Passiamo ore e ore a riflettere e rimuginare, a scomporre ogni film che vediamo nelle sue minime componenti, ma spesso quel che conta davvero è la prima frase che ci viene in mente appena partono i titoli di coda. Alla fine di Forces spéciales, per esempio, il pensiero che mi ha immediatamente attraversato il cervello è stato: «Sono offeso». Non «che brutto film» (che è verissimo), o «come si fa a girare in questo modo», o «però, che belli i paesaggi del Pakistan». No, «sono offeso», su così tanti piani – civile, sociale, politico, morale, etico, cinematografico – che faticavo persino a decidere da dove cominciare per smontare questo pamphlet pro-scontro di civiltà che farebbe sembrare un discorso motivazionale di Ignazio La Russa ai soldati italiani una barzelletta di Pierino.
Dopodiché, passata la rabbia, è arrivato tutto il resto. Perché stiamo comunque parlando di roba d’azione con i soldati che sparano ai cattivi. E si potrebbe dire: «Ma che problema c’è nel fare un film che esalta il coraggio degli eroici militari in missione di pace? Anche i francesi avranno il diritto di celebrare i propri morti e di far sapere al mondo quanto sono bravi a esportare la democrazia!». Vero. Dice anche: «E allora, boh, Rambo 2?»; o qualsiasi altro action reaganiano in cui gli americani sono buoni e chi non la pensa come loro è cattivo, volendo. Cioè, gli americani fanno queste robe da decenni e ci s’indigna solo se lo fanno i mangiarane?
Tutto vero, ma anche tutto falso: siamo tra persone intelligenti e perfettamente in grado di ignorare l’aspetto ideologico di un film – anche se nato come opera di propaganda – se quello che ci viene offerto è divertente/esplosivo/di classe. Se ci sono i botti, le pizze, i nuovi edifici che crollano. Spoiler, prima di approfondire: in Forces spéciales non c’è nulla di tutto questo. Non c’è regia, non c’è coreografia, non ci sono intuizioni né divertimento. Le (molte) scene d’azione s’assomigliano tutte, e potrebbero al massimo fare la felicità di un pornografo dell’armamentario (= ci sono un sacco di fucili fichissimi). Bisogna spiegare a tutti questi Greengrass-wannabe che il trucchetto della camera a mano per dare realismo non funziona se non si sa rispettare manco la regola dei 180° (ehi, ma quel muro prima era dall’altra parte!). Che nessun soldato vero è così scemo da gettarsi a terra nel mezzo di una battaglia a piangere sul compagno morto mentre otto miliardi di terroristi gli stanno sparando da ogni direzione. Che un messaggio passa meglio se comunicato bene. Che il primo comandamento del cinema è semplice semplice, ed è riassumibile in: «Non fare film di merda».
Forces spéciales è il secondo film di Stéphane Rybojad, un (immagino io) signor nessuno che nel suo CV ha solo un altro titolo da sbandierare, un documentario per la tv intitolato L’école des bérets verts – che posso supporre sia uno spottone militarista e patriottico sulle meraviglie della vita sotto le armi. E quale modo migliore per portare avanti questo discorso se non chiamare Diane Kruger, Djimon Hounsou, Denis Menochet e soprattutto Raz Degan (che si merita un paragrafo a parte) e costringerli con la violenza farli recitare in una brutta versione pakistana di Dietro le linee nemiche con l’ingrediente bonus della coraggiosa reporter da salvare?
L’attualità, e più in generale questi anni di conflitto, aiutano certamente Rybojad: abbiamo varcato il confine del mondo civile per esportare la nostra democrazia, chi sta di là dal confine tende a non prenderla bene, i rapimenti e le minacce e i video propagandistici girati in una caverna sono all’ordine del giorno, nonché rischi del mestiere per chi, tetragono ai colpi della sorte, dedica la sua vita al perseguimento della Cronaca e della Verità.
In questo caso, la tetragona di turno è Elena di Troia, algida attrice della bassa Sassonia convinta con l’inganno a felicissima di interpretare la parte della reporter francese – scelta obbligata per Rybojad, vista la carenza di talentuose attrici d’Oltralpe a cui affidare un ruolo così delicato*. Elsa, questo il nome del personaggio della Kruger, è una corrispondente di guerra (di stanza in Pakistan) con due palle così, di quelle che criticano l’interventismo francese** e non si fanno problemi a intervistare di nascosto e rischiando la propria vita quei pochi che hanno il coraggio di opporsi al regime dei taliban, ancora vivo e aggressivo nei territori di confine dove le lunghe e affusolate dita della nostra democrazia non sono ancora giunte a ravanare.
Purtroppo, da un grande coraggio deriva anche grande incoscienza e, durante l’ennesimo incontro clandestino con una donna con 1) velo 2) sorella sfregiata dal marito 3) madre che s’è data fuoco per protesta contro i taliban 4) grandi occhi liquidi che contemplano già la morte e la successiva vita eterna al fianco di Allah, Elsa viene rapita e portata al cospetto di Zaief, il terrorista che non beveva Jägermeister ma non zapeva pecché zono fatti suoi. E può l’esercito francese accettare l’onta di venire ricattato da un mangiacouscous a suon di video a bassa definizione in cui Diane Kruger piange e i musulmani cattivi ridono e inneggiano alla Jihad?
Ovviamente no, ed è qui che entrano in gioco le forze speciali del titolo. Che sono speciali perché le loro missioni sono a massimo rischio e minime possibilità di riuscita, ma al go-go-go-governo questo non interessa, almeno finché c’è la possibilità di mandare sei (6) stronzi in mezzo al deserto a far secchi un po’ di terroristi. Contorno ideologico a parte, quindi, Forces spéciales è né più né meno che un film di questi che arrivano, salvano la bionda, scappano per i monti del Pakistan inseguiti dai pazzi che si fanno saltare in aria, arrivano in Afghanistan, tornano in Francia da eroi. È come guardare un video di gameplay di uno specialissimo capitolo di Call of Duty intitolato
Call of Duty: Fuck Yeah: Pride and Glory: Patriot Soldier: The Movie: IN FRENCH!
, intervallato da brevi cutscene il cui scopo è caratterizzare una minima i soldati e donar quindi loro quell’umanità e tridimensionalità che non ci si può per converso permettere di donare ai cattivi pakistani, perché significherebbe ammettere che ehi, anche loro hanno una dignità!
Di per sé, la storia dell’eroico tag team non è altro che la versione co-op della one man army di stalloniana memoria, e c’è da riconoscere a Rybojad di avere avuto quantomeno la decenza di lasciare da parte il patriottismo spinto (anzi, la politica francese ci fa una figuraccia, qui) in favore di una più manichea contrapposizione soldato buono/soldato cattivo, o meglio uomo/animale – dove la seconda parte dell’equazione si riferirebbe in teoria ad altri esseri umani, cioè i talebani, ma vaglielo a spiegare, al nostro amico che gioca con i soldatini, che anche se pregano Allah e portano la kefiah non sono solo carne da macello.
Queste goffaggini di scrittura non sono solo irritanti, ma si riflettono a cascata su ogni aspetto della pellicola, anche quelli che interessano a noi (= le botte, i botti), inquinandoli irrimediabilmente. Per esempio:
• a inizio operazione, i soldati si guardano in cagnesco. Poi massacrano i primi cattivoni. L’emergenza li unisce. Stringono amicizia. Ciascuno di loro ha una storia da raccontare: la moglie incinta che aspetta a casa, la fidanzata la cui morte ancora grava sul cuore del povero fuciliere, la bromance tra il francese di sangue arabo e il francese biondo con gli occhi azzurri. Si fanno battute, si pronunziano facezie, ci si abbraccia e si piange pure in mezzo a un conflitto a fuoco, devastati dall’imprevedibile morte di un commilitone. È tutto talmente forzato che giusto l’imponenza di Djimon Hounsou e l’occhio costituzionalmente spento di Denis Menochet riescono a tratti a illuminare lo schermo – o quantomeno a far passare temporaneamente quella brutta irritazione cutanea causata da scene come: “soldato che schiva migliaia di pallottole mentre falcia talebani a centinaia urlando: «Amo il mio lavoro!»“.
• l’estrazione di Elsa dura pochi giorni, dodici per la precisione. In questi dodici giorni, i sei (6) combattenti riescono a: atterrare in mezzo al nulla del Pakistan a pochi metri da dove la giornalista è tenuta prigioniera, entrare silenziosamente in un villaggio occupato solo ed esclusivamente da terroristi con il pugnale tra i denti e il sangue agli occhi, massacrarne all’incirca 1.802, liberare Elsa, far incazzare come una biscia Raz Degan, fuggire inseguiti da 34.876 talebani urlanti, dirigersi verso le montagne tra Pakistan e Afghanistan con tanto di reporter arrancante al seguito respingendo nel frattempo un’ondata di servi di Allah con la bava alla bocca e il fucile carico in mano, farsi ospitare da un gruppo di montanari nemici dei terroristi, stringere amicizia con persone con il colore della pelle diverso dal loro, VALICARE A PIEDI UN PASSO MONTANO DI CINQUEMILA E PASSA METRI SENZA BATTER CIGLIO, giungere decimati ma ancora in piedi in Afghanistan, salvare la vita della giornalista. Fate conto che a ogni virgola c’è uno scontro a fuoco, e il body count sale di qualche centinaio di unità, motivo per cui alla fine della fiera il risultato della partita è Francia 4 – Terroristi 16.876.402. Game, set, match, West wins, FRANCE FUCK YEAH!
• assumiamo però che questi francesi siano davvero dei superuomini, gli Avengers dell’esercito francese. Resta il fatto che Forces spéciales fondamentalmente sarebbe un film di guerra. E io, per godermela, la guerra la devo sentire sulla mia pelle. Rybojad, invece, punta alla quantità sopra la qualità. Gli scontri a fuoco sono tanti, troppi, e costituiscono lo scheletro e gran parte della ciccia di Forces spéciales, con la sgradevole conseguenza che mezzo film passa tra una scrollata di Parkinson cam e un rallenty d’effetto con sbuffi di sabbia che si sollevano tra i piedi degli invulnerabili soldati, mentre miliardi di pallottole sparate da quegli inetti dei talebani proseguono imperterrite nella loro opera di mancare il bersaglio e i sei (6) supereroi armati di Frecce Patriot li falcidiano come fossero Orchetti al Fosso di Helm – prego notare che Legolas era biondo e molto ariano, il che si adatta alla perfezione al nostro discorso.
Per capirci: al terzo combattimento stile “803.452 terroristi urlanti contro sei (6) francesi” in cui i buoni non vengono neanche sfiorati da un proiettile mentre i cattivi cadono come fichi maturi da un ramo gravido, la tensione è ormai azzerata. È chiaro che ci saranno delle morti anche tra gli eroi, ed è altrettanto chiaro che arriveranno solo in momenti precisi e telefonati della trama, come “quello in cui si indugia un secondo di troppo sui sorrisi e le pacche sulle spalle”, “quello in cui lui scopre che la moglie è incinta perché glielo dice Djimon Hounsou” e così via. Nulla di quello che accade sullo schermo (girato tra l’altro senza un’oncia di personalità e con grande uso di trucchetti del cazzo come la shaky cam) ha un seppur minimo peso o portata emotiva: l’unico scopo è risalire il ranking del multiplayer su PSN massacrare questi infami innamorati di Allah fare pulizia etnica tirare la fine del film. 4 in pagella, tutti a casa.
Arriva la parte in cui si ragiona
E si mettono da parte le riflessioni qualitative sul film per dedicarci a quello che Rybojad sta provando a spiegare al mondo.
Il punto è: se il film fosse solo una scampagnata sulle pendici del Caradhras – c’è pure la scena della tempesta di neve sul passo, con tanto di inquadrature a volo d’uccello con la camera che gira a 360° che hanno abbondantemente rotto il cazzo –, sarebbe tutto sommato innocuo. L’insulto peggiore di Forces spéciales sta altrove, e ha un nome e un cognome: Raz Degan. Barbuto e ombroso come solo i belli e maledetti possono permettersi di essere, Raz rappresenta uno squarcio di luce nel buio mondo medioevale dei taliban: educato a Cambridge, odia parlare la sua lingua madre e preferisce l’inglese, odia mangiare falafel e preferisce le merendine Kinder (giuro), odia i suoi colleghi macellai e preferisce farsi affascinare dagli occhioni blu di Diane Kruger invece che ucciderla davanti a una telecamera come avrebbe fatto un aguzzino serio. È la saving grace del disgraziato mondo musulmano, il cattivo pieno di dubbi morali introdotto apposta per mostrare che sotto sotto siamo tutti uguali, siamo tutti uomini: lo sviluppo del suo personaggio grida da migliaia di miglia di distanza «alla fine mi redimerò, e mostrerò così che non siamo tutti animali senz’anima, che anche noi abbiamo un po’ di umanità in fondo al cuore!».
Anche la sua ossessione per Elsa è motivata da una spinta di redenzione: «Mi hanno privato della possibilità di scegliere!» urla all’apice della sua rabbia contro i soldati francesi, prima di armarsi e partire alla ricerca del gruppetto insieme ai suoi 34.632 talebani incazzati. Non è tanto che gliel’abbiano fatta sotto il naso, quanto che il gesto prepotente delle forze speciali l’ha de-umanizzato e relegato al ruolo di macellaio senz’anima, qualcosa che nemmeno lui, CHE NON È OCCIDENTALE (ma che ha studiato a Londra, perché è in Occidente che si diventa persone civili), è in grado di accettare. È un messaggio di una superbia indicibile, ma che quantomeno lascia aperto uno spiraglio di comprensione e affinità tra Est e Ovest, tra soldatini verdi e soldatini rossi, tra Noi e Loro.
E quindi Raz parte, schiumando dalle enormi froge e spronando i suoi alla battaglia, perché lui quella donna la vuole, e alla fine, dopo un estenuante inseguimento in cui all’incirca 6.565.000 suoi seguaci perdono la vita, quando le forze residue di entrambe le fazioni stanno evaporando come neve al sole, quando si arranca e si striscia invece che avanzare baldanzosi, quando il Pakistan è alle spalle e le immense distese aride dell’Afghanistan si stendono ai piedi dei fuggitivi, mentre tutto urla «CLIMAX!», mentre un paio di buoni muoiono e/o vengono sparati male, in questo momento drammatico, insomma, Diane Kruger riesce a fuggire tra i monti e sfuggire ai cattivi, salvo poi inciampare due metri dopo e finire a penzolare sopra un crepaccio, appesa solo per le unghie alla sporgenza rocciosa sovrastante.
«Ci siamo» penso io. «Ora Raz la salva, la riconsegna ai soldati, finisce tutto a tarallucci e vino, anche loro hanno un cuore, siamo meglio noi ma quantomeno loro non meritano il napalm ma solo qualche bacchettata selettiva sulle dita dei più cattivi, e poi abbracciamoci in nome del buon Dio e facciamo la pace».
Sono anche un po’ teso, lo ammetto.
Raz si avvicina a Diane.
La guarda con i suoi occhioni verdi grondanti sesso ed educazione britannica.
Allunga la mano.
Afferra la mano di Diane.
Solleva Diane.
La salva.
Le mette il braccio intorno alle spalle.
Intorno a loro, il silenzio, e Djimon Hounsou che osserva la scena.
Raz prosegue zoppicando, abbracciando Diane.
Certo, il coltello è puntato alla sua candida gola,
ma è una misura precauzionale,
perché Djimon sta capendo,
perché Diane sta capendo,
perché Raz sta facendo capire.
Raz e Diane sono sempre più vicini a Djimon.
Djimon abbassa il fucile.
Raz accenna un sorriso, eccoci, la retorica è servita, che bel film, quanto piang
BOOM
Djimon spara in testa a Raz.
Raccatta Diane.
Se ne vanno insieme all’altro sopravvissuto,
il Capitano,
che Diane si limona con gusto.
Prima di abbandonare i due soldati al loro destino.
E percorrere a piedi l’intera steppa afghana fino a farsi trarre in salvo.
E tornare indietro a raccattare Djimon e il Capitano.
Diane chiava.
L’Occidente vince.
Il mondo musulmano no.
Quando guardi dentro l’Occidente,
l’Occidente guarda dentro di te,
ma non trova nulla di interessante,
perché sei solo un animale.
WESTERN WORLD FTW, BITCHES!
DVD-quote suggerita
«Go, go, go affanculo!»
(Stanlio Kubrick, www.i400calci.com)«Materazzi era un talebano!»
(Zinedine Zidane, www.testataonline.fr)«What is this I don’t even»
(Ignazio La Russa)
PS: leggo che c’è chi sostiene che il messaggio del film sia: «La guerra fa schifo». Dissento: qui si prova con tutte le forze a far passare l’idea che la guerra sia una figata, se si può sparare a ‘sti animali musulmani e far salire il body count over 9000. Perché noi siamo i buoni, e vinciamo sempre.
*sarcasmo.
**spoiler: a fine film cambierà idea.
Bleah!
1.1 trillioni di Talebani uccisi FTW! Questi riferimenti ai body count mi fa venire in mente semper e solo una cosa http://www.youtube.com/watch?v=s4ZL2OpjnrM
Ma la Kruger fa almeno vedere le tette? Anche solo mezza?
Recensione fantastica. Ma c’è una cosa che devo sapere assolutamente: quello con la moglie incinta si salva? Ha mostrato una sua foto? Scrivi SPOILER in gigante ma per favore devo sapere se anche questi cliché sono stati rispettati.
DOPPIO S POW! ILER
@Michael: ho brutte notizie per te. Niente tetta! Ma per farti contento ti regalo questo. Ovviamente NSFW.
@Zambo: ahimè, l’unico cliché che andava rispettato è stato invece bypassato! Lui muore. Lui che peraltro è Denis Menochet AKA uno che è famoso nel mondo perché Christoph Waltz gli ha massacrato la famiglia sotto i piedi in Inglourious Basterds. Ma c’è di meglio di lui che mostra la foto della moglie: il film si apre con lui e lei a una festa in giardino che si danno i bacetti e sono un sacchissimo dolci! Pensa che culo.
ho capito: merda fumante.
quoto MJB: qualche forma di parziale remunerazione mammellare per la platea sderenata?
ah Stanlio mi hai anticipato… comunque grazie per il link illuminante
Durante la recensione mi è balenato un incubo: per non essere da meno, ma più introspettivi e più politically correct, anche noi italici facciamo un film, ma basato su una storia vera, che sennò la RAI non caccia i soldini, per cui un bel drammone sulla liberazione della Sgrena con la Buy nella parte della giornalista… l’orrore, l’orrore…
Cordialità
Attila
@Attita: leggendo il tuo commento un brivido gelido ha percorso la mia schiena. Pannofino agente Calipari
Ragazzi per favore cancellate subito i vostri commenti che se se ne accorge Fandango ce lo ritroviamo in sala entro dicembre.
Gran bel articolo.
Ma occhio che tempo un paio di anni e roba come questa sarà “cult” per tutti quelli ossessionati dal voler essere politicamente scorretti e “fuori dal coro” a tutti i costi.
Beccato l’inside-joke sugli Einstürzende Neubauten!
Cinque altissimo a Darth che vince un barile di latta da far rotolare per terra in un capannone, e un trapano come bonus fedeltà!
A @Tommaso*, invece, dico: la pochezza cinematografica del film, al di là dell’ideologia, è tale e tanta che fatico a immaginare che qualcuno possa ricordarsi di Special Sticazzi tra un mese, figuriamoci tra due anni. #ottimismo #profumodellavita
*comunque a me piace un sacco questa cosa che nei commenti usiamo tutti l’@ come se servisse a qualcosa.
@Tommaso: a me pare più che altro il tipo di film diretto a quella categoria di persone per cui la definizione di “politicamente scorretto” è “esistono anche sfumature di grigio e l’Occidente non è necessariamente il pilastro morale del mondo”
Eh Stanlio sì vede che in internette frequenti belle persone. Io invece incappo spesso in gente per cui la pochezza cinematografica può essere persino un valore aggiunto, per menate stile “grado zero della visione” o per semplice gusto dell’aggiungere al “non sono razzista ma negri e arabi sono inferiori e tutti sanno che è vero ma solo noi abbiamo il coraggio di dirlo” anche il maschio disprezzo per gli effeminati cinefili che ancora stanno a guardare se un film è fatto bene o male. Insomma tanto più il prodotto è impresentabile a tutti i livelli più è perfetto.
E non è che frequento forum e blog nazi-fascisti eh, tutta roba che si legge tranquillamente in blog e forum dedicati a fumetti, cinema, musica.
Bellissima rece
3 anni che vi leggo con soddisfazione e solo ora mi convinco a registrarmi, neanche quando il CAPO chiese di fare outing…
ALLEZ LA FRANCE, A’ LA MAISON
Stanlio grazzie per le tette della Kruger. Ma sta volta passo senza Diane nuda e con Raz Degan vestito da terrorista preferischo suicidarmi spiritualmente guardando una spia non basta#
Pare essere un altro film della madonna, altro che cazzi.
E dire che non l’ho visto perchè dal trailer poverino di 1 minuto pensavo ci sarebbero stati solo discorsi e sabbia. Vedro’ di rimediare.
Secondo me la parte + bella del film sono i 5 minuti iniziali con la canzonetta ganza e i 5 elicotteri ognuno di fabbricazione differente che fanno le piroette… film guardabile ma poco realistico… commovente il finale!
Scusate ma siamo su 400 calci o sul sito del manifesto? Cioe’ ci stiamo lamentando di un film di guerra in cui i buoni spaccano tutto e i negri delle sabbie muoiono fortissimo wtf!?!?!
Quale sara’ il prossimo film recensito ? Qualche cagata soporifera di un regista negro delle sabbie che ha vinto a cannes?
Ma quando avete smesso di fidarvi dell’ uomo col fucile mitragliatore (per citare h.simpson)?
Quale parte di
non è chiara?
Se vuoi comunque c’è la versione tl;dr: Forces speciales è un film brutto, girato male e scritto peggio, e come film d’azione non vale un’unghia di una scorreggia di un film brutto a caso degli ultimi Statham.
Il resto è contorno.
Compiti a casa: leggere prima di parlare :-)
E anche pensare prima di scrivere :)
oh madonnina , ragazze scusate se vi ho rovinato la digestione , so dei vostri problemi di “regolarità” , anyway stavamo parlando di un film ? No perchè il pippone di 6 pagine che a scritto Stanlio più che una rece sembra uno spot turistico dell’ afghanistan sotto i talebani. ahiahiahi che fine ha fatto i 400 calci ?
Allah akbar : )
Secondo me ha letto, è che non ha pensato dopo aver letto nè prima di aver scritto :D
Della serie: hey hai una carota nell’orecchio!
Cos’hai detto? Non ti sento, ho una carota nell’orecchio.
La cosa ridicola è che di tutti i recensori soltanto il buon Stanlio si becca sempre i commenti piu’ rompicazzo del pianeta che millantano sempre cazzate degne del bignami dello sfigato peso.
Stanlio, mi sa che i tuoi ex compagni di classe scontenti si sono evoluti e ti pressano con commenti poveri anzichè farti squillare il cell con il numero privato.
Attenzione comunque, quello lì ha scritto “anyway”, occhio, conosce l’inglese.
Fà ‘R matto lui.
*a scritto anche a senza l’h
Che poverinata oh, soldati vs talebani che si corrono incontro sparandosi a caso non si vedeva nemmeno in Battle LA.
L’immenso Act of Valor resta inarrivabile.
Schiaffi, vedi che il buon vecchio zio Stan c’azzecca pure lui con i film! Fidete de me. E ora per punizione spiega a quello là sopra che non è che vogliamo tanto bene ai talebani, è che proprio il film è unammèrda.
Ma che gli vuoi spiegare a quello che con sarà già morto.
@Stanlio
Me ne stavo scordando, beccati sto corto che con 20 min scarsi si mangia 3/4 dei film militareggianti degli ultimi tempi e se non sbaglio il capo è Gaga aka Boyka manager.
Valore aggiunto inestimabile.
http://www.youtube.com/watch?v=7-wAzlqzXH0
@Schiaffi: sì! Lo vidi quando lo passarono in tivvù settimana scorsa. È riuscito a interessarmi pur essendo una roba promozionale del nuovo Ghost Recon, che per me è sinonimo di interesse zero.
Direi che i primi commenti sul video sono significativi:
Step 1: Make into Mini-Series
Step 2: Pitch to HBO
Step 3: Profit
I keep throwing money at my screen but there’s no movie coming out.
@Stanlio
Bè ormai è da anni che quando ti trovi Tom Clancy in un videogame stai certo che è una cagata con i pupazzi fatti di liquirizia, pero’ Cristo, stavolta ci hanno creduto di brutto.
Facessero 90 min con questo ritmo, penso che mi piglierei 10 infarti, invece no, tempo perso a raccontare di famiglie e figli che fanno tardi a scuola.
Per la cronaca qualcuno ha anche cagato dei corti stile prequel di Resident Evil 2, girati con 2 spicci ma che non so quanto stanno avanti ai film ufficiali.
Tornando un momento alla merda fumante francese, la scena mentre si sparano faccia a faccia da 2 metri tutti belli in fila in piedi è inguardabile.
Che poi in 24 si che ci stavano i musulmani type:infame che era giusto morissero male, qua invece mi danno idea di branco di coglioni impacciati che muoiono in maniera simpatica, ci mancano solo i suoni di Paperissima.
“ci mancano solo i suoni di Paperissima.”
mi sembra una dvdquote degna di nota.
anyway io per non vedere questo ho visto chronicol, mo i miei amici mi odiano, tante grazie Stan…
Guarda, Chronicle può anche non piacere (anche se io due pizze ai tuoi amici le darei comunque), ma è SICURAMENTE meglio di ‘sta roba. Proprio a prescindere.
Quoto tantissimo invece l’ultimo commento di Schiaffi, ho la tentazione di prendere il paragrafo sul film e sostituirlo alla recensione.
non saprei, i miei amici sono tendenzialmente abbastanza grossi…
Visto, danazione a me e alla mia curiosita! Scusa abraxas ma i tuoi amici
sono abbastanza grossi da farmi dimenticare il film con due pizze, o debbo cercare altrove.
Signori, QUESTO assunto:
“siamo tra persone intelligenti e perfettamente in grado di ignorare l’aspetto ideologico di un film”
Vale solo se l’autore poi, evita di sbadilarcelo in faccia che non gli piace ogni due righe di recensione. Prendere nota.
Che delusione che siete ho letto dei commenti di persone che non lo hanno neppure visto siete solo dei beceri antifrancesi forse gli italiani avrebbero fatto un film migliore di questo ? ma avete visto la boiata su Nassiria ? Vergognatevi. E’ vero che ci sono dei piccoli errori nella regia ma resta il fatto che è il più bel film che abbia visto del genere …. vergognatevi.