L’idea sarebbe che un film dal budget bassissimo, lento e con attori improvvisati in cui succede poco e niente e che alla fine non va da nessuna parte non dovrebbe essere preso in considerazione, nemmeno per sbaglio, e dovrebbe essere utilizzato solo come esempio negativo sul cosa da non fare; l’idea sarebbe quella, e poi ci sarebbe Gut. Gut è proprio un lento film a budget bassissimo girato in un digitale piuttosto povero con attori piuttosto improvvisati in cui succedono circa quattro cose e che alla fine punta sull’ambiguità e non conclude un beneamato cazzo. E allora? E allora m’ha inchiodato allo schermo che nemmeno un film della madonna con uno sviluppo corale dal ritmo pazzesco concluso in un’esplosione di narrativa diegetica ed attoroni tipo Kirk Douglas Michael Caine Grace Kelly Christopher Walken. Andiamo con calma. Ordine. Disciplina. Trama:
Tizio trascorre una vita molto noiosa e regolare: lavoro d’ufficio, routine, matrimonio senza passione, problemi a letto, una figlia a cui badare. L’amico d’infanzia di tizio, nonché vicino di scrivania, è preoccupato perché tizio non lo caga più come una volta e preferisce guardare film Pixar con la famiglia piuttosto che film horror con lui (film Pixar che non gli fanno tirare il cazzo, o glielo fanno tirare male, tra l’altro). Per riavvicinarlo e passare una serata come i vecchi tempi amico di tizio gli mostra un presunto snuff ordinato sull’internet consistente nel primo piano di un ventre tagliato verticalmente con un coltello che pare uscito dagli strumenti ginecologici di Inseparabili e in una mano che s’inserisce nel taglio tipo James Woods che si tira fuori pistole in Videodrome (sì, c’è molto Cronenberg nella messa in scena ma molto meno di quel che ci si aspetta nel contenuto). Tizio è sconvolto ma gli piace un sacco, il cazzo torna a tirargli, fa sogni strani la notte e nella consapevolezza che tutto questo sia sbagliato non fa a meno di esserne affascinato. L’amico di tizio ci va ancora più sotto e continua a comprare cassette finché la cosa non degenera in un’ambigua storia di omicidi in cui non si capisce chi sia a fare cosa (resto appositamente sul vago perché già succede poco e non voglio rovinare la visione ai coraggiosi che ci proveranno).
Non so se avete presente Benny’s Video (uno dei miei film preferiti di sempre, tra l’altro) e più generalmente lo stile dei primi Haneke (uno dei miei registi preferiti di sempre, tra l’altro): tempi dilatati all’estremo, sequenze che sembrano non finire mai, un singolo avvenimento a mettere in moto una trama fondamentalmente assente fatta di ulteriori dilatazioni temporali, il sadismo registico nel mostrare i momenti che il montaggio è nato per sopprimere, la costipazione narrativa, il castramento ritmico. Cose così. L’approccio di Elias, il regista senza cognome, non c’entra un cazzo ma, con tutto il distacco del caso, me lo ha ricordato costantemente, soprattutto nei primi 20 minuti in cui non succede assolutamente nulla e con una lentezza disarmante al limite dello snervante. Una completa immersione nella vita noiosa di un uomo noioso scandita da tempi noiosi e scrittura noiosa che però non cessa mai di essere coerente con quello che vuole raccontare. Ecco, la scrittura, come la regia, è sempre contenuta e non esagera alcun dialogo ma anzi sorprende nella naturalezza di certi scambi di battute spesso banali ma sempre veritieri, oppure banali proprio perché veritieri (ricordiamoci che la vita è banale e noiosa e solo del sano snuff riuscirà a svegliarci). Nulla è esagerato, nulla è portato all’estremo, tutto è costruito su un meccanismo di destabilizzazione del poco dove i piccoli cambiamenti ed elementi di disturbo sono resi enormi dalla staticità del contesto. Non ho la più pallida idea se sono stato chiaro o meno, ma il punto è che succede poco ma succede bene e nei momenti giusti.
Non posso dire che Gut sia un bel film e non posso dire che mi sia veramente piaciuto – sul finale l’ambiguità è eccessiva e quel che dovrebbe risolvere il tutto il realtà non risolve una bega di niente – ma mi ha inaspettatamente affascinato. Non so bene come funzioni in questi casi, ma mi sento un po’ come il tizio a cui non piace lo snuff ma che vuole vedere lo snuff. Mi sento come se dovessi giustificare il tono positivo con cui ne sto parlando, anche perché sicuro come l’oro che a voi spaccherà i coglioni, è giusto così, non è un film fatto per intrattenere, non è un film fatto per essere visto tra amici, non è un film fatto per essere deriso. Forse sotto sotto il regista voleva proprio questo, renderci perversi voyeur del video, farci piacere qualcosa senza farci capire perché, un po’ come Haneke, appunto, ha sempre fatto con ovviamente molta più consapevolezza e capacità (ma meno tette). Sto chiaramente esagerando.
DVD-quote:
“Vi piacerà, non saprete perché; vi sentirete sporchi di cinema maffo.”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Non sembra cosi male questo film, lo vedrò! (ma dopo Benny’s Video)
Credo di riuscire a sopportare 20 minuti di ira profonda per inutile lentezza!
PS: applausi a tutti voi che ogni giorno mi regalate una piccola perla da ricordare, quella di oggi finisce sul mio taccuino giuro:
“ricordiamoci che la vita è banale e noiosa e solo del sano snuff riuscirà a svegliarci”
ma è già uscito col cinema o ci sta uscendo adesso? e, a seconda del caso, come è andata/come andrà?
Quindi è un mix tra la lentezza di Bela Tarr , tipo quella dei primi 20 minuti di l’uomo di Londra, e film lowcost inconcludente tipo The Corridor, Bugs ?
In Pratica “Niente da Nascondere” Now With MOAR BLOOD
Capisco, questa cosa della lentezza che incomprensibilmente piace l’ho provata con Somewhere.
Non odiatemi.
Gigos, amico, va tutto bene, non c’è bisogno di farsi del male così, davvero, vieni qui, ti abbraccio forte forte fino a strizzarti fuori ogni ricordo di Somewhere e di qualsiasi altro film di quella là. Ti siamo vicini, sei tra amici, non preoccuparti, lasciati andare.
Maffo è un neologismo?
Me lo regali?
@ Gigos: ti odio
Dubito lo vedrò mai… già mi basta lavorare in una chirurgia…
Lo so, lo so [sniff]… è che… questa cosa, io… insomma io pensavo di poterla tenere sotto controllo [sniff]…
Ho iniziato come tanti con un semplice Lost in translation pensando che potevo smettere quando volevo… mi sono detto “c’è Bill Murray”… poi, poi…
Oddio [sniff]… una sera sono arrivato persino a convincere un amico a provare Marie Antoniette e [sniff] scusate, e quando lo vidi poco tempo dopo noleggiarsi Broken flowers capii che era colpa mia… oddi quanto mi dispiace…
ma guarda che broken flowers è di jim jarmush… altro che la coppola del giardino delle vergini suicide
Minchia Gigos vorrei dirti che ti sono vicino ma in questo momento sono impegnato a disfarmi del corpo della Coppola e del tuo dopo averla confusa con Jarmusch (uno dei miei registi preferiti tra l’altro SHHHH NON DITELO IN GIRO).
@blueberry, credo che stia per uscire a fatica in qualche cinema negli states e basta.
@barman, più o meno, questo se non altro mantiene della coerenza dall’inizio alla fine e non sbrocca in puttanate come The Corridor.
@Gonzo, maffo è come parliamo noi giovani di periferia ed è tutto tuo.
@jean
ah a fatica pure.. ergo non lo vedrò mai. e concordo sul silenzio da mantenere circa registi preferiti. lo butto lì quando incontro i fighettoni intellettualoni con cui parlare di enrico ghezzi e spesso rimangono a bocca aperta a domandare “che? che? che?”. e scuoto il capo ancora più forte quando parlo dei 400calci e loro rispondono in coro “colpi!”
Uso il mio ultimo respiro per giurare che sapevo che era di Jarmush e l’ho incluso lo stesso perché io Broken flowers lo trovo affine agli altri citati. [trema, tossisce, evacua nelle mutande, ruota gli occhi e muore]
Che la follia esca dal tuo corpo.
Broken Flowers vale solo per Tilda Swinton in versione buzzicona bestemmiante. Il resto e’ noia, ma c’era un tempo in cui non lo si poteva ammettere nemmeno a se stessi.
esterno/notte
[afferra gigos e lo scuote brutalmente urlando] gigos! gigos!
[gigos non dà segni di vita. blueberry guarda gli altri. sospiro di sollievo] è morto. non si doveva permettere di mischiare la cioccolata con la cacca, ecco quello che succede. c’è qualcun altro che vuol morire?
[ode un suono sinistro] e tu cicciolina? ne sei sicura? sei sicura di quel che dici?
[tossisce e porta una mano a coprire la bocca] coff coff eppure coff a me è piaciuto coff coff locoffst in cotraffslacofftion
Salve, sono stato maledetto per aver dirottato una discussione dei 400 calci su Sofia Coppola. Volevo solo aggiungere che la amo dai tempi di Peggy Sue si è sp[un pugno di Nanni Cobretti lo dissolve, nonostante si trovasse su un diverso piano astrale]
COSA STAI DICENDO COSA C’ENTRA BROKEN FLOWERS CON SOFIA COPPOLA.
BROKEN FLOWERS È QUEL FILM CON LE DONNINE NUDE E DOPESMOKER NELLA COLONNA SONORA E UN SACCO DI CANNE NELL’ARIA.
GIGOS STAI MOLTO ATTENTO SO DOVE ABITI E MI È PARTITO IL CAPS.
LOST IN TRANSLATION MERDA.
[fluttua]
Ascolta le mie parole:
A ben guardare le donne nude e le sostanze psicotrope non mancano neanche in Somewhere.
La rabbia porta al lato oscuro (cit.).
Ci incontreremo là, dove non c’è tenebra (cit.).
E infine ricorda: nell’aldilà trollare e citare a casaccio non sono peccati.
[Stanlio Kubrick gli spruzza in faccia del Raid antizanzare per mezzo minuto, al ché Esso sparisce in un tripudio di tosse secca]
le affinità stanno nella solitudine. ma mentre jarmush al solito detronizza e reinventa il don giovanni (e in passato aveva osato tanto per pistoleri e “samurai”) la coppola trova la salvezza nella forza dell’unione. jarmush va al di là in un certo senso. la coppola si ferma prima. e questo è quanto secondo me. ora prima di beccarmi un pugno da nanni pur io mi zittisco con una citazione degna dei 400 calci: “io sono la legge!”
@Cicciolina Wertmüller e blueberry
Vendicatemi -emi -emi -i -i …
[osserva il fantasma di gigos dissolversi lentamente e ponendo una mano al lato della bocca grida] <>
ahahahaha che niubbone!!!
ripeto: “ti raggiungerò un giorno, ma non ancora… non ancora…”
PS
chiedo umilmente perdono ma mi lascio trascinare facilmente
Ma anche a me, ai tempi, Lost In Traslation era piaciuto. Il problema del cinema della Coppola e’ che come un buon vino annacquato all’inverosimile: percepisci che sotto sotto qualcosa di buono c’e’, ma fai una fatica boia a carpirlo e alla fine ci rinunci. Dai vabbe’ Jarmusch e’ meglio. Pero’ di sicuro Gut e’ meglio.
Lost in translation e Somewhere sono film che parlano soprattutto della noia e dell’inutilità di certe vite e giustamente lo esprimono annoiando, sia detto senza ironia. Altrimenti come? Oh, a me quand’ero vivo piacevano per questa sorta di coerenza. Molti lo vedevano come egotismo pseudoautoriale pomposo, forse avevano ragione loro, non lo so. Ormai sono piuttosto distaccato da questi discorsi terren[arrivano Stanlio Kubrick e Jean-Claude Van Gogh in tuta grigia che gli sparano e lo rinchiudono in una trappola, senza neanche bisogno di incrociare i flussi, Venimmo vedemmo ecc.]
Sì be’ però la proporzione Coppola : Jarmusch è tipo quella Tre metri sopra il cielo : Rambo.
ma solo il rambo numero uno dai. questa proporzione l’accetto e ci sta anche abbastanza bene qui sui 400calci. ma io andrei avanti solo per slay… pardon, gigos.
incrociare i flussi è male……..
Lost in Translation è l’unica cosa decente che ha fatto la Coppola ed il merito è quasi tutto merito di Murray. A me piace e lo dico senza vergogna. Però il resto della filmografia della Coppola è merda sopravvalutatissima. Il “giardino delle vergini suicide” è molto più bello in fotografia (se sei una ragazzina hipster). “Maria Antoniette” inguardabile con le sue converse paraculo e oddioicostumi e lei coi capelli rosa. (devo ripetere ragazzine hipster?). “Somewhere” voleva ripetere il successo di LIT ma, diobono. Un film sulla noia quindi noioso? un film sull inutilità di UNA vita quindi inutile? si si. Inutile. Da buttare nel cesso. E Tarantino che la fà vincere solo perchè se la voleva riscopare. Vabbè. Comunque vi odio perchè recensite roba che tipo non si trova mai. Però in fondo vi amo. Baci.
«film che parlano soprattutto della noia e dell’inutilità di certe vite»
Ecco ora non voglio accanirmi sull’ectoplasma di Gigos quanto piuttosto sulla Coppola, ma quando leggo una cos così mi viene da prendere quella ricca sgualdrina viziata per il collo e gridarle in faccia: «TI ANNOI? VAI IN MINIERA UN MESE E POI VEDIAMO SE C’HAI ANCORA L’ENNUI».
Voglio dire, anch’io come tutti noi che siamo qui a contarcela su sono un porco privilegiato occidentale a cui non manca nulla, ma almeno ho la decenza di non lamentarmi e di godermi la vita. A me la gente annoiata dalla propria esistenza* fa venir voglia di fargli ‘na Camboggia nel culo.
*e quelli che fanno i film per raccontarci che ohmmioddio la vita vuota di chi vive nei non-luoghi tipo gli aeroporti e le camere d’albergo ed è costretto a VIAGGIARE IN GIRO PER IL MONDO PER LAVORO OMG POVERINO, anche. Ma vaffanculo e muori.
quoto vespertime, in grassetto e sottolineato.
l’unico “ingarro” (=dal verbo ingarrare, cioè un sinonimo di riuscire) della coppola è lost in translation ma perchè figura murray sennò chi se la cagava manco in quello. e spero nelle hipster affinchè non si strappino i vestiti sul resto della filmografia.
e mi riallaccio (grazie per l’assist) alle “holiday in cambodia” di stanlio per dire che sì trascendendo i pg e la location (sembra volerci dire che l’occidente e l’oriente non s’incontrano) e contando su murray (ok della johansson si vede il culo ma a me la monoespressiva è sempre lei: sopravvalutata da “la ragazza con l’orecchino giorgio armani”) il film della coppola si può guardare con un mezzo sorrisetto sulle labbra almeno una volta nella vita.
ecco perchè, a mio modo di vedere jarmush non può essere accostato alla coppola. la coppola si ferma sulla solitudine degli individui che unendosi si fanno forza e affrontano il peso “perso” (lost) di se stessi. i film di jarmush sono lucide e terroristiche sciabolate al senso comune, al senso di fare cinema, alla vita stessa, ai miti e agli eroi degli stati uniti e del mondo (=dead man, ghost dog e broken flowers. ma io ci metto anche daunbailò). possono annoiare. ma la lentezza è funzionale. provate a pensare alla guerra tra futuristi e dadaisti di inizio secolo. li era “corsa” contro “lentezza”. è una questione di “montaggio”
La Coppola si salva solo per la Vergine Impalata nella Staccionata (Final Destination Puppa La Fawa), e il Feticismo verso i The Strokes, il resto è NOIA.
Continuo ad odiare Gigos pure mentre si trova nell’aldilà ma Lost in Translation è pollice alto.
E’ una cartolina di Tokyo e un 10 per la malinconica figosità di Bill e in più ha il jolly maximal erection per la scena di apertura sulle chiappe di Scarlett.
Quindi mentre torturate Sofia io una mano veloce gliela stringo.
Anche questa è una cartolina di Tokyo.
Ma se le stringi la mano in fretta che nessuno se ne accorge allora OK.
Cioè io tiro fuori HANEKE e finite tutti a parlare di Sofia Satana Coppola.
Il paragone con Jarmusch non esiste proprio, e poi Broken Flowers è bello ma dovessi fare una classifica starebbe in fondo; Ghost Dog, Daunbailò e The Limits of Control se li sogna la Cappella, ma si sogna anche l’episodio più brutto di Coffee and Cigarettes, per dire. Detto questo, Lost in Translationmpiacqasuhfal hufvaos ufyvaofygancheasfbasfas fa me.
Stanlio amo i tuoi pezzi e la tua intelligenza (e il tuo succoso cervello, mmm) ma, fermo restando che Sofia non sia il Genio della sua generazione e che sì ok è privilegiatissima in quanto figlia di un Genio, quello sì, della new Hollywood, se non ti piacciono i temi che tratta allora, vabbè sei fuori target. E infatti questi sono i 400calci, in effetti sono io quello off topic.
Il Capo l’altro giorno diceva che non ha senso far recensire i Mercenari a Curzio Maltese.
Non vedo il perché della tirata da bar sui figli di papà.
[Passa di lì Nanni Cobretti che con nonchalance gli apre la testa con un colpo di canne mozze, non tanto per il suo essere non-morto, quanto per averlo citato a sproposito]
Si sta prendendo cura di Gigos -o di quello che ne rimane- per portarlo a nuovi fasti.
Be patient, be ready
gigos ha il merito di aver tirato in ballo la coppolina qui sui calci. E lo stimo. Ma jean, cacchio, c’é un corto brutto in caffé e sigarette? E qual é???? Potrei odiarti ma ti voglio bene lo stesso nonostante concordi in tutto tranne che sul caffé
La faccia di Bill Murray rende bello qualsiasi film. Punto.
E comunque Funny Games è un filmone.
Gigos, è vero che sono fuori target per la Coppola, sicuramente dal pdv estetico, voglio dire, le Converse a palazzo non possono piacermi stop. Ciò non toglie che trovi deprecabile le tematiche che tratta, e visto che lei stessa non nasconde di trattare temi “alti” e “universali” (tipo “la noia dell’uomo postmoderno” o “la solitudine malcagata dei potenti”) mi permetto di dire che non ci sto, occupy Sofia Coppola metaforicamente parlando. Poi OK la mia è diventata una crociata e me ne rendo conto, ma si dovrà pur prendersela con qualcuno nella vita.
A Jean Claude dico che quel che ho visto di Haneke mi è piaciuto quasi tutto, e per dire Il tempo dei lupi è The Road di McCarthy più di quanto The Road di Hillcoat sia The Road di McCarthy, e quindi grosso sì. Però è anche vero che spesso più che le cose di cui parla è il modo in cui lo fa che mi attira, con sia con regia e fotografia d’altri tempi come nel Nastro bianco o con i trucchetti meta- di Funny Games. E quindi quasi quasi viene fuori che mi interesso anche a questo.
E sì, Broken Flowers è sotto a quelli che dici tu, ma d’altra parte è tutto sotto Daunbailò perché è un film sludge.
Da qualche parte, nello stesso enorme magazzino in cui è conservata l’Arca dell’Alleanza, c’è una cassa con dentro una mia recensione di Somewhere che se qualcuno la legge si stacca la faglia di Sant’Andrea.
@blueberry, non che ci sia un corto veramente brutto, ma l’ho sempre trovato un film un po’ inutile, una semplice accozzaglia di corti senza un filo conduttore. Certo è pieno di battute memorabili e Cousins con Cate Blanchett è stupendo, ma avrei preferito li avesse tenuti separati e non ne avesse fatto un film.
Bravo Stanlio, sono fiero di te. La prossima volta che ci vediamo parliamo male della Coppola e ragioniamo sull’utilizzo che Haneke fa delle reazioni umane agli stimoli.
non era Raid antizanzare
era UBIK
@ Jean-Claude Van Gogh credo che non si parli del primo Heneke perché siano in pochi ad averlo visto. O almeno io non ho idea dei film che ha fatto il primo Heneke. Ora che ho guardato imdb si, ma insomma non posso davvero parlarne. Invece i film di Sofia me li sono visti (non da solo a quanto pare) e anche se mi hanno sempre lasciato un po’ così alla fine mi sono andati bene. Tutti tranne quello su Maria Antonietta che mi ha fatto cagare. Il giardino delle vergini suicide? Mi sono addormentato vedendolo e l’ho ripreso la sera, ma non ne ho un ricordo terribile. Lost in traslation? A me è sembrato un bel film, liberi di bannarmi ma io non ci posso fare nulla mi è piaciuta la storia di un amore impossibile, la vita che non ci permette di fare quello che vogliamo ed in fondo è un bene perché noi stessi non sappiamo mai cosa vogliamo veramente, Tokio ed i suoi non luoghi ancora più destabilizzanti per un occidentale in jet lag. Oh mi è piaciuto. Somewhere? Ok ok la scena della macchina all’inizio. Ma poi non è così male. Certo ritmo manco a parlarne, ma la mia faccia all’uscita del cinema era perplessa, nulla di più. Peraltro non credo parli della noia di vivere, quanto di un senso di insoddisfazione profonda verso di essa perché ci si rende conto che gira totalmente a vuoto.
Perché non ci parli tu un poco più diffusamente del primo Heneke invece?
nanni che si guarda la coppola mi suona male. secondo me è un bluff…
comunque per me la coppola ha avuto la sciorta (=fortuna) di beccarsi murray e la johansson (=nerd sbavanti) per lost in translation e così anche noialtri l’abbiam visto. e detto “ah beh ok dai”. per gli altri film credo ci sia un “buuuuuurp” (=onomatopea) soltanto.
@jean
il caffè e sigarette non è un film. ma un insieme di corti registrati nel corso di anni e anni eppoi s’è deciso di “unificare”. infatti si passa dal bianco e nero di quando jim iniziava al colore.
l’insieme dei corti hanno tutti lo stesso filo conduttore. l’ineluttabile scorrere del tempo. l’inconsistenza delle nostre vite. il rapporto con noi stessi e con gli altri. tutto quello che insomma si traduce appunto nel fumo della sigaretta e nella caffeina ingerita ad ettolitri. non a caso l’ultimo corto mostra direttamente la “morte” fisica di un personaggio.
le scene più divertenti quelle con iggy pop e tom waits (c’è da tifare), benigni con quell’altro di cui non mi sovviene il nome, steve wright mi pare, i white stripes, quella con i due anzianotti con il figlio che non parla di cui non ricordo i nomi, quelle che citi tu e l’ultima.
Film, questo “Gut”, davvero interessante. Un film fallocentrico, pervertito e quindi molto interessante; tira fuori le zone sozze che tutti c’abbiamo. Il problema è che è di una lentezza esasperante che ti viene voglia di spegnerlo ogni tre per due, poi però -almeno per quanto mi riguarda- si vuole vedere come finisce. E la fine, a pensarci adesso che l’ho appena visto, spacca. Questo Elias pare abbia del manico.
P.S. Somewhere fa schifo.
Sì, ha il suo perchè. Ma ho dovuto mandarlo indietro due volte: mi ero addormentato perdendo dei pezzi sugosi. Poi rivedendo i pezzi sugosi mi sono accorto che non servivano per la comprensione del seguito, cioè potevo continuare a dormire. Se fate caso gli attori bevono un sacco di caffè. Per stare svegli, ovviamente. Un po’ come il protagonista di The Limits of Control, film che ha un ritmo simile. Solo che quello è un capolavoro. Questo però ha una colonna sonora niente male.