C’è stato un momento nel cinema, diciamo intorno ai primi anni 2000, diciamo intorno al bla bla bla parole parole parole l’anamorfismo del reale parole parole parole la replicazione eidetica parole parole parole il voyeurismo sintomatico parole parole parole film che prendevano spunto dai reality show.
Avete tutto bene in testa? Siete pronti a partire? Andiamo.
SIGLA.
httpv://www.youtube.com/watch?v=mpJ0PtRIrZY
Ok, la After Dark non sarà la casa di distribuzione che ha nel suo roster film che mi ci comprerei la maglietta. O forse sì. Ma la indosserei solo in casa. Comunque, nell’approcciarmi a questo The Task opera prima di Alex Orwell distribuita appunto da After Dark, quello che mi aspettavo era un onestissimo film menopeggio, uno di quelli che alla fine della visione scrivo a Nanni “niente di che, ma non è neanche malvagio”. E lui me ne rifila uno peggissimo. Comunque, dicevamo. Io speravo in un’ora e mezza di intrattenimento e invece mi sono beccato questo.
Alex Orwell: The Beginning
È agosto: vediamo Alex che si diletta a una partita a Svlòzzo nella sua cameretta. Sui muri spogli spicca un calendario illustrato con le immagini dei film di Wes Anderson. Per tale ragione Alex crede di essere in aprile da 4 mesi. Suona il telefono.
“Bella Alex ti faccio fare un film”
“OH DIO! FINALMENTE! Cosa?”
“Un horror”.
Ora: il nostro Alex non conosce minimamente il cinema horror. Ha visto probabilmente solo Shining perché è di Kubrick ed è andato al cinema, una sera, con i suoi amici a vedere Final Destination. E si è annoiato a morte. Per questo la cumpa ora lo chiama “Sbadiglino” e quando vanno a tirare i miniciccioli sullo Strona non lo chiamano più. Insomma Alex non ne sa sostanzialmente un cippone rifinito di horror. Ma è il suo primo film e pensa “questo lo faccio come vogliono loro, ma dal prossimo potrò usare tutto il montaggio attrattivo che desidero”.
“OK, lo faccio, per quando vi serve?”
“Per ieri” (i produttori di tutto il mondo sono soliti usare espressioni mutuate dalla lingua meneghina).
Ora il nostro Alex, non avendo veramente idea di come si faccia un horror decide di buttarsi a capofitto in una ricerca. Ma il tempo stringe, i produttori non gli danno scampo e allora TA-DAN! IL BIGNAMI DI COME SI FA UN HORROR.
Fine della storia di Alex
Solo sotto questo punto di vista riesco a salvare un prodotto che è un collettore di tutti gli stereotipi babau degli ultimi seicento anni messi insieme da un flebilissimo collante narrativo. E non è solamente una questione di trama che peraltro è riassumibile in mezza riga (tot soggetti portati in un reality show situato in un carcere maledetto – i soggetti devono “eseguire delle missioni” da cui il titolo – compare fantasma – twist – le persone diventano meno – twist- ancora meno persone – finale -finale- finale e ancora un altro finale – twist), né di recitazione pavloviana”. È il fottuto intero impianto di accorgimenti tanto banali quanto prevedibili che sono messi lì perché tanto “a quelli ci piacciono così” e denotano un levissimo disprezzo da parte del regista per il pubblico pagante.
Procederò con un esempio.
Citazioni tratte da Hostel (HOSTEL?!) in apertura, alcune strizzatine d’occhio al cinema di Shimizu, l’utilizzo del clown come escamotage controfobico, le “bottelle” audio esageratissime e soprattutto i 145 finali che si ricollegano nella chiosa più stronza (nel senso di “povero stronzo”) della storia del cinema.
Solo così, solo pensandolo incatenato a una sedia con un posacenere ricolmo di sogni passati a miglior vita, solo immaginandomelo aprire le finestre e dandosi pubblicamente della “troia” per venire a patti con la propria dignità d’artista, solo pensando alla frustrazione, alla disistima per sé stessi, solo pensando a tutto ciò, tutto insieme, senza alcuno sconto. io posso perdonare Alex. E lo perdono anche perché ha regalato una bella location (ovviamente costruendoci sopra un’impalcatura di maledizioni che si gonfia col passare del tempo diventando sempre più macroscopica, surreale e involontariamente comica), l’interpretazione inenarrabile di Texas Battle, l’attore con il nome più figo che c’è (messo GIUSTAMENTE all’inizio dei titoli di testa), e soprattutto il cattivo meno terrificante della storia del cinema, cosa che se ci metteva Tonino Guerra forse era meglio. E l’ottimismo vola.
Se invece, nella malaugurata ipotesi che invece, qualora invece, seppercaso diononvolesse che invece questo film è stato girato “con amore e con la voglia di dare qualcosa a un genere che sembra ormai privo di idee” allora tutto quello che potrei dire ad Alex è “Ti mando mio cugino a casa”.
DVD-Quote suggerita
Se l’hai fatto davvero, ti brucio la Panda.
Bongiorno Miike, www.i400calci.com
La sigla vale…
Comunque se mi metti Texas Battle nei titoli di testa io credo che il film si chiami Texas Battle! E che The Task sia il protagonista… un Wrestler tipo The Rock. Peraltro c’è anche probabilità che lo guardi se credo che il film si chiami Texas Battle… The Task? mmmmm… non so…
In effetti potevano girarsela come “Texas Battle starring THE TASK”. ragazzi che bombetta che sarebbe stata…
Per me la sigla e’ presente anche nei titoli di coda! L’attore protagonista ha un futuro in ogni caso.
soprattutto il cattivo meno terrificante della storia del cinema, cosa che se ci metteva Tonino Guerra forse era meglio. E l’ottimismo vola.
Sto letteralmente morendo.
@alice: e non hai neanche visto il film
ma il cattivo (quello della foto?) è il gay dei Crank?
Questa è pura cattiveria, ora sapere che c’è un film con un tizio di nome Texas Battle mi obbliga a vederlo, ma grazie alla tua rece (ottima), so già che poi me ne pentirò
beh… in realtà si chiama Clifton Quincy Battle… almeno il cognome è il suo!
A me ricorda molto Texas Butters, come si fa chiamare Butters in South Park quando fa il suo show radiofonico…http://www.youtube.com/watch?v=YW8nB01vaXs
@Bruce: il cattivo è quello che si intravede dietro. Quello davanti non credo che sia dei Crank. Però fa il gay. quello sì.
@Rupert: troppo buono mio caro, troppo buono
vado OT:
l’altro giorno in una di quelle domeniche di profonda inutilità di provincia io e due miei amici ci siamo messi a litigare (eh, si!) su quale casa tra la Nintendo e la Sega fosse migliore. A quel punto un’epifania…….chiedere al vostro staff di recensire un trauma infantile che credevo di aver rimosso e invece aveva arredato un lato del mio inconscio: il film di Super mario del 1993……
@maurice: come fai a sapere che me lo sono riguardato appena un mese fa??? Me lo segno, ma intanto siate gentili e tornate in topic
avevo la patta aperta e mi è uscito il topic
Ma che vi aspettate da uno che ha fatto Beautiful?
E’ pazzesco come ormai basti vedere un cuiffetto biondo per capire che uno sta facendo il gay… comunque non è quello dei Crank, però ci somiglia…
@Jane: da uno che ha fatto Beautiful mi aspetto qualcosa di più…
@Bruce: leggendo il tuo commento all’ altezza di “Ciuffetto biondo…” ho pensato avessi scoperto il nuovo blog di Nanni, “I 400 Caldi” dove non si parla di horror e action ma di altri film di genere.
In un certo senso è anche quello “Horror” (se non sei gay fa più paura di Shining) e di sicuro c’è molta “Action”…
Uno dei migliori pezzi che abbia mai letto in vita mia in qualunque formato. Geniale.
@Anziani: … vai un po’ meno alto che poi se no si capisce che sono pagati i commenti ai miei post.
Ok: un discreto scorcio di recensionistica (?) cinematografica.
(comunque l’IBAN te lo mando dopo)