Cari lettori de i400calci, benvenuti alla prima puntata di una nuova, estemporanea rubrica senza futuro alcuno in cui celebriamo il ritorno di registi apparentemente scomparsi dalle scene e di cui nessuno sentiva la mancanza. Signori e signore, amici e amiche, benvenuti a “Ah, eri uscito?”.
Qualcuno di voi si ricorda di Tibor Takács? È uno che nel giro di quattro anni ha girato i film migliori della sua carriera partendo con quel piccolo film culto con ragazzini, demoni e Stephen Dorff debuttante che è Non aprite quel cancello (The Gate) passando poi per Sola in quella casa, quello con Jenny Wright nerd di libri horror, e finendo con Non aprite quel cancello 2 che è peggio del primo ma comunque guardabile. Questo tra l’87 e il ’90, e dopo? Tra le altre dimenticabili cose, due film su Sabrina, vita da strega. Sì, quella col cazzo di gatto parlante e le zie milf che potrei o non potrei aver guardato tantissimo da piccolo, ma appunto ero piccolo e non capivo un cazzo di niente anche se comunque mi piaceva Tremors e seguivo Sliders. Ora, poniamo che vi piaccia un regista, un regista che non brilla di bravura ma che i suoi due o tre film belli li ha fatti e vi fidate di lui; tal regista gira un film su Sabrina e dopo qualche anno ne gira pure un altro, senza alcuna evidente vergogna. Come reagite? Io dico che ci vomitate sopra, a tal regista; ci vomitate sopra fino a sciacquarne tutta la credibilità di dosso. Posso capire tutte le ragioni e conseguenze economiche del girare due film del genere, ma non ne comprendo il suicidio artistico, visto che di null’altro si tratta. Gli anni ’90 a Tibor Takács hanno portato qualche film mediocre, qualche serie tv e un gesto di tale follia che negli anni 2000 s’è ritrovato chiuso nei circuiti televisivi a girare film di mostri e disastri tipo SyFy o Asylum ma senza lavorare per nessuno dei due perché Sabrina, una vita da strega è troppo anche per chi il buongusto non fa nemmeno finta di averlo.
Una cosa però l’abbiamo capita: ogni decennio riserva nuove sorprese per il nostro eroe e questi nuovi anni ’10 infatti vedono il suo ritorno al cinema a distribuzione limitata con un film a budget modesto prodotto seriamente e con i ragni giganti in 3D. Secondo voi è andata bene? SECONDO VOI, dico, è andata bene? AH, sto già ridendo.
AHAHAHAHAHAHAH. Ok, ho finito. Volete la trama? Allora, presente i russi? Ecco, è colpa loro. I russi hanno trovato del DNA alieno sotto i ghiacci, sono andati nello spazio e hanno provato a unirlo con diversi animali trovando nei ragni la soluzione vincente. Poi è successo qualche casino, i ragni hanno ammazzato tutti gli astronauti e un pezzo della navicella è caduto sulla terra, ovviamente in America. Fosse caduto in Russia gli abomini genetici sarebbero stati accolti a braccia aperte come compagni tornati vittoriosi dalla guerra, ma invece gli è toccata l’America e i suoi militari testedicazzo. Sul luogo dell’impatto vengono chiamati un dottore dal finto accento russo, il tenente Gorman di Aliens, il dipartimento della salute rappresentato da una che vent’anni fa recitava in cose tipo Erotic Landscapes e, avendo sfondato parte della metropolitana, il coordinatore dei trasporti pubblici nonché ex-marito del dipartimento della salute Patrick Muldoon (Zander di Starship Troopers). Succede che i militari e il dottore russo allevano i ragni nella metropolitana per ricavarne un super-tessuto dalle ragnatele mentre l’ex-coppia della noia tenta di scoprire cosa cazzo stia succedendo. Eventualmente i ragni escono in superficie, la regina diventa più grossa del previsto e spacca tutta la città.
La premessa e la presentazione non si scostano molto dalle produzioni SyFy ma non essendolo c’era spazio per sperare in un prodotto leggermente diverso o comunque più ispirato, girato come si deve e se non altro divertente. Voglio dire: c’è una città invasa da dei ragni giganti che ammazzano tutti e un budget abbastanza alto da poterne inserire a fiumi, l’unico modo per sbagliare in pieno è mostrarli poco senza mai farli vedere in azione. Qualsiasi altro aspetto negativo è prevedibile e non influisce più di tanto sul giudizio: è recitato male e sopra le righe, girato con precisione ma senza alcuna voglia e ispirazione, pieno di dialoghi di troppo e si prende così tanto sul serio non fare il giro e diventare ridicolo. Cose già viste, cose risapute, cose che quando si affronta un film del genere si sanno e vanno messe in conto, ché comunque a nessuno frega delle menate se si possono vedere mostri giganti ammazzare tutti. Se poi il titolo è SPIDERS a caratteri cubitali è ovvio che i protagonisti saranno loro, quindi perché dubitare? Non ha senso, perché dovrei penSABRINA, VITA DA STREGA. Convulsioni e disagio, il morbo del non capire un cazzo di niente ha colpito ancora. Non volevo crederci nemmeno io ma la verità è una e fa schifo: in SPIDERS i ragni si vedono pochissimo e quando si vedono la cosa più eccitante che fanno è camminare e aprire la bocca. Non ammazzano nessuno se non off-screen e persino il ragno gigante finale riesce a non fare nulla per mezz’ora contata. Un fallimento tale che può essere spiegato solo se ora il regista viene qui e mi dice che hanno girato scene a caso perché nemmeno lui sapeva che c’erano i ragni giganti. Mi spiego meglio: nell’ultima mezz’ora la regina dei ragni esce in superficie. La regina dei ragni è alta come un cazzo di palazzo, ha le zanne grosse come macchine e una forza tipo Godzilla quando gli fanno il solletico con i proiettili e si incazza ancora di più. È brutta quanto la CGI ma chissenefrega, ammazzami una ventina di persone e diventi la più bella del reame, e invece niente. Niente di niente. Cammina per la città per mezz’ora uccidendo solo un tizio a caso e pure nel modo meno ispirato possibile. Mi spiego ancora meglio: Spiders è un film che raggiunge l’apice della noia quando entra in scena il mostro più grosso. Una delusione pazzesca e incomprensibile, non ha senso; ha così poco senso che all’idea di doverne scrivere mi salì il mal di vivere perché non c’è nulla di interessante da dire, nessuno spunto su cui poter ragionare; mi piace parlare di questo genere di film perché spesso finiscono per essere un pretesto per parlare di altro e di cinema nel senso più largo del termine, ma questo Spiders mi ha fatto solo venire voglia di parlare di cinema nel senso del vaffanculo del termine. Ora mi siedo ad aspettare Big-Ass Spider e se fa cagare anche quello lo recensisco con una bestemmia e mi licenzio.
DVD-quote:
“L’ennesimo suicidio artistico di un regista morto e sepolto da vent’anni”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Questo film viene bene a confermare la mia teoria: “Se nel titolo ‘3D’ ha la stessa importanza del resto del titolo, allora farà cagarissimo!”
Cioè possibile che non se ne rendano conto? E’ come se ai tempi avessero intitolato i film “20mila leghe sotto i mari CINEMASCOPE” o “E’ nata una stella DOLBY STEREO”.
Ma persino gli allegri ciarlatani che lanciarono “l’odorama” avevano almeno la competenza tecnica per distinguere la “tecnologia” dall’opera.
A volte mi chiedo che idea abbiano degli spettatori…
Una palla incredibile. Come si fa a fare un film palloso con dei ragni giganti? Incredibile. Poi prendi una come Christa Campbell che nel 90% dei film che ha fatto è nuda e tu la fai stare in maglione e giubbotto praticamente tutto il film. Un disastro su tutti i fronti.
a fronte di tali delusioni consiglio sempre di rivedersi questo
http://wreckhousemagazine.com/?p=1004
non so se mi spiego:
http://wreckhousemagazine.com/wp-content/uploads/2011/01/infestation5.jpg
#teamguardavotantissimosabrina e non ero poi così piccolo..
#teamwhengiantinsectsattack!
Ma… ma… ci sono i ragni GROSSI!!! Come si fa a sbagliare?
Che tristezza, stasera mi riguardo Aracnophobia per compensare.
Cristobal Reyes-Rios 5 giorni fa: Looks like shit. NEXT!
(YouTube, commento al trailer, 4 mi piace)
Sliders a mezzanotte su italia 1 dopo Buffy. WIN.