E che ci dobbiamo fare? Niente, c’abbiamo il primo horror cubano. Hai capito, signò? Cubbano! Cuba Libre, il Che, l’Havana, la musica del Buena Vista Social Club e le macchinone vecchie vecchie. Quella Cuba lì, signò! Loro fanno i film con gli zombie e noi invece no. E vabbeh, ce ne faremo una ragione. Che vi devo dire? La gag è questa: c’è questo film spagnolo cubano intitolato Juan of the Dead, scritto e diretto da Alejandro Brugués. La storia è quella di una coppia di amici, Juan e Lazaro, che fanno i perdigiorno in quel dell’Havana. E com’è come non è, a un certo punto arrivano gli zombie. Come mai? Non lo so, signò. Gli zombie, si sa, arrivano quando meno te l’aspetti (come una bomba). E quindi Juan e Lazaro, che sciabattano tutto il giorno in canottiera e abitano in un vecchio palazzo con le vecchie e i travoni, devono imparare a scassare la testa agli zombie. E quindi dopo un paio di momenti in cui: “Uò, Juan, ma cos’è? Un vampiro!” “Ma no, Lazaro, sarà un mostro super cattivo!”, capiscono che questi qui sono dei morti tornati in vita che ti vogliono mangiare la fazza. E allora: di necessità virtù, signora mia!
E cosa mi combinano quelle due sagome del Juan e del Lazaro? Occhio, che questa è forte, eh? Chiamano tre loro amici – un travone, un energumeno che non può vedere il sangue per cui sta sempre bendato, la figlia figa di Juan e il figlio scemo di Lazaro – e mettono insieme un bel business. Juan si trasforma in Juan of the Dead, un’agenzia che ti ammazza i parenti trasformati in zombie a domicilio. Tu li chiami, loro sono lì sulla loro terrazza a bere il rum e a prendere il sole, imbracciano le loro armi (una fionda, un remo, due machete e bla bla bla) e ti vengono a uccidere i morti viventi che ti danno noia. Lo fanno per soldi, eh? Che ci deve essere la critica sociale, signò. Ha capito, signò? O s’è già distratta! Il problema è che qui l’horror non è solo horror! Mi è metafora, critica sociale, impegno politico, denunzia! I poveri cubani, distrutti da anni e anni dello Stato Socialista, si sono dovuti barcamenare. Barcamenare, già. Per cui Juan, Lazaro e compagnia, per sopravvivere, reagiscono come hanno sempre fatto nella loro vita: si arrangiano. Ci sono gli zombie? E io mi invento l’aziendina che t’ammazza lo zombie. Capito, signò?
E nel frattempo sapete che fa l’informazione cubana? Dice che gli zombie sono dei dissidenti sostenuti dal governo americano. Taaaaaaac, che ti metto anche qui il criticone sociale. Gli zombie sono dei dissidenti! Degli iconoclasti! Degli anarcoinsurrezionalisti! Gente che ti mangia la fazza e che mira a minare lo Stato Socialista! Ma a Juan e a Lazaro non gliene frega nulla. Loro devono tirare avanti. E Cuba con loro. Ci sono le vecchie che affittano in nero, la gente che aspetta alla fermata dell’autobus come se nulla fosse, eccetera ed eccetera. E diciamo pure, signò, che la gag è tutta qui. Juan of the Dead è un film di zombie esotico con velleità comiche il cui fascino si esaurisce piuttosto in fretta (Wow! Cubba!) e che soffre sfortunatamente di una certa lentezza e ripetitività. Le gags del film dopo un po’ arrivano piuttosto telefonate, stanche e ripetitive. Ok, c’è la critica sociale. Ok, c’è l’humor nero (senza il quale, vi giuro, un tempo si faceano gli horror). Ok, ci sono i protagonisti incartolati. Ok, alla fine un po’ gli si deve voler bene ché ha una certa carica anarchica e viene da Cuba. Ma fidatevi: al mondo c’è di molto meglio.
DVD Quote:
“Nulla di male, ma dopo un po’ hai rotto le palle. ”
Casanova Wong Kar-wai, i400calci.com
come dice Chef Ragoo “ho fatto ‘na partita a Left For Dead, m’ammazzano gli zombi porco de… de chi?”
Ma è Shaun of The Dead now with more Piña Colada
Non ci credo… qualcuno che ascoltava i Sottotono…
Respect!
Trovo sospetto chiamare un personaggio Lazaro in un film coi zombi…
Prot.
A sto punto facciamo un film zombie con i mafiosi, tipo salvatore giuliano back in action. pure dai cubani puppiamo, ecchecazz.
@Stev’o: erano gli Otierre
O una versione con le casalinghe armate di mattarello chiamata “Rosalba dei morti viventi”
Orcomondo! C’hai ragione!
Chissà dov’è finita quella cassettina!
C’erano tutti i grandi nomi del tempo!
C’era pure Neffa (e i Messaggeri della Dopa) prima che diventasse quel che è diventato adesso… ciò uno che va al campetto a fare la cartola e viene puntualmente tamburato dalle vecchie faine del playground!
Grazie… gli Otierre! E’ vero!
E perché non “E’ viva da Rivombrosa”… sottointeso “ancora” viva…
ma veramente il pezzo è di chef ragoo solista e lo ascolto solo perché ci sono le bestemmie che mi fanno tanto ridere e posso urlare il ritornello alle suore quando mi attraversano la strada…
Complimenti ai produttori per la sottilissima citazione del titolo.
“Cuba dei Gibson Brothers?”
Gnacchisna’
@Casanova
Hei però non è giusto! Che caspita di recensione corta corta è? Cioè uno sta in fregola tutto il giorno perchè al lavoro non ha avuto due minuti due per connettersi al suo sito prefe, poi finalmente arriva a casa, si rolla il suo meritato nospi, lo accende e manco il tempo di catalizzare il secondo tiro che la rece è finita.
Non è giusto, con quello che paghiamo.
xD
vabe dai non è proprio corta corta!
beh forse le recensioni di Casanova non sono lunghissime, ma sono sempre molto belle! E probabilmente su un film del genere non penso ci siano molte cose da dire.
p.s.o.t. le recensioni di Stanlio sono chilometriche (e bellissime anch’elle)!! Pure i commenti di Stanlio solitamente sono chilometrici!!
come le mie recensioni non sono lunghe?
sono offesisismo.
è come se mi aveste detto che c’ho il pene corto.
e io non ho il pene corto, chiaro?
è nella media.
il pene, dico.
mengtre le mie recensioni sono lungherrime.
oh, io ho scritto quella di legendary.
no, per dire, eh?
comunque non è per niente il pene piccolo.
è che qui c’è veramente poco da dire, veh.
Questo è il mio personale film del 2012