Comincio col raccontare un aneddoto stranamente pertinente ad entrambi i film che mi accingo a recensire più sotto. L’aneddoto ha per protagoniste la sottoscritta e una giovane graziosa e gentile, alla quale non posso che assegnare il calzante nom de plume di “Linda Blair”.
Chiunque di voi lettori sia mai stato ad un festival, sa che i giornalisti squattrinati alloggiano in case lasciate libere per l’occasione dai padroni, e si accaparrano qualunque posto letto, divano, brandina, tappeto a disposizione. Capita perciò che ogni tanto si dorma in stanza con dei perfetti sconosciuti, nascono e finiscono amicizie, ci si illude di avere ancora 18 anni finché la mattina dopo ci si alza con un solenne mal di schiena. Quest’anno io mi sono trovata in stanza per due notti con una giovane graziosa e gentile, Linda Blair appunto, con la quale ho chiacchierato amabilmente di cinema, di esperienze di vita in comune e di tante altre belle cose, prima di andare a dormire. Nel cuore della notte, vengo svegliata da un lungo lamento che i lettori maschi possono riprodurre solo scavando fra le frequenze più cavernose della loro voce: è chiaro, c’è un uomo nella nostra stanza! Sta attentando alla mia vita e a quella di Linda Blair! Cosa vuole quest’uomo malvagio che continua a urlare AAAAAAAAAAAAOOOOOOOOAAAAAAAAAUUUUUUAAAAAAA dal profondo delle tenebre? Poi mi accorgo che è soltanto Linda Blair che sta facendo un brutto sogno su Pazuzu e si dimena nel letto. Sono troppo rincoglionita per agire, mi riaddormento con un melodioso AAAAAAAAAAAAAAAAAOOOOOOOOOAAAAAAAAAAAA nelle orecchie. La scena si è ripetuta per tutte le notti che io e Linda Blair abbiamo passato insieme, e io davanti a quella dolce e simpatica giovinetta non ho mai osato menzionare le sue terribili trasmogrificazioni notturne. Ma se un giorno vi capiterà di dormire in stanza con lei, la riconoscerete subito e penserete a me, angelo custode che veglia sui vostri sonni cinefili.
Sangue pseudomestruale: The Moth Diaries di Mary Harron
Mary Harron è una regista superificiale e sciatta; per qualche motivo le capitano sempre in mano soggetti interessanti che riesce immancabilmente a rovinare. Stavolta si tratta di un collegio femminile diretto da una vecchiaccia, in cui la virginea protagonista adolescente Rebecca (figlia di un poeta suicida, che lei rivede in un giovane professore concupiscente) si mette in testa che la classica nuova arrivata taciturna e strana, di nome Ernessa, sia una vampira. La morte comincia a mietere il suo triste raccolto fra le studentesse, sacrificando anche la BFF della protagonista, Lucy, la prediletta caduta nella rete della bella e perfida vampira; finché Rebecca decide di mettere fine alla maledizione e di annientare il male alla radice. Evvai!
Ecco, con un materiale così ci puoi fare un capolavoro di ambiguità, confusione, morbosità sessuale. Ci sono già questi elementi: lesbismo; gelosia; disturbi alimentari; vergogna di fronte al proprio corpo che cambia (il primo che aggiunge “nella forma e nel colore” vengo lì e lo trucido); paura del fallo unita a desiderio di perdere la verginità; sadismo della gerarchia di potere; ricorso al soprannaturale come compensazione per l’incapacità di “leggere” il reale; paura e attrazione verso la bellezza; l’Unheimlich, cioè per i non-germanofoni “l’inquietante”; vampirismo; droga; sangue a strafottere.
Insomma, una scommessa quasi impossibile da perdere – ma Mary Harron ci riesce egregiamente. Prima di tutto affidandosi a una sceneggiatura (scritta dall’autrice del libro da cui il film è tratto) semplicistica e piatta, che all’ambiguità misteriosa preferisce la plateale univocità: ogni cosa è come è, non c’è niente da scoprire, niente da spiegare, niente da approfondire. Oh, ma non stiamo mica parlando dei fratelli Dardenne! E’ una storia di vampiri, cazzo! Mi vuoi dare un pochino, giusto un pochino di suspence? Il dubbio che Rebecca (Sarah Bolger, meh) sia via di testa a causa del suicidio del padre? O a causa delle mestruazioni che sua madre non le ha ancora spiegato cosa siano? O a causa del professore che, fra tutte le fighe del collegio sta facendo la corte proprio a lei che ha il nasone? No. Questo film è il trionfo della tautologia. Persino le allucinazioni in biblioteca, che regalano una bellissima Lily Cole coperta da una pioggia di sangue, riescono ad essere superficiali e per nulla interessanti. E dire che la Harron sostiene di essersi ispirata a Heavenly Creatures di Peter Jackson (prima che anche lui partisse per un trip senza ritorno) – ma COSA CAZZO DICI?
Chiaramente, i personaggi sono tagliati con l’accetta, tutti rispondenti a ruoli ben definiti: la lesbica ribelle, la scettica, la bellona, la cattiva. E le giovani attrici, povere bestie anche loro, non possono certo brillare per sensibilità e sfumature: Lily Cole è perfetta proprio perchè deve fare la vampirona senza età e muovere meno muscoli facciali possibile; Sarah Gadon si fa notare perchè qui fa la fanciulla in fiore mentre in A Dangerous Method interpretava la moglie di Jung col il triplo dei suoi anni (ma non fatevi illusioni, rimane vestita in entrambi i film); tutto il resto è silenzio.
Vabbè, diciamo pure che il sangue è ottimo e abbondante, ma gli altri sottotesti e temi non hanno il minimo senso e ciondolano inermi come salami impiccati in cantina. Volete rischiare? Volete davvero spendere un’ora e mezza della vostra vita nella speranza continuamente frustrata di vedere 1) capezzoli 2) azione 3) mistero? Oh, io vi ho avvertiti.
DVD quote: “Turatevi il naso e votate Twilight”
Sangue sul lumpenproletariato: Killer Joe di William Friedkin
Dai Billy, falle vedere tu come si fa un film. Come si costruiscono personaggi interessanti sebbene dotati di un mononeurone a testa, come si gira una scena di seduzione quasi pedofila che è la cosa più erotica passata al Lido quest’anno, come si spacca la faccia a certa gente che se lo merita tantissimo. No, non Mary Harron, dico i personaggi di Killer Joe.
Il quale è interpretato dall’insopportabile Matthew McConaughey di tutte le romcom che odiate di più; Billy lo ha scelto perchè era sicuro che sarebbe stato un buon villain – e chiaramente aveva ragione. Anche se la maggiore soddisfazione personalmente l’ho avuta nel vedere quel bigolo di Emile Hirsch pestato a ripetizione. Finalmente un film con tanta, sana violenza, sana nel senso che arriva sempre quando meno te lo aspetti ma anche quando serve davvero. La classe registica non è acqua, signori.
C’è una famiglia di lumpenproletari che vive in roulotte, stupidi come la merda del vostro peggior vicino di casa; il Chris (Emile Hirsch) dice a suo papà Ansel (Thomas Haden Church) che bisogna ammazzare la madre per intascare i soldi dell’assicurazione. Tenete conto di questi fatti: 1) la madre ora vive con un tizio di nome Rex. 2) anche Sharla (Gina Gershon, che figa), la nuova moglie di Ansel, si scopa Rex. 3) La sorellina di Chris, Dottie (Juno Temple), ha 12 anni, è stupida come tutti gli altri e si fa vedere nuda spesso e volentieri. Capite bene che la situazione è ben rischiosa; aggiungeteci che tutti i signori sopracitati sono veramente cretinoidi, e se devono fare una scelta fanno sicuramente quella sbagliata. Compreso Killer Joe.
Le radici teatrali del film sono abbastanza plateali, ma Tracy Letts ha saputo infondere al dramma da lui stesso scritto una dimensione spaziale che lo rende leggero, movimentato, adrenalinico il giusto. Friedkin segue i personaggi come uno scienziato interessato più alle loro reazioni che alle loro motivazioni: quando c’è bisogno di una sequenza di inseguimento è ancora solidissimo e tenace, bracca lo sfigato di turno come una preda da torturare lentamente; quando l’azione si trasforma in Kammerspiel sanguinolento si trae in disparte e osserva divertito il gioco al massacro. Che bastardo, il Billy. Continua così, ché noi ti amiamo per questo!
Due parole sulle scene erotiche: Juno Temple è cicciotta con una facciotta brutta ma mi piace che si spogli nuda in modo totalmente gratuito e naturale; ci sta dentrissimo, anche io se fossi McConaughey la preferirei a Kate Hudson o Sarah Jessica Parker (e guardate che scrivere questi nomi mi ha fatto sanguinare le dita; poi non dite che non vi voglio bbbbene). Ed è veramente stupefacente come la coppia faccia davvero faville: senza mostrare un granché, la loro seduzione reciproca è un capolavoro di delicatezza ma anche di innegabile potenza. Molto diversa rispetto alla tragicomica performance di Sharla con Killer Joe e una coscia di pollo fritto: lì è tutta questione di adrenalina, sangue copioso, foto di cazzi; un trionfo kitsch e affascinante. Ecco, anche in questo si vede la bastardaggine del Billy e la sua capacità di fare un noir come Iddio comanda. Io spero soltanto che McConaughey non faccia più una romcom in vita sua e si dedichi alla nobile arte del pugilato in tanti altri bei film da recensire qui. Spero anche che Friedkin non ci metta altri 5 anni a fare un film. Così tanto sangue, così poco tempo.
DVD quote: “La stupidità va punita”
Bene!Apprendo con gioia che Gina G. è ancora a livelli pro.
@Ciccy
ma sai, ho beccato un esemplare affine alla tua Linda. Giovane e squattrinato a Roma accettai l’ospitalità di una cicciona. Aveva la 5a ma anche di panza. Sicché dormii in stanza con lei, in un letto separato ! La prima volta mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte pensando che stesse soffocando ! Emetteva dei fischi fortissimi, con una varietà di acuti di cui non riuscivo a capacitarmi, e ancora adesso quando racconto la vicenda, cerco di imitare quei suoni senza successo. Realizzato che non stava morendo, mi convinsi di avere incontrato una Demetria Stratos sonnambula. Che si esbì ogni singla notte, sempre con lo stesso pezzo. Mi sarei atteso suoni gutturali, e invece… insomma era per dire che ti capisco.
Io ho letto distrattamente l’incipit e nella mia testa Linda Blair è diventata Linda Lovelace. Come sono partiti i versi strani pensavo si trattasse di soffocotto spettacolare da parte di Linda, con Cicciolina spettatrice involontaria. Beh oh, nel contesto ‘Mostra del Cinema’, la giornalista porca era plausibile…
Ok torno a lavorare…
Cosce di pollo usate in modo eterodosso è un tag di rara efficacia. Google analytics ha già allertato i suoi studiosi. La Harron è una sega. Killer Joe lo vedo lunedì e non vedo l’ora. So già che insieme a Drive sarà il film dell’anno
Me lo voglio sparare al più presto anche io questo Killer Joe. Vista la pochezza dell’offerta di Venezia, ogni film che passa l’esame dei Calci è bene accetto.
Bella, questo Killer Joe risulta oltremodo interessante, subito da inserire nel mio radar per visionarlo alla prima occasione.
Una info, in giro per i 400calci si sa qualcosa de “L’ora Nera”??
La frase di lancio:
Fase 1: impadronirsi del pianeta
Fase 2: assorbire tutta l’energia
Fase 3: distruggere ogni forma di vita
Sembra interessante
Non mi pare di aver colto la trama del film a parte che qualcuno vuole ammazzare una madre di famiglia e ci sta una finta preteen nuda.
Cosa significa trasmogrificazioni? lumpenproletariato l’ho trovato.
Pochezza dell’offerta di Venezia, Jo? Ovvio che non sia il festival per i film da 400calci ma non mi è sembrata un’edizione tipicamente di basso profilo
Quindi per il momento Oriente batte Occidente per 2 a 1, sui lidi veneziani… nulla di strano vista l’aria che tira ultimamente…
@Sapo I mostri sembrano interessanti ma vedo troppie smorfie.
No davvero, cosa sono le trasmogrificazioni?
@Ova, la transmogrificazione è la trasformazione in un’altra forma, specie se animalesca o diabolica. E poi è il titolo di una canzone di Jarboe, quindi è una parola figa di per sé :-)
@Schiaffi, l’altra volta un lettore ha minacciato di tranciarsi un mignolo perché avevo spoilerato la trama di “Cut”, allora stavolta di “Killer Joe” non ho raccontato nulla. Anche perchè in questo caso ci sono davvero alcuni bei passaggi narrativi che dovrete scoprire da soli!
friedkin l’ho scandolasamente perso (maledette 9 di mattina), ma sulla harron ti quoto in toto, il peggior film della mostra di quest’anno, come si fa a selezionare una cosa del genere per un festival d’arte cinematografica!?!?!?!
Uhm…chissà perchè i film sulle consorelle o collegi femminili in generale fanno sempre pietà (escluso suspiria).
Anzi, sono proprio i film con gruppi di tipe protagoniste che sono sempre delle gran rotture di coglioni.
Una tesi che andrebbe approfondita.
pic nic ad hanging rock è un gran bel film (ma forse tu lo fai rientrare nelle rotture di coglioni non so)
@SchiaffiAlFemminile: vediti il nunsploitation giappo School Of The Holy Beast (mi pare che Nanni ne abbia parlato) e poi mi dici :-)
School Of The Holy Beast FTW !
http://www.youtube.com/watch?v=VZxenRmB_LA
La Harron è riuscita a suo tempo anche ad addomesticare Patrick Bateman. Chiunque le dia una macchina da presa deve essere punito.
@Cicciolina Wertmuller
E ma il nunsploitation non puo’ essere paragonato con tutti gli altri filmetti corretti per la massa.
E’ quando nei film “normali” mettono le tipe protagoniste per motivi ormonali di audience che diventa tutto una gran rottura di coglioni. Sucker punch, sorority row, death proof, salt, variano tutti dal film di merda alla sufficienza rosicata.
Descent si salva anche perchè il gruppo just girls ha un suo perchè, ma tutta la parte pre-mostri con i soliti discorsi noiosi da tipe senza interessi e l’attitudine da wannabe cool è di un irritante indefinibile.
Un po’ come quando in facebook ci stanno le foto delle tizie in posa con il drink annacquato, nel club piu’ noioso del mondo e la didascalia “serata matta”. Na tristezza.
@Angela: quando ho scritto “pochezza” mi riferivo solo e soltanto ai film per i Calci, non alla qualità complessiva dell’edizione.. (di cui però, sinceramente, mi interesso poco)
@Schiaffi: insomma le tipe che vedi al cinema sono una diretta conseguenza (o almeno così tu le percepisci) si quelle che frequenti su facebook. Ma che razza di gente frequenti? Drink annacquato? Club noioso? Ragazzo mio, alla larga da tali nefandezze, cambia giro! Vedrai che comincerai anche ad apprezzare certo cinema (e a disprezzarne altro, giustamente). Zia Ciccy dixit.
@Cicciolina
A parte quei casi dove la protagonista sa recitare e la sua presenza nel film non è dovuta soltanto al fattore figaggine, il film spacca, tipo la Weaver in Alien che comunque è anche inserita in un contesto con i controcazzi.
Il film d’azione o horror “tipacentrico” è sempre una stronzata wannabe per far andare al cinema ragazze con voglia di emancipazione e giovanotti che si pigliano bene.
Sucker Punch è il classico esempio di film tipacentrico di merda: noioso, irritante, privo di carisma.
Se Bourne con tutte le sue cazzate almeno è un personaggio credibile, Salt invece è di un ridicolo sconcertante, persino Hannah che ammazza i soldati è piu’ credibile della Jolie anoressica che spacca la testa a tutto il mondo a mani nude.
Agli sceneggiatori servono esempi di donne forti, credibili e pure bone? Si riguardino 24 anzichè sfornare cazzate irritanti.
Non dico che le donne non possano essere nel centro dell’azione piu’ tamarra, pero’ cristo che siano ruoli leggermente credibili che non puzzino di wannabe già dalla locandina.
Cazzo anche io voglio puzzare di wannabe, non so cosa voglia dire, ma deve essere figo!