’ l’unico a ripetere CIA e’ (stranamente) Steven. Le persone coinvolte hanno tutte il distintivo JSPO.
Probabile che l’abuso di coca lo abbia catapultato in una realtà parallela, ridisegnata in funzione di se stesso e della propria panza. In altre parole vi anticipo quanto segue:
Comunicato del politburo
Uno dei nostri hacker sovietici, dopo ricerche invasive, ha riveltato che negli episodi finali emergerà che Lawman altro non è che il sogno di un sogno di un sogno di un cocainomane panzone. Insomma, i danni di Inception sono arrivati fino quì.