In cui Nanni Cobretti e Roberto Recchioni si sfidano a colpi di recensioni di film di Tony Scott, tutti, in ordine cronologico, con il reciproco contrappunto di Mauro Uzzeo (di qua) e Wim Diesel (di là). E voi applaudite.
Testa sei vivo, croce sei morto

Domino Harvey, quella vera
Questa era la filosofia fatalista di Domino Harvey, persona realmente esistita, e questo è l’atteggiamento con cui Tony Pericolo Scott si approccia alla sua sottospecie di biografia.
La storia vera: Domino Harvey nasce a Londra nel 1969 da Laurence Harvey, l’attore, che muore quando la nostra ha 4 anni, e Paulene Stone, modella. Domino frequenta diverse scuole privilegiate, e verso i 19 si trasferisce con la madre in California. Fa esperienza (non confermata) come modella, poi probabilmente pensa “oh, ma se tipo facessi l’esatto contrario di quello che ci si aspetterebbe da una con il mio background socio-culturale?” e per non saper nè leggere nè scrivere diventa cacciatrice di taglie. Cacciatrice di taglie, eh? Mica punkabbestia in via Zamboni che chiede un euro per una pizza e se non glielo dai va a fare bancomat. Pistole e fucili, mica giocoleria.
Ora, io mi sono informato ulteriormente perché sono uno scetticone: perché ok essere maschiacci ribelli, e ok che magari nei momenti di noia si allenava già al poligono di tiro (e vi ricordo che nel 1990 non esisteva la Super Xbox Wii), ma è anche importante non essere di intralcio ai veri professionisti del team. Ed è qui che Ed Martinez, suo mentore nonché base per il personaggio che nel film verrà interpretato da Mickey Rourke, mi spiega in un’intervista che in effetti una ragazzetta caruccia era un’arma in più non indifferente per fare abbassare la guardia ai criminali. E certo non guastava il fatto che Domino avesse apparentemente un sangue freddo da competizione.
Comunque: a un certo punto la madre di Domino sposa un amico di Tony Scott, et voilà. Ci vorrà comunque un’altra dozzina d’anni prima che il progetto si concretizzi.

I Trettrè
È qui che il Tony commette una leggerezza.
Un produttore gli dice “SO IO un giovane sceneggiatore che fa al caso tuo: Richard Kelly“.
E poi che fa? Gli passa la prima bozza di Southland Tales.
E a Tony… attimi di suspance… PIACE.
Calma. State calmi.
Non è dato sapere cosa gli sia piaciuto esattamente, nè quanto la prima bozza di Southland Tales fosse diversa dal filmardo che ne è venuto dopo, nè quanto Tony fosse ubriaco, ecc… non c’ero e non giudico.
Comunque: su istruzioni di Tony, Richard Kelly prende una serie di personaggi reali e li infila in una storia completamente inventata il cui scopo è dare un affresco emozionale della vita di Domino Harvey. Dal canto suo, Tony aveva le idee chiare fin dall’inizio: come per Man on Fire, ha intenzione di usare il Fallo di Confusione (= la tecnica dell’impiegare 18 riprese simultanee di diverso tipo e velocità frullate insieme a muzzo) a scopo narrativo, ogni qualvolta si renda necessario rappresentare la realtà in modo innaturale/astratto. In Man on Fire questi momenti corrispondevano a quando Denzel era ubriaco o accecato dal desiderio di vendetta; in Domino, secondo Tony, l’intero mondo in cui vivono i cacciatori di taglie è innaturale/astratto. Testa sei vivo, croce sei morto.

This is not your giocoleria
Tagliamo la testa al toro:
1) Domino, nel complesso, non funziona;
2) Domino funziona molto di più di quanto si sente dire in giro.
E ora troviamo un capro espiatorio.
Vieni qui Richard, fatti mettere un braccio intorno al collo mentre spiego due cose ai nostri lettori: vedete amici, il qui presente Richard ha visto True Romance e ha pensato di poter diventare Quentin Tarantino II, al punto da credere di poter uscire con successo dalla sua area di specializzazione. La sua area di specializzazione, nel caso non lo sappiate, consiste nel collegarsi telepaticamente con piccoli omini verdi dal pianeta Xszycszx, scambiarsi con loro complesse formule matematiche e, secondo un misterioso algoritmo di origini aliene, tradurle in una sottospecie di pseudo-forma narrativa.
Vogliamo passare in rassegna la sua filmografia? Facciamolo, che tanto è breve:
– Donnie Darko: partenza a razzo con il concetto stesso di supercazzola formato film, nonché il suo riconosciuto capolavoro (in che senso? vi lascio col dubbio);
– Southland Tales… alla 48esima bozza lo stesso Kelly ha ammesso di essersi dimenticato per strada il senso del film, quindi figurarsi;
– The Box: ecco, quando prendi uno spunto elementare come “c’è questa scatola che se spingi un bottone diventi ricco ma muore uno sconosciuto” e riesci a trasformarla in una cosa che quando ho finito di vederla non ho nemmeno capito di che cazzo parlava, io non lo chiamo cinema ma performance art, o la trollata definitiva.
E quindi come volete che sia Domino? Sicuramente in confronto al terzetto qua sopra è una passeggiata, vuoi che stavolta il Richard era stato ingabbiato in un contesto senza viaggi nel tempo o sci-fi in genere, ma come riesce di nuovo a incartare oltremodo le cose ha del patologico. Tony stesso ha ammesso di aver dovuto leggere lo script tre volte prima di capire cosa succedeva nell’intrigo criminale in cui il nostro aveva infilato i protagonisti del film. Il fatto però è che Kelly è si un cretino incorreggibile ma non privo di intuizioni brillanti, e lo stesso Tony, nonostante le sue scelte stilistiche in questo contesto non trovino sempre la base ideale, non si è rincoglionito del tutto. Per cui Domino, alla fine dei conti, è il classico film frustrante che per ogni ingrippamento della sceneggiatura c’è una trovata folgorante, e per ogni sequenza fuori dalle righe ce n’è un’altra che funziona alla grandissima.
C’è ad esempio questa idea geniale di infilare nel mix un reality show condotto da Ian Ziering e Brian Austin Green (Steve Sanders e David Silver di Beverly Hills 90210) nei panni di loro stessi, la cui presenza non si limita a due battutine autoironiche ma diventa parte integrante e importante della storia e dell’escalation di violenza finale. E sono da memorabili anche i flashback sulla vita di Domino, o l’incursione nella frat house. Ma un buon indizio che forse il tuo stile è un po’ troppo sopra le righe è quando per distinguere una sequenza lisergica da una normale, nel momento in cui tutto il film è giallo e verde e nessuno noterebbe inquadrature solo un po’ più strambe, ti ritrovi costretto a far scrivere al volo una sequenza in cui arriva Tom Waits nei panni di un predicatore del deserto armato di Bibbia. La smania di Tony di osare, sperimentare, superare se stesso e possibilmente chiunque altro è lampante ed encomiabile, e visivamente si procede sprezzanti e senza esitazioni, ma la sintonia con lo script non è liscia come quella con Quentin. Quando c’è intesa sono fuochi d’artificio e momenti di grande cinema, ma quando Tony si ferma a rileggere si vede. E l’andazzo è troppo a strappi perché passino sia messaggi chiari che, all’opposto, eventuali inni alla schizofrenia.

Vincere facile
Lo script di Richard Kelly prevede circa 80.000 personaggi, che è pur sempre un’ottima scusa per una parata di attoroni fra cui spiccano il solito incontenibile Chris Walken nel ruolo di produttore televisivo, e la coppia di bounty hunters formata da Edgar Ramirez e il suo ostinarsi a parlare spagnolo per cuccare, e Mickey Rourke e il suo aneddoto di quando una volta per la depressione si sparò a un piede apposta. Altri grandissimi come Delroy Lindo, Jacqueline Bisset e Dabney Coleman si perdono un po’ nel marasma generale, Mena Suvari fa la macchietta, ma la sorpresa è Mo’Nique che ci mette grinta e sicurezza ma ha a che fare con le sequenze meno riuscite del film (tipo quella al Jerry Springer Show). E ovviamente Keira Knightley, la nostra protagonista: la ragazzetta si impegna con risultati che vanno dall’intrigante al ridicolo (tipo la scena dello strip-tease, dove il Fallo di Confusione arriva in soccorso per lasciare all’immaginazione ciò che la realtà non avrebbe mai potuto soddisfare), ma è coraggiosa e le va reso grande merito. E c’è almeno un’altra dozzina abbondante di ruoli con il loro peso non indifferente nell’intricato giallo ideato da Kelly, ma nella confusione finiscono per registrare come poco più che messaggi subliminali. A tratti pare di assistere a un’epica di Tarantino su cui qualcuno è inciampato sopra mettendo tutti in disordine, recuperando una manciata di scene top e risistemando il resto un po’ come gli veniva.
Poi si arriva alla sparatoria finale. I buoni, i cattivi e i neutrali tutti riuniti in un salotto. Suona ovviamente familiare, ma stavolta siamo nell’attico dello Stratosphere di Las Vegas, in extra-compagnia di una bomba, di un elicottero e di un ascensore che si sgancerà accompagnando i nostri eroi in caduta libera. In sottofondo, Mama Told Me Not To Come cantata da Tom Jones. E ai più pignoli di voi darà probabilmente fastidio qualche inquadratura bruciata di troppo, ma queste sono cose che Tony Meraviglia girava, gira e girerà sempre da fuoriclasse anche bendato con una mano dietro la schiena saltellando in tondo su un piede solo.
A chiudere i procedimenti la vera Domino Harvey in persona, che si è divertita sul set, ha composto e cantato un pezzo per la colonna sonora e si è fatta inquadrare mentre fuma davanti a un’auto che precipita dal cielo, ma non è sopravvissuta per vedere il prodotto finito.
E dite quello che volete, ma continuerò sempre a preferire un film imperfetto ma energizzante come questo a un American Gangster formalmente impeccabile ma freddo, rileccato e morto dentro.
P.S.: Keira fa vedere le tette.

Tutti al Peach Pit!
Il commento di Mauro Uzzeo:
Accendo. Sul primo un reality. Stacco. Sul secondo un talk show. Stacco. Sul terzo la sigla di un gioco a premi che sta per iniziare. Stacco. Una sfilata di moda. Stacco. Un serial anni ’90. Stacco. Uno spot dei jeans, nel deserto. Fanno l’amore al ralenty mentre la camera gli ruota attorno, splendidi e sudati. Stacco. Un videoclip musicale. Clicco sul nove. Un porno di quelli con i tagli. Censurati. Stacco. Il dieci. Un predicatore mi urla quanto devolvere per comprarmi il regno dei cieli. Stacco. Una bambina da salvare, anche il tuo contributo può aiutare. Stacco. L’intervista di un’ex modella, adesso caccaciatrice di taglie, che morirà di overdose mentre gireranno il film sulla sua vita.
La tv secondo Richard Kelly e Tony Scott. Una bugia sulla quale non soffermarsi.
Raccontata da bugiardi che ci dicono che quello che vediamo, non è la verità.
Spengo.
Signore e signori, buonanotte.
DVD-quote:
“Testa.”
Nanni Cobretti, i400calci.com
Per l’altra parte della sfida, leggetevi la rece di RRobe di Deja-Vu, con commento aggiuntivo del nostro Wim Diesel.
Vince Nanni ma non di troppissimo. E poi non posso votare una recensione che pregia indirettamente Denzel. Per quello per quello preferisco bruce willis.
Come già successo con Epic Bearded Man mi intriga più la persona vera che il clone cinematografico (bad ass merda), anche se sarei curioso di vedere comunque che cosa ne hanno tirato fuori.
Tanto lo stile Fallo di Confusione (asd) mi aveva infastidito con “Man On Fire” (una storia bella girata in modo brutto), tanto invece mi è piaciuto con “Domino”, che metto tranquillamente dietro a “True Romance” tra i film migliori di Don Tonino.
Per me è un film d’azione sulla cultura pop, o un film pop sui film d’azione, o un film sulla cultura dell’azione influenzata da cinema e tivì. Va beh, è un film matto e arzigogolato su una realtà matta e arzigogolata.
E poi è divertente.
E poi i film con un cameo di Tom Waits sono tutti belli.
Sì, anche quello di Benigni (c’è Tom Waits, no? Allora è bello. Punto).
Questa volta, mio caro Nanni, vince RRobe. Più carina e veloce la sua rece…
Su Domino: poteva esser fatto meglio ma non è male, una sufficienza piena la strappa tutta.
Quando uscì Domino mi piacque talmente poco che me ne disinteressai a tutti i livelli fino a rimuoverlo, tanto che scopro ora che di mezzo c’è Richard Kelly, il quale è il mio peggior nemico di sempre e mi aiuta a spiegarmi come mai il film non mi fosse piaciuto per gnènte.
Raccontato così, però, vedi che me lo devo riguardare per rivalutarlo almeno in parte. Ahimè.
A me Domino ha fatto moderatamente cagare, mentre Deja vu mi è piaciucchiato..quindi sostanzialmente non mi trovo d’accordo con nessuno dei due. Detto questo per me la rece di Nanni si fa leggere meglio ed ha più brio..
caro @KoNannisqatsi, come vedi Rrobe si è sta comprando tutti i commenti (e non dire che non ti avevo avvertito). Ma non il mio. Io sono e rimango semper fidelis come Chuck Norris con Bush. E dunque, ecco il momento più atteso della settimana, la pagella di Giancocco MacNappara. Giancocco, a te.
Giancocco says: Grazie Harry! Vediamo subito i risultati:
Film: voto 1 (nel senso che ne sbaglia uno alla volta, di film, il Tony)
Keira: voto 2 (ossia la taglia del reggiseno)
Nanni: voto 10+
Uzzeo: voto 8 (peccato per la frase finale, altrimenti 10)
Rrobe: voto non pervenuto causa impegno del suddetto nella direzione del traffico a Palermo, con paletta cromatica
Wim: voto 0, causa alto tradimento
Harry: voto 10
Beh, grazie Giancocco. Come sempre, uno sguardo lucido e impietoso sul male nel mondo del cinema, quello del nostro Giancocco.
Ciao Har…ehm… Giancocco!
Cosa non t’è piaciuto della frase finale? Spiega che sono curioso!
@Harry Io ho perso il conto ma sto tipo sul 4/5 a 1 per Nanni, e quell’1 era un pareggio.
Nanni immenso come al solito, ma il film mi ha fatto letteralmente pena, mentre Deja Vu almeno mi fece passare una serata.
American Gangster sarà freddo, ma rispetto alla post produzione di questo rimane un film da Drive In.
ottima rece. X.
No Tony qui ha svaccato. troppa carne al fuoco e troppo tony style ovunque.
Deja vu peggio perchè la “Base” è orrenda davvero (l’FBI che per sbaglio scopre come guardare indietro nel tempo e lui che in più riesce a teletrasportarcisi???no no e no).
Che parabola discendente Tony.
Nel tuo futuro vedo un Top Gun 2 (solo “announced” per ora). Ti prego non farlo.
Con chi con tom cruise e la vecchia sorcola? Sarebbe bello specie se lo fa male.
Top Gun 2 ? Il massimo sarebbe richiamare anche Val Kilmer, ammesso che entri nell’abitacolo del Jet. Potrebbe anche essere un’operazione nostalgia, tipo Maverick che vuole tornare a volare, pero’ vista l’età in sala giochi, dopo aver fatto il pieno di bamba, e va a cercare il suo vecchio avversario per sfidarlo, il quale Val nel frattempo ha seguito la “cura dei panini” di Dinklage, ed è diventato il doppio di Marlon. Kelly, dal canto suo, non si tira certo indietro, dal momento che anche lo zio Stevie nel frattempo è aumentato a dismisura, e anzi lo invita a far parte del cast. Ergo: Zombie Cruise, Kelly, Val Kilmer e Steven Seagal entrambi in formato Marlon Brando isolano: a sto giro il Tony mi sa che il film lo imbrocca per davvero.
@el miuro Guarda, Giancocco ora sta dormendo, ti rispondo io sottovoce per non svegliarlo. La frase della “buonanotte signori” è banalotta, saputella anche. Non all’altezza del resto. Come quando segui un giallo cazzutissimo e poi alla fine scopri che è stato il maggiordomo. Comunque cazzo se sei bravo, era meglio se lo facevi tu il thunder challenge.
p.s.
Per chi non sapesse nulla della “cura dei panini” di Piotr :
http://www.i400calci.com/2011/08/game-of-thrones-nispelismo-barbarie/comment-page-1/#comment-25572
mi manca. so cosa vado incontro e gli do un’occhiata.
grazie della rece.
P.S: “P.S.: Keira fa vedere le tette.”
Domino Harvey (quella vera) sembra la sosia più in carne di Federica Pellegrini
sul film non mi esprimo: ai tempi mi fece profondamente cagare, ora che so della mano di Kelly mi rifiuto a priori di rivederlo
@Harry
Grazie per le belle parole. Veramente.
Tornando alla questione, secondo me tra i due film c’è un notevole contatto.
In Signore e Signori, c’è un film che mette in scena due ore di finta tv. In Domino ci sono due ore di tv che mettono in scena un film finto (e l’ho adorato, per questo).
Quindi mi sembrava una buona chiusura, citarlo, ipotizzando che spegnessi la tv e mi mettessi a dormire :D
Sarà la Keira mi sta simpatica quanto una nidiata di crotali nelle mutande (e non per quella storia delle tette – che non ha – gonfiate sul posterone di Re Artù), però a me, al di là dei momenti da Fallo di Confusione (tipo la sparatoria finale che sono da oooooh!), Domino mi ha deluso molto e considerando che l’ho visto al cinema spendendo gli eurini, questa volta non ho apprezzato il film del nostro Tony e non riesco a vedermelo nemmeno quando colpito da isonnia me lo presentano su Sky Max alle 3 di notte e sugli altri canali di Sky Cinema ci sono solo i film con Margherita Buy (è storia vera, vita vissuta, dramma realtà e per fortuna che su Man-Ga davano la maratona Capitan Harlock).
Cordialità
Attila
Voi stupidi negri non dovete toccarmi Domino, è il film figata pazzesca, non toccatemi Domino o porto tutta la crew e vi scarico addosso tanto di quel piombo che alla fine peserete come una rotaia.
Rovino la festa se dico che di tony scott non mi ha esaltato nessun film?
Bell’idea comunque, ciao!
Film mediocre, con alcuni spunti divertenti
Deluso quando lo vidi al cinema, ha però una colonna sonora fighissima!!!
voto questa rece!
Voi fate 0 a 0 con due pessimi film, e vince glorioso Wim Diesel con la deriva necrofila
Pessimo un cazzo.
Domino è un capolavoro.
E’ solo che lui è troppo avanti, e voi troppo indietro.
Tutto qua.
Mi aggiungo a quelli che sto film non riescono neanche a vederlo, ahimè.
(Cazzarola, Giancocco non si sveglia più. Gli ho dato anche dei calci fortissimi sulla spina dorsale, ma niente. Ora mi tocca telefonare al Nappuomo per il trattamento Ludovico. Di nuovo. OMFG)
@el Mauro Ok, ok, comunque rassegnati: più di 9, come per il film precednete, non potrò mai darti, perché andresti pari merito con quell’altro, quello sopra di te, pur avendo scritto meno di un decimo di quanto ha scritto lui – e capisci che per una cosa del genere verrei licenziato in tronco.
Del resto tutti vorrebbero vedere Brasile – Argentina, invece di Brasile – Padania. Chettelodicoaffare. Hai letto il commento della Recchia qua sopra…
Perché non ti proponi per un Exploding Challenge sulla filmografia di Chuck Norris ?
p.s.
@tutti Dai, cazzarellina: questa è o non è un’idea geniale ? Manifestate il vostro assenso, se non vi siete del tutto schiaffizzati.
Rrobe aveva già detto nella recensione di spy game che Domino era un gioiello, e ammetto che su questo avrei voluto sapere il suo pensiero.
Quindi punto per Nanni, e preghiera a Rrobe di fare un commento un pò piú esaustivo. :-)
Se non da Rrobe, almeno lo scriva Nebo.
tutto molto MEH
P.S.: ho un debole per le riBBelli coi capelli corti sbarazzini
L’unico ricordo che ho di questo film, è un gran mal di testa.
@Nanni ho visto “The Kick” con Jeeja, aspetto tua rece al più presto datti da fare :)
Pure stavolta, voto qui (in ritardo).
Ho letto critiche negative unanimi a questo Domino, quindi presumo di essere io quello sbagliato ma a me è garbato parecchio. Certo pure io ho fatto fatica a digerire questo tipo di grammatica narrativa che tende ad abbozzare molte cose ma ne guadagna un ritmo che ha dell incredibile, roba che davvero ho visto pochissime volte a questi livelli. La regia è estrema, un linguaggio così schizzato che comprendo benissimo possa risultare indigesto, pero è una stilistica precisa, unica e curatissima. Perfetta in ogni sbavatura. Aggiungiamoci un commento musicale tiratissimo. Come avrete capito l ho adorato, anzi lo metto tra i migliori film di un regista che apprezzo moltissimo. Ah vedendolo ho pensato che Domino avesse diversi punti in comune col Pain and Gain di Bay e guarda un Po, pure Vecchioni nella sua recensione di questi ultimo fece lo stesso collegamento. Ah, altra cosa “stramba”, Domino mi è arrivato con un pacco Amazon che includeva anche Va e Uccidi di Frankenheimer che guarda te il caso compare all inizio di Domino, non per caso.